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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2201-A)
PRESIDENTE. Passiamo dunque all'esame degli emendamenti Campa 10.239 e Saglia 10.270, per la parte ammissibile, sui quali vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, decorso il termine regolamentare di preavviso, si riprenderanno i lavori con immediate votazioni o sarà possibile intervenire per dichiarazione di voto sugli emendamenti?
PRESIDENTE. Se qualcuno chiedesse di parlare, è evidente che...
TEODORO BUONTEMPO. No, Presidente, sto chiedendo, se alla ripresa dei lavori, a prescindere, si procederà con immediate votazioni o con le dichiarazioni di voto sugli emendamenti.
Pag. 3PRESIDENTE. Se nessuno chiederà di parlare, passeremo al voto.
TEODORO BUONTEMPO. Ah, se nessuno chiede di parlare... Va bene, Presidente, lei dà sempre risposte invertite; tuttavia, è molto semplice quello che ho chiesto, no? Alla ripresa dei lavori, se un deputato chiede la parola, può parlare o si passa direttamente al voto? È sufficiente dire sì o no, o come lei ritiene, ma non invertire la risposta.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, l'importante è capirsi; mi pare che ci siamo capiti.
TEODORO BUONTEMPO. Va bene; grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,30.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Campa 10.239 e Saglia 10.270, entrambi per la parte ammissibile.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, con il mio emendamento propongo di sostituire, al comma 5-bis, primo periodo, le parole: «e, segnatamente, della capacità finanziaria» con le seguenti: «ad eccezione della capacità finanziaria che deve essere dimostrata per una sola sede». Conseguentemente, al comma 5-bis si dovrebbe aggiungere il seguente comma: «La capacità finanziaria deve essere dimostrata annualmente ma soltanto nei primi cinque di attività».
Dopo cinque anni di attività, la capacità finanziaria deve essere ritenuta solida e quindi affidabile. Pertanto, non ha senso che il titolare di più autoscuole dimostri più volte la stessa cosa. In sostanza, riteniamo importante, proprio per i motivi che abbiamo ricordato anche la settimana scorsa, che il titolare di un'agenzia di autoscuola dia determinate garanzie di professionalità, competenza e solvibilità. Mi permetto di insistere perché questo comma sia assolutamente modificato così come il nostro emendamento prescrive.
Vede, signor Presidente, anche i due giorni di interruzione ormai passati dalla prima discussione, svoltasi la settimana scorsa, su questo comma, ci hanno convinto - abbiamo parlato anche con molta gente che ha seguito il nostro dibattito - dell'errore fondamentale che questa maggioranza sta facendo introducendo non una liberalizzazione, bensì una de-professionalizzazione, con conseguenze drammatiche nei confronti di coloro che dovevano, invece, tramite la formazione presso le autoscuole competenti per la materia, essere posti nelle condizioni di acquisire determinate nozioni che avrebbero consentito loro di essere degli automobilisti modello.
Già nella discussione della settimana scorsa abbiamo verificato con quanta ansia moltissime persone seguano il nostro dibattito e siano preoccupate: c'è bisogno di una maggiore preparazione e qualificazione. Questa liberalizzazione, così come viene presentata, che liberalizzazione non è, immetterebbe nel mercato persone che non hanno alcuna competenza, alcuna solvibilità e che non offrono garanzie nei confronti dei cittadini utenti ed automobilisti.
Signor Presidente, chiedo con forza alla maggioranza di cercare di modificare, almeno in parte, tutti questi articoli per tendere quanto meno ad una semplificazione, ma anche ad offrire una certificazione, una garanzia ai cittadini.
Non c'è ombra di dubbio che siamo tutti interessati alle liberalizzazioni, a far sì che lo Stato sia meno invadente, che vi sia meno burocrazia ma, quando si tratta Pag. 4della sicurezza dei cittadini, dobbiamo essere certi che queste liberalizzazioni vadano nella direzione giusta.
Gli emendamenti da me proposti - peraltro non capisco perché ammessi solo in parte - tendono a dare maggiore certezza al cittadino, al contribuente e all'utente della strada che oggi - lo vediamo tutti - è sottoposto ad una serie di situazioni di grave disagio: molto spesso, troppi utenti non rispettano il codice della strada non avendo ricevuto un'adeguata preparazione.
Presidente, vedo che mi fa segno che il tempo è scaduto. Mi appello alla maggioranza affinché questo emendamento possa essere accolto, posto che offre un segnale nella direzione che ho illustrato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, dobbiamo ringraziare i colleghi che hanno presentato gli emendamenti in esame, che sono assolutamente ispirati a buonsenso. Con essi si propone che il possesso del requisito della capacità finanziaria debba essere dimostrato annualmente soltanto nei primi cinque anni di attività. In altre parole, dopo che ha dimostrato per ben cinque anni di possedere una capacità finanziaria adeguata al compito che deve svolgere, l'azienda deve soltanto badare ai conti di esercizio ed alla correttezza della gestione. È alquanto strano ciò che si dispone: da un lato, si abbassa la guardia e si eliminano i controlli relativi alla fase di apertura delle autoscuole; dall'altro, si vorrebbe che le aziende in parola dimostrassero ogni anno la loro solidità finanziaria, senza limiti di tempo!
Al riguardo, ritengo che la maggioranza abbia compiuto un grande errore. In un primo tempo, i cittadini hanno anche creduto che si trattasse di provvedimenti tendenti a semplificare il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, tra imprese e pubblica amministrazione; adesso, grazie a questo dibattito, che mi auguro continui con intensità, i cittadini stanno cominciando a capire che non è come sembrava.
Ricordo che ha avuto inizio ieri, e che proseguirà nei prossimi giorni, qui alla Camera, la discussione della mozione con la quale il collega Giovanardi ha posto il Parlamento di fronte alle responsabilità che ad esso competono in merito alle cosiddette «stragi del sabato sera», spesso dovute ad imperizia ed a scarsa professionalità dei guidatori. Ebbene, a fronte di tale fenomeno, noi stabiliamo che coloro i quali sono preposti alla preparazione dei soggetti che chiedono il rilascio della patente di guida possano svolgere la relativa attività imprenditoriale senza che sia garantito il possesso della capacità professionale e dell'esperienza necessarie: richiedere la sola «dichiarazione», e non anche l'autorizzazione, significa che chiunque può improvvisarsi esercente di autoscuola!
L'autorizzazione può essere concessa in tempi brevi od in tempi lunghi: dobbiamo certamente ridurre il tempo necessario per concedere l'autorizzazione; dobbiamo dare al cittadino la certezza del diritto, affinché nessuno risponda alle sue richieste con quel «dipende...» che viene spesso usato dalla cattiva politica (quando si vuole fare intendere che l'autorizzazione non sarà rilasciata se non sono «aiutati» gli ingranaggi...). Tuttavia, a noi sembra che cancellare le autorizzazioni non significhi liberalizzare: si tratta semplicemente di un irresponsabile comportamento della politica, la quale vuole cancellare norme di sicurezza che danno certezza al cittadino: quando si rivolge ad un esercizio privato che, per esercitare l'attività, deve munirsi di un'autorizzazione, il cittadino si sente garantito, tutelato; se si consente di aprire un'autoscuola senza autorizzazione, quali garanzie ha il cittadino? Come fa questi a sapere che la patente non si prende soltanto per collusione tra esaminandi ed esaminatori, ma perché è stata dimostrata una grande capacità professionale, perché l'autoscuola, prima di essere autorizzata, è stata vagliata dalle autorità preposte, che ne hanno constatato l'efficienza e la capacità professionale? Per questo motivo...Pag. 5
Per questo motivo, noi esprimeremo voto favorevole sugli identici emendamenti Campa 10.239 e Saglia 10.270, invitando ancora una volta la maggioranza ad una riflessione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, anch'io intendo sottoscrivere questi emendamenti, che sono frutto del buon senso e ispirati dalla volontà dei presentatori di creare un sistema nel quale la serietà sia alla base di tutto. L'Unione europea in materia di liberalizzazioni introduce alcuni principi fondamentali, che sono la capacità professionale, l'onorabilità e la capacità finanziaria. Questi sono requisiti essenziali che devono essere mantenuti nel tempo. Mi pare che con questi emendamenti addirittura si proponga che il periodo di tempo debba essere di cinque anni e che il requisito debba essere dimostrato una volta all'anno. Ritengo che questi elementi possano indurre l'obbligo, per gli operatori che esercitano un'attività di grande rilevanza e incidente sulla sicurezza dei cittadini, di dare risposte significative e di dimostrare serietà, anche dal punto vista della capacità finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, gli identici emendamenti in esame sono costituiti di una parte che ci convince e di un'altra parte che, invece, non ci convince; perciò, esprimeremo su di essi voto contrario. La parte che riteniamo convincente è la seconda, laddove si propone che la capacità finanziaria debba essere dimostrata, annualmente, solo per i primi cinque anni di attività. In altri termini, per i primi cinque anni, la capacità finanziaria deve essere dimostrata ogni anno, dopodiché si dà per assodata. Questo è giusto e positivo. Non si può intervenire sempre e appesantire le procedure, dal momento che di burocrazia, in Italia, ve n'è fin troppa. Perciò, questo è un elemento positivo.
