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Sull'ordine dei lavori (ore 18,03).
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
Pag. 75PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, ho chiesto la parola, ai sensi dell'articolo 41 del regolamento, con riferimento all'articolo 14 che riguarda la costituzione dei gruppi parlamentari.
Come lei sa, signor Presidente, sono iscritto al gruppo Misto, insieme, fino all'altro giorno, ad ottantuno colleghi di questo ramo del Parlamento. Qualche giorno fa, con una decisione in un certo senso e per molti aspetti discutibile dell'Ufficio di Presidenza, alcuni componenti del gruppo Misto si sono costituiti in gruppi autonomi. In conseguenza di tale decisione, il gruppo Misto, fino a questa mattina, risultava costituito da 13 membri, di cui cinque riconducibili al Movimento delle Autonomie dell'onorevole Lombardo, due al partito repubblicano (l'onorevole Nucara ed il sottoscritto), cinque alle minoranze linguistiche, oltre all'onorevole Merlo, che rappresenta la circoscrizione dell'America latina-Argentina.
Per le 19 di oggi è stata fissata la riunione del gruppo Misto per l'elezione del presidente, ma, qualche minuto fa, ci è stato comunicato che la consistenza del gruppo è di nuovo lievitata. L'attrazione per il gruppo Misto è così forte che, nonostante ne siano usciti ben 74 o 75 componenti, altri parlamentari hanno avvertito il fascino, che io ho già percepito, di appartenere a tale gruppo.
Così, tre deputati, credo esponenti dell'Ulivo, risultano iscritti al gruppo Misto; rassegnando le dimissioni dal loro gruppo, risultano automaticamente appartenere al gruppo Misto. Talché, se il Presidente della Camera non interverrà, avremo la trasformazione del gruppo Misto in un gruppo - diciamo così - politico. Non vi è, infatti, altra ragione a base della decisione se non quella di assumere il controllo del gruppo stesso.
Chiedo dunque alla Presidenza della Camera, in primo luogo, di rinviare la riunione del gruppo Misto prevista per questa sera, sì da verificare esattamente cosa sia successo, e inoltre di stabilire se il gruppo Misto debba diventare un gruppo politico in quanto tale, nel cui ambito, non essendo già sufficientemente rappresentata la componente di centrosinistra, quest'ultima debba anche ottenere la presidenza del gruppo stesso.
PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, mi riservo di riferire immediatamente le sue osservazioni al Presidente della Camera.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio di avere preso atto di quanto denunciato dall'onorevole La Malfa e di aver preannunciato la sua intenzione di riferire al riguardo al Presidente della Camera.
Se permette però, Presidente, vorrei intervenire sullo stesso argomento per rivolgere un invito ai colleghi del gruppo de L'Ulivo (sono presenti in aula, tra gli altri, gli onorevoli Franceschini e Violante). In questi giorni è stata infatti posta, anche autorevolemente, la questione di ripristinare un corretto rapporto ed una corretta dialettica fra maggioranza e opposizione in merito al funzionamento delle istituzioni. Credo che il Presidente Prodi si sia in questo momento allontanato dall'aula, ma il ministro Chiti avrà modo di riferirgli quanto sto per dire.
Questo ennesimo episodio - testè richiamato dal collega La Malfa - rischia di rendere incredibili le parole pronunciate al riguardo e di pregiudicare quella possibilità, poiché - come ha ricordato l'onorevole La Malfa - ci siamo opposti alla decisione, presa a maggioranza dall'Ufficio di Presidenza, di autorizzare tutte le componenti del gruppo Misto a costituirsi in gruppo (ed esattamente, quattro componenti della maggioranza e una dell'opposizione). La conseguenza naturale era che il gruppo Misto assumesse la configurazione propria di un gruppo piccolo, residuale, nel quale le forze in campo sarebbero state quelle che sarebbero rimaste iscritte al gruppo in seguito alle trasformazioni intervenute.Pag. 76
La decisione presa dai tre deputati de L'Ulivo di iscriversi al gruppo Misto per configurare un nuovo equilibrio politico che possa consentire alla maggioranza di assicurarsi la presidenza del gruppo Misto e, quindi, di iscrivere tra il gruppi di maggioranza anche quello Misto, mi pare davvero gravissima, tale da alterare le caratteristiche del gruppo stesso, compromettendone l'autonomia e facendolo diventare, come ha detto bene l'onorevole La Malfa, un gruppo politico di maggioranza. Mi pare che questo non possa assolutamente essere consentito dal Presidente Bertinotti, proprio perché fa seguito ad una decisione contrastata dell'Ufficio di Presidenza, la quale però aveva come naturale conseguenza quella di un gruppo Misto con le caratteristiche che in quel momento erano note.
