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Seguito della discussione della proposta di legge Realacci: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse (A.C. 17); e delle abbinate proposte di legge Boato; Paolo Russo; Foti ed altri; Pezzella ed altri (A.C. 39-51-397-472) (ore 9,14).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 17 ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.Pag. 17
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. A nome del gruppo dell'Italia dei Valori, esprimo il voto favorevole sul provvedimento in esame, in quanto il nostro gruppo ritiene indispensabile l'istituzione di questa Commissione bicamerale.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Giuditta, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Constato, altresì, l'assenza dell'onorevole De Angelis, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Il gruppo della Rosa nel Pugno attribuisce estrema importanza all'istituzione di questa Commissione, così come all'istituzione della Commissione antimafia, che si è votata ieri.
I colleghi, sia dell'opposizione sia della maggioranza, che questa mattina hanno discusso sulle proposte emendative sottoposte alla nostra attenzione, mi consentiranno di ricordare che noi oggi siamo chiamati a votare l'istituzione della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e non a discutre, come se fossimo in un consiglio regionale, il piano regionale dei rifiuti né tanto meno le responsabilità di una giunta o di un consiglio regionale.
Noi crediamo che i problemi vi siano e che la questione dei rifiuti debba essere messa al primo posto nella graduatoria dei problemi che esistono nel nostro paese.
Ciò anche perché siamo profondamente convinti che la questione ambientale e dello sviluppo ecocompatibile debba essere considerata un punto di forza nella più ampia discussione che andremo ad affrontare nei prossimi giorni e mesi.
Cari colleghi, oggi si sta determinando nel nostro paese - ma anche nell'intero pianeta - una situazione in cui si accentua sempre di più la cosiddetta densità urbana, cioè, vi sono sempre più persone nei grandi centri, nelle metropoli, nelle città medio-grandi, e si registra sempre di più uno spopolamento riguardante le zone rurali e anche le cosiddette realtà periferiche e marginali.
Ciò pone un problema in termini di rifiuti, così come pone il problema di una discussione seria, importante, che i sociologi hanno definito in questi anni. Mi riferisco alla concentrazione della disoccupazione urbana, una questione che indebolisce un segmento importante della nostra società, creando quei fenomeni malavitosi che poi determinano le difficoltà che abbiamo incontrato e stiamo tuttora incontrando.
Tutto ciò deve portarci a riflettere su cosa significhi costituire una Commissione speciale per i rifiuti e sull'eventualità di cambiare alcune norme approvate dal precedente Parlamento.
Nella scorsa legislatura, la Commissione speciale per i rifiuti ha lavorato bene, ha determinato alcune scelte, ha identificato alcune difficoltà esistenti all'interno del nostro paese. Quindi, ritengo che tale Commissione debba continuare nella sua opera, che va nella direzione di scoprire le situazioni difficili e gli interessi criminali che in questo comparto vi sono. Basti pensare al volume di affari che i rifiuti producono: circa 23-24 miliardi di euro l'anno. Basti pensare a quali e quante aziende sono coinvolte in una simile situazione di illiceità, determinando una continua infiltrazione mafiosa all'interno del ciclo dei rifiuti. Basti infine pensare ai processi e alle indagini in corso per capire il grado di necessità e l'impellenza di istituire questa Commissione affinché, rapidamente, cominci a lavorare.
Nella scorsa legislatura abbiamo lavorato bene, la Commissione ha lavorato bene, e oggi la stiamo ricostituendo, ampliando, per certi aspetti, i poteri che le erano già propri nella scorsa legislatura, perché il problema dei rifiuti è veramente serio.
È chiaro che poi dovremo affrontare, nella Commissione di merito, una discussione sul rifiuto in quanto tale, definendo una gestione seria dei rifiuti e decidendoPag. 18quale ciclo determinare per lo smaltimento degli stessi. Dobbiamo capire come agire dalla nascita alla morte del rifiuto, affinché si possa arrivare sempre di più ad una raccolta differenziata, facendo in modo che il quantitativo attuale venga fortemente ridotto.
Vi sono motivi importanti, seri che inducono, innanzitutto, il Parlamento a riproporre con determinazione e forza la necessità di istituire la Commissione bicamerale speciale per i rifiuti. La Rosa nel Pugno è d'accordo sulla sua istituzione, per cui voteremo a favore, convinti come siamo che occorra eliminare all'interno di questo processo le infiltrazioni mafiose e camorristiche per dare più dignità e certezza ai cittadini del nostro paese.
Abbiamo la necessità, inoltre, di confrontarci anche con gli enti locali, facendo in modo che essi possano controllare i servizi connessi al ciclo dei rifiuti. È necessario predisporre, in buona sostanza, un'impalcatura complessiva capace di mettere la Commissione d'inchiesta nelle condizioni idonee per affrontare con determinazione i problemi che ci troviamo di fronte.
Ribadisco pertanto, in conclusione, che il gruppo della Rosa nel Pugno voterà a favore della istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo de La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Con molte scuse per la «postergazione», do ora la parola per dichiarazione di voto all'onorevole De Angelis. Ne ha facoltà.
GIACOMO DE ANGELIS. Signor Presidente, credo che, a differenza di alcuni interventi svolti questa mattina, la discussione sulle linee generali che ha avuto luogo in Assemblea alcuni giorni fa abbia evidenziato, invece, una forte sensibilità in ordine alla tematica in oggetto, nonché un orientamento comune sia dell'opposizione, sia della maggioranza nell'affrontare tale questione.