La prima parte di questi emendamenti, però, non ci convince, laddove si propone che la capacità finanziaria debba essere dimostrata per una sola sede. Ciò potrebbe portare ad alcune distorsioni. Ad esempio, nel caso di società in forma diffusa, la mancanza di controllo di ogni singola sede potrebbe condurre al rischio di consentire l'apertura di sedi distaccate non perfettamente efficienti e incapaci, quindi, di fornire un adeguato servizio di preparazione. Riteniamo, pertanto, che per questa via si giunga, non a liberalizzare, ma a deregolamentare un settore molto delicato. Sappiamo tutti quali difficoltà ci siano in questo settore per ottenere un servizio di qualità e sappiamo quanto importante sia la stessa qualità del servizio. Riteniamo che, per questa via, si vada nella direzione opposta. Per questo motivo, pur condividendone la seconda parte, esprimeremo voto contrario sugli identici emendamenti in esame.
CESARE CAMPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Lei è già intervenuto, onorevole Campa. A che titolo chiede di parlare?
CESARE CAMPA. Signor Presidente, dal momento che la Presidenza ha ammesso soltanto una parte del mio emendamento, forse ha ragione il collega nell'affermare che, in questo modo, si può prestare a una dubbia interpretazione. Per questa ragione, intendo ritirarlo. Il principio è che, mantenendo fermo l'obbligo di dimostrare la sua capacità finanziaria, una autoscuola, dopo cinque anni, potrebbe aprire anche altre sedi. Dal momento che la Presidenza ha cassato una parte dell'emendamento, quest'ultimo potrebbe male interpretarsi. Perciò, ne annuncio il ritiro.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'emendamento Campa 10.239 è stato ritirato, mentre resta in votazione l'identico emendamento Saglia 10.270.
Pag. 6STEFANO SAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, condivido la scelta dell'onorevole Campa ed annuncio il ritiro anche del mio emendamento.
PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che gli identici emendamenti Campa 10.239 e Saglia 10.270 sono stati entrambi ritirati.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Saglia 10.260.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, se nel primo caso vi era un dubbio, quel dubbio ora non c'è più. Infatti, con questo emendamento rimane in vita proprio la parte che non ci convince e lo ribadiamo per spiegare il concetto.
La capacità finanziaria di un'autoscuola non è data solo dalla capacità di stare in piedi dal punto di vista economico, ma anche da quella di garantire corsi di formazione, strumentazione idonea, mezzi e quant'altro per offrire un buon servizio.
Ci stupisce - in realtà fino ad un certo punto - il fatto che la Commissione abbia espresso parere favorevole rispetto a questo emendamento. Si tratta di un punto chiave. Non possiamo semplificare a tal punto un servizio così delicato, causando una sottovalutazione dei requisiti indispensabili per rendere un buon servizio.
Come avremo modo di vedere anche negli emendamenti successivi, i requisiti fondamentali sono sicuramente la formazione, la capacità dal punto di vista professionale di rendere un buon servizio, ma anche gli aspetti economici e finanziari, che costituiscono il presupposto per un servizio di qualità.
Perciò, non condividiamo il fatto che si preveda di esercitare il controllo per un'unica sede e non per le sedi distaccate, perché in questo modo si potrebbe ipotizzare la nascita di società-fantasma, laddove ci sia una sede ben organizzata e ben fatta, che farebbe da prestanome per tutto il gruppo, mentre nelle sedi distaccate potremmo avere un servizio di basso profilo (quattro mura e una macchina).
Noi non condividiamo questo sistema: vogliamo con forza che il settore venga semplificato sotto l'aspetto delle troppe regole previste per il mercato e per consentire l'avvio di nuovi servizi, ma senza arrivare ad una deregolamentazione totale; intendiamo evitare che la gente vada in giro - già ne abbiamo troppa! - senza adeguate capacità, causando rischi sociali elevati. Purtroppo, sappiamo cosa succede sulle nostre strade tutti i giorni.
Per questo motivo, secondo noi questo emendamento è assolutamente non opportuno e ci auguriamo che venga ritirato. In ogni caso, la Lega Nord esprimerà un voto contrario sull'emendamento 10.260 per i motivi che ho descritto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per riprendere il discorso avviato in precedenza. Prima ho ritirato il mio emendamento 10.239, il cui significato si capiva perfettamente nella formulazione originale: è giusta la liberalizzazione e queste autoscuole devono dimostrare la capacità, anche finanziaria, ma un'azienda che sia sul mercato da cinque anni potrebbe anche non dover dimostrare la sua capacità finanziaria e serietà per l'apertura di una seconda autoscuola. Per la verità, la formulazione così come risulta dall'ammissibilità parziale del mio emendamento, solleva dei dubbi, che il mio collega della Lega giustamente mi ha fatto notare, ed io, per evitare fraintendimenti, ho ritenuto di ritirare il mio emendamento.
L'emendamento Saglia 10.260, però, intende introdurre il principio secondo cui la capacità finanziaria deve essere dimostrata per una sola sede, indipendentemente Pag. 7dagli anni di esercizio. Quindi, si potrebbe aprire un'autoscuola oggi, dimostrando la capacità finanziaria, e poi aprirne altre cinque o sei nello stesso anno. Non mi sembra che questo sia un elemento di garanzia e, comunque, non era quello che intendevo dire con il mio emendamento 10.239, che ho ritirato proprio perché ritenevo utile ed opportuno garantire di più il cittadino consumatore, il cittadino automobilista.
Dunque, chiedo al collega Saglia di verificare il suo emendamento, su cui mi esprimo in maniera fortemente contraria. Mi stupisco che la Commissione abbia espresso un parere favorevole rispetto a questo emendamento, quando coerentemente avrebbe dovuto farlo anche rispetto al mio emendamento 10.239. Altrimenti non si riesce a capire con che logica noi andiamo avanti!
Mi appello quindi al relatore, persona molto saggia che ha fatto un buonissimo lavoro e che voglio anche oggi ringraziare, in apertura di seduta, insieme a tutti i componenti del Comitato dei nove, per prima la nostra bravissima collega. Credo infatti che sia sfuggito un po' a tutti il senso di questo emendamento. Se dunque fosse giusta l'interpretazione, che prima tutti noi abbiamo dato, compresi il Comitato dei nove, il relatore ed il Governo, dell'emendamento 10.239 a mia prima firma, dichiarandolo parzialmente ammissibile ma con parere contrario nel risultato finale, cioè anche nella parte ammissibile, allora non si riesce a capire perché il parere è invece favorevole sull'emendamento 10.260, ora in esame, visto che in qualche misura deregolamenta e non dà certezze, immettendo sul mercato soggetti che non hanno concretamente dimostrato una capacità operativa che invece potrebbero dimostrare e che certamente dopo cinque anni, dopo averla dimostrata, possono anche riaprire.
Dunque chiedo a lei, Presidente, ed anche al relatore di accantonare l'emendamento 10.260 per chiarire questo equivoco. Torno a ripetere che per me è incomprensibile che il parere della Commissione e del Governo sia contrario sul mio emendamento 10.239, mentre è favorevole sull'emendamento 10.260 in esame. Dico questo anche ringraziando il collega della Lega, il quale ha introdotto un argomento importante, al fine di migliorare questo provvedimento, soprattutto nelle parti dove si concretizzano le garanzie che dobbiamo dare ai nostri cittadini.
Ricordo che oggi è martedì ed è sotto gli occhi di tutti quanto il sabato sera sia un momento del tutto particolare e nero. Non vorrei che, essendo martedì, ci fossimo già dimenticati della giornata del sabato!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Noto che su questa vicenda sta emergendo un fatto preoccupante, sul quale voglio richiamare l'attenzione del relatore. Si vuole introdurre una liberalizzazione, diminuendo i vincoli, per una realtà che è, come dicevo prima, estremamente significativa. Prima mi ero espresso a favore dell'emendamento del collega Campa, il 10.239, proprio perché esso almeno prevedeva nel tempo un elemento di valutazione.
Nutro forti perplessità sul fatto che si possano aprire più sedi senza dover dimostrare il requisito. In altri settori importanti e delicati, come quelli del trasporto delle persone o delle merci, il requisito deve essere addirittura provato ogni anno; inoltre, da parte dei comitati competenti presso il Ministero dei trasporti vi è la possibilità di intervenire per verificare se questo requisito permanga. Dunque l'apertura indiscriminata di più sedi non ha senso e quindi anch'io non sono favorevole sull'emendamento 10.260 in oggetto.
PRESIDENTE. Avverto che il relatore mi ha già manifestato l'intenzione di non accogliere la proposta di accantonamento, avanzata dall'onorevole Campa.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 8Saglia 10.260, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 370
Astenuti 13
Maggioranza 186
Hanno votato sì 284
Hanno votato no 86).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che ne avrebbe voluto esprimere uno favorevole.
