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Seguito della discussione delle mozioni Maroni ed altri n. 1-00043, Airaghi ed altri n. 1-00047, Sanza ed altri n. 1-00064, Attili ed altri n. 1-00065 e Volontè ed altri n. 1-00066 sulle iniziative volte a prevedere il trasferimento della compagnia aerea Alitalia a Milano e sul ruolo dell'aeroporto di Malpensa (ore 12,45).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Maroni ed altri n. 1-00043, Airaghi ed altri n. 1-00047, Sanza ed altri n. 1-00064, Attili ed altri n. 1-00065 e Volontè ed altri n. 1-00066 sulle iniziative volte a prevedere il trasferimento della compagnia aerea Alitalia a Milano e sul ruolo dell'aeroporto di Malpensa (Vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Ricordo che nella seduta del 27 novembre 2006 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Ricordo inoltre che, in data 28 novembre, dopo la presentazione della mozione Attili ed altri n. 1-00065, sono state ritirate le mozioni Pedrini ed altri n. 1-00023, Attili ed altri n. 1-00055, Mario Ricci ed Pag. 43altri n. 1-00056, Bonelli ed altri n. 1-00058 e Picano ed altri n. 1-00060 e che, in data 29 novembre, è stata ritirata la mozione Volontè ed altri n. 1-00051 ed è stata presentata la mozione Volontè ed altri n. 1-00066.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il viceministro dei trasporti, onorevole De Piccoli, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
CESARE DE PICCOLI, Viceministro dei trasporti. Signor Presidente (Commenti)...
PRESIDENTE. Se inizia, vedrà che...
CESARE DE PICCOLI, Viceministro dei trasporti. So che devo conquistare il silenzio, signor Presidente!
Onorevoli colleghi, con riferimento alla discussione che si è svolta a seguito della presentazione delle mozioni all'ordine del giorno, vorrei osservare che gli interventi risentivano sicuramente di una polemica che si era aperta alla ripresa dei lavori parlamentari, dopo il periodo estivo, soprattutto per quanto riguardava la finalità, l'utilizzo e le funzioni di due importanti aeroporti nazionali, vale a dire Fiumicino e Malpensa.
Signor Presidente, vorrei essere messo nelle condizioni di svolgere il mio intervento (Commenti)...!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore!
Prego, viceministro De Piccoli, prosegua pure il suo intervento.
CESARE DE PICCOLI, Viceministro dei trasporti. Come stavo dicendo, signor Presidente, gli interventi svolti nel corso della discussione sulle linee generali delle mozioni presentate risentivano di una polemica che si era determinata dopo il periodo estivo, soprattutto per quanto concerneva le finalità di due importanti scali aeroportuali nazionali, quali Fiumicino e Malpensa.
In verità, ciò metteva in evidenza le specificità - o, per alcuni, anche le anomalie - del nostro sistema aeroportuale, le quali lo rendono differente dai sistemi di altri paesi. Voglio evidenziare che, in altre realtà, esiste un sistema veramente molto semplice: nella sostanza, vi è un vettore aereo di gran lunga prevalente, il quale svolge circa il 70 per cento del traffico aereo. Ciò si verifica in Francia, in Germania, in Gran Bretagna ed in Spagna. L'attività del vettore nazionale prevalente, inoltre, si incentra su uno scalo aeroportuale che potremmo definire hub. Sotto questo punto di vista, dunque, il sistema presenta una asimmetria ed anche una certa semplicità.
Le condizioni storiche del nostro paese hanno condotto, invece, ad una significativa differenziazione. Noi, infatti, abbiamo diversi scali aeroportuali, i quali rivestono una loro valenza ed una loro importanza. I più importanti sono imperniati su Fiumicino e Malpensa, ma sono d'accordo con la formulazione utilizzata, nel corso della precedente dibattito, dall'onorevole Attili: essi, infatti, sono hub «potenziali», ma non sono hub veri e propri, se confrontati con l'esperienza di altri importanti scali dei paesi che ho testé richiamato.
Sappiamo, inoltre, che vi è una situazione differente rispetto a questi paesi anche per quanto riguarda il trasporto aereo e le compagnie nazionali che svolgono tale attività. Infatti, con il superamento della logica del monopolio e la liberalizzazione del trasporto aereo, l'Alitalia (che era non solo la compagnia di bandiera, ma aveva anche un ruolo di monopolista) è scesa da circa l'80 per cento del trasporto ante liberalizzazione ad un'attività che, attualmente, risulta essere inferiore al 50 per cento.
Esiste, pertanto, una situazione differente rispetto agli altri paesi sia dal lato del sistema aeroportuale, sia da quello dei vettori di traffico. Da questo punto di vista, allora, condivido alcune parti degli interventi svolti nel corso della discussione Pag. 44sulle linee generali delle mozioni presentate. Ci pare abbastanza fuori luogo, infatti, aprire una polemica che contrapponga Fiumicino a Malpensa.
Sotto questo profilo, ci sembra una forzatura anche il fatto di piegare le logiche di una compagnia al fine di indurla ad operare su uno scalo in alternativa ad un altro, perché ciò, per l'appunto, aprirebbe inevitabilmente una polemica nella quale prenderebbero sempre di più il sopravvento gli aspetti locali e territoriali rispetto a quelli relativi alla funzionalità del trasporto aereo. Mi sembra, quindi, che convenga individuare, sulla base di ragioni veramente attinenti al trasporto aereo, quali siano i punti deboli del sistema da questo punto di vista.
Per quanto riguarda lo scalo Malpensa, ad esempio, esiste sicuramente una difficoltà in ordine al sistema dei collegamenti terrestri. Mi riferisco, in altri termini, alla possibilità di accedere all'aeroporto attraverso sia le ferrovie sia le strade con modalità e tempi abbastanza celeri; quindi, vi è indubbiamente una penalizzazione di tale aeroporto, e ciò chiama in causa ritardi infrastrutturali che ai colleghi sono sicuramente presenti.
Esiste, inoltre, anche un problema concernente la movimentazione degli aerei nei piazzali. Sappiamo, infatti, che la configurazione progettuale di Malpensa vede due piste che si incrociano, e ciò determina alcune difficoltà per quanto riguarda la operatività dei mezzi.
Per quanto riguarda Fiumicino, sicuramente c'è il problema di un maggiore potenziamento, considerata la domanda, e ad esso sarà sicuramente data una risposta positiva con la realizzazione del molo «C», già in corso di progettazione.
Quindi, cercherei le motivazioni che portano ad una sofferenza del nostro sistema aeroportuale partendo da un dato immodificabile, quello della necessità di avere non un solo hub ma più aeroporti, cioè quelli di Fiumicino, Malpensa, Linate, Venezia, Torino e Catania, che già sono una realtà, oltre a quelli di tante altre città. Tutto questo porterà, anziché all'accentramento su di un solo aeroporto, ad una programmazione di sistema. È volontà del Governo, nell'ambito dell'aggiornamento del piano dei trasporti e della mobilità, presentare quanto prima al Parlamento le linee guida per tutelare il sistema aeroportuale nazionale ed evitare, quindi, una contrapposizione che presenta gli elementi critici che richiamavo. Con questo, rispondo positivamente non solo alle polemiche che si erano innescate, ma anche alle iniziative assunte dal sindaco di Roma, Veltroni, e di Milano, Moratti, che auspicano di trovare una collaborazione per valorizzare fino in fondo questo sistema infrastrutturale importante, non certo in una logica di contrapposizione tra le due principali città italiane.
Sicuramente, la discussione risentiva anche del fatto che nello stesso momento era aperta la discussione sul futuro di Alitalia. È indubbio che, da questo punto di vista, vi sono alcune novità sicuramente rilevanti, che l'Assemblea potrà apprezzare e valutare nella sua autonomia. Nella riunione del Consiglio dei ministri, lo scorso venerdì, il Governo ha assunto la decisione, che ritengo importante, di avviare un processo che porterà alla privatizzazione di Alitalia. Le scadenze sono state delineate anche ieri dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in una nota ufficiale. È in corso l'attività preparatoria che porterà all'individuazione dell'advisor che dovrà gestire la collocazione sul mercato di una importante quota azionaria, pari al 30,1 per cento, della proprietà della compagnia. In base alle regole del sistema finanziario nazionale, questo obbligherà ad una OPA totalitaria. Seguirà la predisposizione del bando di gara, che definirà le modalità di aggiudicazione. Ci si augura che, complessivamente, questa operazione possa concludersi entro la primavera. Dal momento che una parte delle mozioni, e anche la discussione che si è svolta la scorsa settimana, intrecciano, per un giusto elemento di simmetria, l'andamento del sistema aeroportuale con il futuro di Alitalia, ritengo che questa novità debba essere valutata in tutta la sua portata, anche in relazione al sistema aeroportuale. Pag. 45Credo che tutti noi siamo interessati alle garanzie che avremo dalla privatizzazione di Alitalia...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, un po' di silenzio, per favore.
Prego, viceministro De Piccoli, prosegua pure il suo intervento.
