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Discussione della mozione Meta ed altri n. 1-00147 sulla sicurezza stradale in coincidenza con la settimana mondiale proclamata dalle Nazioni Unite (ore 12,43).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulle linee generali della mozione Meta ed altri n. 1-00147 sulla sicurezza stradale in coincidenza con la settimana mondiale proclamata dalle Nazioni Unite (vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al resoconto della seduta del 18 aprile 2007.
(Discussione sulle linee generali)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
È iscritto a parlare il deputato Barbi, che illustrerà anche la mozione Meta n. 1-00147, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.
MARIO BARBI. Signor Presidente, onorevoli deputate e deputati, signor rappresentante del Governo, se guardiamo oggi le prime pagine dei quotidiani nazionali, vediamo che sono occupate da temi di grande rilievo: il ballottaggio per le elezioni presidenziali in Francia, lo svolgimento degli ultimi congressi dei Democratici di sinistra e della Margherita, che daranno vita al partito democratico, la vicenda Telecom. Ma se leggiamo i giornali locali, troviamo in evidenza una notizia ricorrente e comune, ovvero le vittime sulle strade italiane: 3 a Bologna, 1 ad Ancona, 2 a Piacenza, 1 a Genova, 2 a Catania, 1 a Treviso; non credo, tra l'altro, che l'elenco, purtroppo, sia esaustivo. Decine di vittime e centinaia di feriti.
È un bilancio inaccettabile che il Parlamento italiano vuole contribuire a ridurre sensibilmente e vuole farlo con spirito unitario, come dimostra la mozione Meta, concordata e sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari. Lo dimostra anche la decisione unanime della IX Commissione (Trasporti), che ha deliberato l'indagine conoscitiva sulla sicurezza stradale, evocata precedentemente, che dovrà concludere i propri lavori nei prossimi mesi. Ne è testimonianza la discussione che abbiamo testè svolto sul disegno di legge in materia di circolazione stradale. Vogliamo e dobbiamo farlo, perché condividiamo l'altissimo valore dell'istituzione della prima settimana mondiale della sicurezza stradale, indetta dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, da oggi 23 al 29 aprile, settimana alla quale, idealmente, qui ci colleghiamo.
La mozione, di cui sono cofirmatario, impegna il Governo a dare seguito ad una serie di azioni volte a conseguire l'obiettivo, indicato nel 2000, dall'Unione europea di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime della strada. Se riusciremo a raggiungere quel risultato, vorrà dire che in Italia ci saranno tremila morti in meno dal 2010 in avanti - e, di questi, 600 giovani continueranno a vivere la loro vita - ed avremo 160 mila feriti in meno ogni anno.
Ho letto dichiarazioni preoccupate, anche di ministri, sulla difficoltà di raggiungere questo obiettivo. Penso che dobbiamo fare di tutto per riuscirci. Dobbiamo rivolgere particolare attenzione alle cosiddette stragi del sabato sera, come al fenomeno, prevalente nei giorni feriali, degli incidenti che coinvolgono lavoratori che vanno o tornano dal lavoro; si tratta di una incidentalità connessa alla vita lavorativa sulla cui gravità è stato ribadito l'alto richiamo del Presidente della Repubblica.Pag. 31
Se analizziamo bene, in modo dettagliato, tutti i dati della situazione italiana, vediamo che ci sono elementi che ci confortano sul fatto che ce la possiamo fare. È vero, il tasso di mortalità italiano - 9,2 morti per centomila abitanti - è al di sopra della media dell'Unione europea e purtroppo il tasso di riduzione delle vittime degli incidenti stradali in Italia è inferiore a quello medio europeo, e si sta, ahimé, progressivamente contraendo. Eppure, se disaggreghiamo i dati provincia per provincia, vediamo che nell'ultimo quadriennio in 12 province si è registrato un aumento delle vittime compreso tra il + 10 e il + 50 per cento, mentre in altre 10 - tendenza opposta - si è registrata una riduzione di vittime compresa tra il - 30 e il - 50 per cento. In sostanza, una parte del paese riuscirà a raggiungere l'obiettivo europeo ben prima del 2010. Noi dobbiamo riuscire ad intervenire sull'altra parte del paese, quella che si sta allontanando sempre più dagli standard di sicurezza stradali.
Colleghi, le vittime della strada sono un costo sociale inaccettabile della libertà di movimento, libertà irrinunciabile, non c'è dubbio, ma che non può avere questo prezzo che noi dobbiamo drasticamente ridurre innanzitutto con comportamenti responsabili dei conducenti e, quindi, con un'educazione appropriata, incentivata da un impegno pubblico nelle infrastrutture di sicurezza, nella probabilità dei controlli e nella certezza delle sanzioni.
Occorre dunque davvero una pluralità di iniziative; tra di esse, in particolare, un innalzamento quantitativo e qualitativo dei controlli. Credo che così ce la potremo fare - ne sono convinto - e sarà uno sforzo comune ed unitario di tutti i gruppi parlamentari (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, desidero testimoniare come il gruppo Forza Italia intenda partecipare con grande serietà e spirito costruttivo alla realizzazione di un'operazione di grande spessore, quella, cioè, di lavorare affinché negli organismi che nel nostro paese sono preposti a fissare le regole, che debbono poi essere rispettate da tutti i cittadini, si realizzino momenti seri, che incidano realmente sui fattori che concorrono a determinare l'insicurezza sulle nostre strade.
