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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta Pag. 12immediata, alle quali risponderanno il ministro per i rapporti con il Parlamento, il ministro dello sviluppo economico, il ministro dei trasporti, il ministro della solidarietà sociale, il ministro del lavoro e della previdenza sociale e il ministro dell'istruzione.
(Questioni connesse al progetto sulla creazione di un'area archeologica centrale nel comune di Roma - n. 3-00035)
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00035 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1). Le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, signor ministro, vorrei sapere se lei è a conoscenza di quanto viene denunciato sui giornali, cioè dell'esistenza di un progetto del comune di Roma che richiederebbe l'affidamento in gestione dei siti archeologici del Colosseo, delle terme di Caracalla, del Palatino e di altri, da passare poi ad una società privata denominata Zetema.
Vorrei anche sapere, signor ministro, quale sarà l'atteggiamento del Governo rispetto ad ipotesi di privatizzazione più o meno diretta e quale atteggiamento avrà il Ministero rispetto alla funzione di controllo e di partecipazione sui beni culturali.
Un'ultima domanda, signor ministro: quale garanzia si sente di dare il Governo a quei lavoratori che hanno garantito fino ad oggi il servizio nei siti in questione e che si vedrebbero estromessi improvvisamente?
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere. Le ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, devo dire all'onorevole Nardi, anche sulla base di una istruttoria che è stata compiuta dal Ministero per i beni e le attività culturali, che non risulta sia stato avanzato da alcun esponente politico o tecnico dell'amministrazione comunale di Roma alcun progetto teso a trasferire in tutto o in parte al comune di Roma la gestione dell'area demaniale statale del centro di Roma, a cui lei faceva riferimento.
In secondo luogo, sulla base di questa premessa, è da escludersi ogni ipotesi di mobilità per i lavoratori dipendenti dalla sovraintendenza archeologica di Roma.
In terzo luogo, forme di collaborazione con il comune e con altre realtà istituzionali, per la valorizzazione del patrimonio culturale, per le quali il Ministero dei beni e delle attività culturali ha già sviluppato positive esperienze da diversi anni a questa parte - quindi, non solo il Governo che da poco si è insediato -, non potrebbero che essere attuate nelle forme previste dagli articoli 112 e seguenti del codice, nel testo riformulato per effetto del decreto integrativo n. 156 del 2006.
In base a questa disposizione normativa, lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono stipulare accordi per definire strategie e obiettivi comuni di valorizzazione per l'elaborazione dei conseguenti piani strategici di sviluppo culturale. La fase attuativa di queste eventuali intese avverrebbe comunque nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di impiego alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, in osservanza dei relativi contratti di lavoro sia nazionali che a livello di ministero.
Colgo l'occasione, in conclusione, per chiarire che è impegno di questo Governo salvaguardare e rafforzare le funzioni istituzionali del Ministero per i beni e le attività culturali, anche nell'ambito di eventuali intese, sopra richiamate, con comuni o con realtà territoriali, in ordine alle attività di tutela, conservazione, fruizione pubblica e incentivazione che riguardino il patrimonio archeologico di Roma.
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di replicare. Le ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, dichiaro la mia assoluta insoddisfazione per la risposta fornita dal ministro, innanzitutto perché le notizie riguardanti l'area archeologica ormai sono di dominio pubblico e circolano sui giornali (se ne parla tra i lavoratori e tra i sindacati). Mi dichiaro altresì assolutamente insoddisfatto anche perché ho la sensazione che rispetto alle tematiche poste ci sia una sostanziale volontà di eludere i quesiti, che nasconde in realtà la volontà di una sorta di privatizzazione parziale o totale di alcuni beni culturali.
Mi dichiaro assolutamente insoddisfatto perché, rispetto alle problematiche concernenti il personale, stabile e precario, ho la sensazione nettissima che vi sia la volontà, da parte del ministro, e comunque del ministero in questione, di far passare, in seguito, l'affidamento e la gestione del predetto personale a società private.
Mi dichiaro, infine, insoddisfatto, signor ministro, perché credo che i beni culturali ed il patrimonio archeologico siano assolutamente da salvaguardare e occorra evitare che essi risentano di indicazioni e sollecitazioni provenienti da questo o da quel sindaco, volte, di fatto, a smembrarlo.
Il patrimonio culturale ed archeologico è di tutti: lo vogliono gli italiani; lo vogliono i sindacati e la gente; lo vogliamo anche noi. Per quanto ci riguarda, come Democrazia cristiana, faremo quanto è in nostro potere per vigilare sul vostro atteggiamento.
(Iniziative concernenti le tariffe dei canoni delle concessioni demaniali - n. 3-00036)
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00036 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, in Italia, le concessioni demaniali marittime, che hanno ad oggetto le spiagge di cui i cittadini italiani usufruiscono durante l'estate, vengono «affittate» (lo dico tra virgolette), a causa di un decreto del 1998, al canone di 0,72 euro l'anno per metro quadrato. Ciò vuol dire che uno stabilimento balneare di circa 5 mila metri quadrati paga circa 600 euro al mese. Ebbene, non sfuggirà ai colleghi ed ai rappresentanti del Governo (ovviamente, il Governo in carica non ha alcuna responsabilità al riguardo) che un cittadino italiano paga per l'affitto della propria abitazione una somma maggiore rispetto a quella sborsata da un'attività imprenditoriale a così elevata redditività.
Inoltre, nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito ad un intenso processo di privatizzazione dei nostri arenili che ha occultato la visibilità del mare, un bene paesaggistico comune, e che ha introdotto l'abitudine, un po' malsana, di imporre il pagamento di un «biglietto di ingresso» ai cittadini che vogliano soltanto recarsi al mare.
Noi chiediamo al Governo quali iniziative intenda adottare per riportare giustizia...
PRESIDENTE. Grazie...
ANGELO BONELLI. ... nelle tariffe e per garantire ai cittadini l'accesso al mare.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, la questione affrontata dall'onorevole Bonelli nella sua interrogazione è già all'attenzione del Governo.
Innanzitutto, voglio ricordare al collega che le funzioni amministrative riguardanti la fruibilità degli arenili sono state trasferite alle regioni dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. La precisazione coglie Pag. 14un punto specifico e molto importante dell'interrogazione: prima di tutto, spetta alle regioni garantire sul loro territorio il rispetto della normativa, che esiste e che garantisce ai cittadini il libero accesso agli arenili (il problema è effettivo e serio).
In secondo luogo, la legge n. 494 del 1993 ha attribuito alle regioni il compito di procedere ad una classificazione delle aree del litorale, in base alla quale sarebbero stati definiti i canoni delle concessioni. In assenza di tale classificazione - questo è un punto serio, perché molte regioni non hanno ancora proceduto -, sulle aree demaniali dei litorali vengono applicati i canoni relativi alla categoria più bassa (la questione è quella posta dall'interrogante).
Il precedente Governo, il Governo Berlusconi, con decreto interministeriale previsto dall'articolo 32 del decreto-legge n. 269 del 2003, aveva predisposto un intervento in virtù del quale i canoni demaniali avrebbero subito un incremento generalizzato del 300 per cento.
Com'è noto, e come viene affermato anche nell'interrogazione, lungo lo sviluppo costiero del nostro paese si riscontrano situazioni estremamente diversificate: vi sono spiagge dotate di stabilimenti balneari costosi, di lusso, ed altre che ospitano piccoli o modesti insediamenti. Pertanto, l'incremento indiscriminato del 300 per cento avrebbe rischiato di creare pesanti sperequazioni di trattamento.
Per questo motivo, l'attuale Governo ha deciso, con decreto-legge del 7 giugno 2006, non ancora convertito, una sospensione degli effetti del menzionato provvedimento, anche per garantire gli utenti, i quali, in molte situazioni, hanno già subito un forte aumento sulla base della precedente norma. Non abbiamo deciso soltanto la predetta sospensione: nel contempo, abbiamo avviato lo studio di una riforma organica dei criteri di determinazione dei canoni di concessione, con l'obiettivo di individuare parametri che siano idonei a commisurare i pagamenti sia alle esigenze di fruizione collettiva dei beni demaniali sia alla diversa redditività commerciale degli arenili (che varia a seconda delle concrete caratteristiche).
Insomma, il nostro obiettivo è eliminare l'indiscriminata perequazione tabellare per introdurre meccanismi che tengano conto della specificità del sistema costiero e garantire, insieme, un adeguato introito per lo Stato, rispettando criteri di equità e razionalità, assicurando altresì, naturalmente, l'accesso dei cittadini a tali beni ed il loro godimento.
Ciò perché - ed ho concluso, signor Presidente - è certamente opportuno che le risorse demaniali potenzialmente redditizie producano un giusto reddito per l'erario, ma è altresì necessario che tale reddito sia commisurato all'effettivo utilizzo di queste risorse, evitando penalizzazioni indiscriminate sugli operatori e, in ultima analisi, anche sulla generalità dei cittadini.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANGELO BONELLI. Ringrazio innanzitutto il ministro Chiti. Devo riconoscere che la notizia che ha dato è importante, poiché preannuncia una riforma organica del settore, con riferimento alla tariffazione delle concessioni demaniali marittime.
È un decisione importante, poiché si tratta di una riforma attesa da tempo. Se mi permette, ministro Chiti, vorrei suggerirle, a nome dei deputati del gruppo dei Verdi, di inserire nell'ambito di tale riforma un attore che, in questi anni, è stato assente: mi riferisco ai cittadini italiani, i quali ogni anno fruiscono del mare ed hanno il diritto di farlo liberamente.