CESARE DE PICCOLI, Viceministro dei trasporti. È indubbio, a questo proposito, che una garanzia sarà costituita dal fatto che il nuovo soggetto imprenditoriale operi nell'interesse del sistema paese e garantisca il servizio in tutta la realtà nazionale. Dovrà essere un soggetto dotato, anche per le modalità di vendita del pacchetto azionario, di una sua forza dal punto di vista finanziario, affinché possa sostenere l'operazione di acquisto dell'intero pacchetto di Alitalia. Dovrà essere, inoltre, un soggetto forte e credibile anche dal punto di vista imprenditoriale, perché questa operazione è anche, ma non soltanto, una operazione finanziaria. Quindi, oltre a dover prestare garanzie da quest'ultimo punto di vista, dovrà presentare un piano industriale in grado di creare le condizioni perché Alitalia non soltanto esca dalla crisi ma diventi davvero, se non la compagnia di bandiera, un operatore nazionale in grado di tutelare fino in fondo gli interessi del sistema paese, almeno al pari di quanto è accaduto negli altri paesi in cui si sono verificati processi di liberalizzazione. Quindi, questo soggetto dovrà dare garanzie - non dico paletti o altro - anche dal punto di vista sociale, perché Alitalia è una grande impresa che ha responsabilità sociali per quanto riguarda le maestranze. Credo che anche questo elemento debba essere tenuto in considerazione.
Mi sembra giusto, dunque, considerare in questa discussione, piuttosto che una contrapposizione tra Fiumicino e Malpensa, la misura nella quale il futuro di Alitalia, simmetricamente, possa contribuire anche al funzionamento di un sistema aeroportuale efficiente e moderno. Tale sistema deve essere in grado di rispondere sia alla domanda proveniente dal nord Italia, relativa soprattutto al traffico business, in questo momento influenzato da altri aeroporti, sia a quella proveniente dalla capitale, relativa ad un traffico sicuramente non solo turistico, poiché questa città, in virtù della sua centralità, svolge un ruolo importante nel nostro paese. Mi sembrano questi gli elementi sui quali la nostra riflessione si dovrebbe incentrare. Come ripeto, il Governo, quanto prima, si presenterà con proprie proposte relative al sistema aeroportuale nazionale, rispondendo alle preoccupazioni che avevano mosso alla presentazione di una serie di mozioni. Inoltre, potrà dare garanzie affinché il percorso che porterà alla privatizzazione di Alitalia sia chiaro, come chiare dovranno essere le prerogative del Governo nella gestione di questa operazione. Il Parlamento sarà informato e consultato, sia attraverso le Commissioni parlamentari interessate, sia attraverso l'Assemblea. Nessuna decisione sarà assunta unilateralmente. È interesse del Governo che questo percorso sia seguito nella maniera quanto più trasparente possibile perché tutti noi abbiamo interesse ad avere una compagnia che torni a produrre valore e risponda positivamente alle preoccupazioni che hanno mosso alla presentazione delle mozioni.
Su questa base, signor Presidente, esprimo il parere del Governo sulle mozioni che sono state presentate. Per quanto riguarda la mozione Maroni ed altri n. 1-00043 e la mozione Airaghi ed altri n. 1-00047, il parere del Governo è contrario.
La mozione Sanza ed altri n. 1-00064, essendo di diverso tenore, ove ci fosse il tempo necessario si presterebbe a varie riformulazioni, soprattutto nelle parti che impegnano il Governo; ciò non vale per le motivazioni che, francamente, non condividiamo. Se questa è la logica che la ispira, credo che in momenti successivi si potranno trovare anche alcuni punti di intesa. In questo momento, tuttavia, il Governo non può esprimere parere favorevole su questa mozione.
Per quanto riguarda la mozione Attili ed altri n. 1-00065, il parere è favorevole, a condizione di due riformulazioni. In particolare, al punto e) si propone di Pag. 46sopprimere la parte che recita: «nonché un esame e una verifica delle possibilità di», lasciando invariata la seguente parte che recita: «realizzare a Malpensa una appropriata base di armamento».
Per quanto riguarda il quarto capoverso, si propone di modificarlo nel modo seguente: «a mantenere la presenza pubblica nella compagnia e a garantire che le modifiche dell'attuale assetto societario in Alitalia siano accompagnate da un ampio dibattito parlamentare».
Se vengono accolte tali riformulazioni, il parere del Governo è favorevole.
Per quanto riguarda la mozione Volontè ed altri n. 1-00066, il parere relativo al dispositivo è favorevole.
PRESIDENTE. Signor rappresentante del Governo, dovrebbe esprimere il parere anche sulle premesse della mozione Volontè ed altri n. 1-00066.
CESARE DE PICCOLI, Viceministro dei trasporti. Signor Presidente, la valutazione politica riguardava soprattutto la parte dispositiva, ma, complessivamente, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Constato l'assenza del deputato Beltrandi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto; si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dionisi. Ne ha facoltà.
ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, con soddisfazione abbiamo ascoltato le dichiarazioni del Governo, che ha espresso un parere favorevole sulla mozione che abbiamo presentato.
Condividiamo il fatto che il dualismo tra l'aeroporto di Fiumicino e quello di Malpensa sia una battaglia di campanile, piuttosto che una necessità di rilancio dei due aeroporti, che sicuramente possono avviare una collaborazione e una complementarietà, non solo come aeroporti di interesse nazionale, ma anche per il loro ruolo internazionale e per cercare di ottimizzare il traffico nel nostro paese. Credo che ci sia bisogno non solo di valorizzare l'interconnessione tra i due aeroporti, ma anche di potenziare le infrastrutture che servono tali aeroporti.
Certamente, oggi, al di là di un apprezzamento per la valutazione favorevole del Governo rispetto a questa mozione, il dibattito interessa molto di più la necessità di un rilancio della compagnia Alitalia, che sta attraversando una grave crisi ormai da molti anni.
La decisione del Governo di avviare una privatizzazione di Alitalia risponde non soltanto alla necessità di introdurre nel nostro paese elementi sempre più forti di liberalizzazione e di concorrenza, ma anche alle necessità del panorama internazionale in cui si muove il trasporto aereo.
Credo che non sfugga ad alcuno che, al di là della necessità di avviare una fase di mercato concorrenziale in questo settore, la globalizzazione aveva già introdotto nel mercato aereo internazionale e mondiale una concorrenza che si era sviluppata soprattutto con le compagnie low cost.
Noi ci dobbiamo muovere sulla scia dell'Europa, avviando in questo settore le liberalizzazioni e la concorrenza del mercato. Ci deve stimolare, soprattutto, non la garanzia di mantenere una compagnia di bandiera, ma la possibilità di avere un operatore nazionale che sia sul mercato con la capacità di perseguire l'interesse primario di garantire al consumatore un prezzo sempre più equo. Credo che l'interesse del consumatore non sia quello di avere la bandierina, ma di avere e di aumentare la possibilità di spostarsi all'interno del suo paese e a livello internazionale con tariffe adeguate. Credo che questo sia l'interesse del consumatore.
La proposta di mettere in vendita le quote della compagnia Alitalia risponde proprio a questi criteri e, soprattutto, al criterio europeo di avviare, anche in questo Pag. 47settore, non solo la liberalizzazione, ma anche la possibilità di concorrenza.
Si tratta di un passaggio importante per questo settore, che, mantenendo l'operatore nazionale e prestando molta attenzione nella vendita delle quote azionarie, quindi nel lancio dell'OPA, deve garantire il più possibile l'aspetto sociale relativo all'occupazione. Si deve fare anche in modo che la compagnia, nell'avviare una fase di partenariato con altre compagnie internazionali, non diventi soltanto marginale rispetto a tali compagnie.
Credo che il Governo, nei prossimi giorni, nell'avviare la gara per mettere in vendita le azioni di Alitalia, debba garantire la concorrenza, la liberalizzazione e, soprattutto, l'aspetto sociale dell'occupazione, evitando che l'operatore nazionale diventi un operatore marginalizzato rispetto agli interessi generali del paese. È vero che oggi non possiamo continuare a mantenere una compagnia di bandiera, ma non possiamo nemmeno immaginare di farla diventare una succursale di qualche compagnia internazionale [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ieri abbiamo chiesto alla Presidenza - non abbiamo motivo di dubitare che essa si sia attivata in tal senso -, di provvedere affinché sia differito l'orario di convocazione delle Commissioni bicamerali, se convocate in concomitanza con i lavori dell'Assemblea che prevedono votazioni.
Almeno per quanto di nostra conoscenza, la Commissione antimafia è convocata per le 13,30 e penso che debba essere aggiornata alla fine dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, vi è già stata una comunicazione e la Commissione differirà l'inizio dei suoi lavori.
ROBERTO MARONI. Chiedo di parlare per un chiarimento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Vorrei chiedere una precisazione sulla riformulazione proposta dal rappresentante del Governo, relativamente alla mozione Attili ed altri n. 1-00065, quando chiede di sostituire le parole: «a mantenere il controllo pubblico della compagnia», con le seguenti: «mantenere la presenza pubblica nella compagnia».
Da notizie di stampa ho appreso che l'intenzione del Governo è quella di privatizzare completamente la compagnia Alitalia. Quindi, vorrei capire se c'è un ripensamento e un diverso orientamento, se e come le due cose possano essere conciliate, o se, invece, non è vero che si vada verso la privatizzazione della compagnia.
PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire?
CESARE DE PICCOLI, Viceministro dei trasporti. Signor Presidente, senza entrare nel merito, non avendone la competenza specifica, credo che la questione sarà gestita soprattutto dal Ministero dell'economia e delle finanze.