Prendo atto altresì che il deputato Marinello non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che ne avrebbe voluto esprimere uno contrario.
Passiamo all'emendamento Raisi 10.81.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro e che insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 10.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 395
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 233).
Passiamo all'emendamento Raisi 10.83.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro e che insistono per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Vorrei chiedere al collega Raisi se ci illustra l'emendamento, perché non avendo sotto occhio il testo del provvedimento non riusciamo onestamente a capirne il senso. Chiedo quindi di avere, se possibile, una delucidazione su questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ovviamente, non è necessario che il suo invito venga accolto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 10.83, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 376
Astenuti 19
Maggioranza 189
Hanno votato sì 145
Hanno votato no 231).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Raisi 10.82.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 10.82, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 9
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 382
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 224).
Prendo atto che i deputati Rocco Pignataro e Cacciari non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario. Prendo, altresì, atto che il deputato Tenaglia non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Raisi 10.85.
Prendo atto che i presentatori non accedano all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, l'emendamento in esame risulta del seguente tenore: «5-bis.1. Al comma 5, primo periodo, dell'articolo 123 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, le parole: «insegnante di teoria o istruttore di guida» sono sostituite dalle seguenti: «direttore didattico con comprovata esperienza».
Ci interessa introdurre il riferimento ad una comprovata esperienza, perché, altrimenti, torniamo al punto di partenza. Il servizio reso ai cittadini deve essere di eccellenza e deve essere, pertanto, svolto da persone che hanno esperienza. Siamo favorevoli certamente alla liberalizzazione, ma non acconsentiremo mai che i cittadini vengano istruiti da personale che non abbia una comprovata esperienza.
Richiamo l'attenzione su questo emendamento che non fa altro che ribadire una cosa che dovrebbe essere ovvia: il direttore didattico, l'insegnante di teoria o l'istruttore di guida devono avere una comprovata esperienza. Non si tratta di avere un pensionato over cinquanta, a favore del quale dovremmo certamente intervenire. Spero che in Commissione lavoro si avvii l'esame di provvedimenti che si pongono a favore delle persone che vengono espulse dal mercato del lavoro, prevedendo la possibilità di rientrarvi. Tuttavia, non è certo con questo meccanismo che garantiremo una stabile occupazione a quelle persone che sono state espulse dal mercato del lavoro, facendole rientrare con il ruolo di istruttori di guida, perché hanno, magari, guidato la macchina nei tre anni precedenti. Quindi, pur apprezzando il sistema delle liberalizzazioni, vorrei che si prestasse attenzione al servizio che viene offerto al cittadino.
Il cittadino deve avere la certezza di fruire, rivolgendosi ad una certa autoscuola autorizzata, legalizzata e operante nel mercato, di un servizio di qualità e la qualità viene garantita solo da una comprovata esperienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, anch'io vorrei svolgere un'osservazione su tale aspetto. Non vi è dubbio che il requisito della comprovata esperienza sia un elemento fondamentale. Non credo che l'intento del ministro proponente, nella «lenzuolata» di liberalizzazioni, sia quello di creare un sistema senza regole, in cui viga quella del più forte o del far west. È altrettanto vero che non possiamo varare una norma per la quale oves, boves et universa pecora possono praticare una attività così importante e così delicata per la sicurezza dei cittadini.
Pertanto, non vi è dubbio che la comprovata esperienza debba essere prevista ma anche verificata, come ricordava l'altro giorno il collega La Loggia. Bisogna prevedere un soggetto che verifichi che la comprovata esperienza sussista nel tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Signor Presidente, la situazione mi sembra un po' contraddittoria: si presenta un provvedimento di legge che si propone l'obiettivo di tutelare il Pag. 10consumatore, ma non si presta la dovuta attenzione agli emendamenti che vanno in questa direzione.
Tra l'altro, in questi giorni è in corso un dibattito abbastanza pesante sui giornali e sui mass media sui tragici incidenti che si verificano il sabato sera per l'incapacità dei giovani di condurre le autovetture o per la facilità con cui si concedono le patenti. Occorre, pertanto, un riflessione più generale su tale problematica. Peraltro, credo che tra breve verrà esaminato un provvedimento proprio sul rilascio delle patenti.
Ritengo che, nel momento in cui si vanno ad offrire maggiori servizi attraverso un processo di liberalizzazione delle autoscuole, vada al contempo tutelato il consumatore garantendo che chiunque vada ad insegnare in quelle scuole sia comunque controllato da un direttore didattico con comprovata esperienza. Questa è una garanzia che si deve offrire al consumatore.
Trovo sinceramente strana l'avversione rispetto a questo emendamento, in quanto esso è coerente con l'impianto generale del provvedimento e non aggiunge niente altro che una salvaguardia nei confronti dell'utente finale. Penso che, con un certo buon senso, questo emendamento dovrebbe trovare l'accordo di tutti. Nel ribadire la mia buona fede nel voler mantenere l'emendamento auspico che da parte del relatore e della maggioranza vi sia un'attenzione al riguardo.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, ribadisco l'invito al ritiro dell'emendamento Raisi 10.85, anche perché vi è un parere favorevole sugli identici emendamenti La Loggia 10.151 e Greco 10.230 presentati dall'opposizione, con i quali, a mio parere, viene risolta meglio la questione relativa alla formazione degli istruttori e dato mandato al Ministero dei trasporti di stabilire entro novanta giorni, magari con un confronto con le associazioni di categoria, se sia più o meno giusto prevedere la figura del direttore didattico.
PRESIDENTE. Onorevole Raisi, forse lei non ha sentito e pertanto le ripeto l'invito. Il relatore insiste nell'invito al ritiro non perché non condivida il contenuto dell'emendamento, ma perché sostiene che vi sono più avanti altri due emendamenti, sempre dell'opposizione, che affrontano la stessa materia in termini a suo avviso più organici. Si tratta degli identici emendamenti La Loggia 10.151 e Greco 10.230. Alla luce di questa nuova argomentazione, le chiedo se intenda accedere all'invito al ritiro del suo emendamento 10. 85 formulato dal relatore.
ENZO RAISI. Presidente, proprio per far vedere che il nostro è un emendamento di buon senso, accedo all'invito del relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Giudice 10. 141 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo pertanto alla votazione dell'emendamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Presidente, questo emendamento riprende un aspetto già affrontato dall'emendamento Raisi 10. 85; esso è infatti volto a sostituire le parole: «o istruttore di guida» con le parole «e istruttore di guida con almeno un'esperienza quinquennale maturata negli ultimi otto anni».
È questo un aspetto importante nel momento in cui le autoscuole e quindi gli istruttori di guida cercano di trasmettere le proprie competenze a chi vuole ottenere la patente per poter guidare con le dovute capacità. Chi insegna deve avere una determinata esperienza e l'emendamento punta a stabilire che l'istruttore di guida deve avere un'esperienza quinquennale maturata negli ultimi otto anni, quindi anche spezzettata in diversi periodi.Pag. 11
L'altra parte dell'emendamento parla invece dell'esercizio abusivo dell'attività di autoscuola, volta appunto all'istruzione e alla formazione dei conducenti. L'emendamento stabilisce che «l'istruzione o la formazione dei conducenti impartita al di fuori di quanto disciplinato dal presente articolo costituisce esercizio abusivo». Sono quindi previste sanzioni amministrative e penali per chi non esercita questa attività di istruzione o formazione secondo la disciplina dettata dall'articolo in esame. Ciò come deterrente perché l'esercizio di tale attività non sia svolto da chi vorrebbe farlo in maniera poco chiara e non regolamentata e, pertanto, anche in maniera poco seria nei riguardi di coloro che devono imparare a guidare le automobili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere quanto appena detto dal collega che mi ha preceduto. Gli onorevoli Giudice e Fallica pongono, giustamente, l'attenzione su una questione (come è stato detto anche dal relatore in precedenza) che è stata risolta, e quindi una parte dell'emendamento in esame è stata già accolta.
Però, la parte relativa all'abusivismo non è ininfluente ed è particolare che sia trascurata proprio da questo Governo, che molto si è impegnato a parlare contro il lavoro nero, il lavoro non regolamentato e precario, che giudica in modo negativo; un giudizio su cui concordiamo, al punto da richiedere di votare a favore dell'emendamento in esame, che prevede che «chiunque esercita o concorre ad esercitare abusivamente l'attività di autoscuola è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 15.000. Si applica inoltre la pena di cui all'articolo 348 del codice penale, nonché, in caso di possesso di idoneità tecnica, il disposto del comma 9-bis».
