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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (1746-bis) (ore 9,48).
(Esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 2), sui quali, ricordo che, ove non ritirati, il parere del Governo e della Commissione è contrario.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 30.600, che è in distribuzione. Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato alle 12 di lunedì 13 novembre.
Avverto, inoltre, che il Governo ha appena presentato una serie di nuovi emendamenti al testo a partire dall'articolo 17. Tali emendamenti sono al vaglio di ammissibilità della Presidenza. I testi degli stessi saranno distribuiti non appena completato tale vaglio. Successivamente sarà stabilito il termine per la presentazione dei subemendamenti in tempi congrui per un adeguato esame da parte dei gruppi.
Dovremmo ora passare alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leone 5.01.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,10.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leone 5.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che questo sia uno degli argomenti più importanti che il Parlamento sta affrontando nell'esame della legge finanziaria. Si tratta di un tema di grande interesse; infatti, nel corso della giornata di ieri, la discussione ha impegnato non solo la maggioranza, ma anche il rapporto tra maggioranza ed opposizione.
La nostra discussione è aperta alle iniziative di miglioramento del testo iniziale del disegno di legge finanziaria: ciò dimostra la grande disponibilità da partePag. 3della maggioranza e del Governo verso tutte le proposte che hanno intenzione di produrre un miglioramento del testo e degli effetti che esso intende determinare sull'insieme dell'economia italiana. Da tale punto di vista, è evidente che la discussione non è predeterminata, ma aperta e libera, e consente a tutti di procedere nell'ambito dell'esercizio pieno della funzione parlamentare propria di tutti i deputati di questa Camera.
Signor Presidente, credo che oggi, al fine di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti anche nell'organizzazione dei nostri lavori, dopo aver esaurito l'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5, si possano esaminare altri cinque-sei articoli della legge finanziaria entro il termine delle 13,30. In questo modo sarà possibile, nella giornata di domani, esaminare gli articoli ancora non oggetto di modifica da parte del Governo, cioè gli articoli dal 17 in poi.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che siamo nelle condizioni di lavorare adeguatamente durante la mattinata di oggi per ottemperare al nostro compito. Si tratta del compito importante di consegnare al paese una legge finanziaria all'altezza della domanda dell'economia e delle imprese italiane, che sempre più hanno bisogno di innalzare il tasso di competitività. Credo che potremo consegnare una legge finanziaria anche all'altezza della domanda posta dalle famiglie italiane, dai lavoratori dipendenti e dai lavoratori autonomi.
Questo è il compito che ci poniamo. La maggioranza ed il gruppo dell'Ulivo faranno tutto il possibile perché la discussione in quest'aula sia aperta, disponibile al confronto ed al miglioramento di una legge finanziaria la cui portata è quella evidenziata anche in sede di discussione sulle linee generali. Mi riferisco, soprattutto, alla parte della manovra che si realizza sul cuneo fiscale e sul costo del lavoro. Si tratta di un punto importantissimo che, quando lo affronteremo, renderà ancora più evidente che questa legge finanziaria tende alla crescita, allo sviluppo e non solo - anche se si tratta di un importante obiettivo posto dall'Europa - al risanamento della finanza pubblica del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di volto la deputata Provera. Ne ha facoltà.
MARILDE PROVERA. Con la proposta emendativa in esame si tocca una materia delicata riguardante le disposizioni relative al contratto collettivo per i lavoratori dei servizi di trasporto pubblico locale. Abbiamo visto come non riuscire a rispondere con attenzione a tali problemi, grazie alle disattenzioni del Governo precedente, abbia complicato la vita delle varie città rendendo impossibile l'effettuazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Sono stati messi in difficoltà i lavoratori stessi che hanno visto leso il loro salario, il riconoscimento del valore del loro lavoro, della prestazione di un servizio pubblico essenziale per la vita delle grandi città in cui sarebbe indispensabile che il servizio pubblico avesse, invece, uno spessore sempre maggiore. Si tratta di un lavoro che va riconosciuto appieno con il suo valore e nel suo diritto di vedere rispettata, nei tempi dovuti, la quantità del salario spettante.
Tale norma, con una serie di artifizi, fa in modo che non vi sia la certezza di arrivare alla chiusura di tali contrattazioni. Infatti, fa sì che non vi sia uno stanziamento definito ed opportuno per questo tipo di operazione contrattuale in modo da dare la possibilità e la certezza a tutte le aziende di servizio pubblico di adempiere ai contratti. Quindi, sicuramente si riaprirà una lunga stagione di contenziosi perché non vi sarà la certezza dell'esercizio contrattuale per ottenere il riconoscimento dei diritti sanciti a livello nazionale dalla legge e dai contratti.
L'articolo aggiuntivo in esame, dunque, ha in sé alcune insidie pesanti per il riconoscimento legislativo dei lavoratori e di quanto a loro dovuto. Inoltre, mettere nell'incertezza totale questa categoria dalPag. 4punto di vista contrattuale renderà difficile anche la possibilità di avere un servizio pubblico correttamente esercitato in tutte le città, nel paese e sui territori. Ciò significa creare difficoltà a tutta la cittadinanza poiché si mette in difficoltà la possibilità dell'esercizio pubblico dei trasporti. Significa contribuire a creare quegli elementi di non sicurezza e non garanzia per l'insieme della popolazione sul buon funzionamento del servizio pubblico disincentivandolo e, quindi, peggiorando la vita nelle città, particolarmente nelle grandi metropoli.
Infine, vorrei sottolineare come avere la garanzia salariale, un'erogazione che consenta l'esercizio effettivo del contratto collettivo per i lavoratori dei servizi non affidato esclusivamente ad una possibilità di recupero sui crediti d'imposta, sia un sacrosanto diritto. Non riconoscere tale diritto e non garantire tali punti di sicurezza viola nel profondo la dignità del lavoratore e della persona. Dunque, ritengo che la proposta emendativa in esame vada respinta (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Avverto che è stato chiesto alla Presidenza il controllo delle tessere di votazione; quindi, invito i deputati segretari a procedere a tale adempimento (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leone 5.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 262
Maggioranza 132
Hanno votato sì 9
Hanno votato no 253
Sono in missione 53 deputati).
Prendo atto che i deputati Balducci, Volontè e Delfino non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leone 5.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
TOMMASO FOTI. Presidente, non si tolgano le schede!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 277
Maggioranza 139
Hanno votato sì 19
Hanno votato no 258.
Sono in missione 52 deputati).
Prendo atto che i deputati Balducci, Volontè e Delfino non sono riusciti a votare.
TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Giustamente è stato richiesto il controllo delle tessere di votazione; tuttavia, credo che dai banchi nei quali non vi è nessun collega e dunque non vi è la possibilità di votare, non si debbano rimuovere le schede, perché ciascun deputato è libero di uscire e di rientrare fino al momento del voto (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. Il controllo delle tessere di votazione avviene così...
TOMMASO FOTI. Non avviene così! In ogni caso, io ero in aula e non mi è stato consentito di votare la seconda volta.
Pag. 5PRESIDENTE. Evidentemente, non era in aula.
TOMMASO FOTI. Io ero in aula!
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Marinello 5.05.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo (Al momento dell'ingresso in aula dei deputati dell'opposizione, applausi ironici dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)... Ringraziamo i colleghi della maggioranza ma, visto l'orario, riteniamo sia necessario, soprattutto da parte della maggioranza, garantire il numero legale, in considerazione dell'atteggiamento di assoluta responsabilità manifestato dall'opposizione (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Dicevo che ci troviamo di fronte ad un articolo aggiuntivo che punta sostanzialmente a riconsiderare un tema già affrontato nel decreto fiscale e che rappresenta un ulteriore grave onere per i cittadini relativamente alla compensazione delle prestazioni professionali; in particolare, si vincolano i cittadini all'utilizzo di conti correnti o di assegni bancari, determinando un'attività molto più complessa e burocratica. Tale tema è stato denunciato più volte dall'Associazione dei consumatori, dalle associazioni di tutela dei cittadini; noi lo abbiamo più volte denunciato in quest'aula durante l'esame del decreto fiscale e lo riproponiamo in sede di discussione della legge finanziaria.
In tal modo cerchiamo di dare una mano ai cittadini in occasione delle transazioni con i liberi professionisti, creando le condizioni per riuscire a semplificare la vita di tutti i giorni e determinando un miglior rapporto tra i cittadini e lo Stato. A seguito dei provvedimenti che avete approvato - la legge finanziaria, il cosiddetto decreto Bersani e il decreto fiscale - colpite infatti tutto il mondo dei liberi professionisti.
La finalità dell'articolo aggiuntivo in esame è dunque quella di eliminare il problema dei compensi in denaro per il pagamento delle prestazioni professionali. Un intervento che Alleanza Nazionale condivide e sul quale ribadisce il proprio voto favorevole nella logica più ampia di recuperare un efficace dialogo e un'attenzione sui temi inerenti le difficoltà soprattutto dei soggetti deboli e degli anziani che, ovviamente, non solo si troveranno in difficoltà al momento di tali adempimenti, ma rischieranno di subire costi aggiuntivi. Non dobbiamo dimenticare che, attraverso questo tipo di intervento, si fa un grande favore agli istituti di credito, che in questi anni non hanno di certo abbassato i costi.
Il sistema bancario, che doveva essere più vicino alle esigenze del cittadino e delle imprese, anche sulla base dei temi di Basilea 2, in realtà determina ulteriori possibili costi che tutti i cittadini dovranno pagare. Quindi, siamo di fronte ad un aumento della tassazione diretta e della tassazione degli enti locali, a transazioni sempre più complesse, a un aumento della burocrazia e ad ulteriori costi derivanti anche dagli effetti indotti dalle scelte che il Governo Prodi sta adottando.
Per tutti questi motivi, dichiaro il voto favorevole di Alleanza Nazionale sull'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, colleghi, nell'economia dei lavori, svolgerò un unico intervento valido sia per il mio articolo aggiuntivo 5.05 sia per il successivo 5.06, sempre a mia prima firma, anche perché trattano materie assolutamente analoghe.
Con queste proposte emendative intendiamo riproporre all'Assemblea alcuni aspetti particolari del decreto Visco-Bersani; decreto che il paese ha dovuto subire durante l'estate e che ancora oggi continua ad animare il dibattito tra le categorie produttive interessate.
In particolare, interveniamo sull'aspetto relativo al sistema di pagamento traPag. 6cliente e professionista che, a nostro avviso, ai tempi del suddetto decreto, è stato assolutamente sottovalutato. Tra l'altro, si tratta di una questione posta in rilievo da tutte le categorie, dai collegi professionali, ma anche da associazioni di cittadini.
Come vedete, questi due articoli aggiuntivi hanno natura esclusivamente ordinamentale, non prevedendo alcuna copertura finanziaria. Allora, se tali proposte emendative non incidono sul bilancio dello Stato, non comprendiamo la ratio del vostro provvedimento.
Infatti, se non producono assolutamente costi, non riusciamo assolutamente a spiegare l'ostinazione del Governo a voler mantenere norme di questo genere, che trovano semmai una spiegazione nella vostra pervicace volontà vessatoria nei confronti di quelle fasce sociali che considerate diverse e distanti da voi. Ormai è assolutamente chiaro che il paese è spaccato in due, per la verità non in maniera assolutamente equanime perché la maggior parte del paese oggi sta con noi; dalla nostra parte c'è l'Italia che lavora, che produce, che voi, invece, ritenete assolutamente estranea. Abbiamo riproposto l'articolo aggiuntivo anche per dare un'opportunità a tutta la Camera dei deputati e, in maniera particolare, ai colleghi parlamentari - ne vedo anche qualcuno seduto tra i banchi dell'attuale maggioranza parlamentare - che pure fanno bella mostra di sé nei convegni degli ordini e dei collegi professionali, talvolta sfilano anche con i professionisti italiani, ma poi si sono trincerati, nei confronti del decreto Visco-Bersani, dietro il voto di fiducia.
Ci rendiamo conto che tale decreto fu convertito ponendo la questione di fiducia e, quindi, difficilmente potevano sottrarsi al vincolo di appartenenza, ma ora in questo caso, siamo in un iter parlamentare assolutamente normale. Di conseguenza, alla luce di questo discorso, diamo loro una possibilità: se la vorranno cogliere ne prenderemo atto noi, ma soprattutto il paese, gli ordini professionali e i collegi a cui loro dicono di appartenere; se, invece, continueranno nel loro errore, allora la finiscano di presentarsi alle manifestazioni. Evidentemente, la loro posizione è del tutto di comodo!
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, le chiedo un minuto, anche perché non interverrò sul successivo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Un minuto, no!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Allora, mi riservo di continuare a svolgere le mie considerazioni nel successivo intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Presidente, con questa norma - che, giustamente, l'articolo aggiuntivo a cui intendo apporre la mia firma chiede di sopprimere - la maggioranza, se tale sarà anche in questo voto, rende più farraginosa l'evasione, ma non la supera o la elimina; anzi, in qualche modo la istiga e la incentiva. È buonsenso approvare questo articolo aggiuntivo, tenendo presente che con la storia dell'obbligo del pagamento con titoli e con il divieto di pagare in moneta, non solo è stato reso un favore alle banche ed è stata spostata una quantità di risorse e di costi dai privati agli istituti di credito - il che mi meraviglia, sbalordisce che sia una maggioranza come la vostra a fare tutto ciò -, ma si introduce un principio spaventoso, e cioè non si possono accettare e fare corrispettivamente pagamenti in moneta.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. In altre parole, stabiliamo il principio che la moneta non ha corso accettabile e nonPag. 7è lecito operare con la moneta legale dello Stato: questo è un principio che potrebbe dilagare, e sarebbe gravissimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Marinello 5.05 perché ritengo eccessivamente gravoso l'obbligo previsto dal comma 12 dell'articolo 35 del decreto-legge n. 223 del 2006, che impone il pagamento con assegni circolari per i corrispettivi superiori oggi a 1.000 euro e domani a 500 e, infine a 100 euro. Tutto ciò viola il principio generale relativo alla possibilità di pagare in moneta contante ed è un costo eccessivo per il contribuente, che paga il costo dell'assegno bancario, e per il professionista, che deve versare l'assegno sul conto e poi prelevare. Inoltre, vorrei far considerare al Governo che il comma 12 prevede che anche per i corrispettivi pagati in danaro - quindi, per i pagamenti sotto i 1.000 euro - il professionista deve emettere la fattura e non può spendere tale cifra perché il comma 12 prevede che anche per i pagamenti effettuati in denaro ha l'obbligo di versarli sul proprio conto corrente e, poi, deve prelevare dallo stesso i soldi necessari per effettuare le spese giornaliere ed anche quelle di studio.