Credo che l'accettare questo capoverso, con le relative riformulazioni, sia, da questo punto di vista, un elemento di indirizzo. Infatti, sappiamo cosa significa, onorevole Maroni, «mantenere il controllo» in termini societari; certamente, «mantenere una presenza» ha un significato diverso: a quel punto, si tratterebbe di una presenza minoritaria, in quanto cedendo, relativamente al pacchetto azionario del 49 per cento, cui fa parte la presenza pubblica, il 30,1 per cento, significa che questo nuovo soggetto avrà il controllo della compagnia. Poi, le modalità saranno da definire, ma credo che il senso sia evidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
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ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, oggi discutiamo sulla questione Alitalia che quest'Assemblea, negli ultimi quindici anni, ha ripetutamente affrontato.
Le notizie di stampa di questi giorni e di queste ore e la risposta che abbiamo ricevuto qualche secondo fa dal viceministro non ci rassicurano, perché esiste un elemento di ambiguità che, comunque, ha contraddistinto l'azione dell'attuale Governo e le dichiarazioni di voto che abbiamo ascoltato poc'anzi sulle mozioni.
Abbiamo chiesto di introdurre questo dibattito, perché oggi si presentava l'occasione di compiere una scelta definitiva ed irreversibile rispetto ad un modello europeo inequivocabile. Le mozioni che sono state presentate (quella del gruppo dell'UDC, sulla quale è stato espresso parere favorevole, e quella, con riformulazione, presentata dal gruppo dell'Ulivo), non sciolgono l'ambiguità di fondo del sistema aeroportuale italiano, ossia quello di insistere, per ragioni politiche, su un sistema a due hub.
Per il Governo, si presentava l'occasione di precedere in una direzione diversa: una scelta, non di campanilismo politico, ma industriale, che si svincolasse da scelte puramente politiche che vedevano, in maniera assolutamente antistorica, la concentrazione dei voli business sull'aeroporto di Fiumicino, per il semplice motivo che è l'aeroporto della capitale del paese e per un motivo mai confessato dal sindaco di questa città, ossia di mantenere un indotto di tipo elettoralistico, visto che i dipendenti di Alitalia sono soprattutto residenti nella regione Lazio e nella provincia di Roma; quindi, la contesa è politica e non industriale!
La gravità di non voler sciogliere, per l'ennesima volta, il dubbio di fondo che il sistema industriale non si può reggere su un sistema duale, ancora oggi, è emersa.
Non mi si parli della privatizzazione di Alitalia, o del partner asiatico, o del partner forte europeo, Air France. Le questioni principali sono legate a scelte che, ancora una volta, non garantiscono quanto era stato sottoscritto nel piano industriale, qualche tempo fa, nel quale si individuava Malpensa come base d'armamento strategico.
Nella mozione del gruppo dell'Ulivo si continua a mantenere un atteggiamento interlocutorio che non scioglie la ragione di fondo.
Gli impegni che avevamo chiesto nella mozione sottoposta all'Assemblea avevano ragioni di fondo non tanto di natura politica (che, naturalmente, non possono essere trascurati), quanto di carattere industriale.
La questione fondamentale di carattere industriale riguarda il fatto che tutti i sistemi hub, quelli efficienti, si basano su un legame forte tra una compagnia aerea ed un aeroporto di riferimento. Possiamo richiamare alcuni esempi storici che sono il nostro modello, come Air France.
Qualche tempo fa, quando quest'aula votò, con i soli voti contrari del gruppo della Lega Nord (ma vi fu un accordo bipartisan), sul prestito ponte per salvare Alitalia, tutti guardarono a Parigi come al riferimento di salvezza. Invece, questo paese ci ha abituati a scelte che oggi vengono messe oltre la linea rossa del fallimento, verso altre mete. Si è parlato del partner asiatico, si è individuato il partner Air France, ma con un rapporto diverso rispetto a quello che era prospettato alla base del prestito ponte, si è parlato dell'accordo in sede europea e di tutte le condizioni di ricapitalizzazione che erano alla base degli sprechi del denaro pubblico che abbiamo visto; ma l'ultimo carrozzone italico ha continuato a sopravvivere fuori mercato!
Quindi, rivolgiamo al Governo l'invito a non trascurare la possibilità di cambiare opinione, per dire che non è vero che esiste un campanilismo di carattere politico tra Roma e Milano! Esiste, invece, una realtà industriale che è contraddistinta da un modello, come quello francese, come quello britannico, come quello tedesco, che vedono, comunque, un rapporto principale di riferimento! La provocazione (ma, in fondo, non lo è) di dire che, rispetto a quel modello, si trasferisce tutta la flotta, spostandola verso Milano Pag. 49Malpensa, è la scelta di fondo di qualunque piano industriale, che possa ammettere o no diverse dosi di privatizzazioni!
È notizia di oggi che il partner europeo considera, come condizione primaria, quello di avere un solo hub di riferimento. E dove vogliono i manager francesi l'hub di riferimento? A Roma, quando, in ogni caso, l'incremento di traffico sulla capitale è «drogato» (permettetemi il termine che non vuole essere offensivo), per una serie di atti legislativi che vanno distribuendo il traffico tra Milano Malpensa, di lunga destinazione, e Linate, di transito, in ragione del traffico della capitale, per riempire i dati europei di passeggeri che, di fatto, potrebbero non esistere, se il mercato fosse realmente libero?
Andiamo a dimostrarlo! Nel 2005 vi è stato un aumento di traffico del 5,8 per cento dell'aeroporto Milano Malpensa, quando la media europea è del 4,9; nei primi sette mesi del 2006, vi è stato un aumento di traffico dell'11 per cento, quindi, diventando l'aeroporto di Milano Malpensa il primo hub europeo, come aumento percentuale del traffico passeggeri.
Dove si colloca Malpensa rispetto a Fiumicino (è un dato che ne fa una questione industriale e non politica)? Londra ha come passeggeri in transito il 35,9 per cento, Madrid il 35, Parigi il 32 e Milano il 34 per cento: è la dimostrazione che alla base vi è una posizione favorevole sul piano geografico (perché le principali rotte intercontinentali volano sopra la Siberia e sopra l'alto Atlantico). Alla base della maggiore convenienza che si ha nel partire da Milano Malpensa vi è una ragione assolutamente geografica.
Ma non basta essere parlamentari per rendersi conto che, negli ultimi anni, contraddicendo il piano industriale da parte di Alitalia, la scelta, per motivi politici, è stata di mantenere la posizione con l'offerta di volo su Fiumicino, contraddicendo le ragioni industriali, sventolando ogni volta (e con ciò, compiendo scelte, evidentemente, non industriali) la necessità dell'intervento pubblico.
Quindi, pubblico o non pubblico, oggi si chiede al Governo di far seguire alle dichiarazioni gli atti conseguenti; la Lega sarà lì a giudicare severamente quanto sarà reale un intervento di natura industriale, nelle forme che proporrete.
Oggi, chiedo formalmente al Governo di cambiare parere e compiere un atto di coraggio politico, per mettere al centro del sistema aeroportuale nazionale l'hub nel quale si vende il 70 per cento dei biglietti, ossia dove c'è mercato!
Se il centrosinistra prende un'altra strada, significa che sottostà a logiche politiche antistoriche e ne pagherà le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaghi. Ne ha facoltà.
MARCO AIRAGHI. Signor Presidente, desidero sottolineare che, nonostante quanto anche oggi il Governo ha cercato di dimostrare, la nostra mozione non deve essere vista assolutamente come una mozione campanilistica. Innanzitutto, non si tratta di un atto contro il Governo, né di una scelta di destra o di sinistra, né tanto meno di una sfida nord contro sud. Con la nostra mozione non si vuole dar vita al derby Milano-Roma, ma si intende rafforzare il sistema Alitalia, puntando sull'unica struttura che, per la sua collocazione e vocazione, è veramente in grado di competere con gli altri hub europei.
Pertanto, contesto il continuo tentativo di far apparire questa divisione tra Milano e Roma, anche ricordando quanto in sede di discussione sulle linee generali un collega di sinistra ha cercato di provocare dicendo che, visto che io ho scelto Malpensa, bisogna vedere se il collega Alemanno sarà d'accordo con tale posizione.
Certo tutti riconoscono - sia di destra sia di sinistra - il grande attaccamento del collega Alemanno e la sua giusta difesa del proprio territorio, cioè di Roma, ma occorre ricordare che, proprio il 25 novembre ultimo scorso, a Busto Arsizio, Gianni Alemanno, intervenendo in una manifestazione organizzata contro la finanziaria, ha affermato che Malpensa Pag. 50deve crescere. Ciò avviene in quanto l'onorevole Alemanno, con l'intelligenza e la capacità politica che lo contraddistinguono, riconosce che l'Alitalia ha bisogno di Malpensa molto più di quanto Malpensa abbia bisogno dell'Alitalia.
Infatti, la collocazione geografica di Malpensa nella zona più ricca del paese e verso le rotte polari per i paesi dell'Estremo Oriente e del Nord America, attribuisce a tale aeroporto la possibilità di essere uno scalo importante anche per altre compagnie aeree e non solo per l'Alitalia.
Non si possono ricondurre tutti i problemi dell'Alitalia - come qualcuno ha affermato - all'aeroporto di Malpensa, in quanto i problemi di tale azienda sono ben altri, a partire dall'eccessiva sindacalizzazione, dalla cristallizzazione di privilegi inaccettabili e di corporativismi, fino all'assenza da anni degli indispensabili investimenti per il rinnovo di una flotta ormai obsoleta che non le consente di competere a livello internazionale.