Ho appena letto quanto previsto nell'emendamento 10.141 dei colleghi Giudice e Fallica, i quali, non facendo grandi proclami contro il lavoro abusivo e contro il lavoro nero, come fa la sinistra, si adoperano però concretamente, quando svolgono la propria parte di legislatori, inserendo nel testo della norma il contrasto all'abusivismo. L'abusivismo va contrastato non a parole ma con atti concreti, sia l'abusivismo commerciale, sia l'abusivismo degli artigiani, un abusivismo che crea un danno, in primo luogo, a tutti i lavoratori del comparto del lavoro autonomo, che risentono profondamente di questa situazione di concorrenza sleale. Siamo i primi ad essere contro il lavoro nero e contro l'abusivismo, e lo siamo non tanto perché lo diciamo nei nostri programmi elettorali, per poi magari dimenticarcene, ma perché, ogni giorno, costantemente, con il nostro paziente lavoro di parlamentari introduciamo tali concetti anche con dispositivi di legge.
Il valore dell'emendamento in esame presentato dai colleghi Giudice e Fallica di Forza Italia, che voglio veramente ringraziare, sta nel rappresentare un lavoro certosino, minuto, nascosto forse, ma che ribadisce un concetto fondamentale, cioè la volontà da parte del Parlamento italiano (vedremo se l'emendamento sarà approvato) di contrastare il lavoro nero e l'abusivismo, quel fenomeno che, nel caso specifico del lavoro autonomo, è la prima concorrenza sleale nei confronti di soggetti, attività e aziende che sono chiamati a reggere l'economia del nostro paese e che molto spesso non sono valorizzati, anzi sono contrastati da molti elementi che dovremmo modificare con le liberalizzazioni e che, invece, non modifichiamo.
È arrivato il momento, approvando l'emendamento Giudice 10.141, di passare dalle parole ai fatti e dimostrare concretamente che siamo contro l'abusivismo e a favore delle imprese che esercitano correttamente la propria attività.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per ricordare che, per Pag. 12quanto riguarda il contrasto all'abusivismo, il relatore ha espresso parere favorevole sugli identici emendamenti Giudice 10.149 e D'Agrò 10.231, purché siano lievemente riformulati. Vorrei evitare che, nella giustissima lotta all'abusivismo, andassimo a penalizzare quel padre o quella madre che forniscono un aiuto in termini di esperienza al figlio o alla figlia.
PRESIDENTE. Onorevole Giudice, alla luce di questa osservazione del relatore, che ha espresso parere favorevole sui successivi identici emendamenti Giudice 10.149 e D'Agrò 10.231, le chiedo se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 10.141 formulato dal relatore.
GASPARE GIUDICE. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo dunque atto che l'onorevole Giudice ritira il suo emendamento 10.141.
MASSIMO GARAVAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. L'emendamento è stato ritirato; le darò la parola sul successivo emendamento, onorevole Garavaglia.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Giudice 10.143.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire per rispondere all'osservazione del relatore sul fatto che ci possa essere un'assimilazione del fenomeno dell'abusivismo in relazione alla scuola-guida impartita dal padre o dal nonno che insegnano al figlio o al nipote a guidare l'automobile. Non è proprio questa la questione: l'esercizio abusivo è ben altra cosa, non paragonabile al fatto di insegnare a guidare con il cartello con la «P» dietro l'automobile. È evidente che si tratta di una fattispecie completamente differente. In questo caso, il problema è di evitare che ci siano delle distorsioni e dei fenomeni di abusivismo reale. Già prima è passato un emendamento che non condividiamo che assegna il requisito fondamentale della capacità finanziaria soltanto alla sede principale. Ciò consente l'apertura di sedi, per così dire, fantasma. Per questa via, dunque, già si favorisce una deregolamentazione eccessiva.
Inoltre, l'abusivismo va visto nei due aspetti: non solo sotto l'aspetto contributivo del lavoro nero, senz'altro importante e sanzionabile, ma con riferimento a questo settore molto delicato anche - e soprattutto - sotto l'aspetto della mancanza dei requisiti minimi di servizio, e quindi di qualità del servizio erogato. Chi esercita abusivamente questo tipo di servizio, pertanto, non solo non paga i contributi ed evade le tasse ma, soprattutto, si sottrae a tutta una serie di controlli necessari che sono presenti in un settore molto delicato quale quello considerato. Per questo motivo, il fatto che vi sia una sanzione - sebbene bassa sotto l'aspetto economico - è comunque importante, perché fa passare il messaggio che in questo settore non si scherza.
Riteniamo che questo emendamento debba essere senza dubbio accolto per questi aspetti, cioè non solo per il contrasto al fenomeno del lavoro nero, che dovrebbe vederci sempre e tutti d'accordo non solo a parole, ma anche nei fatti, ma anche per garantire in ogni caso i requisiti minimi che assicurano la qualità del servizio erogato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Presidente, il collega Giudice si è visto in parte accogliere una parte del suo emendamento 10.141 e lo ha ritirato. A mio parere ha fatto bene, perché ha dimostrato che, da parte di Forza Italia, non c'è certamente la volontà di rallentare i lavori. Tuttavia per quanto riguarda il successivo emendamento Giudice 10.143, che riprende in parte ciò che era previsto nell'emendamento Giudice 10.141 e anticipa una parte dell'emendamento sul quale il relatore ha espresso Pag. 13parere favorevole, credo sia opportuno metterlo ai voti. Infatti, l'emendamento Giudice 10.143 ha un suo valore, anche perché per una parte di esso il relatore ha già dato parere favorevole. Inoltre, vi è tutta la parte delle sanzioni che non viene ben precisata, così come invece è disciplinata dallo stesso emendamento 10.143 dei colleghi Giudice e Fallica, che ho prima ringraziato e voglio ringraziare anche adesso. Quest'ultimo emendamento non solo dispone riguardo alla lotta all'abusivismo, ma impone anche delle sanzioni. Mi sembra che la preoccupazione del relatore, da buon padre famiglia, sia giusta e legittima.
Tutti siamo padri di famiglia, benchè io però non abbia avuto la fortuna di dare lezioni di guida ai miei figli. Non so se il relatore nelle sue molteplici attività lo abbia fatto (ed è bravo se l'ha fatto), però in questo caso non si tratta di penalizzare i padri o le madri di famiglia, bensì coloro che esercitano abusivamente. Si potrebbe anche essere padri di famiglia e, proprio perché si «tiene famiglia», portare avanti la professione abusiva di istruttore. Quindi, non si tratta di «salvare» il padre di famiglia per il solo fatto che siamo tutti a favore della famiglia: non è in questo modo, infatti, che tale concetto deve essere interpretato! Tutti siamo padri di famiglia, tuttavia tutti noi, se intendiamo esercitare una attività, dobbiamo essere competenti. Se il padre di famiglia in questione non possiede tale competenza, magari non potrà insegnare al figlio come guidare un'automobile, ma potrebbe indicargli, ad esempio, gli atteggiamenti scorretti da non assumere ed iscriverlo ad un'autoscuola.
A tale riguardo, segnalo che, in base ad un'indagine statistica, risulta che le autoscuole lavorano a ranghi veramente ridotti, poiché la presenza media ai corsi di guida tenuti dalle nostre autoscuole è pari a dieci persone, mentre dovrebbero essere circa trenta gli allievi.
Sono convinto, quindi, che sarà opportuno non solo dichiarare di voler contrastare l'abusivismo in tale settore, ma anche votare a favore dell'emendamento Giudice 10.143, o quantomeno accantonarne l'esame per «accorparlo» all'altra proposta emendativa precedentemente citata. In tal modo, infatti, si farà sì che l'unico emendamento mirante a contrastare il fenomeno dell'abusivismo tratti tale questione nella maniera più completa, tenendo conto di tutti i profili esistenti, introducendo, altresì, le sanzioni più opportune.
A mio avviso, infatti, è giusto predicare bene, tuttavia bisogna stabilire anche le sanzioni, poiché, in assenza di queste, la predica non servirà assolutamente a nulla. Lo dico sempre anche al mio parroco, la domenica, quando fa le prediche: infatti, Presidente Castagnetti, talvolta le prediche sembrano rivolte più ad altre persone che non a quelle presenti!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, desidero innanzitutto apporre la mia firma all'emendamento Giudice 10.143, il cui scopo è abbastanza simile a quello perseguito dalle precedenti proposte emendative, comprese quelle accantonate. Nel prosieguo dell'esame del provvedimento, infatti, tratteremo emendamenti molto simili.
Signor Presidente, come accennavo poc'anzi ad un collega, osservo che stiamo affrontando il problema dell'esercizio abusivo dell'attività di autoscuola, prevedendo che chi eserciti tale attività debba soddisfare una serie di requisiti. Noi riteniamo addirittura che quelli previsti dal testo in esame siano assolutamente insufficienti.
A nostro avviso, il possesso dei requisiti minimi richiesti deve essere controllato e, in caso di accertamento, occorre irrogare una sanzione di carattere non penale, ma amministrativo. Infatti, chiunque deve sapere - anche per lanciare un segnale ai cittadini - che si tratta di un'attività particolarmente delicata e che chi esercita la funzione pubblica vi ha prestato un'attenzione particolarmente alta, al punto da prevedere la comminazione di una sanzione Pag. 14qualora le regole non vengano rispettate.
