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Informativa urgente del Governo sul sequestro di un pullman di linea in Piemonte da parte di tre cittadini albanesi.
(Intervento del Viceministro dell'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Viceministro dell'interno, Marco Minniti.
MARCO MINNITI, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel primissimo pomeriggio dello scorso 15 maggio, esattamente tra le 13,30 e le 14,00, tre persone hanno dirottato e sequestrato un autobus della società Arfea in servizio sulla linea extraurbana tra Alessandria ed Acqui Terme. Sull'autobus, oltre all'autista, si trovavano quindici persone, tra cui due poliziotti liberi dal servizio.
Il primo dei sequestratori successivamente arrestati è stato identificato nel cittadino albanese Muka Alì, nato a Tirana il 13 settembre 1980, in Italia dall'ottobre 2000, residente ad Alessandria e titolare di permesso di soggiorno per lavoro subordinato in corso di rinnovo. Il secondo arrestato è Albrahimi Armand, nato il 4 settembre 1988 in Albania, entrato clandestinamente in Italia e privo di permesso di soggiorno, domiciliato in via Castello 13 ad Alessandria presso una sua parente regolarmente residente in Italia. Il terzo arrestato, da una prima identificazione, potrebbe essere Ahmeti Rustem, nato l'8 giugno 1986 ed entrato clandestinamente in Italia quando era minorenne.
Il procuratore della Repubblica di Torino riferisce che non risultano a carico di nessuno degli arrestati condanne penali passate in giudicato o procedimenti penali pendenti; ma lo stesso procuratore aggiunge che in sede di interrogatorio Ahmeti Rustem ha dichiarato di essere stato arrestato a Milano nel 2003 per reati di droga. È stato però ribadito da parte del procuratore di Torino che dal casellario giudiziario non risultano condanne passate in giudicato.
Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria afferma, a sua volta, che risulta un precedente per tentato furto a carico di tale Ahmeti Rustem e presume che possa trattarsi della stessa persona arrestata lo scorso 16 maggio. In questo momento sono in corso accertamenti, dunque, su sei cittadini albanesi, nati tra il 1984 e 1986, che hanno nomi quasi identici. Gli elementi che ho fornito suggeriscono, quindi, un approccio serio e rigoroso a questa vicenda, partendo prima di tutto dai dati di fatto che ho al momento messo in vostro possesso.
Secondo tutte le ricostruzioni ufficiali fornite, rispettivamente, dalle questure di Alessandria e Novara e dal Comando generale dell'Arma dei carabinieri, i due poliziotti presenti casualmente tra i passeggeri, l'assistente capo Egidio Valentino, in forza presso il Centro raccolta interregionale vestiario e casermaggio di Alessandria, e il vicesovrintendente Roberto Curelli, in servizio presso la Scuola allievi agenti di Alessandria, sono stati decisivi per impedire un esito drammatico della vicenda, che si è conclusa con il ferimento dei due stessi agenti e di uno dei sequestratori (salvaguardando, quindi, interamente l'incolumità di tutte le altre persone presenti sull'autobus).Pag. 4
A tutti i cittadini coinvolti in questa vicenda voglio esprimere la solidarietà del Governo e mia personale; in particolare, voglio rivolgere un forte ringraziamento, non formale, ai poliziotti Valentino e Curelli, ai quali auguro una pronta e completa guarigione. In altri termini, come risulterà evidente dalla ricostruzione, si è rivelato un meccanismo tipico della sicurezza diffusa: è accaduto, cioè, che personale di polizia non in servizio, casualmente coinvolto in un evento non prevedibile, abbia reagito con coraggio, lucidità, grande professionalità e corretta scelta dei tempi e delle modalità di intervento.
Nel nostro Paese sono presenti - voglio sottolinearlo - energie diffuse, a partire da quella delle Forze di polizia, che si sentono sempre e comunque mobilitate, al di là degli obblighi e degli ordini di servizio, per aiutare i cittadini e per difenderli, pronte a fare scattare reciproche solidarietà, che possono risultare decisive. Si tratta di un patrimonio prezioso, costruito nel tempo, grazie alla sensibilità e all'impegno di tutti e di cui il Paese intero penso possa andare fiero. Questo contesto ha consentito anche all'autista dell'autobus un impegno che ha contribuito al buon esito finale dell'operazione, al cui servizio è scattata un'immediata mobilitazione della polizia e dei carabinieri del territorio interessato, avvertiti dal Valentino.
Ma veniamo alla dinamica dell'episodio. I tre, secondo quanto riferito dalla questura e dai carabinieri che stanno svolgendo le indagini, sono entrati in azione all'altezza di Cassine, in provincia di Alessandria. Erano in possesso di una pistola, due coltelli e taniche con liquido infiammabile, esibiti minacciosamente per costringere l'autista ad invertire il senso di marcia ed imboccare l'autostrada in direzione di Milano.
