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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Incidente sul lavoro verificatosi in un cantiere di Augusta - n. 2-00031)
PRESIDENTE. L'onorevole Rotondo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00031 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
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ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, onorevole viceministro, sabato 24 giugno, nel cantiere di Augusta Castelluccio, sulla costruenda autostrada Siracusa-Catania, si è verificato un gravissimo incidente, che ha provocato la morte di un lavoratore e il ferimento di altri 14, di cui 2 gravi.
L'incidente avrebbe potuto avere conseguenze ancora più drammatiche: se fosse stato un normale giorno lavorativo, sarebbero stati più di cento i lavoratori intenti ad eseguire il loro lavoro sul viadotto crollato: sarebbe stata una tragedia immane!
Secondo la prima ricostruzione dei fatti, l'incidente sarebbe avvenuto a causa del cedimento di un pilone di sostegno del viadotto sovrastante. Signor Presidente, onorevole viceministro, l'incidente avvenuto ad Augusta non è certamente dovuto a fatalità: lo si evince anche da una relazione preliminare che è stata presentata dall'ANAS, in seguito alla quale è stata nominata una commissione di inchiesta ad hoc. Alla base dell'incidente c'è un errore umano, sulla cui natura sta indagando la magistratura ed è stata chiamata a pronunciarsi un'apposita commissione ministeriale.
Signor viceministro, desideriamo sapere se non si ritenga di invitare l'ANAS a vigilare sul general contractor affinché siano rafforzate le condizioni di sicurezza nei cantieri e siano evitati tempi di consegna troppo stringenti per le società di subappalto ed il ricorso eccessivo allo straordinario per i lavoratori (ricordo che l'incidente è avvenuto di sabato).
Inoltre, desideriamo sapere se, alla luce di quanto è accaduto nel cantiere, non si ritenga di prevedere una temporanea moratoria del nuovo codice dei lavori pubblici, che dovrebbe entrare in vigore tra qualche giorno (il 1o luglio) e che, soprattutto per quanto riguarda il ruolo del general contractor nell'organizzazione dei subappalti, solleva serie perplessità. Quel codice, infatti, risente parecchio, signor viceministro, della filosofia tecnocratica, della filosofia falsamente efficientista che sta alla base della legge obiettivo: in esso, l'interesse pubblico, la sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente non sempre trovano adeguata tutela. Lo stesso ministro Di Pietro ha denunciato, in occasione del tragico incidente verificatosi nel cantiere della Siracusa-Catania, l'ambiguità e la scarsa trasparenza della disciplina sui subappalti ed ha giustamente sottolineato che è sbagliato mettere in capo allo stesso soggetto, il general contractor, la responsabilità della gestione dei subappalti e dei controlli sulla sicurezza del lavoro. La commistione dei ruoli non ha mai dato buoni risultati e genera inevitabilmente conflitti di interessi. Gli esempi di ciò che non funziona nel nuovo codice non sono soltanto quelli indicati. Per tale motivo, pensiamo che sia opportuno ricorrere ad una moratoria, ad un temporaneo rinvio della sua entrata in vigore, in attesa di apportarvi gli aggiustamenti che risultassero necessari.
Chiediamo di sapere, inoltre, cosa si intenda fare per fugare le preoccupazioni dei lavoratori della costruenda autostrada Siracusa-Catania, i quali, non del tutto a torto, temono che al danno provocato dall'incidente ed al conseguente sequestro del cantiere possa aggiungersi, nel corso delle prossime settimane, anche la beffa della chiusura dei cantieri a seguito dell'esaurimento dei fondi a disposizione dell'ANAS per il prosieguo dei lavori.
Chiedo di avere risposta su tali quesiti. Grazie.
PRESIDENTE. Il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa, ha facoltà di rispondere.
ANGELO CAPODICASA, Viceministro delle infrastrutture. Signor Presidente, l'incidente cui fanno riferimento gli interpellanti, avvenuto lo scorso 24 giugno presso il cantiere dell'autostrada Catania-Siracusa, in cui ha perduto la vita Antonio Veneziano e sono rimasti feriti altri lavoratori, pone problemi seri relativamente alla sicurezza sui luoghi di lavoro ed alle misure volte a garantire il normale esercizio dell'attività lavorativa e ad eliminare i margini di rischio per chi opera nei cantieri e in ogni altro posto di lavoro.Pag. 60
Su tale materia il Governo intende avviare una riflessione e, eventualmente, avanzare proposte in sede di rivisitazione del codice degli appalti.
Con riferimento a quanto avvenuto sulla Catania-Siracusa il 24 giugno 2006, siamo in attesa dell'esito dei lavori delle due commissioni di inchiesta istituite dal Ministero delle infrastrutture e dall'ANAS. Solo dalle conclusioni definitive cui perverranno dette commissioni si potranno accertare le cause dell'incidente e le eventuali responsabilità, appurando se i fatti siano riconducibili alla gestione del cantiere ovvero a procedure inerenti il general contractor ed il subappaltatore.
