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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A (ore 17,10)
(Ripresa esame dell'articolo 41 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative precedentemente accantonate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 15).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Fedele 41.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 75FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedele 41.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, questa mattina, prima che il suo collega, il Vicepresidente Castagnetti, mi togliesse impropriamente la parola, suggerivo - nell'interesse dei cittadini, naturalmente, non di altri - che si sarebbe ben potuto congiungere la lettera c) con la d). Nella lettera d), infatti, sono previste misure per agevolare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni con strumenti diversi dal denaro contante e dagli assegni.
Suggerivo, dunque, di congiungere la lettera c) con la d), in modo da scongiurare la possibilità di rendere obbligatoria la forma di pagamento alternativa, mettendo al bando sia gli assegni, sia i contanti, operazione che personalmente ritenevo incostituzionale e dannosa per i percettori di reddito.
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, il suo gruppo ha terminato anche i tempi aggiuntivi. Lei aveva a disposizione un minuto.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Devo prendere atto, sulla base della proposta avanzata, che il Comitato dei nove e il relatore ci propongono di passare al voto senza avere in alcun modo apportato interventi sul testo. Il voto, pertanto, riguarda esclusivamente l'emendamento di partenza? Nulla sarebbe stato fatto riguardo a un possibile aggiustamento del testo?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, su questo argomento si è dibattuto molto questa mattina (Commenti). Capisco che siamo all'asilo, qualche volta...
La lettera c) è stata un punto particolarmente dibattuto e controverso, perché anche il Governo e il relatore avevano dubbi sul suo mantenimento. Sappiamo perfettamente che, per alcune categorie, può anche essere stabilito un limite, ma per altre, ad esempio per i pensionati, effettivamente è un problema.
Vorremmo capire, inoltre, quale sia la cifra determinata dal Governo: delegare quest'ultimo ad emanare un provvedimento del genere per definire la somma a cui fa riferimento la norma mi sembra assurdo, visto che stiamo parlando proprio di questo. Rimaniamo sbalorditi e annunciamo il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, spero in una ravvedimento su questa materia: invito tutti i colleghi a leggere il testo della norma che stiamo per votare, perché in sostanza attribuiamo una delega al Governo per stabilire - leggo la formulazione - che per stipendi, pensioni e compensi comunque corrisposti in via continuativa (non si tratta, pertanto, di cifre enormi, ma normalissime, a disposizione di un normalissimo dipendente) sarebbe stabilita una soglia, indicata da un decreto legislativo, al di sopra della quale non sarebbe possibile utilizzare i contanti.
A cosa serve questa norma? Posto che bisogna stabilire una soglia, a quanto ammonterà? A 500 euro mensili? Stiamo ragionando di cifre così esigue che non riesco a capire dove sia l'utilità e se stiamo lavorando in direzione di una facilitazione dei rapporti fra cittadino e pubblica amministrazione o se, invece, stiamo complicando la vita alle persone di umili e bassissime condizioni economiche che vivono di pensione, stipendio o remunerazione in via continuativa.
Vi è un'ostinazione a voler mantenere questa lettera! Noi avevamo chiesto di Pag. 76modificarla, di attenuarne la portata: abbiamo cercato di richiamare l'attenzione dell'Assemblea e dei gruppi su questo passaggio, ma ci sembra veramente anacronistico che nessuno voglia prendere in considerazione una proposta di buon senso, ossia di togliere almeno le parole «in contanti», perché credo che, se al povero pensionato farà piacere prendere lo stipendio in contanti, nessuno di noi possa permettersi il lusso di proibirlo, mentre, di fatto, la delega che stiamo attribuendo lo consentirà!