Quindi, si tratta di una doppia operazione anche per i pagamenti in danaro. Di conseguenza, ritengo che il comma 12 sia eccessivamente gravoso per il professionista e, quindi, sottoscrivo l'articolo aggiuntivo Marinello 5.05.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei sapere se il viceministro Visco abbia i «piedi per terra». In questo paese moltissima gente di basso reddito, piccole e piccolissime imprese non hanno nemmeno il conto corrente. Quindi, figuriamoci se possono pensare di poter pagare con bancomat ed assegni quando hanno soltanto la moneta liquida, che magari mettono sotto il materasso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, mi interessava solo che mi chiamasse, visto che lei non voleva darmi la parola. Parlerò successivamente, ma le volevo soltanto insegnare che posso parlare a titolo personale anche se intervengo per un richiamo al regolamento nell'ambito dell'esame dello stesso emendamento.
PRESIDENTE. Lei aveva chiesto la parola per un richiamo al regolamento, che è normale si conceda dopo la conclusione delle dichiarazioni di voto e della votazione.
TOMMASO FOTI. No, l'ho chiesta prima!
PRESIDENTE. Poi mi farà capire se intende parlare successivamente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, richiamo i colleghi su un bellissimo articolo di qualche giorno fa di una delle più brillanti firme del giornalismo italiano, Aldo Cazzullo, che, polemizzando con il centrodestra all'opposizione, diceva: «È talmente grottesca l'opposizione di questi, che in alcune manifestazioni hanno polemizzato con la maggioranza sostenendo che la stessa vuole abrogare la carta moneta come mezzo di pagamento». Per la verità, il ministro Visco è venuto alla nostra festa a Fiuggi ed ha anticipato che la sua intenzione sulla tracciabilità è non soltanto impedire il pagamento con moneta corrente per quanto riguarda le prestazioni note, ma anche arrivare ad un sistema nel quale il pagamento in monetaPag. 8venga eliminato a tutti i livelli: ciò è stato detto pubblicamente. Allora, quello che per i brillanti giornalisti è una specie di incubo, è qualcosa di grottesco che l'opposizione sta rappresentando sul futuro del nostro paese, è la realtà parlamentare di oggi, per la quale un cittadino non può più pagare e estrarre dal portafoglio delle banconote perché non sono più un mezzo di pagamento valido. Credo che in Italia ci sia anche una Costituzione e dei principi generali dell'ordinamento.
ELIO VITO. Presidente, sospendiamo la seduta! C'è il Comitato dei nove in corso!
PRESIDENTE. Prego i colleghi di lasciare tranquilli i deputati che siedono al banco del Comitato dei nove. Colleghi, per favore, si può sospendere questa riunione in corso?
ELIO VITO. Sospendiamo la seduta!
GUIDO CROSETTO. Sospendiamo la seduta!
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, prosegua pure.
CARLO GIOVANARDI. Voglio vedere cosa accadrà in futuro, quando pagherò una prestazione - per esempio, al mio perito filatelico, per una perizia - estraendo 100, 200 o 300 euro (queste sono le somme che in futuro entreranno in vigore): il professionista mi dirà che non può accettare il pagamento e io non lo pagherò. Credo che qualcuno solleverà il problema dinanzi alla Corte costituzionale e la stessa dovrà dichiarare se il cittadino italiano non possa soddisfare una prestazione con moneta legale di questo ordinamento in quanto obbligato a pagare un aggio ad una banca. Quindi, su ogni pagamento debbo dare una tangente ad una banca o avere una carta di credito e, di conseguenza, far lucrare una terza persona, abolendo un principio generale che dura da sempre, cioè che l'affidabilità dei cittadini verso lo Stato deriva dal fatto che le banconote sono moneta corrente. Sulle 1.000 o sulle 10 mila lire c'era scritto «è pagabile al portatore» e la solvibilità di uno Stato si fonda anche sulla fiducia reciproca, per cui quello che si ha in tasca non è un pezzo di carta, ma qualcosa che viene garantito dallo Stato ed è un mezzo di pagamento legittimo! Ma oggi questo mezzo diventa illegittimo perché il Governo decide che i pagamenti non si possono più fare in euro ma attraverso una tangente pagata ad una banca: tutto ciò è un regresso.
Questo è quel che si dice «grande fratello»: voglio dire a Cazzullo che è bravissimo, comunque non deve rivolgersi a noi dell'opposizione ma alla maggioranza, che sta facendo cose che lui definisce grottesche e fuori dalla realtà, e che noi denunciamo. Quindi, mi sembra che l'articolo aggiuntivo in esame rimetta la lotta all'evasione fiscale su un piano di ragionevolezza e non su un piano di follia, quale quella di impedire a 50 milioni di italiani - al pensionato, all'anziano, al nullatenente, a chi non ha o non vuole avere un conto corrente - di poter esercitare il proprio diritto di pagare la prestazione professionale di un dentista, di un medico, di un perito filatelico con moneta corrente dello Stato.
Poi, lo Stato controllerà, giustamente, che questo pagamento venga registrato ma, per l'amor del cielo, non torniamo ai baratti in natura! Non pensiamo che un paese civile possa funzionare senza che vi sia il diritto di pagare le prestazioni con la moneta corrente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, dichiaro innanzitutto che intendo sottoscrivere questo articolo aggiuntivo. Mi sia consentito poi di affermare che, se è pur vero che alcuni banchieri hanno fatto la fila per sottoscrivere, a suo tempo, durante le primarie, l'indicazione del Premier, nemmeno loro si attendevano da parte di questo Governo un regalo così grande: unPag. 9euro hanno pagato per apporre la loro firma e ricevono ora due euro per ogni transazione di conto corrente cui voi obbligate i contribuenti.
Mi sembra veramente un regalo eccessivo che facciamo alle banche, soprattutto nel momento in cui le nostre imprese non hanno disponibilità grazie alle vostre politiche fiscali. Quindi, siamo decisamente contrari a questa impostazione, che è illegittima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. A me pare singolare questo silenzio del Governo sulla questione che abbiamo sollevato e che questo articolo aggiuntivo pone, che deriva da una riflessione che abbiamo fatto di assoluto buon senso: non si possono imporre modalità che contrastino con la libertà costituzionale di assolvere ad un pagamento in modo legale!
Quindi, siamo assolutamente contrari a quella impostazione che è stata a suo tempo varata e chiediamo un gesto di ragionevolezza e buonsenso al Governo perché accetti questa modifica, perché quest'ultima significa evitare, così come ha detto benissimo il collega Giovanardi, di sopportate una spesa in più per quei cittadini che non vogliono aprire dei conti correnti per effettuare questo tipo di pagamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lisi. Ne ha facoltà.
UGO LISI. Naturalmente, vorrei aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo e ribadire che non vi è una categoria, un singolo soggetto, un singolo imprenditore che abbia accolto positivamente questa vostra decisione: trovatene uno nell'intera Italia! Non si parla d'altro in tutte le città italiane se non di questo provvedimento che, sicuramente, non è in favore dei cittadini, degli imprenditori e delle aziende.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, mi rivolgo al viceministro Visco che è qui in aula (questo è già un fatto positivo) affinché possa dare - me lo auguro - una risposta di merito su un quesito, che non è banale, posto dall'onorevole Giovanardi. Lei, signor ministro, considera, con una visione poliziesca, sbagliata secondo noi, ma comprensibile dal suo punto di vista, questo tema dall'angolo visuale della lotta all'evasione fiscale. Noi vogliamo invece calarci per un minuto nei panni del cittadino e vedere la questione dal punto di vista di chi, chiamato a fare un pagamento, è obbligato a seguire una modalità che determina costi aggiuntivi. Noi vogliamo dal Governo una risposta a tale questione. È giusto fare la lotta all'evasione fiscale. Chi evade commette un peccato, soprattutto nei confronti degli altri contribuenti prima ancora che nei confronti dello Stato, tuttavia voglio capire perché il cittadino deve avere un onere aggiuntivo rispetto agli euro che deve pagare per una prestazione!
La questione sollevata dal collega Giovanardi richiede una risposta stringente da parte del Governo per un minimo di rispetto del Parlamento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Innanzitutto, vorrei sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame e poi fare due osservazioni. La prima: è evidente che la norma che si vuole abrogare considera ciò che avviene nelle grandi aree urbane, nelle città, grandi o piccole, quando ad effettuare i pagamenti sono persone appartenenti a determinati livelli o classi sociali. Purtroppo, invece, questa norma non tiene conto di ciò che avviene in aree meno sviluppate, di livelli sociali nei quali non esiste il conto corrente né la possibilità di usare strumenti di pagamento quali quelliPag. 10indicati e dove l'unico sistema, l'unico mezzo di pagamento è costituito dal denaro contante, non certo per motivi di evasione.
Questo provvedimento causa una grave difficoltà a questi cittadini e, dal punto di vista fiscale, a mio modo di vedere, non risolve anzi potrebbe accentuare - accentua - l'evasione perché si è portati ad incassare egualmente in contanti, senza procedere poi alle regolari fatture. Questo è un fatto molto negativo che non apprezziamo e che vorremmo evitare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Vorrei, innanzitutto, apporre la mia firma a questo articolo aggiuntivo a nome del gruppo della Lega Nord. Riteniamo che il pagamento con assegno, bonifico, con carta di credito o bancomat di ogni prestazione superiore ai cento euro sia uno dei tanti simboli negativi che questo Governo sta dando della lotta all'evasione. Ricordo benissimo le parole del viceministro Visco quando è venuto a riferire in Commissione per spiegarci la ratio di questo emendamento: si tratta di una ratio culturale, dogmatica.
Il viceministro ci ha spiegato che dobbiamo educare la gente a non utilizzare più il contante. La gente, quindi i cittadini italiani, non devono utilizzare più il contante per favorire la lotta all'evasione. Il contante non deve più essere utilizzato e nelle tasche degli italiani devono esserci solo carte di credito e bancomat per assicurare la funzionalità della lotta all'evasione. Una mentalità, questa, volta all'educazione della gente al fine di raggiungere un obiettivo politico, il vostro: la lotta all'evasione. Noi riteniamo invece - lo abbiamo ripetuto molte volte - che si tratti di uno strumento vessatorio soprattutto per gli anziani.
Ad un anziano che va a pagare una prestazione al di sopra dei cento euro, chi glielo va a spiegare che deve avere con sé la carta di credito o un bancomat e che non si può più pagare con la moneta cartacea perché il viceministro Visco vuole educarlo alle vostre intenzioni politiche, cioè, di controllare tutto, di sapere cosa spendiamo, cosa facciamo, in nome della lotta all'evasione?
Non si tratta soltanto della lotta all'evasione bensì di una questione politica, culturale e dogmatica, perché volete arrivare a capire tutte le movimentazioni di ogni singola persona e di ogni singolo cittadino consumatore.
Questo provvedimento è all'interno del decreto Bersani, che voi avete definito a favore del cittadino consumatore: ma cosa ritroviamo nel bancomat o nella carta di credito a favore del cittadino consumatore? A nostro modo di vedere non ci si ritrova nulla! Si tratta invece di una misura contraria al cittadino consumatore. Quindi, la Lega Nord è favorevole a questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Non ritengo che serva un esperto di scienza delle finanze per capire che questo provvedimento è profondamente sbagliato e non può raggiungere l'obiettivo che ci si prefigge, cioè quello di combattere l'evasione fiscale.
Cito un esempio pratico. Mio padre ha ottant'anni e, spesso, va dal medico, come tutte le persone di una certa età, per qualche problema fisico. Alla fine della prestazione, il medico gli chiede 120 euro.
Secondo voi, mio padre che ha ottant'anni, che non conosce la carta POS, che emette pochi assegni e che non usa il bancomat, preferirà pagare 90 euro in nero, senza fattura, o pagare 120 euro? Ve lo dico io, sceglierà la prima ipotesi. Noi, con questo provvedimento, raggiungiamo esattamente l'obiettivo contrario di quello che ci prefiggiamo (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ruvolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, chiedo innanzitutto di apporre anche la mia firma sull'articolo aggiuntivo Marinello 5.05. Desidero, inoltre, svolgere una breve riflessione.
Mi rivolgo al viceministro Visco. Onorevole viceministro, sa perché lei è poco simpatico agli italiani? Per una ragione semplicissima: lei non ha saputo individuare esattamente gli strumenti per combattere l'evasione fiscale.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Visco, sta parlando con te!
GIUSEPPE RUVOLO. Lei, a mio avviso, avrebbe dovuto fare ben altre cose. In particolare, avrebbe dovuto scovare gli evasori fiscali totali, non coloro i quali, avendo una partita IVA, pagano già quello che effettivamente è loro dovuto. Ciò, evidentemente, non significa che noi intendiamo agevolare gli evasori fiscali. Noi siamo contro gli evasori fiscali e vogliamo, inoltre, che a tutti gli italiani sia data la possibilità di pagare serenamente le tasse, in modo da risanare le casse dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, chiedo innanzitutto di apporre anche la mia firma sull'articolo aggiuntivo Marinello 5.05.
