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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Presenza di formaldeide e fenoli nella carta da macero - n. 2-00400)
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00400 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, la mia interpellanza può proprio definirsi «urgente», perché il nostro è il paese dei paradossi. La carta che usiamo quando esce dalla fabbrica contiene fenoli e formaldeide. Doverosamente e virtuosamente abbiamo messo insieme un sistema di riciclaggio e raccolta differenziata.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata in Italia, circa il 60 per cento della fibra utilizzata viene dalle attività di recupero (si tratta di 6 milioni di tonnellate Pag. 44fra raccolta urbane ed industriali), ma quando la carta viene raccolta e arriva alle frontiere per essere esportata, viene fermata. Infatti, sulla base dell'interpretazione di una norma del 1997, quando le dogane fanno delle verifiche, se trovano tracce di formaldeide o di fenoli sulla carta riciclata la bloccano, perché la stessa non può essere esportata.
Tutte le volte che vengono effettuate delle verifiche, si riscontra la presenza della formaldeide e dei fenoli per la semplice ragione che tali sostanze sono presenti nella carta sin dall'inizio. Tant'è vero che il Senato, il 31 gennaio 2007, all'unanimità, si è espresso dicendo che non appare possibile tenere ulteriormente ferma l'attuale situazione di contraddittorietà e di irragionevolezza normativa, che, da un lato, consente l'utilizzo dei fenoli e della formaldeide in vari processi produttivi della carta e, dall'altro, impone l'assenza di qualsiasi traccia di formaldeide e di fenoli nelle materie prime secondarie di carta prodotte dalle attività di recupero.
Di conseguenza, se si continuasse in questo modo, tutto il meccanismo della raccolta differenziata in Italia «girerebbe a vuoto». Naturalmente, le imprese interessate (il consorzio Comieco, le associazioni Assocarta, Assografici e Union-maceri) hanno già segnalato da mesi - come ho fatto personalmente anch'io - al Ministero che tutta la raccolta differenziata di carta «gira a vuoto» perché si trova in questa «strozzatura». In Italia, ciò è sempre casuale perché, magari, passano quaranta partite di carta per l'estero e nessuno dice niente; poi, un doganiere riscontra tracce di fenoli, blocca tutto, sequestra il materiale per mesi e mesi, con centinaia di migliaia di euro di danni alle aziende che svolgono il riciclaggio. Sono mesi che ne abbiamo parlato con il ministro e con il sottosegretario: hanno sempre ripetuto che sarebbe stato emanato un decreto e che sarebbero intervenuti, però siamo al 29 marzo e non è successo assolutamente nulla.
Sottolineo che in tutto il resto dell'Europa - in Germania, in Francia e in altri paesi europei - chi fa il riciclaggio di carta, poi, la esporta senza avere questa assurda limitazione. Il Senato ha scritto che occorre quanto prima superare il divieto di presenza della formaldeide e dei fenoli nelle materie prime secondarie in carta prodotte dalle attività di recupero e stabilire in via temporanea, sulla base delle indicazioni scientifiche oggi disponibili ed in applicazione del principio di precauzione, soglie massime di presenza di queste sostanze per consentire l'esportazione.
Allora, al rappresentante del Governo qui presente chiedo quando verrà emanato tale provvedimento, perché non si può aspettare che tutto il settore vada in crisi e fallisca tutta la raccolta differenziata del materiale sul territorio nazionale per questa «strozzatura», che poi, alla fine di tutto il processo, impedisce che la carta riciclata possa essere riutilizzata - ripeto per l'ennesima volta -, con sostanze già presenti nelle cartiere quando viene prodotta la carta. Quindi, è impossibile che tali sostanze siano presenti all'inizio e non ci siano alla fine.
Allora, chiedo al Governo quando e come intenda provvedere tempestivamente in maniera efficace.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Laura Marchetti, ha facoltà di rispondere.
LAURA MARCHETTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in merito a quanto chiesto nell'interpellanza dell'onorevole Giovanardi, rappresento quanto segue. Atteso che recenti indagini hanno rilevato la presenza di formaldeide in alcuni contenitori in carta e cartone per alimenti, e che la normativa di riferimento oggi vigente in materia non vieta la presenza di formaldeide nella fabbricazione della carta, mentre ne vieta la presenza nella carta da macero, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto all'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici di svolgere una ricognizione, al fine di Pag. 45individuare il limite - tecnicamente praticabile, cautelativo per l'ambiente e per la salute dell'uomo - che si può oggi pensare di adottare come requisito per il contenuto massimo di formaldeide nella carta da macero.