È un dato di fatto che per il rilancio dell'Alitalia si deve puntare sugli unici biglietti - quelli business - che veramente possono garantire un vantaggio e una competitività. Tali biglietti, ovviamente, possono essere venduti solo nel nord d'Italia, come dimostrato dalle cifre indicate nella nostra mozione. Pertanto, vorrei capire perché il Governo ha espresso parere negativo sul dispositivo della nostra mozione che reca tali dati. Infatti, la sola Lombardia ha un prodotto interno lordo pari a quello dell'intera Olanda, concentra ben il 36 per cento di tutto l'import nazionale e il 28,5 per cento dell'export italiano; inoltre, il 51 per cento degli investimenti esteri in Italia è proprio in Lombardia.
Allora, la sfida non è tra nord e sud o tra Roma e Milano; infatti, nessuno vuole danneggiare Fiumicino, che è un aeroporto assolutamente importante nel panorama italiano, che vive soprattutto sul traffico relativo all'attività governativa e amministrativa del paese e alla presenza nella capitale della Città del Vaticano. Quindi, non è un derby Milano-Roma, ma è una sfida tra chi ha una visione aziendalista e chi mantiene ancora una visione assistenziale e clientelare nella gestione delle aziende.
Abbiamo chiesto al Governo di assumere una posizione intelligente per il salvataggio concreto dell'Alitalia, ma la risposta del Governo ci conferma che la visione dell'esecutivo è ancora assistenziale e clientelare. Attraverso la nostra mozione sollecitiamo invece una scelta nell'interesse dell'Alitalia che inevitabilmente si concentra su Malpensa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Informo i colleghi che vi sono ancora altri sette deputati che hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto e che, nonostante i tempi contingentati, le votazioni sulle mozioni non si svolgeranno prima delle 14,30. Vi invito, se possibile, alla massima concisione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mancuso. Ne ha facoltà.
GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, concordo con quanto affermato dal collega Airaghi e vorrei aggiungere alcune considerazioni.
L'attuale sistema aeroportuale nazionale è fondato su due grandi hub intercontinentali, Malpensa e Fiumicino, e ciò costituisce una delle cause delle difficoltà gestionali dell'Alitalia, non avendo la compagnia di bandiera le risorse e la flotta sufficienti per il contemporaneo sfruttamento delle potenzialità di questi due hub.
Tuttavia, occorre precisare che l'aeroporto di Malpensa è anche uno dei centri di distribuzione più importanti in Europa; sono infatti 38 le destinazioni servite da questo hub, che ne fanno il quinto hub per importanza del continente europeo, dopo Francoforte, Heathrow ed altri aeroporti.
Il numero di passeggeri dell'aeroporto di Malpensa è passato da 3,9 milioni nel 1997 a 19,6 milioni nel 2005, facendo registrare una variazione del 400 per cento, contro una variazione del 26,6 per cento registrata nello stesso periodo di tempo nell'aeroporto di Roma Fiumicino. Pag. 51È una crescita, quella di Malpensa, confermata anche dai positivi risultati, vicini all'11 per cento dei primi sei mesi del 2006.
Le allarmanti notizie, diffuse in questi giorni dalla stampa nazionale, in merito alla proposta del ministro dei beni e delle attività culturali di puntare sullo sviluppo del solo hub di Fiumicino, dove concentrare tutti i voli intercontinentali, hanno suscitato profonde incertezze non solo sul futuro dell'Alitalia, dal momento che la compagnia di riferimento ha su Malpensa il 50 per cento del proprio traffico.
Nel confronto con l'aeroporto di Fiumicino emerge, infatti, che il sistema imprenditoriale del nord è caratterizzato da un numero assai maggiore di imprese; si tratta di un dato di mercato confermato dal fatto che circa il 75 per cento dei biglietti aerei è staccato nel nord-ovest del paese.
Inoltre, non è concepibile che la crisi dell'Alitalia - la prima compagnia aerea di riferimento nazionale - possa ostacolare lo sviluppo economico e infrastrutturale del paese. La crescita dell'aeroporto di Malpensa è legata, infatti, alla realizzazione dei collegamenti stradali, tangenziali e autostradali dell'hinterland milanese e rappresenta una grande opportunità di sviluppo non solo dell'area lombarda, ma dell'intero nord, che rappresenta la locomotiva economica dell'intero paese.
I problemi dell'Alitalia non possano essere ricondotti all'apertura di Malpensa, quando ben altri fattori contestuali hanno pesato sull'Alitalia. Si pensi all'eccessiva sindacalizzazione, dalla cristallizzazione di privilegi e corporativismi all'assenza dei necessari investimenti per il rinnovamento della flotta.
Segnalo inoltre che, in virtù di un accordo tra sindacati e azienda, circa 1.500 dipendenti di Roma e del Lazio avrebbero dovuto trasferirsi su Malpensa, ma solo qualche centinaio ha effettivamente trasferito la propria residenza, creando oltretutto disagi sulla tratta Roma-Malpensa, dove circa il 50 per cento dei posti disponibili sugli aerei è occupato dal personale che si sposta.
Per concludere, auspico che ci sia un percorso rapido di privatizzazione vera della compagnia Alitalia. Troppi paletti finiranno per scoraggiare i privati: un'occupazione bloccata e una rete intoccabile sono fenomeni che non possono incentivare i privati ad interessarsi all'acquisto di quote significative della società. La società Alitalia perde 300 milioni di euro all'anno. Il personale di volo guadagna più del personale di volo delle compagnie concorrenti di Alitalia. Questo il sistema Italia non se lo può permettere.
Pertanto, invito il Governo, così come ha fatto il collega Airaghi e come faranno i colleghi che interverranno dopo di me, ad adottare tutti i provvedimenti necessari affinché il piano industriale di Alitalia, in accordo con l'azionista pubblico, preveda un rilancio della compagnia di bandiera basato sulla concentrazione delle proprie attività prevalentemente su Malpensa e sulla crescita dell'aeroporto di Malpensa quale primario hub nazionale, riconoscendo il suo insostituibile ruolo nello sviluppo economico dell'intero paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Anch'io, Presidente, dopo gli interventi dei colleghi Airaghi e Mancuso, volevo evidenziare l'importanza della nostra mozione. Non sto qui a ripetere che non esiste, nello spirito e nella filosofia di questa mozione, la volontà di attuare una contrapposizione con Fiumicino, il che sarebbe infatti banale. Credo che altri siano gli aeroporti e gli hub che potrebbero infastidire Malpensa: penso a Francoforte, agli aeroporti del nord, a quelli francesi. Questa assenza di contrapposizione non deve però diventare una penalizzazione per l'infrastruttura lombarda. L'importanza di potenziare l'hub di Malpensa è prioritaria, sia per motivi strategici e infrastrutturali, sia perché Malpensa sta diventando un aeroporto che potrebbe essere utilizzato da tutte le città del nord Italia. Entro il 2010 l'obiettivo è quello di indirizzare verso di Pag. 52esso 20 milioni di passeggeri aggiuntivi. Sappiamo che c'è stata la richiesta di potenziare le linee su ferro, proprio per far sì che dal Veneto, dal Piemonte, dall'Emilia-Romagna, da tutte le regioni del centro-nord, si possa usufruire di questo aeroporto.
Dunque, dal punto di vista logistico Malpensa è sicuramente importante, così come lo è dal punto di vista commerciale, perché la possibilità dello scambio merci in una zona dove la rete imprenditoriale ed infrastrutturale è forte dà l'opportunità di effettuare scambi più veloci. Mi sembra che questa sia una scelta di buon senso. Mi sembra logico ed evidente che attraverso il potenziamento di Malpensa ci sia anche uno sviluppo di tutta la nazione. Non è giusto penalizzare Milano, che è la città che ospita questo aeroporto; peraltro teniamo presente che Milano crea il 10,5 per cento del PIL nazionale, ma riceve in cambio solo il 3 per cento del PIL, della ricchezza prodotta. Su questo dobbiamo riflettere, anche perché il Governo nel disegno di legge finanziaria ha penalizzato Milano, città virtuosa.
Abbiamo apprezzato ultimamente i contatti stabiliti tra i sindaci di Roma e Milano, al di là delle divisioni di coalizione e di schieramento, per far sì che entrambi gli aeroporti diventino due risorse, due ricchezze: Fiumicino ovviamente per il ruolo turistico, per l'importanza artistica che ha tutto il centro-sud; Malpensa per quel che riguarda invece lo sviluppo degli scambi commerciali ed infrastrutturali. Malpensa non deve rimanere però una cattedrale nel deserto. Da ciò l'importanza di potenziare infrastrutture viarie, come la Pedemontana, la Brebemi, la Tangenziale esterna. Sappiamo che da anni la regione Lombardia si sta battendo per l'ultimazione di questi progetti. Questo, per evitare che Malpensa diventi - ripeto - una cattedrale nel deserto. Abbiamo una delle fiere più importanti d'Europa a qualche chilometro dall'aeroporto: anche questo è sicuramente un dato importante.
