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Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1375 - Senatori Bianco e Sinisi: Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio (Approvata dalla I Commissione permanente del Senato) (A.C. 2427) (ore 19,10).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2427)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gasparri. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, anche alla luce della mancata approvazione degli emendamenti che abbiamo proposto, il nostro gruppo voterà contro questa proposta di legge.
Sappiamo bene che ci sono degli adempimenti riguardanti direttive europee ed anche una procedura di infrazione in atto, ma contestiamo l'inserimento in questo provvedimento della dicitura «visite», perché potrebbe aprire il varco a tutta una serie di ingressi non collegati ad attività di lavoro e commerciali che persone provenienti da qualsiasi parte del mondo possono e devono svolgere in Italia (si tratta di un'opportunità per il nostro Paese).
Semmai è questo Governo ad aver costretto recentemente l'ambasciatore degli Stati Uniti a scrivere una lettera al Corriere della Sera per denunciare l'impossibilità di fare investimenti in Italia. Non abbiamo alcuna xenofobia nei confronti di alcuno e tanto meno verso coloro che per ragioni commerciali vengono in Italia, né per coloro che devono frequentare il nostro paese per motivi di studio, dal momento che l'Italia è una meta estremamente significativa nell'ambito del panorama culturale a livello globale.
Tuttavia, il termine «visite» ci appare ambiguo, perché, onorevoli colleghi, il problema non è tanto la direttiva europea e il suo recepimento; è il Governo italiano, Ministro Bonino, che non è credibile in materia di immigrazione, poiché esso perde colpi e consensi ed è perciò politicamente e democraticamente morto, ancora in vita solo per una sorta di auto-accanimento terapeutico che prima o poi si esaurirà, perché avete tentato in questi mesi di aggirare in tutti i modi la legge Bossi-Fini sull'immigrazione, citata anche da qualche collega. Inoltre, non avete avuto la capacità di modificarla e non credo che ne avrete la possibilità in questo Parlamento; tuttavia, con l'uso distorto delle quote di ingresso e amplificandole a dismisura, con una serie di atti di ordine amministrativo, avete allentato le maglie delle politiche di controllo in materia di afflusso in Italia di cittadini extracomunitari e attualmente ci troviamo a fronteggiare una situazione allarmante e di emergenza dovuta ad eccesso di tolleranza, di sbarchi che si stanno moltiplicando, di situazioni che stanno degenerando nelle principali città italiane. Basta ricordare quanto è accaduto a Milano, in quella zona che ormai viene chiamata la Chinatown di Milano, e quanto avviene con tanti episodi di cronaca non tutti addebitabili a stranieri, ma in molti casi tali vicende hanno avuto cittadini extracomunitari come protagonisti.
Credo che questo termine un po' ambiguo delle «visite» potrà costituire un ulteriore alibi per gli ingressi di persone in Italia.
Per questo motivo, abbiamo chiesto di modificare il provvedimento, lasciando nel disposto normativo il riferimento chiaro alle visite di affari, a quelle collegate ad attività culturali e di studio non estendendo la facoltà di concedere permessi in base al termine così ambiguo di «visite».
Qualche collega, l'onorevole Stucchi ed altri, ha usato toni «goliardici» e provocatori nel dire quali tipi di visite taluni potrebbero fare, ma la cronaca ci dimostra che hanno ragione.Pag. 91
Contestiamo, con il voto contrario del gruppo di Alleanza Nazionale, la vostra complessiva politica nei rapporti con gli stranieri e con gli extracomunitari. Vi è, inoltre, la proposta di legge che è stata annunciata dal Governo (vedremo quando sarà discussa). L'aspetto singolare è che siete un Governo clinicamente e politicamente morto, grazie anche alle certificazioni che voi stessi avete prodotto.