Signor ministro, la questione della fruizione del mare rappresenta un problema sociale: infatti, da quando abbiamo assistito ad una progressiva privatizzazione e cementificazione delle nostre coste, vi sono, in particolar modo nelle aree urbane, anziani che non sono e non possono essere messi nelle condizioni di pagare decine di euro per poter fruire di una risorsa.Pag. 15
Ebbene, a nome del gruppo dei Verdi, le chiedo di inserire, nell'ambito di tale riforma, norme che garantiscano l'accesso alla risorsa in questione, nonché di procedere ad una parallela modifica del codice della navigazione, al fine di garantire il libero accesso al mare ai cittadini che vogliono semplicemente farsi un bagno e non intendono pagare alcunché.
Nel ringraziarla, signor ministro, vorrei dirle che, tra l'altro, condividiamo l'esigenza di articolare e modulare le tariffe a seconda della redditività di uno stabilimento. Auspichiamo, dunque, che il Governo vari rapidamente tale riforma (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi - Congratulazioni).
(Compatibilità dell'aumento degli incarichi ministeriali con l'esigenza di perseguire il risanamento della finanza pubblica - n. 3-00037)
PRESIDENTE. Il deputato Leone ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Elio Vito n. 3-00037 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmatario.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, preliminarmente prendo atto del fatto che, dopo tutte le polemiche nella scorsa legislatura a causa della mancata presenza dei ministri in Assemblea in occasione del question time, oggi è presente per rispondere a questa interrogazione il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, onorevole Chiti, quando poc'anzi - fuori - vi era il ministro Padoa Schioppa, che poteva venire anch'egli a rispondere. Ma tant'è: evidentemente, tutto il mondo è paese!
Questa interrogazione mira a chiedere al Governo quale sia la linea definitiva nel momento in cui si parla di azione di risanamento della finanza pubblica. Ai fini di tale azione di risanamento, si vuole sapere se deve essere applicata l'idea dell'inasprimento delle tasse, oppure se ciò deve avvenire attraverso il taglio delle spese, e quindi dei costi della politica.
Mi sembra che la strada intrapresa dal Governo sia legata alla prima ipotesi, poiché, proprio qualche giorno fa, esso ha raggiunto il Guinness dei primati, con la nomina di ulteriori sottosegretari: siamo arrivati, infatti, alla cifra record di 102 esponenti nell'esecutivo! Credo, quindi, che non si possa affidare l'azione di risanamento della finanza pubblica solo e soltanto alle riduzioni di spesa che possono realizzarsi attraverso il mancato uso del frigobar!
Vorremmo pertanto sapere quale sia la linea del Governo (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, onorevole Chiti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il ministro Padoa Schioppa non è presente in questa sede - e lei lo ha visto bene - perché è impegnato in una audizione qui alla Camera; quindi, è difficile essere...
ROBERTO MENIA. No, è uscito! Ho visto io che è uscito!
ANTONIO LEONE. Anche la scorsa legislatura (Commenti)...
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Comunque, parlo a nome del Governo, e mi pare che, almeno su questo piano, dovrebbe esservi, da parte vostra, un po' più di cautela (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. I precedenti! Guardate i precedenti!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. I precedenti, appunto, non sono tali da consentirvi di parlare (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
Pag. 16PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Abbiate pazienza (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)...! Abbiate pudore, ecco...!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Per quanto riguarda la prima questione (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)...
PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Per quanto concerne la prima questione che è stata posta (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia), a differenza di quanto affermano, nella loro interrogazione, gli onorevoli Leone ed Elio Vito, il Governo né ha deciso, né deciderà - perché non è questa la nostra scelta - di aumentare le tasse complessivamente pagate dai cittadini italiani.
La linea maestra, a nostro avviso, è che le tasse debbano essere pagate da tutti, ciò che non è avvenuto negli anni scorsi, tra condoni ed abbandono dell'impegno contro l'evasione fiscale.
Seconda questione: il Governo è impegnato, da subito, ad affrontare l'enorme disavanzo pubblico, che è stato certificato dalla commissione Faini, composta non da esponenti politici di questo Governo, ma da esperti di altissimo livello: la Ragioneria generale dello Stato, dipartimenti del Ministero dell'economia, l'Istat e la Banca d'Italia. Amor di polemica, mi auguro, non porterà l'opposizione, né gli onorevoli interroganti, a sostenere che il fortissimo disavanzo sia dovuto non ai Governi della precedente legislatura - ai Governi Berlusconi -, ma al Governo attuale, che non ha ancora un mese di vita!
Terza questione: abbiamo già deciso e posto in essere azioni per la ricognizione e la riduzione delle spese, in primo luogo di quelle per il funzionamento dei ministeri - i cosiddetti «costi della politica» -, poiché ciò è determinato, onorevoli colleghi, non soltanto dal numero dei sottosegretari - come voi sapete bene -, ma da quello degli organici a loro diretta collaborazione, nelle segreterie o nei gabinetti, dalle auto che sono usate, dalle scorte che si adoperano, dalle convenzioni che si stipulano per le ricerche, per gli organismi di studio; ma su ciò - essendo stata presentata una mozione in merito - avremo un'occasione specifica di confronto in questa sede, tra pochi giorni.
Le decisioni che abbiamo preso sono la riduzione di almeno il 10 per cento delle spese per il funzionamento delle strutture alle dipendenze dei ministri, del numero degli addetti a quelle alle dipendenze dei viceministri; nonché l'obbligo di non aumentare il contingente di personale a supporto del ministro per i ministeri soggetti ad una riorganizzazione rispetto al numero complessivo che avevano le precedenti strutture. Abbiamo, inoltre, come ho già detto, avviato una ricognizione sui comitati, le commissioni, le convenzioni di studio ed altro.
L'impegno che dobbiamo assumere è che tutti, ed ovunque - Governo centrale, Parlamento, regioni ed autonomie locali su ciò sono d'accordo -, devono diffondere e praticare uno stile di rigore e sobrietà. Nostro sarà tale impegno; parleranno, nei prossimi mesi, i fatti concreti...
MAURIZIO GASPARRI. Fallo smettere, ci guadagni!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Grazie, onorevole Gasparri, ma non ho finito.
PRESIDENTE. Signor ministro, la prego di concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Come stavo dicendo, parleranno i fatti concreti ed il confronto in Parlamento. Sarebbe augurabile che su questi temi vi fosse un confronto serio da parte di tutti, anziché contrapposizioni strumentali.
Pag. 17PRESIDENTE. L'onorevole Elio Vito ha facoltà di replicare.
ELIO VITO. I fatti concreti, signor ministro, sono i seguenti: a breve i cittadini saranno chiamati a pronunziarsi su un referendum costituzionale sulla nostra proposta di riforma della Costituzione, che prevede, per la prima volta, la riduzione del numero dei parlamentari. I fatti concreti sono che noi proponiamo di diminuire i parlamentari di 175 unità, mentre voi avete già aumentato il numero dei sottosegretari (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania), accrescendo la composizione del Governo ad un numero record di 102 persone, non finalizzate all'efficienza dell'attività governativa, perché l'efficienza della stessa era stata sancita, alcuni anni fa, da un vostro Governo, dal ministro Bassanini, prevedendo l'accorpamento dei ministeri e la loro riduzione: esattamente l'opposto di ciò che voi avete appena fatto, ossia la moltiplicazione degli stessi ministeri e dei sottosegretari, unicamente per l'esigenza di corrispondere a tutti i partiti, alle componenti, ai partitini della vostra multicolore coalizione un posto di potere.
La nostra domanda - e ci dichiariamo insoddisfatti della risposta che lei, signor ministro, ci ha dato - è come si possano conciliare, con un minimo di credibilità, tali fatti concreti - il record dei sottosegretari - con la annunziata politica di rigore sulla finanza pubblica. Probabilmente, il ministro Padoa Schioppa non è presente in quest'aula perché egli, che ha a cuore il rigore della finanza pubblica, non può condividere la spartizione delle poltrone che voi state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania), né la moltiplicazione di ministeri, ed allora ha ceduto a lei, onorevole Chiti, l'ingrato compito di venire ad affrontare questo tema, a lei, che lo ha svolto non da tecnico dell'economia, ma da militante e dirigente politico di un partito della sinistra che, al pari degli altri, ha partecipato alla ricordata spartizione di potere.
Dunque, qual è la nostra risposta? È quella che rivolgiamo ai cittadini, ed è che oggi anche autorevoli commentatori del centrosinistra iniziano a dichiararsi insoddisfatti del vostro Governo. Quella maggioranza degli italiani che alle ultime elezioni non vi ha votato e alla quale voi mancate di rispetto (ma anche su questo il Presidente Prodi dovrà venire a rendere conto in Assemblea) sa che, a partire dal 25 giugno, cioè dal voto sul referendum, avrà la possibilità di continuare a scegliere tra coloro che vogliono veramente ridurre i costi della politica, diminuendo il numero dei parlamentari come noi proponiamo, e coloro che hanno moltiplicato il numero dei componenti del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania).