La mozione al nostro esame recupera molti dei concetti che sono stati enunciati questa mattina nel corso dei vari interventi svolti, in particolare, dal collega Sanza, dal relatore sul disegno di legge in materia di autotrasporto merci e di circolazione stradale, il presidente Meta, e dagli altri componenti della Commissione trasporti, i quali hanno voluto, a loro volta, evidenziare gli interventi indispensabili per assicurare sicurezza sulle strade. Veniamo da una settimana estremamente impegnativa, in cui, a livello mondiale, l'intera comunità si è soffermata su un valore fondamentale: la tutela della vita di ogni uomo. Ritengo che nella passata legislatura uno sforzo significativo in questo senso sia stato realizzato, attraverso l'assunzione di una responsabilità forte, che certamente ha creato qualche problema ma ha anche dato ai cittadini italiani il segnale che il Governo aveva inteso intervenire con un provvedimento a carattere urgente per costringere il Parlamento ad emanarlo (quindi, lavorando su un testo già in vigore) prima della pausa estiva.
Il provvedimento adottato nella scorsa legislatura è conosciuto dagli italiani come la patente a punti ed ha determinato un risultato significato, come ricordava il collega Sanza, posto che negli anni 2003-2005, quindi in due anni e mezzo circa, si è registrata una riduzione del 19,5 per cento dei decessi sulle strade, in linea con le indicazioni poste come obiettivi dall'Unione europea ai paesi della Comunità.
Il ministro di allora, il collega Tassone, ha lavorato intensamente, facendosi promotore di norme e cercando di favorire, attraverso comportamenti virtuosi, il rispetto di quelle indicazioni. Purtroppo, lo sappiamo benissimo (lo dicono chiaramente la mozione e lo stesso disegno di legge), vi sono delle condizioni indispensabili per determinare e mantenere laPag. 32sicurezza sulle strade. Oggi, riguardo a tale fenomeno, siamo di fronte ad un incremento diverso - non più proporzionale - rispetto a quello del PIL: in passato, a fronte di un incremento di un punto del PIL, si registrava un po' meno di un punto di incremento del trasporto stradale; oggi, a fronte di un incremento del PIL dell'1 per cento, abbiamo un incremento dell'1,5 per cento del trasporto stradale. Allora, o mettiamo in atto una politica che punti a realizzare le infrastrutture necessarie ad assorbire la domanda intensa ed il costante aumento del traffico oppure concorriamo a creare condizioni di insicurezza sulle strade. La mozione in esame evidenzia tutto ciò ed impegna il Governo a portare avanti un'azione intelligente di infrastrutturazione.
Dobbiamo altresì evidenziare come l'aspetto legato al consumo di sostanze stupefacenti e di alcool sia una delle questioni fondamentali, al centro delle notizie che i quotidiani, ogni lunedì mattina, come ricordava il collega Barbi, sono costretti a riportare.
Purtroppo, non vorrei ripetere uno slogan già citato, ma ritengo sia efficace e da imprimere nella mente: o si beve o si guida!
Quanti approfondiscono la problematica a questi livelli e ricercano di capire che cosa si determina nel conducente quando beve anche solo un bicchiere di vino, parlano di cali nei tempi di reazione.
Anche a questo riguardo, dunque, dobbiamo porci la domanda se valga la pena condurre un'azione seria, responsabile, forte, che produca anche qualche reazione nella collettività, e se il Parlamento debba fornire una risposta responsabile, introducendo il principio della «tolleranza zero». Dobbiamo riflettere su questo, mettendo in atto anche interventi educativi, come proposto dal collega Giovanardi, cioè, dando la dimostrazione concreta che, quando tutti si impegnano ad utilizzare i mezzi pubblici o mezzi alternativi a quelli privati, guarda caso, il numero dei decessi sulle strade si riduce in misura significativa.
È una grande iniziativa quella che prende il via con questa mozione. Le norme devono essere, ovviamente, calibrate ed idonee ad esaltare la crescita dell'educazione stradale. A questo riguardo, non ci è venuta di certo in aiuto la normativa del ministro Bersani, il quale, con la sua «lenzuolata» liberalizzatrice, ha voluto imporre certe norme.
Non ci è sembrato indubbiamente un intervento a favore della sicurezza quello con cui si è eliminata la professionalità degli istruttori di scuola guida, consentendo a persone che trent'anni fa avevano esercitato per un certo periodo tale attività di riprendere ad insegnare tranquillamente, in un settore in cui le norme cambiano significativamente e in cui c'è la necessità di essere aggiornati, precisi e puntuali. Ciò è stato evidenziato anche dal collega Pedrini questa mattina.
Non ci è sembrata una dimostrazione di preoccupazione neanche il balletto indecoroso che il ministro dei trasporti ha posto in essere riguardo al posizionamento delle strisce retroriflettenti sui mezzi pesanti. Da un lato, si è assunta tale decisione - non voglio entrare nel merito tecnico, cioè se tale norma sia o meno positiva - riconoscendo che quella norma rispondeva ad un'esigenza di sicurezza ed obbligando, dal 1o gennaio, i mezzi pesanti a circolare con le strisce retroriflettenti; dall'altro lato, a distanza di 30 o 40 giorni, con un decreto-legge (ossia, con procedura di urgenza) si è deciso di sospendere tale obbligo fino al 30 aprile, lasciando decadere l'esame del decreto-legge, senza calendarizzarlo né in Assemblea, né in Commissione, e anticipando al 2 aprile l'entrata in vigore delle norme che obbligano a posizionare le strisce retroriflettenti sui mezzi pesanti. In questo modo, non si assicura la sicurezza, ma si crea confusione.
