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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Dichiarazioni del procuratore aggiunto di Bari dottor Marco Dinapoli in relazione ad un'inchiesta giudiziaria - n. 3-00077)
PRESIDENTE. L'onorevole Leone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Elio Vito n. 3-00077 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, signor ministro, il procuratore aggiunto della procura di Bari, Marco Dinapoli, in un'intervista ad un quotidiano nazionale, la Repubblica, del 22 giugno 2006, si è abbandonato ad una serie di affermazioniPag. 60e giudizi in ordine ad una vicenda giudiziaria che ha coinvolto un deputato in carica pugliese, indicando persino l'esistenza di comportamenti malavitosi, dimenticando che, due giorni prima, era entrata in vigore una norma, prevista dall'ordinamento giudiziario, che demandava, per quanto riguarda le comunicazioni della procura, al procuratore capo o ad un suo delegato (apposta delegato e non solo per la vicenda) di «conferire» con la stampa.
L'intervista ha suscitato oltre che sdegno anche perplessità in ordine al comportamento del magistrato, di cui, signor ministro, le chiediamo conto se, per caso, ella possa essere stato indotto ad iniziare un procedimento disciplinare.
PRESIDENTE. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, mi consenta innanzitutto di salutarla in maniera cordialmente istituzionale, perché quella è la sede dove per tanti anni sono stato.
PRESIDENTE. Grazie, signor ministro.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Detto questo, risponderò agli interroganti, i quali si dolgono delle dichiarazioni rese dal procuratore aggiunto di Bari, dottor Dinapoli, nel corso di un'intervista resa al quotidiano la Repubblica. In particolare, gli interroganti censurano la dichiarazione resa dal dottor Dinapoli riguardo alla vicenda giudiziaria che ha interessato l'onorevole Raffaele Fitto, poiché nell'intervista (così dicono) il magistrato avrebbe fatto riferimento alla «esistenza di un'organizzazione malavitosa paragonabile ad una cupola e ad un giro di malaffare superiore a quello dei "pizzini" di Bernardo Provenzano», mostrando di nutrire (così anche è detto dagli interroganti) «pregiudizi personali e politici nei confronti dell'onorevole Fitto», e violando di fatto le norme che limitano le dichiarazioni dei magistrati sull'indagine da loro condotta.
Al fine di ricostruire con completezza e precisione la vicenda, ho disposto con immediatezza gli opportuni accertamenti, che sono, per quanto mi riguarda, giusti e corretti, tramite le competenti articolazioni ministeriali ed ho anche richiesto informazioni al procuratore della Repubblica di Bari. Ad oggi è possibile, in primo luogo, rilevare il preciso contorno dell'articolo di stampa. In questo, in risposta ad una domanda che faceva riferimento alle posizioni dell'onorevole Fitto e di altri indagati, si legge che il procuratore Dinapoli avrebbe dichiarato: «Posso affermare soltanto, ma con certezza, che abbiamo trovato un modo di amministrare paragonabile ad un'organizzazione da cupola destinato a privilegiare l'interesse privato di pochi».
Andando avanti nel corso dell'intervista, ad una richiesta di commentare il quadro emergente dal procedimento sulle cosiddette tangenti sulla sanità, è riportata la seguente affermazione del dottor Dinapoli: «In Puglia, spesso, c'è molta spregiudicatezza nel commettere reati, dai concorsi universitari agli appalti. È come il gioco delle scatole cinesi; ne apri uno e subito salta fuori qualche altra cosa. Nelle intercettazioni che abbiamo disposto, i protagonisti usano un linguaggio estremamente esplicito, altro che "pizzini"».
In merito a questa intervista il procuratore della Repubblica di Bari ha osservato di avere delegato, in data 20 giugno uscente, il dottor Dinapoli, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 106 del 2006, a tenere una conferenza stampa con gli organi di informazione, che sollecitavano notizie in ordine al procedimento penale a carico dell'onorevole Fitto e di altri. Il capo dell'ufficio, sempre il procuratore, ha poi chiarito che lo stesso dottor Dinapoli ha, successivamente, rilasciato un'intervista, il 22 giugno, al quotidiano la Repubblica, sul presupposto della delega inizialmente conferitagli.
Il procuratore della Repubblica di Bari ha, inoltre, trasmesso copia della dichiarazione rilasciata lo stesso 22 giugno dal dottor Dinapoli all'Ansa di Bari, nella quale il magistrato precisa di avere svoltoPag. 61nell'intervista soltanto considerazioni di carattere generale e che non si riferiva ad alcuno specifico procedimento penale né ad alcuna persona in particolare e smentisce di avere utilizzato le espressioni «cupola» e «pizzini», che nell'intervista gli sono state attribuite.
È stata, altresì, acquisita copia del comunicato stampa, redatto dall'avvocato Claudio Fanelli - interesse del dottor Dinapoli -, il quale rende noto di avere ricevuto il mandato di acquisire dalla procura della Repubblica la registrazione dell'intervista.
Allo stato, sulla base delle notizie da me acquisite, preso atto della smentita del magistrato, ritengo necessario il completamento degli accertamenti che ho disposto per poter poi valutare i fatti e la condotta tenuta dal dottor Dinapoli.
PRESIDENTE. L'onorevole Leone ha facoltà di replicare.
ANTONIO LEONE. Non mi ritengo né soddisfatto, né insoddisfatto. Mi ritengo semplicemente allibito per la risposta e per il fatto che, signor ministro, anche dagli accertamenti effettuati presso la stessa procura, pare che le cose siano andate diversamente. Cito la smentita fatta dallo stesso procuratore aggiunto, che non è stata verificata. Per esempio: lei ha per caso saputo che quella ritrattazione è stata fatta alle 22 della sera, cioè nel momento in cui oramai non era più possibile riprendere quella dichiarazione già fatta, e non smentita dal giornalista, non smentita da la Repubblica?
La cosa è apparsa sui giornali in un momento successivo, in cui il procuratore smentisce, e la Repubblica insiste, tanto è vero che si chiede la registrazione.
Lei ha chiesto, signor ministro, la registrazione? Se bisogna fidarsi della parola, ritengo che la parola di un magistrato valga quanto quella di un qualsiasi cittadino. Non ci sono cittadini di serie A e di serie B. Tutti debbono rispettare leggi, ed è questo che noi chiediamo: se per caso è stata violata la disposizione (che non mi sembra sia stata sospesa da lei, signor ministro), riguardante l'articolo 5 dell'ordinamento giudiziario, la quale indica, per l'organizzazione della procura, l'istituzione del cosiddetto portavoce della procura. Essa indica il procuratore capo, oppure il procuratore capo indica - per sempre, non per la singola specifica vicenda! - come portavoce di quella procura un suo delegato.
Mi sembra che delegare un altro magistrato solo e soltanto per quella vicenda non è in linea con la disposizione della legge. La nostra è una presa di posizione, uno spunto, che non ha nulla a che vedere con la vicenda che interessa il deputato pugliese in questione, ma dipende dal fatto che, se c'è una norma di legge riguardante l'ordinamento giudiziario, da lei non sospesa, essa deve essere rispettata da qualsiasi magistrato. Chiediamo comunque, questo sì, un maggiore approfondimento dei suoi accertamenti, e che non si fidi solo e soltanto della parola di chi in questo momento mi sembra sotto accusa (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).