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Si riprende lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,20).
(Inquinamento presso l'area dell'ex gasometro di Bari - n. 2-00038)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Cagno Abbrescia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00038 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Signor Presidente, la mia interpellanza è rivolta ai ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e della salute, a causa del silenzio e della sordità degli organi locali, i quali avrebbero dovuto attivarsi in merito a due beni essenziali: la salute dei cittadini e la bonifica del territorio.
L'area dell'ex gasometro di Bari, come tutte le aree di impianti dismessi in cui si svolgeva tale attività, è caratterizzata da una serie di problematiche ambientali che interessano la salute pubblica. Sotto questo profilo, l'assenza degli organi locali sul piano della ricerca di una soluzione per la bonifica e la messa in sicurezza dell'area, mi ha spinto a rivolgermi alle massime autorità di tutela della salute e del territorio.
L'area dell'ex gasometro si trova in una zona centralissima della città di Bari: è contornata da edifici condominiali di sette o otto piani in cui abitano persone; c'è un mercato rionale; ci sono aree destinate a parcheggi a pagamento; ci sono scuole; insomma, c'è una vita che pulsa per ventiquattr'ore al giorno e per 365 giorni.
L'area è attualmente caratterizzata dalla presenza sia di sostanze inquinanti e pericolose, quali metalli pesanti, composti aromatici, idrocarburi leggeri e pesanti, presenti nel e, conseguentemente, nella falda sottostante, sia di esalazioni continue (le relative indicazioni sono contenute nel decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471, che stabilisce i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza dei siti ed il ripristino ambientale degli stessi).
Il livello di pericolosità di tali sostanze inquinanti è costituito anche dai vapori del suolo e dall'inquinamento della falda, come ho già detto. A fine ottobre 2004, venne consegnato all'amministrazione comunale, assieme al progetto preliminare per la bonifica dell'area, il documento di analisi di rischio redatto dal professor ingegner La Forgia e dal professor ingegner Ficarella. In tale documento, in base ad un'attenta analisi svolta sia secondo i criteri richiesti dalla normativa in vigore nel 2004, ossia il decreto ministeriale n. 471 del 1999 - come ho ricordato in precedenza -, sia dalla normativa attualmente in vigore, ossia il decreto legislativo n. 152 del 2006, nelle conclusioni veniva dichiarato molto chiaramente che i contaminanti presenti nell'area hanno concentrazioni che - leggo testualmente - «provocano rischi non accettabili per i residenti, adulti e bambini, e per chi accede alle zone limitrofe all'area in esame, con pericoli per la salute, quali quello di cancerogenesi, correlati alla presenzaPag. 6di composti aromatici, e la qualità della risorsa idrica» - ossia ciò che è sottostante - «è compromessa».
Sintetizzo ora rapidamente ciò che affermano gli allegati circa gli organi bersaglio sui quali le sostanze incidono e quali sono tali sostanze. Esse sono il benzoantracene, la cui concentrazione è 6 volte superiore al limite di rischio previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006, il benzopirene, la cui concentrazione è 39 volte superiore al limite di rischio oggi accettabile in base allo stesso decreto legislativo n. 152, il dibenzoantracene, con una concentrazione 8 volte superiore e gli idrocarburi, con una concentrazione 56 volte superiore, al limite di rischio. Nello stesso documento pertanto è stato evidenziato - in grassetto e sottolineato - che «risulta pertanto necessario e urgente un intervento di bonifica o messa in sicurezza del sito in esame». Alla pagina 152 del medesimo documento sono riportate non solo la tabella di sintesi, che ho letto, ma anche altre sostanze pericolose che pongono i residenti a rischio di cancro. Per tutte le sostanze cancerogene segnalate, il livello di rischio cui sono sottoposti i residenti era, in base alla legge precedentemente in vigore, ossia il decreto ministeriale n. 471 del 1999, da 560 a 17 volte maggiore di quello ritenuto accettabile. Oggi, dal 2006, con la nuova normativa ambientale prevista dal citato decreto legislativo n. 152 il livello di rischio accettabile si è attenuato, ma le concentrazione presenti nell'area sono sempre da 58 ad 1,7 volte superiori al massimo ritenuto ammissibile, così come ho rilevato.
È stata posta una particolare attenzione da parte di coloro che si sono interessati al fine di elaborare il progetto preliminare per la bonifica ed allegare allo stesso le analisi di rischio, anche in considerazione della particolarità della natura del suolo e del sottosuolo, che è carbonatica e carsica, ovvero crea molte caranfolature e grotte sotterranee e, quindi, condizioni molto particolari che richiedono approfondimenti. In altri termini, il sottosuolo di Bari è particolare rispetto a quelli di altre zone d'Italia, d'Europa e del mondo. Alla luce di tale considerazione, l'amministrazione dell'epoca, che avevo l'onore di guidare, nominò un consulente esperto in materia, che ha apportato modifiche al progetto ed una taratura del progetto stesso mediante un campo di prova.
Allo stato, dall'ottobre 2004, tutto è totalmente fermo, pur essendo presenti tutte le condizioni per poter dar luogo alle procedure per la messa in sicurezza e la bonifica del sito.
Non si tratta di sollevare polemiche, poiché la politica deve interessarsi positivamente della salute, soprattutto con riferimento al problema in questione, che vede una quantità enorme di cittadini esposta a pericoli.
Attraverso la mia interpellanza, desidero sapere cosa intendano fare i ministri competenti per attivare, per accelerare il processo e per, eventualmente, sovrapporsi alle inerti autorità locali.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti, ha facoltà di rispondere.