A me pare che la disposizione di cui si chiede la soppressione con l'articolo aggiuntivo Marinello 5.05 si inserisca nella scia e nella logica del famoso decreto Visco-Bersani che noi, come opposizione, abbiamo fortemente contrastato; decreto che io stesso ebbi modo di criticare più per la parte Visco che per quella Bersani. Quel provvedimento si rifà all'idea di intervenire sui fenomeni di elusione e di evasione fiscale, senz'altro deprecabili, soltanto con lo strumento repressivo il quale, però, non tiene conto di alcune dinamiche della nostra economia. Vi è, quindi, l'intento di intervenire solo con misure repressive, invasive e di disturbo di tutte le attività che creano ricchezza ed occupazione. Si tratta di un atteggiamento che crea, quindi, diffidenza nei confronti del lavoro autonomo.
Sul fronte della riforma fiscale, occorrerebbe concentrarsi sulle procedure tese a semplificare, a razionalizzare e rendere più equo il prelievo fiscale. Ritengo che in larghissima misura l'evasione fiscale sia collegata all'irrazionalità e all'iniquità di alcuni aspetti del nostro sistema fiscale. Non credo, quindi, che siano molti coloro che dolosamente intendano contrastare l'ordinamento.
Il mio partito ha proposto nei mesi scorsi e le propone ancora oggi due misure fondamentali: il contrasto di interessi e il quoziente familiare. Questa storia del pagamento...
PRESIDENTE. Grazie, deputato Forlani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, chiedo, innanzitutto, di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Marinello 5.05. Desidero, inoltre, svolgere alcune brevi considerazioni.
Seppure parrebbe condivisibile la finalità dell'intervento diretto alla lotta all'evasione fiscale, si evidenzia, e lo stigmatizzo, ancora una volta una sostanziale differenza metodologica. Si introduce una rigidità nel sistema e si prevedono, inoltre, meccanismi omologanti che, di fatto, non tengono conto del paese reale. L'Italia ha realtà differenti, sia per economia sia per meccanismi di approccio pratico e di agibilità concreta, in ordine alle varie questioni. È stato detto poco fa da un collega, che non tutti hanno la possibilità di aprire un conto corrente e, quindi, di disporre di un bancomat o di una carta di credito.
In conclusione, il pagamento delle tasse deve passare attraverso la semplificazione, non attraverso la complicazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, se il confronto parlamentare ha un senso, allora il Governo dovrebbe spiegare all'Assemblea l'assurda posizione assunta in questo particolare caso, altrimenti si ha la sensazione di avere di fronte non un Governo ma una sorta di muro o di mummia imbalsamata. Noi abbiamo abbondantemente illustrato l'assurdità della disposizione di cui chiediamo la soppressione con l'articolo aggiuntivo Marinello 5.05.
Desidero, inoltre, porre in evidenza anche un altro aspetto: quello della privacy. A mio parere, nella disposizione in oggetto si rinviene una violazione clamorosa del diritto alla privacy del cittadino il quale, in ogni momento della propria vita, viene «fotografato» per via dei bisogni che lo stesso manifesta. Ad esempio, se un cittadino si reca per una visita medica da uno psichiatra, il giorno dopo tutti sapranno che quel cittadino ha problemi mentali...
PRESIDENTE. Grazie, deputato Bosi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, a me pare che il Governo, il viceministro Visco e la maggioranza frequentino un paese che io non frequento e che conoscano un'Italia che io non conosco. Dico ciò perché quello in discussione è un provvedimento, a mio parere, illiberale che ancora una volta colpisce le famiglie italiane e da cui traspare un atteggiamento di profonda sfiducia nei confronti dei professionisti e dei lavoratori autonomi.
In modo particolare, desidero porre in evidenza le condizioni in cui vivono le famiglie di alcuni paesi; famiglie modeste dal punto di vista economico. Questa maggioranza ha evocato per mesi e mesi il paese della cosiddetta quarta settimana, cioè il paese in cui molte famiglie non arrivano con il proprio stipendio alla quarta settimana. Colleghi, ve le immaginate queste famiglie che si recano in banca per aprire conti correnti e vanno in giro con la carta di credito e con cose di questo genere? Famiglie che per fare ciò dovrebbero pagare pure un balzello alle banche, nonostante abbiano anche un conto corrente postale di cui, magari, non conoscono neanche i meccanismi di funzionamento! Ma siamo seri! Pensiamo alle famiglie e non soltanto a punire il lavoro autonomo. Ministro Visco, ci dia delle risposte! Si assuma le sue responsabilità e ci dica qualcosa in ordine alle famiglie italiane (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, chiedo, innanzitutto, di apporre anche la mia firma sull'articolo aggiuntivo Marinello 5.05, che noi del gruppo di Forza Italia riteniamo assolutamente essenziale.
Desidero richiamare l'attenzione del viceministro Visco, al quale chiedo di intervenire per chiarire, in primo luogo, se il provvedimento in esame, che vorrebbe favorire la lotta all'evasione fiscale, non finisca, come noi temiamo, per raggiungere l'obiettivo esattamente contrario, dato che tantissimi soggetti si troveranno nelle condizioni di dover agire senza potere utilizzare gli strumenti che vengono proposti. In secondo luogo, chiedo se quanto previsto non si configuri come un sistema improprio di aiuto al sistema bancario (in caso contrario, si sarebbe dovuta prevedere la più assoluta gratuità dell'utilizzo di questo strumento da parte dei cittadini).
Le argomentazioni da noi portate sono, con tutta evidenza, estremamente chiare. Su di esse, come detto, ci parrebbe opportuno un intervento chiarificatore del viceministro Visco.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi auguro che il viceministro Visco, dopo le innumerevoli richieste di chiarimento, si sentirà in dovere di esprimere la sua opinione in merito alle questioni sollevate.
Con l'articolo aggiuntivo Marinello 5.05 si cerca di fare chiarezza su una situazione che, a mio avviso, non può essere accettata. Noi stiamo intervenendo non certo per fare ostruzionismo. Siamo, ovviamente, a favore della lotta all'evasione fiscale, ma credo sia importante e fondamentale, in questo momento, garantire soprattutto la libertà e l'agibilità del cittadino.
Ritengo che questo provvedimento, oltre alle valutazioni di carattere economico e, soprattutto, alle complicazioni per il cittadino...
PRESIDENTE. Deve concludere...
MARIO TASSONE. ..., crei un vulnus sul terreno dei diritti e della libertà del cittadino stesso.
Mi auguro che gli altri colleghi possano valutare il pericolo e la situazione molto grave che si verrebbe a determinare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anch'io intervengo per apporre la mia firma a questo articolo aggiuntivo e mi rivolgo non tanto al ministro Visco, perché credo che ciò non serva, quanto ai colleghi della maggioranza.
Ritengo che con questo provvedimento si voglia far conoscere al paese la vostra posizione nei confronti di una situazione che voi non conoscete. Pensiamo alle zone d'Italia ricche di paesi, alle montagne, dove vivono persone anziane o pensionate, dove vengono soppressi gli uffici postali e dove mancano i punti vendita di generi di prima necessità. Con questo provvedimento vogliamo che le persone che sono più in difficoltà e più bisognose vengano dotate di un computer o della carta di credito, o quant'altro.
Allora, senza ripetere tutto ciò che è stato già detto, credo che questa non sia una lotta all'evasione fiscale, ma una istigazione all'evasione fiscale! Questo non è un ostruzionismo; stiamo cercando di difendere i cittadini dai vostri provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, si combatte un malaffare con un metodo assolutamente sbagliato. Il nostro paese si è dichiarato più volte essere ingessato e pieno di burocrazia. Con questo provvedimento c'è il rischio effettivo che esso diventi ancora più ingessato e che, alla fine, chi ne avrà il tornaconto saranno solo il sistema bancario e quello postale, non i cittadini.
Allora mi domando, signor ministro, se effettivamente si tratti di un tentativo subdolo di emanare un provvedimento a favore di qualcuno, piuttosto che per raggiungere un obiettivo che tanto dovrebbe stare a cuore al Governo in questo momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, vorrei aggiungere sull'articolo aggiuntivo in esame la firma mia e del gruppo che ho il piacere di rappresentare qui oggi, la Democrazia Cristiana-Partito Socialista, e vorrei rivolgere un appello agli amici e compagni della sinistra in quest'aula.
Vi porto un esempio personale, quello di mia madre, che credo simbolicamente rappresenti i genitori, la persona anziana che tutti abbiamo in famiglia. Quando lePag. 14ho detto che bisognava che aprisse un conto corrente, chiedendo un bancomat, mi ha risposto: «Io non l'ho mai fatto! Io non l'ho mai avuto! Non sono capace»!
Pensate a tutte le persone che sono ai limiti dell'analfabetismo (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania). Pensate a tutte le persone che non hanno possibilità neanche di ricevere comunicazioni, perché abitano in piccoli paesi, con un difficile trasporto locale, e che non hanno mai avuto conti correnti o bancomat. Pensate a loro, pensate a cosa li costringiamo. Essi si trovano in una situazione difficile anche dal punto di vista psicologico.
È per questo che non entro nel merito sulla costituzionalità, sull'evasione, sulle opportunità, ma entro in un ambito squisitamente sociale: non possiamo permetterci di fare una cosa di questo genere, che sicuramente non è di sinistra! Tra l'altro, chi ci va a guadagnare? Ci vanno a guadagnare solo le banche! Si parla di 2 miliardi di euro in più che incasseranno le banche (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))! È un modo di operare di sinistra?
Mi rifiuto di condividere un ideale di sinistra - e ci tengo - che conduca a queste cose! Pensate ai vostri genitori, pensate a quante volte vi dicono: «Oh nì, smettila di fare del male!».
Che il viceministro Visco abbia una sclerosi (Commenti del deputato Carbonella)... Guarda che ti vedo! Se sei pazzo, non puoi mica far diventare pazzo tutto il paese (Commenti del deputato Carbonella)! Ma cosa vai a provocare? Non lo vedi che sei anche brutto (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Ho voluto fare un intervento e ti prego di lasciarmi parlare, perché questa è la democrazia!
PRESIDENTE. Onorevole Barani, la prego di rivolgersi alla Presidenza!
LUCIO BARANI. Grazie, Presidente, ma dica a quell'essere di fare silenzio quando parla un socialista (Commenti del deputato Carbonella)! L'appello che faccio è questo...
PRESIDENTE. Onorevole Carbonella, per cortesia...
LUCIO BARANI. ...pensate ai vostri genitori, pensate alle persone povere! È inutile che dite di essere di sinistra se non votate a favore di questo articolo aggiuntivo.
Siete persone che non hanno a cuore i problemi della gente povera, dei bisognosi, degli emarginati e degli anziani. Abbiamo una popolazione ultrasessantacinquenne e vogliamo fare solo delle speculazioni per le banche! No, grazie, non mi interessa! Se il viceministro Visco non è normale, mica lo devo curare io, anche se sono medico (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista, Forza Italia, Alleanza Nazionale e Misto-Movimento per l'Autonomia)!
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi non solo ai colleghi dell'opposizione, ma soprattutto ai colleghi della maggioranza, al Governo e alla Presidenza della Camera.
Non c'è un'opposizione ostruzionistica in atto (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PIETRO MARCENARO. No!
PIER FERDINANDO CASINI. No, almeno da parte nostra, no! Si sta ponendo...
PIETRO MARCENARO. Non è vero!
ANTONELLO FALOMI. Non avete ritirato nemmeno un emendamento!
Pag. 15PIER FERDINANDO CASINI. Onorevole Falomi, scusi un secondo... Sto svolgendo un intervento e...
PRESIDENTE. Consentite all'onorevole Casini di concludere.
PIER FERDINANDO CASINI. Non riesco a parlare, non so cosa fare! Non è nulla di ostruzionistico!
PRESIDENTE. Sto chiedendo che la lascino concludere.
PIER FERDINANDO CASINI. È chiaro che per noi tale questione è importante, altrimenti non sarebbero intervenuti tutti.
C'è stata una richiesta, formulata, in primo luogo, dall'onorevole Giovanardi, al viceministro di esprimersi su questo problema, che per noi è socialmente rilevante, ossia il fatto che da 100 euro in su si debba pagare con strumenti bancari, facendo un favore alle banche e a chi emette carte di credito.
Si può avere una risposta che, forse, ci permetterebbe di passare al voto?
PRESIDENTE. Onorevole Casini...
PIER FERDINANDO CASINI. Lo dico nell'interesse di tutti noi. Siamo qui di sabato mattina; se il viceministro si degna di dare una risposta, forse possiamo anche procedere alle votazioni.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELLA CARLUCCI. Vogliamo il ministro!
ITALO BOCCHINO. Il ministro!
CESARE CAMPA. Vogliamo il ministro!
ITALO BOCCHINO. Visco!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Mi sembra, Presidente, leggermente scortese...
PRESIDENTE. Colleghi, il Governo sceglie come intervenire in aula. È sua facoltà...
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Non vuol dire che non parleranno altri: vuol dire che posso parlare anche io! Fin qui dovreste concederlo!
PRESIDENTE. Prosegua, sottosegretario Grandi.
CESARE CAMPA. A casa!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Calma, stia calmo (Commenti del deputato Campa). Stia calmo! Non credo che lei faccia onore al suo gruppo in questo momento (Vivi commenti del deputato Campa)!
PRESIDENTE. Svolga il suo intervento, sottosegretario Grandi, per cortesia. La prego di proseguire il suo intervento e di non interloquire...
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. In questo momento sta facendo un'offesa personale alla mia persona, non al sottosegretario (Commenti del deputato Campa)!
Una voce dai banchi del gruppo Forza Italia: Infame!
ANTONIO LEONE. A casa!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente Casini, mi permetta (Commenti dei deputati Consolo e Bocchino)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego. È stato chiesto l'intervento del Governo: consentite che si svolga!
