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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Orientamenti del Governo in relazione alla riforma del sistema previdenziale - n. 3-00625)
PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00625 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, nei prossimi giorni si avvierà il confronto tra il Governo e le organizzazioni sindacali sulle pensioni e sul welfare. Nel programma dell'Unione è esplicitamente prevista l'eliminazione del cosiddetto scalone e la riduzione delle finestre decisa dal Governo Berlusconi, che fu una decisione grave contro milioni di lavoratori, un aumento delle pensioni minime, la rivalutazione di quelle più basse e un ruolo dell'Inps nella gestione del trattamento di fine rapporto verso la previdenza integrativa. È urgente che i lavoratori avvertano con chiarezza la discontinuità di questo Governo dal precedente, attraverso interventi volti a riformare, non a tagliare l'età o i coefficienti di rendita, come invece chiede la Confindustria.
La riforma deve rivolgersi, in primo luogo, a quei milioni di giovani precari che pagheranno prezzi altissimi, se non si interviene in tempo. Chiediamo che il Governo ripristini quel sistema flessibile per l'accesso alla pensione che parte da 57 anni di età con 35 anni di contributi, tenendo conto, in particolare, degli operai, dei lavoratori turnisti e di quelli sottoposti a stress, sia pubblici che privati.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Il Parlamento sa che si è aperta una fase nuova, molto importante e delicata. Il memorandum di intesa, siglato nel novembre scorso tra il Governo e le tre organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, ha allargato il suo raggio di azione con un dialogo che il Governo, con l'impulso diretto del Presidente del Consiglio e dei ministri competenti, ha sviluppato con tutte le parti sociali, la piccola impresa, la Confindustria e i sindacati.
Onorevole Zipponi, la sostanza è questa: dobbiamo riformare il sistema, avendo a cuore i punti fondamentali, da lei richiamati, del nostro programma, sul quale si è formato questo Governo, e rendendo la riforma del sistema previdenziale parte di un disegno organico riguardante anche la riforma degli ammortizzatori sociali, le politiche assistenziali - si tratta di nuovi argomenti, perché, ad esempio, il tema degli anziani non autosufficienti non fa parte di questo capitolo, ma certamente deve dialogare con il capitolo della previdenza, riguardando la condizione degli anziani nel nostro Paese e le esigenze sociali fondamentali - l'effettivo decollo, cui lei si è richiamato, della previdenza complementare, che rappresenta un successo di questo Governo che ha anticipato di un anno i tempi precedentemente previsti, la revisione degli enti previdenziali (anche questa una riforma che porta risparmio e maggiore funzionalità all'operato di tutti) e, infine, la ricerca di soluzioni volte ad assicurare ai pensionati trattamenti adeguati.
Abbiamo il problema dell'allungamento su base volontaria della vita lavorativa e di mettere mano al cosiddetto scalone adottato nella precedente legislatura.
Inoltre abbiamo il problema di garantire il potere d'acquisto delle pensioni che, indiscutibilmente, anche quando sono rimaste stabili, non hanno mantenuto una presa sul costo reale della vita, specialmente nell'ultimo quinquennio. Tutti questi temi, e non uno solo di questi, stanno dentro un orizzonte strategico che è quello della sostenibilità delle politiche previdenziali rispetto ai conti dello Stato e della Repubblica italiana.Pag. 50
Le linee del programma del centrosinistra sono dunque ora affidate ad una concertazione vasta, ma anche profonda e che riguarda i rapporti con tutte le forze produttive. Essa deve riuscire ad ottenere questo risultato: mantenere la sostenibilità della spesa previdenziale, garantire il potere d'acquisto degli assegni pensionistici e la risposta alle nuove tematiche sociali, senza chiudere la porta i giovani. Questi ultimi, con la dinamica attuale, rischiano di non avere una pensione domani.
Questo è il nostro compito e cercheremo di assolverlo con la maggioranza parlamentare. Ne discuteremo certo anche con le opposizioni, in quanto i nostri riferimenti fondamentali sono le parti sociali, con cui, tuttavia, il dialogo è avviato in un modo ad ora incoraggiante.
PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ZIPPONI. Ovviamente sul piano del metodo apprezziamo la risposta perché è importante il confronto con le parti sociali e che esse si confrontino con milioni di lavoratori interessati a questo tema, così come è importante il ruolo del Parlamento nella riforma.
Tengo a dire che sui punti del programma dell'Unione c'è una chiarezza totale, in quanto c'è scritto: «Eliminare il gradino e la riduzione del numero di finestre». Inoltre: «Affrontare il fenomeno dell'evasione contributiva» e si tratta di 38 miliardi. Ancora: «Intervenire sull'adeguamento delle pensioni al costo della vita». Sono d'accordo, signor Vicepresidente, che la bussola sia quella della sostenibilità, in quanto nessuno può vendere ciò che non sta in piedi.
Allora, l'unificazione degli enti annunciata da Prodi a Caserta si può fare subito se c'è un decreto che dispone tale unificazione, rompendo anche le resistenze corporative degli enti stessi e risparmiando due miliardi solo nella gestione dei medesimi.
È possibile fare una riforma che riconosca che tutti i lavori non sono uguali? È possibile dire in questo Paese che gli operai, chi fa i turni di sabato e di domenica, gli infermieri, coloro che sono sottoposti a stress, le maestre d'asilo ed altri abbiano un riconoscimento e che non siano trattati come chi può permettersi di decidere volontariamente di allungare l'età della propria vita lavorativa? È possibile dividere nei conti la previdenza dall'assistenza per paragonarci a quei sistemi europei in cui l'assistenza è a carico dello Stato e della fiscalità generale e non piuttosto della previdenza?
Queste sono le questioni che poniamo, tenendo anche conto che c'è un problema della classe dirigente in questo Paese. Infatti, un giovane lavoratore che inizia a lavorare oggi rischia di andare in pensione con il 50 per cento di quello che prenderebbe attualmente uno di noi. Quindi, è necessario intervenire sulla previdenza partendo dall'ottica non solo di chi percepisce una pensione, ma anche di chi rischia di non avere una trattamento che gli permetta di non rientrare poi nella soglia di povertà (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).