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in merito a quanto indicato nell'interpellanza n. 2-00038, presentata dall'onorevole Di Cagno Abbrescia, relativa alla bonifica dell'area ex gazometro di Bari, anche sulla scorta di quanto comunicato dalla provincia e dal comune di Bari, preliminarmente occorre precisare che l'ex gazometro di Bari, di proprietà comunale, la cui attività è iniziata nel 1865 con la produzione di gas di distillazione del carbon fossile e convertita, poi, nel 1968 per la distribuzione del metano, non ricade all'interno del sito di interesse nazionale da bonificare «Bari Fibronit».
L'area del suddetto impianto, dismesso intorno alla metà degli anni ottanta, occupa un'estensione di oltre 13 mila metri quadrati nel pieno centro urbano di Bari, in prossimità del bacino portuale.
Successivamente ai lavori di demolizione dei manufatti e dei serbatoi presentiPag. 7nell'area, sono state condotte, nel dicembre 1996 e nel febbraio 1999, le prime indagini sul suolo.
A seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale n. 471 del 1999, che stabilisce i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, nel maggio 2001 è stato approvato in sede di Conferenza di servizi il piano di caratterizzazione dell'area in questione. Le attività di caratterizzazione, svolte nel periodo 2002-2003 mediante indagini su campioni di terreno e di acqua di falda, hanno evidenziato la presenza di un'elevata contaminazione del sottosuolo con idrocarburi policiclici aromatici.
Nell'ottobre del 2004, il comune di Bari ha elaborato un primo progetto preliminare che per le attività di bonifica prevedeva un importo pari a oltre 17 milioni di euro.
Nell'escludere, successivamente, tale progetto dal programma triennale delle opere pubbliche, sia in ragione delle soluzioni tecniche in esso contenute sia per l'indisponibilità della somma necessaria per la bonifica, il comune di Bari, nell'ottobre 2005, sottoponeva all'esame della direzione qualità della vita del ministero che rappresento il progetto preliminare di bonifica revisionato.
A seguito del parere reso nel novembre 2005 dalla predetta direzione sugli interventi di messa in sicurezza e di emergenza da porre in essere, sulle indicazioni da seguire per la predisposizione del piano di caratterizzazione e sugli interventi da prevedere nel progetto bonifica e in considerazione della ripartizione finanziaria delle risorse ex delibera CIPE n. 35 del 27 maggio 2005, approvata con delibera regionale n. 451 del 4 aprile 2006, in cui venivano stanziati 10 milioni di euro per la bonifica dell'area dell' ex gazometro, il comune di Bari ha ritenuto necessario disporre la rimodulazione della progettazione dell'intervento di bonifica.
Con il secondo atto integrativo dell'accordo di programma quadro in materia di «tutela e risanamento ambientale per il territorio della regione Puglia», sottoscritto il 27 giugno 2006 dal Ministero dell'economia e delle finanze, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dalla regione Puglia, sono stati dettati i criteri e le modalità per l'utilizzo della suddetta somma per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente del sito inquinato dell' ex gazometro di Bari.
L'intervento programmato prevede lo scavo e l'asportazione delle principali fonti di contaminazione, con destinazione a smaltimento dei materiali estratti, trattamento delle acque di falda, inertizzazione del suolo con la tecnica del jet grouting, che serve ad isolare le parti contaminate, e l'isolamento dell'intera area inquinata al fine di eliminare la preoccupante situazione di rischio ambientale-sanitario in un'area ad elevata intensità abitativa e determinare le condizioni di base per la restituibilità dell'area ad usi consentiti.
In sostanza, il processo di bonifica ha avuto l'iter e le difficoltà sopra descritti e richiamati anche nell'interpellanza. Negli ultimi mesi le novità richiamate possono produrre l'operatività sollecitata dall'onorevole interpellante.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Cagno Abbrescia ha facoltà di replicare.
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario perché ha detto qualcosa che in sede locale è difficile sapere dato che le autorità non parlano. Non posso ritenermi soddisfatto non per quanto il sottosegretario ha detto, ma perchè trattandosi di un bene primario quale la salute, dovrebbe esservi una priorità da parte degli organismi a ciò preposti.
Cito solo un episodio: quando le persone che hanno svolto delle attività in quell'area tornano nei propri uffici, l'odore che si spande dai soprabiti che hanno indossato è tale che si può immaginare quale sia la fuoriuscita di vapori da parte del suolo in oggetto. La questione, dunque, non può essere soggetta ad una burocrazia ordinaria. Si tratta di una situazione di importanza primaria e, unaPag. 8volta conosciuti i rischi ai quali la popolazione è esposta, credo si debba abbandonare qualsiasi altra attività ed operare gli interventi descritti dal sottosegretario, consistenti nella messa in sicurezza e nelle prime attività di bonifica. Sappiamo che, per quanto riguarda le acque di falda o di sottosuolo, sono necessari dei tempi anche dovuti alla speciale caratteristica del terreno.
La mia interpellanza era rivolta non solo al Ministero dell'ambiente, ma anche al Ministero della salute, che non vedo rappresentato in questa sede. Chiedo al sottosegretario presente di far intervenire anche il Ministero della salute perché si tratta di una situazione nella quale la salute dei cittadini è stata compromessa e può venire ulteriormente compromessa. È necessario un intervento importante nell'interesse dei cittadini di Bari.
(Procedura di revoca del consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding - n. 3-00064)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere all'interrogazione La Russa n. 3-00064 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 3).
