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Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991 (A.C. 2861); e delle abbinate proposte di legge: Zeller ed altri; Zeller ed altri; Boato (583-661-188) (ore 9,55).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2861)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
L'onorevole De Brasi ha facoltà di svolgere la relazione.
RAFFAELLO DE BRASI, Relatore. Signor Presidente, la Camera è chiamata ad approvare il disegno di legge di ratifica dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi. Il ritardo dell'Italia stava diventando insostenibile, se si pensa che la Convenzione è stata firmata il 7 novembre 1991 e si considera che alcuni Protocolli sono stati firmati dall'Italia più di dodici anni fa, mentre altri sono stati firmati da almeno cinque anni.
È del tutto evidente che, senza la ratifica dei Protocolli, non sarebbero entrati in vigore i contenuti di questi ultimi e l'Italia, di conseguenza, non avrebbe potuto partecipare pienamente alla realizzazione dei progetti comuni definiti nel programma di lavoro pluriennale della Conferenza delle Alpi, che attengono alla mobilità, all'accessibilità e al transito; alla società, alla cultura e all'identità; al turismo, al tempo libero e allo sport; alla natura, all'agricoltura, alla silvicoltura e al paesaggio colturale.
Nella precedente legislatura, la procedura di ratifica si bloccò soprattutto in merito alla ratifica del Protocollo sui trasporti. Anche in questa legislatura la discussione si è concentrata sulla stessa materia. La novità che ci consente di auspicare un'approvazione a larghissima maggioranza della ratifica dei Protocolli - e in particolare di quello sui trasporti - è costituita dalla dichiarazione interpretativa che ha accompagnato la sottoscrizione della Convenzione sulla protezione delle Alpi da parte dell'Unione europea, nel senso di scongiurare l'esercizio di un diritto di veto da parte di uno Stato contraente rispetto alla progettazione di nuove infrastrutture e nel senso di tutelare il diritto comunitario in materia di trasporti rispetto al Protocollo che riguarda la stessa materia.Pag. 5
Sottolineo, inoltre, il parere positivo della IX Commissione (Trasporti), che, nelle premesse, richiama la politica dei trasporti delineata dall'Unione europea nel quadro della strategia di Lisbona - in particolare con la comunicazione della Commissione del 22 giugno 2006 - nonché, specificatamente, i progetti della rete transeuropea, il programma Marco Polo e la direttiva sull'eurobollo.
La IX Commissione ci propone, altresì, alcune osservazioni coerenti con lo spirito della Convenzione, in quanto essa non esclude la modernizzazione infrastrutturale e non si propone di penalizzare la nostra economia e le imprese italiane che operano nel settore dei trasporti.
La Convenzione punta a uno sviluppo sostenibile e integrato dell'arco alpino, propone una pianificazione territoriale ed economica sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, pone obiettivi di protezione della natura e del paesaggio, di sviluppo dell'agricoltura di montagna, come presupposto del mantenimento delle biodiversità e della difesa della specificità e della tipicità dei prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento di montagna, obiettivi di pianificazione e protezione forestale, di miglioramento della compatibilità ambientale di produzione, distribuzione e utilizzo dell'energia, obiettivi di difesa del suolo e di protezione di terreni meritevoli, inclusi nelle aree protette, obiettivi di sviluppo sostenibile per il turismo, anche valorizzando le aree di confine.
Come si vede, la Convenzione non contrappone lo sviluppo all'ambiente, ma propone un nuovo paradigma: la sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo, che è poi l'unico modo moderno per creare nuovo sviluppo, soprattutto in un'area così fragile, come l'arco alpino.
Infine, rivolgo una raccomandazione al Governo: si cerchi di evitare un'attuazione dirigistica dei Protocolli di attuazione della Convenzione e si faccia in modo, invece, che sia partecipata, in primo luogo, dalle regioni e dagli enti locali, in base al rispetto delle competenze e del principio di sussidiarietà verticale, in modo tale che venga organizzato un sistema di governance basato sulla cooperazione istituzionale. L'attuazione sia partecipata inoltre dalle popolazioni alpine, sulla base del principio della sussidiarietà orizzontale, attraverso processi decisionali democratici, la negoziazione democratica dei conflitti, il partenariato pubblico e privato, la valorizzazione delle reti locali associative e di tutti i saperi alpini.