Mi rivolgo a tutti i parlamentari, non solo a quelli dell'opposizione, ma anche della maggioranza: se vi piace una formulazione di questo tipo e conferiamo la delega, immagino come verrà esercitata e quale soglia sarà stabilita, posto che stiamo parlando - lo ripeto per l'ennesima volta - di stipendi, di pensioni o di remunerazione in via continuativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, mi associo a quanto affermato dal collega D'Agrò: questo è uno dei punti più delicati della norma. L'emendamento - al quale chiedo cortesemente alla Presidenza di aggiungere la mia firma - pone sostanzialmente il limite, modesto, di un milione di euro, al di sotto sotto il quale si può procedere anche al pagamento in contanti.
Vero è che la disposizione su cui stiamo discutendo conferisce una delega al Governo, ma vogliamo dare in quest'aula una indicazione - mi rivolgo, in particolare, al relatore e allo stesso rappresentante del Governo - relativamente alla soglia massima in esame? Dobbiamo sapere se l'occhio del «grande fratello» vuole obbligare in maniera dirigistica e illiberale anche il povero pensionato, che è stato citato, e il piccolo artigiano.
L'assenza di ogni indicazione di limite, anche negli atti parlamentari, se non vogliamo turbare la delega al Governo, è davvero grave ed intollerabile. Quindi, signor Presidente, anche a nome della Camera, lei che sta presiedendo dovrebbe dire che la delega deve essere accompagnata da una indicazione quantitativa...
PRESIDENTE. Onorevole Bosi, la prego di concludere.
FRANCESCO BOSI. ...altrimenti non sappiamo di cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto già espresso questa mattina e per smascherare il fatto che si usano delle argomentazioni improprie. Ripeto che questo strumento può servire a tutelare e ad impedire quei soprusi, che spesso avvengono relativamente alle retribuzioni nominali di molti lavoratori e lavoratrici, che non corrispondono alle retribuzioni reali.
D'altra parte con la delega al Governo si potrà benissimo prevedere che per tetti minimi, se pensiamo al pensionato al minimo, si possa avere una forma di pagamento in contanti, come è sempre avvenuto, e non ricorrere alle altre forme.
Le critiche avanzate sono quindi solo pretestuose, in quanto la disposizione in questione va vista, anzi, come una norma di garanzia e di trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, trovo che la delega su questa materia, con una formulazione così generica, sia del tutto incongrua e inaccettabile. Dico al collega che mi ha preceduto che l'effetto reale di questa norma, qualora la soglia fosse tenuta bassa dal Governo, quindi tale da far scattare il meccanismo di cui si parlava, sarà esattamente il contrario di quello auspicato, laddove si Pag. 77verifichino i fenomeni denunciati. L'effetto reale, infatti, sarà il passaggio diretto al pagamento in nero tout court, senza contributi e senza altri riconoscimenti.
Quindi, se approvassimo questa norma, invece delle frodi di cui parla il collega avremmo la frode totale, senza alcun beneficio nemmeno per i lavoratori. Chiedo, pertanto, ai colleghi di sostenere questo elemento di ragionevolezza, sia in termini di metodo, perché una delega di questo tipo è inaccettabile, sia in termini di merito, perché le argomentazioni sono del tutto inconsistenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per affermare che il collega Bosi ha posto un'osservazione molto corretta, perché nel momento in cui si conferisce una delega al Governo in materia così delicata, sulla quale, come questo dibattito sta dimostrando, ci sono opinioni contrastanti, come è legittimo che sia, occorre che la Camera dia un indirizzo. In questi casi, infatti, il Governo deve recepire l'indirizzo della Camera. Il Governo e il relatore potrebbero, senza decidere nel merito, dare un'indicazione dell'indirizzo della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento Fedele 41.50, ma vorrei rivolgere una domanda al relatore e al Governo, se sono così gentili da rispondermi in quale maniera un pensionato, un anziano, che si trovi al di sotto della soglia che ancora non abbiano individuato, al quale quindi la pensione non verrà più pagata in contanti, potrà ricevere il pagamento della sua pensione? Non mi vorrete dire che lo obblighiamo ad aprire un conto corrente bancario o postale? In tal modo, infatti, cominceremmo a condizionare la libertà dei cittadini italiani, ai quali dovremmo dire fare una cosa per averne un'altra.