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, in riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti riguardante la revoca del consiglio di amministrazione, vorrei esporre quanto segue. Contrariamente a quanto sostenuto dagli interroganti, non è proprio vero che il Ministero dell'economia e delle finanze partecipi al procedimento di nomina e, pertanto, di revoca del consiglio. Il decreto, in verità, prevede che nella società il ministro per i beni e le attività culturali eserciti i diritti dell'azionista soltanto sentito il Ministero dell'economia per quanto riguarda i profili patrimoniali, finanziari e statutari. Come prescritto, e come d'altronde è sempre avvenuto, il Ministero dell'economia e delle finanze non è coinvolto nelle nomine, se non per quanto riguarda i compensi ed altri elementi statutari, e lo stesso vale per la revoca. Anche per la nomina, dunque, del revocato consiglio di amministrazione non è stato acquisito a suo tempo, come non doveva accadere, il concerto dell'allora ministro dell'economia e delle finanze. Parallelamente, il procedimento di revoca del medesimo consiglio non ha richiesto tale concerto.
Viene sostenuta, inoltre, dagli onorevoli interroganti l'inapplicabilità al caso di specie dell'articolo 6, comma 1, della legge Frattini. Tale asserzione si baserebbe sull'argomento chiave secondo il quale lo scioglimento delle Camere, avvenuto con il decreto del Presidente della Repubblica n. 32 dell'11 febbraio 2006 sarebbe da considerare anticipato e non naturale e che, quindi, essendo la nomina del consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding avvenuta ben prima del limite temporale del mese antecedente al decreto di scioglimento previsto dalla legge Frattini nell'ipotesi di scioglimento anticipato, quest'ultima non sarebbe applicabile al caso di specie.
L'esame della dottrina costituzionale fa ritenere, senza alcun dubbio, che la XIV legislatura sia andata a scadenza naturale. Lo scioglimento anticipato delle Camere, ex articolo 88 della Costituzione, è un rimedio il cui esercizio è posto in capo al Presidente della Repubblica e determinato da una serie ben circoscritta di fattispecie patologiche delle dinamiche dei rapporti e delle attività degli organi legislativi e di Governo, che non possono essere sanate, se non dando nuovamente la parola al popolo. Solo al provvedimento correlato a tali specifici eventi, che ha il carattere della eccezionalità e della non programmabilità, si può attribuire la qualificazione di scioglimento anticipato delle Camere.
Lo scioglimento delle Camere elette a seguito delle elezioni legislative del 2001, effettuato con decreto del Presidente della Repubblica dell'11 febbraio 2006, n. 32, non può in alcun modo detenere tale qualificazione, non essendo derivato daPag. 9alcuna delle ipotesi sopra delineate. La sua adozione temporalmente antecedente allo spirare del termine dei cinque anni è stata infatti determinata da ragioni di ordine tecnico afferenti alla necessità di evitare l'affollarsi di una serie di scadenze a tutti ben note (il cosiddetto ingorgo istituzionale).
Una tesi diversa, che non distingue tra scioglimento anticipato vero e proprio e scioglimento anticipato come provvedimento tecnico, porterebbe alla distorsiva conclusione che qualsiasi provvedimento di scioglimento, che portasse una data antecedente a quella di effettiva scadenza del Parlamento, potrebbe essere ritenuto decreto di scioglimento anticipato. Nella storia della Repubblica, tutti i decreti di scioglimento hanno avuto una data anteriore a quella della cessazione effettiva, ma la dottrina costituzionale considera naturalmente scadute alcune delle quattordici legislature, tra cui proprio quella del 2001-2006.
Con riferimento alla legge Frattini poi, detta tesi avrebbe l'ulteriore effetto di rendere, di fatto, inapplicabile la prima delle due ipotesi, ovvero quella riferita alla scadenza naturale della legislatura. Viceversa, è evidente che, con riferimento alla legge Frattini, la volontà del legislatore non può che essere stata quella di dare all'espressione «scioglimento anticipato» il significato attribuito dalla dottrina costituzionale. È, difatti, assumendo implicitamente il concetto di scioglimento anticipato quale provvedimento eccezionale e non programmato, che acquista un senso la previsione del termine ristretto di un mese come range temporale da prendere in considerazione per le nomine da sottoporre a spoils system; così come, parallelamente, ha carattere di ragionevolezza e di adeguatezza il range temporale di sei mesi correlato alla scadenza naturale della legislatura, che, pure, deve essere necessariamente collegata ad un provvedimento tecnico di scioglimento.
Ed è proprio la conferma che è in questo ordine concettuale e logico che si muove la legge Frattini. Quest'ultima, per la certezza del diritto e dell'azione politico-amministrativa, non ha ricollegato il range di sei mesi alla data di detto provvedimento tecnico, essendo quest'ultima per forza di cose incerta, ma alla data - questa, sì, certa - della prima riunione delle nuove Camere.
Gli onorevoli interroganti sostengono inoltre che, nel caso specifico degli amministratori di Cinecittà Holding nominati il 21 dicembre 2005, la revoca avverrebbe in mancanza di ipotesi di giusta causa e quindi emergerebbe la possibilità di un diritto di questi ultimi amministratori, con la conseguenza che il Ministero potrebbe andare incontro a responsabilità erariale.
Come evidenziato dagli stessi onorevoli interroganti, la giusta causa di revoca si configura nel caso di inadempimento da parte degli amministratori ai loro doveri funzionali.
Nell'atto di indirizzo emanato dal Ministero sono state evidenziate gravi inadempienze nell'attività di gestione. È dunque evidente che nessuna ipotesi di danno erariale può essere configurabile in presenza di un potere di revoca legittimamente e opportunamente esercitato dal ministro per i beni e le attività culturali.
