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Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1496-B) (ore 19).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale.
Ricordo che nella seduta del 12 giugno si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 1496-B sezione 1).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
Constando il testo di un unico articolo, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto - senza che ciò costituisca precedente - di ammettere alla discussione ed al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti.
A tal fine il Gruppo Lega Nord Padania è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1496-B sezione 2).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Centa. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo in merito alla revisione del disegno di legge delega al Governo sulla disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti radiotelevisivi. Su tali contenuti ho già avuto modo di intervenire in Assemblea e manifestare un certo disappunto in quanto il provvedimento in discussione è chiaramente condiviso, da parte nostra, per quanto riguarda i contenuti, ma ci trova lontanissimi - si tratta di una distanza veramente enorme - in relazione alle procedure adottate.
Infatti, eravamo d'accordo, e lo siamo ancora, per motivi di equità e competitività, che sia necessaria una distribuzione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti collettivi maggiormente equilibrata. Siamo, altresì, d'accordo che ciò si possa ottenere attraverso una contrattazione centralizzata. Tuttavia, non siamo d'accordo che ciò avvenga mediante il conferimento di una delega al Governo, lasciando il Parlamento completamente fuori dal dibattito, senza ascoltare una voce delle parti adeguata e, soprattutto, immediata.
Inoltre, a nostro avviso, è ancor più grave la violazione dell'autonomia dello sport, che il Governo del centrodestra ha sempre rispettato, difeso, tutelato e, ancor più, rafforzato.
Intervenendo per stabilire i criteri da adottare sulla divisione dei proventi della commercializzazione - non si tratta di soldi pubblici o contributi dello Stato, maPag. 72di denaro prodotto da privati, cioè dalle stesse società sportive che partecipano al campionato di calcio - vengono disciplinati i criteri di applicazione della quota di mutualità generale del sistema.
Come si evince, in modo molto chiaro, dalla relazione del 12 giugno del presidente della Commissione cultura, relatore, Folena, si interviene, per esempio, allo scopo di sviluppare settori giovanili, valorizzare ed incentivare le categorie dilettantistiche, sostenere gli investimenti ai fini della sicurezza, anche infrastrutturale degli impianti sportivi, nonché finanziare, in ciascun anno, almeno due progetti a sostegno delle discipline sportive diverse da quella calcistica, che abbiano particolare rilievo sociale e siano inseriti in un programma di riqualificazione delle attività sportive e ricreative nelle scuole e nelle università. Si potrebbe aggiungere, a nostro avviso, anche che, con la delega conferita, il Governo stabilisca quanti allenatori è necessario inserire, quante siano le ore di allenamento necessarie, come gli atleti debbano alimentarsi, quanto debbano riposare! Mi domando se, così facendo, da parte della politica, un giorno si arriverà a stabilire quanti giorni di recupero siano necessari e cosa occorra fare nello sport, per fare sport sul campo, soprattutto.
Chiaramente, vi è una grande ironia, perché questa maniera di fare politica rappresenta una vera e propria ingerenza nel mondo dello sport. Questa, però, è la politica, la vostra politica!
L'autonomia dello sport, lo ribadisco con forza, non è qualcosa che si inventa in questo momento, solo per parlare di sport, bensì è riconosciuta da una legge dello Stato. Va detto fortemente in quest'aula, per il Presidente, il Governo e i colleghi che a volte parlando di sport, possono dire: tanto si tratta di sport!
Esiste una legge, colleghi, che ci dice cosa è lo sport e come è considerato; non è qualcosa che ci inventiamo «tanto per sport».
Lo Stato, grazie anche al riconoscimento dell'autonomia dello sport, ci fa capire che proprio tale autonomia è alla base di tanti risultati, non solo sportivi, ma anche organizzativi.
Quello di Torino è l'esempio ultimo, il più grandioso, ma non il solo. Si tratta, quindi, di risultati a livello agonistico, ma anche organizzativo.