Pag. 16
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Lei ha invitato, insieme a molti colleghi, a chiarire le posizioni del Governo. Le posizioni possono essere non uguali e addirittura divergenti. L'importante è che siano chiare.
Questa discussione l'abbiamo già svolta in occasione del decreto di luglio, che va sotto il nome di Bersani-Visco. Durante l'esame di quel decreto avemmo una lunga discussione.
Ricordo l'origine della norma. Essa rientra nell'obiettivo della tracciabilità, ossia di creare le condizioni affinché, attraverso una serie di meccanismi, si possa rintracciare il pagamento per la lotta all'elusione e all'evasione. Questo è l'obiettivo generale (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia).
La norma prevedeva l'evidenza tracciata, ossia il riscontro telematico, in qualunque forma, che poteva essere l'invio telematico, l'assegno bancario, il conto corrente, l'assegno circolare o qualunque altra forma per il pagamento delle prestazioni professionali oltre i 100 euro.
Già allora si svolse una discussione al riguardo - per questo sono un po' sorpreso -, ma è sempre utile riprendere la discussione (quindi facciamolo pure, per carità!) che abbiamo già fatto sul decreto, tanto è vero che sia in Commissione sia in Assemblea decidemmo di effettuare una «scalettatura» che offrisse ai contrari come ai favorevoli, tra i quali mi iscrivo, la possibilità di valutare l'esperienza. Quindi, stabilimmo mille euro nel 2006, 500 nel 2007 e 100 nel 2008. Ci dicemmo che il 2007 (l'anno dei 500 euro) sarebbe stato l'anno della verifica reciproca volta ad appurare l'esistenza o meno di problemi.
Francamente, considero un po' estremo individuare una condizione in cui oggi, per fortuna, la grande maggioranza dei pensionati (che stanno tanto a cuore a tutti noi, in particolare anche quelli che percepiscono poco) ha già dalle Poste l'offerta di un sistema di conto corrente che è assolutamente conveniente rispetto a fare la fila (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale)... Sì, lo so che c'è sempre la vecchietta del paese meridionale di montagna sopra i mille metri, ma è un esempio che, francamente, tiene poco!
FEDERICO BRICOLO. Vergogna!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. In ogni caso...
MAURIZIO FUGATTI. Vergogna!
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate che il rappresentante del Governo concluda il suo intervento!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. In ogni caso, ci siamo detti che la verifica di tracciabilità avrebbe concretamente individuato i danni prodottisi per i cittadini e che, una volta riscontrato che arrivare ai 100 euro era troppo poco o che 500 euro creavano problemi, avremmo cercato di trovare una soluzione.
ELISABETTA GARDINI. Non si fa sperimentazione sulla pelle della gente!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Quest'anno, a partire dalla vigenza del decreto-legge (che è legge dall'inizio di agosto), non risultano drammi per quanto riguarda i mille euro. A noi non risultano casi concreti in cui si siano verificati problemi. Quindi, questa tutela, dal punto di vista dei cittadini...
GIUSEPPE RUVOLO. Ma dove vivi?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. ...allo stato sembra essere senza fondamento, mentre, in realtà, si fanno carico di questa grande e nobile battaglia alcuni che sembrano più rappresentare il punto di vista dei professionisti, da tempo abituati a non dare quella certa notula (Applausi deiPag. 17deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi), quella ricevuta, il che serve - guarda caso! - esattamente ad evadere o ad eludere (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi)!
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo il punto...
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole Marinello, per cortesia!
ALBERTO FILIPPI. Vergogna!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Siete a libro paga! Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole Marinello, per cortesia!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Vergognatevi!
GIUSEPPE RUVOLO. Vergogna!
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Numerosi colleghi mi hanno chiesto la parola, a titolo personale o meno...
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Ma, signor Presidente...
PRESIDENTE. Un attimo! Sto per dirlo! Onorevole Benedetti Valentini, lei aveva chiesto di parlare sull'ordine dei lavori una volta conclusi gli interventi, e tra poco le darò la parola.
Poiché ha chiesto di parlare il relatore, darò la parola a questi e, successivamente, agli onorevoli Benedetti Valentini ed Elio Vito sull'ordine dei lavori. Poi decideremo come proseguire.
Prego, onorevole relatore, ha facoltà di parlare.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, noi ci dobbiamo preoccupare anche di come le norme che proponiamo vengono percepite dal paese.
Sono d'accordo con il sottosegretario Grandi: a questo proposito, si è svolta una lunga discussione in occasione dell'esame del cosiddetto decreto Bersani-Visco. Ricordo benissimo che il punto concreto che abbiamo voluto porre è stato quello del contrasto all'elusione e all'evasione. Ritengo, colleghi, che si spieghi male uno scontro che vede - come dire? - un'abbondanza di attacchi portati gratuitamente - lasciatemelo dire - nei confronti del viceministro Visco. Questa rappresentazione (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)... Scusate colleghi, io non lo so, ma non penso che sia possibile accogliere (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)... Ho appena sentito l'onorevole Barani, il quale parla sempre a nome della sinistra, dire cose francamente inaccettabili, oscene in qualche modo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Oppure dobbiamo sempre accogliere tutto quello che viene detto come un fatto di normalità (Commenti dei deputati Barani e Bocchino)?
Vengo al motivo sostanziale per il quale ho chiesto di parlare. La mia opinione - mi rivolgo soprattutto al viceministro ed al sottosegretario Grandi - è che sia del tutto evidente che c'è stata un'evoluzione: è del tutto evidente che, in tutti i paesi, è normale pagare con carta, con assegni, e quant'altro; è del tutto evidente che la cultura diffusa in tutti i paesi più sviluppati va in questa direzione (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)...
Scusate...
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. È normale, mica obbligatorio!
Pag. 18MICHELE VENTURA, Relatore. Scusate (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)...
PRESIDENTE. Consentite al relatore di concludere, per favore!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Fatelo parlare!
PRESIDENTE. Fate proseguire il relatore, il che aiuta tutti!
MICHELE VENTURA, Relatore. È del tutto evidente tutto questo. Se siamo in presenza di settori, di cittadini che denunciano problemi e disagi, se vi sono questi problemi, colleghi, non è che siamo obbligatoriamente e - come dire? - dogmaticamente legati alla «scalettatura» 2006-2007-2008. C'è stato questo tipo di dibattito...
PIER FERDINANDO CASINI. Bravo!
MICHELE VENTURA, Relatore. Accantoniamo questo articolo aggiuntivo, riflettiamo, ragioniamo un momento (Applausi)...
PIER FERDINANDO CASINI. Bravo!
MICHELE VENTURA, Relatore. Quello che è del tutto evidente è che, tuttavia, non può essere accettato uno scontro quasi di tipo ideologico! Grazie (Applausi).
PRESIDENTE. Colleghi, il relatore ha formulato una proposta di accantonamento e mi pare di capire che su di essa vi sia il consenso dell'Assemblea.
Chiedo agli onorevoli Benedetti Valentini ed Elio Vito se desiderino ancora intervenire.
Prego, onorevole Benedetti Valentini, ha facoltà di parlare.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Presidente, le chiedo scusa per la vivacità della mia reazione, dovuta semplicemente al fatto che - come ora verificherà -, se mi avesse cortesemente dato la parola quando l'ho chiesta (devo aggiungere, per inciso, che i deputati sono tutti uguali e che non vi è alcuna primazia, né di decoro, né di mandato, perché i nostri elettori valgono gli uni quanto gli altri), avrei formulato esattamente la proposta che abbiamo poc'anzi ascoltato. Mi rendo conto, infatti, che a molti deputati, anche nei banchi della maggioranza, ripugna rendersi corresponsabili di una misura che tutti, alla luce del buonsenso, della pratica ed anche del diritto, considerano iniqua ed inopportuna.
Che l'articolo aggiuntivo in esame debba essere la base per un accordo fondato sul buonsenso e sul buon diritto, l'abbiamo compreso tutti. Sono certo che molti deputati della maggioranza, i quali sono intervenuti ad incontri e convegni con le categorie, sono d'accordo sulla soppressione della norma: non a scadenzarla diversamente, che non è la soluzione del problema, ma proprio ad abrogarla. Quindi, facciano una riunione della maggioranza, si consultino tra loro, ma evidentemente la risposta del sottosegretario non può essere considerata esaustiva, e meno che meno soddisfacente.
Mi pare dunque che la proposta del relatore vada nel senso che avrei auspicato in precedenza se fossi intervenuto sull'ordine del lavori: occorre una congrua sospensione della seduta, perché viene in rilievo non una norma marginale, ma una questione di grande importanza pratica e giuridica. Quindi, si disponga una congrua sospensione oppure si accantonino, al termine di tutto questo lungo iter, gli articoli aggiuntivi Marinello 5.05 e 5.06, perché l'argomento lo merita. Questo era e resta il senso della mia proposta.
PRESIDENTE. La ringrazio.
Onorevole Elio Vito?
ELIO VITO. Signor Presidente, continuo a ritenere che, se è necessario che la maggioranza si riunisca, sarebbe bene sospendere i lavori per consentirlo...
PRESIDENTE. Vi prego, colleghi, nell'emiciclo...!
ELIO VITO. Voglio ringraziare l'onorevole Ventura, perché sull'articolo aggiuntivo di Forza Italia presentato dal collega Marinello ha colto lo spirito della nostra richiesta che, tra l'altro, è stata condivisa e sottoscritta attraverso manifestazioni da parte delle categorie dei professionisti. Riteniamo che la proposta di accantonamento vada in questa direzione, ovvero sia volta ad individuare da parte della maggioranza e del Governo la possibilità di un accoglimento che - ne sono certo - l'aula avrebbe dato comunque - visto che, essendo stata posta la questione di fiducia, non è stato possibile votare liberamente - quando fu introdotta questa norma coercitiva con il decreto Visco.
Signor Presidente, questa mattina avremmo potuto porre diverse questioni su altri emendamenti presentati dal Governo. Tra l'altro, mentre lavoriamo in aula sabato e domenica, viene preannunciata, per lunedì, una riunione di maggioranza sul pacchetto sicurezza. Sembra che dobbiamo discutere del nulla, quando poi il Governo decide da solo.
Tuttavia, il nostro intendimento - e mi pare che i fatti ci stiano dando ragione - è di andare avanti con l'esame degli emendamenti e delle questioni da noi sollevate, perché è attraverso l'esame degli emendamenti che emerge la bontà delle nostre proposte, il fallimento della finanziaria e del decreto Visco-Bersani e, come risulta evidente, tutte le contraddizioni che esistono all'interno della maggioranza.
Accogliamo, dunque, favorevolmente la proposta del relatore di accantonare l'articolo aggiuntivo del collega Marinello e di procedere con le votazioni degli altri articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5 (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, si intende dunque accantonato l'esame dell'articolo aggiuntivo Marinello 5.05, nonché degli articoli aggiuntivi Marinello 5.06 e Leone 5.07, vertenti su analoga materia.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Leone 5.03.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leone 5.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leone 5.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Dato non è riuscita a votare.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.08 è stato ritirato dal presentatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.09, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 20
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.010, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 270).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Marinello 5.012.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Prima di illustrare questo articolo aggiuntivo, vorrei ringraziare il relatore, onorevole Ventura, che ha dimostrato buon senso in relazione all'accantonamento degli articoli aggiuntivi 5.05, 5.06 e 5.07. Sento poi il dovere di chiedere scusa all'Assemblea per essere andato, contrariamente alle mie abitudini, in escandescenze, ma evidentemente nell'intervento che mi ha preceduto, quello del sottosegretario Grandi, ho trovato una vena di profonda ingiustizia e di malevolenza nei confronti della categoria dei liberi professionisti, in particolare degli ordini professionali, uno spaccato importante della società italiana. Chiedendo scusa, colgo l'occasione per invitare chi ha responsabilità sicuramente più importanti del sottoscritto, essendo sottosegretario di Stato, a non approfittare del proprio ruolo e della propria posizione per inviare accuse gratuite a categorie che contribuiscono a scrivere la storia di questo paese.
L'articolo aggiuntivo 5.012 tende sostanzialmente ad adeguare la somma prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986, portandola da 1 milione di lire a 2.000 euro. Ci sembra una norma di buon senso, perché va nella direzione di non appesantire il sistema della contabilità gestionale delle categorie interessate e, quindi, nella logica delle semplificazioni, che dovrebbero stare particolarmente a cuore a tutta la classe politica. Delle due l'una: o si vuole dare un segnale positivo alle categorie professionali o si vuole continuare ad inviare messaggi negativi, cioè quelli di uno Stato invasivo ed oppressivo, che tende a ridurre gli spazi di libertà. È molto importante la qualità della vita di tutti i cittadini e non capisco per quale motivo non debba esserlo anche quella di categorie così importanti della società italiana.
Invito, quindi, il relatore e il Governo a rivedere il parere su questo articolo aggiuntivo. Può anche darsi che il loro parere contrario sia dovuto ad una svista, quella svista che, da diversi giorni, li porta ad esprimere pareri negativi su quasi tutte le proposte dell'opposizione, probabilmente senza entrare nel merito delle questioni. Avete, quindi, l'occasione di dimostrare di non avere, in modo assoluto, pregiudizi di natura ideologica, che prescindano dalla valutazione del merito.
