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Sull'ordine dei lavori (ore 17,20).
SANDRO BONDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SANDRO BONDI. Signor Presidente, non le nascondo che sono molto preoccupato del modo in cui l'onorevole Bertinotti interpreta e svolge il suo ruolo di Presidente di questa Assemblea, un ruolo tanto più importante e delicato in quanto l'attuale situazione politica richiederebbe da parte di tutti un sovrappiù di equilibrio, di indipendenza e di imparzialità, ma in particolare da parte di chi assolve ad una responsabilità di carattere istituzionale.
Sembra proprio, tuttavia, che all'onorevole Bertinotti manchi la consapevolezza Pag. 3o la volontà di tenere distinta la sfera della responsabilità istituzionale da quella eminentemente politica, che è propria dei partiti politici, che infatti rappresentano, giustamente, una parte della società politica. Forse perché, come ha scritto giustamente il mio amico don Gianni Baget Bozzo, l'onorevole Bertinotti ha assunto il suo impegno istituzionale in funzione della sua posizione politica.
L'onorevole Bertinotti non sembra ritenere, infatti, che la carica istituzionale a cui è stato chiamato determini particolari vincoli per garantire l'indipendenza delle istituzioni; l'onorevole Bertinotti anzi ritiene che la sua responsabilità istituzionale dipenda dalla sua militanza politica e che la debba esprimere. Ma questa, se mi permette, è la concezione del partito-Stato, che riemerge sempre a sinistra e che, infatti, in intere regioni del centro Italia è diventato sistema di potere, inestricabile intreccio tra potere politico ed interessi economici, un vero e proprio regime nelle regioni in cui la sinistra governa ininterrottamente da decenni, senza più la speranza, a breve termine, di una possibile alternativa.
L'onorevole Bertinotti sembra confermare, così, che non esiste, a sinistra, l'indipendenza della funzione pubblica, a vantaggio, viceversa, del principio rivoluzionario per cui la funzione pubblica è sempre parziale e rappresenta la parte di chi ha vinto, a titolo della sua vittoria.
Signor Presidente, non le nascondo che nutrivo, e nutro, molta simpatia per l'onorevole Bertinotti, così come tanti altri italiani che pure non condividono le sue posizioni politiche: una simpatia umana che nasce dal tratto cortese delle sue battaglie politiche ed anche una simpatia per il suo passato, non di comunista, bensì di socialista massimalista, di chi crede - come ho creduto anch'io - nel sogno dell'utopia.
Nello stesso modo in cui non ho nascosto la mia simpatia per l'onorevole Bertinotti, oggi non intendo nascondere la mia delusione: una delusione che ha avuto inizio ascoltando il discorso che l'onorevole Bertinotti ha pronunciato all'atto del suo insediamento, un discorso deludente, intriso di una cultura ideologica arretrata e senza la minima capacità di comprendere le ragioni degli altri, di più della metà del paese.
Ora capisco che l'onorevole Bertinotti ha voluto ed ha ottenuto la Presidenza della Camera per poter usare la tribuna presidenziale come mezzo per dare al messaggio politico della sinistra radicale il valore istituzionale che proviene dalla Presidenza della Camera. Come interpretare diversamente l'intervista che l'onorevole Bertinotti ha rilasciato, domenica, al quotidiano la Repubblica, ad esempio, così come molte altre precedenti sue esternazioni sulla Chiesa cattolica, sulle nostre Forze armate, sul tema della pace e perfino sull'adesione al Gay pride? In tutte queste occasioni, l'onorevole Bertinotti ha parlato, e parla, non in qualità di Presidente della Camera, ma più propriamente alla stregua di un segretario politico: del segretario politico di Rifondazione Comunista.
Come può pensare, l'onorevole Bertinotti, che, così facendo, la metà dei parlamentari di questa Assemblea e più della metà dei cittadini italiani possano riconoscersi...
PRESIDENTE. Onorevole Bondi...
SANDRO BONDI. ... nella sua figura e riconoscerla (ho finito, signor Presidente) come Presidente della Camera dei deputati?
