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Sull'ordine dei lavori (ore 14,12).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, le vorrei sottoporre una riflessione sull'ordine dei lavori, legata alla probabilità, o all'eventualità, che possa accadere qualcosa che intendo preventivamente illustrare.
Stiamo per illustrare e votare una questione pregiudiziale di costituzionalità legata ad un provvedimento il cui testo è giunto all'esame dell'Assemblea con una certa formulazione. Quindi si può votare Pag. 19in un modo o nell'altro, ma è su quel testo che è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità.
Ove mai il Governo - è quanto si è appreso informalmente - decidesse di porre la questione di fiducia su un testo diverso rispetto a quello nei confronti del quale oggi abbiamo presentato la questione pregiudiziale di costituzionalità, quid iuris, signor Presidente? In altre parole, avremmo presentato un atto parlamentare che sarebbe posto nel nulla (sono molti gli atti da noi compiuti tranquillamente posti nel nulla senza grandi problemi!); nel momento in cui viene sottoposto alla nostra attenzione un testo su cui verrà posta la questione di fiducia in un certo modo, dovremmo essere messi nelle condizioni di usare lo stesso strumento che adesso stiamo adoperando su questo testo, ovverosia di riproporre la questione pregiudiziale di costituzionalità.
Non so se vi siano precedenti sul tema, ma non mi sembra una questione di lana caprina, ma se così fosse considerata, evidentemente questi strumenti di cui noi disponiamo non hanno l'effetto né la dignità di atti che un Parlamento come il nostro dovrebbe porre in essere nei confronti di quanto sta accadendo. Signor Presidente, non è una questione da prendere sotto gamba, poiché riguarda anche la dignità del potere e della capacità di legiferare del Parlamento.
Non voglio entrare nel merito di quanto sta accadendo; ormai apparteniamo ad una Camera che sta alla finestra e che ratifica tutto ciò che viene trasmesso dal Senato. Dunque, non occupiamoci di tale argomento, ma intendo sottoporre la seguente questione: a cosa servirebbe la questione pregiudiziale di costituzionalità se, dopo cinque minuti, dovessimo votare, a occhi blindati, un testo diverso da quello nei confronti del quale abbiamo presentato la questione pregiudiziale di costituzionalità?
Gradirei una risposta perché non mi sembra molto remota la possibilità che avvenga quanto ho illustrato.
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
GIORGIO LA MALFA. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, ieri, in apertura della discussione sulle linee generali sul provvedimento in esame, ho fatto presente alla Presidenza che, poiché secondo le informazioni provenienti dagli organi di stampa, le informazioni politiche di cui disponiamo, il Governo stava preparando un emendamento integralmente sostitutivo - notizie che non sono state smentite nemmeno dal sottosegretario che cortesemente partecipava ai lavori dell'Assemblea - ho chiesto se fosse ragionevole che il Parlamento iniziasse una discussione sulle linee generali, sapendo che, salva una smentita del Governo nelle ore successive, avremmo prodotto un lavoro inutile.
Mi pare che l'onorevole Leone sollevi molto giustamente una questione, signor Presidente, che ha a che fare con la sostanza dei nostri lavori. Se ho capito bene, secondo l'onorevole Leone, una volta respinta la questione pregiudiziale ed iniziata la discussione, se il Governo propone un testo integralmente sostitutivo del testo di 37 articoli che stiamo esaminando, a quel punto come si fa a valutare i requisiti di costituzionalità del testo, prerogativa che il Parlamento ha nei confronti del Governo?
Quindi, le chiederemo, signor Presidente, se non sia il caso di sospendere adesso la seduta in attesa che il Governo faccia conoscere al Parlamento le sue determinazioni. Quando le suddette saranno note, si avvierà la procedura nei tempi opportuni per poter giungere ad una valutazione dei testi come essi sono.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
Pag. 20PRESIDENTE. Sulla stessa questione?
TEODORO BUONTEMPO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ho ascoltato l'intervento dei due colleghi. Ritengo che la situazione sia anche più grave, perché stiamo iniziando i lavori, senza che vi sia stata una comunicazione da parte della Presidenza in ordine a quale testo sarà oggetto del nostro esame; noi comunque ci troviamo a discutere sul testo approvato in Commissione.
Per quanto è dato sapere, un po' a tentoni, il testo varato dalla Commissione non è quello cui probabilmente il Governo presterà la maggiore attenzione. Inoltre, vi è un testo presentato originariamente alla Camera, ma, secondo alcune notizie, pare che vi sia un altro testo che non è né quello della Commissione né quello presentato all'origine.
Sta avvenendo di tutto, signor Presidente, ma come affermato anche giorni fa, il Presidente della Camera rappresenta l'intera Camera e anche quando vi sono legittime pretese o anche forzature da parte dei gruppi parlamentari, spetta al Presidente tutelare l'intera Camera.