I vari interventi svolti, infatti, hanno messo in evidenza la necessità di accelerare la istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, nonché l'urgenza con cui la stessa Commissione dovrebbe iniziare la propria attività, poiché non passa giorno che l'opinione pubblica non venga a conoscenza di gravi illeciti commessi in ambito ambientale. Ciò grazie, soprattutto - dobbiamo riconoscerlo -, al lavoro costante e metodico svolto dagli organi giudiziari.
A tale Commissione spetterà di compiere un lavoro impegnativo, seguendo il solco già tracciato da quella precedente. Dalle relazioni prodotte, infatti, emerge un quadro molto preoccupante in un settore così delicato, che investe anche la salute delle persone, dal momento che vi è troppa gente spregiudicata che si arricchisce distruggendo ed inquinando vasti settori e mettendo altresì a rischio la salute dei nostri cittadini.
Riteniamo che tutto ciò - e credo si tratti di una convinzione comune - non sia più tollerabile. Il lavoro che questa Commissione di inchiesta è chiamata a svolgere dovrà scavare ulteriormente nelle gravi cause della disfunzione dell'intero ciclo dei rifiuti, individuando responsabilità, denunciando collusioni e proponendo soluzioni efficaci.
Penso che la Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse sia chiamata ad approfondire alcune questioni dirimenti, emerse con forza in questi ultimi anni e sulle quali urge una riflessione definitiva. Infatti, riteniamo, in sintesi, che la mancata chiarezza normativa in tale settore favorisca, troppo spesso, operatori senza scrupoli, i quali, approfittando di regole non chiare, continuano ad inquinare il nostro paese; è altresì urgente rivolgere una maggiore attenzione verso i reati ambientali, assumendo l'impegno di adottare disposizioni che configurino tali crimini come veri e propri delitti ambientali.
Un ulteriore approfondimento merita, a nostro avviso (come è stato precedentemente ricordato anche da qualche collega dell'opposizione), la funzionalità dei commissari straordinari in materia di emergenza rifiuti, nonché i benefici apportatiPag. 19alle istituzioni in diverse regioni, anche meridionali. Lo stesso lavoro svolto dalla precedente Commissione di inchiesta, che ho esaminato, ha evidenziato, infatti, notevoli responsabilità nella gestione delle fasi di emergenza; soprattutto, non è concepibile, secondo noi, una straordinarietà che dura da anni.
In Campania, infatti, siamo ormai giunti al tredicesimo anno di commissariamento straordinario e, in verità, abbiamo assistito a progressi di scarso rilievo in tale settore; anzi, possiamo affermare che si passa da un'emergenza ad un'altra, con uno spreco enorme di risorse pubbliche!
Tuttavia, il dato più negativo che tale gestione evidenzia, secondo il nostro punto di vista (come abbiamo già affermato, anche in altre circostanze), è che ciò legittima la deresponsabilizzazione degli enti locali e delle comunità territoriali: la straordinarietà, in questo caso, diventa «ordinarietà».
Tutto ciò non è più possibile, secondo noi, non è più tollerabile, poiché gli enti locali devono assumersi le proprie responsabilità in materia di controllo del territorio e, insieme alle popolazioni locali - cosa che non avviene -, individuare soluzioni più idonee.
Infine, la questione delle bonifiche dei siti inquinati: crediamo che il fatto di averli individuati con il lavoro già svolto in questi anni, di averli censiti, di averne accertato la gravità e di aver anche formalizzato il nuovo piano nazionale di bonifica non sia più sufficiente. Bisogna essere operativi, poiché più tempo passa più le situazioni, già di per sé gravi, rischiano di aggravarsi ulteriormente, e tutto ciò, come sappiamo, determina nuovi rischi per la salute pubblica.
In conclusione, Presidente, come già emerso dalla discussione sulle linee generali, ritengo che questa Assemblea, nel momento in cui istituisce la Commissione in oggetto, debba sancire un impegno vincolante sia per il Parlamento sia per il Governo: il lavoro che la Commissione svolgerà, le proposte normative che avanzerà dovranno trovare uno sbocco naturale in questa Assemblea. Infatti, la questione ambientale in tutte le sue forme, l'aumento costante di veri e propri delitti contro l'ambiente, il territorio e le sue risorse naturali, soprattutto il diffondersi di una pratica illegale nello smaltimento di ogni genere di rifiuto ed, infine, la penetrazione sistematica della malavita organizzata nell'intero ciclo di smaltimento impongono, secondo noi, al Parlamento - è quello che emerge anche dalla lettura della relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta della precedente legislatura - di votare e di introdurre norme chiare e severe contro ogni tipo di reato ambientale.
Per tutte queste considerazioni, nella consapevolezza dell'importanza di questa scelta, dichiaro a nome del gruppo dei Comunisti italiani il voto favorevole sulla proposta di legge relativa all'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Adolfo. Ne ha facoltà.
VITTORIO ADOLFO. Signor Presidente, desidero esprimere il voto favorevole dell'UDC su questa proposta di legge, che riteniamo sia migliorativa rispetto alle precedenti e metta in evidenza i compiti affidati alla Commissione in questione. Riteniamo anche che il testo sia migliorativo in termini di garanzia dei soggetti terzi, così come puntuale è la definizione di un impegno di spesa, che giustamente è stato proposto.
È chiaro che la Commissione è chiamata a dare risposte ai gravi problemi che esistono nel settore e sul territorio nazionale. Ci auguriamo che questo avvenga con forte puntualità e che sia il Parlamento sia il Governo prendano in esame quello che sarà il frutto del lavoro della istituenda Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cacciari. Ne ha facoltà.