A riprova del fatto che l'onorevole Bertinotti concepisce il suo ruolo istituzionale come strumento per dare più forza al messaggio politico della sua parte politica, c'è un passaggio della sua intervista a la Repubblica che definirei emblematico, là dove dice: «Oggi possiamo trovarci a governare, a muoverci nelle istituzioni» - non ci si «muove» nelle istituzioni: le istituzioni si servono, si rappresentano! - «domani persino al Quirinale». Cosa vuol dire con questo? Vuol dire, appunto, che le istituzioni non sono lo spazio neutro in cui si riconoscono le ragioni di tutti i cittadini ma, per l'appunto, un mezzo più favorevole...
PRESIDENTE. Concluda...
SANDRO BONDI. ... per far valere le ragioni politiche di una parte.
Infatti, l'onorevole Bertinotti, nella stessa intervista, teorizza questa sua visione totalitaria, autoritaria, affermando di essere riuscito, in occasione del 2 giugno, a farsi carico della necessità di essere presente...
PRESIDENTE. Onorevole Bondi, la prego di concludere: ha già superato di un minuto il tempo...
SANDRO BONDI. Un minuto...?
PRESIDENTE. Sì; c'è un regolamento!
SANDRO BONDI. ... «come Presidente della Camera e nello stesso tempo dell'esigenza di segnalare la mia opinione sulla guerra».
Su questa base, l'onorevole Bertinotti si inoltra, poi, in giudizi - secondo noi, gravissimi ed inaccettabili e sui quali vorremmo discutere - sulla nostra missione in Iraq (l'onorevole Bertinotti parla di una guerra sbagliata, di una lesione all'articolo 11 della nostra Costituzione, della violazione delle regole internazionali) e persino sulle nostre truppe militari, che, a suo dire, sarebbero percepite come truppe «occupanti, come dicono i fatti, il voto popolare ed i sondaggi».
PRESIDENTE. La prego, onorevole Bondi, non mi costringa a toglierle la parola; ha superato di oltre due minuti il tempo consentito dal regolamento.
SANDRO BONDI. È possibile discutere di queste dichiarazioni del Presidente della Camera in un'aula parlamentare? A parte il valore della sua opinione - gravida di possibili gravi conseguenze per i nostri militari -, che io ritengo completamente infondata, voglio solo ricordare, in questa sede, che il Presidente della Repubblica ha più volte ribadito che il nostro paese si trova impegnato in una missione di pace a carattere umanitario, di cui dovremmo tutti essere fieri.
La nostra è davvero una Repubblica di pace, caro Presidente...
PRESIDENTE. Onorevole Bondi, ha parlato tre minuti oltre il termine previsto dal regolamento: non mi costringa a toglierle la parola, per cortesia!
SANDRO BONDI. ... e proprio in virtù delle nostre missioni internazionali. Ho finito. Le rispondo con le parole del ministro Giuliano Amato, il quale proprio ieri ha precisato che non si può chiamare guerra l'intervento militare autorizzato e gestito sulla base della Carta della Nazioni Unite. Si tratta di una posizione sbagliata...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bondi; non è possibile proseguire... Le chiedo scusa.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Evangelisti...
SANDRO BONDI. Prendo atto che il Presidente del Consiglio ha rifiutato anche questa volta di venire in Parlamento a discutere della sua intervista. Prendo atto anche del fatto che lei mi impedisce di parlare in quest'Assemblea sulle dichiarazioni rese dal Presidente della Camera e che mi impedisce di concludere il mio intervento.
PRESIDENTE. Esiste un regolamento e lei, come parlamentare esperto, dovrebbe conoscerlo (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia). Sono previsti cinque minuti per questo tipo di interventi e gliene ho concessi otto (Il deputato Bondi continua a pronunziare il suo intervento sebbene il microfono sia stato disattivato).
