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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,45).
(Iniziative per garantire il diritto all'assistenza sanitaria in Sicilia - n. 2-00828)
PRESIDENTE. L'onorevole Licandro ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00828, concernente iniziative per garantire il diritto all'assistenza sanitaria in Sicilia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, ci rivolgiamo con urgenza al Governo manifestando una notevole preoccupazione per quanto sta accadendo nel settore della sanità regionale siciliana.
È a tutti noto - innanzitutto al Governo, perché il tema è affrontato nel disegno di legge finanziaria per il 2008 in corso di approvazione da parte del Parlamento - che il bilancio della sanità regionale in Sicilia presenta un deficit spaventoso. Quest'ultimo è il prodotto di anni e anni di pessimo governo regionale, che ovviamente ha favorito sempre più una situazione di crisi, che oggi sembra mostrare segni assai preoccupanti, quasi di irreversibilità, se non si interviene immediatamente e con assoluta determinazione, e che ha comportato una sempre maggiore compressione dell'assistenza sanitaria per i siciliani.
Il Governo nazionale si è fatto carico di tale situazione, che non esito a definire una vera e propria emergenza - causata dal presidente della regione Cuffaro e dagli assessori regionali alla sanità che si sono succeduti negli ultimi anni - attraverso l'apertura di una linea di credito per colmare il deficit, imponendo però una condizione: l'adozione di un piano di rientro, di contenimento e di riqualificazione del servizio sanitario regionale.
Tale linea è stata apparentemente fatta propria dal Governo regionale fin dall'agosto scorso, cercando di adempiere a quella condizione e a quell'obbligo posto dal Governo nazionale, di contenere la spesa sanitaria. Personalmente, ritengo che tale contenimento debba essere declinato attraverso una razionalizzazione della spesa pubblica. Ma aggiungerei anche un altro elemento di qualificazione: una moralizzazione della spesa nella sanità regionale.
Ebbene, affermavo che tale linea è stata attuata solo apparentemente perché, in realtà, si sta andando in direzione assolutamente opposta, signor sottosegretario: piuttosto che ridurre sprechi e inefficienze, piuttosto che intervenire in quelle sacche di parassitismo e di clientelismo, si sta colpendo fino in fondo al cuore l'assistenza sanitaria per i siciliani.
Credo che sia già in atto - e che esploderà drammaticamente - un'emergenza sanità in Sicilia, perché questo presunto piano di contenimento e di qualificazione in realtà sta comprimendo semprePag. 114più l'assistenza sanitaria che i siciliani pagano una, anzi due volte, e che poi si vedono concretamente negata.
Noi prevediamo, infatti, che ciò esploderà con drammatica virulenza e coinvolgerà fino in fondo le strutture sanitarie pubbliche dell'isola con la chiusura di reparti considerati anche poli di eccellenza che servono interi bacini territoriali, con la riduzione forte, drastica dei posti letto, dei costi per beni e servizi, delle guardie mediche, con l'accorpamento e la chiusura di strutture ospedaliere. Vi sono inoltre da considerare le ulteriori ricadute che si avranno sulla gestione del personale, sulla sicurezza dei posti di lavoro e sulla somministrazione delle cure, delle terapie e dei farmaci per i pazienti che mostrano gravissime patologie.
Voglio indicare al Governo un caso emblematico ed eclatante già esploso, di cui ne è perfettamente a conoscenza l'intera opinione pubblica siciliana e, soprattutto, coloro che pagano sulla propria pelle il cosiddetto piano di contenimento e di qualificazione del sistema sanitario regionale. L'esempio che voglio richiamare riguarda l'azienda mista ospedaliero-universitaria del policlinico di Catania dove vi è una gestione intollerabile del personale con il 90 per cento del personale medico non universitario, signor sottosegretario, che è a contratto e, vede in questi giorni, nei prossimi mesi, scadere il proprio contratto.