Mi auguro che l'Assemblea, nel corso del dibattito, tenga presente che l'autonomia dello sport non è importantissima, ma è sacra, al fine di mantenere quegli equilibri che sono e - mi auguro - rimarranno sempre al di sopra delle parti e quindi della politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Aracu, che aveva chiesto di parlare. Si intende che vi abbia rinunciato.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
PIETRO FOLENA, Relatore. Signor Presidente la Commissione formula un invito al ritiro di tutti gli emendamenti presentati, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Bono 1.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente volevo solo far presente ai colleghi che l'emendamento in esame mira solamente a rendere più leggibile la norma e si pone in termini di correzione letterale e linguisticaPag. 73rispetto all'attuale testo. Siamo, infatti, riusciti a rendere contorta una norma che avrebbe dovuto essere di una assoluta linearità. Tale modo di procedere, peraltro, lo ritroviamo anche in altre parti del disegno di legge in esame.
La complicazione della norma si evince anche dal modo in cui vengono espressi alcuni concetti. Nella fattispecie vengono inserite espressioni del tipo: «autonome iniziative commerciali relativamente ai diritti che consentono sfruttamenti secondari rispetto a quelli riservati al soggetto preposto all'organizzazione della competizione sportiva»: sembra quasi uno scioglilingua!
Noi invece proponiamo di scrivere semplicemente: «a tutti i diritti diversi da quelli riservati, ai sensi della presente legge». Si tratta di un normale emendamento di buon senso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 376
Astenuti 3
Maggioranza 189
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 230).
Passiamo all'emendamento Bono 1.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, Signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 388
Astenuti 4
Maggioranza 195
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 237).
Passiamo all'emendamento Bono 1.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, con tale emendamento entriamo nel merito del provvedimento, laddove nel testo del disegno di legge in esame viene previsto che, in virtù dello sviluppo tecnologico del settore, possano essere disciplinate procedure di regolamentazione e di vigilanza. Inoltre, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni può prevedere limitate deroghe al principio che garantisce pari diritti agli operatori della comunicazione e vieta la formazione di posizioni dominanti.
Mi chiedo: se l'obiettivo è quello di assicurare una parità di diritti agli operatori della comunicazione e l'obiettivo conclamato è anche quello di non consentire il formarsi di posizioni dominanti per tutelare meglio gli interessi del soggetto preposto all'organizzazione, perché dobbiamo dire che le deroghe a questa disciplina possono essere limitate? Evidentemente c'è un non senso, per non dire un controsenso, che è quello che troveremo tra poco per quanto attienePag. 74alla lettera d) del comma 3 dell'articolo 1, che è il cuore della contraddizione di questa parte del provvedimento. In tutti i casi, non è logico!
Con questo emendamento proponiamo la soppressione dell'aggettivo «limitate», riferito alle deroghe, proprio per non porre limiti quantitativi a un problema di natura squisitamente qualitativa: la capacità di individuare percorsi di garanzia per la libera concorrenza.
L'altro emendamento da me presentato, che a questo punto, signor Presidente, non illustrerò, perché mi auguro che venga approvato il primo e che il secondo diventi sostanzialmente superato, sostituisce alle parole «limitate deroghe» le parole «ogni opportuna deroga», proprio per rafforzare il principio che quando si parla della tutela della pluralità degli interventi e, soprattutto, della tutela dei diritti degli operatori della comunicazione e del soggetto organizzatore, non ci possono essere limitazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 264).
Passiamo all'emendamento Bono 1.4. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 260).
Prendo atto che i deputati Zaccaria e Viola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'emendamento Bono 1.5. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, Signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, questo è l'ultimo emendamento presentato dal gruppo di Alleanza Nazionale, a riprova che non c'era nessuna volontà di andare a scontri ostruzionistici su una materia - quella della cessione centralizzata dei diritti - che Alleanza Nazionale non solo condivide, ma che ha addirittura proposto e avanzato già nella passata legislatura, come gruppo che, per primo, si è posto il problema di rimuovere una grave perturbazione del modo con cui venivano gestiti i diritti televisivi delle società, introdotta - guarda caso - da un provvedimento del Governo di centrosinistra, che determinò la modificazione del regime di cessione dei diritti delle società sportive.