Nei giorni scorsi, dopo aver firmato, insieme al Ministro Ferrero, la proposta di legge sull'immigrazione, il Ministro dell'interno Amato, in un forum con un'intervista sul Corriere della Sera ha detto che la norma sugli sponsor, reintrodotta dalla proposta Amato-Ferrero, non piace al Viminale perché potrebbe essere utilizzata dai trafficanti di prostituzione, dai mercanti di sesso i quali potrebbero garantire, con delle somme che hanno facilmente a disposizione, l'ingresso di persone dall'estero. Successivamente, i soldi «esibiti» (come una sorta di cauzione) potrebbero essere recuperati mandando delle sventurate (o sventurati: abbiamo visto che anche nelle fila del Governo vi è un gradimento per persone di dubbia definizione, che sono sui marciapiedi delle nostre città) a prostituirsi, recuperando i soldi della «sponsorizzazione».
Il Ministro Amato prima fa le proposte sbagliate e poi «si para», mette le mani avanti. Ha già detto, nell'intervista, che la misura dello sponsor è sbagliata. Ora, se diffida Amato dalle proposte che egli stesso firma, come potremmo noi fidarci di questo Governo, della sua politica sull'immigrazione e anche del modo, capzioso, con cui si utilizza la necessità di recepire una direttiva europea estendendone l'ambito, creando delle ambiguità, facendo riferimenti alle visite?
Riteniamo che l'Italia abbia bisogno di una politica di maggiore fermezza e rigore sul fronte dell'immigrazione. Non vogliamo criminalizzare nessuno, ma quanto è avvenuto a Milano, a Roma, in Piemonte nei giorni scorsi, una serie di episodi inquietanti, non si può affrontare con la demagogia, con l'uso indiscriminato delle quote di ingresso (estese a 500-600 mila persone l'anno), con gli annunci-manifesto di una proposta, come quella del Governo, che non sarà approvata, ma incoraggia gli sbarchi in Italia, con la politica demagogica volta non a migliorare, ma a smantellare i centri di trattenimento temporaneo e con la proposta di legge in esame che, con il pretesto delle visite, servirà da alibi e giustificazione per molti che entreranno illegalmente in Italia.
La vostra politica sull'immigrazione non è credibile, il vostro Governo non è credibile e gli italiani lo dimostrano ogni giorno, non più soltanto con i sondaggi che sono un fatto virtuale, ma con i voti, che sono un fatto reale e riteniamo che il nostro voto contrario sia un atto dovuto soprattutto come giudizio negativo sulla vostra azione, sulla vostra condotta, sulla vostra scarsa credibilità che costituisce per noi motivo di grande preoccupazione.
Avreste potuto correggere, accogliendo le nostre proposte, la proposta di legge in esame. Non lo avete voluto fare perché siete chiusi al confronto quale che sia l'argomento che si discute in Parlamento. Non abbiamo l'obbligo di supportare le vostre politiche sbagliate! E poi, se dovesse essere approvata la proposta di legge nell'attuale formulazione, scopriremo che qualcuno se n'è avvalso non per fare visite di cultura o di commercio, che sono le benvenute, ma altre attività, e allora potremo denunciare la vostra insipienza.
Pertanto, il gruppo di Alleanza Nazionale vota, con convinzione, contro la proposta di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 19,35)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Adenti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, il provvedimento in esame è necessario, utile e contiene adeguate garanzie. È questo il motivo per il quale, come già Pag. 92espresso in sede di discussione sulle linee generali, annuncio il voto favorevole dei Popolari-Udeur.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare il voto favorevole del gruppo La Rosa nel Pugno. Un voto convinto perché si tratta di un ennesimo provvedimento che il Governo adotta per superare le tante infrazioni che lo Stato italiano ha accumulato in questi anni rispetto alle direttive europee. Un voto favorevole per una parziale modifica della legislazione sull'immigrazione, come richiesta dalla Comunità europea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ronconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO RONCONI. Signor Presidente, intervengo per esprimere voto di astensione da parte del gruppo dell'UDC. L'adeguamento dell'ordinamento italiano, cui si provvede con questa proposta di legge, tende a rispondere ad un rilievo della Commissione europea, che ha già avviato la fase pre-contenziosa di una procedura di infrazione.