Per tutti questi motivi, non capisco perché ultimamente si sia voluto, da parte del Governo, attuare una politica di penalizzazione nei confronti dell'aeroporto lombardo. La nostra mozione prevede un rilancio della compagnia di bandiera, basato sulla concentrazione a Malpensa delle proprie attività. È inutile ripetere che soltanto incentivando questo aeroporto, questo hub, ci sarà un'incentivazione anche dello sviluppo economico per l'intero paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Mi sembra che, sul tema, le posizioni della maggioranza siano un po' schizofreniche. Da una parte, non sa che parere esprimere sulla nostra mozione; allo stesso tempo mi sembra che vi siano nella maggioranza tre linee: la prima, quella della mozione presentata dall'onorevole Attili, che parla di controllo pubblico; la seconda, quella del Ministero dei trasporti, che parla di partecipazione pubblica; la terza, quella del Ministero dell'economia e delle finanze, che parla di privatizzazione totale. Praticamente non si capisce nulla.
La nostra mozione nasce a seguito di un dibattito sbagliato, che noi non avremmo voluto fare, fra chi crede di potenziare e valorizzare Fiumicino a scapito di Malpensa e chi reagisce, con alcune ragioni per la verità, sostenendo che se si dovesse compiere una scelta questa non dovrebbe essere contro Malpensa, il principale hub italiano, quello con maggiori potenzialità di sviluppo, anche perché si trova al nord, dove si genera la maggior parte del traffico aereo italiano. La polemica è stata improvvidamente alimentata da una presa di posizione contro Malpensa dell'ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli. Porre in contrapposizione Fiumicino e Malpensa è sbagliato e fuorviante, forse volutamente fuorviante, perché l'Italia ha bisogno sia di Fiumicino, sia di Malpensa. Certo, non per quello che essi esprimono oggi, bensì per quello che potrebbero dare se inseriti in un sistema capace di valorizzare - specializzandone i ruoli - l'uno e l'altro.Pag. 53
È fuorviante perché, rispetto al traffico aereo e al sistema aeroportuale italiano, il vero problema è altrove: si chiama Alitalia, una compagnia di bandiera indebitata, costosa e inefficiente, che garantisce al paese e al suo sistema economico e turistico prezzi alti e bassi servizi. Una compagnia di bandiera che del ruolo di compagnia di bandiera mantiene solo la bandiera, con l'aggravante di farle fare una pessima figura nel mondo. Una compagnia che, in una fase di forte sviluppo del traffico aeroportuale nel mondo, riesce a consolidare un preoccupante segno meno per l'Italia.
Dietro le difficoltà di Fiumicino e Malpensa c'è in realtà una difficoltà di Alitalia a tracciare una ben definita rotta strategica. Di Alitalia si sta occupando il Governo in queste ore: una compagnia che fino a qualche giorno fa nessuno voleva e che invece oggi, nel momento in cui se ne occupa Prodi - famoso per la privatizzazione della SME -, sembra far impennare gli appetiti di alcuni capitani coraggiosi, di famosi produttori di scarpe, di un famoso finanziere, che generosamente alcuni anni fa avrebbe volentieri accettato - per il bene del paese, s'intende - in regalo da Prodi appunto la SME. Tutto ciò in nome dell'italianità, concetto che questi italiani e i principali partiti di maggioranza aborriscono o rivendicano ad intermittenza: le banche «no», gli aerei «sì», i supermercati pure.
Seguiremo con attenzione la privatizzazione, perché conosciamo i lupi e i loro vizi. Sosterremo con convinzione lo sviluppo di un sistema aeroportuale che sappia valorizzare Fiumicino e Malpensa, nella convinzione che l'italianità non stia nella proprietà delle aziende, come possono pensare Prodi e De Benedetti, ma nella capacità delle aziende e del mercato di garantire, ai cittadini italiani e ai cittadini che scelgono l'Italia come luogo per le loro vacanze e per i loro affari, costi bassi e servizi efficienti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Passeggiavo nell'emiciclo, perché elogiavo il colpo di genio del Presidente nello svuotare l'aula, nel momento in cui è stato annunciato che si vota...
PRESIDENTE. Le assicuro che è stato un effetto collaterale non desiderato...!
TEODORO BUONTEMPO. Comunque il risultato concreto è stato quello ed è un peccato, perché ciò di cui si discute è di grande importanza ed è un errore far rientrare i parlamentari per il voto senza aver ascoltato, non dico me, ma gli interventi degli altri colleghi ed un così interessante dibattito. A mio avviso, non andava annunciata l'ora prevista per la votazione, ma bastava semplicemente avvertire che, dopo gli interventi, si sarebbe proceduto ai voti. Si può sbagliare e, a volte, capita anche al Presidente Tremonti.
GIOVANNI CARBONELLA. Ma ci siamo noi!
TEODORO BUONTEMPO. Per venire al merito della questione, non ritengo che per rafforzare Malpensa si debbano chiudere tutti gli aeroporti italiani, compreso Fiumicino, solo perché, se ci sono altri aeroporti, Malpensa non si sente sicura di potercela fare. Il concorrente o l'avversario di Malpensa non è Fiumicino, bensì Linate! I voli vengono sottratti a Malpensa da Linate! Malpensa, per la sua posizione, ha cattivi servizi di collegamento! Ma dove sta scritto che chi si trova a Milano, per poter prendere un aereo, debba andare nella provincia di Varese, quando può raggiungere, in un quarto d'ora, l'aeroporto di Linate! È l'aeroporto di Malpensa che è nato male, che ha pessimi servizi di collegamento e non ha una segnaletica degna di un aeroporto internazionale. Tra i due terminali ci sono chilometri e, addirittura, se si sbaglia terminale, non si può raggiungere l'altro. È sempre a Malpensa, che occorrono ore per fare le operazioni di imbarco e le sale d'imbarco sono a grande rischio di sicurezza per i Pag. 54cittadini, essendo buchi sotterranei: Dio non voglia che ci sia un incidente, perché lì non si salva nessuno!
Mai è stata fatta una scelta strategica da parte di chi aveva il compito di farla. Finitela con questa storia di Malpensa, città del business e degli affari! Chi fa affari, nel centroeuropa, ha già scelto Francoforte e Parigi. Non potete pensare di chiudere gli aeroporti italiani per dare forza a Malpensa, quando questo non ha la capacità di essere concorrente di Francoforte o di Parigi. Mi sembra che quelli che sono stati dati siano veri e propri numeri. A Roma si registra un aumento di passeggeri e l'aeroporto di Fiumicino non ha la possibilità di imbarcare altri 3 milioni e 200 mila passeggeri perché non ha le strutture sufficienti, mentre Malpensa è l'unico aeroporto d'Italia in cui diminuisce il numero dei passeggeri!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, deve concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Nessuno ha utilizzato il tempo a disposizione a questo titolo e mi sembra che sia prevista un'ora di tempo; se non ci sono altri colleghi che intendono intervenire, credo quindi che il tempo vada equamente ripartito, in maniera anche diversa...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, le segnalo che il contingentamento dei tempi prevede cinque minuti a disposizione per le dichiarazioni di voto.
TEODORO BUONTEMPO. Sono già trascorsi cinque minuti?
PRESIDENTE. Sì, proprio in questo istante.
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, la prego di concedermi ancora un po' di tempo, anche perché per gli interventi a titolo personale è prevista un'ora di tempo.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, a titolo assolutamente eccezionale...
TEODORO BUONTEMPO. La ringrazio, Presidente, per la sua bontà. Il concetto dell'«Italietta» laboriosa a Milano e sfaticata a Roma non esiste nella realtà dei fatti e non esiste per i numeri. Pensate che Ciampino non regge più il traffico aereo per il numero di passeggeri, i quali si devono trasferire, non a Malpensa, ma a Fiumicino, e si tratta di milioni di nuovi turisti che, con il basso costo di alcuni voli, hanno questa alternativa.
In conclusione, io voterò convintamente contro - e mi dispiace perché ho una grande stima del collega Airaghi, primo firmatario della mozione n. 1-00047, che svolge un ottimo lavoro da parlamentare -, voterò, decisamente e convintamente contro la mozione presentata dal gruppo di deputati di Alleanza Nazionale, così come sulle altre mozioni. Qui non si tratta di scelta alternativa, in quanto i due aeroporti hanno una funzione diversa. Non mi dite che verso il nord d'Europa c'è più potenzialità di quanta non ce ne possa essere verso l'Asia e la Cina, che sono i nuovi mercati, i quali si conquistano solo potenziando Roma, e così si salva l'Alitalia. Pensate ai francesi che svilupperanno i voli verso il nord a discapito dell'Air France e a vantaggio dell'Alitalia! Queste mozioni vengano discusse in un momento sbagliato e in un'aula, peraltro, vuota!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Ricci. Ne ha facoltà.
MARIO RICCI. Care colleghe e cari colleghi, il gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea avrebbe votato senza riserve la mozione unitaria sottoscritta dai gruppi che costituiscono l'Unione, una mozione che riproponeva la centralità del Parlamento nell'elaborazione di politiche sociali ed economiche. Purtroppo, la deliberazione del Consiglio dei ministri di venerdì 30 novembre inficia questo principio e ci mette dinanzi al fatto compiuto, una modalità che critichiamo fortemente e Pag. 55che segnala la necessità di chiudere con una pratica abusata, che ha relegato il Parlamento nella cassa di risonanza del potere esecutivo.