Ma alla lettera d) del comma 3 c'è l'aspetto più evidente della contraddizione che questo provvedimento ha introdotto, perché abbiamo fatto una battaglia nel corso della prima lettura a proposito della necessità di garantire una gara sui dirittiPag. 75che fosse proporzionale alla garanzia della pluralità dei soggetti che potevano intervenire.
La pluralità dei soggetti è un elemento di garanzia, anche e soprattutto per gli interessi del soggetto organizzatore, e quindi, in ultima analisi, delle società sportive, perché più è plurale la concorrenza, maggiore è il gettito - lei mi insegna, signor Presidente, anche per la sua formazione professionale - della gara stessa a cui si concorre.
Invece, nella prima lettura, la maggioranza della Camera è rimasta sorda a tale esigenza ed ha approvato una norma che garantiva la distinzione della gara per singole piattaforme, non tenendo conto del rilievo che è stato mosso dai nostri banchi sul fatto che vi era una piattaforma, tra le varie in cui si possono trasmettere i diritti televisivi, quella satellitare, dove l'operatore è single, non ci sono concorrenti, c'è un solo interlocutore. Prevedere una gara con un solo interlocutore è come non prevederne alcuna.
Al Senato, consapevoli di questa gravissima e negativa impostazione, di questo condizionamento assurdo che viene fatto alla massimizzazione dei risultati di una gara che dovrebbe essere libera, è stata introdotta una modificazione alla lettera d) del comma 3 dell'articolo 1 che però nella sostanza non modifica alcunché. Al contrario crea confusione, perché viene stabilito nella prima parte di tale lettera che la disciplina della commercializzazione in forma centralizzata dei diritti sul mercato nazionale, di cui al comma 1, deve essere effettuata con modalità che assicurino la presenza di più operatori della comunicazione nella distribuzione dei prodotti audiovisivi relativi agli eventi sportivi, il che sarebbe condivisibile e corrisponde all'emendamento approvato al Senato. Fatto è che il resto dell'articolo è rimasto così com'è uscito dalla Camera, per cui si mantiene il divieto dell'acquisto dei diritti relativi a piattaforme per le quali l'operatore non è in possesso delle relative autorizzazioni.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
NICOLA BONO. Nello stesso comma, quindi, nella stessa lettera d) del comma 3, abbiamo il principio e la negazione dello stesso principio, abbiamo nella prima parte l'affermazione di un orientamento condiviso e condivisibile - la pluralità - e dall'altra parte la negazione della pluralità.
Con l'emendamento che ho presentato - e concludo, signor Presidente; ma tenga conto che è l'ultimo emendamento, quindi non potrò più «allietare» parte della sua serata - cerchiamo almeno di introdurre un elemento di chiarezza all'interno di una norma pasticciata e pasticciona, che nasconde volontà diverse, che sono quelle di favorire un unico soggetto, un unico individuo, all'interno di un contesto che dovrebbe invece garantire pluralità e partecipazione a tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Mi sembra che le considerazioni di Bono siano assolutamente condivisibili, perciò intendo sottoscrivere anch'io l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 422
Astenuti 8
Maggioranza 212
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 426
Astenuti 7
Maggioranza 214
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 428
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 433
Astenuti 5
Maggioranza 217
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 277).