Non stiamo parlando di semplici precari, impiegati di concetto che hanno pure una loro utilità e dignità, ma si tratta spesso di medici, di anestesisti, di personale ausiliario, ospedaliero e di infermieri. Vi è una situazione di precarietà che, davvero, va oltre ogni limite di sopportazione con una ricaduta evidente e pesante sulle prestazioni, sui servizi e sulle strutture.
Non mi trattengo ulteriormente nell'esposizione di ciò che è stato messo per iscritto nell'interpellanza ma questa gestione è davvero intollerabile ed è davvero inaccettabile che un Governo nazionale, la collettività nazionale che si fa carico giustamente di un'emergenza attinente ad un diritto importantissimo e insopprimibile come il diritto costituzionale alla salute venga poi così mortificata e vanificata.
Tengo a dichiarare in quest'Aula che, nonostante l'impegno della maggioranza e del Governo di coprire gli effetti e le conseguenze di anni e anni di pessima amministrazione, vi è una fortissima propaganda del governo regionale presso i malati, i cittadini e l'opinione pubblica volta a mistificare ed a far credere che i disagi, gli effetti negativi, i tagli dei posti letto, la soppressione di interi reparti, come quello di oncologia pediatrica, punto di eccellenza che serve tutto il bacino della Sicilia orientale sia frutto delle politiche economiche del Governo Prodi. Oltre al danno, le beffe; è insopportabile tutto ciò! Continuano invece sprechi, clientele e si mantengono strutture inutili a danno dei cittadini.
Dunque noi chiediamo che il Governo, che interviene distribuendo, poi, su tutta la popolazione nazionale un danno e un deficit economico prodotto da una classe di governo imbelle e inetta, almeno raggiunga l'obiettivo di garantire i livelli essenziali del diritto alla salute, che fortunatamente la nostra Costituzione riconosce e tutela.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del mare e del territorio, Gianni Piatti, ha facoltà di rispondere.
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, sostituisco il senatore Gaglione, sottosegretario di Stato per la salute, per un impegno improvviso.
In risposta all'interpellanza urgente dell'onorevole Licandro va preliminarmente precisato che lo strumento dei piani di rientro è previsto dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311 (la finanziaria per il 2005), qualora la regione interessata non abbia adottato, ai fini del rispetto dell'equilibrio economico, i provvedimenti necessari a ripianare il disavanzo di gestione o gli stessi siano risultati inadeguati. La regione deve pertanto procedere ad unaPag. 115verifica delle relative cause con l'elaborazione, inoltre, di un programma di riorganizzazione e di riqualificazione del proprio sistema sanitario di durata non superiore a tre anni.
I Ministri della salute e dell'economia e delle finanze e la singola regione provvedono, quindi, alla stipula di un accordo che definisce gli interventi necessari al raggiungimento dell'equilibrio economico, garantendo comunque i livelli essenziali di assistenza.
La legge finanziaria per il 2007 ha integrato la normativa sopra citata, istituendo per il triennio 2007-2009 un Fondo transitorio, di mille milioni di euro per l'anno 2007, di ottocentocinquanta milioni di euro per l'anno 2008, e di settecento milioni di euro per l'anno 2009, la cui ripartizione tra le regioni interessate da elevati disavanzi di gestione è disposta con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia delle finanze, e d'intesa con la Conferenza Stato-regioni.
L'accesso alle risorse del Fondo è subordinato alla sottoscrizione di un accordo, ai sensi dell'articolo 1, comma 180, della legge n. 311 del 2004, comprensivo di un piano di rientro che deve contenere sia le misure di riequilibrio del profilo erogativo dei livelli essenziali di assistenza, per renderlo conforme a quello desumibile dal vigente piano sanitario nazionale e dal vigente decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di determinazione degli stessi, sia le misure necessarie all'azzeramento del disavanzo entro il 2010, sia gli obblighi e le procedure previste dall'articolo 8 dell'intesa 23 marzo 2005, sancita dalla citata Conferenza.