(Problemi occupazionali presso gli stabilimenti italiani della multinazionale Eaton - n. 3-00038)
PRESIDENTE. Il deputato Provera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00038 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
MARILDE PROVERA. La situazione della Eaton è quella tipica di una multinazionale americana che, sulla base di accordi, ha avuto facilitazioni e sovvenzioni nel nostro paese, in questo caso specifico anche nella zona del canavese, fino all'ultimo accordo, raggiunto nel 2005, che accompagnava anche con una cassa integrazione un piano di ristrutturazione. Improvvisamente, senza alcun avviso, in altro luogo, in altro Stato, si è decisa una riorganizzazione di tutto il gruppo a livello internazionale, prescindendo dagli aiuti avuti, dall'analisi di stabilimento, della situazione dalla zona produttiva e della produzione nel paese, prescindendo altresì dagli ordini che vi sono e dalle iniziative intraprese per un percorso finalizzato ad un nuovo prodotto innovativo da realizzarsi nello stabilimento di Rivarolo.
L'azienda ha risposto che gli stabilimenti agiscono per piani quinquennali, Pag. 18che ogni anno, però, rivedono alla luce di quanto accade nel mondo. Noi chiediamo al Governo se, rispetto a queste improvvide e improvvise evoluzioni compiute dalle aziende, vi sia la possibilità di intervenire sulla materia della Eaton di Rivarolo e, in prospettiva, di introdurre regole più vincolanti.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, questi sono dei posti di lavoro effettivamente in pericolo, non quelli dei senatori, che, come diceva prima l'onorevole Vito, nella proposta dell'opposizione hanno ancora dieci anni comodi di sopravvivenza, mentre con la nostra proposta non sarebbe così (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e dei Popolari-Udeur)!
MAURIZIO GASPARRI. Ma che c'entra? Dovete rispondere alle domande, non fare i comizi! Glielo dica, Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Gasparri, la prego!
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Torniamo ora alle questioni di chi ha veramente problemi di occupazione. Il nostro ministero è a conoscenza del problema, il quale va inserito nel quadro più grande della crisi della componentistica italiana, che sta coinvolgendo anche lo stabilimento di Rivarolo nel canavese e riguarda, come è noto, la multinazionale Eaton, che fra le altre cose produce valvole per auto e camion.
Secondo quanto comunicato al Ministero del lavoro, nello stabilimento, a partire dal 14 febbraio 2005, era in corso un programma di cassa integrazione guadagni straordinaria per riorganizzazione aziendale, che sarebbe dovuta durare 24 mesi. Invece, il 13 aprile 2006, l'azienda ha attivato una procedura di mobilità per cessazione di attività produttiva, che coinvolge tutti i 199 lavoratori. I rappresentanti dell'azienda sostengono che la crisi sia da attribuire alla riduzione del portafoglio clienti conseguente alle difficoltà delle grandi case automobilistiche e hanno smentito l'intenzione di trasferire all'estero la produzione. Il consiglio regionale del Piemonte ha più volte esaminato questa situazione di crisi senza arrivare ad una soluzione e, quindi, la medesima regione, esaurita la fase di mobilità, ha convocato le parti per il 21 giugno auspicando, naturalmente, una soluzione della crisi.
La drammaticità di questa crisi è aggravata dal fatto che alla medesima multinazionale fanno capo altri impianti produttivi presenti in Italia, che interessano complessivamente circa 2 mila lavoratori. Noi siamo già stati sensibilizzati su questa vicenda e attiveremo entro il mese un tavolo nazionale di verifica e di confronto con tutti i soggetti interessati, comprese naturalmente le regioni, per cercare di trovare soluzioni utili al consolidamento di queste attività produttive, a partire dallo stabilimento di Rivarolo nel canavese.
Ecco, dunque, il nostro impegno: entro il mese attiveremo, come detto, un tavolo per discutere di questa vicenda, sulla quale - lo sottolineo - anche noi nutriamo una forte preoccupazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Provera ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARILDE PROVERA. Ringrazio il ministro Bersani per aver fornito una completa illustrazione della situazione oggetto della mia interrogazione. Credo di poterlo ringraziare anche a nome dei lavoratori interessati per la rapidità con cui il Governo sta procedendo all'attivazione, entro il mese, di quei rapporti con i quali si tenta di trovare una soluzione alla problematica. Ringrazieremo più volentieri il Governo se una soluzione sarà trovata insieme con gli enti locali.
Desidero soltanto sottolineare che la cassa integrazione era stata concordata per un piano di riorganizzazione in rapporto anche alla sperimentazione in sede di un nuovo prodotto che era stata, proprio Pag. 19per questo motivo, supportata economicamente in quanto produzione di nuova tecnologia.
Checché ne dica l'azienda in merito ad una parte delle produzioni che potrebbero finire in Polonia, nel frattempo si registra un esubero della domanda - non è vero, quindi, che siamo di fronte ad una restrizione della domanda - e in uno stabilimento non lontano da quello in questione, con straordinari effettuati da lavoratori precari, mentre gli altri lavoratori sono a casa in cassa integrazione, si sta procedendo ad una produzione ulteriore. Questo rappresenta un quadro abbastanza devastante del modo con il quale si sta depredando il nostro territorio di competenze, di capacità ed anche di regole che governano il lavoro.
Per tutti questi motivi, ministro Bersani, mi consenta di sottolineare che è urgente affrontare il caso in questione. Ciò potrebbe rappresentare anche un modo per cominciare a pensare ad una regolamentazione più utile per l'insieme delle aziende che investono o hanno investito nel nostro paese e per far sì che le risorse pubbliche, anziché essere semplicemente «cannibalizzate», ritornino sotto forma di occupazione e di continuità produttiva utile a tutti.
(Misure preannunciate dal Governo per contrastare l'aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi - n. 3-00039)
PRESIDENTE. L'onorevole Sanga ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Lulli n. 3-00039 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
GIOVANNI SANGA. Signor ministro, le associazioni dei consumatori da anni fanno presente come la forte crescita dei prezzi dei prodotti petroliferi sia amplificata pesantemente anche da un meccanismo fiscale che porta ad una vera e propria tassa sulla tassa, perché nel calcolo della base imponibile dell'IVA viene conteggiata anche l'accisa.
Nella seduta del Consiglio dei ministri del 9 giugno scorso, è stato annunciato un disegno di legge che dovrebbe completare il processo di liberalizzazione dei settori del gas e dell'energia, ma anche prevedere misure per calmierare i prezzi dei prodotti petroliferi.
Signor ministro, quali benefici queste misure porteranno ai consumatori-utenti, in particolare alle famiglie e alle imprese?
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, onorevole Bersani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, desidero innanzitutto esprimere soddisfazione perché la prima iniziativa del nostro Governo, la prima nota della nuova canzone, definiamola così, è stata suonata sui temi dell'energia e dei consumatori. Spero che questa nota ci accompagni nel corso degli anni a venire.
All'interno di queste nuove norme in materia di energia, vi è anche un aspetto che riguarda il tema della benzina e la situazione dei consumatori di fronte a questo tema. In questi anni, lo Stato sostanzialmente si è cointeressato agli aumenti di prezzo della benzina: più cresce il prezzo, più lo Stato guadagna. Questo non è sano, non è logico, non è giusto! Noi, invece, abbiamo bisogno di uno Stato che abbia interesse a che la benzina non aumenti, non, al contrario, a che la benzina aumenti. Per questo motivo, dal 1o gennaio il maggiore incremento degli incassi dello Stato derivante da aumenti della benzina sarà restituito, in via normale e ordinata, al consumatore alla pompa.
In queste norme, però, ci siamo riservati la possibilità di restituire le sopravvenienze ai consumatori anche in altre eventuali forme e abbiamo esemplificato, ad esempio, sul tema delle tariffe sociali per il gas e l'elettricità, con un alleggerimento tariffario dei territori che ospitano nuove infrastrutture energetiche di interesse nazionale (fonti rinnovabili). Ci siamo dati questa possibilità: la vedremo Pag. 20insieme, discutendo con il Parlamento, ma quello che mi interessa sottolineare è il punto di principio. Da oggi tutti gli attori della filiera petrolifera hanno capito che vi è uno Stato che da domani mattina inizierà a chiedere il motivo per cui aumenta il prezzo della benzina o quello dei prodotti petroliferi, perché noi - diciamo così - siamo dall'altra parte. Poi, i risultati si vedranno: non promettiamo miracoli, ma certamente ci mettiamo dalla parte del consumatore.
PRESIDENTE. L'onorevole Lulli ha facoltà di replicare. Le ricordo, onorevole, che lei ha due minuti di tempo a disposizione.
ANDREA LULLI. La ringrazio, signor ministro. Ci riteniamo soddisfatti della risposta e mi preme sottolineare due aspetti che giudico emblematici della discontinuità con cui questa maggioranza e questo Governo si presentano all'opinione pubblica con i fatti e non con le parole (Commenti dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale). Sì, cari colleghi! Oggi vi è l'annuncio sui giornali dell'aumento delle tariffe elettriche dal 3 al 5 per cento dal prossimo luglio.
Noi annunciamo invece una riduzione del costo del carburante e dei prodotti petroliferi che andrà a vantaggio dei consumatori, delle famiglie, ma anche delle imprese, poiché il costo del carburante - come è noto - incide su tutte le attività economiche del nostro paese, come in tutti i sistemi economici fondati sull'economia del petrolio.
Ciò che mi preme sottolineare è il fatto che lo Stato si mette dalla parte dei cittadini e che distingue le proprie responsabilità rispetto a quelle dei gruppi petroliferi, di chi fa un mestiere che non va certamente demonizzato, ma che ha una propria logica, una propria convenienza e che non può contare d'ora in avanti su una connivenza da parte dello Stato.