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PAOLO CACCIARI. Signor Presidente, colleghi e colleghe, credo che sia molto importante aver raggiunto, anche questa volta, l'unanimità dei consensi in Assemblea sulla proposta di legge istitutiva della Commissione sul ciclo dei rifiuti, però non dobbiamo dimenticare che questa è la terza riedizione di tale Commissione e che sarebbe utile anche discutere dei risultati che emergono dalle relazioni conclusive delle Commissioni precedenti.
Temo invece che siano poco conosciuti i lavori, le inchieste, le indagini, i sopralluoghi e le audizioni svolte dalle Commissioni di inchiesta.
Credo che non vi sia un sufficiente recepimento da parte dell'Assemblea delle indicazioni e dei suggerimenti che le Commissioni di inchiesta forniscono: se non fosse così, dovremmo giudicare negativi i lavori svolti fino ad ora. Ciò perché i reati in campo ambientale e le infrazioni in cui il nostro paese continua ad incorrere da parte dell'Unione europea per inadempienze e per gravi lacune nella gestione del problema dello smaltimento dei rifiuti nel nostro paese ci dimostrano che non abbiamo fatto abbastanza.
Ho qui un comunicato di tre giorni fa del commissario europeo all'ambiente Stavros Dimas in cui si afferma: «Se non sono gestiti in condizioni di sicurezza, i rifiuti possono costituire una minaccia reale per le persone e per l'ambiente. Mi auguro che l'Italia intervenga rapidamente per risolvere i problemi riscontrati». E annuncia altre tre procedure di infrazione sui rifiuti ai danni e contro il Governo e l'Italia: una è per le normative e le discariche, la seconda per la discarica di Manfredonia, e la terza, la più grave di tutte, riguarda la definizione di «rifiuto».
La Commissione europea, infatti, ha deciso di deferire l'Italia dinanzi alla Corte di giustizia europea a causa della definizione restrittiva di «rifiuto» introdotta nella normativa nazionale dal cosiddetto testo unico sui rifiuti, la legge delega n. 152 dell'inizio di quest'anno, che ha già determinato l'emanazione di alcuni decreti, in particolare il decreto ministeriale del 31 maggio con il quale si opera quello che durante la discussione generale ho definito «sistema di occultamento dei rifiuti», per cui si spacciano i rifiuti per combustibili da biomasse o per materie prime seconde. Queste pratiche in uso nel nostro paese sono regolarmente censurate, anzi regolarmente siamo chiamati, probabilmente anche con consistenti multe, a rispondere presso la Corte di giustizia europea.
Quindi, vedo in noi, cari colleghi, una sorta di schizofrenia: da una parte, svolgiamo inchieste e altro ancora per capire quanto larghe siano le maglie della nostra normativa (tant'è che attraverso queste maglie si inseriscono traffici illeciti ed ecomafie di tutti i tipi), dall'altra, non facciamo nulla per restringere quelle maglie, anzi le allarghiamo sfidando le direttive europee.
In sede di dibattito generale, la mia parte politica è già intervenuta; dunque, non devo aggiungere null'altro, se non l'augurio che questa nuova Commissione possa avere esiti più concreti e che non sia solo una Commissione di studio, ma che sia davvero capace di influenzare l'attività legislativa del nostro Governo e del nostro Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Camillo Piazza. Ne ha facoltà.
CAMILLO PIAZZA. Signor Presidente, nell'annunciare a nome dei Verdi il voto favorevole sul provvedimento in esame, che per noi riveste una grande importanza, credo sia giusto apprezzare il lavoro di sintesi svolto in Commissione dal relatore sui diversi progetti di legge, tra cui quello presentato dal nostro gruppo a firma del collega Boato.
In Italia, la situazione dei rifiuti si prospetta divisa in due: vi sono rifiuti urbani e rifiuti industriali e, inoltre, vi è una divisione tra il nord e il sud. Al nord, la raccolta differenziata raggiunge il 30Pag. 21per cento, al sud, purtroppo, il 10 per cento, anche se in alcune realtà la situazione è abbastanza significativa.
Diversa è la situazione dei rifiuti industriali, che è molto più drammatica al nord rispetto al sud. In Italia si registra, oltre ad un aumento di circa il 10 per cento all'anno del business dei rifiuti industriali, anche un aumento della produzione ogni anno (siamo arrivati a circa 25 milioni di tonnellate). Purtroppo, gli impianti presenti in Italia che effettuano uno smaltimento corretto sono meno della metà: si smaltiscono solamente dieci milioni di tonnellate di rifiuti industriali. Il resto dei rifiuti non dico che sparisce, ma trova una strada diversa, non tracciabile, in qualche modo sconosciuta.
Credo che la Commissione di inchiesta debba dare un aiuto alle pubbliche amministrazioni locali, per individuare in che modo si possono «tracciare» i rifiuti al nord e al sud. Occorre dare certezza alle imprese che smaltiscono i rifiuti in maniera corretta. Se è vero che mancano gli impianti, è anche vero che esistono gli «ecofurbi», che smaltiscono i rifiuti prodotti con pochi euro. Per queste imprese lo smaltimento rappresenta un costo, che a volte può anche mettere a rischio l'occupazione.
Pertanto, riteniamo importante dare certezze alle imprese serie, che al nord e al sud affrontano seriamente il problema dei rifiuti. Occorre dare alle pubbliche amministrazioni la certezza di avere a fianco una Commissione che le aiuti ad individuare i percorsi da intraprendere e dare loro la certezza che gli «ecofurbi», d'ora in poi, avranno qualcosa contro cui combattere.