Signor Presidente, colleghi, sulla base di questa visione, raccomando all'Assemblea l'approvazione del disegno di legge di ratifica dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
PATRIZIA SENTINELLI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole De Brasi e la Commissione affari esteri, che si è resa protagonista delle osservazioni sottoposte all'Assemblea. La Convenzione per la protezione delle Alpi mira a promuovere la protezione dell'arco alpino e la salvaguardia dell'intero ecosistema naturale delle Alpi, nonché a tutelare gli interessi economici e culturali delle popolazioni residenti nei Paesi membri.
D'altro lato, la ratifica di questa Convenzione diventa sempre più urgente, perché è sempre di maggiore attualità e rilevanza il contenuto che propone, alla luce delle crescenti preoccupazioni di tutto il mondo politico e scientifico sullo scioglimento dei ghiacciai e sull'impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi alpini e sull'economia delle zone montane, annoverate tra quelle che più risentono dell'innalzamento della temperatura e delle sue conseguenze negative.
Oggi siamo alla conclusione di un iter faticoso, lungo e approfondito, volto a superare anche quei ritardi cui si faceva riferimento nella relazione, che ha consentito il perfezionamento di alcune parti, per superare le criticità che si erano presentate nella scorsa legislatura.
Infine, raccogliamo - voglio dirlo con estrema chiarezza - le raccomandazioni che il relatore ha rivolto al Governo in Pag. 6ordine all'attuazione della ratifica della Convenzione relativamente al processo partecipativo e, in particolare, al coinvolgimento delle regioni e dei territori. Si tratta di una materia assai delicata che richiede non solo cura, ma particolare attenzione, affinché la Convenzione possa essere concretamente attuata, per la delicatezza del tema e per il significato strategico che essa riveste per l'intera politica italiana.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole De Brasi, per la sua pregevole relazione, e la Commissione affari esteri, per il prezioso lavoro svolto in sede di esame del disegno di legge di ratifica dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi. Ringrazio anche il Viceministro, Patrizia Sentinelli, per la sua presenza e il suo intervento attivo in questa vicenda.
Abbiamo di fronte un disegno di legge di iniziativa dei Ministri D'Alema e Pecoraro Scanio, di concerto con numerosi altri Ministri, presentato alla Camera dei deputati il 3 luglio 2007.
Tuttavia, vorrei ricordare che il primo giorno dell'attuale legislatura, personalmente - a nome del gruppo dei Verdi, ovviamente - presentai un'iniziativa parlamentare per la ratifica e l'esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi (mi riferisco all'atto Camera n. 188) e vorrei dare atto ai colleghi del gruppo delle Minoranze linguistiche del fatto di avere presentato un analogo strumento per dare la più immediata e tempestiva attuazione alla ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione in oggetto.
La Commissione affari esteri, dopo che sull'argomento si era pronunciata la Giunta per il Regolamento, ritenendo legittima anche l'iniziativa parlamentare in tale materia, ha obiettivamente cominciato abbastanza tempestivamente l'esame nella seduta del 3 maggio scorso, con l'ampia relazione del relatore De Brasi, e io stesso sono intervenuto di fronte alla Commissione affari esteri nella successiva seduta del 16 maggio.
Rievoco ciò per ricordare che l'iniziativa parlamentare è stata tempestiva, il lavoro della Commissione è stato altrettanto tempestivo e, successivamente, positivamente il Governo ha assunto l'iniziativa di presentare un proprio disegno di legge di ratifica, azione che del resto aveva intrapreso anche il Governo di centrodestra nella scorsa legislatura, ma con una differenza: nella scorsa legislatura la Camera dei deputati aveva approvato integralmente la ratifica di tutti i nove Protocolli della Convenzione per la protezione delle Alpi, mentre al Senato della Repubblica la maggioranza di centrodestra aveva soppresso il riferimento al Protocollo relativo ai trasporti.