Passiamo all'emendamento Pescante 1.6.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, faccio riferimento all'emendamento proposto dai colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale ed approvato dal Senato. Il principio in esso contenuto è condivisibile: il fatto che lo sport professionistico intervenga con i proventi dei diritti televisivi a sostenere anche altre discipline costituisce sicuramente un intento apprezzabile, il quale, peraltro, in altri Paesi - cito Francia e Gran Bretagna - fa parte del metodo con cui lo Stato finanzia le altre discipline sportive. Ma in Italia si pone un problema. Per finanziare le altre discipline sportive esiste già un contributo pubblico dello Stato al CONI di 450 milioni di euro annui e, in questo ambito, il CONI, applicando parametri specifici, decide e stabilisce quali sono i contributi per le singole federazioni.
Accettando il principio di dirottare in maniera, per così dire, scoordinata e poco organica fondi per finanziare attività di altre federazioni, si determina una doppia contraddizione.
In primo luogo, ci si sostituisce al CONI e si sovrappone agli interventi ordinari del CONI stesso, tale intervento straordinario. In secondo luogo, se il collega Bono mi passa il termine, si verrebbe a creare un meccanismo che sa tanto di «accattonaggio molesto», in base al quale un club calcistico dirotta parte dei suoi introiti per una disciplina sportiva cosiddetta minore, e magari si tratta di una disciplina olimpica che vince medaglie olimpiche e non merita di essere finanziata attraverso questo genere di escamotage.
Per questo motivo, se non altro, tenendo però presente che il principio di solidarietà è da me condiviso, proponevo di fare in modo che tali fondi fossero destinati a discipline diverse, ma nell'ambito dello stesso club. Il Real Madrid ha una squadra di calcio, una squadre di basket, una squadra di hockey e via dicendo, e molti club italiani calcistici hanno altre squadre.
Quindi, permanendo nell'ambito dello stesso club professionistico, il discorso potrebbe essere accettabile.
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Onorevoli colleghi, stiamo parlando del comma 3, lettera l) del disegno di legge, modificato al Senato da un emendamento del gruppo di Alleanza Nazionale, il quale ha avuto il pregio di chiarire meglio i criteri secondo i quali si debba ottenere e realizzare la distribuzione della mutualità e delle risorse.
In quell'emendamento, approvato al Senato, è stato anche risolto un problema sul quale ci eravamo tutti interrogati, e cioè la possibilità di contribuire da parte del calcio ad una attività di solidarietà verso altre discipline, e tale problema si era risolto attraverso l'offerta rivolta alla Lega di finanziare due progetti l'anno.
L'emendamento presentato dall'onorevole Pescante ed i suoi argomenti hanno, per così dire, il pregio di volerci mettere al riparo da un possibile equivoco che, naturalmente, non è assolutamente contenuto nello spirito né del disegno di legge né dell'emendamento presentato da Alleanza nazionale: quello, cioè, che si voglia, in qualche modo, «toccare l'autonomia», risolvendo la questione in un modo che, a nostro avviso, può essere accettato.
Per tale motivo, chiedo all'onorevole Pescante di ritirare l'emendamento in esame, trasfondendone il contenuto in un ordine del giorno.
MANUELA DI CENTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, voglio soltanto aggiungere poche parole a proposito dell'emendamento Pescante 1.6.
Si parla di sport e tutti noi pensiamo al calcio, ma parliamo, invece, di sport in modo da pensare alle piccole e piccolissime società ed agli altri sport.
PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, la devo interrompere, perché lei è già intervenuta sul complesso degli emendamenti.
MANUELA DI CENTA. Volevo solo dire che, forse, anche quelli che praticano altri sport considerano un po' strano il modo in cui il calcio passa...
PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, non possiamo «tecnicamente» ascoltarla.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, l'onorevole Pescante ha posto un problema reale ed ha parlato di questioni procedurali, per quanto riguarda il principio di mutualità dal calcio alle altre discipline sportive.