Non credo che ciò sia possibile in un Paese democratico e normale. Chiedo, signor Presidente - mi rivolgo al Governo e al relatore - se mi possono solo accennare i metodi e i modi in cui quel piccolo pensionato potrà incassare la sua pensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcenaro. Ne ha facoltà.
PIETRO MARCENARO. Signor Presidente, forse sono troppo vecchio, ma ricordo quando - tanti anni fa ma non troppi da averli dimenticati - in tutti i posti di lavoro e in tutte le fabbriche, due volte al mese, il pagamento dei lavoratori avveniva in contanti. Poi naturalmente si passò al pagamento attraverso bonifico e tutti gli operai, cosa che sembrava inaudita allora, aprirono un conto in banca e oggi non esiste alcun posto di lavoro, in Italia, nel quale il pagamento avvenga attraverso contanti ed è normale che qualsiasi lavoratore, qualsiasi operaio, sia pagato attraverso un bonifico bancario. Questo è un piccolo modo attraverso il quale le cose sono progredite, nonostante coloro i quali pensano che il mondo debba sempre rimanere com'è o ritengono che in futuro forse si potrà cambiare tutto, ma per oggi è bene non cambiare niente.
ROBERTO SALERNO. Illiberale! Comunista!
PIETRO MARCENARO. Nel voto di poco fa abbiamo visto una bella convergenza sotto il motto «conservatori di tutto il mondo unitevi». Spero che non si ripeta tutte le volte. (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
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LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente intervengo per apporre anche la mia firma sul presente emendamento. Non condivido qualche intervento di alcuni miei colleghi, secondo i quali in Italia tutti dobbiamo avere il conto corrente bancario o postale. Non è così. Voi vivete in un'altra Italia. Pensate all'Italia dei paesi, delle colline e delle montagne, anche delle città, dove vi sono lavoratori disagiati: costoro non hanno il conto corrente, lavorano con il contante.
Leggendo il comma in esame dell'articolo 41 mi viene spontaneo chiedere anche il baratto se anche sia ammesso per il compenso ai lavoratori sopra soglia perché vogliamo e continuiamo a volere che i nostri concittadini paghino un tributo alle banche, ai bancari e ai capitalisti. Non riesco proprio a capire perché bisogna continuare ad infierire sui nostri amministrati, sui lavoratori e sui pensionati. Ha ragione chi mi ha preceduto - il collega Della Vedova in particolare - quando affermava che forse aumenterà il pagamento «in nero»: quasi sicuramente otterremo l'effetto opposto.
Pertanto invito i colleghi che si sentono veramente di sinistra e riformisti a pensarci bene prima di fare gli interessi del capitalismo bancario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Intervengo per ribadire l'appoggio del gruppo Lega Nord al presente emendamento e la contrarietà all'intero articolo. Trattandosi fortunatamente, di una delega, sicuramente non vi sarà attuazione, essendo l'attuale Governo «latitante» con riferimento a quelle che quest'Assemblea gli ha conferito in questo ultimo anno (anche se sono poche, fortunatamente per il Paese).
Forse una replica ad un intervento precedente potrebbe essere la seguente: non vi è un antiliberismo da parte nostra, vi è una conoscenza di come va il mondo. Forse vi è qualcuno, all'interno di quest'Assemblea, che - da troppi anni seduto su questi scranni o su altri meno prestigiosi - ha perso la coscienza di cosa significhi percepire uno stipendio tutti i mesi; infatti, una volta forse lo si percepiva ogni quindici giorni, qualche anno fa una volta al mese ma adesso vi è anche gente che lo percepisce ogni sessanta o novanta giorni, per mancanza di liquidità.