Torno a rivolgermi ai colleghi dell'attuale maggioranza. Non mi piace fare nomi in aula, ma ne vedo uno che molto spesso partecipa alle manifestazioni in piazza, tra cui quella svoltasi a Roma nello scorso mese di ottobre: caro onorevole Mantini, la richiamo ad un momento di attenzione sulla questione, lei che è così attento alle problematiche che riguardano gli ordini professionali. Sarebbe estremamente importante superare gli steccati ideologici e confrontarci su problemi specifici.Pag. 21Con questo ultimo appello al buonsenso e alla riflessione, invito nuovamente il Governo e il relatore a riconsiderare il parere sul mio articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marinello 5.012, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marinello 5.013, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 273).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Vorremmo richiamare l'attenzione del ministro Visco e dei colleghi di Alleanza Nazionale su una questione che affrontiamo con questo articolo aggiuntivo, che consideriamo particolarmente significativa e che, proprio nei giorni scorsi, è stata indicata come una delle priorità fondamentali di Alleanza Nazionale su questa legge finanziaria, nel terreno di confronto tra maggioranza e opposizione. Si tratta di un tema davvero rilevante dal punto di vista fiscale, quello dello sviluppo delle aree svantaggiate, in particolar modo del Mezzogiorno, che in questa legge è poco approfondito.
Sappiamo che in questi anni, come anche in passato, più volte, in sede di esame della legge finanziaria, si è dibattuto sulle risorse stanziate per le aree svantaggiate, per il rilancio del Mezzogiorno, per rendere, quindi, finalmente competitivo, a livello europeo e internazionale, un territorio che non è riuscito a raggiungere livelli di sviluppo adeguati alle sue potenzialità. Ebbene, molte risorse sono state stanziate in questi anni; noi, per parte nostra, abbiamo seguito talune linee di intervento: ad esempio, con riferimento al tema delle coperture, abbiamo immaginato di sostituire quella che era una contribuzione a fondo perduto con la sua trasformazione in prestiti rotativi. Abbiamo così cominciato a diffondere un messaggio, che consideriamo strategico, sulla permanenza delle imprese che sfruttano le contribuzioni nazionali statali a fondo perduto per lo sviluppo di queste aree di territorio.
Con la proposta emendativa in esame, noi poniamo una sfida al Governo ed alla maggioranza; proponiamo l'introduzione di una fiscalità di vantaggio in base alla quale si preveda, per il triennio 2007-2009, l'abbattimento del 50 per cento delle imposte sui redditi che le imprese abbiano prodotto assumendo iniziative di sviluppo imprenditoriale nel sud, iniziative che siano nuove o allarghino e rafforzino il tessuto produttivo attuale. Noi riteniamo che questi siano i veri segnali che il Governo dovrebbe dare. Si tratta della strada che abbiamo iniziato a percorrere nella scorsa legislatura con il Governo di centrodestra: quella dell'abbattimento, però selettivo, della pressione fiscale.
Sappiamo che in sede europea si può realmente discutere oggi di incentivazioni specifiche per lo sviluppo nelle aree svantaggiate.Pag. 22Il tema delle aree dell'obiettivo 1 è nell'agenda complessiva dei lavori europei sulla questione dello sviluppo. Quindi, riteniamo che tale proposta possa essere strategica per lo sviluppo del Mezzogiorno e di nuove attività imprenditoriali che leghino i giovani ad un progetto vero, di crescita, di maggiore occupazione. Si avrebbe, più in generale, un vero e proprio volano per lo sviluppo del territorio in regioni dove, comunque, in questi anni si è cominciato a notare un livello di crescita quanto meno superiore a quello raggiunto negli anni scorsi durante i Governi precedenti a quello di centrodestra.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 11,30)
ALBERTO GIORGETTI. Chiediamo dunque che intorno a tale argomento si svolga un dibattito forte e chiaro. Sappiamo che la copertura è molto onerosa ma, come sempre, noi leghiamo le coperture onerose ad un percorso virtuoso, significativo ed importante di sviluppo. Un percorso che deve essere affidato al territorio, come è nelle potenzialità di queste aree, che pertanto devono assumere una significativa responsabilità in ordine ad esso.
Ovviamente, chi ha il coraggio di intraprendere avrà al proprio fianco lo Stato; godrà, quindi, di agevolazioni fiscali significative. Avremmo quindi uno Stato meno oppressivo, che, garantendo gli elementi fondamentali legati alla sicurezza, assicuri un'attenzione fiscale significativa che renda appetibile investire a chi vuole intraprendere per davvero. Uno Stato che, al contrario, dovrà essere in grado di chiedere di fare un passo indietro a chi vuole esclusivamente speculare sulle risorse destinate a queste aree svantaggiate. Si vuole così dare un motore fondamentale allo sviluppo che determini una crescita significativa in termini di prodotto interno lordo.
Dunque, in una fase in cui si cominciano a intravedere alcuni spiragli legati ad una ripresa del prodotto interno lordo, riteniamo che investimenti strategici, di carattere fiscale, in queste aree territoriali possano costituire un volano fondamentale per lo sviluppo e un valore aggiuntivo significativo in termini proprio di crescita complessiva del PIL. Valore aggiuntivo che dovrebbe prevalere anche rispetto all'utilità marginale di un vantaggio fiscale complessivo, soprattutto nei confronti di aree territoriali che in questi anni hanno comunque trainato lo sviluppo.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALBERTO GIORGETTI. Si tratta di una proposta sulla quale intendiamo aprire un dibattito significativo, intorno ad un tema fiscale che fa parte del nostro «pacchetto»; un intervento che segue non la logica della vessazione, dello Stato inquisitore, che spaventa e crea un clima di intimidazione fiscale, ma quella di uno Stato che guarda allo sviluppo in misura significativa e che quindi ritiene che, grazie a questo tipo di iniziative, si possa attivare un volano complessivo per la crescita del PIL.
Inoltre, evidentemente, pur con l'abbattimento della pressione fiscale, si potrà avere un «ritorno» complessivo in termini di entrate, così come sta avvenendo nei primi mesi dell'anno grazie alle attività del precedente Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Intervengo per dichiarazione di voto annunciando che intendo sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame.
Il sud è una risorsa per il paese, una risorsa che però va sostenuta con interventi concreti e non solo a parole. L'articolo aggiuntivo che prevede una fiscalità di vantaggio per le aree dell'obiettivo 1 è una proposta che chi ama il sud, chi ha a cuore il Meridione, chi ne conosce veramente i problemi, non può non approvare.Pag. 23Non è questione di centrodestra o di centrosinistra; la norma consentirà, se approvata, maggiori investimenti nel sud d'Italia: più investimenti significano più posti di lavoro; più posti di lavoro significano minore criminalità, più sicurezza, più tranquillità.
Se si vogliono attrarre investimenti esteri, dobbiamo rendere appetibili i nostri territori. I giovani del sud spesso vivono il dramma della disoccupazione, sono costretti ad abbandonare i propri territori, la propria terra, la propria casa, per trovare lavoro. La proposta emendativa in esame, invece, riuscirà ad impedire tutto ciò. Per tali ragioni mi rivolgo al relatore ed al Governo affinchè sia realizzato un atto di coraggio e di attenzione verso territori che per anni non ne hanno avuto.
Del resto, il collega Alberto Giorgetti ha ricordato poc'anzi che anche l'Europa potrà guardare con favore questa proposta; potrà guardare con favore l'introduzione nel nostro ordinamento di una fiscalità di vantaggio per le aree del territorio comprese nell'obiettivo 1.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANTONIO PEPE. Cari colleghi, colleghi del sud d'Italia di centrosinistra, della maggioranza, non votate contro la vostra terra, contro le famiglie e contro quei giovani che ogni giorno vivono - lo ribadisco - il dramma di non trovare un posto di lavoro e devono abbandonare la loro terra, la loro famiglia e recarsi a cercare lavoro lontano dai loro affetti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angelino Alfano. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo a firma del collega Alberto Giorgetti, che credo centri una questione fondamentale, vale a dire lo sviluppo del Mezzogiorno attraverso la leva fiscale. I decenni passati si sono incaricati di dimostrare che le politiche infrastrutturali del nostro paese necessitano di un lungo arco di tempo per la loro verifica e realizzazione. Quindi, la leva fiscale è quella di immediata operatività per lo sviluppo del Mezzogiorno.
Ritengo che, se esiste una caratteristica di questa manovra finanziaria rispetto ai temi del Mezzogiorno, essa sia banalmente e semplicemente la loro scomparsa. Con il nostro Governo, anche il tema della fiscalità di vantaggio, che qualcuno di noi ama chiamare fiscalità compensativa, è stato messo al centro dell'interesse e, con un negoziato utile a Bruxelles, si produsse un grande risultato: l'ammissibilità della fiscalità di vantaggio per comparti e per aree, a cominciare dalla ricerca scientifica.
Ritengo che l'attrattività di un territorio, proprio nel momento in cui l'Europa si fa grande, non possa non passare attraverso la politica fiscale e la capacità dei territori meridionali di attrarre ricchezza, attraverso l'agevolazione degli investimenti per il tramite della diminuzione dell'imposizione fiscale.
Faccio appello a tutti i deputati meridionali del centrosinistra: per una volta, non guardiamo al colore politico! Per una volta, non guardiamo al colore dei partiti! Questa è una chance che difficilmente si ripeterà!
La proposta emendativa crea una grande, grandissima opportunità, quella di un dibattito parlamentare sul sud che sia incentrato non sulla retorica, non su una prospettiva demagogica, ma su un fatto concreto: la possibilità, proprio in una manovra che noi riteniamo altamente vessatoria e altamente connotata dalla incidenza di una fiscalità incrementale, di «giocare» al sud una partita sulla diminuzione delle tasse. Noi rivolgiamo questo invito perché siamo profondamente convinti che il tempo sia maturo perché anche a livello europeo possa essere accettato il principio che, come è avvenuto in altri Stati d'Europa, il Meridione d'Italia venga considerato distretto, area omogenea sulla quale è ammissibile un incentivo di natura fiscale.
Non perdiamo questa occasione; nelle ultime ore, il Presidente Prodi ha dichiaratoPag. 24in provincia di Bologna che questo nostro paese, l'Italia, è un paese impazzito e non pensa al futuro. Noi vorremmo dare un aiuto a Prodi; vorremmo cominciare a pensare al futuro per fare in modo che l'Italia sia meno pazza di quanto lui creda. Dunque, voteremo a favore di questa proposta emendativa. E al voto favorevole invitiamo tutti coloro i quali hanno a cuore non tanto e non solo l'annosa questione meridionale, quanto la grande partita per lo sviluppo del nostro paese, che non può non passare attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Se posso invitare i rappresentanti del Governo ad una qualche manifestazione di interesse al dibattito (Commenti dei deputati del gruppo l'Ulivo)...
ANDREA LULLI. Fai il Presidente!
ANTONIO LEONE. Vergognati! Che dici (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è un esempio concreto ed emblematico di che cosa intenda Alleanza nazionale per un confronto concreto su alcuni - anche pochi - temi molto qualificanti. Alleanza nazionale, come ha già chiarito il collega Alberto Giorgetti, è disposta anche, come forza politica, a comprimere altre proprie richieste, purché si aprano spazi di accoglimento serio rispetto ad una istanza fondamentale come questa.
Noi proponiamo che si attivi un unico strumento, peraltro semplice, onorevoli colleghi, per corrispondere alle istanze delle imprese, specialmente quelle delle aree depresse o a ritardato sviluppo del nostro Mezzogiorno, che chiedono soprattutto semplicità oltre alla possibilità di attingere alle risorse e di ricorrere agli strumenti attivabili.
Sono stati fatti molti tentativi dai vari Governi negli anni passati, anche con sincerità di intendimenti, ma con scarsa «attivabilità». Molte volte si è detto perfino che «il cavallo non beve», con una immagine che voleva significare la scarsa accessibilità ai benefici ed alle misure previste.
Noi chiediamo in questo caso quello che in tutto il mondo si è rivelato lo strumento unico, pronto ed efficace, per mettere in moto gli investimenti e le iniziative imprenditoriali: la fiscalità di vantaggio, che, oltretutto - e concludo - , trova anche nel secondo comma la sua sanzione per coloro che facessero i furbi, cioè che percepissero i fondi senza utilizzarli per lo scopo istituzionale destinato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carlucci. Ne ha facoltà.
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, anch'io intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo dell'onorevole Alberto Giorgetti. Vorrei che in questo momento non ci ascoltasse - se ci ascolta - solo la maggioranza di Governo, ma anche gli abitanti e i cittadini delle regioni del Meridione. Pur non meridionale, sono abituata però a frequentare da più di cinque anni la Puglia, che è una regione meravigliosa, ed ho avuto la possibilità di conoscere tanti giovani e tante donne che hanno voglia di intraprendere una attività e di lavorare. A costoro occorre garantire la possibilità, attraverso investimenti mirati alla creazione di impresa e, quindi, allo sviluppo di attività, di impegnarsi personalmente sicché essi non avrebbero bisogno di andare altrove, di lasciare le loro regioni e potrebbero invece impegnare le loro capacità e la loro volontà nelle loro terre, rendendole più ricche e più importanti.
Questo articolo aggiuntivo può essere sottoscritto da tutti coloro che hanno a cuore le regioni del Meridione, i giovani ePag. 25le donne. Si parla tanto di imprese, di autoimpresa; bene, ci sono queste possibilità, ci sono tantissime aziende straniere che oggi vorrebbero investire nelle regioni del Meridione. Rendiamo concreta questa possibilità e votiamo questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame. Vedete, questa finanziaria è risultata una grandissima delusione per il Sud. Dopo tutte le promesse elettorali e le proteste nei cinque anni precedenti da parte dell'attuale maggioranza ci aspettavamo sicuramente qualche risposta che, tuttavia, non troviamo negli atti in esame.
L'onorevole Alberto Giorgetti, illustrando l'articolo aggiuntivo, ha parlato di una sfida politica e culturale. Questa sfida va raccolta. I finanziamenti a fondo perduto trasformati in rotativi, insieme a tutto ciò che aiuta la nascita di una impresa, purtroppo, cozzano con una realtà tragica che è la mortalità dell'impresa al sud. Il cambiamento di forma mentis, il premio attribuito con una fiscalità di vantaggio significano scommettere realmente su una maturità degli imprenditori del Sud, premiare non ciò che nasce - magari, come provano le inchieste giudiziarie spesso, per prendere i finanziamenti e non lasciarli a terra -, ma chiunque intraprenda con successo.