È evidente che non è pensabile andare avanti in questo modo, con due diverse situazioni: chi smaltisce i rifiuti industriali spesso abusivamente e chi, invece, paga molto seriamente lo smaltimento corretto.
In conclusione, nell'annunciare il voto favorevole dei Verdi sul provvedimento in esame, ritengo che la Commissione avrà un compito importante: dare certezze ai comuni e alle province ed affiancare con forza le aziende pubbliche e private che vogliono veramente dare un valore aggiunto all'ambiente e conservare il territorio. Solo in questo modo possiamo dare valore aggiunto a chi smaltisce correttamente i rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nardi. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, come gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista, avevamo presentato emendamenti che, a nostro giudizio, puntualizzavano maggiormente alcuni aspetti del testo che rimanevano nebulosi o, comunque, che in qualche modo permettevano a chi ne avesse interesse di gestire il problema dei rifiuti in maniera più tranquilla e serena. L'Assemblea ha ritenuto di respingere questi emendamenti, e credo che ciò sia dovuto ad alcuni fatti di carattere normale nell'ambito del dibattito politico. Taluni emendamenti toccavano nervi scoperti, che più volte erano stati affrontati in quest'aula. Alcuni emendamenti trattavano aspetti localistici che avevano dato luogo a notevoli polemiche tra le forze politiche; altri rappresentavano una sorta di denuncia riguardante l'azione sul piano sostanziale svolta dalla Commissione precedente, che non aveva portato ad iniziative specifiche da parte del Parlamento. È ovvia, quindi, la determinazione dei colleghi. Vorrei svolgere due considerazioni rispetto alla stessa.
In primo luogo, ringrazio i colleghi che, pur appartenendo ad altre forze politiche, hanno voluto, seppure come sparuto gruppo, sostenere queste nostre proposte.
In secondo luogo, vorrei ricordare che, al momento della votazione, alcuni voti si sono modificati in corso d'opera, ritengo per indicazioni da parte dei gruppi, indicazioni che vanno rispettate e che rispettiamo appieno.
Evidentemente, le considerazioni svolte in ordine alle motivazioni che noi avevamo esposto sono state di natura diversa rispetto a quelle che noi immaginavamo dovessero essere fatte o, comunque, nonPag. 22siamo stati in grado di spiegare nel modo migliore quelle problematiche che, viceversa, dovevano essere sottolineate. Di queste problematiche mi permetto di evidenziarne solo una.
Negli interventi che mi hanno preceduto, un collega, componente del Comitato dei nove, ha ribadito un aspetto relativo al passato. La Commissione in oggetto è giunta ormai alla terza edizione, eppure, sul piano legislativo, di atti concreti in grado di mettere al riparo il nostro paese da procedimenti intrapresi in sede europea o tali da dimostrare che la lotta alla gestione dei rifiuti da parte della malavita organizzata non dico sia stata vinta, ma abbia fatto dei passi in avanti non ce ne sono stati. Negli emendamenti di cui ho dato conto vi era un passaggio che aveva proprio questa finalità. Quella cioè di chiedere alla Commissione di elaborare una proposta che mettesse in evidenza quali fossero quegli aspetti su cui vi era la necessità di un'azione legislativa da parte del Parlamento, allo scopo di richiamarlo all'agire e non solo al denunciare; a portare avanti, insomma, qualcosa fino in fondo e non a continuare a parlarne in queste aule senza poi produrre quel risultato che tutti noi auspichiamo.
Il problema dei rifiuti e della gestione degli stessi è grandissimo ed esso ci ricadrà addosso nel corso degli anni. Fra qualche anno, la gestione dei rifiuti sarà difficile sia in alcune zone «calde» della penisola sia all'interno delle nostre grandi città. Qualcosa va fatto, e va fatto con determinazione, a cominciare proprio da questa Commissione, che noi riteniamo importante e fondamentale proprio perché ha la possibilità, rispetto ad altri organismi dello Stato, di svolgere indagini conoscitive e valutazioni più approfondite - almeno questo è l'auspicio -, in maniera tale che i fenomeni che conosciamo, perché ne abbiamo sentito parlare o perché qualcuno di noi li ha vissuti sulla propria pelle, possano essere combattuti con la dovuta determinazione e continuità.
Indubbiamente, la Commissione d'inchiesta è un passo importante, ma noi lo consideriamo soltanto un primo passo. Un passo che deve dare una risposta definitiva a questa problematica, perché non vorremmo che la Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti diventasse come quella antimafia, di cui ormai siamo giunti alla decima edizione. Il Parlamento ha l'obbligo, il dovere e, a mio avviso, la necessità di affrontare queste tematiche in maniera risolutiva e non soltanto in modo discorsivo.
Rimane comunque la volontà politica, immagino di tutti noi, più volte espressa dai colleghi che mi hanno preceduto, di dar corso ad un'azione convinta e determinata. L'istituzione della Commissione in questione è un'azione importante. Ed è per questo motivo che noi del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista voteremo a favore del provvedimento in esame, che ne prevede l'istituzione. Il fatto che i nostri emendamenti non siano stati accolti non significa assolutamente nulla rispetto alla finalità principale che noi tutti ci prefiggiamo e che riteniamo prioritaria: il Parlamento deve agire e deve portare a casa dei risultati. Ci auguriamo che questo costituisca un primo passo nella direzione giusta (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quello del ciclo dei rifiuti e delle attività illecite ad esso connesse è un tema troppo serio per liquidarlo semplicemente con demagogia politica o con polemiche tra maggioranza ed opposizione. A me dispiace se questa mattina il mio intervento può aver suscitato questo tipo di lettura. Chi mi conosce sa che sono abituato a confrontarmi sui problemi, anche a prescindere dalla posizione politica di maggioranza o di opposizione.
Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale sul provvedimento in esame, desidero, però, segnalare alcune valutazioni che ritengo sianoPag. 23importanti per tutto il Parlamento e, in maniera particolare, per le forze del centrosinistra che oggi governano la nazione, quasi tutte le regioni, quasi tutte le province e i comuni, soprattutto nel sud del paese.
Ovviamente, non mi voglio dilungare sulla questione complessiva dei rifiuti, su quanto questi ultimi possano costituire una grande opportunità di sviluppo e di riduzione dei costi energetici e di produzione per i territori che sanno utilizzare al meglio la gestione del ciclo dei rifiuti. Inoltre, ciò non deve costituire un'occasione per arricchire alcune regioni a scapito di altre, approfittando dell'arretratezza nell'organizzazione della gestione del ciclo per procedere, in alcune regioni del centro Italia, alla termovalorizzazione a spese di molte regioni meridionali.
Si tratta di un problema che occorre affrontare con responsabilità e, in tal senso, la Commissione ha un ruolo importante che, tuttavia, non deve restare chiuso in queste aule, ma deve produrre i suoi effetti anche all'esterno. È importante ricordare che spesso la Commissione svolge il proprio lavoro all'unanimità e, in tal senso, mi auguro si possa addivenire alla definizione di una nuova modalità di elezione del suo presidente, al fine di attribuire maggiore autorevolezza alla gestione della stessa.
Occorre avere il coraggio di superare i poteri commissariali e la Commissione deve segnalare al più presto che, soprattutto nelle regioni meridionali, le classi politiche devono assumersi la propria responsabilità. Deve tornare al popolo sovrano la capacità di individuare le chiare responsabilità in materia di rifiuti. Quando la situazione diviene fonte di inquinamento economico e sociale si producono inevitabilmente ripercussioni negative in campo economico.
Occorre inoltre avere il coraggio di superare le retoriche riferite alla mafia e alle infiltrazioni. Soprattutto al sud, si sta affermando un nuovo tipo di attività illecita connessa alla gestione del ciclo dei rifiuti, una sorta di mafia pubblica che utilizza i fondi ingenti dello Stato per aumentare le clientele e lo sperpero.
Se i cittadini meridionali hanno perso la fiducia anche nella gestione e nella differenziazione dello scarico dei rifiuti è perché si vede chiaramente che non vi è un disegno strategico, in quanto si pensa semplicemente a spendere il denaro pubblico senza assicurare reali benefici in termini ambientali, economici ed occupazionali. Infatti - e mi meraviglio che ciò non sia stato denunciato dai colleghi della sinistra -, si sta affermando una sorta di caporalato anche nel settore dei rifiuti, determinando un aumento dei lavori precari e a tempo determinato.
Mi scuso se, questa mattina, ho polarizzato il mio intervento sulla mia regione, la Campania, ma avendo ricoperto la carica di consigliere regionale ne conosco più ampiamente le caratteristiche. A tal proposito, mi dispiace che sia stato abbandonato l'esame del disegno di legge n. 472, che prendeva in considerazione proprio la drammatica situazione della Campania.
Ritengo che il Parlamento e il Governo debbano assumere una posizione priva di demagogia su quello che sta diventando un problema grave per lo sviluppo economico delle regioni del sud e che sta fortemente deteriorando non solo l'ambiente, ma anche lo sviluppo agroalimentare che, negli ultimi anni, ha rappresentato una vera e propria risorsa per l'Italia meridionale.
È sufficiente pensare all'emergenza diossina nel casertano, che ha comportato danni gravissimi all'industria agroalimentare di quella importante zona, famosa per essere una delle zone più ricche per le sue possibilità di sviluppo economico di un settore che rappresenta una vera opportunità per i giovani del sud.
Vi è la massima apertura e disponibilità anche verso la maggioranza, se saprà dimostrare in questi anni un cambio di tendenza di una situazione pericolosa per il sud d'Italia. Ben venga l'istituzione della Commissione, se non diventa una semplice questione accademica che ingolfa di nuova burocrazia e nuove carte il Parlamento. ViPag. 24è la massima disponibilità, ma anche fermezza perché l'idea che il sud, i cittadini del sud debbano essere spremuti con tasse altissime, senza aver garantito il diritto a vivere in un ambiente sano, senza avere occasioni di sviluppo, è un fatto inammissibile ed il gruppo di Alleanza Nazionale, state certi, vigilerà (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Il nostro è un paese, ahinoi, ricco di criticità ambientali, ma è anche ricco di eccellenze, talvolta misurate ed articolate proprio in ragione di una contrapposizione alle criticità ambientali. Il Nucleo di tutela ambientale dei carabinieri è una di queste eccellenze che ci viene invidiata in ogni parte del mondo. Il Corpo forestale dello Stato è un altro di quei presidi importanti a tutela della nostra sensibilità ambientale.