Ritengo che questo sia un grande segnale di discontinuità, quello cioè di voler mettere davvero lo Stato al servizio delle famiglie e dei cittadini. E credo che questo sia il più grande segnale atteso dalle nostre famiglie, anche per ritrovare la fiducia nel paese. Lo Stato deve essere amico dei cittadini, delle famiglie, delle imprese, perché hanno bisogno di questo per guardare avanti con fiducia e affrontare i problemi della crisi.
È questo il motivo per cui la ringrazio, signor ministro, e sono convinto che alla disastrosa politica energetica del precedente Governo abbiamo già posto le premesse per guardare al futuro con una certa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo - Commenti di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
(Posizione del Governo in ordine all'impegno assunto con la Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi e i nove protocolli attuativi - n. 3-00040)
PRESIDENTE. L'onorevole Brugger ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00040 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6)... Prego i colleghi di consentire lo svolgimento dell'interrogazione da parte del collega Brugger.
SIEGFRIED BRUGGER. La ringrazio, signor Presidente. Signor ministro, la domanda che le pongo riguarda i tempi e i modi di ratifica dei protocolli attuativi della Convenzione internazionale delle Alpi, in modo particolare, del protocollo del trasporto, che è straordinariamente importante per l'intera area alpina, non essendo assolutamente pensabile che le Alpi vengano attraversate da nuove strade di grande comunicazione. In questo senso i partiti del centrosinistra si erano sempre impegnati.
Poiché lei, signor ministro, nella riunione del 9 giugno 2006 del Consiglio dei ministri dei trasporti dell'Unione europea a Lussemburgo, ha chiesto il rinvio della decisione sulla firma del protocollo dei trasporti da parte dei ministri dei trasporti, le chiedo di chiarire la sua posizione in merito.
PRESIDENTE. Il ministro dei trasporti, onorevole Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, vorrei partire proprio dalla conclusione dell'interrogazione a firma degli onorevoli Brugger, Zeller, Widmann, Bezzi e Nicco con la quale si chiede «se il Governo (...) non ritenga oramai improcrastinabile promuovere la ratifica di tutti e nove i protocolli attuativi sia da parte dell'Italia che da parte dell'Unione europea». Esattamente tale è, infatti, la linea convenuta con la Presidenza austriaca il 9 giugno scorso in sede di Consiglio dell'Unione.
Richiamo brevemente i termini della questione; si tratta della Convenzione cosiddetta delle Alpi, che prevedeva, già al suo interno, la firma di nove protocolli specifici. L'atto è stato firmato a Salisburgo il 7 novembre 1991 dai ministri dell'ambiente dei paesi dell'arco alpino - Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera -, nonché dalla Comunità europea. Tale convenzione impegnava ad assicurare una politica globale per la conservazione e protezione delle Alpi tenendo equamente conto degli interessi coinvolti; essa comprende nove campi di azione specifici per i quali è prevista la sottoscrizione di altrettanti protocolli.
Il protocollo trasporti è stato sottoscritto a Lucerna il 31 ottobre del 2000 e l'Italia, unitamente alla Svizzera, non ha ancora ratificato tale atto. La questione postasi venerdì scorso in sede di Consiglio dell'Unione era se la Comunità dovesse procedere alla sottoscrizione del protocollo trasporti; mi riferisco, quindi, in particolare a tale protocollo. Ebbene, non si è trattato di una richiesta avanzata dall'Italia nel corso della seduta circa il rinvio dell'esame del punto all'ordine del giorno; piuttosto, avevamo convenuto già in precedenza con il Presidente Gorbach, ministro dei trasporti austriaco e Presidente di turno, e con il ministro dei trasporti francese - i quali, in precedenza, avevano chiesto di discutere la questione - di rinviare la trattazione per concedere al Governo italiano, insediato solamente da pochi giorni, il tempo di esaminare ed approfondire tutti gli aspetti del protocollo. Ciò, nell'intento di portare la questione della sottoscrizione all'esame della seduta del Consiglio che si terrà in ottobre.
Abbiamo anche convenuto con il ministro dei trasporti della Finlandia, nuovo Presidente entrante - la Presidenza austriaca è scaduta la settimana scorsa -, un nuovo incontro a tempi brevi per riesaminare assieme il protocollo in oggetto, nonché i due o tre punti sui quali, ancora, rimangono alcune divergenze di opinione. Divergenze che, in particolare, avevano portato in precedenza alla sottoscrizione di un «cartello» di minoranza da parte di Spagna, Olanda e Regno Unito. La questione si è appunto ricomposta in quella sede, anche grazie all'intervento del Presidente della Commissione europea, il quale ha indirizzato una lettera con cui ha chiesto il consenso generalizzato come condizione per la sottoscrizione. Tale consenso mi pare sia stato raggiunto e quindi si è rinviata la sottoscrizione di questo protocollo al mese di ottobre.
PRESIDENTE. L'onorevole Brugger ha facoltà di replicare. Le ricordo che ha a disposizione due minuti.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto, anche se devo osservare che avrei preferito una data più ravvicinata per la firma del protocollo in sede europea, in quanto la ratifica dell'atto in questione è, a ragione, considerata essenziale per le scelte strategiche relative alle politiche di mobilità delle Alpi.
A parte il fatto che mantenere gli impegni intrapresi a livello europeo è questione di coerenza e di affidabilità verso i partner europei, vi è la necessità assoluta di concertare una politica di mobilità sostenibile con gli altri paesi interessati ovvero con l'Austria, la Svizzera, la Francia e la Slovenia. Questo, il ministro, lo ha appena comunicato; non dimentichiamo, infatti, che l'arco alpino costituisce spazio vitale, luogo di lavoro e piattaforma Pag. 22economica per quasi 20 milioni di persone, nonché zona ricreativa per altri 100 milioni di persone.
Proprio ieri il Presidente del Consiglio Prodi, in visita in Austria, ha richiamato la comune responsabilità per la tutela delle Alpi dicendo testualmente «Abbiamo la responsabilità di essere i custodi delle Alpi (...)». La popolazione delle Alpi - in particolare la popolazione dei luoghi dove vivo, lungo l'asse del Brennero - è molto sensibile a tale tematica e chiede da molti anni una chiara inversione di rotta riguardo alla politica del traffico. Chiede che l'ambiente alpino venga preservato da altri interventi troppo invasivi dell'ambiente stesso, che venga privilegiata la struttura ferroviaria nei confronti dell'autostrada e che sia costruita, come ribadito anche ieri, la grande galleria di base del Brennero perché diventa sempre più insopportabile, per la popolazione interessata, subire le conseguenze negative del traffico stradale che sta aumentando di anno in anno.
In questo senso, è importante l'assicurazione che lei ha dato. Però, credo sia anche molto importante - oltre alla firma che, a livello europeo, sarà apposta ad ottobre - che siano ratificati subito tutti i protocolli attuativi, tutti e nove, incluso quello relativo al trasporto.
PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento di quattro interrogazioni a risposta immediata concernenti lo stesso tema. In conformità alla prassi sino ad ora seguita, tali quesiti saranno trattati distintamente. Ciò in considerazione del fatto che la procedura per il cosiddetto question time è caratterizzata da una rigida scansione dei tempi, anche in relazione alla ripresa televisiva diretta, e dalla finalità di garantire, per ciascuno strumento, l'alternanza tra la domanda, la risposta e la replica.
(Posizione espressa dal ministro della solidarietà sociale sull'ipotesi di sperimentare l'efficacia delle «stanze del buco» - n. 3-00041)
PRESIDENTE. L'onorevole Rocco Pignataro ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Cioffi n. 3-00041 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, signor ministro, come Popolari-Udeur abbiamo presentato questa interrogazione a risposta immediata perché, pur facendo parte della maggioranza, siamo rimasti sconcertati e fortemente contrariati da questa «uscita» del ministro Ferrero. Di essa, peraltro, non vi è traccia nel programma dell'Unione e di questa maggioranza. Diversamente, infatti, non lo avremmo sottoscritto. Perciò, vorremmo sapere se corrisponda ad una reale volontà del Governo quella espressa dal ministro Paolo Ferrero di verificare l'efficacia, senza preconcetti, delle cosiddette shooting room, ovvero luoghi pubblici nei quali andare a consumare eroina, avendo assistenza e libertà garantite; quindi, shooting room come strumento efficace nelle politiche di riduzione del danno derivante dall'uso della droga.
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, riguardo all'interrogazione proposta ho già precitato a mezzo stampa che non si tratta di una decisione assunta dal Governo, o di una linea del Governo, ma di una mia opinione personale, che ho espresso nel corso di un programma radiofonico, e che tale rimane.
Colgo l'occasione, perché mi pare corretto, per ribadire come, per quanto riguarda la mia attività di ministro, il programma che abbiamo stabilito come Unione rappresenti la bussola alla quale attenersi. Mi pare utile richiamare gli elementi che in esso sono presenti riguardo alla questione delle droghe. Il problema è trattato in due parti. Relativamente al carcere, nel programma si afferma che occorre favorire la cura delle tossicodipendenze al di fuori delle strutture detentive e che occorre abolire le Pag. 23sanzioni amministrative per chi detiene sostanze stupefacenti per uso personale. In un altro capitolo - quello che si intitola «educare, prevenire e curare, non incarcerare» - il nostro programma sostiene che per le tossicodipendenze non servono né il carcere né i ricoveri coatti; alla tolleranza zero bisogna opporre una strategia dell'accoglienza sociale per le persone e le famiglie che vivono il dramma della droga, a partire dalla decriminalizzazione delle condotte legate al consumo, anche per fini terapeutici, e, quindi, dal superamento della normativa in vigore dal 1990. Occorrono un reale contrasto dei traffici e la tolleranza zero verso i trafficanti. È necessario rilanciare il ruolo dei SERT e dei servizi territoriali che, in questi cinque anni, sono stati sistematicamente penalizzati dai tagli alla spesa sociale. Senza imporre un unico modello e salvaguardando il pluralismo delle comunità terapeutiche, queste dovranno essere messe in rete come un servizio pubblico a cui spetta la diagnosi della dipendenza. Devono essere sostenuti quanti, con approcci culturali e metodologie differenti, da anni sono impegnati a costruire percorsi personalizzati, e perciò efficaci, di prevenzione, cura e riabilitazione, considerando le strategie di riduzione del danno come parte integrante della rete dei servizi.