La sanzione, quindi, diventa anche uno degli elementi che deve essere valutato da parte del cittadino, il quale, qualora intendesse esercitare una qualsiasi attività per la quale occorra una licenza o una autorizzazione, deve sentirsi garantito anche se egli dovesse essere privo di informazioni adeguate o non dovesse avere la conoscenza completa di quanto è stato realizzato precedentemente. Infatti, se è stata concessa una autorizzazione, dovrà automaticamente risultare che sono state seguite le regole e che sono stati effettuati i necessari controlli; qualora così non fosse, allora, in caso di accertamento, verrà irrogata una sanzione amministrativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, ritengo importante ribadire la richiesta, avanzata dal collega Campa, di accantonare l'esame dell'emendamento Giudice 10.143.
Stiamo infatti parlando di un argomento di grande importanza, la verifica dei requisiti della professionalità e della capacità, per evitare che soggetti abusivi possano operare, prevedendo dunque delle sanzioni in caso di non rispetto delle regole. Inoltre, e guarda caso, l'emendamento presentato dal collega Giudice prevede anche l'introduzione di un altro elemento, e cioè il riconoscimento di un'esperienza quinquennale maturata negli ultimi otto anni: ciò significa che non è possibile consentire a chi, magari trent'anni prima, ha esercitato per un certo periodo l'attività di istruttore di riprendere improvvisamente un'attività così delicata, a distanza di anni (cosa che invece non è stata prevista per le guide turistiche, per le quali sono richiesti due anni di attività svolti negli ultimi cinque anni).
È questo il motivo per il quale ritengo che la questione vada valutata nel suo insieme e invito pertanto il relatore a prendere in considerazione la richiesta avanzata dal collega Campa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 10.143, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 377
Astenuti 28
Maggioranza 189
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 237).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che i deputati Astore e Razzi non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento La Loggia 10.213.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Presidente, prendo la parola, anche a nome del collega La Loggia, che in precedenza aveva evidenziato una curiosa posizione che sta emergendo nel dibattito in corso.
Come accennavo poc'anzi, quando abbiamo affrontato il tema delle guide turistiche, abbiamo evidenziato la necessità che chi svolge quel tipo di attività debba avere esercitato per almeno due anni negli ultimi cinque anni l'attività appunto di guida turistica. Chiunque si trovi in questa condizione potrà evitare di passare attraverso le disposizioni che prevedono la verifica della capacità professionale per l'esercizio dell'attività e quindi potrà tranquillamente dare assistenza e accompagnare in giro per l'Italia i numerosi turisti che giungono nel nostro paese, illustrando Pag. 15loro tutti gli aspetti culturali italiani legati alla cucina, ai monumenti, alla storia e così via. Si tratta sicuramente di un aspetto fondamentale e importante e sappiamo quanto il turismo sia determinante per l'economia del nostro paese.
Ebbene, nel provvedimento all'esame si parla anche di sicurezza ma non viene previsto, guarda caso, lo stesso principio. Come è possibile non introdurre un elemento con il quale si leghi l'esercizio dell'attività ad un determinato periodo di tempo vicino alla ripresa eventuale dell'attività stessa da parte del soggetto interessato? Sarebbe come dire che chi avesse esercitato trent'anni prima l'attività di istruttore di guida per due o tre anni, e poi avesse cessato di farlo, potesse essere esonerato dalla dimostrazione del possesso di qualsiasi requisito qualora decidesse di riprendere quell'attività solo in virtù del fatto che trent'anni prima è stato appunto istruttore di guida per un certo periodo di tempo. Ritengo che su questo elemento si debba compiere una profonda riflessione.
I dati che vengono forniti dall'ACI e dall'Istat dimostrano quanto sia importante l'elemento formativo nei giovani e quanto fondamentale sia la necessità di una cultura della vita da anteporre a quella dello sballo e a quella del divertimento assoluto.
Dobbiamo cercare di far crescere nei giovani, in coloro che si apprestano a diventare neopatentati, cioè i conducenti che andranno poi sulle strade, i valori reali, anche attraverso persone qualificate e preparate. Ecco perché l'introduzione di elementi significativi e selettivi porta e produce benefici alla sicurezza di tutti cittadini.
Per questo motivo mi sento di sostenere l'emendamento 10.213 che il collega La Loggia ha voluto presentare, e che mi vede tra i firmatari, chiedendo una valutazione attenta prima di esprimere parere negativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, in occasione delle precedenti sedute dedicate all'esame del provvedimento, e soprattutto durante l'ultima di giovedì scorso, molte voci si sono levate dall'opposizione, ma anche dalla maggioranza, per chiedere di valutare taluni profili del provvedimento nel tentativo di avviare una riflessione sul testo.
A nostro modo di vedere, anche la modifica che verrebbe recata dall'emendamento testé in esame costituisce un aspetto interessante in quanto, trattando dell'istruzione e degli istruttori di guida, interviene sulle modalità con le quali debbano conferirsi, a chi ancora sia sprovvisto di patente e la voglia conseguire, insegnamenti e nozioni necessari per guidare una autovettura. L'emendamento è volto anche a specificare l'esperienza che deve essere stata maturata dall'istruttore; chi insegna deve, cioè, possedere un'acquisita esperienza, della quale viene anche specificata la durata: si fa, infatti, riferimento ad una esperienza quinquennale maturata negli ultimi otto anni. Quindi, si ritiene che cinque anni di esperienza di istruttore maturati negli ultimi otto anni siano un periodo considerevole e anche giusto per potere svolgere l'attività di istruttore di guida.
Considerata la specificità e, peraltro, la sensibilità della materia trattata in ordine al rapporto con la vita quotidiana, riteniamo che l'emendamento in esame rappresenti una proposta di buon senso, che merita una valutazione seria da parte del Comitato dei nove e della maggioranza in modo che, dopo averne apprezzato la portata, si introduca la modifica da questa recata nel testo del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, in un momento nel quale quotidianamente si discute di sicurezza e anche il Governo sembra impegnato in tale direzione, sarebbe alquanto strano che poi l'emendamento in esame non venisse approvato. Pag. 16Ritengo abbiano fatto bene i colleghi La Loggia e Uggé e gli altri intervenuti dianzi a sostenere questa proposta a cui, tra l'altro, anch'io voglio apporre la firma.
Parliamo tanto di sicurezza ma dobbiamo allora prestare una grande attenzione a quanti di questa dovrebbero essere i cardini ovvero gli istruttori, che insegnano ai giovani le nozioni di guida. Ricordiamo infatti che sono proprio i giovani ad essere soggetti, in questo periodo, a gravi incidenti sulla strada; principalmente, i morti sono mediamente molto più giovani rispetto alla media degli automobilisti! Ritengo vada prestata una grande attenzione all'argomento. Quindi, penso che non sia accettabile far esercitare l'attività di istruttore a chi possiede solo una piccola esperienza, non avendone maturata una più ampia che invece è necessaria. Ritengo che ciò sia nell'interesse generale; non si intaccano chissà quali interessi ma si dà, invece, un segnale di sicurezza, ai giovani in modo particolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romagnoli. Ne ha facoltà.
MASSIMO ROMAGNOLI. Signor Presidente, il turismo, oggi, in Italia, è diventato un elemento fondamentale, anche perché, considerato che gli altri settori, del commercio e dell'industria, incontrano gravi difficoltà economiche, il turismo rappresenta un introito importante per il nostro paese. Non possiamo dimenticare peraltro la concorrenza dei paesi confinanti o comunque vicini, come la Grecia, la Spagna e la Turchia.
Per tale motivo, affinché vi sia una giusta considerazione dei turisti che vengono a visitare l'Italia, ritengo che l'emendamento presentato dal collega La Loggia debba essere valutato attentamente per poter constatare che si tratta di un modifica molto importante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento La Loggia 10.213; se non siamo riusciti fino ad oggi a garantire la sicurezza stradale limitando la possibilità di apertura delle autoscuole, è indispensabile allora creare almeno una «griglia» che possa poi qualificare gli istruttori. Quindi, tutti gli emendamenti fino a questo momento esaminati sono stati interessanti ma quello ora in esame lo è particolarmente; auspico pertanto che il relatore ed il Governo compiano uno sforzo in tal senso. D'altronde, si tratta solo di un requisito, che poi, peraltro, non è neanche così impegnativo; esso permette agli istruttori di garantire quell'esperienza indispensabile per formare gli automobilisti ai fini del rilascio della patente. Come ribadito, sono ormai diversi giorni che continuiamo a fare riferimento alla sicurezza sulle strade, e quindi alla capacità degli istruttori di rendere gli automobilisti in grado di circolare senza rischio. Quindi, Presidente, se fosse possibile forzare un po' la mano, in questo caso...
PRESIDENTE. Lei sa che non posso forzare la mano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Loggia 10.213, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 372
Astenuti 32
Maggioranza 187
Hanno votato sì 139
Hanno votato no 233).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Attili 10.216, Greco 10.228 e La Loggia 10.234.