Anche il Parlamento, con la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, in questi anni, è diventato un punto di riferimento sul piano tecnico, sul piano gestionale, sul piano amministrativo, come elemento di legalità. La Commissione è uno strumento di conoscenza, di approfondimento, di disamina critica, non accademia, non scienza e basta, ma piuttosto rappresenta la capacità palpitante di misurare criticità, cercando di ridurle, ed eccellenze, cercando di esportarle. Essa è utile per il sistema istituzionale e politico, quando lavora attraverso un metodo di partecipazione democratica, prescindendo però da ideologismi, da atteggiamenti manichei, da considerazioni puramente strumentali e di parte, da quelle condizioni, insomma, che non avrebbero consentito l'approvazione di documenti all'unanimità.
Si tratta di conoscenze, criticità ed eccellenze messe in rete, per indicare soluzioni normative, tecniche, amministrative, per migliorare insomma la performance ambientale del «sistema paese». A ciò serve la Commissione di cui approveremo, oggi, l'istituzione. Per questa ragione esprimo a nome del gruppo di Forza Italia il voto favorevole ad uno strumento così importante di conoscenza e verità.
La Commissione non può essere una sorta di SOS ambiente, né un pronto soccorso ambientale, né lo strumento cui rivolgersi per un intervento di emergenza, ma piuttosto lo strumento che consente la riflessione e la proposta, l'approfondimento, la mediazione e l'iniziativa normativa. Sarà utile che quanti lavoreranno nella Commissione possano partire dal lavoro svolto, per esempio da una proposta, peraltro giunta anche in Assemblea con numerosissime firme da entrambi gli schieramenti politici: l'introduzione del diritto ambientale nel nostro codice penale.
Insomma, bisogna far ripartire il modello di tutela ambientale attraverso uno strumento unico nei paesi democratici occidentali: una Commissione che precipuamente si occupi della vicenda rifiuti.
Guardate, l'emergenza rifiuti nel nostro paese sembra quella rappresentata da molte città del sud cariche di rifiuti. Quella è incapacità politica e gestionale, nulla ha a che vedere con la vera emergenza del nostro paese su questo fronte che rappresenta, viceversa, l'emergenza dei rifiuti speciali. Si tratta, più o meno, di 10 milioni di tonnellate, una collina alta 500-600 metri, la cui base è composta da due-tre campi di calcio. Tale montagna di rifiuti speciali, pur prodotta dal nostro sistema industriale, non si ritrova nelle forme ordinarie di smaltimento. Credo che su questo tema sarà utile approfondire ulteriormente l'esame e mettere in campo iniziative, strumenti e norme che consentano di evitare tale condizione di grave disastro ambientale e grave disagio sanitario. In questo senso la Commissione che andiamo ad istituire potrà svolgere un ruolo importante.
Si dice, talvolta erroneamente, che le mafie la fanno da padrone in tale settore. È vero che vi è una storicità in questo senso, ma negli ultimi anni abbiamo assistito ad un fenomeno molto più grave, molto più esteso, molto più pernicioso perché vicino alle pubbliche amministrazioni. Si tratta di un fenomeno per il qualePag. 25va crescendo una criminalità a prescindere dai sistemi mafioso e simili. Mi riferisco ad una criminalità affaristica di imprenditori senza scrupoli che, nel tentativo di abbattere i costi, chiudono completamente gli occhi sul fronte della sensibilità ambientale. Questa criminalità è ancora più pericolosa e perniciosa perché più difficilmente esecrabile e più vicina ai fenomeni sociali ed è molto legata ai colletti bianchi delle pubbliche amministrazioni. In questo senso credo possa essere orientato il lavoro della Commissione che andiamo quest'oggi ad istituire.
Mi sia consentita un'ultima riflessione sulla raccolta differenziata. È giunta l'ora di cambiare registro su questo fronte, di eliminare una raccolta differenziata ideologica e mettere in campo iniziative concrete che rendano la raccolta differenziata valida non in funzione della raccolta stessa, ma in funzione del riuso e, quindi, del mercato. Bisogna cominciare a misurare, regione per regione, quali sono le esigenze del mercato del vetro e della plastica perché attraverso tale sistema, anche utilizzando il decreto che obbliga le pubbliche amministrazioni ad acquistare perlomeno il 30 per cento di beni e servizi dalla filiera del riuso, si rende ragione di una raccolta differenziata che non sia ambientalismo puro, ma sia una pratica positiva misurata sui territori di un moderno paese.
Peraltro, devo dire che ho apprezzato il saggio lavoro della Commissione ambiente sulla proposta di legge in esame. Ho apprezzato anche l'emendamento del collega La Loggia, che era evidentemente teso a dare ulteriore autorevolezza ad una Commissione che ha lavorato sempre all'unanimità. Quello della Commissione ambiente è stato un lavoro utile, che ha prodotto un risultato assolutamente condivisibile e per il quale, ovviamente, Forza Italia non può che esprimere il suo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Satta. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, colleghi deputati, il gruppo dei Popolari-Udeur è favorevole alla proposta di legge - di iniziativa prima dell'onorevole Realacci, poi degli altri colleghi che hanno presentato analoghe proposte di legge e, quindi, sono state abbinate - che propone l'istituzione di una Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse anche per la XV legislatura. Siamo certi, infatti, della grande utilità e dell'efficacia della Commissione, che - tramite la sua azione e con i poteri di indagine, di controllo e di approfondimento che spettano alle Commissioni bicamerali di inchiesta - può dare davvero un grandissimo contributo ad un'azione seria e specifica per un così complicato ed annoso problema, soprattutto per le regioni meridionali del nostro paese, in ritardo nella gestione ordinaria del ciclo integrato dei rifiuti. Per questo motivo, i Popolari-Udeur non possono che essere favorevoli all'istituzione della suddetta Commissione e non possono non registrare con favore la grande convergenza su questo tema anche degli altri gruppi politici. Il significativo lavoro che la Commissione ha compiuto nella scorsa legislatura e quello che si appresta a svolgere in questa, con l'approvazione della proposta di legge in esame da parte dell'Assemblea, ha richiamato e richiamerà l'attenzione dei mass media e delle istituzioni in particolare sul problema delle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
L'interesse che merita questo problema, soprattutto in riferimento alle amministrazioni periferiche - le quali sono responsabili delle attività di gestione tramite le quali un ciclo dei rifiuti viene posto in essere -, è, per quanto ci riguarda, estremamente importante. Infatti, le cosiddette ecomafie o, comunque, la gestione poco cristallina del percorso di smaltimento dei rifiuti si insinuano soprattutto e preferibilmente in ambiti poco conosciuti e nei quali la ribalta delle cronache non riesce ad arrivare. Per questo, riteniamo che la Commissione di inchiesta possa, con i poteri ad essa riconosciuti, richiamare l'attenzionePag. 26dell'opinione pubblica, anche impegnandosi nella organizzazione di eventi che pubblicizzino i lavori da essa stessa svolti, in modo da sensibilizzare i cittadini e scongiurare i pericoli di infiltrazioni della criminalità organizzata.