Vorrei far presente che piuttosto che tale modifica apportata nella lettura della legge delega da parte del Senato, sarebbe stata più opportuna, semmai, una mutualità all'interno della stessa disciplina calcistica, perché quando parliamo di calcio ci riferiamo solo al professionismo, a quello di serie A e B, ma non sappiamo, forse, che tale sport è costituito anche da una miriade di piccole società dilettantistiche o di serie C, che non ricevono un euro dal CONI o dalla legge sui diritti televisivi, se non per quanto riguarda la mutualità interna, che per la prima volta abbiamo introdotto nell'ambito del testo originario del disegno di legge in esame.
Pertanto, l'idea che il calcio debba sovvenzionare due progetti l'anno, ignorando di che genere, né da chi siano proposti, né per quali discipline, anziché aumentare la solidarietà all'interno del suo stesso ambito nei confronti delle società dilettantistiche, delle serie minori e amatoriali, è sbagliata. A mio avviso invece sarebbe stato più opportuno accentuare il principio della mutualità, perché - ripeto - il calcio non è costituito solo da società sportive professionistiche, ma da una miriade di società dilettantistiche che sono sovvenzionate da privati o da gruppi che ci rimettono di tasca propria.
MARIO PESCANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Pescante, per la verità lei ha già parlato.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, annuncio il ritiro dell'emendamento 1.6 di cui sono firmatario e ne trasfondo il contenuto in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto del ritiro dell'emendamento Pescante 1.6 con riserva di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 416
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 265).
Poiché il disegno di legge consta di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1496-B sezione 3).
Qual è il parere del Governo?
LUIGI VIMERCATI, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Il Governo accetta gli ordini del giorno Giulietti n. 9/1496-B/1, Li Causi n. 9/1496-B/2, Folena n. 9/1496-B/3 e Pescante n. 9/1496-B/4.
PRESIDENTE. Secondo la prassi, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Prendo atto che l'onorevole Turco, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, ho già consegnato il mio intervento per due volte; in questa occasione non ho scritto niente e pertanto non posso consegnare un testo.
Voglio sottolineare che il disegno di legge in esame è stato modificato sostanzialmente in tre punti; in due occasioni, a mio giudizio, positivamente. La prima modificazione giusta riguarda la possibilità, per le emittenti locali, di acquistare gli eventi sportivi che non sono stati rivenduti in termini collettivi; la seconda modifica corretta è quella di evitare situazioni di monopolio nelle singole piattaforme - si veda Sky - sul digitale.
La terza modifica, introdotta invece nel punto richiamato in precedenza insieme all'onorevole Pescante, relativamente a questi due «fantomatici» progetti che dovrebbero essere finanziati dalla disciplina calcistica, è a mio giudizio sbagliata.
Quindi è finita «2 a 1» per dirla calcisticamente. La modifica del Senato è pertanto una modifica positiva per due aspetti a uno.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Angelo Piazza, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.Pag. 79
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Li Causi. Ne ha facoltà.
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Li Causi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo atto che l'onorevole Beltrandi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Wladimiro Guadagno detto Vladimir Luxuria. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 19,30)
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, sarò breve. È stato per Alleanza Nazionale un momento di difficoltà l'esame di un disegno di legge che abbiamo fortemente voluto sin dalla passata legislatura e che ritenevamo e riteniamo essere uno degli elementi fondamentali per restituire trasparenza, correttezza e legalità al mondo del calcio nazionale.
Abbiamo vissuto la fase della prima lettura ed anche quella della seconda lettura al Senato con l'intendimento di arrivare ad un obiettivo condiviso. Dobbiamo prendere atto che si è trattato di un'importante occasione persa, un'occasione storica per realizzare e sanare due profonde ferite che erano state arrecate alla normativa che disciplina il calcio nazionale, ambedue introdotte da Governi della sinistra.
Infatti, sia il principio della vendita soggettiva dei diritti delle società sportive, sia l'introduzione del fine di lucro all'interno della gestione delle società sportive, sono stati «inventati» dal Governo della sinistra e sono alla base della permeabilità del mondo del calcio all'illegalità diffusa.