Pag. 17ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, desidero ribadire la proposta di riformulazione degli identici emendamenti in esame, che consiste nel sostituire le parole: «e istruttore di guida con almeno un'esperienza triennale maturata negli ultimi cinque anni» con le seguenti: «e istruttore di guida con almeno un'esperienza biennale»; inoltre, all'ultima riga, dopo le parole: «dalla data di entrata in vigore» sono da aggiungere le parole: «della legge di conversione».
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lulli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, gli identici emendamenti in esame prendono in considerazione temi sui quali ci siamo soffermati in precedenza. Ecco perché noi, con molta insistenza, parlavamo di esperienza triennale maturata dagli istruttori di guida. Per la verità, aver insistito, e non poco, su tale tema ha prodotto un certo risultato, tant'è che il relatore ha accettato tale impostazione, proponendo di modificare questi tre identici emendamenti, che peraltro sono stati presentati da diversi gruppi parlamentari (ho fatto riferimento al collega La Loggia che, con il suo emendamento 10.234, ricordava con forza i suddetti temi).
Quindi, da un certo punto di vista, siamo anche contenti del lavoro che abbiamo fatto, se mi si passa questo termine, perché abbiamo convinto la maggioranza ad accedere a richieste che ci sembravano di buonsenso. Per la verità, l'esperienza biennale, ma non più riferita agli ultimi cinque anni antecedenti la data di entrata in vigore di questo provvedimento, lascia un po' l'amaro in bocca. Infatti, l'età avanza, non certo per merito del Governo, e tutti siamo molto più abili rispetto a venti anni fa; quindi, si potrebbe aver svolto l'attività di istruttore di guida a diciassette anni e, magari oggi, a sessantacinque anni, l'esperienza maturata molti anni prima non può servire a molto. Comprendo, comunque, l'impegno del relatore, anche contro un'impostazione del Governo decisamente contraria, e ritengo che sia stato compiuto un passo in avanti.
Per i motivi anzidetti, pur apprezzando l'accoglimento dell'esperienza biennale maturata, preannunzio che ci asterremo su questi identici emendamenti, perché riteniamo che si sarebbe dovuto ancorare questo aspetto ai cinque anni precedenti l'entrata in vigore del provvedimento in discussione. Tengo peraltro a precisare che in fondo il merito del recepimento di questi aspetti è certamente da ascriversi all'emendamento La Loggia 10.234 e agli altri identici emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, desidero apporre la mia firma all'emendamento Greco 10.228 e preannunzio il voto favorevole del mio gruppo, tenendo conto dell'importanza di questo problema ed anche dell'accoglimento di questi tre identici emendamenti da parte del relatore, con la riformulazione proposta. Ciò dimostra, ancora una volta, che gli emendamenti che noi presentiamo non hanno uno scopo ostruzionistico, bensì costruttivo, mirante a migliorare la qualità della normativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, ci asterremo sulla votazione degli identici emendamenti in esame, anche nel testo riformulato. Infatti, si tratta di un compromesso al ribasso. Va bene che passi il messaggio che vi debba essere un'esperienza.
Va bene anche la necessità che l'esperienza sia maturata negli ultimi cinque Pag. 18anni, come giustamente faceva rilevare il collega Uggè, di modo che vi sia un'esperienza sul campo, ma noi riteniamo che su questo tema non si scherza.
Il termine di cinque anni ci sembrava più che opportuno, ma si è passati a tre e adesso addirittura a due anni. Non abbiamo dei parametri molto più stringenti sulla capacità finanziaria e quindi riteniamo che si vada verso una eccessiva deregolamentazione, con rischi seri per i cittadini. Un conto è garantire la possibilità di aprire nuovi esercizi e su questo siamo tutti d'accordo, altro è non fornire un servizio buono. Vorrei fare un esempio concreto, per chiarire il concetto: nessuno è obbligato a frequentare un'autoscuola, si può anche prendere la patente da privatista, poi però la persona deve essere in grado di guidare in qualunque circostanza, anche in mezzo al traffico di Milano. L'autoscuola quindi deve fungere da filtro tra questo sistema e l'aiuto che viene fornito.
L'aiuto deve essere fornito in maniera seria e quindi abbassare il livello di serietà nella formazione di coloro che devono rilasciare la patente di guida, che non è certo un documento qualunque, ma deve consentire alle persone di guidare con sicurezza, per sé e per gli altri, non mi sembra opportuno. Pertanto ci asterremo. Siamo d'accordo nel merito ma non siamo d'accordo su un compromesso al ribasso.
PRESIDENTE. Assiste ai nostri lavori e lo salutiamo a nome di tutti il Vicepresidente della Repubblica argentina e Presidente del Senato, Daniel Osvaldo Scioli, che è in tribuna insieme al Presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti (Applausi).
CESARE CAMPA. La «grana» che avanziamo...!
PRESIDENTE. Siamo molto onorati che il Vicepresidente della Repubblica argentina e Presidente del Senato assista ai nostri lavori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Attili. Ne ha facoltà.
ANTONIO ATTILI. Presidente, ho apprezzato la riformulazione del mio emendamento proposta dal relatore, ma ho qualche perplessità sull'abolizione del vincolo di cinque anni. Tuttavia, considerandola un passo avanti, annuncio il voto favorevole del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, credo che l'intervento di chi mi ha preceduto dimostri che quando si ragiona in modo razionale le verità vengono fuori e le convergenze si trovano. Ha ragione l'onorevole Attili: togliere il riferimento dell'esperienza professionale agli ultimi cinque anni non risolve il problema; dobbiamo dirlo alla gente. Ci lamentiamo delle stragi del sabato sera e poi permettiamo che coloro che devono insegnare la guida non siano adeguatamente preparati. Sono profondamente insoddisfatto e voterò contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, la disponibilità del relatore su questi emendamenti ci rasserena molto, pur non rispecchiando la formulazione originaria, in quanto si accoglie uno degli elementi costitutivi del testo degli emendamenti stessi.
Anche se la riformulazione proposta non comporta il contenimento dell'esperienza dei tre anni nell'arco dei cinque anni antecedenti, tuttavia, la disponibilità del relatore ad accogliere la modifica relativa all'esperienza triennale dimostra il fatto che la costruttività del dibattito e la permeabilità del testo sono in questo momento funzionali ad una legislazione migliore e condivisa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Pag. 19
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, il parziale accoglimento degli identici emendamenti in esame da parte del relatore sembra andare, in qualche modo, nella giusta direzione. Diciamoci, però, la verità. Come ricordava poc'anzi il collega Uggè, prevedere tre anni senza indicarne il periodo di riferimento significa quasi nulla, perché una persona può aver svolto l'attività di istruttore per un anno all'età di venticinque anni, per un altro anno a trentacinque o quarant'anni, e per un altro anno ancora a cinquantacinque: in pratica, è come se non avesse mai svolto quell'attività.
Quella di cui si discute è una questione che interessa la sicurezza, non è pertanto né una questione politica né di parte. Per tale motivo, noi sosteniamo che da un lato va bene il parziale accoglimento degli emendamenti in esame, dall'altro però riteniamo che essi potevano essere accolti per intero in quanto ciò non avrebbe spostato nulla, anzi, come sostengo io ed altri colleghi, avrebbe avuto risvolti positivi in termini di sicurezza.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accolgono la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Attili 10.216, Greco 10.228 e La Loggia 10.234, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 311
Astenuti 100
Maggioranza 156
Hanno votato sì 303
Hanno votato no 8).
Prendo atto che il deputato Campa non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'emendamento Pellegrino 10.257.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, accolgo l'invito del relatore ed annuncio il ritiro del mio emendamento 10.257.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Pellegrino.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Raisi 10.84 e Campa 10.146.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, prima di entrare nel merito della proposta emendativa che reca la mia prima firma desidero richiamare l'attenzione dell'Assemblea su un'altra questione.
Poc'anzi il Presidente ci ha opportunamente invitato a rivolgere un saluto alla delegazione del Parlamento argentino presente in tribuna. Tutti noi l'abbiamo applaudita; ci auguriamo che in questi giorni il Governo italiano abbia l'opportunità di rappresentare al Vicepresidente della Repubblica argentina tutte le problematiche che i nostri cittadini hanno in sospeso con quel paese. Auspico che l'incontro possa avere effetti positivi. L'applauso andava in quella direzione; in particolare mi auguro che dopo gli applausi arrivino i risultati a favore dei nostri cittadini che all'epoca hanno sottoscritto i famosi bond argentini.
Con gli identici emendamenti in esame noi ribadiamo, forse in maniera un po' testarda, un principio basilare in parte accolto, ma non da tutti, come si evince dal ritiro dell'emendamento 10.257 da parte dei colleghi Pellegrino e Trepiccione i quali, forse per il fatto di appartenere al gruppo dei Verdi, prima hanno ritenuto di presentare una proposta emendativa a favore della sicurezza dei cittadini, dopo hanno fatto marcia indietro per non contrastare il disegno del ministro Bersani.