Tale accesso presuppone che sia scattata formalmente in modo automatico o che sia stato attivato l'innalzamento ai livelli massimi dell'addizionale regionale per l'IRPEF o dell'aliquota dell'IRAP. Con riferimento alle paventate negative ricadute in termini di prestazioni sanitarie nei confronti dei cittadini siciliani conseguenti all'adozione del piano di rientro, di cui all'accordo siglato il 31 luglio 2007 tra le amministrazioni citate e la regione Sicilia, il Ministero della salute auspica che, come previsto dalla vigente legge finanziaria, l'attività di affiancamento della regione possa consentire un efficace monitoraggio del piano e dei relativi provvedimenti regionali di attuazione.
Al riguardo si precisa che ad oggi sono all'esame delle competenti amministrazioni gli interventi attuativi del piano ritenuti prioritari, presentati dalla regione il 20 settembre ultimo scorso. Pertanto, non si può che rinviare alla conclusione di questa prima verifica la valutazione dell'efficacia e della congruità dei suddetti provvedimenti in relazione agli obiettivi definiti dal piano di rientro. Relativamente in particolare alla riduzione dei posti letto, si evidenzia che la regione Sicilia si è impegnata per l'anno 2007 a riallineare il numero dei posti letto per acuti, sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private preaccreditate, in conformità a quanto definito dal precedente decreto assessorile n. 810 del 2003.
Peraltro va considerato che da questa operazione di riallineamento sono state escluse le aziende universitarie-policlinici.
In merito a quanto rappresentato sulla situazione gestionale e sanitaria dell'azienda ospedaliera universitaria Gaspare Rodolico di Catania, si deve ricordare in questa sede l'esclusiva competenza a riguardo degli organi aziendali e del servizio sanitario regionale. In proposito, la regione ha comunicato che, relativamente al reparto di oncologia pediatrica, con deliberazione n. 510 del 23 ottobre ultimo scorso, il direttore generale dell'azienda ha indetto una selezione per il reclutamento delle figure professionali indicate nell'atto parlamentare.
Inoltre, l'assessorato ha precisato di non essere a conoscenza di circolari emanate dalla direzione generale universitaria finalizzate alla riduzione degli interventi chirurgici da effettuare con cadenza settimanale, nonché alla riduzione delle forniture di protesi, pace maker e stent.
Peraltro a seguito di questa interpellanza, l'assessorato ha confermato di avere inoltrato una richiesta di elementi di conoscenza al suddetto direttore generalePag. 116dell'azienda e il Ministero della salute si riserva di acquisire, appena possibile, quanto richiesto all'organo di vertice aziendale.
PRESIDENTE. L'onorevole Licandro ha facoltà di replicare.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, dichiaro la mia parziale soddisfazione. Apprezzo la buona volontà del Governo, ma ho il timore che il Governo nazionale non abbia la reale percezione della gravità della situazione che oggi si sta determinando in Sicilia. Ritengo che abbia in qualche misura sottovalutato la portata dell'interpellanza.
Signor sottosegretario, capisco che lei sostituisce il sottosegretario competente, ma basterebbe leggere le relazioni della Corte dei conti che definiscono - le ultime in maniera univoca - la sanità regionale come terreno di scorribanda della politica, di sprechi, di inefficienze, di clientelismo, lottizzazioni selvagge che non hanno nulla a che vedere con il merito e, semmai, con talune, precise e ben individuate segreterie politiche.
Anche per tale ragione, il gruppo dei Comunisti Italiani cui appartengo ha avanzato una proposta di legge che, nel quadro della riduzione degli sprechi e dei cosiddetti tagli alla politica, modifica la disciplina di nomina dei manager delle aziende sanitarie, per sottrarli alla famelica lottizzazione di alcune forze politiche.
In Sicilia - il Governo dovrebbe averne la piena consapevolezza - si sta recando un colpo mortale alla sanità pubblica. Cito un dato: sono oltre mille le convenzioni con strutture private in Sicilia, stipulate dal Governo regionale di centrodestra a fronte delle semplici ottanta della regione Lombardia. Si capisce bene il tipo di rapporto. Non voglio soffermarmi oltre su un dato che la cronaca giudiziaria consegna a tutti noi, all'opinione pubblica, circa alcune di queste strutture legate strettamente e organicamente a esponenti di spicco della criminalità organizzata.