Quindi, dobbiamo recuperare questo valore, predisponendo le infrastrutture necessarie ed adottando norme mirate a colpire effettivamente coloro che commettono infrazioni e valutando le conseguenze.Pag. 33
Faccio un altro riferimento ad un emendamento che presenteremo, cui accennava prima anche l'onorevole Tassone. In Francia, è stata introdotta una norma particolare, che prevede una sorta di apprendimento per i giovani che vogliano acquisire il foglio rosa a 16 anni. Per questi giovani, per due anni, è previsto l'obbligo di effettuare un certo numero di chilometri di percorrenza affiancati da un tutor, che li segue nel percorso formativo. I risultati ci sono stati, perché in Francia si è riscontrata una diminuzione significativa delle morti e un aumento dei comportamenti virtuosi nella guida da parte dei giovani che avevano seguito tale percorso.
Pertanto, dobbiamo imparare da coloro che hanno ottenuto dei risultati positivi ed adottare le stesse misure nel nostro paese. La mozione in esame evidenzia proprio tali aspetti, così come la necessità dei controlli. Anche in questo caso, infatti, prendendo a riferimento ciò che ha detto il viceministro Minniti in Commissione trasporti, dobbiamo soffermarci sui mezzi pesanti (poi spiegherò il motivo). Il numero dei controlli effettuati è diminuito del 20 per cento rispetto all'anno passato: oltre 2 mila controlli in meno sui mezzi pesanti.
Mi chiedo, quindi, quale sia la logica, signor sottosegretario, di un provvedimento che, nel titolo, reca disposizioni in materia di autotrasporto per la sicurezza della circolazione (perché non prevedere anche i motocicli, come diceva l'onorevole Sanza?), prevedendo un incremento delle sanzioni ma riducendo il numero dei controlli sulle strade. Il sottosegretario potrebbe rispondere che i controlli nei primi due mesi sono aumentati, ma lo invito ad effettuare un confronto tra il numero di mezzi che venivano controllati attraverso i centri di revisione mobili prima dell' incremento degli stessi e quello dei mezzi controllati adesso. Scoprirà che il rapporto tra i centri di revisione mobili e i controlli giornalieri effettuati, nonostante vi sia stato un incremento dei centri stessi, è diminuito.
Dobbiamo puntare, quindi, a creare condizioni di sicurezza in un'ottica di serietà, che ponga al centro la difesa della vita, la lotta allo «sballo» e alla cultura dello «sballo», esaltando la responsabilità rispetto al disinteresse su questi temi.
Certo, la mozione in esame produce sicuramente conseguenze importanti e costringe ognuno di noi a svolgere alcune significative riflessioni. Solo in questo modo riusciremo a porre in essere un'azione coordinata e continuativa.
Non dobbiamo puntare sulla penalizzazione, ma commisurare le sanzioni alle violazioni, colpendo coloro che violano le norme senza introdurre disposizioni che penalizzino le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti. L'amico Sanza ha bene evidenziato anche questo aspetto, nel suo intervento. Noi lavoreremo in tal senso, ed è motivo di soddisfazione il fatto che all'interno del Parlamento si formi un orientamento comune. Del resto, la politica della sicurezza non è né di destra né di sinistra: la politica della sicurezza appartiene al cittadino. Il Parlamento, esprimendo un assenso unanime su una mozione che riconosce, evidenzia e sottolinea l'importanza del rispetto della cultura della vita, credo che svolga un'azione di grande rilevanza nei confronti di tutti cittadini italiani. Bisogna attuare una politica che consenta alle classi giovanili di comprendere quale sia la scala dei valori e che cosa debba essere preso a riferimento.
Per questo motivo, il gruppo di Forza Italia esprimerà con convinzione voto favorevole su questa mozione e, partendo da questo voto, cercherà anche, con altrettanta determinazione, di migliorare il disegno di legge in materia, per renderlo quanto più possibile aderente agli obiettivi che si vogliono raggiungere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione della quale sono cofirmatario impegna ilPag. 34Governo in maniera risoluta al fine di far raggiungere al nostro paese l'obiettivo comunitario di dimezzare, entro il 2010, il numero delle vittime degli incidenti stradali. Da oggi e sino al 29 aprile prossimo si svolgerà la prima settimana mondiale della sicurezza stradale, istituita nell'ottobre 2005 e fortemente voluta per sensibilizzare tutti i cittadini di fronte ad una vera e propria sciagura che si consuma, ogni anno, nel mondo. Basti pensare che, come riportato nella mozione quest'oggi in discussione, ogni anno nel mondo circa 1,2 milioni di persone periscono proprio a causa di incidenti stradali. Il fenomeno assume dimensioni particolarmente allarmanti se pensiamo, inoltre, che negli ultimi dieci anni hanno perso la vita in Italia, il venerdì e il sabato notte, circa ottomila giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Certamente, non si può rimanere indifferenti di fronte a queste cifre e non si possono accettare numeri da bollettino di guerra per un fenomeno che, invece, è radicato nel malcostume del nostro paese. Troppe volte si è cercato di minimizzare il problema della sicurezza stradale, di posticipare l'analisi e l'assunzione delle necessarie decisioni. Il Governo ha inteso fornire qualche segnale nella direzione di un adeguamento delle sanzioni la cui impalcatura, comunque, deve essere rivista in relazione alla problematica della sicurezza stradale. Occorre, tuttavia, che tute le componenti politiche e sociali siano sensibilizzate sul tema della sicurezza stradale e della tutela dei nostri figli. Non sono più tollerabili queste cifre da bollettino di guerra. Così facendo, alcuni attentano non soltanto alla loro vita ma anche a quella degli altri.