Un puntuale esame dell'attività del consiglio di amministrazione, nominato il 21 dicembre 2005, ha infatti permesso di verificare rilevanti aspetti di criticità, concretizzatisi anche in comportamenti contrari alla legge e all'atto costitutivo. L'ipotesi di giusta causa di revoca è pertanto più che ragionevole. È una strada che si è scelto al momento di non percorrere, riservandosi l'azionista, a fronte di una più approfondita indagine della direzione generale per il cinema, ogni valutazione e determinazione.
Senza procedere ad una elencazione dettagliata dei predetti aspetti, si ritiene opportuno segnalarne alcuni. Non è stato posto in essere da parte del vecchio consiglio quasi nessuno degli obiettivi principali indicati nell'atto di indirizzo del ministro pro tempore del 23 novembre 2005. Sono stati, al contrario, avviati piani e progetti non contenuti nelle linee di indirizzo dell'azionista, né previsti dalla legge o dallo statuto.Pag. 10
Sostengono, infine, gli onorevoli interroganti che il revocando consiglio di amministrazione, nei sei mesi di gestione, avrebbe ottenuto «risultati mai conseguiti precedentemente e di carattere strutturale, capaci di ridurre costi e sprechi», e forniscono anche l'elenco di tali presunti risultati.
Al riguardo, dall'esame degli atti che ha portato all'emanazione dell'atto di indirizzo del 27 giugno 2006, emerge un quadro di disfunzioni e criticità in forte contrasto con detta asserzione. Il consiglio di amministrazione ha ridefinito l'assetto organizzativo della società, facendo riferimento anche a nuovi obiettivi strategici e prioritari non concordati con l'azionista e non previsti né dalla legge, né dallo statuto. Non è stata inoltre fornita alcuna informazione - come invece dovuto - all'amministrazione vigilante riguardo a situazioni patrimoniali dei soggetti controllati. A ciò si aggiunge che diversi amministratori non hanno fatto pervenire la documentazione prevista per dimostrare di possedere i requisiti per l'assunzione della carica.
Pertanto, alla luce delle considerazioni sopra esposte, che costituiscono solo alcuni aspetti della questione, appare del tutto evidente la legittimità e l'opportunità dell'operato del Ministero.
PRESIDENTE. L'onorevole Gasparri, cofirmatario dell'interrogazione ha facoltà di replicare.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, non sono insoddisfatto, sono sconcertato. Leggerò poi il resoconto stenografico della risposta per comprenderne meglio il contenuto. Da quel poco che ho capito - a causa del linguaggio incerto che ha caratterizzato la risposta del Governo - si sono affermate solo menzogne.
Il Governo ha decapitato i vertici di Cinecittà Holding, agendo in maniera illegale e violando una serie di norme.
Tra l'altro - lo si è detto poc'anzi -, mi pare di avere capito che non abbiamo avuto uno scioglimento anticipato della legislatura, ma che si è trattato solo di un fatto tecnico. Mi compiaccio per la sapienza costituzionale di chi ha risposto, ma non è così. È stato uno scioglimento anticipato a tutti gli effetti. La Costituzione non parla di scioglimento tecnico. Non so se chi ha risposto conosca la Costituzione, comunque dopo il mio intervento mi farò carico di fornirgliene copia. Vi è lo scioglimento ordinario oppure quello anticipato e da ciò decorrono termini diversi per il cosiddetto spoils system. Infatti, in caso di scioglimento anticipato, il termine può riguardare nomine che siano intervenute nel mese precedente. Forse, signor sottosegretario, lei parlava del calcio, le hanno dato il foglio sbagliato; forse credeva che si trattasse dell'audizione sui diritti televisivi, ma l'hanno informata male. Si tuteli presso l'ufficio legislativo, retto da persone incapaci, incompetenti e irresponsabili.
Per quanto riguarda i risultati della gestione di Cinecittà Holding, sono stati effettuati, dalla gestione che è stata soppiantata, tagli alle spese per un milione e 600 mila euro, ossia una percentuale cospicua rispetto al bilancio. C'è stata questa capacità di risparmio, nonostante il taglio di trasferimenti dal Governo a Cinecittà Holding. Non sono stati ridotti i posti di lavoro, tranne, forse, quello di un direttore generale e di alcuni dirigenti apicali, che costavano 900 mila euro. Probabilmente, coloro che hanno perso questi soldi - mi pare che questo Governo stia buttando un sacco di soldi con grandi manager - hanno protestato.
Sono stati presentati progetti di valutazione del patrimonio immobiliare, sono state ridotte da otto a una le banche che avevano rapporti con la holding, con evidenti vantaggi, sono stati realizzati progetti per valorizzare il grande patrimonio di Cinecittà. Oggi, in epoca di televisioni e reti digitali, valorizzare il patrimonio di Cinecittà e dell'Istituto Luce, che tutta l'Italia conosce, è una proposta saggia e di modernizzazione, perché la gestione non può essere soltanto legata ai ricordi del passato.
Pertanto, la risposta è sconcertante perché lo scioglimento delle Camere non èPag. 11argomento irrilevante. Segnalo alla Presidenza una menzogna, perché si potrebbe creare un precedente rispetto ad una serie di interpretazioni riguardanti nomine e revoche. Vi è stato uno scioglimento anticipato del Parlamento, da cui decorrono termini entro cui non si possono fare revoche di nomine di persone.
Questa risposta è insidiosa. Le hanno dato un foglietto, signora, per creare un precedente. Lei porta un «pizzino» del Governo, di cui non so se lei abbia consapevolezza. Si tuteli, perché le hanno fatto dire cose incredibili!