Credo che la Camera meriti un chiarimento. Eventualmente, sarebbe opportuno sospendere i lavori in attesa che il Presidente chiarisca la situazione. Se il testo sul quale il Governo pone la questione di fiducia non è quello approvato in Commissione, non possiamo discutere la pregiudiziale di costituzionalità, perché quest'ultima è legata ad un certo testo: non si può valutarla a prescindere dal testo.
Concludendo, ritengo che la Camera debba sospendere i suoi lavori e che la Presidenza della Camera ci debba fornire il testo sul quale si procederà con i nostri lavori. Signor Presidente, sono state presentate anche proposte emendative ad un certo testo.
Abbiamo diritto o no di sapere se il testo è quello sul quale abbiamo presentato gli emendamenti: altrimenti, si tratta di un'espropriazione e, quindi, i tempi in Aula devono essere diversi da quelli che ci pare di capire saranno previsti.
ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sullo stesso argomento?
ANTONINO LO PRESTI. Sono un cofirmatario della questione pregiudiziale di costituzionalità e, pertanto, ritengo di poter esprimere una mia valutazione in proposito.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori?
ANTONINO LO PRESTI. Sì naturalmente sull'ordine dei lavori e sulle questioni che hanno sollevato i colleghi che mi hanno preceduto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Si tratta di questioni sicuramente importanti poiché sollevano una problematica fondamentale, vale a dire il ruolo di quest'Assemblea. Le sottolineature che hanno ritenuto di porre i colleghi che mi hanno preceduto riguardano proprio (se le analizziamo a fondo) il ruolo di quest'Assemblea.
È evidente a tutti che una questione pregiudiziale presentata al disegno di legge licenziato dalla Commissione sta mettendo in chiara difficoltà tutti noi, perché in questa sede siamo pronti a discutere su un testo, ma non sappiamo cosa accadrà tra poco e se, al di là di quella porta, è già pronto il Ministro per i rapporti con il Parlamento con un nuovo testo alternativo, sul quale porrete la questione di fiducia. In entrambi i casi, signor Presidente, ritengo che si debba comunque procedere, in questo momento, al voto della questione pregiudiziale presentata, per rispetto alla dignità del Parlamento, che non può essere influenzato da eventi esterni, riportati soltanto dalla stampa. Pag. 21Nel momento in cui il Governo dovesse, poi, presentare un altro testo, sarà compito di chi ne avrà l'intenzione, se vi saranno i presupposti e le condizioni, presentare un'altra questione pregiudiziale.
Ciò che si vuole evidenziare è proprio questo: cari colleghi, siamo ridotti - peggio di un'assemblea di condominio - a ratificare questioni che provengono dall'esterno, senza sapere nemmeno come organizzare i nostri lavori, perché questa maggioranza e questo Governo ci stanno mettendo in tali condizioni.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, intervengo per condividere le argomentazioni svolte da altri colleghi, in modo particolare, quelle relative al fatto che non è possibile discutere su una questione pregiudiziale relativa ad un testo che non si può conoscere. Infatti, sui giornali - anche in questo caso, fuori dal Parlamento - è stato ampiamente dichiarato che sarebbe stata posta la questione di fiducia su un testo ancora da definirsi.
Pertanto, in primo luogo, a nome del gruppo, chiedo che vengano sospesi i lavori finché non si viene a conoscenza del testo del provvedimento per poi, eventualmente, discutere la questione pregiudiziale, ma dopo averlo conosciuto! In secondo luogo, signor Presidente, le chiedo di prendere una posizione sul fatto (che si sta verificando oggi, ma che si è già verificato più volte) che il Parlamento è sostanzialmente spogliato delle sue competenze in ordine alla discussione di provvedimenti importanti. In questo caso, addirittura, vi è stato un lavoro svolto in Commissione e oggi in Assemblea non si sa quale sia la posizione del Governo.
La questione di fiducia dovrebbe essere posta proprio con riferimento ad una parte del programma di Governo, ma che venga prima spiegata in maniera chiara e trasparente. Si deve sapere prima su cosa il Governo porrà la questione di fiducia; non può essere qualcosa che viene confezionato e «arrabbattato» al momento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per affermare che già ieri la discussione sulle linee generali è andata avanti con il freno a mano tirato, perché le agenzie di stampa e i giornali parlavano di un'ipotetica questione fiducia, che, peraltro, è ricorrente in questo scorcio di legislatura. Oggi - anzi, qualche minuto fa - abbiamo letto alcune agenzie che davano per certa, per bocca di un autorevole esponente del Governo, la posizione della questione di fiducia alle ore 15 su questo provvedimento, che già di per sé è delicato. Esso, inoltre, ha comportato in Commissione un confronto e un dibattito molto serio e rispettoso, ma alla fine, indubbiamente, ha evidenziato una situazione delicata e difficile della maggioranza. A tale provvedimento, comunque, prima di entrare nel merito e senza parlare dell'autonomia di questo Parlamento (mi sembra che la nostra sia ancora una Repubblica parlamentare), è stata presentata una questione pregiudiziale di costituzionalità che, evidentemente, è stata scritta sulla base del testo licenziato dalla Commissione.