L'impegno del Governo e del Parlamento devono essere chiari, privi di tentennamenti. Non si deve sottoporre ad alcuna preoccupazione di equilibri economici il bene primario della vita e della sicurezza. Quindi, queste iniziative devono essere accompagnate da una strategia propositiva che incentivi tutte le amministrazioni, a tutti i livelli, a vigilare sulla sicurezza stradale. La repressione è efficace solo se accompagnata da una uguale e ancor più incisiva volontà di convincimento e di promozione.
Il messaggio che vorrei arrivasse ai giovani con apposite e anche opportune campagne pubblicitarie, in questo primo giorno della settimana mondiale per la sicurezza, potrebbe essere «Sì, al divertimento, ma sì anche alla vostra vita e a quella dei vostri familiari».
Allora, senza ripetermi, vorrei dire che, prima ancora di intervenire con sanzioni, occorre individuare una strategia che faccia riferimento a punti cardine che riguardano la cura preventiva e tutta una serie di interventi, anche di carattere tecnico, sulla possibilità di salvare vite umane. Faccio riferimento alla segnaletica e alla probabile necessità di cominciare ad individuare dei processi di rottamazione della segnaletica stradale. Inoltre, voglio riferirmi alla tecnologia applicata agli investimenti: quanti incidenti non sarebbero successi e non succederebbero - e purtroppo invece succedono - se vi fosse la tecnologia applicata ai trasporti! Penso, ancora, al problema dei fondi stradali, che molte volte sono la causa degli incidenti, e al problema della dimensione delle strade.
Alcune province e amministrazioni comunali dovrebbero contemperare le spese generali e comprimerle a favore di interventi concreti finalizzati alla sicurezza stradale. Si tratta, ancora, di prendere in considerazione la possibilità di istituire un'agenzia che si occupi non più solo della sicurezza del trasporto aereo, ma della sicurezza dei trasporti nella loro globalità. Tutto ciò per andare avanti, per fare in modo che vi sia un'impostazione caratterizzata da forte sensibilità verso la prevenzione, al fine di eliminare le cause e non tanto sanzionare gli effetti. Quando l'incidente è accaduto e il ragazzo è sulla sedia a rotelle, l'intervento sanzionatorio non serve più assolutamente a nulla.
I soldi ci sono, così come le risorse. Occorre tramutare in investimento ciò che rappresenta tuttora un costo: 35 miliardi di euro è la spesa che incide ogni anno sul Servizio sanitario nazionale; sessantamila ogni anno sono coloro che hanno unPag. 35incidente stradale, molti dei quali sono addirittura mortali. Senza considerare coloro che poi riporteranno delle conseguenze che incideranno sulla loro vita, oltre che su quella dei loro familiari e su tutti coloro che dovranno accompagnarli, per quanto sarà possibile con riferimento ad un'esistenza umana.
Allora, l'impostazione non deve essere quella delle sanzioni, ma deve fare riferimento alla vita. Lo ripeto, il criterio deve essere la vita e l'incolumità, oltre che la sicurezza, e la sicurezza preventiva. Più educazione, meno autovelox, meno sanzioni amministrative per il bilancio del comune, più risorse destinate ad una misura di prevenzione e di educazione!
Mi auguro che l'atto di indirizzo che abbiamo presentato in modo trasversale, insieme ad altri colleghi di vari gruppi - dove si impegna il Governo a far sì che venga approvata una risoluzione che punti sulla educazione soprattutto a partire dalle scuole - di fatto possa trovare unanime consenso ed abbia la possibilità di essere tramutata in atti concreti, fin dai prossimi giorni.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, in quanto capogruppo della Rosa nel Pugno nella Commissione trasporti ho sottoscritto convintamente la mozione in discussione, riconoscendo sia il lavoro di compromesso «bipartigiano» che ha portato al contestuale ritiro di tutte le mozioni che erano state presentate, sia il merito della mozione in esame. Quest'ultima mi consente di affermare convintamente che, almeno in questo caso, non si è raggiunto un compromesso al ribasso, ma una sintesi felice, efficace, positiva e depurata da alcuni eccessi contenuti nelle mozioni di partenza. Questa mozione, infatti, contiene tutto ciò che deve contenere, oltre che un ordine di priorità che io peraltro condivido appieno.