Noi riteniamo che le risposte siano false. È necessario il concerto tra il Ministero dei beni culturali e il Ministero dell'economia per procedere a nomine e revoche. Sono stati rispettati tutti gli atti di indirizzo del precedente Governo, mentre si invoca, per la destituzione di questo consiglio, il fatto che non ha rispettato le direttive del precedente Governo. In realtà, invece, le ha rispettate ed è proprio questo il problema! Rispettando le direttive del precedente Governo, che era di centrodestra, non è parso vero al centrosinistra di nominare dei somari senza nessuna competenza specifica al vertice di Cinecittà Holding solo perché amici di Francesco Rutelli, in taluni casi, trombati alle elezioni perché non hanno trovato il posto in lista, o nella giunta comunale di Roma. Questi sono stati nominati dal Governo, come altrove.
C'è un processo di lottizzazione selvaggia e di aumento dei costi. Questo Governo di centrosinistra aveva detto, tra una canna e l'altra... Saluto l'onorevole Giachetti per il suo outing sulle canne, che dimostra come siamo messi bene in questo Parlamento!
ROBERTO GIACHETTI. Pensa tu che sei così, senza canne!
MAURIZIO GASPARRI. Questo Governo, che voleva ridurre i costi della politica, oggi li sta moltiplicando, con nomine che espongono a danni erariali, perché presso la giustizia amministrativa sono pendenti ricorsi per l'annullamento delle decisioni illegittime del Governo, che potranno portare a spese doppie, in quanto si dovranno pagare gli amministratori ingiustamente revocati e quelli nominati recentemente dal nuovo Governo, con spese doppie, triple, e con risarcimenti che causeranno danni erariali evidenti.
La condotta del Governo non solo viola le norme costituzionali e, attraverso interpretazioni false sullo scioglimento delle Camere, aggrava questa condotta fraudolenta, ma contraddice anche - abbiamo già avuto molti esempi al riguardo - l'intento di riduzione dei costi della politica, dei quali molte volte aveva parlato Romano Prodi.
Pertanto, riteniamo che la risposta sia da respingere al mittente per la falsità degli argomenti in riferimento allo scioglimento delle Camere, al concerto tra il Ministero dei beni culturali e il Ministero dell'economia e per le presunte insussistenti inadempienze del consiglio di amministrazione.
È stata una scelta politica. Sono un politico e non mi scandalizzo delle decisioni politiche; però le decisioni politiche vanno assunte con forme giuridiche corrette. In questo caso, non sono state rispettate le norme sulle nomine o sulla possibilità di revoca delle stesse, nell'ipotesi in cui siano effettuate nei sei mesi antecedenti la scadenza della legislatura o, come è successo in questa circostanza, nel caso di scioglimento anticipato, qualora siano state conferite nell'ultimo mese.
Sono anche curioso di leggere il testo della risposta: così capirò meglio ciò che, sussurrato in quest'aula, ho solo vagamente intuito. Tuttavia, ho compreso abbastanza per ritenermi altamente insoddisfatto per la risposta.
(Dimissioni dell'amministratore delegato dell'Istituto Luce - n. 3-00177)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere all'interrogazione De Laurentiis n. 3-00177 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 4).
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DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, in ordine all'interrogazione si rappresenta quanto segue. Il Ministero per i beni e le attività culturali esercita i diritti dell'azionista esclusivamente nei confronti di Cinecittà Holding. A sua volta, Cinecittà Holding controlla al 100 per cento l'Istituto Luce ed esercita i diritti dell'azionista nei confronti di detta società.
Con l'atto di indirizzo del 27 giugno 2006, il Ministero ha provveduto alla revoca del consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding e alla nomina di un amministratore unico nella persona di Gaetano Blandini, direttore generale per il cinema. L'amministratore unico, titolare del potere di revoca degli amministratori, così come previsto dal codice civile, in vista della scadenza del suo mandato, prevista per il 30 luglio 2006, ha provveduto a convocare regolarmente e nei termini di legge le assemblee dell'Istituto Luce e di Filmitalia Spa per il 28 luglio 2006, ponendo all'ordine del giorno l'eventuale revoca degli amministratori.
In data 26 luglio 2006, l'avvocato Sovena ha inviato al Ministero una nota con la quale ha illustrato l'attività svolta nel triennio e ha messo a disposizione il suo mandato «per senso di responsabilità e per consentire al ministro di decidere con la dovuta serenità», preannunciando pertanto la presentazione delle sue dimissioni nel corso dell'Assemblea, che si è tenuta il 28 luglio 2006.
La mattina del 28 luglio 2006 sono state presentate altre due dimissioni di consiglieri (per cui i consiglieri dimissionari sono diventati tre su cinque) e così si è determinata la condizione di decadenza dell'intero consiglio, come previsto dallo statuto.
Nel corso dell'assemblea l'amministratore unico di Cinecittà Holding ha preso atto della decadenza del consiglio di amministrazione, ai sensi dello statuto e del codice civile ed ha provveduto al rinnovo degli organi di amministrazione. Questo rinnovo - è forse il caso di sottolinearlo - è stato posto in essere dall'amministratore unico di Cinecittà Holding nella sua qualità di azionista dell'Istituto Luce.
Pertanto, quanto sostenuto dagli interroganti non corrisponde a ciò che è realmente successo.
Per quanto concerne, invece, la richiesta degli interroganti in ordine alla verifica delle spese di rappresentanza e delle spese dell'Ufficio cinema dell'Istituto Luce, si rappresenta che il Ministero per i beni e le attività culturali, con l'atto di indirizzo di cui si è detto, ha incaricato l'amministratore unico di svolgere una due diligence volta ad evidenziare lo stato patrimoniale e finanziario di Cinecittà Holding e di tutte le società controllate.
