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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Espulsioni disposte sulla base del decreto Pisanu recante misure per il contrasto del terrorismo internazionale - n. 3-00771)
PRESIDENTE. La deputata De Zulueta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00771 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, con questa interrogazione, noi chiediamo informazioni sull'attuazione della normativa di cui al cosiddetto decreto Pisanu, data, per l'appunto, l'eccezionalità di quella disciplina, che è provvisoria. Consideriamo sia molto importante che il Parlamento ed il paese siano portati a conoscenza degli effetti che essa dispiega e dell'impatto dei provvedimenti di espulsione sui diritti fondamentali delle persone che ne sono state fatte oggetto.
I giornali hanno riportato i casi di Abou El Kassim Britel e anche di Cherif Foued Ben Fotouri, cittadini rispettivamente marocchino e tunisino, tutti e due incensurati ed entrambi espulsi e, di conseguenza, incarcerati nel proprio paese senza che siano stati fatti oggetto di denunce penali.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, il tema sollevato dalla collega De Zulueta è di particolare delicatezza. La norma che il Parlamento approvò, unanime, nell'estate del 2005, poi divenuta legge 31 luglio 2005, n. 155, è una norma che consente l'espulsione di persone a carico delle quale non vi sono Pag. 70prove di un commesso reato - questo è pacifico - ma vi è il sospetto, argomentato e motivato con indizi, che la loro presenza in Italia possa concorrere allo svolgimento di attività terroristiche. Constatare che questa norma si applica in assenza di presupposti di reato significa constatare un'ovvietà che era sotto gli occhi del Parlamento quando unanime l'approvò.
La norma è collegata alla possibilità che persone che intrattengano determinati rapporti e che facciano parte di determinati ambienti possano essere corresponsabili, non ieri ma domani, di attività terroristiche.
Sono il primo, per il 'mestiere' che mi è proprio e per ciò che ho scritto nel fare quel «mestiere», a rendermi conto della delicatezza di una norma del genere e del fatto che la lotta contro il terrorismo ci porta in un'area molto molto difficile per quanto attiene alla garanzia dei diritti umani.
Posso però esprimere due considerazioni. Ogni volta, e non sono molte, che firmo un decreto di espulsione sulla base di quell'articolo 3, ho un'istruttoria di elementi che portano a concludere che il rischio sussiste. Ma so che tali elementi portano a concludere che il rischio sussiste, non che un fatto è stato commesso: come mi devo comportare, a quel punto? Alle mie spalle vi è una vicenda che il Parlamento deve sempre ricordare: nel marzo del 2006, ci arrivarono - era in carica un altro Governo, ma parlo dell'Italia - ebbene, arrivarono notizie dal Marocco secondo le quali sarebbe stato possibile, anzi concretamente possibile, che si stesse organizzando un attentato a San Petronio, a Bologna, e un altro attentato alla metropolitana di Milano. Vennero date indicazioni su gruppi che stavano probabilmente lavorando a tal fine.
Il ministro dell'interno mio predecessore provvide a sette espulsione, cinque poterono essere eseguite. Gli attentati non ebbero luogo. Io non so, e non lo sa neppure il mio predecessore, se furono quelle espulsioni ad evitare quegli attentati, ma quando firmò quel decreto il pensiero che l'allora ministro aveva nella testa era: se non lo faccio, può succedere un attentato di questa natura.
Conosco la disciplina giuridica interna di questa materia, so anche - e lo sa anche l'onorevole De Zulueta - che la Corte di Strasburgo ha superato i confini della nostra legislazione interna e sospende i decreti di espulsione quando, nel paese verso il quale si rimanda l'espulso, non sono garantiti i suoi diritti umani.
PRESIDENTE. Signor ministro, deve concludere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Infatti - ed è l'ultima argomentazione che svolgo, Presidente -, dei trenta provvedimenti di espulsione a firma del ministro dall'entrata in vigore della legge cinque, relativi a cittadini tunisini, non sono stati eseguiti per sopravvenuta sospensione da parte della Corte di Strasburgo, la quale è entrata quindi, con la tutela dei diritti, anche in questa materia.
PRESIDENTE. Grazie. La deputata De Zulueta ha facoltà di replicare.
TANA DE ZULUETA. Signor ministro, le cifre sono importanti, ma spetta anche a noi, in qualità di firmatari della Convenzione, tutelare i diritti delle persone.
A tale proposito vorrei leggere una citazione dell'Alto commissario per i diritti umani, Gil-Robles, resa dopo una sua visita in Italia nel 2005. L'Alto commissario afferma: «Poco dopo la mia visita, l'Italia ha adottato una legge relativa alla lotta al terrorismo. L'articolo 3 consente ad un prefetto e non più ad un giudice di disporre l'espulsione di uno straniero per prevenzione di terrorismo. Secondo le informazioni fornite dalle autorità italiane, queste espulsioni non possono essere effettuate qualora esistesse un rischio di persecuzione per lo straniero. A mio avviso è indispensabile che l'esame di tali rischi sia debitamente realizzato da un'autorità giudiziaria. Il ricorso giudiziario a posteriori, senza effetti sospensivi, non può essere garanzia Pag. 71sufficiente. In materia di terrorismo è fondamentale che il sistema da privilegiare sia il perseguimento penale e non il rinvio verso un altro paese. D'altro canto, è indispensabile in tali casi che vengano debitamente analizzati da parte di un'autorità giudiziaria i rischi che la persona subisca atti di tortura». Le ho citato un caso dove questo rischio sembra essersi manifestato quest'anno, signor ministro.
Ancora, l'Alto commissario continua: «Come ho spesso ripetuto, la lotta al terrorismo non deve avvenire a scapito di principi quali la democrazia e il rispetto dei diritti. Invito pertanto le autorità italiane a rivedere rapidamente questo decreto, per garantire che i diritti sanciti nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo siano pienamente rispettati».
Signor ministro, io condivido queste parole; infatti i Verdi espressero un voto contrario sull'articolo 3 (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30 con il seguito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge costituzionale riguardante la lingua italiana.
La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,35.