Per esempio, leggo nelle premesse della mozione che è necessaria una netta inversione di tendenza ed un chiaro messaggio anticipatore di una politica di forti investimenti, in favore della sicurezza, della formazione delle persone e del potenziamento dei controlli sulle strade. Infatti, senza investimenti massicci per migliorare le infrastrutture stradali e, soprattutto, i controlli sulla strada, la sicurezza non potrà stabilmente aumentare, qualunque normativa si approvi, finanche se si prevedesse il massimo della pena sancita dal codice della strada.
Coerentemente con questa impostazione, nella parte che impegna il Governo, al secondo punto si citano proprio le azioni strutturali, a partire dagli interventi sulle strade a maggior rischio; al terzo punto si fa menzione di un articolo del codice della strada spesso, purtroppo, non applicato, quello che impone la revisione dei limiti di velocità precedentemente ridotti per lavori in corso, fatto che rende i limiti non legittimi né ragionevoli nella percezione comune e, quindi, non rispettati né rispettabili.
Al quarto punto viene previsto l'incremento dei controlli.
Quindi, come si può vedere, le stesse ragioni che mi fanno essere critico nei confronti del disegno di legge n. 2480, prima discusso, mi portano invece a sostenere la mozione Meta n. 1-00147, di cui sono cofirmatario. Nell'annunciare su di essa il voto favorevole della Rosa nel Pugno, ne raccomando l'approvazione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, purtroppo non andiamo bene. Ho qui con me i dati relativi al 2005, 2006 e all'ultimo weekend di aprile 2007: vi sono stati 28 deceduti nel terzo weekend di aprile 2005, 38 nel 2006 e 41 nel 2007. Sono dati purtroppo in controtendenza rispetto all'idea che si era formata e ai dati positivi registrati a seguito dell'entrata in vigore della patente a punti che ha portato ad un complessivo calo della mortalità.
Intervengo su questa mozione sotto un profilo specifico. Il problema della sicurezzaPag. 36stradale è complesso, articolato, ma esiste una particolare situazione: quella delle stragi del sabato sera. Essa comporta un interrogativo importante: perché gli incidenti, la mortalità e la traumatologia sono complessivamente diminuiti, mentre invece il venerdì e il sabato notte la situazione non è affatto cambiata e ogni anno circa seicento o settecento ragazzi perdono la vita nelle stragi del sabato sera?
Attenzione, si tratta di un'incidentalità che è una patologia nella patologia: se ogni cento incidenti vi sono in media due morti in tutto il resto del giorno e nelle altre notti della settimana, risulta invece che tra le due e le sei del mattino, nelle notti del venerdì e del sabato, su cento incidenti vi sono dai quattro ai cinque morti. Quindi, si registrano una maggiore traumatologia e una maggiore mortalità, riassunte in un dato, secondo me, sostanzialmente agghiacciante.
Negli ultimi quattro anni abbiamo perso tanti giovani sul fronte del divertimento (quasi tremila) quanti ne hanno persi gli americani nella guerra in Iraq. I dati sono uguali: il sabato e il venerdì notte costano, sul fronte del divertimento, la stessa mortalità e traumatologia (vi sono anche migliaia o decine di migliaia di feriti e permanentemente lesi) di quanto la guerra in Iraq comporti per un paese di 250 milioni di abitanti come gli Stati Uniti.
Non si tratta di una maledizione divina, anche perché gli incidenti sono ripetitivi e presentano quasi tutti le stesse caratteristiche. Nell'ultimo weekend, quello di sabato notte, hanno perso la vita due ragazzi di sedici e diciassette anni: erano le tre e mezzo del mattino, non vi era alcun segno di frenata, il guidatore, purtroppo giovanissimo (aveva diciotto o diciannove anni) è stato trovato ubriaco al test alcoolemico.
Qualche volta è l'abuso di alcool, qualche altra volta più semplicemente la stanchezza, la carenza di sonno o le condizioni in cui si è passata la notte tra i rumori assordanti delle discoteche e le luci psichedeliche.
Anche nel caso citato, i ragazzi si trovavano a tre chilometri da casa, quindi erano ormai arrivati alla meta come accade in maniera ripetitiva in simili incidenti, quando è sopraggiunto il colpo di sonno. Il vero problema è che questi settemila, ottomila, diecimila ragazzi negli ultimi tredici anni sono morti in condizioni tali da essere, in qualche modo, dei predestinati. Non erano in grado di guidare o, se lo erano, guidavano in condizioni di rischio talmente elevato da produrre questo tipo di mortalità.
Sono stati versati fiumi di inchiostro sul fatto che tra le tre e le sei del mattino anche una persona riposata ha un orologio biologico dentro di sé, datato da un milione di anni, in base al quale l'attenzione cala di per sé in maniera drammatica: vi immaginate se una persona, oltre al calo di attenzione normale e fisiologico, aggiunge l'alcool, la stanchezza, qualche volta l'impasticcamento, le performance del nomadismo in giro da un locale all'altro, da una località all'altra, da un paese all'altro, in locali che chiudono alle tre, alle quattro, alle cinque e aprono alle sette del mattino con un'offerta spregiudicata, secondo me - l'ho detto mille volte - anche cinica, che gioca sulla pelle dei ragazzi e dei loro clienti, costringendoli in qualche modo all'interno di un circuito infernale nel quale perdono la vita!
Ce lo siamo detti molte volte, ma finora su questo punto il Parlamento ha fatto poco o nulla.