Nel merito di quella deliberazione, pur prendendo atto della crisi irreversibile di Alitalia, esprimiamo una grande perplessità e avremmo preferito altri percorsi, mirati a prevenire un'ulteriore involuzione industriale e finanziaria del gruppo, soprattutto perché - lo vogliamo sottolineare con forza - viene meno con tali operazioni il controllo pubblico, fondamentale e decisivo per ridefinire una necessaria nuova missione di Alitalia, una missione al servizio del turismo, a sostegno delle imprese italiane nel mondo, volta al rilancio del ruolo della compagnia di bandiera, al recupero dell'unicità aziendale, abbandonando la logica e il progetto di divisione in due aziende, la pratica delle societarizzazioni e delle esternalizzazioni, nonché puntando al ricambio immediato del management che, secondo il nostro punto di vista, è il primo grande responsabile del dissesto del gruppo, per aver perseguito la strada della riduzione dell'attività e della frantumazione; in definitiva, della riduzione dei costi, senza incrementare i ricavi.
È per questo che riteniamo che la soluzione alla difficile situazione in cui versa l'Alitalia non potrà essere data da un miracoloso processo di privatizzazione.
Esperienze di liberalizzazioni e privatizzazioni realizzate negli ultimi anni in altri settori della vita sociale del nostro paese ci parlano di una precipitazione della qualità dei servizi, del peggioramento dei livelli di sicurezza e di pesanti costi sociali - soprattutto in tema di forza lavoro -, di dispersione di tante professionalità che, nel caso dell'Alitalia, potrebbero rappresentare l'avvio di un diverso progetto industriale e di un rilancio del ruolo di un segmento significativo nella politica della mobilità e della logistica del sistema paese.
Noi proponiamo alla maggioranza e al Parlamento una rivisitazione attenta delle esperienze di liberalizzazione nel trasporto pubblico collettivo, vale a dire un bilancio di verità dal quale possiamo trarre utili insegnamenti per il nostro lavoro futuro. Tali processi hanno provocato una frantumazione nell'organizzazione e nella programmazione della necessaria intermodalità del trasporto delle persone e delle merci nel nostro paese. È saltata ogni possibilità di coordinamento e di connessione tra i diversi segmenti e settori della politica trasportistica, sino a giungere all'assurdo di una concorrenza inefficace e dispendiosa, come è avvenuto attraverso la realizzazione dei tratti di lunga percorrenza dell'alta velocità, in concorrenza - per l'appunto - con il trasporto aereo.
Ad oggi, quanto appena detto ci ha consegnato un sistema delle Ferrovie dello Stato al collasso, l'Alitalia sull'orlo del fallimento, il trasporto su gomma in crescita costante con gravi conseguenze in termini di competitività di prezzi, dissesto ambientale e costante aumento delle morti bianche sulla strada.
Il problema dell'Alitalia si governa e si evolve positivamente dentro un nuovo quadro generale di riferimento che richiede perciò - in tempi rapidi - un nuovo piano generale dei trasporti e della logistica. Il Parlamento e il Governo devono, nelle prossime settimane, mettere mano a questo piano.
Ciò detto, noi non ci siamo sottratti e non ci sottrarremo ad una valutazione di merito della situazione in cui versa Alitalia, una crisi che potrebbe portare anche alla chiusura di un comparto che riteniamo strategico per le prospettive di sviluppo socioeconomico del nostro paese.
Abbiamo avanzato anche proposte specifiche con la presentazione di una mozione, le cui linee di indirizzo hanno contribuito, crediamo, alla elaborazione della mozione unitaria della maggioranza oggi in discussione e sottoposta alla votazione dell'Assemblea. Una mozione che impegna il Governo a predisporre un piano industriale in tempi rapidi che, anche per le novità intervenute e qui rappresentate dal viceministro De Piccoli, nonchè per le decisioni assunte dal Governo nella riunione di venerdì 30 novembre, Pag. 56dovrà a maggior ragione incentrarsi su una significativa presenza pubblica nel nuovo azionariato del gruppo, sulla stabilità occupazionale, sulla qualità del lavoro contro la precarietà, sulla qualità della sicurezza degli utenti, dei lavoratori e delle lavoratrici, sulla innovazione tecnologica e su un forte rinnovamento della flotta, sulla riorganizzazione del sistema aeroportuale del nostro paese contro ogni logica della competitività territoriale. Tutto ciò servirà a dare efficacia e funzionalità al sistema del trasporto aereo, partendo dalle specificità dei territori e dai bisogni dei cittadini e degli operatori commerciali ed economici.
Si vuole puntare in questo modo a ricostruire una forte compagnia di bandiera che sappia esprimere qualificati caratteri di attrattività sul mercato nazionale e internazionale; una compagnia in grado di tenere il passo con le relazioni internazionali, sostenere e sviluppare l'afflusso turistico, operare in connessione con gli scambi economici e commerciali; una compagnia come servizio e strumento rispetto allo sviluppo delle relazioni che il nostro paese vorrà o saprà svolgere nel contesto mondiale.
Dentro questo quadro di riferimento possiamo positivamente superare il dualismo e le contrapposizioni che abbiamo anche raccolto in questo dibattito fra i due hub più significativi del nostro paese, Malpensa e Fiumicino. Tale dualismo non è causa del deperimento e del dissesto di Alitalia, ma è l'effetto di una cattiva politica di programmazione del trasporto aereo e del trasporto in generale nel paese Italia. Noi riteniamo che il Parlamento dovrà riprendere la parola su queste grandi questioni per sfuggire ad una concezione del Governo come tecnica di gestione e di amministrazione.
Il Parlamento, cioè, dovrebbe esprimersi, a nostro avviso, sulle ragioni della ineluttabilità della riduzione sotto il 30 per cento dell'azionariato di Stato. Il gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ritiene che a ciò si poteva e si potrebbe ovviare e che, comunque, il bando di gara per la scelta dei nuovi partner, per contenuti sociali e per chiari indirizzi industriali, dovrà mettere al riparo la compagnia da pericolose operazioni finanziarie e speculative.
Con queste sottolineature critiche e con questo spirito, il gruppo di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea accetta la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo e - seppure con grande disagio - voterà a favore della mozione così riformulata (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per poter rilanciare concretamente Alitalia occorre razionalizzare al meglio le strutture ed i servizi esistenti, compreso l'utilizzo degli aeroporti intercontinentali di Milano Malpensa e Roma Fiumicino.
Le strutture di questi aeroporti sono spesso sottoutilizzate da Alitalia. In particolare, mentre Fiumicino sconta carenze di investimenti, per quanto riguarda l'hub di Malpensa il problema è la mancanza di infrastrutture per raggiungere comodamente Milano e le altre città del nord, al punto che, paradossalmente, a volte vengono preferite altre compagnie ad Alitalia perchè partono da aeroporti più comodi e più facilmente raggiungibili rispetto a Malpensa. Inoltre, i collegamenti tra Roma e Milano avvengono tramite l'aeroporto di Linate, contribuendo così a diminuire l'appeal di Malpensa per l'utenza delle altre città del nord.
Anche se è molto impegnativo, pensiamo che vadano sostenuti entrambi gli aeroporti perché hanno vocazioni diverse e complementari: Malpensa è vincente per quanto riguarda il traffico business e merci. Se Alitalia spostasse tutti i voli intercontinentali a Fiumicino, dovrebbe rinunciare a notevoli ricavi, quasi 300 milioni di euro. In quanto a Roma, non esiste una domanda di trasporto merci come per Malpensa. D'altro canto, Fiumicino Pag. 57risulta essere preferito dalle rotte turistiche e può attirare passeggeri dall'Oriente, dall'India e dalla Cina, che sono ora il nuovo, vero mercato da conquistare e dove si sta sviluppando la vera battaglia per la supremazia economica tra le varie aereolinee europee.
Dobbiamo quindi puntare affinchè l'Alitalia, che oggi sembra, grazie all'azione del Governo, nelle condizioni di trovare le risorse e le alleanze per ripartire, non abbandoni le posizioni sui mercati più redditizi. L'annosa polemica su Fiumicino o Malpensa, è oggi per noi sbagliata e fuorviante, proprio per la diversa vocazione dei due scali e per le forti potenzialità di bacino e di attrazione internazionale che rivestono i due aeroporti intercontinentali italiani.
Pertanto, noi voteremo a favore della mozione Attili n. 1-00065, firmata anche dai colleghi Fabris e Satta, con le modifiche che vengono imposte dalle ultime decisioni del Governo e che chiaramente riformulano la mozione. Voteremo nell'auspicio che vengano trovate le soluzioni possibili per arrivare alla ristrutturazione di Alitalia attraverso il rilancio degli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, la loro integrazione con gli scali regionali e lo sviluppo delle loro innegabili e forti potenzialità di mercato (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, i Verdi voteranno a favore della mozione presentata dall'Unione, nel testo riformulato dal Governo. È evidente che dal momento in cui le mozioni sono state presentate è intervenuto un fatto nuovo: la messa all'asta della quota del 30 per cento di proprietà del Tesoro del pacchetto azionario Alitalia. La mozione voleva dare una sua valutazione rispetto ad una contrapposizione tra i due scali di Milano Malpensa e Roma Fiumicino. Come Verdi vogliamo, però, sottolineare alcune questioni che riteniamo strategiche ed importanti per il futuro della compagnia di bandiera e per il trasporto aereo di questo paese.
Innanzitutto, il punto oggi non è quello di introdurre la distinzione ideologica «liberalizzazione sì» o «liberalizzazione no», ma quello di evitare che Alitalia vada verso il fallimento e sia terra di conquista di compagnie che non determinerebbero l'interesse generale del paese. È necessario che nel bando siano introdotti quei vincoli che consentano di evitare le società già fortemente indebitate, mentre deve esservi una disponibilità finanziaria tale da determinare quegli investimenti che consentiranno nel futuro alla compagnia di bandiera di volare, aprire nuovi scali e poter acquistare nuovi vettori aerei. Ovviamente, è necessaria anche la garanzia del logo e del marchio della compagnia di bandiera, elementi importanti dal punto di vista del veicolamento del made in Italy.