Occorre dunque un'attenzione seria, rigorosa e determinata da parte del Governo. È in gioco un diritto essenziale, fondamentale del cittadino, lo ripeto, il diritto alla salute.
Gli elementi che il Governo ha assunto attraverso l'assessorato regionale ovviamente non rispondono a verità. Infatti, ho portato con me queste circolari ed è singolare che un cittadino o un parlamentare ne possa facilmente venire in possesso mentre l'assessorato regionale, dietro la sollecitazione del Governo, non ne abbia conoscenza.
Una circolare, per esempio, afferma che, per ciascuna unità operativa, è prevista una sola seduta antimeridiana per interventi chirurgici. Un'altra è una circolare pubblica (consultabile sul sito del policlinico dell'azienda) ed in essa è scritto che i prelievi giornalieri, che fino a qualche settimana fa erano in media ottanta, si riducono a quindici. In un'altra circolare, dell'8 maggio 2007, il direttore sanitario autorizza soltanto alcuni interventi che appaiono economicamente compatibili: una frase gelida e al tempo stesso feroce, che mette profondamente in discussione il rispetto concreto del diritto alla salute.
Sono fatti concreti che noi stiamo denunciando, signor sottosegretario, e mi auguro che lei riferisca con puntualità al Governo e al Ministro competente.
Vi sono ricadute formidabili anche sul piano universitario; lei giustamente ha ricordato che, da quel piano di contenimento e di riqualificazione, vengono tenute fuori le strutture universitarie e i policlinici. La struttura di cui stiamo parlando è esattamente una di queste, tuttavia è profondamente colpita da un piano di contenimento che dev'essere fatto, praticato e realizzato, ma non a scapito dei livelli dell'assistenza sanitaria.
Vi sono ricadute formidabili anche sul piano universitario, alla luce dell'impossibilità di mantenere i parametri di legge, e dunque soppressione e ridimensionamento dei corsi di laurea, delle professioni sanitarie e dei corsi specializzazione, e ancora in generale una riduzione dell'offerta formativa. Tuttavia, a fronte di questo vulnus formidabile, restano intatte appunto quellePag. 117sacche di parassitismo, gli sprechi, le inefficienze e le strutture sanitarie inutili: insomma, è un disastro!
Io ho effettuato una visita, un'ispezione, proprio venerdì scorso. Ho appreso di pazienti con patologie gravissime, in condizioni molto critiche, rispetto ai quali si invocava, appunto, la compatibilità economica. Ho appreso di pazienti con la colonna vertebrale spezzata, in attesa degli interventi chirurgici, e di pazienti affetti da forme tumorali cerebrali, il cui intervento viene procrastinato di settimana in settimana.
Ho constatato una situazione di illegalità diffusa, nel senso della violazione di qualunque norma e regola, da quelle relative alla sicurezza sul posto di lavoro (le compatibilità e le strutture) allo sfruttamento del personale, alla qualità pessima dei servizi.
Noi non ci fermeremo perché tutto ciò è evidente agli occhi degli stessi cittadini, dei siciliani perché - lo ripeto - è un diritto fondamentale della persona ad essere stato messo in discussione e quello dell'assistenza sanitaria è un servizio che viene pagato dai siciliani una, due volte e poi concretamente negato.
Noi continueremo, aspetteremo che il Governo assuma altre informazioni, ma continueremo ad incalzarlo perché il Governo nazionale ha il dovere istituzionale, di legge e anche morale, di vigilare sul mantenimento dei livelli essenziali - come ha detto lei - dell'assistenza sanitaria.
Anche per questa ragione porteremo all'attenzione dell'altro ramo del Parlamento, al Senato, questi problemi, questa emergenza perché ne sia investita sino in fondo la Commissione di inchiesta.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.