Per due legislature consecutive, anche a maggioranza alternata, i Governi hanno tentato di introdurre qualche elemento di riduzione del rischio. Spero che in questo provvedimento si possano introdurre soluzioni che mi sembrava avessero trovato una quasi unanimità, come, ad esempio, il fatto di non somministrare alcolici dalle due alle sei del mattino, cioè una moratoria della somministrazione degli alcolici.
Vorrei riproporre l'ipotesi che alle quattro del mattino cessi almeno la musica e il ballo, per consentire un passaggio più morbido e tutelato da quel «bombardamento» che fa perdere la percezione della realtà. Tale fenomeno nei locali crea appositamente un effetto di vertigine e fa confondere la realtà con qualche cosa che,Pag. 37poi, quando ci si immette sulla strada, si paga drammaticamente in termini di riflessi.
Quindi, occorre evitare il nomadismo. Infatti, se a quell'ora - ho detto alle quattro del mattino e non alle nove di sera - ci fosse la possibilità di non avere altri «richiami», si ridurrebbe anche il nomadismo e si impedirebbe di girare per centinaia di chilometri sempre in cerca di un locale che chiuda più tardi, apra più tardi o che, sulla trasgressione, lo «sballo» e, qualche volta, lo smercio di droga, basa la propria fortuna.
Spero che alcuni di questi elementi possano essere introdotti nel disegno di legge di cui abbiamo appena discusso e che la proposta di fare della notte del 28 aprile una notte a mortalità zero, avanzata e ripresa dalla Associazione dei familiari delle vittime, possa essere accolta anche dal Parlamento e dal Governo, poiché la società civile già lo ha fatto.
Voi avete visto che da Zapping a Fiorello, a un quotidiano come il Resto del Carlino - rimango sorpreso, ma guarderò meglio, che questa mattina nessun quotidiano nazionale evidenzi tale episodio - non si è riportata la notizia dell'incidente in cui sono morte in condizioni drammatiche due ragazze di 16 e 17 anni. Infatti, se muoiono 8-10 giovani in un solo incidente, questo fa notizia; ma poiché ogni fine settimana muoiono una o due persone alla volta, la circostanza non viene neanche più rilevata: ciò mi sembra di una gravità immensa per le conseguenze devastanti che gli incidenti hanno sulle vittime, sulle famiglie, su chi rimane ferito, nonché per i costi sociali enormi che questa situazione comporta.
Adesso, c'è questa grande mobilitazione della società civile, c'è questo tentativo, questo segnale da dare, che non è certo contro il divertimento: quella notte i ristoranti, i pubs e le discoteche rimarranno infatti tutti aperti.
Si tratta di compiere un grande sforzo anche attraverso il volontariato, ed io, per la verità, avrei preferito, come nel caso delle polveri sottili, un intervento più energico da parte del Governo e degli enti locali. Per una domenica abbiamo chiuso al traffico tutte le città del nord per il problema delle polveri sottili e, secondo me, ciò si poteva stabilire anche per un sabato notte, come segnale emblematico, per determinare una notte a mortalità zero, attraverso un solo blocco del traffico privato. Comunque, mi rendo conto che siamo al 23 aprile, quindi, per il 28 è difficile organizzare una iniziativa di questo genere; ma almeno, come reca la mozione, si dovrebbe disincentivare al massimo l'utilizzo del mezzo privato, dire ai papà e alle mamme di non dare per quella notte la macchina ai loro figli, di organizzarsi in metropolitana, in pullman, con i taxi, con i volontari.
In tantissime città d'Italia ho visto che i Rotary, i Lyons e le associazioni si sono date da fare, e qualche volta anche gli stessi titolari dei locali, per organizzare in quella notte un viaggio sicuro verso la discoteca, con il mezzo pubblico e i pullman, insomma, disincentivando il mezzo privato. Se così sarà, forse domenica mattina ci alzeremo scoprendo che non è una maledizione divina che tutti i sabato notte si debbano avere tanti morti e tanti feriti.
Certo, si potrà fare - e credo che giustamente ciò sia stato scritto nella mozione - una volta all'anno, una notte simbolica che ci ricordi come anche nelle altre notti del week-end si può fare qualcosa per attenuare mortalità e traumatologia.
Ho letto la mozione e credo che tecnicamente, essendosi già svolto un dibattito sulle altre mozioni presentate sulle «stragi del sabato sera», queste ultime vadano in qualche modo ritirate.
Sono disponibile naturalmente a rinunziare a quella che avevo predisposto ed a votare a favore della mozione Meta ed altri n. 1-00147, che, tra l'altro, impegna il Governo a fare in modo che la notte del 28 aprile questo fenomeno e questa inutile strage che ha insanguinato il nostro paese e che è la prima causa di morte giovanile vengano decisamente affrontati (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Locatelli. Ne ha facoltà.
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EZIO LOCATELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è soltanto di qualche giorno fa la notizia rimbalzata in tutto il paese della tragica morte di quattro fratelli - tre bambini e una ragazza - vittime di un tamponamento sull'autostrada A4 in uno dei tratti più trafficati e congestionati d'Europa tra Seriate e Bergamo.
Questo fatto ha suscitato forte impressione per la sua drammaticità e gravità: quattro fratelli stroncati in un colpo solo e una famiglia distrutta.