Con la certezza che il maxiemendamento o il testo sul quale sarà posta la questione di fiducia non sarà né il primo, né il secondo, ma un terzo, ritengo di associarmi ai colleghi che mi hanno preceduto nel chiedere la sospensione della seduta per verificare e conoscere il testo che il Governo vorrà presentare per poi porvi la questione di fiducia ed, eventualmente, riprendere con una questione pregiudiziale che potrebbe esser ancora valida Pag. 22rispetto ad un testo che leggeremo in seguito.
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente vorrei solamente esprimere una considerazione poiché è presente in aula il rappresentante del Governo. Ho sotto mano una fonte di agenzia in cui è scritto, secondo il sottosegretario Montagnini, che alle 15,30 il Ministro Chiti verrà in aula a consegnare un terzo nuovo testo con la presentazione di un maxiemendamento - egli ci indica anche l'ora - su cui verrà posta la questione di fiducia.
Mi rivolgo allora al sottosegretario che è proprio qui davanti a noi: se lei ha reso questa dichiarazione ci può togliere da questa impasse, in quanto questo velo di ipocrisia non può continuare a veleggiare in quest'aula del Parlamento. Lei si deve assumere, a nome del Governo, la responsabilità e alle 15,30 torneremo in aula ad ascoltare il Ministro Chiti che ci consegnerà questo nuovo testo su cui porrà la questione di fiducia.
PRESIDENTE. Mi pare che siano stati posti tre ordini di argomenti. Vorrei rassicurare chi li ha sollevati che si tratta - ad avviso della Presidenza - di argomenti seri che meritano certamente di essere presi in considerazione. Se posso scherzare, presidente Leone, aggiungerei che non mi permetterei mai di prendere sotto gamba un argomento per il solo fatto che venga proposto da quella «cattedra».
Queste, per l'autorevolezza di chi li propone e per l'ordine degli argomenti, sono davvero questioni che vanno affrontate; tuttavia, consiglierei di tenere in conto la differenza che esiste tra ordini di questioni che riguardano la sostanza delle cose, la politica e anche la possibile valutazione della corrispondenza dei Regolamenti sulla base dei quali noi operiamo e le situazioni che si stanno determinando nei comportamenti dei soggetti protagonisti delle vicende politiche e istituzionali.
Se noi guardiamo le cose così come si presentano ora - su cui naturalmente pesano anche alcuni elementi di probabilità, come quelli cui si è fatto riferimento e che lo sono effettivamente, ma che non sono tali da cancellare la condizione a noi oggi presente - rebus sic stantibus, il Presidente non può che ordinare la discussione secondo le regole e la prassi fin qui esercitata che non contiene eccezioni.
La questione pregiudiziale, cioè quella per cui un determinato argomento non debba discutersi, appartiene al provvedimento nel suo complesso e infatti interviene nella discussione sulle linee generali. In questo caso si colloca subito dopo la fine di essa e prima dell'esame degli articoli. Sul piano procedurale è evidente che l'eventuale questione di fiducia - nel caso si verificasse la probabilità di cui abbiamo parlato, assolutamente attendibile - atterrebbe ad un emendamento sul futuro di questo provvedimento. Come voi sapete, la questione pregiudiziale non riguarda gli emendamenti, ma il provvedimento nel suo complesso. Del resto, il deputato Lo Presti, uno dei firmatari della questione pregiudiziale, ha chiesto espressamente che si proceda in queste condizioni e da questo punto di vista non mi pare vi siano dubbi.
Se e quando verrà presentato l'emendamento e nella forma in cui lo sarà, e se verrà annunciata la volontà del Governo di porre la questione di fiducia sull'approvazione dello stesso, la Presidenza considererà la possibilità - che io credo ragionevole e per alcuni versi necessaria - di restituire quel testo alla Commissione, affinché possa svolgere un esame supplementare del testo medesimo alla luce della novità che si sarebbe così determinata.
Infine, penso che l'evoluzione dei nostri lavori e del governo dell'attività della Camera dei deputati a questo proposito possa farci considerare, prossimamente, anche la possibilità, qualora i parlamentari e i gruppi lo riterranno, di affrontare le questioni regolamentari che si ponessero alla luce di queste innovazioni di prassi.