Giova, infine, rammentare che, comunque, l'organizzazione dell'Istituto Luce prevede la presenza di un collegio dei revisori e di un comitato di sorveglianza che procedono effettivamente alla verifica di legittimità e di congruità delle spese sostenute dalla società.
PRESIDENTE. L'onorevole Barbieri, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, non posso dichiararmi soddisfatto per la risposta per due ordini di motivi.
Innanzitutto, vorrei partire dalla fine: cosa vuol dire che il collegio sindacale procede ad una verifica? Sottosegretaria Mazzonis, devo ricordarle che in questo paese sono stati numerosi i casi in cui il collegio sindacale non ha verificato nulla. Presumo che lei sappia (anche se non so da dove venga) che, in occasione della fusione tra la Bipop e la Cassa di risparmio di Reggio Emilia, vi sono state conseguenze penali per alcuni membri del collegio sindacale.
Non serve a nulla, quindi, sostenere quanto lei ci ha riferito. Sarebbe stato corretto se avesse usato il condizionale, vale a dire se avesse detto che il collegio sindacale «dovrebbe» verificare. Ma vorrei rappresentare che, riguardo a tale sicurezza - che si traduce in sicumera - in ordine all'attività di verifica del collegio sindacale, nutro molti dubbi.Pag. 13
Ricordo che l'interrogazione presentata, tuttavia, chiedeva al ministro per i beni e le attività culturali di accertare e verificare le spese di rappresentanza e le spese dell'Ufficio cinema dell'Istituto Luce. Tenga conto, signor sottosegretario, che questo atto di sindacato ispettivo è stato presentato il 1o agosto. Oggi è il 17 ottobre: capisco le ferie e tutto il resto, ma dopo settantotto giorni sarebbe anche lecito immaginare che il Governo sia giunto ad una conclusione sulla questione.
Vi è un altro motivo per il quale non posso ritenermi soddisfatto (anche se non intendo scatenare una polemica eccessiva). Noi, infatti, intendiamo denunciare un episodio, e nella sua risposta non vi è nulla che confuti le nostre accuse. Pensa forse che io ed i miei colleghi interroganti, gli onorevoli Tucci e De Laurentiis, non sappiamo che Blandini è stato nominato commissario per un mese? Vorrei rilevare che non vi era bisogno di presentare un'interrogazione per conoscere le notizie che lei ha riferito, perché le abbiamo lette sulla stampa questa estate! Noi chiedevamo di sapere qualcosa in più, ma lei non ha risposto! Domandavamo, infatti, se corrispondesse al vero la notizia secondo cui il ministro per i beni e le attività culturali avrebbe esercitato pressioni nei confronti di una certa persona. Si vede che l'onorevole Rutelli ha imparato sin da quando era sindaco di Roma ad occupare, tramite suoi amici, tutto ciò che è occupabile; dopodiché, sarà un problema vostro, vale a dire della maggioranza, capire se tutte le nomine spettino alla Margherita e ai DS, o se tocchi anche lei, che appartiene a Rifondazione Comunista, una piccola parte di esse! Ebbene, anche in tal caso vi erano due modi per rispondere: «è vero» o «non è vero», ma lei non ha utilizzato nessuna delle due espressioni!
Vorrei pertanto concludere esprimendo, nello stesso spirito con cui si è precedentemente rivolto a lei il collega Gasparri, una considerazione. Nutro grande rispetto per tutti gli uffici legislativi di tutti i ministeri; tuttavia, soprattutto in base alla cultura dalla quale lei proviene, sottosegretario Mazzonis, sarebbe bene che la responsabilità delle risposte rese in questa aula non venisse affidata a fogli predisposti dall'ufficio legislativo del suo dicastero!
In tal senso, vorrei evidenziare, signor sottosegretario, che ho conosciuto esponenti del precedente Governo Berlusconi che mettevano da parte le risposte elaborate dal competente ufficio legislativo e venivano in questa sede mettendoci la loro faccia! Lei, invece, mi ha letto un «brodino» preparato in una stanza di via del Collegio romano!
(Svolgimento della Festa dell'Unità nel Parco dei Ravennati ad Ostia antica - n. 3-00078)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Buontempo n. 3-00078 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 5).
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, in merito all'interrogazione in oggetto, si riferisce quanto segue. L'ufficio occupazione suolo pubblico del comune di Roma ha chiesto agli uffici territoriali del Ministero l'autorizzazione per l'occupazione del suolo pubblico relativo al Parco dei Ravennati per svolgervi la Festa dell'Unità 2006. In tale richiesta, veniva precisato che le strutture montate dagli organizzatori avrebbero avuto carattere di manufatti ad uso temporaneo, tali da non procurare modifiche sul territorio circostante.
Per quanto attiene alla tutela dei beni archeologici, la sovrintendenza per i beni archeologici di Ostia ha evidenziato che nella richiesta formulata dal comune era specificato che le strutture non avrebbe interessato il sottosuolo del parco in oggetto, sottoposto, come è noto, a vincolo archeologico.
Si rileva infine che all'interno del parco, negli anni 2003, 2004 e 2005, si sono già svolte edizioni precedenti dellaPag. 14Festa dell'Unità, nonché altri tipi di manifestazione, senza che sia stato arrecato alcun danno a tale parco. Tra le manifestazioni organizzate, la più importante per dimensioni è stata quella della Federazione italiana della caccia, tenutasi nel 2003. Nessuna di tali manifestazioni ha comportato alcun danno al patrimonio archeologico dell'area.