È una sfida politica e culturale, su cui sarebbe veramente importante ascoltare oggi in questa aula le voci della maggioranza e del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Presidente, anch'io sottoscrivo questo articolo aggiuntivo. Ne condivido l'impostazione e le finalità: la fiscalità di vantaggio, come uno dei percorsi virtuosi per garantire il rilancio delle aree dell'ex obiettivo 1 e, comunque, delle aree di crisi nel Meridione d'Italia. Ne condivido il rigore, che dà peraltro ragione di una antica e - ahimé! - infelice pratica di altri momenti storici e di altri Governi: quella di investire nel sud, di recepire gli incentivi ai fondi per poi abbandonare le regioni del sud, desertificarle e continuare altrove opere diverse.
Voglio anche sottolineare l'importanza dell'articolo aggiuntivo all'interno di una manovra che ha deluso le aspettative del Sud, che ha investito poche risorse e per di più attinte da quelle ereditate dal precedente Governo.
Penso ai fondi di Fintecnica, del ponte sullo stretto, a cui questo Governo ha rinunciato, destinati alla Sicilia e alla Calabria.
ROLANDO NANNICINI. Tempo, Presidente!
PRESIDENTE. La prego di concludere...
IDA D'IPPOLITO VITALE. Per concludere, Presidente, voglio dire al sottosegretario Grandi - non me ne voglia - , che - ahimé! - , nelle regioni del Sud, ad attendere la possibilità concreta di una occasione di occupazione e sviluppo non sono solo poche vecchiette o una vecchietta, ma tanti giovani, tante donne, tanti padri di famiglia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, intervengo soltanto per un minuto per chiedere di apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame e per sottolineare a tutti i settori dell'aula - dico a tutta l'aula, anche a quei colleghi dell'attuale maggioranza parlamentare, che, grazie a Dio, sembraPag. 26non sia più maggioranza nel paese - semplicemente che questa è una legge finanziaria nella quale, di fatto, al di là delle enunciazioni, le parole «Mezzogiorno d'Italia», «Meridione», «obiettivo 1» sono sostanzialmente scomparse.
Abbiamo finanche visto come a gamba tesa, in maniera assolutamente non propria, si sia intervenuti sul FAS, addirittura per finanziare le cose più strane. Questa è una buona occasione: non perdiamola, almeno questa volta!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, mi sembra sia doveroso da parte di tutta l'Assemblea rivolgere l'attenzione su quello che è il contenuto principe di questo articolo aggiuntivo, completando il pensiero del collega Giorgetti - anche io intendo sottoscrivere l'articolo aggiuntivo - nel momento in cui si parla di controlli.
Noi abbiamo tutta una serie di strumenti, che sono stati pensati e ideati, giustamente per alcuni, da parte del centrosinistra, all'epoca del primo Governo Prodi, e che sono stati portati avanti: parlo dei contratti d'area, di tutta una serie di altri strumenti, finalizzati a quello a cui mira questo articolo aggiuntivo, che hanno dimostrato efficienza, ma anche una carenza nei controlli. Questo articolo aggiuntivo, oltre ad essere scevro dalle briglie dell'Europa, introduce in maniera molto compiuta un sistema di sviluppo, in attesa che il resto vada avanti, e richiama anche l'attenzione su quelli che devono essere i controlli nelle aziende che usufruiscono di questi strumenti. Intendo apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo, esprimendo l'auspicio che possa essere approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare a nome dei colleghi della componente del Movimento per l'autonomia che intendo apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame, per la evidente ragione, già sviluppata negli interventi che hanno preceduto il mio, che, attraverso la razionale gestione della leva fiscale, si può produrre un incremento di insediamenti produttivi nel Mezzogiorno, con ciò realizzando non una diminuzione del gettito fiscale da parte di quei territori, per quelle che sono le aspettative del bilancio dello Stato, ma un incremento. Infatti, ci troveremmo certamente di fronte nuove attività, le quali, favorite da un intelligente uso della leva fiscale, potrebbero arricchire quel territorio, con un aumento del gettito per quanto riguarda il reddito di impresa, delle persone fisiche, nel complesso con l'agevolazione del superamento di quel gap che ancora oggi caratterizza le zone del Mezzogiorno d'Italia.
È una politica che ha caratterizzato, fin dalla sua nascita, il Movimento per l'Autonomia ed è oggetto di un nostro apposito emendamento ad un altro articolo di questo disegno di legge finanziaria.
Riteniamo che sia un dovere nei confronti del territorio rappresentato, che coinvolge tutti i parlamentari di questo Parlamento, ma segnatamente quelli eletti nel Mezzogiorno d'Italia; quindi, è bene che ognuno di noi sappia come giustificarsi di fronte ai propri elettori del fatto che si intendono negare, inopinatamente, le occasioni di sviluppo e di crescita.
Annuncio, quindi, il mio voto favorevole su questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016, ma vorrei cogliere l'occasione anche per ricordare alla maggioranza che l'approvazione di questo articolo aggiuntivo sarebbe un pallido e parziale indennizzo rispetto alPag. 27concetto, che più volte è stato enfatizzato da ambienti della maggioranza e del Governo, di una presunta finanziaria a favore del Mezzogiorno. In palese polemica con quanto avrebbe fatto, secondo la sinistra, il Governo di centrodestra, è stata presentata questa finanziaria come fosse la prima finanziaria che aveva a cuore gli interessi del Mezzogiorno. Io dico, invece, che ciò è falso, e lo proveremo meglio quando arriveremo all'argomento in questione.
PRESIDENTE. La prego, concluda.
NICOLA BONO. Mi limito a ricordare che sono stati ventilati 63 miliardi di euro assegnati al Mezzogiorno, ma che in effetti...
PRESIDENTE. La prego, concluda.
NICOLA BONO. ... non sono tali perché riguardano uno stanziamento che, invece, è ridotto nel triennio 2007-2009. È un fatto grave che sottrae oltre 2 mila 300 milioni di euro al sud.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piro. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, credo che bisognerebbe fare un po' più di attenzione sul tema che si sta trattando; infatti, già durante la discussione del DPEF si è svolto un approfondito dibattito che ha portato anche alla formulazione di una risoluzione di maggioranza che, ampliando e integrando quanto già previsto nel Documento di programmazione economico-finanziaria, che a sua volta recepiva, in buona misura, gli indirizzi sul Mezzogiorno dettati dal programma di mandato presentato dall'Unione, ha con chiarezza affermato che per questa maggioranza, per questa coalizione il Mezzogiorno rappresenta una priorità, cioè rappresenta una priorità nell'ottica del rilancio del nostro paese e dello sviluppo.
La finanziaria che stiamo esaminando contiene - io penso che sia opportuno ricordarlo con puntualità - numerose iniziative che sostanziano, rendono concreti e finanziano alcuni interventi che noi giudichiamo assolutamente importanti e capaci comunque nell'insieme di dare una spinta al Mezzogiorno. Faccio riferimento al cuneo fiscale, nell'applicazione del quale ci sarà una differenziazione per quanto riguarda il Mezzogiorno, dove, come è noto, la quota esente sarà raddoppiata. Questo significa ovviamente dare più risorse alle imprese del Mezzogiorno, soprattutto a quelle che hanno più occupati e assumono a tempo indeterminato. Questo rappresenta anche una spinta verso il parziale e progressivo superamento del lavoro sommerso e del lavoro nero che, come è noto, al sud rappresentano una piaga a volte anche di carattere imponente. Inoltre, viene ripristinato il credito di imposta particolarmente dedicato agli investimenti, ai mezzi aziendali e ai nuovi impianti. È presente poi il bonus per le assunzioni, soprattutto di sesso femminile. Vi è il rifinanziamento, cioè la predisposizione dei finanziamenti necessari per il cofinanziamento nazionale del nuovo programma comunitario 2007-2013.
Credo che queste misure, oltre a costituire un pacchetto veramente importante per il Mezzogiorno, siano in parte destinate al recupero di quello che il Mezzogiorno ha perso nei precedenti cinque anni, nella precedente legislatura.
Infatti, non bisognerebbe dimenticare che il credito di imposta - ad esempio - è stato bloccato per anni insieme alle misure incentivanti l'occupazione giovanile e la facoltà per i giovani di aprire nuove imprese. Il credito d'imposta prima è stato bloccato, poi è stato modificato, avendo esteso la possibilità di usufruire del credito di imposta anche alle imprese del nord. I risultati complessivamente si sono visti: la spesa per investimenti nel sud, che pure con un obiettivo ambizioso, il precedente Governo aveva posto...
PRESIDENTE. La prego, concluda.
FRANCESCO PIRO. ...al 45 per cento, in realtà si è fissata al 32 per cento.Pag. 28
Ritengo che, nello specifico dell'articolo aggiuntivo, i colleghi dovrebbero valutare attentamente la compatibilità di questo soprattutto con la normativa europea; credo, infatti, che esso sia impraticabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, vorrei chiedere all'onorevole Piro di quale finanziaria stiamo parlando; infatti, a meno che non ci si riferisca ad altre iniziative per il Mezzogiorno previste nella attività emendativa del Governo - posso solo augurarmelo -, dal testo in esame risulta che le voci relative alle aree sottoutilizzate sono di gran lunga inferiori a quelle del precedente Governo. Ricordo che nei tre capitoli della finanziaria che riguardano le aree sottoutilizzate abbiamo: per il 2007, 9 mila 461 milioni di euro; per il 2008, 10.960 milioni di euro; nel 2009 15.009 milioni di euro e per gli anni successivi al 2010, 70 mila milioni di euro. Ponendo a raffronto il contenuto dell'attuale finanziaria con gli interventi autorizzati...
PRESIDENTE. La prego, concluda.
GASPARE GIUDICE. ... nella scorsa legislatura abbiamo una differenza in negativo di 860 milioni di euro; quindi, mi auguro che quello di cui parla l'onorevole Piro sia un futuro emendamento del Governo, che finora non abbiamo visto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, si è parlato e scritto molto sul fatto che questa finanziaria ha complessivamente fatto molto poco per il Mezzogiorno e, quindi, approvare l'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016, che sottoscrivo, sarebbe un'ottima occasione per realizzare un'azione finalmente concreta e seria per il sud. La fiscalità di vantaggio è sostenuta a vari livelli; è stata sostenuta anche nell'intervento dello scorso anno da Confindustria e dalle stesse organizzazioni sindacali in quanto costituisce uno strumento sicuramente utile, come in altri paesi è avvenuto - ad esempio in Irlanda -, come leva di sviluppo economico e sociale. È un momento difficile per il paese e per il Sud, ed in particolare per determinate regioni; quindi, questo articolo aggiuntivo va nel senso giusto.
Auspico, quindi, che non soltanto i colleghi del meridione, ma tutti i colleghi di quest'aula vogliano sottoscriverlo e approvarlo.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei sapere, relativamente agli interventi a titolo personale che si stanno svolgendo (teoricamente di un minuto, posto che, in realtà, i colleghi intervengono abbondantemente per più di un minuto e considerato che vi è il contingentamento), se i tempi che vengono rilevati sono quelli reali oppure se anche quando si interviene per due minuti, viene conteggiato un minuto solo.
PRESIDENTE. La prego di credere che vengono rispettati i tempi previsti dal regolamento. Chi parla per primo a nome del suo gruppo o della componente deve rispettare la tempistica di tre o cinque minuti. È tutto regolare!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, il Presidente Prodi definisce questo paese «impazzito», come ha dichiarato qualche ora fa (è evidente il nervosismo che provoca nei suoi confronti la stessa maggioranza); il viceministro Visco non risponde anche quando viene interrogato ed il ministro D'Antoni, che sarebbe il più interessato a questo argomento, è assente.Pag. 29
In tale contesto, insisto perché il viceministro Visco esprima la sua opinione sull'articolo aggiuntivo in esame, che vorrei sottoscrivere anch'io.
Viceministro Visco, vorrei sapere qual è realmente la situazione di questo Governo e di questa maggioranza nei confronti del Mezzogiorno, perché tanti segnali ci sembrano negativi. Voi continuate a dire che vi sono segnali positivi, ma vorremmo sapere quali!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, io credo, sottoscrivendo l'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016, che quella della fiscalità di vantaggio, seppure non l'unica, sia una delle strade obbligate da seguire, perché la questione del Mezzogiorno, della quale tanto si parla e poco si fa, entri finalmente nella fase dello sviluppo e della crescita, anche alla luce del fatto che, in questi ultimi tempi, il Mezzogiorno sta vivendo un'esperienza difficile, soprattutto per la sua vicinanza al Mediterraneo. Avrebbe necessità, quindi, di essere sostenuta quella parte dell'Italia e del mondo che oggi è tra le più esposte.
Pertanto, credo che la maggioranza ed il Governo debbano concordare insieme a noi sul fatto che la validità dell'articolo aggiuntivo in esame meriti l'attenzione di tutti ed un ripensamento. Pertanto, invito il relatore, anche in questa circostanza, a valutare l'opportunità di procedere ad un accantonamento.
GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, ieri, quando a presiedere l'Assemblea era il Presidente Bertinotti, da molti colleghi dell'opposizione è stato chiesto il motivo per cui il Governo fosse rappresentato esclusivamente dai sottosegretari. Il Presidente Bertinotti ha spiegato che, secondo le disposizioni regolamentari, ciò era del tutto legittimo e noi ne abbiamo preso atto, ma lo sapevamo. Comunque, il Presidente Bertinotti ci ha assicurato, come risulta dal resoconto stenografico della seduta di ieri, che avrebbe raccomandato ai ministri ed ai viceministri di essere presenti in aula.