Inoltre, è fondamentale guardare con grande attenzione ai processi, che noi vorremmo fermare, di esternalizzazione e precarizzazione del lavoro. Bisogna mantenere l'integrità dell'azienda perché solo così eviteremo di perdere quel know how e quelle professioni che rappresentano l'elemento fondamentale e fondante della capacità di Alitalia, nel futuro, di conquistare i cieli del mondo e diventare competitiva. Dunque, è necessaria un'alleanza che consenta di raggiungere questo obiettivo. Dobbiamo evitare che il suddetto 30 per cento sia terra di conquista delle banche che possono determinare solo speculazione ma non un progetto industriale di rilancio della compagnia di bandiera stessa.
Per quanto riguarda i due scali di Milano Malpensa e Roma Fiumicino, vorrei dire che nessun paese d'Europa - sia la Germania con Francoforte, sia la Francia con Charles de Gaulle, sia la Gran Bretagna con Heathrow - ha due hub. Questo è un modo per indebolire il trasporto aereo italiano: all'interno di un nuovo piano del trasporto aereo è necessario riconsegnare a questi due scali specifiche funzioni di rilancio.Pag. 58
Altra questione inserita nella mozione, e che i Verdi pregano il Governo di recepire, è la predisposizione immediata del regolamento per quanto riguarda la tassa sull'inquinamento acustico. Tutti sanno che coloro i quali prendono un aeroplano pagano una tassa di imbarco differenziata tra il volo nazionale ed il volo intercontinentale: una quota di questa tassa, dal 1993 fino ad oggi, sarebbe dovuta andare ai comuni che ospitano scali aeroportuali per fare le cosiddette opere di compensazione ambientale. Ebbene, sino ad oggi tali risorse non sono andate ai comuni e nel 2000 si è introdotta una legge che ha trasferito le suddette competenze alle regioni. Le regioni non possono utilizzare queste risorse perché ci troviamo di fronte all'assenza di un regolamento attuativo in tale direzione. Si tratta di circa 300 milioni di euro a disposizione degli enti gestori aeroportuali che potrebbero essere utilizzati per realizzare opere di compensazione ambientale. Chiediamo, quindi, al Governo l'immediata adozione di tale regolamento per rendere disponibili le suddette risorse e far sì che i comuni possano utilizzarle per opere di compensazione ambientale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, le diverse mozioni contengono, in realtà, due questioni: la prima è riferita alla crisi di Alitalia ed alle possibilità di soluzione alla crisi stessa; la seconda è relativa ai rapporti tra i cosiddetti due hub di Fiumicino e Malpensa. L'origine della presentazione di una mozione da parte dei colleghi della Lega non è, però, il piano industriale, annunciato peraltro da una nuova proprietà che ancora non conosciamo, bensì un'intervista rilasciata alla stampa nazionale dal ministro per i beni e le attività culturali, Francesco Rutelli, già sindaco di Roma, che sostiene la necessità di puntare sullo sviluppo del solo hub di Fiumicino. Certo, non stupisce più il fatto che, come il ministro dei lavori pubblici si occupava attivamente di questioni della giustizia, in particolare dell'indulto, il ministro dei beni culturali si occupi, con quest'intervista, degli aeroporti.
LUCA VOLONTÈ. Sono tuttologi...!
MAURO DEL BUE. Tuttavia, siamo in sede di dichiarazione di voto ed è giusto motivare il nostro voto sulle singole mozioni in esame. Sulla questione della crisi Alitalia e sulle sue soluzioni mi pare si trovi nelle varie mozioni un punto di convergenza quasi unanime tranne che nell'originaria formulazione di quella del gruppo dell'Unione. Apro una parentesi: è la prima volta che sento un deputato, come il collega di Rifondazione Comunista, sostenere che voterà per disagio. Avevo sentito parlare del voto per stanchezza; potremmo anche inserire il voto per fame, visto che sono le 14,15...
PRESIDENTE. Ottima idea!
MAURO DEL BUE. ...ma è la prima volta che sento un deputato sostenere che voterà per disagio. Forse, voleva dire: «voterò con disagio». Il disagio consiste nel fatto che l'Unione è divisa sulla politica delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni. Mi pare che anche su questo punto i colleghi di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani, e non so i Verdi, sostengano opinioni differenti dagli altri: vedasi la formulazione del «controllo pubblico» di Alitalia da parte dello Stato che, invece, la bandiera del Governo in questo momento, cioè quella delle liberalizzazioni, non consente. Formulo, innanzitutto, una richiesta di chiarimento per sapere come dovrò votare su tale mozione. La parola è «controllo pubblico» o «presenza pubblica»? Se è «presenza pubblica» noi annunciamo la nostra astensione dal voto; se è «controllo pubblico» annunciamo, invece, un voto contrario. Stupisce, però, che una mozione venga corretta su un punto così fondamentale dal Governo per non evidenziare un dissenso - legittimo, per l'amor di Dio - presente tra la mozione originaria su una questione Pag. 59fondamentale e la posizione ufficialmente assunta dal Governo, protesa a mettere sul mercato il 30 per cento del 49 per cento complessivo che lo Stato italiano possiede della compagnia Alitalia.
Una seconda divisione, invece, noto all'interno delle mozioni della minoranza e riguarda, in particolare, la mozione Maroni ed altri n. 1-00043 e, in parte, la mozione Airaghi ed altri n. 1-00047: la prima propone il trasferimento a Milano Malpensa della compagnia Alitalia e la seconda propone la concentrazione su Malpensa delle attività della società Alitalia. La distinzione mi pare piuttosto formale: in questo contesto si tratta del potenziamento dell'aeroporto di Malpensa, anche a scapito di quello di Fiumicino. Le mozioni Sanza ed altri n. 1-00064 e Volontè ed altri n. 1-00066 ottengono il nostro consenso perché intendono valorizzare parimenti l'aeroporto di Malpensa e l'aeroporto di Fiumicino.
La Lega è un partito del nord e quindi non vi sono contraddizioni al suo interno, ma comunque è legittimo che nei vari gruppi - a seconda se siano lombardi o laziali, se siano eletti al nord o al centro-sud - ognuno propenda per una soluzione o per l'altra. Tuttavia, penso che il Parlamento dovrebbe adottare soluzioni ritagliate non sui nostri interessi di collegio o personali, ma che vadano nell'interesse generale del paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, comincio con il dire che vi è un dato politico certo, il quale emerge dalla discussione che stiamo svolgendo. Vi è un'unica mozione unitaria presentata dalle forze di maggioranza, che condividono anche le proposte di modifica pervenute dal Governo, mentre vi è, nel paese e in quest'aula, un'opposizione divisa al proprio interno su un tema centrale come quello del futuro del sistema aereo e del nostro vettore nazionale. Non è un dato da poco.
La discussione sui temi contenuti in queste mozioni muove da una domanda legittima, presente in alcuni degli atti di indirizzo presentati dall'opposizione - in particolare in quello della Lega Nord, cui cercheremo di opporci con maggior vigore, votando la nostra mozione - ma sostenuta da posizioni che riteniamo fortemente contraddittorie. Ciò avviene per due motivi principali. Intanto, la mozione della Lega e l'intervento del collega Airaghi - che poi dovrà mettersi d'accordo con gli altri esponenti del suo partito, ad esempio l'onorevole Buontempo - vorrebbero contrastare un presunto tifo partigiano per uno solo dei due grandi aeroporti italiani (Fiumicino) promuovendo un altro tifo, anch'esso schiettamente partigiano, per l'altro grande aeroporto italiano (Malpensa). Ad esempio, nella mozione Maroni ed altri 1-00043, si scrive che non ha senso la scelta di mantenere un solo hub di riferimento (Fiumicino), a discapito di Malpensa, in un contesto in cui le esigenze di mercato spingono alla diversificazione dei traffici. Quindi, la stessa opposizione, o alcuni dei suoi rappresentanti, scrive (tra l'altro contraddicendosi) che non è un derby di un aeroporto contro un altro aeroporto, ma una grande partita nazionale con al centro - come scriviamo nella nostra mozione - innanzitutto il futuro del nostro vettore nazionale. Senza una politica di rilancio di questo vettore nessuna partigianeria potrà uscire dalle pagine scritte nelle mozioni in discussione per diventare politica concreta di sviluppo del sistema del trasporto aereo e del sistema aeroportuale italiano nel suo complesso. Il futuro di Alitalia è stato oggetto proprio in queste giornate di scelte di Governo chiare, votate all'unanimità da tutti i partiti presenti nell'Esecutivo, che daranno rilancio al nostro vettore nazionale (Alitalia); per questo abbiamo accettato e condividiamo le richieste di modifica alla nostra mozione.