Come tutti sappiamo, purtroppo questo è soltanto uno dei tanti episodi di una strage infinita. I dati ufficiali ricordati nella mozione in discussione parlano di 230 mila morti ed oltre 7 milioni di feriti tra il 1973 e il 2002. Si tratta di dati sottostimati nell'ordine del 20-30 per cento, tenuto conto dei tempi differiti di rilevamento dei danni e dei decessi effettuati in ambito sanitario. Come se non bastasse, si tratta di costi umani che andrebbero moltiplicati per due, volendo tener conto delle morti per cause attribuibili all'inquinamento atmosferico provocato dal traffico automobilistico.
Tuttavia, rimaniamo pure ai dati sull'incidentalità stradale che, di per sé, sono drammatici poiché - come veniva ricordato in alcuni interventi precedenti - sono superiori alla media europea.
Il bilancio è semplicemente spaventoso pure in presenza di una contrazione dell'incidentalità per effetto di maggiori misure di sicurezza. Al di là dei numeri e dei dati statistici è grave l'atteggiamento fatalista finora invalso, l'accettazione dell'insicurezza come inevitabile corollario del traffico veicolare, in particolare dell'uso dell'automobile, che ha raggiunto in Italia la forma di una vera e propria dipendenza.
Se ciò è avvenuto nel corso di questi anni - vorrei fossimo chiari su questo punto - ciò è dovuto anche e soprattutto all'assenza di un programma di miglioramento dei servizi pubblici degno di questo nome. Questo è il cuore del problema! Credo che sia giusto e necessario, dunque, assumere l'impegno di rafforzare tutta una serie di dispositivi, le iniziative, i controlli per una maggiore sicurezza sulle nostre strade. Tuttavia, dobbiamo anche sapere che, al di là degli aspetti di maggiore regolamentazione, di maggiore sensibilizzazione e di maggiori controlli che è giusto intraprendere, rimane da affrontare il problema di fondo che sento trattato ancora in maniera insufficiente anche nel corso di questo dibattito. Il trasporto su strada, con tutti gli accorgimenti del caso, è destinato a rimanere la modalità di trasporto meno sicura. Dunque, bisogna intervenire a questo livello ed intraprendere robusti interventi correttivi, andando oltre le risposte convenzionali di sempre.
Noi abbiamo uno dei sistemi di trasporto più squilibrati a livello mondiale che nel corso di questi anni ha portato ad una fortissima predominanza del trasporto su strada. Nonostante ciò, il leit motiv di questi giorni a seguito dei drammatici incidenti che hanno tolto la vita a giovani ragazzi va nel senso, ancora una volta, della presunta necessità di accelerare la realizzazione di una serie di grandi opere autostradali e stradali. Ma io credo che non sia questa la direzione che possiamo intraprendere, perché andare in questa direzione significa dire che il cane deve continuare a mordersi la coda. È mai possibile che a nessuno venga in mente di realizzare interventi di moderazione del traffico veicolare, una mobilità con meno strade, una mobilità con meno macchine? Vi è la necessità di sviluppare un trasporto di qualità, un sistema di trasporto sostenibile a cominciare dal trasporto ferroviario e dall'innalzamento della qualità dei servizi del trasporto pubblico. Il fatto è che l'odierna pianificazione delle infrastrutture - vorrei rivolgermi in particolare, se fosse presente in quest'aula, al ministro delle infrastrutture - continua ad andare decisamente nella direzione sbagliata, in una direzione che è inefficace ai fini di un riequilibrio del rapporto quantitativo tra trasporto su strada e trasporto su ferrovia (e, io credo, altre forme di trasporto sostenibile).
Oggi, in occasione della settimana mondiale della sicurezza stradale, stiamo per approvare una mozione che contiene alcuniPag. 39passaggi impegnativi: non solo maggiori controlli, non solo azioni di sensibilizzazione, ma realizzazione di interventi strutturali e infrastrutturali per modificare il modello di trasporto. Vorrei sottolineare con forza proprio questo passaggio della mozione che stiamo per votare, convinto come sono che la politica per la sicurezza deve cambiare rotta, stante la gravità e l'ampiezza del fenomeno delle vittime della strada, e deve andare al di là delle dichiarazioni di principio. Io vorrei che noi fossimo realmente capaci di risposte all'altezza dei problemi che abbiamo di fronte, che attengono alla protezione della vita umana e al diritto ad una mobilità sicura e sostenibile; ma proprio per questo, insieme agli impegni che ci accingiamo ad assumere, certamente importanti, credo che dobbiamo cambiare mentalità e rotta per quanto riguarda le politiche concernenti il sistema del trasporto e della mobilità nel nostro paese.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per i trasporti, Andrea Annunziata, che esprimerà altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.
ANDREA ANNUNZIATA, Sottosegretario di Stato per i trasporti. Signor presidente, voglio preannunciare il parere favorevole del Governo sulla mozione e svolgere poche considerazioni, considerato il dibattito già svoltosi sul disegno di legge n. 2480 e quanto è stato aggiunto nel corso della discussione sulle linee generali della mozione.
Il Governo esprime parere favorevole perché è questo il quadro nel quale ci stiamo muovendo, nel quale si stanno muovendo il Ministero dei trasporti e il Governo: adeguamenti delle sanzioni, perché è stata una buona esperienza quella della patente a punti del precedente Governo, ma anche e soprattutto prevenzione, con azioni e programmi già avviati da tempo.
