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Seguito della discussione della proposta di legge Realacci: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse (A.C. 17); e delle abbinate proposte di legge Boato; Paolo Russo; Foti ed altri; Pezzella ed altri (A.C. 39-51-397-472) (ore 9,14).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 17 ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 17 ed abbinate sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCO STRADELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.50 e si rimette all'Assemblea sugli emendamenti La Loggia 2.20 e 2.21.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento La Loggia 2.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. In verità, avevo chiesto la parola per dichiarazione di voto anche sull'articolo 1 ed è chiaro che riprenderò in questa fase alcune considerazioni che volevo fare nel merito delle questioni che prima avevo annunciato. Prima qualcuno sosteneva che non ci può essere una gestione ideologica del rifiuto, ed è vero, ma non si possono neanche accettare campagne di denigrazione, che sono fuori luogo e che tendono, invece, ideologicamente a difendere i veri responsabili, le cui colpe sono consolidate da molto tempo. Non a caso, in Campania il ciclo dei rifiuti prevede una fase iniziale della raccolta differenziata.
Come è stata gestita quest'ultima in questi anni, onorevole Bandoli? Assumendo 4 mila lavoratori socialmente utili, che, come hanno evidenziato le inchieste giudiziarie, non vengono utilizzati, mentre il servizio di raccolta differenziata viene affidato dai consorzi di bacino, tutti gestiti dalla regione, a ditte che non operano in tal senso, per cui si paga due volte per una raccolta differenziata che in Campania non produce un livello di soddisfazione vicino a quello richiamato dalla normativa nazionale.
Il collega Realacci citava alcuni comuni del salernitano che hanno superato il 50 per cento di raccolta differenziata: tra questi in testa vi è il comune di Mercato San Severino, gestito da oltre 10 anni da una giunta di centrodestra. Questo per testimoniare che è vero che non si deve fare una gestione ideologica del rifiuto, ma è anche vero che non si possono continuare ad ascoltare idiozie quando qualcuno vuole in tutti i modi sottolineare responsabilità che non si hanno per coprire le vere responsabilità, che in Campania sono tutte del centrosinistra. Nel momento in cui non vi è più alcuna «foglia di fico», vogliamo rilevare che la responsabilità è a Roma e non a Napoli. Nel momento in cui siete anche al Governo della nazione, vorremmo che, con un atteggiamento coerente e corretto, indicastePag. 11cosa volete fare in Campania nei confronti del problema della gestione dei rifiuti.
Ci auguriamo che anche questa Commissione operi per fare chiarezza, in modo da giungere finalmente alla costruzione dei termovalorizzatori, come quello di Acerra, rispetto al quale, quando eravamo al Governo, ci siamo impegnati a seguire una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale. Sono previsti una serie di interventi, che, a quanto sembra, la regione Campania, oggi che al Governo della nazione siede il centrosinistra, vorrebbe che non fossero attuati.
Poichè la collega Bandoli mostra insofferenza, vorrei che contestasse quanto ho detto finora, perché la verità, quando viene supportata da elementi concreti come quelli che stiamo denunciando da anni circa le responsabilità della gestione dei rifiuti in Campania, non è bene accetta da chi fa solo propaganda.
Quanto al merito dell'emendamento proposto, riteniamo che il presidente della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti debba essere un presidente di grande garanzia; condividiamo pertanto che venga eletto dai due terzi dei componenti della Commissione e per questo siamo favorevoli all'emendamento La Loggia 2.20.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario del gruppo dei Verdi sia sull'emendamento La Loggia 2. 20 sia sul successivo La Loggia 2. 21 ed il voto favorevole sull'emendamento 2. 50 proposto dalla Commissione. In questo modo, avendo approvato ieri la legge istitutiva della Commissione antimafia, devo dire con soddisfazione, all'unanimità - cosa che mi auguro accada anche per l'istituzione di questa Commissione -, con un'ipotesi esplicita di elezione del presidente a maggioranza assoluta dei componenti, logica istituzionale vuole che, analogamente, si adotti lo stesso schema, come del resto opportunamente la Commissione ha fatto, per quanto riguarda la Commissione sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Se posso permettermi, con grande rispetto vorrei suggerire al collega La Loggia di ritirare almeno l'emendamento 2.20, perché, anche se lungi dalla sua volontà, vi potrebbe essere un'eterogenesi dei fini. Invece che garantire l'autorevolezza della Commissione, potrebbe bloccarne il funzionamento, perché tale emendamento stabilisce che il presidente venga eletto con la maggioranza dei due terzi dei componenti la Commissione: se non si raggiungesse questo quorum la Commissione non avrebbe mai il suo presidente e non potrebbe funzionare. Sono certo che il collega La Loggia non voglia perseguire questo risultato, ma il suo emendamento ha esattamente questa portata di potenziale paralisi istituzionale.