Di conseguenza, all'istituenda Commissione è affidato un compito estremamente importante, ampio ed articolato, fatto di indagini, ricerche e soprattutto di verifiche, per rimuovere le cause ostative e tutti gli elementi frenanti che a tutt'oggi non hanno consentito in tutto il paese e con riferimento alle diverse tipologie del ciclo dei rifiuti la realizzazione di un sistema moderno ed adeguato ai migliori standard comunitari per la sua gestione. Tuttavia, l'aspetto sul quale dovremmo riflettere è quello relativo agli obiettivi concreti da raggiungere attraverso l'attività della Commissione nell'attuale legislatura. Infatti, il nostro gruppo non può non rilevare che con l'operato della precedente Commissione di inchiesta sono state formulate linee di indirizzo che sollecitano il Ministero dell'ambiente ad avviare altre ed ulteriori attività. Riteniamo necessario e strategico che oggi i lavori della istituenda Commissione vengano indirizzati soprattutto ed anche verso l'individuazione delle cause della mancata applicazione della messa a regime del ciclo dei rifiuti e dello stato di attuazione della bonifica dei siti inquinati. Anche il monito del Presidente della Repubblica in occasione della sua recente visita a Napoli ha voluto sottolineare la necessità di uscire dalla fase dell'emergenza. Condividiamo appieno con convinzione il richiamo del Presidente Napolitano perché siamo sicuri che la fine della straordinarietà e l'attivazione di un sistema gestito in via ordinaria - con l'applicazione di regole certe, senza margini di incertezza e confusione - possa costituire un concreto elemento per contribuire ad allontanare le cosiddette ecomafie e per dare ai cittadini un servizio più efficiente, certo e duraturo.
Il gruppo dei Popolari-Udeur si impegna, quindi, a fornire un fattivo e importante contributo affinché la Commissione possa svolgere fino in fondo il proprio lavoro con le competenze specifiche che le derivano dalla legge stessa. Si impegna altresì a far sì che sia più celere l'approvazione del più volte invocato testo unico dei rifiuti, affinché si possa fornire un quadro di riferimento normativo certo a tutti gli operatori del settore, alle amministrazioni, alle imprese ed agli organi giudiziari, così come auspicato dagli indirizzi della Commissione di inchiesta della scorsa legislatura.
Sono questi i motivi che hanno convinto e convincono il nostro gruppo a votare a favore della proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo dei Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Presidente, il nostro voto non può che essere favorevole alla proposta di legge finalizzata ad istituire la Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite in questo settore. L'auspicio è che i lavori di questa Commissione possano e debbano concludersi entro l'attuale legislatura. Auspichiamo che periodicamente l'attività della Commissione sia portata a conoscenza della Commissione ambiente e, successivamente, del Parlamento.
Sarebbe il caso di giungere ad una considerazione più unitaria del provvedimento affinché vi possa essere anche uno snellimento all'interno della Commissione ambiente, in modo tale da poter concedere spazio alle forze che dovrebbero attuare un forte controllo sull'attività della nostra Commissione. Più che reiterare gli interventi, sarebbe auspicabile una intesa, come è sempre avvenuto all'interno dell'VIII Commissione, al fine di sviscerare questo problema che si protrae dalla XII legislatura e che si è ulteriormente aggravato nel corso della XIII.
Ho condiviso con il collega Russo, già presidente della Commissione sul ciclo dei rifiuti nella passata legislatura, il discorso che il rifiuto debba essere valutato in riferimento a realtà e zone diverse. PurtroppoPag. 27si sono create differenziazioni culturali, con interventi diversi nel settore, e rapporti economici ormai incolmabili. Bisogna intervenire sicuramente a livello locale, se non regionale, in modo tale che vi sia una considerazione diversificata fra zona e zona. Vi sono territori già molto avanti che non possono regredire, perché altrimenti rischierebbero di far penetrare nel proprio territorio mafie o camorre varie. Stiamo parlando infatti di settori che producono anche alti redditi, appetibili quindi per le organizzazioni criminali.