Occorreva, pertanto, prevedere una norma che affrontasse queste due fondamentali questioni e, da un lato, eliminasse il fine di lucro arrivando al più presto all'eliminazione della quotazione in borsa delle società sportive e, dall'altro, alla vendita centralizzata dei diritti.
Oggi stiamo concludendo l'esame soltanto di quest'ultima. Si tratta di una vendita centralizzata che avremmo voluto più aperta, più disponibile alla partecipazione di una pluralità di operatori, più garantista in termini di concorrenza e di risultato per gli interessi delle varie società.
Tutto ciò non è stato possibile, ma rimane il fatto che stiamo prevedendo una disciplina fondamentale nell'interesse delle società calcistiche e nell'interesse del ritorno di elementi di impermeabilità almeno per la parte della cessione dei diritti all'interno della gestione delle società di calcio.
Per questo il gruppo di Alleanza Nazionale, pur con le riserve e con le critiche avanzate, con il rammarico di aver visto respinte quasi tutte le sue proposte emendative, esprime, in conclusione, un voto di astensione perché, in ogni caso, la legge sulla centralizzazione dei diritti è ormai un fatto compiuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pescante. Ne ha facoltà.
MARIO PESCANTE. Sarebbe facile raccogliere un applauso unanime con la consegna del mio intervento, ma anch'io non ho la memoria e comunico anche che saròPag. 80meno breve dell'onorevole Bono. Non è una questione di esibizione oratoria, perché l'argomento è molto delicato, per chi è attento all'autonomia dello sport. Signor Presidente, non mi preoccupo del provvedimento in esame, quanto dei provvedimenti che arriveranno.
Siamo alla vigilia di un'approvazione piuttosto scontata; sottolineo il nostro atteggiamento passato e che oggi riproponiamo. Siamo d'accordo nel principio e nel contenuto, ma siamo in totale disaccordo con la procedura seguita e su taluni aspetti non indifferenti del provvedimento, come, per esempio, le argomentazioni per sostenere la procedura dell'urgenza e della delega.
Per quanto riguarda l'urgenza, parlano i fatti. Segnalo che in prima lettura il provvedimento è stato approvato il 23 gennaio, mentre per la seconda lettura siamo arrivati a metà giugno. Ci sono sei mesi per i decreti legislativi; ci saranno dodici mesi per i decreti correttivi. Se il Governo utilizzerà tutti questi tempi, per rendere esecutivo il provvedimento in esame occorrerà un anno e mezzo. Questa è la prima argomentazione offertaci per giustificare l'urgenza.
La seconda argomentazione consiste nel fatto che i diritti televisivi rappresentano l'architrave dello sport italiano, così come ha dichiarato il Ministro competente. Signor Presidente, avrei potuto distinguere tra lo sport italiano e il calcio italiano. I diritti televisivi avrebbero anche potuto costituire l'architrave finanziario del calcio italiano, ma non dello sport italiano con le sue quaranta federazioni, quindici milioni di praticanti e oltre ottocentomila dirigenti dilettanti. Questa è l'architrave dello sport italiano e non quella del calcio professionistico!
Per quanto concerne la terza ed ultima argomentazione, è stato sostenuto che la crisi del calcio e il suo scandalo dipendono - cito testualmente - dalla sperequazione dei contributi derivanti dai diritti televisivi. Ma per favore! Ogni addetto ai lavori sa benissimo che non c'è interrelazione tra le tessere telefoniche del signor Moggi e i diritti televisivi. Quindi, anche questo argomento, in aggiunta all'ultimo che fa riferimento a quanto avviene in altri Paesi, non è appropriato. Sono stati citati gli esempi della Germania e della Francia. Non è giusto! Ci sono due leggi che hanno solo stabilito la centralizzazione della commercializzazione! Nessuna legge nazionale è scesa nei dettagli delle modalità con cui tali fondi dovessero essere attribuiti. Questi non sono fondi pubblici diretti a soggetti pubblici, ma fondi privati di società private, la cui amministrazione va alla Federcalcio ed alla Lega. Se le procedure e i meccanismi - non c'è mutualità - non sono accettate dal Governo, questo può intervenire esercitando la sua funzione di vigilanza, ma non attraverso una legge dello Stato.