Per la IARC, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, la formaldeide è un cancerogeno accertato e si ritiene che per gli attuali stili di vita l'esposizione umana sia normalmente ad un livello relativamente basso, e, di conseguenza, che il rischio di cancerogenità sia basso.
La formaldeide, inoltre, è un inquinante definito ubiquitario, ad indicare la sua presenza in molte matrici solide, liquide e gassose di svariati prodotti e materiali di comune utilizzo.
La produzione di carta fa un utilizzo limitato di formaldeide. Quand'anche ne fosse originariamente priva, dopo un normale utilizzo, la carta ne diviene quasi inevitabilmente contaminata.
Inoltre, in Italia, la produzione della carta avviene attraverso il recupero di circa il 60 per cento della carta da macero, con evidenti vantaggi dal punto di vista ambientale connessi al mancato utilizzo di fibra vergine cellulosa, ma con l'inevitabile conseguenza di avere un prodotto che si origina da una materia prima potenzialmente contaminata di formaldeide, laddove la normativa la vorrebbe priva.
Nello scenario descritto, si è delineata la necessità di analizzare in primo luogo le cause e l'origine della formaldeide nella carta da macero e di evidenziare il problema della presenza della formaldeide nella carta da macero a recupero presso le cartiere, in particolare in quegli impianti il cui esercizio è autorizzato in regime semplificato.
La ricognizione dell'APAT è tuttora in corso, al fine di definire la proposta di limite di accettabilità per il contenuto della formaldeide nella carta da macero per i gestori che richiedono l'autorizzazione in procedura semplificata. Per fare ciò, l'Agenzia si è basata sull'analisi della normativa di riferimento comunitaria e nazionale, oltre che sulla documentazione scientifica a disposizione. I risultati preliminari mostrano che negli altri Stati membri dell'Unione europea non esiste regime semplificato per il recupero della carta da macero. Pertanto, non è possibile avere riferimenti o termini di confronto relativi a tale problematica. Gli unici riferimenti oggi certi sono quelli tossicologici, i quali sono tuttavia ascrivibili alla salute dei lavoratori o all'utilizzo finale dei prodotti e non direttamente ad una soglia di accettabilità per il recupero della carta da macero.
Tra i riferimenti riconosciuti a livello europeo si evidenzia il criterio dell'Ecolabel, che tuttavia individua un limite sul prodotto finito, espresso in un parametro congruo con il processo produttivo, vale a dire in milligrammi per decimetro metro quadro, e riferito ad una sola tipologia di carta (quella tessuto). Esiste, altresì, una risoluzione del Consiglio che ammette un quantitativo limite di formaldeide nella carta a contatto con gli alimenti pari a 15 parti per milione, ovvero a 15 milligrammi per chilogrammo. Quest'ultimo criterio appare quello più tecnicamente aderente alla problematica in oggetto, ma una definizione accorta del limite per il contenuto di formaldeide nella carta da macero dovrà tenere conto anche di ulteriori elementi di valutazione, quali ad esempio un'indagine oggettiva sui livelli di contaminazione attuale della carta da macero ed i limiti di rilevabilità dei metodi di misura. Stante l'attuale carenza di dati statisticamente rappresentativi, è presumibile che un'indagine mirata in tal senso, realizzabile con l'ausilio delle agenzie regionali, richiederà ulteriori due mesi di lavoro.
Sul problema in oggetto, comunque, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha tenuto costanti contatti con il consorzio di filiera Comieco e con le associazioni di categoria interessate al recupero della carta, che sono state più volte incontrate per raccoglierne osservazioni e per conoscere direttamente i problemi derivanti dalla normativa vigente. Del resto, è di particolare interesse dell'amministrazione che rappresento raggiungere Pag. 46quote sempre più elevate di raccolta differenziata; e la carta da macero rientra appieno in questi obiettivi.
Per questo motivo, dovendo operare con la massima attenzione a proposito di limiti riguardanti sostanze di cui è accertata la pericolosità, è intenzione del ministero, concluse le indagini di APAT, in collaborazione con le ARPA regionali, valutare le possibili soluzioni dal punto di vista sanitario, ambientale e normativo, coinvolgendo anche i Ministeri della salute e dello sviluppo economico.
Pertanto, in attesa che venga predisposta una classificazione armonizzata in ambito europeo, è intenzione del ministero addivenire ad una modifica del decreto interministeriale 5 febbraio 1998 nel senso che nella carta da macero possa essere contenuta una minima concentrazione di formaldeide.