Il Governo attuale fa tesoro anche di quanto non è stato fatto dal precedente Governo. Ho sentito alcuni interventi demagogici, e credo che, così come la mozione è condivisa e sottoscritta da tutte le parti politiche, così si debba andare avanti per i prossimi mesi e per le prossime settimane. Siamo insieme perché - si è detto da più parti - le morti, gli incidenti e i feriti non hanno bandiere, per cui evitare la demagogia, secondo me, fa bene a tutti. Non vi è alcuna misura contro qualcuno in particolare (ivi compresi gli autotrasportatori); piuttosto, saranno colpiti con misure adeguate quei comportamenti sovente causa di incidenti.
Colleghi, come osservavo poc'anzi, la mozione raccoglie indicazioni già contenute nel programma del nostro Governo; invero, le raccoglie e le rilancia in maniera forte perseguendo l'obiettivo non solo di ridurre il numero delle vittime, ma anche di rendere diversa la cultura degli utenti della strada. Quindi, anche se certamente si mira a dimezzare il numero delle vittime entro il 2010, ciò rappresenterebbe di per sé solo una cifra piuttosto arida; un risultato del genere, se mai, è questione di produzione industriale, seppure in negativo.
Sappiamo bene, dopo i primi risultati favorevoli seguiti all'introduzione della patente a punti, come si esaurisca immediatamente il versante della 'repressione'; è perciò tempo di rendersi conto di come il discorso sulla prevenzione faccia parte dell'educazione stradale. Ciò si persegue con l'adozione - come indica nella parte dispositiva il testo della mozione - di «azioni strutturali»; con la verifica dell'attuazione della disposizione del codice della strada che obbliga «(...) gli enti proprietari delle strade ad adeguare tempestivamente i limiti di velocità al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari (...)»; con l'incremento dei controlli, e a tale proposito,Pag. 40con riferimento all'autotrasporto (non sono veri i dati forniti dall'onorevole Uggé in quanto i controlli, in questi primi mesi dell'anno, sono raddoppiati). Ancora, si è avviata in maniera concreta l'educazione stradale con l'ampio finanziamento previsto dalla legge finanziaria per il 2007 (mai finanziamento del genere fu previsto da altro Governo in una situazione difficile quale quella affrontata dall'ultima legge finanziaria), e si sta provvedendo alla revisione di alcune norme del codice della strada, così come chiede la mozione. Ricordo poi che stamattina eravamo impegnati in Assemblea nella discussione di un disegno di legge che è parte - come abbiamo tutti riconosciuto - di una iniziativa tesa a diminuire drasticamente gli incidenti stradali: si attua una maggiore collaborazione con i gestori di esercizio, di ritrovo e di intrattenimento (mi riferisco anche a quanto osservava l'onorevole Giovanardi) e si persegue poi un'azione di sensibilizzazione a favore dei giovani sui temi della prevenzione.
Si tratta di misure poste già in atto, adottate dal nostro Ministero.
Ricordo inoltre l'assunzione di iniziative e l'adozione di provvedimenti normativi volti a dettare ulteriori specifiche disposizioni per i neopatentati, misure peraltro previste dal nostro disegno di legge. Si stimoleranno poi le case costruttrici di autovetture a continuare ad investire affinché i mezzi siano più sicuri; analogamente, si inviteranno le case costruttrici ad evitare il ricorso ad un tipo di pubblicità sul mercato che spesso riguarda prestazioni impossibili, quasi che i giovani o i meno giovani possano usare l'autovettura così come ce la presentano alcuni spot! Si favorirà poi il riequilibrio del trasporto: è questo il grande tema, la grande scommessa del Ministero dei trasporti e del Governo intero. Infatti, si è capito da tempo - ma peccato siano trascorsi inutilmente gli anni passati - come il riequilibrio del trasporto, come sosteneva l'onorevole Locatelli e tanti altri colleghi intervenuti, sia la chiave di volta per la riduzione dell'incidentalità. È evidente che riequilibrare il trasporto diminuendo quello su gomma - spesso causa di gravi intasamenti e di tanti incidenti - è motivo di preoccupazione del Governo, che ha già avviato, con il piano generale della mobilità, il perseguimento di tale obiettivo.
È altresì evidente che siamo carenti sul piano infrastrutturale; al riguardo, ritengo di potermi ricollegare a quanto sostenuto prima; bisogna infatti evitare qualsiasi tipo di demagogia. Riconosco in tal senso all'onorevole Giovanardi di essersi espresso in termini di obiettività quando quanto ha sostenuto che si è perso tanto tempo: è ora di darci da fare; quindi, non solo per il riequilibrio del trasporto ma anche rivolgendo grande attenzione alle infrastrutture.
Infine, si sosterranno tutte le iniziative della «prima settimana per la sicurezza globale sulle strade»; al riguardo, le opportune misure sono state avviate dal nostro Dicastero con la collaborazione del Ministero della pubblica istruzione e di tutti gli altri ministeri competenti. Vi ringrazio tutti per l'attenzione.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 14,05 con la trattazione del successivo punto all'ordine del giorno, cioè con la discussione sulle linee generali della mozione Baldelli ed altri n. 1-00137 sul precariato nelle pubbliche amministrazioni.
La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 14,05.