Signor Presidente, confermiamo le nostre perplessità. Lo ripeto, è una situazione delicata non nella fattispecie, ma per un discorso di autonomia dello sport. Non dimentichiamo che tale autonomia è sancita da una legge dello Stato, ratificata dalla legge istitutiva del CONI. Non può essere modificata da un'altra legge, a meno che non si metta in discussione il principio generale. È un'autonomia che è stata sempre rispettata. Nei cinque anni della precedente legislatura, durante il Governo Berlusconi, non è stata approvata una sola legge senza il consenso e la consultazione della base: la legge sulle società sportive dilettantistiche, voluta dalla base, la controriforma della legge Melandri - in questo settore si è anche recidivi! - che riformava il CONI e così via (Una voce: Basta!).
Infine, vorrei rispondere al collega che mi ha invitato a concludere, dicendogli che la parola «basta» l'ho sentita pronunciare dal mondo dello sport che invita la politica a non intaccare la sua autonomia che ha consentito allo sport italiano di raggiungere risultati dignitosi e decorosi.
In conclusione, per tali ragioni, soprattutto come monito per il futuro, il gruppo di Forza Italia vigilerà affinché il confine tra sport e politica non sia superato e non ci sia un'invasione di campo.
Pertanto, pur condividendo la sostanza del provvedimento, anche il gruppo diPag. 81Forza Italia si asterrà in sede di votazione finale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rusconi (Commenti). Ne ha facoltà.
Per favore, evitiamo i commenti.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, a nome del gruppo L'Ulivo - che voglio ringraziare per il lavoro svolto in Commissione - preannunzio l'espressione del voto favorevole sul provvedimento in esame che auspico venga approvato con grande condivisione, perché è urgente, necessario e ristabilisce un criterio di maggiore equità.
La presenza in aula del Ministro Gentiloni e dei due sottosegretari Lolli e Vimercati, che hanno seguito il provvedimento, segnala che il passaggio al Senato...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANTONIO RUSCONI... è stato utile, perché ha raccolto riflessioni e obiettivi proposti dalla stessa maggioranza nel primo dibattito alla Camera, affinché la commercializzazione centralizzata non pregiudichi la libera concorrenza e favorisca situazioni di monopolio e per valorizzare e favorire il ruolo delle emittenze private sui prodotti invenduti o non trasmessi. Tali emittenti locali fanno soprattutto informazione, e non business, e non è casuale che, parallelamente, in queste ore, la Commissione cultura, su una proposta del presidente Folena, che ringrazio, sta valutando il testo finale della Commissione di indagine sul calcio professionistico che ci ha permesso di conoscere approfonditamente su tali temi il parere degli attori protagonisti del nostro sport più popolare.
Si tratta di un provvedimento coerente con il quadro europeo - basterebbe ricordare l'audizione del commissario Arnaut e le decisioni della Commissione europea del luglio 2003 sulla Champions, sulla Bundesliga, sulla Premier League - coerente con le conclusioni della Commissione di indagine di questo Parlamento nel 2004 e con il disegno di legge proposto dall'onorevole Ronchi, di Alleanza Nazionale.
Dobbiamo riconoscere alla Lega professionisti un rapporto costruttivo durante l'iter del provvedimento, in quanto è stata disponibile a rivedere opinioni consolidate, nella convinzione che in gioco vi fosse il futuro di tutto il sistema calcio, delle serie minori e, in particolare, dei dilettanti e dei vivai.
Quando è iniziato l'iter del provvedimento, il mondo del calcio era sconvolto dal più grande scandalo: tutte le cariche erano dimissionarie. Con l'elezione del dottor Abete il calcio professionistico italiano ha ritrovato, con la pienezza dei suoi organi, più credibilità e forza.