Pertanto il gruppo Lega Nord appoggia il presente emendamento, come ha appoggiato tutta la delega relativa alla modernizzazione degli strumenti di pagamento, perché siamo contrari a questo eccessivo liberismo, che va a danno esclusivo dei cittadini. I cittadini hanno necessità di avere la massima liquidità e coscienza di quanto hanno in tasca, non di quanto virtualmente hanno in banca, che è assolutamente inesistente, prova ne sia il fatto l'esistenza di enormi problemi bancari con i pensionati e i lavoratori, che sono sempre più precari grazie anche a voi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, prendo la parola per affermare che, al di là del fatto che non ne condividiamo il merito, abbiamo molti dubbi sulla previsione dell'ennesima delega, che inevitabilmente - considerata la difesa ad oltranza che sta compiendo il Governo - sarà esercitata dal Viceministro Visco. Si tratta di una delega in base alla quale si adotterà un decreto legislativo, che sarà scritto dal Viceministro Visco; quindi, fino al momento in cui non sarà fatta giustizia su quanto accaduto con la vicenda che ha riguardato il Viceministro, è evidente che non possiamo condividere un articolo del genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei rendere nota un'esperienza che ho Pag. 79fatto nella mia attività passata, quando mi occupavo dei trasporti. Nel mondo dell'autotrasporto c'era una tariffazione obbligatoria. I padroncini - i cosiddetti sfruttati dalle grandi imprese - erano costretti a fatturare, a percepire l'assegno, a scendere nella banca per cambiare l'assegno e poi portare i soldi in nero allo spedizioniere o al committente, altrimenti o non avrebbero lavorato più. Tale è il rischio che si determinerà se questa norma dovesse «passare» e se non introducessimo - come più interventi hanno richiesto - garanzie per i soggetti socialmente più deboli.
Invito quindi il collega, dianzi intervenuto per addurre motivazioni a sostegno della necessità di utilizzo dell'assegno, a riflettere molto a tale riguardo. Quello che racconto è realmente accaduto ed è stato portato dinanzi alle procure della Repubblica come fatto significativo del mancato rispetto della legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, stiamo discutendo su un disegno di legge che dovrebbe agevolare il cittadino consumatore, soprattutto quello più debole. Invece, la previsione che stipendi e pensioni non possano essere erogati in contanti o con assegni interviene proprio sulla libertà del cittadino di scegliere la forma di pagamento più idonea, ma soprattutto va contro il cittadino consumatore perché sicuramente aumenterà i costi dei consumatori stessi.
Guardate che molte famiglie, specie quelle più bisognose, hanno un solo conto corrente a disposizione. Qui, invece, la previsione che i pagamenti non possano essere effettuati né in contanti né con assegno, ma solo con accredito sul conto corrente, comporterà che ogni pensionato, ogni cittadino, ogni lavoratore dovrà avere un proprio conto corrente. Conseguentemente avremo per ogni famiglia un aumento dei costi: tutti quanti, infatti, sapete quali siano i costi per il mantenimento di un conto corrente o per singola operazione bancaria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO PEPE. Dunque ogni lavoratore, dovrà avere un proprio conto corrente e sopportare il costo dell'accredito sul conto corrente e successivamente il costo di un addebito, quando andrà a prelevare il contante: maggiori costi per i consumatori, maggiori favori per le banche: il nostro voto contrario su tale norma di delega è convinto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo anche per dichiarare di voler aggiungere la mia firma a un emendamento soppressivo di un comma, che di per sé non garantisce alcuna delle finalità previste nel testo. Anzi, rispetto alla normativa che dovrebbe tutelare il consumatore, non fa altro che introdurre una soglia massima, quindi un ulteriore adempimento. Tutto ciò non solo obbliga all'apertura di un conto corrente bancario costringendo chi percepisce uno stipendio ad un adempimento burocratico, ma non persegue neanche le finalità di trasparenza fiscale che invece vorrebbe prefigurare.