Il suo secondo emendamento riporta un'ipotesi accuratamente valutata ieri dalla Commissione, ma poi respinta a larga maggioranza dall'Assemblea.
Io suggerirei, visto che nella Commissione il relatore ha la rappresentanza politica della stessa ma anche di una forza politica, di ritirare questo secondo emendamento. Il primo, nell'ipotesi astratta che fosse approvato, potrebbe mettere la Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti nelle condizioni di non funzionare e di non entrare mai nella sua ordinaria attività.
Quindi, ribadisco il voto contrario sugli emendamenti La Loggia 2.20 e 2.21 e favorevole sull'emendamento 2.50 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli.
EDMONDO CIRIELLI. Innanzitutto, signor Presidente, la pregherei di consentire un dibattito aperto su tale questione: io avevo chiesto la parola per dichiarazione di voto sull'articolo 1, che meritava, visto che istituisce la Commissione in oggetto, una discussione più ampia in ogni caso, è andata in questo modo.Pag. 12
Volevo segnalare ai colleghi, proprio traendo spunto dai due emendamenti che prevedono una maggioranza ultraqualificata per l'elezione del presidente, che il dibattito di questa mattina dimostra quanto sia importante la Commissione che si vuole istituire. Voglio dire alla collega Bandoli - che ho sempre apprezzato, quando faceva parte della minoranza, per la sua onestà intellettuale - che non bisogna dire delle bugie. Infatti, dal 1994 al 1996, è vero che Rastrelli ha realizzato solo il piano di smaltimento dei rifiuti, ma allora c'erano le discariche e quindi neanche un sacchetto di spazzatura è stato portato fuori dalla Campania. Lo sperpero è iniziato con Losco e si è perpetrato con Bassolino. Queste non sono parole del centrodestra, ma della relazione della Commissione, che è stata approvata all'unanimità.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Cirielli.
EDMONDO CIRIELLI. Quindi, cerchiamo di non fare politica nel senso becero della parola, ma piuttosto di dire la verità. Inoltre, mi sembra politicamente miserevole che si rivendichino responsabilità a carico di chi ha governato dieci anni fa: che cosa avete governato a fare per dieci anni la Campania, se dovete dire che è colpa di chi ha governato dieci anni fa? Un po' dignità, colleghi!
ENRICO LA LOGGIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, sarò veramente breve.
L'intenzione che è alla base della presentazione dei miei emendamenti 2.20 e 2.21 risiede nella stessa logica che ieri abbiamo tentato di spiegare senza successo, con riferimento all'istituzione della Commissione antimafia; vale a dire che, dinanzi a determinati argomenti, una divisione netta tra maggioranza e opposizione è quanto meno di dubbia opportunità. Ieri non siamo riusciti a far comprendere questo - non ci siamo spiegati bene -, ma siamo rimasti anche molto delusi dalle osservazioni che sono venute da diversi esponenti della maggioranza. Oggi riproponiamo sulla stessa impostazione, per l'appunto, questo tipo di soluzione.
È evidente che il mio emendamento 2.20 è soltanto l'affermazione del principio, e sono senz'altro disponibile, come peraltro richiesto dal collega Boato, a ritirarlo, purché venga preso in considerazione - ci auguriamo favorevolmente - il mio emendamento 2.21, anche perché nella formulazione originaria della proposta di legge non era indicato alcun tipo di soluzione con riferimento alle modalità di elezione del presidente e dell'ufficio di presidenza. È vero che ora la Commissione propone di eleggere il presidente a maggioranza e, se nessuno ottiene tale risultato, che si vada al ballottaggio. Tuttavia, si potrebbe, secondo me senza difficoltà incorporare il mio emendamento 2.21 nell'emendamento 2.50 della Commissione, nel senso che il presidente è eletto a maggioranza dei due terzi dei componenti la Commissione, ma se nessuno ottiene tale maggioranza, neanche nella seconda votazione, si procede ad una terza votazione così da eleggere chi ha riportato la maggioranza assoluta dei voti, come recita il mio emendamento 2.21.
A questo punto, si può benissimo aggiungere che, se neanche con questa procedura si ottiene un risultato, si procede al ballottaggio. Nella sostanza, si può aggiungere la parte finale dell'emendamento 2.50 proposto dalla Commissione alla fine del mio emendamento 2.21, con il coordinamento formale necessario.