Il nostro calcio professionistico, infatti, si trova tuttora ad un bivio. Recentemente, il quotidiano sportivo più diffuso ha evidenziato che il campionato di serie A di quest'anno ha segnato il minimo storico di spettatori: la metà dei tifosi negli stadi rispetto a vent'anni fa. Vi è la consapevolezza congiunta che le tribune senza pubblico fanno male anche alle televisioni. Ci deve consolare che la Premier League, che da anni persegue la vendita centralizzata dei diritti, rimane nettamente la prima in Europa per i diritti.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANTONIO RUSCONI. Dobbiamo votare, dunque, questo provvedimento, anzitutto perché reca con sé più giustizia ed equilibrio, permettendo alle diverse società professionistiche di competere con più possibilità. Associo a questo concetto di equità l'ordine del giorno Giulietti, che ho firmato, perché chiede di rivedere le trasmissioni in chiaro che devono essere un diritto di tutti i cittadini del nostro Paese e che sono rimaste congelate dal 1999.
Termino con le parole di congedo del commissario Luca Pancalli, che vogliono essere anche un ringraziamento per la sua opera. Egli aveva detto di perseguire un unico obiettivo: riportare serenità per ridare al mondo del calcio dignità e democrazia.Pag. 82
La serenità passa attraverso la capacità di dialogare con tutte le componenti. Il calcio non è tutto malato; vi sono centinaia di migliaia di persone che fanno parte di un mondo pulito.
Dobbiamo dare ottimismo a tutti i tifosi e gli appassionati italiani. Sono convinto che questa legge porterà ottimismo al calcio italiano, perché complessivamente darà più risorse...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, non capisco per quale ragione bisogna determinare dei comportamenti così sgradevoli, mentre un deputato parla.
ANTONIO RUSCONI. Ho terminato Presidente, ma la ringrazio. La legge complessivamente attribuisce più risorse non solo alle squadre più importanti, ma a tutto il sistema del calcio e ciò dovrebbe dare ottimismo e soddisfazione a tutto il Parlamento e a tutti i parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PIETRO FOLENA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA, Relatore. Signor Presidente, capisco che può apparire irrituale ma, visto che siamo nell'ultima fase di esame di un provvedimento che, dopo il voto, diventerà legge, vorrei esprimere un ringraziamento, innanzitutto, agli uffici e al servizio studi della Camera, nonché al personale della Commissione, che ci ha aiutato in un percorso complicato, ma molto utile.
In secondo luogo, vorrei esprimere un apprezzamento molto forte per tutti i soggetti di questo processo riformatore e per il Governo. Ricordo che, nell'esame di questo provvedimento, si era partiti con una delega che aveva incontrato ostilità, anche comprensibili, da parte delle opposizioni; tuttavia, vi è stata una capacità di ascolto, resa possibile anche dal lavoro della maggioranza, che ringrazio, ma soprattutto delle opposizioni.
Credo che, con il contributo decisivo delle opposizioni - nella prima lettura alla Camera, al Senato e anche in quest'ultimo passaggio - siamo giunti ad approvare una legge che non è perfetta, ma è una piccola rivoluzione di giustizia democratica nel campo del calcio. Essa, infatti, permette una migliore distribuzione delle risorse e rappresenta anche un primo atto di riforma dei mercati televisivi, su cui il Parlamento, nell'attuale legislatura, sarà ancora molto impegnato.
Pertanto, voglio dare atto che su questo tema vi è stata davvero una capacità di ascolto tra le diverse parti del Parlamento, che ritengo abbia consentito di fare qualcosa di buono e, peraltro, è un fatto che non accade spesso in questa legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1496-B, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlatePag. 83manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1496-B):
Presenti 432
Votanti 286
Astenuti 146
Maggioranza 144
Hanno votato sì 282
Hanno votato no 4
(La Camera approva - Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Vedi votazioni).