Se i rifiuti vengono considerati una risorsa, sicuramente potremo risolvere parecchi dei nostri problemi pensando in Parlamento ad una modifica legislativa che dovremmo favorire all'interno delle regioni, con apposito provvedimento e con appositi finanziamenti mirati localmente. In particolare, condivido la proposta che va nel senso di favorire gli impianti regionali, in modo tale che ogni regione possa attuare una sua autonomia nello smaltimento dei rifiuti e ciò può accadere sia mediante una proposta legislativa, sia attraverso consistenti finanziamenti per l'impiantistica. Invece, con riferimento alla gestione degli impianti, sappiamo che quest'ultima è sottoposta ad un controllo pubblico anche con la compartecipazione dei privati, in relazione all'attività di smaltimento. A seguito dell'attività di questa Commissione ci aspettiamo di certo anche dei risultati a livello nazionale, per conoscere come si comportano le varie aziende municipalizzate; vorremo prendere conoscenza di questi risultati, in modo tale da poter anche valutare successivamente, in Parlamento, i comportamenti nel settore. Il nostro voto è dunque favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gentili. Ne ha facoltà. Avverto che questo è l'ultimo intervento.
SERGIO GENTILI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'istituzione della Commissione sul ciclo dei rifiuti è uno dei primi atti di questo Parlamento significativo e positivo. Infatti, nella discussione sia in Commissione, ma soprattutto oggi in Assemblea si è manifestata una preoccupazione vera intorno alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti. Ciò che più ci preoccupa è come questo settore, questa grande infrastruttura del nostro paese - perché così la dobbiamo considerare - sia, per così dire, circondata, non ancora liberata dalle maglie dell'illegalità sommersa e della microillegalità, potremmo dire dei «furbetti del cassonetto», che non rispettano le regole e che cercano di velocizzare processi, non tenendo in conto la qualità dei servizi e la tutela del territorio. Oltre a questo, esiste altresì la grande illegalità, quella legalizzata, come si dice, l'ecomafia, che è un vero sistema che controlla interi processi del ciclo dei rifiuti e i collegamenti con i mondi della produzione stessa, oltre che vaste parti del nostro territorio. Quando in un paese come il nostro ci sono ben quattro regioni, la Campania, la Puglia, la Calabria, la Sicilia, che vivono da anni - e qualcuno da più di dieci anni - una situazione di emergenza, di commissariamento permanente in questo settore, è chiaro che è urgente intervenire e risolvere questa grande questione democratica, economica e ambientale.
L'istituzione di questa Commissione è un fatto positivo, così come lo è il dibattito che è in corso attorno a questa scelta. Ricordiamo inoltre che l'istituenda Commissione è la terza, considerato che ve ne sono state già altre due, che hanno svolto indagini e prodotto documenti, assumendo prese di posizioni forti, autorevoli e giuste, anche all'unanimità. Tuttavia, a queste scelte e a quei documenti non c'è stata una corrispondenza nell'azione legislativa, ma soprattutto non c'è stata corrispondenza e coerenza nell'azione di Governo. Anzi, addirittura, nell'ultima legislatura ci siamo trovati con un andamento della discussione sulla delega ambientale che, di fatto, ha espropriato forze sociali, istituzioni, regioni, comuni e forze economiche del dialogo volto a far funzionare il ciclo dei rifiuti.
La Commissione che istituiremo dovrà avere un'anima e dovrà avere una funzionePag. 28e un'attitudine nuove. In primo luogo dovrà raccogliere ciò che ha fatto la Commissione nella passata legislatura e votare all'unanimità per poter immediatamente assumere iniziative legislative e aprire un confronto con il Governo del nostro paese, con le regioni e gli enti locali.
Occorre fare alcune scelte; non c'è più da discutere. Sappiamo come stanno le cose. Penso al sistema sanzionatorio, che è inadeguato. Bisogna intervenire. Nonostante il lavoro egregio delle Forze dell'ordine e della magistratura - che anzi in questa sede voglio ringraziare -, ma anche delle associazioni, che sul territorio lavorano, fanno indagini e avanzano proposte positive e che in qualche modo in questi anni hanno costituito una forma di tutela, di controllo e di vigilanza generale, abbiamo bisogno di aumentare la capacità di indagine, il livello tecnico, la tecnologia, le forze e le competenze in modo diffuso sul territorio.
Così come non c'è molto da discutere anche sul fatto che dobbiamo avere un rapporto sempre più positivo e costruttivo con l'Unione europea. In modo particolare, dobbiamo sciogliere la questione della definizione di «rifiuto» e dobbiamo introdurre, finalmente, nel codice penale, la categoria del delitto ambientale.
Quindi, la Commissione non deve essere chiusa in se stessa, ma essere un soggetto attivo, che in modo corresponsabile dialoghi e interloquisca con Governo, regioni ed enti locali, anche perché la partecipazione - oggi lo abbiamo visto in modo particolare su tali questioni - costituisce un elemento ed una cultura strategici per governare e risolvere realmente i problemi.
Lo abbiamo visto, per esempio, sulla questione, sollevata dall'onorevole Bandoli, dei siti nucleari, di quelle scorie e di quei rifiuti che ancora oggi non hanno una soluzione. Abbiamo visto la vicenda di Scansano, dove vi sono state addirittura scelte calate dall'alto che hanno creato solamente confusione, malessere e proteste. No, bisogna cambiare registro, bisogna avere un rapporto vero con le popolazioni, bisogna avanzare proposte risolutive e condivise.
Per queste ragioni, il gruppo dell'Ulivo non solo approva e voterà a favore di questa legge, ma sarà un protagonista all'interno di questa Commissione e di questo Parlamento. Chiediamo al Governo di interloquire positivamente con noi e con queste istituzioni, perché, veramente, è arrivato il tempo di cambiare per risolvere questioni che sono risolvibili (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.