PRESIDENTE. L'onorevole Buontempo ha facoltà di replicare.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, la risposta fornita dal sottosegretario è da attivista di partito, non da rappresentante del Governo. Si tratta di un'area, piaccia o no, protetta da ben tre leggi dello Stato! Se un'area è inserita nella riserva naturale del litorale romano, non si può prescinderne e scegliere a particelle; è un'area pregiatissima, a ridosso di Ostia antica, del castello di Giulio II, nel cui sottosuolo sono collocati reperti archeologici importantissimi.
Sollevo, in primo luogo, un problema di autorizzazioni. Al riguardo, non è competente il municipio, ma occorre il nulla osta del Ministero per i beni e le attività culturali e via seguitando. Il sottosegretario non mi ha risposto, perché l'area dove è ubicata Ostia antica è protetta dal decreto n. 42 del 2004, dalla legge 6 luglio 2002, n. 137, articolo 10, e dal decreto del 29 marzo 1996 che inserisce il parco in oggetto nella riserva naturale del litorale romano. Il decreto, in particolare, elenca taluni divieti e le autorizzazioni necessarie.
Non ho potuto ascoltare la prima parte della risposta e, pertanto, non so se lei abbia fatto riferimento alle autorizzazioni concesse dai ministeri competenti (come avrebbero potuto farlo, in deroga alle norme vigenti!). Anche se nel 2002 e nel 2003 sono state violate le norme, si deve continuare a farlo? Non è un problema di chi abbia organizzato la festa, perché in quella zona di Roma, nel XIII municipio, non mancano certo aree libere, che non siano a ridosso di un sito archeologico di pregio, di fama internazionale.
Non credo sia un bello spettacolo, quando ci si reca presso l'antico porto di Roma, vedere i reperti archeologici di Ostia antica con una baraccopoli a ridosso! Il turismo si difende anche con la tutela dell'arredo urbano! I reperti archeologici si difendono anche dall'inquinamento e dall'uso improprio!
Quando un TIR calpesta un terreno - vorrei vedere quale tecnico è capace di sottoscrivere il contrario - provoca danni nel sottosuolo nel quale siano collocati reperti archeologici.
Ho sollevato questi problemi anche quando al Governo vi era il centrodestra, quindi ho titolo per rappresentarli.
Signori sottosegretari, non potete venire in aula e leggere documenti redatti da funzionari che, anziché affrontare il merito delle questioni, tendono soltanto ad addurre motivi di giustificazione! Non è sotto accusa il Governo, perché ciò è accaduto anche nel 2002 e nel 2003. È sotto accusa un sistema che ritiene di potersi muovere al di fuori delle regole!
Pertanto, quando vi recate in aula a fornire le risposte, dovete avere cognizione di ciò che si sta trattando: lei deve sapere dov'è quell'area di cui sto parlando (sembra si tratti di un prato o di una stradaccia!). Lei deve capire dove è collocata l'area in questione e che valore riveste dal punto di vista storico, archeologico, ambientale e naturalistico!
Lei mi viene a leggere una cosa che appartiene ad altri, ad un altro mondo, non all'interrogazione. Chiedo al Presidente della Camera, tramite il Presidente di turno, ma anche al ministro per i rapporti con il Parlamento, di attivarsi affinché questa musica cambi. Deve cambiare questo sistema di risposta alle interrogazioni! Non possiamo svolgere una delle più alte funzioni attribuite dalla Costituzione al deputato, se otteniamo risposte che non entrano nel merito di ciò che chiediamo, risposte che non rispettano la funzione del Parlamento!
Prego pertanto il Presidente della Camera di individuare il modo più opportuno e sereno per far presente che quando si viene in Assemblea a rispondere agliPag. 15strumenti del sindacato ispettivo occorre conoscere gli atti, le questioni, i luoghi; occorre anche che i funzionari che rispondono siano sottoposti al controllo dell'autorità politica.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, riferirò le sue osservazioni al Presidente della Camera.
(Progetto di realizzazione di un punto informativo nei pressi del santuario della Madonna delle armi nel comune di Cerchiara di Calabria - n. 3-00126)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Santelli n. 3-00126 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 6).
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Il santuario della Madonna delle armi in Calabria ha presentato un progetto per la realizzazione di un punto informativo nel Parco del Pollino. Questo progetto effettivamente, in una prima versione, è stato approvato dalla sovrintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Cosenza, da cui dipende quell'area.
Il progetto, a dir la verità, non si inserisce proprio in una zona incontaminata, bensì all'interno di una sistemazione - basta recarsi sul luogo per rendersene conto, ma già le fotografie lo dimostrano in modo preoccupante - a rampe e parcheggi, realizzata qualche anno fa nell'ambito di un progetto di valorizzazione del santuario. Un comitato cittadino però ha manifestato sostenendo che ulteriori danni a questo territorio non erano ammissibili. L'associazione Italia Nostra si è unita a questa protesta e pertanto è stata riconvocata la conferenza di servizi presso la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Calabria. La sovrintendenza interessata ha riesaminato il progetto dell'ente parco, proponendo una versione fortemente mitigata, dal punto di vista del rispetto del paesaggio e dell'impatto ambientale.
L'ufficio periferico ha assicurato che il progetto, nella sua versione finale, avrebbe effettivamente rispettato questi elementi di mitigazione proposti dalla sovrintendenza e che, alla luce di ciò, l'impatto sarebbe risultato minore. Tuttavia, dopo le proteste di cittadini e l'insistenza sul danno, che ancora appariva da non sottovalutare, la stessa sovrintendenza ha svolto ulteriori rilievi, prendendo atto anche dello stato di degrado degli altri edifici esistenti e di un disordine generale del contesto, ed ha chiesto così al comune di predisporre un articolato piano di intervento.