La nostra posizione e il nostro voto di astensione, tuttavia, non vanno ad intaccare il nostro giudizio assolutamente negativo sulla scriteriata politica dell'immigrazione che il Governo Prodi intende portare avanti. Il vostro intento è quello di smantellare l'impianto della cosiddetta legge Bossi-Fini, attraverso il cosiddetto disegno di legge Amato-Ferrero. La nostra posizione sarà, in quella sede e in quella occasione, di totale chiusura e contrarietà. La domanda di sicurezza che viene dal Paese e dai cittadini non può rimanere inascoltata.
Il Governo Prodi è animato da un «buonismo» più interessato che genuino e non sembra tenere conto di quanto accade, la cui responsabilità, nell'opinione del ministro Ferrero, è della cosiddetta legge Bossi-Fini.
In conclusione, noi confermiamo il voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costantini. Ne ha facoltà.
CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore di questo provvedimento perché intende raccogliere la sollecitazione del Ministro, il quale ieri ha ricordato come la modifica della normativa - che obbliga alla richiesta del permesso di soggiorno, anche per i periodi non superiori a tre mesi motivati per visite, affari e turismo - sia imposta da una procedura di infrazione della Commissione europea e sollecitata ai rappresentanti dello Stato italiano in occasione di tutte le missioni all'estero.
C'è un aspetto che tuttavia desidero sottolineare per fare un po' di chiarezza rispetto ad una discussione che credo abbia fondamentalmente ignorato, sul versante della sicurezza, il testo della legge che modifichiamo e il testo della proposta di legge in esame. Rispetto al principale dei problemi sull'immigrazione che ci troviamo ad affrontare, ovvero quello legato alla circostanza che la stragrande maggioranza dei clandestini è costituita da stranieri entrati nel nostro territorio attraverso procedure legittime e permessi regolari, possiamo affermare che la proposta di legge in esame non cambia sostanzialmente nulla rispetto alla normativa vigente e, per certi versi, la migliora proprio sul versante della sicurezza. Ve ne spiego le ragioni. In entrambi i casi, lo straniero accede nel territorio dello Stato attraverso il visto di ingresso, se previsto, ed ha al massimo otto giorni per regolare la propria presenza, attraverso la domanda del permesso di soggiorno con il vecchio testo, mediante la dichiarazione di presenza con il nuovo testo. In questo caso, però, tale domanda deve essere anticipata alla stessa autorità di frontiera, nel caso in cui sia esterna all'area Schengen. Tutto ciò avviene con la proposta di legge in esame, che pertanto opera un rafforzamento dei poteri dello Stato sul piano del controllo e Pag. 93della sicurezza rispetto alla normativa oggetto di modifica. Non ci sono quindi ragioni logiche legate al buon senso che possano giustificare un dissenso rispetto a questo intervento che ci consente di superare le procedure di infrazione e di prendere atto della presenza dello straniero nel territorio dello Stato sin dalla frontiera. Il sistema attuale, invece, vede lo straniero entrato in Italia sparire per otto giorni e riemergere successivamente, in occasione della presentazione della domanda di soggiorno.
C'è un aspetto che però dobbiamo sottolineare in questa occasione ed è legato all'assenza, in entrambi i sistemi, di meccanismi idonei a prevenire il rischio che gli stranieri entrati in Italia legittimamente si trasformino subito dopo in clandestini, facendo perdere le loro tracce. Dobbiamo svolgere una considerazione legata al rifiuto di prendere atto di una situazione che, anche a livello europeo, non si vuole adeguatamente affrontare. Mi riferisco alla evidente contraddizione che emerge in ogni tentativo di trattare come «soggiorno» un accesso nel Paese, che, invece, risponde a finalità del tutto diverse. La parola «soggiorno» implica una volontà di ingresso e una di uscita per realizzare in questo periodo, che per definizione ha un suo inizio ed una sua fine, una vacanza, un affare o un percorso di studio.
Proprio seguendo questa logica, l'Unione europea ha adottato delle norme finalizzate ad assicurare la libera circolazione dello straniero nel territorio degli Stati membri, con il solo vincolo del visto, se previsto, e senza nessuna altra particolare responsabilità durante il soggiorno.