Intervenendo precedentemente sull'articolo aggiuntivo Marinello 5.05, che è stato opportunamente accantonato, il Presidente Casini, peraltro con garbo, aveva chiesto al viceministro Visco, quando si sarebbe recato in aula (e oggi è presente) di fornire una risposta sull'argomento che lo riguarda di persona (e mi riferisco sia al decreto Bersani sia al disegno di legge finanziaria): il conto telematico.
Nessuna risposta è stata fornita dal viceministro Visco, mentre è intervenuto a tale riguardo il sottosegretario Grandi. Ma allora perché il viceministro si presenta in aula?
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Non è un intervento sull'ordine dei lavori!
GIUSEPPE CONSOLO. Perché non risponde, quando gli poniamo dei legittimi interrogativi? L'assicurazione di ieri del Presidente Bertinotti dov'è andata a finire? È verbalizzata, ma, come al solito, alle parole non seguono i fatti!
PRESIDENTE. La Presidenza ritiene che il Governo sia legittimamente rappresentato in aula e che nella sua autonomia possa decidere come intervenire nel dibattito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Presidente, vorrei ricordare ai colleghi, come più volte in altre circostanze abbiamo avuto modo di fare, che, nell'aprile di quest'anno, il rapporto Uckmar alla Commissione europea ha di fatto aperto una via che sarebbe opportuno e virtuoso che questo paese intraprendesse per quanto riguarda la cosiddetta fiscalità di vantaggio a favore delle aree di cui all'obiettivo 1.Pag. 30
Pertanto, l'articolo aggiuntivo presentato dal collega Alberto Giorgetti, che non è molto dissimile da quello che noi abbiamo presentato all'articolo 19, va in questa direzione e ha la possibilità di essere preso concretamente in considerazione da parte della Commissione europea.
Ci auguriamo, quindi, che tutti quelli che hanno a cuore i problemi del Mezzogiorno anche con riferimento all'aspetto strutturale, votino a favore di questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, vorrei aggiungere qualche brevissima considerazione a quelle esposte dai colleghi, che assolutamente condivido.
Il problema della fiscalità di vantaggio oggi assume in queste aree un particolare significato ed una particolare urgenza, proprio in virtù del rischio che comporta la mortalità delle imprese (e mi riaggancio al problema della sicurezza delle stesse).
Vorrei ricordare che gli interventi che rientrano nell'obiettivo 1 cercavano di sviluppare lo start up delle imprese e di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo, ma non vi è sviluppo se non ancoriamo lo stesso alla capacità delle imprese di mantenersi nel tempo sotto il profilo della solidità nel corso degli anni. Quindi, è un fattore di grande qualità. Ecco perché il gruppo di Alleanza Nazionale ha rinunciato a presentare un numero considerevole di emendamenti, concentrandosi su alcune proposte emendative di estrema attualità. Chiediamo, pertanto, ai colleghi della maggioranza di non essere insensibili rispetto a questo problema grave e complesso!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor viceministro, mi permetto di rivolgermi direttamente a lei per una questione di garbo e di sensibilità nei confronti del sottosegretario Grandi, perché, oltre che da deputato, parlo anche in qualità di avvocato e libero professionista. Quindi, faccio parte di quella categoria di evasori, per la definizione che questo Governo ha appena fornito in quest'aula. Vorrei, quindi, essere ascoltata da lei, viceministro, e non per presunzione.
L'articolo aggiuntivo in esame mi trova assolutamente favorevole e con me anche il gruppo dell'UDC. Tuttavia, vorrei, certo provocatoriamente, annunciare che non lo sottoscriverò, perché, considerato il comportamento di questa maggioranza nei confronti della positiva azione che l'opposizione sta portando avanti, ritengo sia inopportuno invitare la maggioranza ad aderire a questa posizione e, quindi, a dare conforto all'articolo aggiuntivo in esame.
Faccio, però, un appello a questa maggioranza: riformuli la proposta emendativa in discussione, la scriva come crede, la rielabori, la collochi in un'altra parte della finanziaria, ma accolga la proposta positiva - è la cosa più importante - non tanto e non solo per il Mezzogiorno, ma per un rilancio dell'economia del nostro paese, nella logica, che ho sentito affermare spesso anche da esponenti della maggioranza, secondo la quale lo sviluppo del Mezzogiorno non è lo sviluppo di un'appendice, di una parte residuale ed emarginata del paese, ma è lo sviluppo dell'intero paese. È uno slancio per l'intera economia del nostro paese!
Continua a crescere il numero delle proposte emendative presentate da questo Governo (credo che siano arrivate a quota 90 o 91).
Se questo Governo avesse voglia di dimostrare un minimo di sensibilità, potrebbe presentare il novantunesimo emendamento e riprodurre il contenuto di questa saggia proposta.
Ho ascoltato l'onorevole Piro: il suo intervento dimostra, ancora una volta, che ci troviamo a dialogare impropriamente perché il dialogo è comunicazione, è confronto.Pag. 31Non è possibile pensare che si sviluppi un dialogo in quest'aula con una maggioranza così autoreferenziale e chiusa su se stessa. L'elencazione delle misure prospettata dall'onorevole Piro - si è trattato, in realtà, di una approssimazione elencativa - può andare bene in un comizio o in un incontro di piazza, può accontentare una parte della comunità del Mezzogiorno, ma non è serio che avvenga in quest'aula. Non è serio fare riferimento ad un cuneo fiscale che sappiamo perfettamente quanto costerà alle imprese del Mezzogiorno. Non possiamo riferirci al credito d'imposta o al bonus, strumenti vecchi reintrodotti e riciclati, che avevamo già praticato.
Non si può dire che questa finanziaria rappresenti veramente il rilancio del Mezzogiorno. Il Mezzogiorno da tempo chiede non misure assistenziali ma, anzi, il superamento dell'assistenzialismo. In questa proposta emendativa non c'è solo la richiesta della fiscalità compensativa con la previsione di una riduzione del carico fiscale per il Mezzogiorno, ma c'è anche il riferimento alle nuove attività e ad un'attività di controllo che andrebbe ad incidere sul negativo tasso di mortalità delle imprese con riferimento al quale si dovrebbe lavorare.
Il Presidente Napolitano, venendo in Campania a parlare dell'emergenza sicurezza, ci ha tenuto a sottolineare che si tratta soprattutto di un'emergenza sociale e culturale. Se veramente questo Governo, come il ministro Amato ha detto a Napoli, vuole dare una risposta, cominci a lavorare sul rilancio sociale e culturale del Mezzogiorno e, forse, riuscirà a dare anche risposte ai problemi di giustizia e di sicurezza del Mezzogiorno e del nostro paese [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
NICOLA BONO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, ieri in quest'aula è accaduto un incidente in ordine ai tempi ristretti con i quali il Parlamento è stato obbligato ad operare per subemendare emendamenti presentati dal Governo. Alla fine di un lungo dibattito, il Presidente Bertinotti aveva assunto l'impegno ad avere più cura nella forma di comunicazione degli emendamenti stessi e addirittura, anche su mia richiesta, aveva accettato di annunciarli in aula non appena fossero arrivati.
Dalle agenzie di stampa si apprende che il Governo ha varato altri 90 emendamenti di cui quest'Assemblea non è stata informata. Temo che, quando qualcuno si degnerà di rendercene nota l'esistenza, magari ci verrà concesso un quarto d'ora per poterli subemendare. È un fatto scandaloso che, peraltro, viola un preciso impegno assunto dal Presidente Bertinotti ieri in quest'aula per rendere più corretti e fluidi i nostri lavori.
Pertanto, signor Presidente, la invito a farci sapere quali sono i 90 emendamenti varati dal Governo, a procedere al loro annuncio ufficiale, a farci conoscere quanto tempo abbiamo a disposizione per eventuali subemendamenti e, comunque, a rasserenare l'Assemblea in ordine al corretto andamento della nostra attività.
PRESIDENTE. All'inizio dell'odierna seduta la Presidenza ha già comunicato espressamente che il Governo ha presentato una serie di nuovi emendamenti al testo.
ITALO BOCCHINO. E dove stanno?
PRESIDENTE. Sono al vaglio di ammissibilità e, conseguentemente, saranno resi noti appena terminata questa fase.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, qualche minuto fa lei ha richiamato il Governo a prestare attenzione agli interventi dei colleghi dell'opposizione, e noi apprezziamo i suoi sforzi per renderePag. 32efficaci ed efficienti i lavori dell'Assemblea. Ci permettiamo, tuttavia, di chiederle di praticare tanta solerzia con equità anche nei confronti dei colleghi dell'opposizione.
Non dubitiamo del controllo che la Presidenza attua sui lavori e sugli interventi, ma poco fa un collega le ha chiesto se i tempi degli interventi a titolo personale, che vanno ben oltre quelli previsti, vengano conteggiati. Lei, forse, non si è accorto di non aver fornito una risposta nel merito e, dunque, le poniamo nuovamente il quesito.
PRESIDENTE. L'invito all'attenzione non era rivolto solo agli emendamenti dell'opposizione.
Per quanto riguarda i tempi, ho segnalato al collega - e lo ripeto - che i tempi sono quelli stabiliti dal regolamento: chi parla per primo a nome del gruppo ha diritto a cinque minuti, salvo gli esponenti del gruppo Misto che hanno tre minuti a disposizione; per gli interventi a titolo personale vi è un minuto a disposizione. Gli interventi a titolo personale sono assolutamente conteggiati nei tempi previsti per i gruppi.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, in riferimento a quanto detto dal collega Bono, ieri ho sollevato la medesima questione, rilevandone l'assoluta insopportabilità. In quanto deputati, dobbiamo essere tutelati dalla Presidenza della Camera. Lei ha riferito che questa mattina, in apertura di seduta, è stato dato annuncio che sarebbero stati presentati alcuni emendamenti da parte del Governo. Si tratta di un escamotage assolutamente inaccettabile perché, quando si procede all'annuncio, l'emendamento deve essere un dato certo ed i deputati devono venirne a conoscenza. Chi le parla, insieme a tanti colleghi presenti, è qui dalle 9 di questa mattina: nessuno ci ha consegnato il testo di alcun emendamento. Signor Presidente, lei dice che alla fine della seduta verranno resi noti gli emendamenti: cosa significa «alla fine della seduta»?
PRESIDENTE. Grazie...
TEODORO BUONTEMPO. Non ho concluso e la pregherei di ascoltarmi perché sto parlando a lei in qualità di Presidente della Camera. Innanzitutto, lei ha detto poc'anzi che questa mattina è stato dato l'annuncio di emendamenti: a noi deputati presenti ininterrottamente non è arrivato alcun pezzo di carta con emendamenti!
In secondo luogo, lei ha detto che a fine seduta verranno resi noti i suddetti emendamenti. Poiché la seduta termina alle ore 13, quale sarà il tempo a nostra disposizione per la presentazione di subemendamenti?
L'altra sera, avremmo dovuto mettere una guardia ai gruppi alle 22,30 per avere gli emendamenti del Governo. Oggi cosa dobbiamo fare? Alle ore 13 si chiude la seduta e, quindi, prego la Presidenza di farci avere, a quell'ora, gli emendamenti, qualora vi fossero, poiché anche lei ha detto che al momento non si tratta di un dato certo. Nel caso in cui al termine della seduta vi fossero gli emendamenti del Governo, vorremmo sapere quale sarà il tempo di conoscenza per i deputati e quali saranno i termini per la presentazione di subemendamenti. I subemendamenti devono essere presentati dopo le 20, vale a dire dopo la nuova convocazione dei deputati, in quanto non vi è altro sistema per conoscere i testi degli emendamenti?
Noto una complicità tra la Presidenza e il Governo; ovviamente non mi riferisco a lei, Presidente, né ad alcuno in particolare. Infatti, la Presidenza, anziché essere il punto di sintesi tra gli interessi dell'Esecutivo e quelli del Parlamento e tutelare i parlamentari nelle loro prerogative, appare sbilanciata verso tutti i desideri di questo Governo; e ciò è assolutamente inaccettabile!
Noi vogliamo svolgere il nostro dovere; quindi, il Governo presenti un maxiemendamento, si organizzi al meglio, ma nonPag. 33possiamo stare in aula e magari intervenire su una materia che poi viene affrontata successivamente sotto altra forma, vanificando in tal modo il dibattito parlamentare.
Concludo, Presidente, evidenziando che l'annuncio di questa mattina ha il sapore di una furbizia a scapito dei deputati. Infatti, se si apre la seduta e si annuncia la presentazione di nuovi emendamenti, questi avrebbero dovuto esserci consegnati prima delle 13 e non dopo, quando la seduta sarà terminata.
Allora, se tali emendamenti verranno presentati, i subemendamenti si dovrebbero poter presentare dopo le 20 di domani sera. Pregherei anche i capigruppo di elevare una protesta formale nei confronti della Presidenza, che non ci mette nelle condizioni di svolgere il nostro dovere.
PRESIDENTE. La Presidenza ha già reso una comunicazione in proposito. Ripeto: i testi degli emendamenti sono attualmente al vaglio di ammissibilità e il Governo rimane ovviamente libero, qualora lo ritenga, di rendere noti i testi depositati presso la Presidenza. Tuttavia, in ogni caso, al termine del vaglio di ammissibilità, conformemente ai precedenti, saranno resi disponibili sia i testi dichiarati ammissibili sia quelli originariamente presentati dal Governo.
Al termine del vaglio di ammissibilità, sarà stabilito il termine...
TEODORO BUONTEMPO. Entro le 13! La seduta poi sarà conclusa...!
PRESIDENTE. Mi sento di escludere questa conseguenzialità. Il problema non è entro il termine della seduta, ma dopo il vaglio di ammissibilità, che è ancora in corso. Concluso il vaglio, sarà stabilito il termine per la presentazione dei subemendamenti nei tempi congrui per un adeguato esame da parte dei gruppi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ritengo mio dovere sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame per una serie di considerazioni che sono state già illustrate all'Assemblea da tutti i colleghi di minoranza intervenuti in proposito.