All'altezza del casello autostradale di Alessandria sud, approfittando del rallentamento necessario all'autista per il ritiro del tagliando di ingresso in autostrada, l'assistente capo Valentino ha valutato essere arrivato il momento giusto per scoprirsi ed intervenire. Egli aveva, evidentemente, già individuato l'obiettivo da attaccare per ridurre al minimo i pericoli per i passeggeri, vale a dire il malvivente armato di pistola, contro cui si è mosso nel tentativo di disarmarlo. I complici dell'uomo armato si sono a loro volta avventati sul Valentino, colpendolo in testa con un corpo contundente e ferendolo ripetutamente all'avambraccio con il coltello.
Il Valentino, nonostante il ferimento, ha sferrato un calcio alla porta dell'autobus, aprendola, e si è lanciato fuori dallo stesso mezzo. I malviventi hanno terrorizzato i passeggeri sparando un colpo di pistola verso l'alto, in modo da riprendere il controllo della situazione. Intanto Valentino ha immediatamente avvertito il 113 della questura di Alessandria, che in tempo reale ha allertato tutti i reparti territoriali della zona, compresi i reparti cinofili e i reparti volo della Polizia di Stato.
Nel frattempo l'autobus, che aveva imboccato l'autostrada A26 in direzione Gravellona Toce, è stato fermato dai tre banditi, che si sentivano evidentemente scoperti dalla fuga di Valentino, nella stazione di servizio di Casale Monferrato. Si liberavano di donne e anziani, trattenendo come ostaggi a bordo gli uomini, che venivano legati ai braccioli dei seggiolini con del nastro adesivo. I dirottatori individuavano anche, a quel punto, il vicesovrintendente Curelli, che aveva anch'egli tentato di reagire. Al poliziotto veniva riservato un trattamento speciale: tramortito con colpi al volto, che gli fratturavano il setto nasale, veniva legato poi con particolare cura. I dirottatori quindi cospargevano l'interno del pullman con la benzina prelevata da una tanica.
La marcia dell'autobus è proseguita in provincia di Novara per raggiungere Milano attraverso la statale 11, nei pressi del comune di Cameriano, in provincia di Novara. Il mezzo si è fermato ad un distributore di carburante per fare rifornimento, per poi proseguire verso il capoluogo lombardo. Alle 15,55, quindi, in località San Martino di Trecate, sempre in provincia di Novara, il mezzo è stato intercettato da due autopattuglie dell'ArmaPag. 5dei carabinieri, che hanno tentato di interrompere la corsa con un posto di blocco che i malviventi hanno forzato, costringendo l'autista sotto minaccia a speronare una delle due vetture messe di traverso sulla strada. Per sfuggire ad altri possibili posti di blocco, il conducente è stato poi obbligato ad imboccare una strada sterrata parallela alla statale, ma percorse poche centinaia di metri l'autobus è stato fermato da un ostacolo che impediva il transito a mezzi più alti delle autovetture. Braccati dai carabinieri, i tre hanno dato fuoco all'autobus e uno di loro ha ingaggiato un conflitto a fuoco con i militari mentre gli altri, tagliati i nastri che legavano i passeggeri, appiccate le fiamme, fuggivano.
Il Muka, ferito ad un braccio nel conflitto a fuoco con i carabinieri, è stato immediatamente arrestato e trasferito nell'ospedale civile di Novara, dove è stato ed è tuttora piantonato. Nella sua abitazione è stato rinvenuto materiale esoterico e satanista, in relazione al quale sono in corso indagini. Le analisi a cui è stato in ospedale sottoposto hanno rivelato la presenza nel sangue di sostanze stupefacenti, a conferma della testimonianza dei passeggeri secondo cui i sequestratori ne hanno fatto uso durante le fasi convulse del loro tentativo.
Uno dei due fuggitivi, l'Albrahimi, è stato catturato alcune ore dopo, circa alle 19,00, nell'area boschiva circostante, durante una battuta della Polizia di Stato con cani poliziotti e un elicottero. Il terzo complice, che si presume sia Ahmeti - ma le questioni relative all'identificazione le ho trattate nella prima parte del mio intervento - è stato arrestato il giorno successivo dai carabinieri, in casa di un parente, e gli è stata sequestrata la pistola 7,65 usata per il dirottamento.
I due poliziotti, il cui eroico comportamento è all'attenzione della autorità competenti, sono stati ricoverati nell'ospedale civile di Alessandria: il Valentino è stato operato per la ricostruzione del tessuto muscolare dell'avambraccio e il Curelli, tuttora sotto grave shock, per un'intervento maxillo-facciale di ricostruzione del setto nasale.
Premesso che gli interrogatori dei dirottatori sono stati segretati dall'autorità giudiziaria, la magistratura procede per i reati di cui agli articoli 110 e 605 del codice penale, cioè per concorso in sequestro di persona. Al momento, e fermo restando che le indagini procedono per accertare tutti gli aspetti di questo gravissimo episodio - che avrebbe potuto avere esiti di tutt'altro segno senza il generoso e pronto intervento dei poliziotti sull'autobus e senza l'immediata, intelligente e coordinata reazione delle Forze di polizia, che hanno nei fatti separato il mezzo da tutti i punti in cui si sarebbero potuti registrare danni per le persone e le cose - pur non emergendo alcun indizio che possa far ricondurre l'episodio ad atti di terrorismo, la valutazione dei fatti e delle circostanze ancora in corso di accertamento non consente di escludere alcuna finalità del gesto criminoso.