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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FABIO EVANGELISTI. Utilizzerò soltanto due dei cinque minuti che mi spettano e, se è consentito, lascerò gli altri tre all'onorevole Bondi - al quale mi lega una vecchia amicizia e una altrettanto solida simpatia - affinché possa concludere il suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). All'onorevole Bondi vorrei però anche dire che, forse, dopo il mercoledì dedicato al question time, potremmo istituzionalizzare il martedì per i suoi «comizietti», perché non è la prima volta che ciò accade. Me ne dispiaccio, perché ogni volta l'onorevole Bondi viene qui ad eccepire sulle interviste del Presidente del Consiglio o, come in questo caso, del Presidente della Camera, rispetto al quale voglio soltanto osservare che ciascuno, in quest'aula ed in questo paese, è libero di esprimere la propria opinione. L'imparzialità del ruolo del Presidente della Camera la si potrà giudicare soltanto in base agli atti che egli porrà in essere, non sulla base delle idee che egli manifesta liberamente e correttamente.
Aggiungo che nelle istituzioni ci si può muovere bene o male; certi rilievi non sono apprezzabili quando vengono da chi troppo spesso si è servito delle istituzioni, perché la democrazia è prima di tutto rispetto delle regole e anche rispetto dei tempi. Lascio gli altri tre minuti all'onorevole Bondi.
PRESIDENTE. Mi dispiace, ma cedere il proprio tempo ad altri colleghi non è consentito dal regolamento.
FRANCESCO FORGIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORGIONE. Signor Presidente, signori deputati, è davvero sorprendente l'intervento dell'onorevole Bondi; non è la prima volta - ci ha ormai abituati - che egli chiede la parola sull'ordine dei lavori per poi cimentarsi invece in un lungo intervento preconfezionato e scritto. Lo abbiamo visto la scorsa settimana in Assemblea e in Commissione giustizia...
ELIO VITO. Scrivere gli interventi non è un reato!
FRANCESCO FORGIONE. Mi faccia parlare! Non vorremmo...
GREGORIO FONTANA. La scorsa legislatura avete fatto sempre ciò che volevate!
ELIO VITO. Il consenso è una qualifica delle intelligenze!
FRANCESCO FORGIONE. Non vorremmo che l'intervento dell'onorevole Bondi, con un attacco pregiudiziale (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)...
FRANCESCO GIORDANO. Sapete che cos'è la democrazia?
GREGORIO FONTANA. La democrazia è poter parlare in aula!
FRANCESCO GIORDANO. È stare in silenzio ed ascoltare!
ELIO VITO. Appena si critica il capo...!
FRANCESCO GIORDANO. Lei non la conosce, la democrazia!
PRESIDENTE. Vi prego: fate terminare l'onorevole Forgione!
FRANCESCO FORGIONE. Non vorremmo che l'intervento dell'onorevole Bondi rappresentasse soltanto un attacco pregiudiziale alle opinioni del Presidente della Camera, espresse in un'intervista, e alla difesa dei valori e dei contenuti della nostra Costituzione, non a caso richiamati anche nello stesso intervento dell'onorevole Bondi.
Cosa avrebbe dovuto fare la terza carica più alta del nostro Stato, se non difendere i valori ed i principi della Costituzione Pag. 6e tutelare, anche attraverso l'espressione delle proprie idee, quella libertà di pensiero riconosciuta proprio dalla medesima Costituzione? Si vorrebbe mettere un bavaglio anche a questo?
Forse il motivo è un altro, onorevole Bondi - ed è palpabile anche osservando i banchi della Casa delle libertà -, ossia, considerato che stiamo discutendo proprio del programma dei lavori di quest'Assemblea, che forse oggi Forza Italia è rimasta in solitudine rispetto al programma dei lavori proposto dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari e ciò, evidentemente, vi crea alcuni problemi, anche di tenuta della vostra unità nonché di nervosismo. Non scaricate sulle idee, sulle proposte e sulle espressioni di un'intervista questa vostra posizione ed il vostro nervosismo!
Ritengo, signor Presidente - e concludo -, che anche quando si discute del programma dei lavori bisogna attenersi al merito delle questioni che vengono proposte in quest'aula. Credo che divagazioni, interventi che non c'entrano nulla non facciano onore né alla prosecuzione dei lavori e del dibattito tra noi né alla serenità del dibattito politico, che noi vogliamo e che non rifiutiamo assolutamente.
Con questo spirito, ritengo che - ancora una volta - l'intervento dell'onorevole Bondi rispetto al merito della questione all'ordine del giorno dell'Assemblea sia stato fuori luogo.