C'è un problema, però, del quale prima o poi dovremo prendere atto. Si tratta del problema legato al fatto che in moltissimi, in troppi casi non siamo in presenza di soggiorni, per la semplice ragione che chi entra lo fa per non uscire più e per restare nel Paese anche a costo di rendersi irregolare e irreperibile.
È per questo che non possiamo non rilevare la totale inadeguatezza della normativa comunitaria alla quale oggi dobbiamo conformare il nostro ordinamento. Si tratta di una normativa che risale ad oltre vent'anni fa, quando il fenomeno dell'immigrazione clandestina e irregolare era del tutto sconosciuto. Una normativa che tratta, di conseguenza, come un semplice soggiorno quello che in molti casi si rivela, invece, come un tentativo di ingresso nel Paese e che in pochi giorni, in assenza di adeguati controlli da parte dello Stato, si trasforma da legale in illegale.
Su questo aspetto, signor Ministro, abbiamo predisposto un ordine del giorno che è stato accettato per impegnare il Governo a promuovere iniziative in ambito europeo affinché le normative comunitarie, soprattutto quelle approvate prima che il fenomeno dell'immigrazione irregolare assumesse le attuali dimensioni, risultino al più presto adeguate alle sopravvenute necessità di sicurezza dei cittadini degli Stati membri dell'Unione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, annuncio, come ho anticipato ieri durante la discussione sulle linee generali, il voto favorevole del gruppo dei Verdi su questa proposta di legge che, come tutti sanno, riprende una normativa che era già stata inserita in un decreto-legge cosiddetto «anti-infrazione» e che, poi, è stata espunta da quel provvedimento per essere recepita nella proposta di legge in esame di iniziativa parlamentare.
Ricordo a questo riguardo, semplicemente perché resti agli atti, che, come ha evidenziato il collega Stucchi, è vero che in Commissione al Senato il senatore Calderoli si è pronunciato in senso contrario, ma né il suo gruppo né alcun altro gruppo - e ciò costituisce un fatto positivo - si è opposto al fatto che tale provvedimento venisse approvato in sede deliberante al Senato. In sede di dichiarazione di voto finale, il senatore Saporito di Alleanza Nazionale si è astenuto a nome del suo gruppo e il senatore Maffioli, a nome del Pag. 94gruppo dell'UDC, ha dichiarato il voto favorevole e anche il senatore Saro, a nome del gruppo Democrazia Cristiana-Indipendenti-Movimento per l'Autonomia ha dichiarato il voto favorevole, oltre ovviamente a tutti i gruppi del centrosinistra.
Replico pacatamente al collega Gasparri, che ha fatto una polemica di carattere generale sulle modifiche alla legge Bossi-Fini, ricordando che, in realtà, il comma 3 dell'articolo 5 corrisponde a un testo che è stato confermato e addirittura modificato dalla legge Bossi-Fini, sull'impianto della precedente legge Turco-Napolitano. La disposizione di cui al comma 3 afferma che «la durata del permesso di soggiorno non rilasciato per motivi di lavoro è quella prevista dal visto di ingresso, nei limiti stabiliti dal presente testo unico o, in attuazione degli accordi e delle convenzioni internazionali in vigore. La durata non può comunque essere superiore a tre mesi per visite, affari e turismo» . Qui non è citato lo studio perché, in realtà, per lo studio si prevede la durata di un anno nel testo della legge Bossi-Fini che ha modificato la legge Turco-Napolitano.
Siamo di fronte, quindi, a polemiche assolutamente, a mio parere, infondate e pretestuose. Dobbiamo dare, invece, una risposta positiva, come Stato e come Parlamento, alla lettera di messa in mora con la quale l'Unione europea ha avviato la procedura di infrazione n. 2126 del 2006. In questa materia, infatti, l'Unione europea ha rilevato che la disciplina vigente in Italia riguardo al soggiorno breve non è coerente con l'ordinamento comunitario. Non si tratta di uno stravolgimento della legge sull'immigrazione - di questo argomento parleremo più avanti ampiamente - ma di una risposta necessaria e necessitata da una procedura di infrazione che, con l'approvazione di questa proposta di legge, supereremo positivamente.