Noi siamo in presenza di una liberalizzazione sulla quale conveniamo, tuttavia Pag. 20vogliamo, lo ripetiamo per l'ennesima volta, che i cittadini siano posti nella condizione di essere sicuri del livello di istruzione che riceveranno frequentando le autoscuole. Quello che noi chiediamo con gli identici emendamenti in esame, è inserire la previsione secondo la quale l'istruttore di guida abbia superato un esame appositamente istituito e regolamentato dalle amministrazioni provinciali sulla capacità gestionale di un'autoscuola. Mi sembra una cosa elementare.
Dopo quanto abbiamo preteso ed ottenuto rispetto al mondo della scuola - molta parte della sinistra, tuttavia, non vuole che si facciano le prove INVALSI, non vuole cioè vedere testare la capacità di insegnamento e di apprendimento -, ed i risultati ottenuti in quel settore sono sotto gli occhi di tutti, vorremmo che le persone, abilitate a svolgere la funzione di istruttore di guida, abbiano prima superato un esame appositamente istituito.
A tale riguardo, i colleghi Pellegrino e Trepiccione avevano precisato nei minimi particolari anche la composizione dei rappresentanti la commissione che doveva valutare questa competenza, ma poi, come detto, hanno fatto - non capiamo il perché - precipitosamente marcia indietro.
Nel nostro emendamento abbiamo prestato attenzione non tanto al dettaglio, come hanno fatto i colleghi Pellegrino e Trepiccione, dettaglio poi cancellato, quanto ad una regola fondamentale, cioè che sia previsto un apposito esame che deve essere sostenuto, che serve a valutare concretamente le capacità di gestione e di insegnamento dell'istruttore di guida. Un esame che non va contro qualcuno, ma a favore dei cittadini che potranno così rivolgersi con fiducia alle autoscuole.
Nel momento in cui a tutte le aziende chiediamo una certificazione di qualità, nel momento in cui andiamo verso l'Europa, nel momento in cui quest'ultima ci richiama ammonendoci di immettere sul mercato dei prodotti certificati, nel momento in cui stiamo parlando di sicurezza, vogliamo proprio noi non avere una certificazione di qualità, efficienza, efficacia e professionalità?
Mi sembra, signor Presidente, di essere in presenza di gente che non vuole assolutamente intendere e che ci fa anche «sgolare» su questo argomento: è da questa mattina che diciamo queste cose e non siamo sostanzialmente ascoltati.
Anche se parzialmente e timidamente il relatore ci dà ragione, perché comprende che abbiamo ragione: è l'Italia che ci dà ragione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Dobbiamo assolutamente avere delle autoscuole che insegnano e che siano certificate per qualità: non serve una liberalizzazione tout court.
Mi scuso per la passione profusa nel mio intervento. Mi auguro che sugli emendamenti Campa 10.146 e Raisi 10.84, che sono di buon senso, si abbia un voto unanime da parte di tutta l'Assemblea. Ciò dimostrerebbe che rispetto a quanto da noi affermato sulla certificazione, sulla certezza dell'insegnamento, segue, di fatto, un'azione concreta.
Signor Presidente, mi appello a lei, che so essere persona di buon senso, così come al relatore e al rappresentante del Governo, affinché vi siano parere favorevole e voto unanime sugli identici emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggé. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, mi sembra di ripercorrere una strada già fatta, di rivedere un copione scritto da qualcuno che, da un lato, proclama parole in favore della sicurezza sulle strade, della tutela dei cittadini, di conducenti professionalmente capaci e istruiti, e, dall'altro, introduce la possibilità di largheggiare, evitando di fissare quei criteri e principi seri, effettivamente funzionanti che riescono a preparare la gente.
Sottoporre ad un esame coloro che devono formare le persone, mi pare una Pag. 21cosa logica ed evidente così come altrettanto evidente e logico era l'emendamento dei colleghi Pellegrino e Trepiccione, che hanno poi deciso di ritirare la loro proposta emendativa, probabilmente in omaggio al richiamo venuto dalla maggioranza. Anche in quel caso, includere i rappresentanti delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative nella commissione di esame non era altro che un modo per dare garanzie di serietà alla gente. Tuttavia, purtroppo, la vostra maggioranza continua imperterrita ad andare avanti verso una situazione generale di insicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, innanzitutto, vorrei apporre la nostra firma a questi due emendamenti perché, secondo noi, sono quelli più importanti se davvero vogliamo dare un segnale serio a garanzia di un servizio di qualità.
Farò un semplice esempio per far capire l'importanza di un esame che, alla fine, non costerebbe nulla. Supponiamo che il titolare di un'autoscuola straniero - quindi, anche con esperienza pluriennale - si rechi da noi per aprire un'autoscuola. Mettiamo il caso che sia un irlandese e che quindi, fino al giorno prima di arrivare da noi, abbia guidato a sinistra. Una volta arrivato da noi, costui si metterebbe ad insegnare a guidare a destra.
Questo esempio sembra paradossale ma lo è fino ad un certo punto. Noi dobbiamo avere la garanzia che chi insegna e rilascia il certificato abbia dei requisiti minimi.
Il fatto che gli istruttori si sottopongano ad un esame non è un male, ma dovrebbe essere il minimo. Infatti, giustamente alcuni colleghi del gruppo dei Verdi avevano presentato un emendamento in tal senso: è chiaro, è ovvio.
Oltretutto, ribadiamo l'aspetto numerico. Non parliamo di migliaia di persone: quanti saranno mai questi istruttori che devono fare l'esame in provincia? Cento, duecento? Non parliamo di grandi numeri.
Stabilire che qualche centinaio di persone si sottoponga ad un esame è, secondo noi, assolutamente necessario, soprattutto perché ciò garantirebbe la qualità del servizio erogato in un settore fondamentale: spesso e volentieri, i problemi che hanno i nostri giovani sono dovuti al fatto che le scuole non sono serie come una volta (come le autoscuole, non lo sono più le scuole in generale). Pertanto, ci sembra misura necessaria e minima quella di imporre agli istruttori di sottoporsi ad un test serio che ne valuti le capacità.
Nel ribadire che desidero apporre la mia firma agli emendamenti in esame, auspico che l'Assemblea ne sappia cogliere il significato, ovvio e banale, secondo il quale non si può insegnare senza un foglio di carta che attesti che si è in grado di farlo: poiché è così in ogni campo, non si vede perché una regola diversa dovrebbe valere in un settore particolarmente delicato sotto il profilo degli effetti per la società! Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, a dire il vero, dopo quello dell'onorevole Campa, presentatore dell'emendamento 10.146 - che anch'io dichiaro di voler sottoscrivere -, e degli altri colleghi che sono intervenuti nel dibattito, non vi sarebbe bisogno di ulteriori interventi; tuttavia, mi sembra molto strano ciò che sta accadendo in un campo così delicato.
Mi dispiace che il ministro dei trasporti non possa ascoltare la discussione, soprattutto perché abbiamo appreso da sue dichiarazioni rilasciate alla stampa che egli vuole impegnarsi per la sicurezza sulle strade, in particolare per la sicurezza dei giovani. Ebbene, noi vediamo che si fa il contrario! Non riesco a capire perché non si possa approvare un emendamento che soddisferebbe l'interesse di tutti: dei nostri figli, dei nostri amici e degli italiani in generale, di chi vuole prendere una patente Pag. 22di guida. Un istruttore che deve svolgere un lavoro così impegnativo dovrebbe sostenere un esame: non vedo cosa vi sia di scandaloso!
Credo sia importante che gli emendamenti in esame...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUIGI FEDELE. ...siano approvati. Mi rivolgo al relatore, affinché egli cambi opinione, non nell'interesse mio o del mio partito, ma degli italiani e di chi deve conseguire la patente di guida.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, ho presentato con l'onorevole Campa l'emendamento 10.146, la cui validità è già stata illustrata dai colleghi. Con la finalità di raggiungere l'obiettivo di ridurre gli incidenti stradali del 50 per cento nel 2010, la nostra proposta si ispira proprio alla logica secondo la quale chi deve insegnare a guidare deve avere una preparazione professionale.
Ci sembra assurdo che la maggioranza non accolga questa proposta di modifica; pertanto, invitiamo i colleghi ad un'ulteriore riflessione. Credo che chi insegna debba avere una professionalità attestata e in qualche misura verificata: in tal modo, conseguiremmo veramente l'obiettivo importante da tutti sbandierato. In realtà, se andiamo a verificare, ci accorgiamo che, non accettando emendamenti di buonsenso come quelli in esame, rischiamo di minare...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VALTER ZANETTA. ... le scuole-guida, strutture importanti che hanno funzionato. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, desidero sottolineare l'importanza degli emendamenti in esame.
In un periodo nel quale per fare qualunque cosa serve avere una qualifica, aver sostenuto un esame, avere un patentino, un titolo, un «timbro» che attesti la conoscenza di certe materie, acquisita nei modi dovuti e dopo avere seguito un adeguato corso di lezioni, gli emendamenti in esame mi sembrano conformi alla logica di tutto il contesto, soprattutto se si considera che essi concernono un settore che, come hanno già rilevato molti colleghi, è particolarmente «sensibile» dal punto di vista della sicurezza.