Laddove i colleghi Boato, Realacci e gli altri, nonchè il relatore fossero d'accordo, credo che otterremmo due risultati: anzitutto si darebbe il segnale di un primo tentativo - almeno un tentativo - di eleggere un presidente frutto di una amplissima maggioranza; in secondo luogo, nel giro di pochi minuti, si arriverebbe adPag. 13una soluzione positiva, perché il presidente verrebbe eletto a maggioranza oppure si andrebbe al ballottaggio.
Se su questa soluzione convenissero anche gli esponenti della maggioranza, credo che avremmo un buon risultato (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Prendo atto, pertanto, che l'emendamento La Loggia 2.20 è stato ritirato dal presentatore.
Per quel che riguarda la modifica dell'emendamento La Loggia 2.21, si tratta di un'ipotesi che può essere formulata solo dal relatore. Onorevole Stradella, concorda su questa ipotesi?
FRANCO STRADELLA, Relatore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. In tal caso, se il relatore è favorevole e fa propria l'ipotesi così «suggestivamente» formulata dall'onorevole La Loggia, è necessaria una riunione del Comitato dei nove.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, volevo suggerire proprio questo. Ovviamente, il relatore non può decidere da solo. Il Comitato dei nove ha espresso il proprio parere ed ha formulato un proprio emendamento.
Ringrazio il collega La Loggia per aver ritirato il primo dei suoi emendamenti, il che costituisce un atto di dialogo parlamentare, ma l'ipotesi di modifica del parere, mentre al Senato deve essere valutata dal relatore, alla Camera è oggetto di valutazione da parte del Comitato dei nove. Quindi, suggerisco di mantenere il parere che il relatore ha espresso a nome del Comitato dei nove; laddove intendesse cambiarlo, bisognerebbe sospendere la seduta per riunire il Comitato dei nove.
Però, insisto nel suggerire di mantenere la linea che correttamente il relatore e la Commissione hanno tenuto fin qui.
PRESIDENTE. Onorevole Stradella, intende chiedere una breve sospensione della seduta?
FRANCO STRADELLA, Relatore. Sì, signor Presidente, chiedo che la seduta venga sospesa per cinque minuti.
PRESIDENTE. Sospendo pertanto la seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi.
La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 10,35.
PRESIDENTE. Invito il relatore a riferire all'Assemblea in merito agli esiti della riunione del Comitato dei nove.
FRANCO STRADELLA, Relatore. Signor Presidente, il Comitato dei nove non ritiene opportuno modificare la formulazione dell'emendamento 2.50 e, quindi, conferma di volersi rimettere all'Assemblea sul testo presentato inizialmente dall'onorevole la Loggia.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stradella. La Presidenza ne prende atto.
FULVIA BANDOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole La Loggia, non solo per aver ritirato il suo emendamento 2.20, ma anche per avere, con la sua proposta, sollevato un problema che noi, pur non potendo accettare quanto egli propone in questa sede, riteniamo sussista. L'onorevole La Loggia ritiene che le Commissioni di garanzia dovrebbero avere un sistema di elezione del proprio presidente maggiormente correlato alla possibilità di intese e di larghe maggioranze. In linea di principio, condivido tale intendimento. Non sono d'accordo nel creare un precedente iniziando dalla Commissione che stiamo per istituire o - come avrebbe potuto accadere ieri - dalla Commissione antimafia.Pag. 14
Penso che il problema che l'onorevole La Loggia ha sollevato debba essere messo all'ordine del giorno di una discussione politica e parlamentare e, successivamente, tutte le Commissioni di garanzia potrebbero avere un identico procedimento di elezione del proprio presidente. Con questa posizione, chiedo pertanto all'onorevole La Loggia di accettare le conclusioni del Comitato dei nove e della Commissione, pur - ripeto - apprezzando l'intenzione che lo ha mosso ad avanzare tale proposta.
ENRICO LA LOGGIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, prendo atto della decisione assunta dal Comitato dei nove. Mi rendo conto che lo spirito della mia proposta è tenuto in considerazione positiva ed è stato apprezzato dalla maggioranza, e ringrazio l'onorevole Bandoli per averlo voluto esplicitare. Mi rendo anche conto della impossibilità di procedere ad un'innovazione di tale portata in questa circostanza e, dunque, ritiro anche il mio emendamento 2.21 (Applausi).
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole La Loggia.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 2.50 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 381
Votanti 379
Astenuti 2
Maggioranza 190
Hanno votato sì 377
Hanno votato no 2).
Prendo atto che gli onorevoli Volontè, Iacomino e Ricevuto non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 374
Maggioranza 188
Hanno votato sì 372
Hanno votato no 2).
Prendo atto che l'onorevole Ricevuto non è riuscito a votare.