A me preme ricordare solo come nel Mezzogiorno d'Italia il costo del danaro sia molto superiore a quello di altre aree del paese. Con il Governo Prodi è finita la stagione delle grandi opere, che sono tutte congelate. Il ministro Di Pietro - come dice spesso in Commissione - ci sta pensando. Mi auguro che ci pensi bene e che lo faccia al più presto!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, intanto vorrei rilevare che, per la prima volta dopo tanti anni, il ministro dell'economia - che, ovviamente, ha la titolarità della materia - fino a questo momento non è stato presente ai nostri lavori. Senza mancare di rispetto nei confronti del sottosegretario Grandi, ritengo si tratti di un comportamento da sottolineare in termini negativi.
Per quanto concerne l'articolo aggiuntivo in esame, con esso la questione del Mezzogiorno viene posta in termini diversi rispetto al passato e avremmo preferito che il Governo fosse intervenuto in merito a questo problema.
Il tema del Mezzogiorno non può essere affrontato soltanto sul versante della sicurezza. Il Mezzogiorno non è perduto. Esistono però problemi gravissimi per i quali le gestioni di alcune regioni - prima fra tutte quella calabrese - non fanno nulla per garantire il riscatto.
Con l'articolo aggiuntivo in esame si pone fine all'assistenzialismo e si affronta il problema del controllo per quanto riguarda il flusso dei finanziamenti e delle risorse, proprio garantendo l'effettività del lavoro e dell'insediamento industriale. Ritengo dunque che tale proposta emendativa meriti l'attenzione e l'approvazione da parte dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, preannuncio l'astensione della Lega Nord sull'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016, in quanto, pur essendo d'accordo sull'aiuto alle aree ex obiettivo 1, riteniamo che la formulazione di tale proposta emendativa sia discriminatoria. Infatti, le aree ex obiettivo 1 non sono soltanto nel Meridione, ma sono presenti anche nel centro-nord. Pertanto, se l'articolo aggiuntivo fosse riformulato nel senso di eliminare l'elenco delle regioni, saremmo disponibili ad esprimere sullo stesso un voto favorevole, altrimenti ci asterremo.
Vorrei inoltre sottolineare che in realtà siamo di fronte ad una battaglia tra poveri. Il problema vero è che dal 2007 per le aree dell'ex obiettivo 1 di soldi non ve ne saranno quasi più; ciò in quanto, a seguito dell'allargamento dell'Europa ai paesi dell'Est, gli aiuti europei avranno una diversa destinazione. Invito quindi le forze politiche a non dividersi in questa sede in una battaglia tra poveri, svolgendo invece la propria battaglia in Europa, affinché ci venga riconosciuto il giusto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, intendo intervenire sull'articolo aggiuntivo in esame, anche se le mie valutazioni si intrecciano con quelle emerse dagli interventi sull'ordine dei lavori.
Colgo la sostanza dell'appello rivolto dall'onorevole Mazzoni all'Assemblea, con il quale si evidenzia che non si vogliono primogeniture, in quanto ciò che interessa è il problema in sé, che deve essere valutato in quanto tale. Quindi la maggioranza e il Governo, se lo ritengono, propongano un emendamento in materia.
Ritengo che questo sia il clima giusto da instaurare nel confronto tra maggioranza e minoranza in questo sabato mattina nel quale ogni parlamentare sta svolgendo il proprio dovere. Tra l'altro, il giusto clima nonché il dialogo e il confronto possono produrre risultati positivi, com'è avvenuto con riferimento alle disposizioni sul 5 per mille e a proposito delle prestazioni senza denaro e con carte di credito e assegni.
Certo, a volte, nella passione degli interventi, può accadere che sia pronunciata qualche parola di troppo - com'è capitato al viceministro Visco -, ma ciò non cancella il fatto che nel confronto complessivo, se si esce dal clima di contrapposizione aprioristica, anche questo appassionato confronto può produrre alcuni risultati.
Fa specie che, invece, il Presidente del Consiglio abbia reso dichiarazioni titolate in questo modo: Contro tagli, ferocia impressionante; Paese impazzito, non si pensa al domani; Non ci sono le elezioni imminenti, lo scontento sulla finanziaria non mi fa paura; Voto Ferrero: in Consiglio dei ministri non si apre un caso politico.
Non mi sembra che la finanziaria possa essere concepita come una sfida. Ho una certa esperienza parlamentare degli anni Ottanta e Novanta; in quell'epoca, la finanza non era mai concepita come una sfida della maggioranza alla minoranza perché si discuteva in Commissione bilancio e anche gli emendamenti della minoranza venivano valutati attentamente e spesso approvati. Se la finanziaria fosse una sfida tra la maggioranza e la minoranza, credo che si andrebbe poco lontano; se tutto questo producesse una trincea del Governo in una lotta contro il paese, produrrebbe ancora meno. Quindi, penso che l'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016 possa essere accolto con lo spirito sollecitato dall'onorevole Mazzoni e che possa produrre un risultato positivo per il paese nel suo complesso e non solo per il Meridione (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale,Pag. 35l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.
BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, intervengo intanto per apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame perché lo ritengo giusto. I colleghi della Lega facevano notare che ci sono altre zone ricomprese nell'obiettivo 1 ed anche questo rilievo mi sembra giusto. Tuttavia, ho notato che alcuni esponenti del Governo provano gusto a massacrare fiscalmente i cittadini italiani. Allora, ritengo che l'unico modo per convincerli ad esprimere un parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016 possa essere un richiamo alla seconda parte, ossia quando si prevede giustamente che le imprese che non dimostrano la crisi paghino cinque volte di più. Signor ministro, senta che belle parole: «pagare cinque volte di più». Credo che questo le possa far cambiare idea ed indurla ad esprimere un parere favorevole su un articolo aggiuntivo giusto per la parte povera del paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Alberto Giorgetti 5.016, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 446
Astenuti 11
Maggioranza 224
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 267).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito a votare.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei chiedere al relatore e al presidente della Commissione di convocare il Comitato dei nove per rendere una comunicazione del Governo. Potremmo anche anticipare alle 13 la conclusione dei lavori dell'Assemblea e, quindi, procedere poi alla riunione del Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Se non ho inteso male, il relatore invita a convocare successivamente il Comitato dei nove. Quindi, possiamo proseguire nei nostri lavori.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo per due motivi. Sono state diramate diverse notizie di agenzia volte a sostenere che l'opposizione sta facendo ostruzionismo. Il Governo ha appena chiesto di interrompere anticipatamente la seduta; questo a dimostrazione del fatto che l'opposizione non sta facendo ostruzionismo, ma che il Governo è leggermente in difficoltà a portare avanti la legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
ANTONELLO FALOMI. No!
GUIDO CROSETTO. In secondo luogo, visto che c'è il solito cronista dell'Ansa «appollaiato in piccionaia» a riprendere il dibattito - vedo che Bongarrà è l'unico che resiste a seguire i nostri lavori -, vorrei dire ai colleghi dell'opposizione e al Governo che non c'è stato ostruzionismo. Noi abbiamo votato, senza intervenire, su tutti i nostri emendamenti, tranne due: uno fondamentale sul Sud, su cui non c'è stata una risposta del Governo più volte richiesta, non c'è stato un intervento, sePag. 36non uno, dei colleghi di maggioranza, come se il Sud o la relativa fiscalità di vantaggio non interessasse a questa maggioranza; l'altro, quello sui pagamenti in contanti. Onorevole Visco, chi prima alimentava il nero non è che adesso, con l'obbligo di prendere i soldi con il Bancomat, smetterà di farlo: è una visione leggermente distorta.
Signor Presidente, vorrei sottolineare che non esiste ostruzionismo. Noi siamo pronti ad andare avanti anche fino alle 13,30 ed oltre, ma il Governo chiede - tra l'altro, senza spiegare il motivo e parlando tranquillamente con il relatore, cosa che poteva fare a voce -, di sospendere anticipatamente i lavori: tutti noi vorremmo conoscerne i motivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Inoltre, se un collega decide di partecipare alle votazioni pur essendo in Piemonte, eviti di farsi fotografare sulla stampa di oggi. Consiglio a qualche collega di centrosinistra di guardarsi la foto di un vostro collega, mi pare che sia di Alessandria, che ieri era di fianco a Prodi e che risulta presente a tutte le votazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Signor Presidente, teniamo a ribadire che in quest'aula non c'è ostruzionismo, bensì il tentativo di migliorare la legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sempre per parlare al glorioso cronista dell'Ansa che sta seguendo i nostri lavori da alcuni giorni, credo che egli abbia potuto constatare se gli interventi dell'opposizione siano effettivamente solo su due emendamenti, se il tempo impiegato fino ad oggi riguardi effettivamente solo due emendamenti, come l'opposizione questa mattina abbia tentato di verificare se la maggioranza era o meno in grado di garantire il numero legale, non essendo presente in aula nelle prime votazioni.
ANTONIO LEONE. Come facevate voi la scorsa legislatura!
ROBERTO GIACHETTI. Questa opposizione aveva annunciato che avrebbe ritirato uno straordinario numero di emendamenti per contribuire al buon andamento della legge finanziaria e tutto ciò - come le cose che diceva ora l'onorevole Crosetto - oltre che sotto gli occhi del cronista sono sotto gli occhi di tutti.
Quindi, se l'onorevole Crosetto, excusatio non petita, sostiene che non si tratta di ostruzionismo, in realtà lo vedremo nel corso del tempo. Noi siamo presenti e stiamo intervenendo nel merito. Credo che l'atteggiamento del Governo sia coerente con l'organizzazione dei lavori parlamentari perché mi pare che il relatore abbia suggerito che una breve interruzione possa essere disposta a fine seduta, in modo da non creare problemi al prosieguo dei nostri lavori.
Noi siamo presenti, siamo autosufficienti e, magari, ci auguriamo che il contributo dell'opposizione cresca non tanto nelle ore di intervento, ma anche nelle proposte alternative. Siamo qui per esaminarle e ieri ed oggi ne abbiamo accettate alcune. Capisco l'esigenza di mettere in evidenza qualcosa che non c'è, ma, per quanto ci riguarda, possiamo tranquillamente andare avanti oggi, domani sera e per tutto il tempo necessario per arrivare ad approvare la legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leone 5.017...
ANTONIO LEONE. Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Leone, intende intervenire sull'ordine dei lavori?
ANTONIO LEONE. No, signor Presidente, vorrei intervenire sull'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Allora, aggiungo alle richieste d'intervento la coppia Leone e Gianfranco Conte...
Pag. 37ANTONIO LEONE. Presidente, è una coppia di fatto...!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonio Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Intervengo solo per chiedere al relatore, collega Ventura, se fosse possibile accantonare l'esame di tale articolo aggiuntivo, determinazione che peraltro risponderebbe ad una ratio precisa. È sotto gli occhi di tutti i componenti della Commissione bilancio il dibattito svoltosi all'interno della stessa sulla materia del trasporto e dell'autotrasporto. Si dice che gli emendamenti del Governo già presentati o che saranno presentati stamane riguarderebbero tale materia. Quindi, chiederei di esaminare l'articolo aggiuntivo nel momento in cui avremmo contezza dell'orientamento del Governo sulla stessa materia.
PRESIDENTE. Qual è l'opinione del relatore?
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, abbiamo già accantonato un articolo aggiuntivo. Credo che, con riferimento a quello in esame, sussistano le condizioni per procedere nei lavori.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leone 5.017, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 272).
Indìco... Chiedo scusa, colleghi, vorrei comunicare che l'articolo aggiuntivo Napoletano 5.018 è stato ritirato dai presentatori.
ANTONIO LEONE. Lo facciamo nostro, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Napoletano 5.018, non accettato dalla Commissione né dal Governo, ritirato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 456
Astenuti 5
Maggioranza 229
Hanno votato sì 4
Hanno votato no 452).
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, mi pare che ci fosse un emendamento accantonato sul quale il Governo aveva manifestato la sua disponibilità. Propongo, quindi, di riunire il Comitato dei nove per verificare la possibilità di porlo in votazione oggi. Non può esservi una sorta di trattativa privata tra il Governo e il relatore. Di ciò deve essere informata, se non l'intera Assemblea, almeno la Commissione. Propongo pertanto di sospendere la seduta per poi passare, alla ripresa, all'esame dell'articolo 6; tuttavia, la comunicazione che il Governo intendeva rendere va fatta per ragioni di trasparenza nei confronti del Comitato dei nove.Pag. 38
Mi pare che il sottosegretario sia d'accordo; quindi, se la soluzione è soddisfacente possiamo procedere subito come suggerito, altrimenti potremmo decidere di rimandare a domani la questione. Mi pare comunque che in proposito vi sia stato un ampio dibattito: l'Assemblea ha il diritto di essere informata.
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Se ci riferiamo alla richiesta del sottosegretario Grandi, la mia opinione è che il Comitato dei nove si possa riunire al termine della seduta per affrontare tutte le questioni che sono rimaste aperte. Non vedo ragioni per fare altrimenti. Possiamo infatti tranquillamente riprendere il punto che abbiamo accantonato nel corso della seduta di domani, il che, tra l'altro, mi sembra un metodo che consente un lavoro e una riflessione più meditati. Se l'Assemblea conviene su quanto dico, questa è l'opinione del relatore: riunire il Comitato dei nove al termine della seduta.
PRESIDENTE. Onorevole Vito, intende formalizzare la sua richiesta di sospensione dei lavori?
ELIO VITO. Sì, mi sembra che fosse una richiesta del Governo...
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo ha l'esigenza di informare il Comitato dei nove, ma lo farà quando l'Assemblea deciderà in tal senso.
PRESIDENTE. La Presidenza suggerisce di proseguire l'esame.