Il decreto-legge sulle tossicodipendenze adottato dal precedente Governo deve essere abrogato (Commenti dei deputati Giovanardi e Gasparri).
Per quanto riguarda l'azione di Governo, questo è l'impegno che abbiamo sottoscritto e questo è ciò che vale per il ministro della solidarietà sociale.
PRESIDENTE. L'onorevole Fabris, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MAURO FABRIS. Innanzitutto ringrazio il ministro e i suoi colleghi, in quanto erano cinque anni che non ci capitava di vedere così tanti ministri presenti per rispondere alle interrogazioni a risposta immediata!
ROBERTO MENIA. Sono talmente tanti, che non c'è problema. Non sanno dove andare!
MAURO FABRIS. Prima esisteva una figura tentacolare che, come un portiere con mille braccia, tentava di parare le palle, ma una presenza così cospicua non si era mai registrata. Mi dispiace per l'ex ministro, ma la storia è proprio questa!
Signor ministro, la ringrazio per la sua presenza in questa sede e, soprattutto, per aver chiarito che la sua affermazione - che per noi resta improvvida e dannosa - consiste esclusivamente in una sua idea personale, della quale non vi è alcuna traccia né nel programma dell'Unione né nel programma presentato dal Governo, sul quale il Presidente Prodi si era già espresso.
Signor ministro, con la franchezza che sin dal 1998 caratterizza il nostro rapporto all'interno del centrosinistra, mi consenta di dirle che, sia al Senato sia alla Camera, siamo impegnati tutti i giorni - e non è certamente una passeggiata - a sostenere il Governo di cui lei fa parte e, ancor prima, durante la campagna elettorale, ci siamo impegnati a chiedere i voti per il centrosinistra; tutto ciò al fine di realizzare il programma dell'Unione.
Si tratta di un programma che è stato elaborato con grande attenzione con l'apporto di alleati che hanno culture e storie differenti e che si sono trovati concordi proprio sugli impegni scritti contenuti nello stesso programma. Evidentemente, non siamo e non saremo mai d'accordo su ciò che non risulta scritto che, finché faremo parte di questa maggioranza, non sarà realizzato!
È un programma che ci è costato fatica, in quanto è stato il frutto anche di mediazioni - come tutti i veri programmi - e che non è costituito (come quello del centrodestra) da dieci paginette ricche di buoni propositi, che dicono tutto e nulla. Dunque, se in quel programma non vi è una riga sulle cosiddette «stanze del buco», ci sarà un motivo, signor ministro! E, francamente, poco ci importa che Aznar, in Spagna, le abbia introdotte o che Pag. 24l'ex ministro Veronesi oggi, addirittura, sostenga che l'eroina di Stato fa diminuire i drogati.
Certo, non è con la repressione e con la criminalizzazione che si affronta il problema; non a caso, anche molti colleghi dell'ex maggioranza oggi si dicono d'accordo a rivedere quelle disposizioni che hanno varato all'interno di un decreto-legge sulle Olimpiadi...
PRESIDENTE. Onorevole Fabris, la prego di concludere.
MAURO FABRIS. Quindi, siamo d'accordo a rivedere quelle disposizioni, sulle quali siamo contrari; tuttavia, signor ministro, raccomandiamo a lei e ai suoi colleghi di attenersi agli aspetti sui quali ci siamo accordati.
(Dichiarazioni del ministro della solidarietà sociale sulla sperimentazione in Italia delle «stanze del buco» - n. 3-00042)
PRESIDENTE. Il deputato Garavaglia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00042 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor ministro, in una recente intervista a Radio Radicale, ha annunciato di non essere contrario alla sperimentazione delle cosiddette «stanze del buco», veri e propri locali ove i tossicodipendenti possono drogarsi sotto controllo medico. Tale dichiarazione ha sollevato ampie critiche non solo da parte dell'opposizione, ma anche da parte della stessa maggioranza e degli altri colleghi di Governo. Ricordiamo che il consumo di sostanze stupefacenti è sanzionabile, ai sensi della normativa vigente, come illecito amministrativo o penale.
Pertanto, chiediamo di sapere quale sia l'orientamento unitario che il Governo intende assumere con riferimento al tema in esame e quale giudizio esprima nei confronti delle dichiarazioni rese dal ministro Ferrero sulle vergognose «stanze del buco», nelle quali distribuire droghe di Stato.
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, con riferimento alle ultime questioni, non posso che ribadire quanto già affermato precedentemente, vale a dire che quella che ho espresso è un'opinione personale.
Per quanto riguarda gli intendimenti del Governo, sono quelli che ho letto poc'anzi e che eviterò di ripetere. Sono gli impegni di modifica radicale della normativa sin qui avuta in tema di droghe e di tossicodipendenze, in quanto riteniamo che non abbia avuto alcuna efficacia.
Faccio notare, unicamente a difesa di un'opinione personale, come ho ribadito, che mi pare che il giudizio sulle sperimentazioni effettuate in Europa sulle cosiddette narcosalas sia un po' ingeneroso in quanto, ritenendo che non esista una ricetta unica per risolvere un problema così grosso e così drammatico come quello delle droghe e delle tossicodipendenze, forse sarebbe più opportuno guardare al merito delle sperimentazioni per i risultati che hanno prodotto. Lo dico perché nell'azione di Governo siamo guidati dai quattro principi che a livello internazionale vengono postulati come punti principali: la prevenzione, la cura, la riduzione del danno e la lotta al narcotraffico. Lo dico perché in altre fasi storiche questo tema è stato sollevato e discusso e ha visto sperimentazioni anche in Italia al di là delle divisioni politiche, che sono ovviamente presenti ma che forse non dovrebbero assumere una rilevanza così elevata. Cito, come esempio, una discussione avvenuta nel 2002 a Torino, quando la proposta delle narcosalas venne avanzata da Luciano Barberis, di Forza Italia, presidente della VII circoscrizione, dopo che nel mese di agosto in pochi giorni erano morti dieci giovani di overdose nella zona della sua circoscrizione. A Torino su questa Pag. 25proposta del presidente della VII circoscrizione si svolse un dibattito che vide dividersi le forze politiche perché, ovviamente, vi sono legittime opinioni diverse. Consiglierei - a me parrebbe utile per il paese - di tentare di affrontare più laicamente tale discussione non come tema di scontro tra gli schieramenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Garavaglia ha facoltà di replicare.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, ci dichiariamo assolutamente insoddisfatti della risposta che ci ha dato il ministro per diversi motivi. Innanzitutto, per una questione di carattere politico: non è possibile fare dichiarazioni da ministro e, poi, rimangiarsele dicendo che sono opinioni personali. Questo fatto per il ministro Ferrero si è già verificato con la sortita sulla sanatoria per gli immigrati...
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Mai proposta!
MASSIMO GARAVAGLIA. ...e vediamo che succede ancora.
Inoltre, sotto il profilo più spiccatamente etico e sociale, non possiamo che essere in forte dissenso nei confronti della grossa superficialità politica con cui il ministro Ferrero ha affrontato un tema di così forte impatto sociale come quello della droga.
Infine, ci pare paradossale che un membro del Governo proponga di sperimentare le «stanze del buco» in un paese dove il consumo di droga è inquadrato come illecito amministrativo o penale, a seconda della quantità di principio attivo detenuta. Come si può pretendere il rispetto della legislazione vigente se poi politicamente si legittimano comportamenti che ne violano i contenuti? Per questo motivo è necessario non solo che il Governo esprima una posizione chiara ed univoca sul tema in esame, ma anche che lo stesso si impegni a prevenire, per il futuro, possibili esternazioni dei membri dell'esecutivo che, anche solo a titolo personale, possono essere intese come istigazione alla violazione delle norme vigenti.
Concludendo, signor ministro, la gente della Padania e del resto d'Italia vuole negli ospedali servizi efficienti e non le sue vergognose «stanze del buco» in cui distribuire droghe di Stato (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
(Chiarimenti sulle dichiarazioni del ministro della solidarietà sociale in ordine all'ipotesi di sperimentazione delle «stanze del buco» - n. 3-00043)
PRESIDENTE. Il deputato Evangelisti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00043 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, signor ministro, intendo subito dirle che le porto un grande rispetto politico e personale e che non mi riconosco, ovviamente, in certe grossolane affermazioni risuonate dentro e fuori quest'aula. Detto ciò, però, lei capirà bene, signor ministro, che per il gruppo che rappresento la cosiddetta «stanza del buco» non può certo rappresentare un valore di riferimento.
Lei sa anche che spesso in politica si corre il rischio di rimanere «impiccati» ad una parola, facendo del tutto astrazione dal contesto e dall'intento con cui si cerca di sviluppare un ragionamento o di proporre una riflessione.