PRESIDENTE. Signore e signori deputati, mi pare che le intese fra i gruppi fossero nel senso di concludere l'esame di questo e del successivo punto all'ordine del giorno, anche al fine di poter inserire, con una deliberazione ai sensi dell'articolo 27 del Regolamento, il voto sull'elevazione di un conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria. Affido dunque alla responsabilità dei colleghi l'opportunità di contenere gli interventi per rispettare il percorso frutto delle intese.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, intervengo solo per pochi minuti perché è opportuno ricordare alcuni fatti importanti relativi a questo provvedimento. Anzitutto la questione del turismo è una giustificazione che non regge e ciò vale anche per la procedura di infrazione a livello europeo che esiste sicuramente e non la nego; è altrettanto vero, però, che le decisioni assunte dalle istituzioni europee non costituiscono un dogma, non esiste l'infallibilità dell'Unione europea e credo che tante scelte fatte a livello europeo vadano in una direzione non condivisa dai cittadini. Del resto se i cittadini di due paesi, con una grande presenza di stranieri al loro interno, come la Francia e l'Olanda, hanno bocciato il Trattato costituzionale a loro sottoposto con scelta democratica e con referendum popolare, l'hanno fatto anche perché evidentemente non condividono la linea politica generale con cui viene condotta l'Unione europea. Quindi non tutto quello che viene contestato a livello europeo deve essere per forza di cose condiviso dai singoli Paesi.
Detto questo, dobbiamo anche svolgere una riflessione sulle piccole modifiche che via via si stanno inserendo nella cosiddetta legge Bossi-Fini per cercare di scardinarne alcuni elementi in attesa dell'approvazione del cosiddetto disegno di legge Amato-Ferrero e, quindi, in attesa di altri tempi bui che si prospettano per i nostri cittadini. Credo che tutti coloro che si troveranno in Italia per determinate visite magari tra poco verranno anche fatti votare; si troveranno qui per caso, in transito sul territorio nazionale per qualsiasi tipo di motivazione e l'attuale Governo proporrà loro anche la possibilità di votare, se presenti in una delle nostre mille città nel giorno in cui si svolgono le elezioni. Con questa filosofia si dimenticano Pag. 95le conseguenze di un mancato controllo reale del territorio, di una mancata regolamentazione dell'immigrazione, conseguenze che portano ad episodi come quello accaduto ieri a Novara. Bisognerebbe attribuire la medaglia d'oro al valore civile ai due agenti rimasti feriti ieri perché hanno messo a rischio la loro vita per difendere i cittadini presenti sul pullman sequestrato da tre delinquenti; lo hanno fatto sapendo quello che rischiavano, ma anche perché si sono trovati in una situazione determinata dalla disapplicazione della legge in vigore e dalla filosofia politica seguita nell'emanazione dei nuovi provvedimenti che incentivano l'arrivo nel nostro Paese di queste persone.
Concludo respingendo l'accusa rivoltami prima in sede privata da un collega: mi è stato detto che sono un deputato poco sensibile e con poco cuore perché voglio impedire le visite ai parenti in carcere dei tanti extracomunitari presenti sul nostro territorio. Non è quella la nostra filosofia, non sono queste le visite che noi intendiamo ostacolare e credo che la strada da seguire sia ben diversa. Per tali ragioni confermo il voto contrario del gruppo della Lega Nord Padania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, noi voteremo contro questo provvedimento almeno per due motivi fondamentali. Anzitutto, come ho già detto, perché è difficile chiedere all'opposizione di appoggiare una proposta di legge quando già il relatore e il Governo hanno ammesso che vi sono errori tecnici notevoli nell'elaborato.
In secondo luogo, perché è difficile immaginare una politica sull'immigrazione per «spezzoni»: si è concordi su piccoli settori o piccoli aspetti, come in questo caso, ma maggioranza e opposizione hanno visioni diametralmente opposte sulla base politica e sociale delle politiche di immigrazione e di integrazione nel Paese.
