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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Sospensione della procedura di espulsione di tre cittadini marocchini per motivi di prevenzione del terrorismo ai sensi della legge n. 155 del 2005 - n. 3-00918)
PRESIDENTE. Il deputato Maroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00918 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
ROBERTO MARONI. Signor Presidente, si tratta, come è noto, di tre cittadini accusati di associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale, rinviati a giudizio e processati con accuse gravi da parte del pubblico ministero Elio Ramondini, ed assolti, è vero, ma principalmente perché le due rogatorie non si sono potute effettuare, e quindi per motivi procedurali e non di merito.
Il Governo ne aveva disposto, giustamente e saggiamente, l'espulsione, procedura che però è stata bloccata. Vorremmo capire che cosa ha intenzione di fare il Governo nei confronti di tre persone, cittadini extracomunitari, che, anche in passato, hanno esercitato una pericolosissima attività a favore del reclutamento di terroristi ed attività non certamente democratiche.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Ministro dell'Interno, in data 28 maggio, come ricordava l'onorevole Maroni, aveva disposto l'espulsione dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato di due cittadini marocchini, Zergout, ex imam di Varese, ed El Kaflaoui, scarcerati a seguito della sentenza di assoluzione dal reato di terrorismo internazionale, emessa il 25 maggio 2005. Il terzo cittadino marocchino, Mohammed Raouiane, non è stato colpito da provvedimento di espulsione in quanto dal febbraio 2006 si trova in stato di custodia cautelare in conseguenza di una richiesta di estradizione delle autorità del Marocco.
Il provvedimento di espulsione del Ministro è motivato dal fatto che i predetti risultano inseriti in un complesso e consolidato circuito di relazioni con esponenti del radicalismo islamico implicati in progettualità terroristiche; pertanto la loro presenza in Italia fa ritenere che gli stessi possano costituire una grave minaccia per la sicurezza dello Stato. Non c'è differenza di valutazione su tale aspetto.Pag. 18
In corso di espulsione, la seconda sezione della Corte europea dei diritti dell'uomo ha comunicato che Zergout ed El Kaflaoui hanno fatto ricorso alla Corte stessa, lamentando la violazione degli articoli 3 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, riferita al grave rischio per la libertà e la vita che gli stessi correrebbero in caso di rimpatrio in Marocco e alla lesione del diritto di difesa che si verrebbe a concretizzare.
La Corte di Strasburgo ha deciso di richiedere al Governo italiano di fornire copia delle decisioni di espulsione e della sentenza della corte d'assise di Milano. Inoltre, in attesa di una decisione sulla domanda dei ricorrenti di sospendere o annullare la loro espulsione verso il Marocco, gli stessi organi della Corte europea consideravano augurabile, nell'interesse delle parti e del buon svolgimento della procedura davanti alla Corte stessa, che i decreti di espulsione non fossero eseguiti prima che le informazioni richieste fossero pervenute alla cancelleria della Corte.
Riguardo al valore delle indicazioni fornite dalla Corte europea, voglio precisare all'onorevole Maroni che la rappresentanza italiana presso il Consiglio d'Europa ha più volte evidenziato che la mancata collaborazione ovvero il mancato rispetto delle indicazioni della Corte europea di non procedere alla materiale espulsione degli stranieri fino a nuovo ordine costituirebbero autonome violazioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, distinte e indipendenti da quelle denunciate dai ricorrenti, per le quali l'Italia potrebbe incorrere in condanne ulteriori, con autonome responsabilità per l'eventuale constatazione di violazioni della Convenzione.
Sulla base di queste comunicazioni, il Ministero dell'interno ha ritenuto di aderire all'indicazione della Corte, ed i predetti Zergout ed El Kaflaoui sono stati trasferiti presso il centro di permanenza temporanea di Milano in attesa dell'ulteriore corso del procedimento. Tale misura consente infatti di evitare che gli stranieri si rendano irreperibili quando non vi sia l'immediata possibilità di procedere al loro accompagnamento alle frontiere.
Le esigenze di sicurezza che sono alla base del provvedimento di espulsione continuano ad essere perseguite dal Governo, ma occorre al tempo stesso evitare che il nostro Paese subisca condanne in sede internazionale.
La misura assunta dal Governo consente, in ogni caso, la reperibilità dei due cittadini marocchini fino al chiarimento con la Corte europea, che il Governo è impegnato ad attuare con tempestività.
PRESIDENTE. Il deputato Maroni ha facoltà di replicare.
ROBERTO MARONI. Signor Ministro, lei sa che mi è molto simpatico e apprezzo il suo impegno, però è anche un po' sfortunato, perché proprio pochi minuti fa è arrivata la notizia che il giudice di pace non ha convalidato il trattenimento dei due accusati di terrorismo e li ha rimessi in libertà. Quindi, sono liberi. Sono liberi di andare dove vogliono, di fare ciò che vogliono e di continuare a predicare la violenza e il terrorismo.
Mi pare che l'atteggiamento e la decisione del Governo siano stati assolutamente insensati, perché hanno fatto prevalere l'augurabile auspicio della Corte europea dei diritti dell'uomo rispetto a quella che lei ha definito una grave minaccia per la sicurezza dello Stato. Non credo si possa accettare un atteggiamento del genere: due persone costituiscono una grave minaccia per la sicurezza dello Stato; la Corte europea, sulla base di un ricorso - fondato o infondato ancora non si sa - si augura che vi sia un chiarimento prima dell'espulsione; il Governo italiano che cosa fa? Li mette in un centro di permanenza e il giudice di pace, in tempi record, li rimette in libertà. Quindi, questa è la situazione: abbiamo due presunti terroristi, accusati di terrorismo, attività già verificata in passato, che oggi sono liberi di agire; e tutto questo in un'area che domenica e lunedì ha dato segnali inequivocabili al Governo e alla classePag. 19politica di considerare la sicurezza come il problema numero uno, non uno dei tanti.
Mi pare che il Governo abbia perso l'ennesima occasione per dimostrare un minimo di sensibilità nei confronti delle richieste legittime che vengono dai cittadini del Nord. Quella che viene scritta oggi è un'altra pagina brutta. C'è solo da augurarsi che il Governo intervenga presto con un provvedimento d'urgenza per prendere questi due terroristi e rimandarli al loro Paese.