Alla luce di tutto questo, si è chiesto di sospendere la realizzazione del punto informativo in questione, per mettere invece in atto un intervento complessivo ed organico che non danneggi il paesaggio. Pertanto attualmente i lavori sono sospesi e si attende il piano del comune.
PRESIDENTE. L'onorevole Santelli ha facoltà di replicare.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, non sono soddisfatta della risposta del sottosegretario, perché avremmo preferito una definizione molto più chiara della posizione ministeriale. Stiamo parlando di una costruzione che va a porsi esattamente in una zona inedificabile, oltre che in una zona destinata specificamente all'area verde. Il progetto è del comune di Cerchiara.
Le numerose varianti sottoposte o non sono state portate in conferenza di servizi o, più genericamente, sono state portate avanti contro la cittadinanza e il parere espresso dalla regione Calabria. Mi consenta di leggerle brevemente - e credo che gli uffici, magari con un minimo di approfondimento in più, avrebbero potuto fornirle anche questa documentazione - ciò che scrive l'assessorato all'urbanistica e al territorio della regione Calabria. Sottolineo, peraltro, che non si tratta di una giunta di centrodestra; al contrario, mi risulta che l'assessore sia molto vicino allePag. 16posizioni del sottosegretario. Secondo l'assessorato c'è una sostanziale difformità fra il progetto e le previsioni dello strumento urbanistico vigente. La realizzazione del manufatto, qualunque essa sia, è illegittima.
Pertanto, qui non si pone il problema di sospendere, verificare o ricontrollare, ma esiste un problema - è quanto chiesto al Ministero per i beni e le attività culturali - di protezione di un santuario che risale al 1400; c'è un problema di protezione dell'area circostante. Mi sarei aspettata dal ministero una posizione molto netta che affermasse che ogni cosa circostante il santuario, proprio per la sua valorizzazione turistica e architettonica, deve essere protetta (sicuramente protetta da strani centri informativi, opere cementizie o colate di cemento).
Sembra strano riscontrare questa volta, in un Governo generalmente molto attento a tali tematiche, una posizione così flebile.
(Revoca degli incarichi di reggenza presso le soprintendenze del Veneto - n. 3-00210)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Agrò n. 3-00210 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 7).
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, in ordine all'interrogazione indicata si precisa quanto segue. La situazione degli uffici periferici del Ministero per i beni e le attività culturali situati nella regione Veneto viene seguita con grande attenzione, come d'altronde succede per questi istituti in tutte le altre regioni. Che vi sia carenza di personale dirigenziale è un fatto assolutamente noto, nel senso che i reggenti sono stati sospesi alla luce di un invito della Corte dei conti formulato quattro anni fa, con il quale si invitava a non mantenere i reggenti e a effetuare nuovi concorsi. Come sapete, sulla questione dei concorsi nella pubblica amministrazione si sono registrati grandi ritardi durante la passata legislatura, per cui molti problemi non sono stati risolti.
Al fine di ovviare, però, alla carenza di personale dirigenziale e garantire il funzionamento degli istituti periferici che, effettivamente, non hanno titolari, si è proceduto a nominare dei dirigenti ad interim, i quali saranno sostituiti dai dirigenti individuati nei prossimi concorsi.
Al momento, si stanno espletando procedure concorsuali per la copertura di 11 posti per dirigente nel settore della storia dell'arte e di 5 posti per dirigente di biblioteca.
Altre procedure concorsuali sono state richieste al dipartimento della funzione pubblica e siamo in attesa di risposta.
Inoltre, il Ministero per i beni e le attività culturali ha affrontato la questione nel decreto-legge n. 262 del 3 ottobre 2006, che autorizza l'avvio di concorsi per il reclutamento di 40 unità nella qualifica di seconda fascia. La seconda fascia è proprio quella ricoperta dalle professionalità di cui parla l'interrogazione.
Speriamo, pertanto, che questo problema si possa risolvere, non solo per il Veneto ma anche per tutte le altre regioni italiane che incontrano le medesime difficoltà.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Agrò ha facoltà di replicare.
LUIGI D'AGRÒ. Signor sottosegretario, lei mi ha fatto la cronistoria di quello che sta accadendo. In particolare, mi interessava la parte attinente all'articolo 16 del decreto-legge n. 262 del 3 ottobre.
Capisco che il ministero guardi con grande attenzione a quanto si è verificato in Veneto, dove alcune persone hanno doppi o tripli incarichi e non riescono a svolgere assolutamente nella maniera dovuta il proprio ufficio. Visto che, auspicabilmente, verrà bandito questo concorso per 40 posti, a me interessava sapere con più precisione come potrà essere tutelata la figura del reggente.
In altri termini, sappiamo perfettamente che alcune persone in questi anniPag. 17hanno sopperito alla carenza di personale e svolto il loro ruolo con grande ed alta professionalità. Il rischio è che questi reggenti spariscano dalle attenzioni del ministero e non siano più tutelati. Quindi, mi interessava sapere effettivamente come il ministero valuti l'opportunità di chiudere il cerchio creando all'interno dei 40 posti un'area riservata per coloro che avevano svolto funzioni di reggenza.
Sotto questo profilo la risposta del sottosegretario non è assolutamente soddisfacente; conosciamo la cronistoria dei fatti e mi auguro che vi sia in seguito un supplemento di indagine da parte del sottosegretario e che con una futura interrogazione mi venga fornita una risposta più conveniente ed esaustiva.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.