Una volta che il disegno di legge del Governo Berlusconi è tornato in questo ramo del Parlamento, la Camera dei deputati l'ha approvato di nuovo integralmente, reintroducendo anche il riferimento al Protocollo trasporti; successivamente trasmesso al Senato, il disegno di legge è rimasto insabbiato alla Commissione affari esteri del Senato.
È bene ricordare tali vicende perché, se esiste una continuità istituzionale relativa all'obbligatorietà dell'iniziativa di ratificare i protocolli che i Governi pro tempore hanno sottoscritto, vi è stato un comportamento parlamentare di alcuni settori del centrodestra - non tutti, per la verità - che ha ostacolato tale percorso. Questa è la ragione per cui, nonostante la Convenzione per la protezione delle Alpi sia stata sottoscritta a Salisburgo nel 1991, sia stata ratificata nel nostro Paese con la legge n. 403 del 14 ottobre 1999 e sia entrata in applicazione il 27 marzo 2000, tutti i nove Protocolli di attuazione, che sono stati ricordati opportunamente dal relatore, sono rimasti ancora inattuati.
Siamo soddisfatti dell'impegno che adesso ha assunto il Governo, del lavoro del relatore e dell'impegno della Commissione e crediamo che la sollecitazione che più volte abbiamo esercitato e che hanno esercitato anche i colleghi delle Minoranze Pag. 7linguistiche sia stata indirizzata nel senso positivo di arrivare, finalmente - in ritardo rispetto al processo storico, ma tempestivamente rispetto all'attuale legislatura - alla definitiva approvazione di tutti i nove Protocolli (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e Socialisti e Radicali-RNP).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.
KARL ZELLER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, intervengo a nome della componente del gruppo Misto-Minoranze linguistiche per ringraziare il Governo dell'iniziativa sottoposta alla nostra attenzione e per annunciare il nostro voto favorevole alla ratifica dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi.
Tale ratifica ci sta particolarmente a cuore e l'abbiamo seguita con grande attenzione nell'attuale e nella passata legislatura, anche intervenendo con nostre iniziative legislative, considerando il ritardo con il quale i Governi di turno affrontavano la tematica.
Nella XIV legislatura, il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica dei nuovi Protocolli alla Convenzione delle Alpi era stato presentato dal Governo, ma il Senato stralciò la parte relativa alla ratifica del Protocollo trasporti, impedendo la conclusione dell'iter di approvazione parlamentare in quella legislatura.
Il ritardo accumulato in questi anni è troppo e ha posto l'Italia in grande imbarazzo, considerando anche il fatto che Bolzano è la sede della sezione operativa del Segretariato permanente della Convenzione, organo che offre un aiuto tecnico, logistico e amministrativo per l'attuazione della Convenzione e dei suoi Protocolli.
La Convenzione per la protezione delle Alpi, fatta a Salisburgo nel 1991, è stata ratificata dall'Italia nel lontano 1999 ed è entrata in applicazione il 27 marzo del 2000. Si tratta, quindi, di un accordo-quadro di grande importanza, che fissa gli obiettivi per una corretta politica ambientale, per la salvaguardia delle popolazioni e delle culture locali e per l'armonizzazione degli interessi economici e la tutela del delicato ecosistema alpino.
Per raggiungere tali obiettivi, le parti si sono impegnate ad assumere misure adeguate attraverso l'adozione di questi Protocolli in esame. Pur essendo rammaricati del ritardo, ringraziamo il Governo per aver agito recentemente con più sollecitudine e preannunciamo il nostro voto favorevole alla Convenzione.
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché ho visto che lei ha frettolosamente liquidato la discussione del primo disegno di legge attinente al Protocollo sulla Croce Rossa.
Vorrei capire se le dichiarazioni di voto sono ancora possibili, perché mi sembra che cambiare il simbolo alla Croce Rossa sia un fatto enorme e grave sul piano della storia e della tradizione.
PRESIDENTE. Onorevole Salerno, quando riprenderemo l'esame del disegno di legge di ratifica n. 2782, senz'altro lei potrà intervenire per la dichiarazione di voto finale.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.