SANDRO BONDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
SANDRO BONDI. Per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. A quale articolo del regolamento?
SANDRO BONDI. All'articolo 8.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SANDRO BONDI. Signor Presidente, ho una lunga militanza politica e so distinguere molto bene il piano del confronto politico da quello dei comizi. Francamente, mi sarei aspettato che rispetto al mio intervento, lungamente preparato, vi fosse la possibilità di un confronto politico alto e nobile, come è avvenuto in altre occasioni in quest'aula (Commenti del deputato Giordano)... È inutile che lei mi rivolga gesti stizziti, onorevole Giordano!
FABRIZIO CICCHITTO. È un po' nervoso, l'onorevole Giordano!
SANDRO BONDI. Mi dispiace, onorevole Giordano, lei non può parlare, lo so...
FABRIZIO CICCHITTO. È un po' nervoso!
SANDRO BONDI. Lei è considerato folcloristico, innocuo nel suo partito e non ha neanche la dignità di parlare! Mi dispiace per lei; io posso parlare, io posso rendere una testimonianza in quest'aula (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)...
PRESIDENTE. Lei dovrebbe svolgere un richiamo al regolamento, onorevole Bondi!
SANDRO BONDI. Certamente, signor Presidente. Mi richiamo all'articolo 8 del regolamento. Ritengo che l'onorevole Bertinotti, in tal modo, abbia davvero superato il limite oltre il quale si apre un conflitto serio e preoccupante....
PIETRO MARCENARO. Parole grosse!
SANDRO BONDI. ...tra l'Assemblea parlamentare ed il modo in cui il medesimo onorevole Bertinotti configura il suo ruolo di Presidente di questo ramo del Parlamento.
FRANCESCO FORGIONE. Sta riprendendo da dove si era interrotto!
Pag. 7SANDRO BONDI. È un altro segno dell'emergenza democratica, onorevole Giordano, in cui ci troviamo...
FRANCESCO FORGIONE. Riprende l'intervento che aveva interrotto (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
SANDRO BONDI. Dal momento in cui l'attuale maggioranza, che è tale per 20 mila voti alla Camera, ottenuti oltretutto...
PRESIDENTE. Le faccio presente che questo non è un richiamo al regolamento, onorevole Bondi!
Per rispetto nei confronti dei colleghi e dell'Assemblea, la prego di attenersi allo svolgimento di un richiamo al regolamento!
SANDRO BONDI. Voglio solo ricordare, per concludere, avendo chiesto di parlare per un richiamo al regolamento, e precisamente all'articolo 8, che fa riferimento al Presidente della Camera come rappresentante della Camera stessa, che tra i suoi compiti non vi è quello di garantire all'opposizione pari dignità politica. La dignità politica dell'opposizione proviene non dal Presidente di quest'Assemblea, ma dal consenso che all'opposizione stessa deriva dai cittadini, così come questo Parlamento non ha alcun bisogno di favorire il dialogo con il popolo, essendo il Parlamento stesso il luogo e l'espressione più alta della sovranità popolare. Questo Parlamento avrebbe bisogno, invece, di uomini politici, di rappresentanti, di un Presidente che sappiano, rispettosamente e discretamente, come in altri momenti della storia italiana è avvenuto, rappresentare le speranze di rinnovamento di tutti gli italiani, di tutto il popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Naturalmente, onorevoli colleghi, non ho il potere né la possibilità di entrare nel merito di questa discussione: questo è del tutto ovvio. Voglio sottolinearne l'irritualità, cioè il fatto che si sia svolta una discussione su un'intervista del Presidente della Camera. Ciò è irrituale, del tutto irrituale.
ELIO VITO. L'intervista del Presidente è irrituale!
PRESIDENTE. Naturalmente riferirò, com'è mio compito, al Presidente Bertinotti il tenore di questa discussione.
È bene, cari colleghi, che in ogni discussione che noi svolgiamo in quest'aula ci sia da parte di tutti la volontà di rispettare le istituzioni e anche chi le presiede, perché le istituzioni e chi le presiede sono un bene comune dei parlamentari e della nazione.