Tuttavia, la sua intervista ha acceso un dibattito che, per esempio, in Toscana avevamo già sviluppato qualche tempo fa e che aveva portato la giunta a ritirare una simile proposta. Badi bene: ciò non per certi pregiudizi o per partito preso, ma perché, nel confronto con gli operatori del settore e con i responsabili delle comunità terapeutiche, laiche e cattoliche, tale proposta, anche quando fosse ispirata dalle migliori intenzioni, finisce per essere sentita come cinica, perché giudica irrecuperabili i ragazzi tossicodipendenti.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Pag. 26
FABIO EVANGELISTI. Ho finito, signor Presidente.
Uso una brutta espressione, lei mi capirà: si tratterebbe di una sorta di «rottamazione» dei ragazzi, di una sorta di tossicità lunga in luogo della mobilità, che accompagni alla pensione, che, certo, è sempre meglio della morte, ma che noi non possiamo proporre alle vittime del narcotraffico e dell'emarginazione (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Il ministro Ferrero ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Evangelisti innanzitutto per il tono e per le argomentazioni che ha usato. Lo ringrazio veramente, perché credo che su questi temi sia assolutamente necessario riuscire a ragionare comunemente.
Nell'interrogazione, lei chiedeva specificamente di chiarire il senso delle mie dichiarazioni. L'ho già detto e lo ripeto anche in questo caso: non si tratta di opinioni che rappresentano il Governo o che impegnano il Governo, ma si tratta di opinioni mie personali.
ROBERTO MENIA. Ma sei un ministro!
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Lo dico anche rispetto a qualche intervento che ha segnalato l'impossibilità per un ministro di esprimere opinioni personali. Credo sia bene, invece, che un ministro specifichi con tutta nettezza gli intenti del programma di Governo e le proprie opinioni...
ROBERTO MENIA. Ma stai zitto!
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Valuterei difficile impedire a qualsiasi ministro di esprimere le proprie opinioni su questioni di varia natura.
Detto questo, e ringraziandola per le sue argomentazioni, vorrei semplicemente segnalare alcuni nodi. Credo che ci troviamo di fronte ad una discussione che, per l'appunto, non ha dei modelli risolutivi. Questo mi pare il punto che dovrebbe accomunare tutti in un dibattito e in una ricerca di soluzioni.
Dal mio punto di vista, come opinione personale, c'è un problema di sperimentazione sulle strategie di riduzione del danno, come abbiamo scritto nel programma di Governo. Credo che dovremmo essere attenti ad un aspetto: com'è evidente per tutti noi, quello dell'uso delle droghe pesanti non è un diritto, ma un dramma. Credo sia assolutamente necessario lavorare affinché questo fenomeno si riduca il più possibile.
A mio parere, le strategie di riduzione del danno, se una persona non riesce ad uscire da quella situazione, dovrebbero arrivare - penso ciò sia utile - fino al punto di accompagnare quella persona e a tentare di mantenere un legame o una relazione, in modo da non abbandonarla a se stessa. Lo dico unicamente perché dalle sperimentazioni che ci sono state in Europa - ne abbiamo testimonianza sui giornali di oggi - alcuni dati segnalano che la riduzione delle overdose, per quanto riguarda i tossicodipendenti, così come la riduzione del grado di criminalità degli stessi soggetti, sono elementi su cui riflettere.
Allora, a mio parere - ribadendo che sono opinioni personali -, non si tratta di discuterne in linea di principio, pensando che qualcuno abbia la soluzione in tasca. Credo che un atteggiamento come quello che lei ha mostrato, ossia ragionare sul merito e in concreto, costituisca il metodo che dobbiamo utilizzare nei prossimi mesi e nei prossimi anni per tentare di affrontare questo dramma sociale.
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di replicare per due minuti.
FABIO EVANGELISTI. La ringrazio, signor Presidente, e ringrazio anche lei, signor ministro. Io apprezzo il tono e anche i contenuti della sua risposta. Tuttavia, mi permetta di rilevare che se lei, Pag. 27prima di pronunziarsi su un tema tanto delicato, avesse ascoltato il parere di chi da anni opera fattivamente, parlando poco o spesso per niente, si sarebbe subito reso conto che la sua idea di sperimentare anche in Italia le shooting room sarebbe apparsa quanto mai inopportuna e, nella migliore delle ipotesi, una sorta di fuga in avanti, anche fra i sostenitori della logica della riduzione del danno. Questi ultimi, intanto, chiedono - come fa, ad esempio, il gruppo SIMS di Pietrasanta, in provincia di Lucca, che ha scritto a tutti i deputati - che si neutralizzino immediatamente gli effetti della legge n. 49 del 2006, la famigerata legge Fini-Giovanardi, peraltro già impugnata da sei regioni di fronte alla Corte costituzionale.
Questi operatori del settore, più che un dibattito su improbabili sperimentazioni, chiedono a lei ed al Governo un provvedimento volto a ridurre immediatamente i danni prodotti dall'impianto «punizionista» della cosiddetta legge Fini-Giovanardi che, ad esempio, impedisce a medici specializzati la prescrizione di metadone su ricettario speciale, ma in piena autonomia. In questo modo, si sono costretti e si costringono ragazzi in cura presso medici di loro fiducia a rientrare nei SERT, che non hanno dato buona prova di sé dappertutto e dai quali si sono volutamente allontanati per svariate ragioni. Si tratta di effetti devastanti che occorre fermare, signor ministro, per poter poi andare avanti in un confronto verso il superamento in senso migliorativo delle leggi vigenti in materia. In poche parole, se me lo permette, prima si cura chi sceglie di curarsi; dopodiché, si potrà ragionare pacatamente in termini di riduzione del danno. Buon lavoro, signor ministro!
(Affermazioni del ministro della solidarietà sociale in merito alla sperimentazione delle «stanze del buco» - n. 3-00044)
PRESIDENTE. Il deputato Menia ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00044 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario. Ricordo al deputato Menia che ha un minuto di tempo a disposizione.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, signor ministro, sarei tentato di dispensarla dal ripetere per la quarta volta la penosa figura di questa retromarcia pubblica di fronte al Parlamento ed a coloro che ci stanno guardando attraverso la televisione, di questo curioso caso di sdoppiamento della personalità, per chiederle se quanto lei ha affermato corrisponda anche alle intenzioni programmatiche del Governo.
Vorrei aggiungere due elementi di contenuto. In primo luogo, vorrei richiamare quanto affermato da autorevoli personaggi che lavorano in questo mondo; mi riferisco, ad esempio, ad Andrea Muccioli, il quale ha dichiarato che «la somministrazione controllata di eroina non fa che cronicizzare la dipendenza».
In secondo luogo, le faccio presente che la sua proposta - che ha ribadito essere solamente una proposta a titolo personale - non solo non contribuisce a ridurre il danno causato dalla tossicodipendenza ma, al contrario, rischia di aggravarlo.
Signor ministro, le chiedo di tranquillizzare non soltanto noi di questa parte politica, ma l'Italia intera. È vero che questo Governo, lei e tanti altri ci avete abituato a rivelazioni scioccanti, ma le chiedo di andare oltre quelle quattro paroline del programma che ha voluto leggere, e di dirci per davvero cosa intendete fare a proposito del programma...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO MENIA. Proseguirò il mio intervento nella replica.
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, al quale ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, ringrazio il deputato Menia per le attenzioni alla mia salute...
Pag. 28ROBERTO MENIA. Ci preoccupiamo tutti!
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Le garantisco che, finora, non ho riscontrato grossi elementi di sdoppiamento di personalità o di schizofrenia. Semplicemente, mi è chiara la differenza tra le convinzioni personali di chi vi parla e ciò che rappresenta un programma di Governo sottoscritto, che deve mantenere e cementare, se possibile, la coalizione.
Per quanto riguarda le questioni sollevate nell'interrogazione a risposta immediata, vorrei precisare alcuni aspetti. Non ho mai affermato che occorre neutralizzare le tabelle: ho sempre detto che occorre neutralizzare gli effetti negativi della legislazione che avete prodotto nella scorsa legislatura e che stiamo studiando le modalità attraverso cui realizzare tale neutralizzazione. Non è assolutamente detto che vi sarà un intervento sulle tabelle: lo dico perché, a volte, circolano notizie di stampa prive di fondamento.
Per quanto riguarda invece le questioni relative al fatto che, necessariamente, le politiche di riduzione del danno o le cosiddette narcosalas hanno effetti di cronicizzazione, faccio solo notare che le sperimentazioni effettuate comprendono elementi che dimostrerebbero il contrario.
Un quotidiano di oggi afferma che a Zurigo - città in cui le narcosalas esistono dal 1991 -, a distanza di dieci anni, i nuovi casi registrati di tossicodipendenti sono in calo dell'82 per cento; inoltre, sempre a Zurigo, la percentuale di persone che si inietta droga è scesa del 72 per cento.
CARLO GIOVANARDI. E la cocaina quanto è aumentata?
ROBERTO MENIA. È quadruplicata!
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Non lo so; ho letto questi dati. Nel rispondere all'interrogazione successiva, citerò i dati dell'Osservatorio di Lisbona, con cui collabora il nostro dipartimento per le politiche antidroga. Tali dati segnalano gli elementi positivi derivanti dalla sperimentazione delle narcosalas; inoltre, vengono citati gli esempi madrileni, di Zurigo, di Berna e di Basilea.
Dico questo perché credo che parte della nostra discussione dovrebbe essere incentrata anche sulla lettura dei dati reali, così come mi pare importante testimoniare...