Per quanto riguarda la moratoria temporanea del nuovo codice degli appalti varato dal Governo precedente, si fa presente che in fase di conversione del decreto-legge n. 176 del 2006, con apposito emendamento, si procederà alla sospensione di quegli istituti introdotti dal codice dei lavori pubblici a recepimento facoltativo delle direttive comunitarie. Inoltre, con un decreto legislativo già approvato dal Consiglio dei ministri e per cui è iniziato l'iter legislativo di approvazione, si procederà ad introdurre alcune prime modifiche e correzioni al codice in questione.
Infine, si assicura che l'impegno del Governo e, in particolare, del Ministero delle infrastrutture è volto a far sì che i lavori in corso nei cantieri stradali non subiscano interruzioni causate dalla mancanza dei fondi. Come noto, si sta procedendo ad identificare tutte le opere su cui far convergere le risorse finanziarie effettivamente disponibili, in particolare le opere cantierate o appaltate saranno certamente incluse al primo posto di apposito elenco.
PRESIDENTE. L'onorevole Rotondo ha facoltà di replicare.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, ringrazio il viceministro e mi ritengo soddisfatto della sua risposta. Vorrei solo aggiungere una breve riflessione. L'ANAS, è inutile nasconderselo, è alle prese con una crisi seria e senza precedenti. Il problema non è solo finanziario, ma anche gestionale, organizzativo e direi anche morale. La vicenda dei cantieri a rischio di chiusura è solo la punta dell'iceberg di un disastro più generale. L'attuale direttore, Claudio Artusi, che non a caso è dimissionario, in un'intervista a Il Corriere della Sera, ha definito l'ANAS una nave senza rotta, una società oggettivamente lontana dall'essere normale, una realtà fuori controllo: manca un piano industriale, un sistema di controllo degno di questo nome e persino un metodo unico di rilevazione dei dati nel quale tutti si riconoscano. Il solo meccanismo bene oleato e ben funzionante è quello delle consulenze, il cui ammontare sembra aver raggiunto dimensioni da capogiro.
Inoltre, è sconcertante che il consiglio di amministrazione abbia scoperto solo venerdì 23 giugno 2006 che i margini di cassa fissati dal ministro Tremonti, con il famoso «tetto» previsto dalla legge finanziaria per il 2006 siano esauriti e che da luglio è inevitabile chiedere la chiusura dei cantieri. I componenti del consiglio di amministrazione dell'ANAS erano al corrente del marchingegno inventato da Tremonti, per nascondere il dissesto dei conti pubblici e «scavalcare» il periodo elettorale, fin da quando fu approvata la legge finanziaria per l'anno 2006 e se fossero stati consapevoli della loro responsabilità di amministratori, invece di far finta di nulla, avrebbero dovuto denunziare, già allora, il trucco.
Sono d'accordo con lei, signor viceministro, sul fatto che bisogna assicurare la continuità dei cantieri e questa è la priorità delle priorità. La loro chiusura sarebbe un disastro, rischieremmo di compromettere la ripresa economica ed assestare un duro colpo all'occupazione, nella situazione precaria della Sicilia. Sono fiducioso che il Governo riuscirà a trovare il bandolo della matassa ed a reperire le risorse necessarie ad assicurare la continuità di tutti cantieri attualmente in attività; se ciò non fosse possibile, e fosse inevitabile fare una selezione, ritengo che, per evitare di aggiungere guasti a guasti, sarebbe opportuno privilegiare i cantieri Pag. 61della Salerno-Reggio Calabria e della Catania-Siracusa. Vi sono buone ragioni sociali, ma anche altri motivi che ci costringono ad assicurare la continuità in tali cantieri, e se sono fondate alcune indiscrezioni lasciate filtrare sulla stampa dalla stessa ANAS, neppure il problema di reperire le risorse aggiuntive sarebbe insuperabile.
I fondi ci sarebbero già. Ma, attenzione: l'ANAS potrebbe attingere ai mutui appositamente accesi, ma congelati per effetto del tetto di Tremonti.
Tali mutui consentono di coprire per intero i pagamenti previsti per la seconda parte dell'anno. Inoltre, se quanto fa sapere l'ANAS è fondato, per scongiurare la chiusura dei cantieri della Salerno-Reggio Calabria e della Siracusa-Catania, basterebbe un intervento legislativo che innalzasse il tetto di spesa imposto dalla finanziaria, e ciò si potrebbe fare per una somma pari all'ammontare dei mutui congelati. Pertanto, si ha la possibilità di affrontare e risolvere la questione senza individuare fondi aggiuntivi.
Vi è la possibilità di accendere questi mutui; anzi, i mutui sono già stati accesi, ma risultano bloccati per sottostare a quanto previsto nella legge finanziaria per il 2006 dal ministro Tremonti; comunque, tali questioni potrebbero risolversi semplicemente.
Ritengo che la buona volontà che ha mostrato questo Governo nell'affrontare tale questione, fondamentale per l'economia e lo sviluppo della Sicilia, ci possa portare a soluzioni soddisfacenti per tutti.
Rinnovo la mia soddisfazione e ringrazio l'onorevole viceministro per la risposta.