Il secondo aspetto, quasi surreale e comunque contraddittorio, è che questa discussione, in particolare la parte che verte sul futuro dell'aeroporto di Malpensa, viene proprio all'indomani della Pag. 60scelta del Governo e della maggioranza di finanziare opere fondamentali per lo sviluppo delle connessioni di mobilità del nord del paese, in particolare di Malpensa, quali ad esempio la Pedemontana, dimenticate nei cinque precedenti anni del Governo Berlusconi, senza le quali ogni discorso su Malpensa sarebbe stato (e sarebbe ancora oggi) puro esercizio retorico. Chiedo a lei, onorevole Gibelli, di dirmi dov'era quando il nord veniva dimenticato dal Governo più «nordista» della storia. Il centrosinistra e l'Unione non sono stati sordi alle richieste e alle domande del nord. Voi invece sì che siete stati sordi negli ultimi cinque anni. Noi, che con la legge finanziaria abbiamo raggiunto questo storico risultato proprio per le infrastrutture del nord, sappiamo che Malpensa non potrà crescere unicamente ragionando sul cosiddetto bacino del nord, come pare trapelare da alcune delle mozioni presentate. Una Malpensa unicamente del nord non sarebbe un hub, ma solo un grande aeroporto locale.
Ovviamente a nessuno in quest'aula sfuggirà (o comunque nessuno dimentica) che fu il decreto-legge Burlando, adottato nel 1998, a sancire la distribuzione dei flussi di sul sistema milanese, vale a dire l'avvio dello sviluppo della nuova Malpensa, seguito poi dai successivi decreti Bersani sui flussi. È certamente degno di nota il fatto che solo nelle legislazioni dispari - la XIII e la XV, come ha già avuto modo di dire l'onorevole Attili in sede di presentazione della mozione - si metta mano agli investimenti per Malpensa. Stranamente la XIV Legislatura è stata sorda a questo richiamo.
Da milanese, con dieci anni d'opposizione di consiglio comunale alle spalle, aggiungo che i vertici di centrodestra della politica milanese e lombarda hanno certamente le loro responsabilità sull'attuale situazione di Malpensa e Linate. Basti ricordare la lotta spietata che Formigoni e Albertini fecero a difesa di Linate, come city airport, circostanza in parte ricordata dall'onorevole Buontempo, a danno dell'attuale situazione di Malpensa, o la citazione delle dichiarazioni rese pochi giorni fa dal sindaco Moratti, quando ha dichiarato alla stampa: «Su Linate abbiamo fatto uno sbaglio. È ovvio che non può cannibalizzare Malpensa».
Detto questo, noi vogliamo guardare avanti e lo facciamo insieme, con una mozione unitaria dell'Unione, valore che, come ho già detto, non trascurerei. Infatti, essa afferma il primato di un'esigenza nazionale che affrontiamo uniti, ovvero il primario rilancio del vettore Alitalia e delle sue relazioni con il sistema aeroportuale italiano. Non vogliamo contrapporre questa esigenza nazionale a quelle pur legittime della specificità degli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, che però non potrebbero giovarsi di nessuna politica di investimento infrastrutturale e logistico se venisse a mancare il principale vettore nazionale.
Va quindi affrontata la situazione disastrosa di Alitalia e a questo si deve l'azione di queste ore del Governo. Presentando la nostra iniziale mozione come Ulivo, abbiamo ricordato come molti problemi di Alitalia attendano ancora una soluzione: il problema della flotta, il problema delle alleanze, comprese quelle con vettori nazionali minori che permettano di raccogliere anche il traffico di medio e corto raggio. Tale tipo di traffico segue il modello «point to point», che non passa per i grandi aeroporti e non ha bisogno di hub. Onorevole Gibelli, mi permetta di dirle che l'idea di uno schema aeroportuale che lavora solo sugli hub oggi è vecchio e superato in tutte le nazioni europee.
Abbiamo ricordato lo straordinario fenomeno del low cost, il trasporto aereo a basso costo, che taglia fuori per adesso Alitalia da questo mercato che si appoggia su piccoli e medi aeroporti regionali. Solo una politica coraggiosa e rapida del Governo, che ragioni su una scala più complessiva, può avviare il risanamento di Alitalia.
Questa è la nostra linea. Per questo nella nostra mozione chiediamo al Governo di attivare tutte le azioni necessarie per lo sviluppo dell'intero sistema aeroportuale, affermando la rilevanza di Malpensa Pag. 61e Fiumicino e la specializzazione dei singoli scali regionali. Per questo chiediamo di dar seguito alle politiche di finanziamento delle opere infrastrutturali, ferroviarie e stradali, avviate con la legge finanziaria e necessarie a garantire l'accessibilità di Malpensa. Per questo chiediamo anche di affrontare le necessità infrastrutturali dello scalo di Fiumicino, sottolineate nelle diverse sedi istituzionali, ma disattese a livello nazionale. Per questo chiediamo di sviluppare alleanze con i vettori nazionali e internazionali, soprattutto verso i paesi economicamente emergenti. Per questo chiediamo che sia concretamente realizzata una base di armamento a Malpensa, dopo che per cinque anni di tale base non si è parlato. Tutto ciò lo potremo fare - rivolgendomi anche ai settori dell'opposizione che hanno mostrato nei testi delle loro mozioni vicinanza con quanto da noi detto - a maggior ragione se tutti (e sottolineo tutti) abbandoneremo una logica di parte per abbracciarne una nazionale e di mercato. Possiamo vincere insieme questa battaglia oppure perderla, ognuno con le sue truppe. Noi preferiamo vincerla insieme (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, se il Governo avesse voluto prendere sul serio la discussione che stiamo svolgendo e concludendo, avrebbe chiesto di rinviare l'esame di questo argomento. Infatti, avendo annunziato una decisione rilevante quale quella di cedere il suo 49 per cento e di mettere sul mercato il 39 per cento, il che implica un obbligo per chi lo compra di svolgere un'OPA - e, quindi, la possibilità che il Governo ceda anche il residuo 19 per cento -, il Governo stesso, tramite le parole del suo rappresentante, avrebbe dovuto chiedere di non discutere oggi, in astratto, il futuro di Fiumicino ed il futuro di Malpensa, senza avere l'interlocutore - se ve ne sarà uno - che sarà colui il quale comprerà Alitalia.
In altri termini, il Parlamento che accetta di discutere un problema nel momento in cui i dati del problema stesso stanno cambiando è un Parlamento che finge di affrontare le questioni, e il Governo si rivolge al Parlamento senza informarlo pienamente della questione. È stata penosa la posizione del sottosegretario, quando ha detto ai colleghi della maggioranza unita: se voi togliete la dizione «controllo pubblico» e la sostituite con «presenza pubblica», a noi va bene. Ma cosa vuol dire ciò? Che significato ha ciò rispetto all'impostazione del bando che il Governo sta approvando?
Per questo motivo, onorevoli colleghi, per me è molto semplice dire che questo è un dibattito che non dovrebbe aver luogo, che il Governo dovrebbe chiedere di rinviarlo a dopo che il problema Alitalia verrà affrontato oppure che dovrebbe esporre la sua visione sul problema, che non ha esposto. Pertanto mi asterrò su tutte le mozioni presentate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, intervengo solo per annunziare il voto di Alleanza Nazionale sulle mozioni in discussione e per chiarire, anche alla luce del dibattito che si è sviluppato, che Alleanza Nazionale è assolutamente convinta della necessità di potenziare Malpensa, senza intervenire assolutamente in maniera limitativa su Fiumicino. Bisogna uscire da questa dicotomia, che sta condizionando lo sviluppo del sistema del trasporto aereo nel paese.
È per questo motivo, signor Presidente, che Alleanza Nazionale voterà a favore anche della mozione, articolata e per noi positiva, presentata dagli esponenti del gruppo di Forza Italia, mentre si asterrà sulle altre mozioni presentate dagli altri gruppi di opposizione.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
Pag. 62PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Giachetti?
ROBERTO GIACHETTI. Per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo perché credo sia utile - e fa parte dei compiti della Presidenza - aiutare i deputati, nel momento in cui si esprimono, alla chiarezza sulle votazioni. Poiché a nome di Alleanza Nazionale sono intervenute tre persone, delle quali una ha annunziato che si asterrà su alcune mozioni, un'altra ha dichiarato che voterà contro tutte le mozioni ed un'altra ancora ha illustrato la propria mozione, per tutti noi sarebbe utile conoscere l'orientamento di Alleanza Nazionale su tali mozioni.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maroni ed altri n. 1-00043, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 311
Astenuti 110
Maggioranza 156
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 271).
Prendo atto che il deputato D'Agrò avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Prendo atto altresì che i deputati Adolfo e Viola non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto esprimere un voto contrario.
Prendo atto infine che il deputato Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Airaghi ed altri n. 1-00047, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 352
Astenuti 74
Maggioranza 177
Hanno votato sì 82
Hanno votato no 270).
Prendo atto che il deputato Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
Prendo atto altresì che i deputati Viola e Adolfo non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Sanza ed altri n. 1-00064, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 406
Astenuti 27
Maggioranza 204
Hanno votato sì 147
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Capitanio Santolini non è riuscita a votare.Pag. 63
Prendo atto altresì che il deputato Viola non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Prendo atto infine che il deputato Adolfo non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Attili ed altri n. 1-00065, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 417
Astenuti 21
Maggioranza 209
Hanno votato sì 257
Hanno votato no 160).
Prendo atto che il deputato Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
Prendo atto altresì che il deputato Viola non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Prendo atto infine che il deputato Adolfo non è riuscito a votare ed avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Volontè ed altri n. 1-00066, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 383
Astenuti 50
Maggioranza 192
Hanno votato sì 353
Hanno votato no 30).
Prendo atto che il deputato Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
Prendo atto altresì che i deputati Viola ed Adolfo non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.
Prendo atto infine che il deputato D'Agrò avrebbe voluto esprimere un voto di astensione.