Presidente, mi permetto di aggiungere all'invito istituzionale che l'onorevole La Malfa ha rivolto al presidente Bertinotti, un invito anche politico al gruppo de L'Ulivo e ai gruppi di maggioranza affinché in qualche modo esercitino un po' di persuasione morale verso i deputati interessati, chiedendo loro, se non sia proprio indispensabile in ragione del loro spirito di autonomia e di partecipazione, di non partecipare alla riunione prevista per questa sera e di rimanere nel gruppo del quale hanno fatto parte per questo primo mese e nel quale sono stati eletti, cioè il gruppo de L'Ulivo.
Questo sarebbe quello che ci aspettiamo per dare un seguito con i fatti a parole che, altrimenti, rimarrebbero scritte nel vento (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale).
FRANCESCO NUCARA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, il problema non è, secondo me, tanto nel fatto che deputati di altri gruppi si iscrivano al gruppo Misto, ma nel fatto che, mentre alle ore 13 il gruppo Misto risultava composto da tredici componenti, alle ore 19 il gruppo era convocato per l'elezione del presidente ed alle 17 siamo diventati sedici! Mi sembra veramente un fatto poco elegante, per non dire altro, molto discutibile: alle 13 eravamo un determinato numero e, poiché alle 19 si sarebbero svolte le votazioni per l'elezione del presidente, alle 17 siamo diventati un altro numero.
Credo che queste cose non si possano fare nell'ambito delle istituzioni parlamentari, non si possono fare nell'ambito della vita: sono cose che si possono fare in altri luoghi meno nobili, se non «ignobili».
Non è un problema che può riguardare le istituzioni il fatto che giungano, quale «soccorso rosso», tre deputati nelle ultime ore che precedono la convocazione del gruppo. Sarebbe opportuno un minimo di buonsenso!
RICCARDO MIGLIORI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, anche a nome del gruppo di Alleanza nazionale, intendo sottolineare con forte preoccupazione questi iniziali fenomeni di trasmigrazione tra gruppi, che sono legati unicamente ad un'esigenza di carattere partitico, al fine del controllo politico del gruppo Misto.
Esprimo tale preoccupazione in quanto, già questa mattina, si sono registrati piccoli ma significativi strappi al regolamento che, a mio avviso, l'Ufficio di Presidenza dovrebbe valutare con estrema attenzione, proprio perché ci troviamo, al di fuori di ogni logica di indulgenza, all'inizio della legislatura.
Un collega, contrariamente alle prescrizioni del regolamento, ha parlato in lingua straniera in quest'aula; il Presidente - al di fuori della prassi - partecipa a votazioni importanti, seppure a latere di votazioni in quest'aula e oggi assistiamo ad una utilizzazione strumentale del regolamento.
Faccio presente alla Presidenza l'esigenza di una scrupolosa attenzione in Pag. 77ordine a tali fenomeni, che possono comportare una degenerazione dell'interpretazione di prassi corrette del regolamento. Cosa accadrebbe se gruppi, quale quello di Alleanza Nazionale, si dividessero in quattro gruppi - come potrebbero tranquillamente fare - dando vita ad una logica interpretativa del regolamento ad usum Delphini?
Ecco perché, anche noi intendiamo sottolineare con forza il ragionamento sereno, pacato, ma allo stesso tempo altamente responsabile del collega Vito, affinché i gruppi de L'Ulivo - che dispongono di una grande presenza numerica in quest'aula - abbiano una concomitante responsabilità politica per una effettiva gestione responsabile comune della nostra istituzione.
Abbiamo iniziato molto male, signor Presidente: lo vogliamo sottolineare con forza (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente della Camera circa l'oggetto degli interventi che si sono succeduti sull'ordine dei lavori. È chiaro che si tratta di questione politica e non puramente regolamentare. A norma del regolamento, il passaggio da un gruppo senza indicazione di un altro gruppo comporta l'iscrizione automatica al gruppo Misto, ma è evidente - ripeto - che l'oggetto della discussione non è puramente regolamentare, ma di opportunità politica.
Sulla composizione e sulla funzione del gruppo Misto, l'Ufficio di Presidenza ha lungamente dibattuto. Riferirò comunque immediatamente al Presidente della Camera quanto emerso nei precedenti interventi.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ritengo che, nel rispondere ai colleghi, lei si sia giustamente richiamato al regolamento e alle modalità con le quali i singoli deputati si iscrivono ai gruppi.
È evidente che in questo caso siamo di fronte ad una questione esclusivamente regolamentare, mentre non vi è spazio per un richiamo a questioni di opportunità politica. L'opportunità politica riguarda una discussione che non rientra nelle questioni poste dai colleghi, riferendosi a problemi di carattere esclusivamente personale dei singoli deputati che hanno deciso di passare ad un gruppo. Dunque, non è in discussione una questione di opportunità politica relativa al controllo di un gruppo formatosi o in formazione alla Camera dei deputati.
Quindi, credo sia opportuno - come lei ha indicato, signor Presidente - rimettersi alla decisione del Presidente della Camera, tenendo conto evidentemente - come da lei peraltro affermato inizialmente - che si tratta non di una questione di opportunità politica, ma di una questione di applicazione del regolamento che compete alla Presidenza.