Vorrei replicare al collega Costantini: è difficile affermare che questa legge rafforza il sistema di sicurezza rispetto a quella precedente. Come facciamo a sostenere che una dichiarazione personale del soggetto che entra in Italia, fatta alla questura o agli uffici di frontiera, sia maggiormente garantita rispetto alla richiesta di permesso di soggiorno? Mi sembra un paradosso!
Vorrei concludere, invece, con un dato più politico e forse più costruttivo nei confronti del Governo. Mi rivolgo soprattutto all'onorevole Lucidi e al ministro Bonino. Sul tema dell'immigrazione in sede europea tutti i Paesi della sponda del Mediterraneo hanno problemi seri: non abbiamo, spesso, sensibilità comuni con i Paesi del nord Europa, che non vivono come noi, in termini soprattutto di sicurezza, il problema dell'immigrazione.
È arrivato il momento, forse, di far sentire con ancora più forza le nostre motivazioni, non assecondando spesso, troppo spesso - essendoci alternati al Governo, possiamo dirlo con assunzione di responsabilità comune - le decisioni di altri Paesi, quando poi, sugli stessi tavoli, sono proprio i Paesi del nord-Europa ad accusare quelli della sponda mediterranea, e soprattutto l'Italia, di essere sostanzialmente il «colabrodo» e la porta aperta per l'Europa e per tutti.
Da una parte ci impongono un eccessivo buonismo, dall'altra ci condannano per la nostra incapacità di controllare le frontiere. Penso che, prima o poi, anche questo gioco in sede europea dovrà finire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, intervengo brevemente. Ho ascoltato gli argomenti dell'opposizione, ma credo che vi siano elementi legati all'attualità. Alcuni ricercatori cinesi, ad esempio, hanno rinunciato a venire nelle università italiane e sono andati a studiare nel Regno Unito perché la nostra burocrazia rendeva impossibile il loro arrivo; analogamente, alcuni manager indiani hanno preferito la Germania all'Italia, proprio per le nostre pesanti procedure burocratiche.Pag. 96
Se c'è qualche elemento legato all'attualità, è questo: tutto il resto non ha nulla a che fare con il provvedimento e verrà dibattuto a tempo debito, quando discuteremo la riforma dell'immigrazione. Ricordo che si tratta di un intervento molto specifico e tecnico, che deve porre la legislazione italiana in linea con la legislazione europea. L'urgenza è giustificata dal fatto che la procedura di infrazione è in fase molto avanzata e non si restringono i controlli, perché i visti, laddove richiesti, rimangono; anzi, i controlli vengono anticipati, perché, con il nuovo intervento del Governo, essi sono legati alla permanenza, e cioè al permesso di soggiorno, ed arrivano in anticipo, cioè al momento dell'ingresso alla frontiera. Per tali motivi la disciplina dell'espulsione rimane così come è stabilita ed anche su questo non si interviene.
Mi sembrano tutti buoni motivi per annunciare il voto favorevole del gruppo de L'Ulivo (Applausi di deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frias. Ne ha facoltà.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Presidente, darò il mio contributo all'accordo firmato dai gruppi e consegnerò il mio intervento, ma chiedo un minuto per dichiarare semplicemente il voto favorevole del gruppo Rifondazione Comunista - Sinistra Europea sulla proposta di legge. Votiamo a favore perché il provvedimento tende a correggere una delle storture della normativa italiana che riflette la «schizofrenia» del dibattito politico in materia di immigrazione, e cioè che, da una parte, quando si parla di repressione, si invoca l'Europa per giustificare l'esistenza dei CPT, dall'altra, quando si tratta di riconoscere, come in questo caso, un minimo diritto alla libera circolazione dei cittadini, l'Europa non vale più e dobbiamo porre altri paletti.
In questo senso siamo convinti che, effettivamente, la riforma della legge complessivamente vada affrontata al più presto. Questo è un provvedimento modestissimo quanto alla modifica delle condizioni materiali di vita.
Speriamo che sia un primo passo importante verso il lavoro da compiere sull'impianto di una normativa che è completamente repressiva e basata sulla ricerca del consenso utilizzando la xenofobia (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. La Presidenza autorizza, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della dichiarazione di voto della deputata Frias.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.