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di replicare.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, se dovessi riassumere la risposta del sottosegretario, direi che si è «incartata». Pur comprendendo il «burocratese», non capisco cosa voglia fare il ministero. Seguendo certi ragionamenti, tutta la carta presente in questi banchi dovrebbe essere sequestrata. Il sottosegretario, infatti, ha detto che essa contiene formaldeide e fenoli e non si capisce perché, invece, tutti questi fascicoli o giornali, dannosi per la salute, siano in circolazione e non vengano sequestrati. Quando, però, secondo la normativa vigente, questo stesso identico materiale, una volta recuperato, attraverso il processo di riciclaggio, così costoso per gli imprenditori, viene esportato, esso viene bloccato, perché contiene formaldeide e fenoli. Allora, non capisco!
Il rappresentante del Governo mi ha detto che, entro due mesi, dopo mesi e mesi di discussione, una commissione mi dovrà spiegare perché il fascicolo, che ho in mano, che ha formaldeide e fenoli, posso utilizzarlo e non provoca alcun rischio per la mia salute e, invece, lo stesso, una volta riciclato, pur contenendo le stesse sostanze, viene bloccato alla frontiera, con i conseguenti danni economici alla filiera.
Ancora, il sottosegretario prosegue dicendo che, dopo due mesi, l'ARPA, che deve occuparsi delle analisi scientifiche, interpellerà la sanità e, poi, il Ministero delle attività produttive. Stiamo parlando di mesi, forse di anni! Secondo voi, tutto il settore produttivo, alla base del riciclo e della raccolta differenziata, deve stare ad aspettare di fallire? Che risposta dovete dare? Dovete scoprire l'acqua calda? La risposta è che i fenoli e la formaldeide sono presenti in tutti i tipi di carta prodotti fin dalla cartiera. L'avete detto voi! Mi avete risposto così! Anche la Commissione parlamentare ha chiarito che si tratta di un fenomeno noto.
Ma quando si provvederà ad emanare il decreto di cui ha parlato, signor sottosegretario? Adesso? Oppure, tra qualche anno, quando i Soloni avranno definito cosa? L'acqua calda?! Allora, signor sottosegretario, perché non sequestrate la carta qui presente, che contiene formaldeide e fenoli? Perché la lasciate circolare? Oltretutto, mi ha detto che il riciclo è importantissimo perché il 60 per cento della nuova carta viene prodotta con carta riciclata, onde evitare danni ecologici per costituire carta nuova. E allora, perché, quando viene esportata, essa viene bloccata e i vagoni che la contengono rimangono alla frontiera per mesi, con costi enormi, bloccando tutta la raccolta differenziata?
È vero che, come ha detto, avete ascoltato più volte gli operatori del settore. Ma dopo averli ascoltati, che risposte avete dato? Aspettate qualche altro mese, perché abbiamo incaricato le sedi competenti che ci diranno quale sarà il limite? Ma da cosa dipende questo limite? In Europa, non è così; la Commissione parlamentare si è già espressa e vi dà la copertura politica. È davvero evidente, assolutamente irrazionale ed inspiegabile l'errore normativo compiuto nel 1997.
Allora, perché ho detto che vi siete «incartati»? Insomma, ma qualcuno del Governo si vuole prendere la responsabilità Pag. 47di operare, o vuole, invece, rimandare, rimandare, rimandare? Cercando, poi, la copertura di chi? Cosa deve dire l'ARPA? Che, nella carta riciclata, ci sono i fenoli e la formaldeide, che tutti sappiamo che ci sono fin dall'origine! Quando è stata data questa risposta, cosa facciamo? Continuiamo a mantenere i container fermi per mesi alle frontiere, in attesa che l'autorità politica si decida a scoprire l'acqua calda e di ammettere che è vero che, in quella carta, vi è la stessa percentuale di fenoli della carta che ho in mano? Allora, dov'è il problema? Vietiamo la produzione di carta?
Signor Presidente, magari tra una settimana presenteremo un'interpellanza di analogo contenuto, in modo da capire se il decreto, di cui parla il sottosegretario, sarà effettivamente emanato a breve termine, oppure lo sarà fra un anno, per scoprire, alla fine di questa defatigante procedura, quello che già questa mattina abbiamo scoperto.
Credo che gli operatori economici, le decine di migliaia di operatori del settore e tutto il sistema della raccolta differenziata, che rischiano di saltare con questa indecisione, si aspettano una risposta non verbale, ma un provvedimento che risolva il problema. Altrimenti facciamo solo ludi cartacei e verbali e il problema, purtroppo, non viene risolto.