PRESIDENTE. Signor ministro, la prego di concludere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. «Testimonierò» nell'intervento successivo!
PRESIDENTE. L'onorevole Menia ha facoltà di replicare.
ROBERTO MENIA. Signor ministro, intanto l'ho «stanata», perché lei ha risposto a titolo personale, esprimendo quindi e qualificando in qualche maniera quella che era stata la sua posizione pubblica. In questa sua falsa ricostruzione si è però dimenticato di dire che anche laddove, grazie alle cosiddette narcosalas, è calato l'uso dell'eroina, di contro è salito in maniera esponenziale quello dell'ecstasy o della cocaina. Motivo per cui lei sa meglio di me che ciò che ha affermato non solo è in totale contrasto con il sentire della stragrande maggioranza degli italiani, ma è una cosa di cui non si può tenere conto, e non solo perché non è scritta nel programma del Governo.
La smentita di Prodi è arrivata puntuale, e lei oggi ha parlato a titolo personale dopo l'inutile raccomandazione rivolta a voi ministri dal capo dell'esecutivo, tesa a suggerirvi di non parlare quando non dovete farlo, anche se voi continuate ad esprimervi a titolo personale.
Una persona investita di una funzione pubblica di responsabilità come la sua dovrebbe frenare le parole, il linguaggio, soprattutto dopo lo spettacolo indecoroso al quale ci avete fatto assistere; al contrario, rischiate di farci abituare ai terroristi in Parlamento e ai baci dei transessuali in tv. Inoltre, volete sotterrare le Pag. 29frecce tricolori, vi commuovete di fronte a Fidel Castro, vi è chi vuole liberalizzare la pillola abortiva e chi pensa di ritirare la firma dalla dichiarazione etica: voi siete tutto questo!
Lei poi non dice, anche se continua a parlare a titolo personale, che l'unica cosa sulla quale vi trovate d'accordo è l'abolizione della legge Fini-Giovanardi, che lei ha definito famigerata. Le ricordo che in quest'aula è presente un componente della sua maggioranza che ha appena affermato che ella è, invece, improvvido e dannoso.
Quella legge risponde a criteri di ragionevolezza, i quali debbono sottendere alle disposizioni normative; una legge non può non riferirsi a criteri in qualche maniera etici. Quella di cui sto parlando è una legge che sostiene le comunità di recupero, che aiuta i tossicodipendenti e indica loro i percorsi di recupero.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Menia.
ROBERTO MENIA. Concludo subito. Vorrei farle notare che quella legge ha aumentato da tre a quattro gli anni in cui si può scontare la pena in comunità. La normativa in oggetto, poi, contrasta la diffusione di qualunque tipo di droga e punisce con durezza gli spacciatori. Si tratta di una legge per la vita e contro la morte. Don Gelmini - noi siamo con lui - leva alta oggi la sua voce contro il tentativo di soffocare la volontà di reagire facendo della droga un qualche cosa che merita di essere conservato, custodito, concesso, alimentato e, in qualche caso, anche proposto come diritto. A ciò lei risponde dicendo ai giovani: uccidetevi pure, e fatelo sotto il controllo dello Stato.
PRESIDENTE. La prego, onorevole Menia.
ROBERTO MENIA. Ecco perché siamo diversi: noi crediamo nella vita; voi siete il simbolo di un'Italia alla rovescia (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
(Prima applicazione della recente riforma di legge sugli stupefacenti - n. 3-00045)
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00045 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, il ministro ha parlato di migliaia di giovani che sarebbero finiti in carcere con la nuova legge, mentre i dati successivi all'entrata in vigore delle tabelle dimostrano che è diminuito del 10 per cento il numero delle denunce e degli arresti per i semplici consumatori di droga.
Il ministro da dove ha attinto i suoi dati su questi presunti arresti e denunce? Perché parla di depenalizzare il consumo di stupefacenti che, in Italia, è già depenalizzato? Perché non vuole che sia ritirata la patente o sequestrato il motorino a chi guida sotto gli effetti degli stupefacenti, come avviene per chi è ubriaco, cioè quanto è previsto dalle sanzioni amministrative che ha appena detto di volere abrogare? Perché, inoltre, ha azzerato la struttura presso la Presidenza del Consiglio che si occupa di droga negli organismi internazionali, lasciando l'Italia, attualmente, senza referenti a livello internazionale, laddove le strutture antidroga sono situate sempre presso le Presidenze del Consiglio?
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, in merito alla questione del calo del 10 per cento delle persone segnalate all'autorità giudiziaria, citato dall'onorevole Giovanardi, ho consultato i dati disponibili ed ho individuato un dato, fornito dal Dipartimento della pubblica sicurezza - Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell'interno (che precisa trattarsi Pag. 30di un dato non definitivo in quanto il flusso delle informazioni sta arrivando), da cui emerge un calo del 9,85 per cento, con un grado di errore di questa stima del 7 o 8 per cento. Ho l'impressione che parlare di un calo del 10 per cento sia avventato.
CARLO GIOVANARDI. Dove sono le migliaia di arresti?
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Non ho visto migliaia di arresti...
CARLO GIOVANARDI. Lo ha detto lei: migliaia di arresti!
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Rispondo delle affermazioni che ho realmente fatto. Ho detto che vi sono stati degli arresti, che lei stesso ha commentato.
CARLO GIOVANARDI. Solo uno?
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Non solo uno: qualcuno in più. Il Notiziario droghe dell'ADUC segnala una serie di arresti avvenuti. Comunque, ritengo che per una valutazione corretta di quanti siano gli arresti effettivamente avvenuti dovremo aspettare qualche mese, quando le statistiche ci permetteranno di comunicarlo.
Per quanto riguarda il fatto che la legge da lei difesa non abbia nulla a che vedere con le sanzioni penali, le segnalo che nell'interrogazione a risposta immediata presentata oggi pomeriggio dal gruppo della Lega Nord Padania, che mi risulta essere un partito che fa parte della stessa alleanza a cui appartiene il suo, è scritto: «Il consumo di sostanze stupefacenti è sanzionabile ai sensi della normativa vigente come illecito amministrativo penale».
CARLO GIOVANARDI. Amministrativo...
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Questo è quanto scrivono esponenti della Lega Nord.
CARLO GIOVANARDI. Cosa c'entra la Lega Nord? Parli da ministro.
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, abbia pazienza: avrà modo di replicare!
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Le segnalo cosa scrive la Lega Nord.
CARLO GIOVANARDI. Che c'entra la Lega Nord?
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Noi abbiamo sempre contestato che per i consumatori vi fossero sanzioni amministrative, considerato peraltro che il sequestro della patente o del motorino o dell'automobile non avviene, come dice lei, solo nel caso in cui una persona venga trovata sotto gli effetti della droga, ma anche se viene trovato in possesso...
ROBERTO MENIA. Gli sta bene!
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. ...che è cosa diversa, perché, mentre giustamente si sequestra la patente a chi guida in stato di ubriachezza, posto che rappresenta un pericolo per gli altri, chi ha uno spinello in tasca non necessariamente è un pericolo.
Per questo riteniamo che per il consumo, oltre alla depenalizzazione...
PRESIDENTE. Ministro, la prego di concludere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale.... e concludo, signor Presidente, si debbano eliminare le sanzioni amministrative in modo da permettere un dialogo costruttivo con queste persone e non far loro rischiare - come capita normalmente - di perdere il posto di lavoro perché si è stati trovati per due volte con uno spinello in tasca.
Pag. 31PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di replicare.
CARLO GIOVANARDI. Come immaginavo, la propaganda e le bugie hanno le gambe corte! Quando si arriva al confronto parlamentare le dichiarazioni sulle migliaia di arresti, sulle famiglie che devono essere preoccupate, sul fatto che sia sufficiente uno spinello per andare in galera, si dimostrano quello che sono: menzogne!
I consumatori con questa legge rischiano al massimo che il prefetto avverta la famiglia o che vi sia il ritiro della patente o del motorino. Sottolineo che in Italia centinaia di persone perdono la vita ogni anno in incidenti causati da coloro che guidano sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e nessuno vorrebbe andare su un pullman o su un aereo guidati da persone dedite all'eroina o alla cocaina.
Quindi, il ragionamento, se si vuole fare, va fatto sulla verità e non sulle menzogne e sulla propaganda!
La realtà è una: il partito del ministro ha fatto una conferenza stampa, a Montecitorio, prima delle elezioni - c'era anche l'onorevole Luxuria -, durante la quale ha annunciato un programma di sesso, droga, rock and roll e liberalizzazione delle droghe. L'hanno fatta a Montecitorio ed è apparso su tutte le agenzie di stampa! C'è una campagna in corso per liberalizzare la droga, con la quale si dice ai giovani che lo spinello e la marijuana non fanno male! Non io, ma i vostri colleghi sono andati davanti a Montecitorio a fumare gli spinelli, parlando ai giovani non di prevenzione, come fanno invece gli educatori, le comunità, i SERT, sostenendo non che la droga fa male, toglie la vita, la gioia di vivere, fa diventare degli zombie, crea problemi, ma portando avanti una propaganda a favore, come se le droghe leggere e le droghe pesanti fossero cose diverse. Garattini oggi lo ha spiegato per l'ennesima volta e Veronesi cita dati falsi, perché si dimentica di dire che a Zurigo, come in Italia, il consumo di eroina è, sì, calato in maniera esponenziale, ma contemporaneamente è aumentato il consumo di cocaina ed ecstasy. In quel rapporto c'è scritto anche che quelli che sono finiti nelle «stanze del buco» sono rimasti lì, cronicizzati.