Prevedere che gli istruttori di guida abbiano superato un apposito esame ci sembra dovuto. Del resto, se le leggi italiane prescrivono esami in settori che nulla hanno a che fare con la sicurezza, a maggior ragione un esame deve essere richiesto quando vengano in rilievo esigenze di sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Brevemente, signor sindaco... Signor Presidente - mi scuso -, il buonsenso non ha colore politico: poiché gli emendamenti in esame sono ispirati a buonsenso, desidero apporre ad essi anche la mia firma. Dal momento che la possibilità di istruire presuppone, in questo paese, che la relativa capacità sia comprovata da un «certificato», mi sembra misura di buonsenso stabilire che un istruttore di scuola guida abbia un attestato che ne certifichi l'idoneità a svolgere l'attività.
Poiché la proposta è ispirata a buonsenso, sottoscrivo gli emendamenti e penso che anche il Governo dovrebbe accoglierli favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anch'io intendo sottoscrivere gli identici Pag. 23emendamenti Raisi 10.84 e Campa 10.146 e caldeggiarne, con forza, l'approvazione. Queste proposte non soltanto sono di buonsenso e di carattere sociale ma attengono anche alla sicurezza. Come è possibile non cogliere l'opportunità per legalizzare uno strumento finalizzato a comprovare che chiunque eserciti un'attività di scuola guida abbia non solo le qualità psico-attitudinali ma anche la capacità di insegnare, la conoscenza del codice della strada e delle regole dell'insegnamento? Solo in tal modo, infatti, potrà insegnare con autorevolezza agli allievi a guidare in sicurezza, come è necessario, nelle nostre strade. Quindi, come vedete, ci sono alcuni risvolti non solo sociali ma anche relativi alla sicurezza. Salireste a bordo di un aereo il cui pilota non fosse in possesso del necessario attestato? Frequentereste una scuola di pilotaggio qualora il docente non fosse in grado di insegnare? Ciò porterebbe al disastro. È la forza della ragione che ci suggerisce di avere istruttori qualificati, di comprovata capacità, che sappiano fare e posseggano le necessarie qualità psico-attitudinali ed è necessario che qualcuno le riconosca loro. Non possiamo ricorrere al «fai da te» nell'insegnamento della guida; è come se portassimo nelle scuole dell'obbligo docenti privi dei requisiti per l'insegnamento.
Non è possibile che questo Parlamento respinga gli emendamenti in esame: in tal modo, avremmo sulla coscienza tutte le morti del sabato sera, causate da una cattiva preparazione dei nostri ragazzi acquisita in autoscuole aperte solamente con l'intento di creare un posto di lavoro, di fare economia, di guadagnare. In questo settore, non si può liberalizzare senza tener presente la qualità, la preparazione. È responsabilità di questo Parlamento regolamentare e prevedere una attestazione per chi dovrà tecnicamente preparare i nostri ragazzi dal punto di vista teorico, pratico e psico-attitudinale. Insomma, è necessario che il Parlamento, con un piccolo bagno di umiltà, riconosca la validità di questi emendamenti e cambi opinione. Solamente gli stolti non cambiano mai opinione! Non rendiamoci ridicoli ancor di più, non indossiamo un paraocchi che ci impedisce di vedere la grande responsabilità che incombe su di noi e che questo emendamento richiama. Noi dobbiamo lasciarcelo fuggire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo, innanzitutto, per aggiungere la mia firma agli identici emendamenti Raisi 10.84 e Campa 10.146.
In secondo luogo, vorrei svolgere una brevissima riflessione sul fatto che in questo bizzarro paese ci sono tanto certezze, quanto incertezze. Fra le incertezze, sicuramente, iscriverei la mancanza di una prova matematica a supporto della tesi secondo la quale da un esame di ammissione, a qualsiasi livello, deriva automaticamente personale preparato. Fra le certezze, al contrario, c'è la tesi esattamente opposta: siamo sicuri che, da un sistema di deregolamentazione come quello che si introduce con questo meccanismo in questo decreto, non avremo la certezza di avere personale preparato. Ciò è molto grave in un contesto in cui, dal punto di vista della dialettica politica, in questi mesi, le parole d'ordine sono diventate: sicurezza, sicurezza stradale, sicurezza per i nostri figli, attenzione alle stragi del sabato sera e tutto è ciò che ne consegue.
PRESIDENTE. La prego...
GIOVANNI FAVA. Trovo che questa doppiezza da parte del Governo....
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Cagno Abbrescia. Ne ha facoltà.
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Signor Presidente, anche io vorrei sottoscrivere questi emendamenti ed esprimere il mio grande sconcerto per come si sta Pag. 24procedendo sotto l'aspetto della immissione dei neopatentati nel sistema stradale nazionale.
Credo che nel raffronto con gli altri paesi, almeno quelli europei, gli italiani abbiano un'arma in mano; ciò è provato dalle conseguenze provocate dall'aumento degli incidenti, che sono dannosi non soltanto per chi guida ma anche per coloro con i quali ci si scontra, per la superficialità con la quale i neopatentati vengono immessi nel sistema stradale e, soprattutto, in quello autostradale...
PRESIDENTE. La prego...
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. ...senza che vengano neanche fatte delle prove...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.
PAOLA PELINO. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento Campa 10.146 e riferire che l'associazione italiana famigliari e vittime della strada, in una nota fatta pervenire al ministro dello sviluppo economico, vuole rimarcare il fatto che con la liberalizzazione delle attività delle autoscuole il ministro Bersani ha dimostrato di sottovalutare sia le esigenze di miglioramento del settore, sia le stragi stradali, la cui diminuzione è legata in particolar modo alla formazione del conducente. Questa formazione, come noi sappiamo e per questo sosteniamo l'emendamento dell'onorevole Campa, riguarda soprattutto gli istruttori. Quindi, prego i colleghi di prestare maggiore attenzione a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franzoso. Ne ha facoltà.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, non riesco a concepire il motivo per il quale relatore e il Governo si ostinino a non accogliere un emendamento così elementare: mi chiedo se qualcuno di noi affiderebbe mai il proprio figlio all'insegnamento di qualcuno che non ne ha i requisiti e i titoli.
Stiamo parlando delle morti del sabato sera, che sono dovute per lo più al comportamento di chi guida. Se il proprietario della scuola guida o l'istruttore non possiedono gli elementi basilari da trasmettere a colui che sta per prendere la patente, né le norme minimali di comportamento etico, né le attitudini né la conoscenza della materia, mi chiedo come possano insegnare o gestire la scuola guida.
PRESIDENTE. La prego...
PIETRO FRANZOSO. Mi auguro che attorno a questi elementi minimali il relatore possa ravvedersi rispetto alla sua cocciuta impostazione di rifiuto ...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, personalmente, non sono molto favorevole agli esami, giacché gli esami nella vita non finiscono mai e, quindi, non credo si debba procedere ad istituire esami in tutte le occasioni e per tutte le funzioni che vengono svolte.
Mi limito, però, a constatare semplicemente che è singolare che per conseguire la patente si debba sostenere un esame, mentre per insegnare a guidare per ottenere la patente non si debba conseguire un titolo attraverso un esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Questa, signor Presidente, è sicuramente un'anomalia.
Personalmente, però, sono contrario a questo genere di proposta e, quindi, mi asterrò.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gardini. Ne ha facoltà.
Pag. 25
ELISABETTA GARDINI. Anch'io vorrei apporre la mia firma a questo emendamento. Voglio inoltre sottolineare quanto detto dalla collega Pelino. Quello che oggi dicono le famiglie delle associazioni suona come un campanello di allarme. Tutte le famiglie italiane, una volta che avranno capito bene quello che stiamo facendo oggi in aula, saranno tremendamente allarmate. Noi stiamo infatti dicendo alle famiglie con adolescenti che esse rischieranno di mandare i loro ragazzi ad essere istruiti e formati per girare nel traffico così pericoloso, senza avere delle garanzie di standard qualitativi.
Dobbiamo invece cogliere questa occasione per qualificare l'insegnamento, che non deve essere soltanto tecnico. Abbiamo visto quello che succede sulle strade e se andiamo nei pronto soccorsi e nei reparti di ortopedia vediamo qual è l'effetto dell'andare sulle strade. Dobbiamo quindi rafforzare una vera educazione stradale alla guida sicura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Raisi 10.84 e Campa 10.146, non accettati dalla Commissione né dal Governo, e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 411
Astenuti 17
Maggioranza 206
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 236).
Prendo atto che il deputato Affronti non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti La Loggia 10.202 e Meta 10.203, che sarà l'ultima votazione della mattinata.
ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di poter apporre la mia firma all'emendamento dei colleghi.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Formisano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti La Loggia 10.202 e Meta 10.203, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 424
Hanno votato no 2).
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.