Noi siamo per ogni politica di riduzione del danno tesa a salvare il giovane, non a sopprimerlo, non a prendere una persona per ragioni sociali, metterla là dentro e dargli tanta droga quanta ne vuole, perché...
PRESIDENTE. La prego di concludere...
CARLO GIOVANARDI. Così si condanna a morte! Sono due visioni assolutamente inconciliabili (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
(Rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale nel settore delle imprese di pulizia e dei servizi integrati e multiservizi - n. 3-00046)
PRESIDENTE. Il deputato Schietroma ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00046 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12). Le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.
GIAN FRANCO SCHIETROMA. Signor Presidente, signor ministro del lavoro e della previdenza sociale, domani avrà luogo uno sciopero nazionale di otto ore, con manifestazione a Roma, a seguito della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale pulizie e multiservizi.
Tale situazione è particolarmente preoccupante perché mette seriamente in pericolo il lavoro di tante persone. Nella realtà che conosco di più, la mia provincia di origine - la provincia di Frosinone -, i lavoratori interessati sono 4 mila; a livello nazionale sono addirittura 400 mila le lavoratrici e i lavoratori interessati al Pag. 32rinnovo di questo contratto, che operano negli uffici pubblici, nelle scuole, negli ospedali ed anche nelle industrie.
Le chiedo, signor ministro, quali siano le iniziative che il Governo intende intraprendere per porre rimedio a questa situazione davvero grave.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere. Le ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Presidente, la questione posta oggi all'attenzione del Governo è di particolare rilevanza e delicatezza.
Il rinnovo del contratto in questione interessa infatti un settore che, come ha ricordato l'onorevole Schietroma, occupa ben 400 mila lavoratori che svolgono attività nei più diversificati contesti organizzativi e nei settori produttivi.
Vorrei ricordare brevemente che il contratto collettivo relativo ai dipendenti delle imprese servizi integrati e multiservizi, ora scaduto, fu stipulato il 25 maggio 2001, concludendo quella che a nostro avviso fu una positiva fase politica e negoziale per il settore delle pulizie, iniziata nei primi anni Novanta, attraverso l'introduzione di provvedimenti legislativi ed atti amministrativi finalizzati alla lotta all'evasione contributiva, alla regolamentazione del settore, alla trasparenza degli appalti, alla tutela e salvaguardia dei livelli occupazionali.
Indubbiamente, il Governo seguirà con estrema attenzione l'evoluzione della vicenda in argomento, ma, allo stesso tempo - e vengo al punto di domanda posto dall'onorevole interrogante relativo alle iniziative che il Governo intende intraprendere -, ritengo che sia un preciso dovere rispettare il principio dell'autonomia collettiva. Si tratta, infatti, di un principio cardine dell'ordinamento e delle relazioni industriali, che rimette alle parti la definizione del contratto collettivo.
Sono personalmente convinto che le parti sapranno trovare una soluzione adeguata che si ponga nel solco di quella positiva fase di cui ho parlato prima.
Naturalmente, non escludo, anzi dichiaro sin da ora la disponibilità del Governo ad intervenire in funzione mediatoria e conciliativa nel caso in cui siano le parti a richiedere tale intervento.
PRESIDENTE. Il deputato Schietroma ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIAN FRANCO SCHIETROMA. Signor Presidente, non si tratterà di una replica, ma soltanto di un brevissimo intervento per dichiarare, a nome del gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno, che sono soddisfatto della risposta del ministro e della disponibilità manifestata dal Governo ad interessarsi della vicenda.
La trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore pulizie e multiservizi si è inutilmente protratta per un anno a causa delle inaccettabili richieste delle associazioni dei datori di lavoro. Una riguarda la revisione dell'articolo 4 del contratto, relativo ai subentri negli appalti: i datori di lavoro vorrebbero eliminare l'obbligo, per l'impresa che subentra nell'appalto, di riassumere tutti i lavoratori alle stesse condizioni. Altre preoccupanti richieste dei datori di lavoro concernono l'abolizione della maggiorazione per la sesta giornata e l'eliminazione del pagamento dei primi tre giorni di malattia; inoltre, i datori di lavoro vorrebbero introdurre una flessibilità esasperata.
Sono convinto che la questione si risolverà positivamente soltanto con l'intervento del Governo. Quindi, l'impegno lodevolmente annunciato dal ministro Damiano è molto importante; anzi, esso sarà decisivo per assicurare il mantenimento del posto di lavoro alle 400 mila persone interessate al rinnovo del contratto del settore pulizie e multiservizi che lavorano negli uffici pubblici, nelle scuole, negli ospedali ed anche nelle industrie.
La ringrazio molto, signor ministro.
(Intenzioni del Governo sulla riforma della scuola - n. 3-00047)
PRESIDENTE. Il deputato Tranfaglia ha facoltà di illustrare, per un minuto, la Pag. 33sua interrogazione n. 3-00047 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
NICOLA TRANFAGLIA. Signor Presidente, l'interrogazione riguarda, innanzitutto, la sospensione, annunciata dal ministro della pubblica istruzione e avvenuta qualche giorno fa, del decreto attuativo relativo al ciclo secondario. Noi chiediamo di sapere se a quella sospensione della sperimentazione seguirà, entro il 1o settembre 2006, la sospensione definitiva del decreto in parola, nonché di quello (il secondo) riguardante il ciclo primario.
Inoltre, chiediamo di sapere se il Governo abbia intenzione di intervenire sia sull'elevazione dell'obbligo scolastico, secondo il programma dell'Unione, sia sulle commissioni degli esami di maturità, prevedendo la presenza di commissari esterni ed interni e di presidenti esterni (diversamente da quanto è successo negli ultimi quattro anni, in cui le maturità nelle scuole paritarie e parificate sono state fatte aumentare da 200 a 4 mila).
PRESIDENTE. Il ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro dell'istruzione. Signor Presidente, il diritto all'istruzione, all'apprendimento, è un bene di tutti, sancito nella nostra Costituzione. Per questo, è necessario realizzare una scuola inclusiva e di qualità, che non lasci indietro nessuno, ed è indispensabile rilanciare il ruolo pubblico della nostra scuola - che è e resta un servizio pubblico -, prescindendo dagli erogatori e, soprattutto, dai soldi che uno ha in tasca e dalla fortuna di nascere in un luogo piuttosto che in un altro (ma credo che i cittadini italiani risolveranno quest'ultimo problema respingendo la devolution, nel nostro paese, con il prossimo referendum). Per questo, in sede di conversione del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, che ha riordinato, rispettivamente, il Ministero dell'istruzione e il Ministero dell'università e della ricerca, ho proposto un emendamento volto a ripristinare la denominazione di «Ministero della pubblica istruzione».
Alla riforma della scuola varata nella precedente legislatura saranno apportate tutte le modifiche ed i correttivi ritenuti necessari per consentire alla scuola italiana di essere una scuola di tutti e per tutti, che sappia coniugare, insieme, equità ed eccellenza; con la precisazione che abrogare significa - così ritengo - conservare: si ripristina ciò che c'era, perché da dieci anni avevamo già avviato un processo di riforma.
Ritengo che sia importante, invece, sospendere la riforma in questione come misura «ponte» per rinnovare e per riformare, avendo la capacità di avviare una campagna di ascolto con la scuola reale ed avendo, quindi, l'opportunità di rimuovere ciò che occorre rimuovere, nonché di modificare ciò che è giusto modificare. Per tale motivo, sto lavorando a modifiche legislative che consentano, su autorizzazione del Parlamento, di ottenere questi tempi idonei.
Per quanto riguarda, poi, il primo ciclo, ritengo che si debba mettere mano a quegli strumenti (penso al tutor, al portfolio ed alla preiscrizione) che non sono stati applicati o che non sono applicabili a causa della norma stessa oppure perché, per il coinvolgimento di terzi, ciò non è previsto.
Ritengo che tutti questi siano interventi promossi nel preciso intento di avviare un percorso politico di dialogo e confronto con tutte le forze politiche e sociali, avendo davanti a noi un interesse certo per la scuola e creando situazioni favorevoli all'instaurarsi di una corretta dialettica. Tale dialettica dovrebbe consentire, successivamente, di operare organicamente sul piano normativo, anche con riguardo all'elevamento dell'obbligo scolastico, nell'ambito di una visione unitaria e nazionale del sistema educativo, nonché alla composizione degli esami di Stato (e, quindi, degli esami di maturità).
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Ritengo, inoltre, un importante impegno prioritario del Governo lavorare per garantire la sicurezza dei nostri figli, che, per quanto riguarda gli edifici scolastici, dal precedente esecutivo è stata ampiamente e a lungo dimenticata. Questo, con le risorse disponibili che riusciremo a reperire, sarà il primo intervento.
PRESIDENTE. L'onorevole Tranfaglia ha facoltà di replicare, per due minuti.
NICOLA TRANFAGLIA. Signor Presidente, ritengo soddisfacente la risposta fornita dal ministro Fioroni, poiché conferma le linee programmatiche della nostra coalizione e, soprattutto, risponde ad esigenze molto forti emerse nel mondo della scuola negli ultimi anni. Tali esigenze richiedono il perseguimento di quegli obiettivi - richiamati dal ministro - che sono fissati nella nostra Costituzione e che noi, a tutti i costi, vogliamo realizzare.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,30.