In realtà sappiamo benissimo che gli impedimenti normativi, gli aumenti di burocrazia non sono a favore né dei cittadini, né dei consumatori, né dei lavoratori. Riteniamo assurdo gravare ulteriormente i cittadini, i dipendenti, i datori di lavoro a discapito dell'utilizzo comune, permesso e legale del denaro contante, fissando peraltro una soglia che ci sembra assurda e che non corrisponde ad alcuna previsione normativa di buonsenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, questa mattina sono già intervenuto sulla materia. Ovviamente, intervenendo a titolo personale, non coinvolgo il gruppo dell'Italia dei valori.
Quali sono le esigenze che qui vengono rappresentate? Da parte del Governo e della maggioranza, quella della tracciabilità dei pagamenti; da parte dell'opposizione, si ha una sorta di appello per i pensionati, i lavoratori a reddito basso, insomma per coloro che non si possono permettere un conto corrente. Allora, perché non troviamo una strada intermedia? L'ho detto stamattina: se eliminiamo i contanti, abbiamo la tracciabilità e la riconducibilità del pagamento e del percettore dello stesso, quindi arriveremmo ad una soluzione che offre garanzie a chi amministra e a chi deve operare in una situazione di precarietà. Pertanto rivolgo ancora un appello perché, attraverso una collaborazione tra maggioranza e minoranza, si realizzi l'interesse vero del Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedele 41.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 451
Astenuti 6
Maggioranza 226
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 461
Astenuti 7
Maggioranza 231
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 210).
Passiamo all'articolo aggiuntivo - sul quale era stato formulato un invito al ritiro - Crisci 41.0208, ritirato dal presentatore e fatto proprio, a nome del gruppo di Forza Italia, dall'onorevole Baldelli.
Chiedo a questo punto al relatore di esprimere nuovamente il parere.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione, modificando il precedente avviso, esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, abbiamo fatto nostro l'articolo aggiuntivo in esame, anche se ci rendiamo conto che presenta al suo interno degli errori, tant'è che il collega Crisci in esso fa ancora riferimento al prime rate, che da qualche tempo è stato abbandonato, anche se l'ultima rilevazione del prime rate era intorno al 7 per cento, mentre ora il riferimento è all'Euribor e si attesta al 4 per cento.
Ciò che mi è parso che non fosse chiaro stamattina a molti colleghi è che stiamo discutendo di carte revolving, ovverosia di carte che attribuiscono il diritto a fare acquisti e a pagare a rate. Ho eseguito una breve indagine, ma già stamattina avevo Pag. 81avuto modo di dichiarare al relatore che il costo medio di una carta revolving, in termini di interesse - ci riferiamo al TAEG - è pari al 15,96 per cento, secondo le migliori condizioni offerte da Banca Intesa, che è la banca della Camera.
Ora, il collega Crisci ha posto una questione: è ammissibile che, in un momento in cui è ben noto a tutti come gran parte dei nostri concittadini stia facendo un uso molto largo dei pagamenti a rate, si voglia ancora insistere nell'offrire la possibilità di effettuare pagamenti che prevedono rate minime di rimborso fra i settantacinque e i centocinquanta euro, ed un tasso del 15, 96 per cento?
Stiamo ragionando sulla base del tasso Euribor al 4 per cento, mentre il collega Crisci ragionava in termini di passaggio, dal prime rate - che è stato abbandonato - al 7 per cento, ad un tasso cui si sarebbero aggiunti tre punti percentuali, garantendo quindi al sistema bancario comunque il 10 per cento.
Ora il sistema bancario chiede quasi il 16 per cento di interesse sulle rateizzazioni a fronte del rilascio delle carte revolving; fosse solo questo! Ci sono poi le penalità di vario tipo, gli insoluti ed i recuperi, c'è un'aggiunta di spese di costituzione in mora, comunicazione di recesso, comunicazioni per decadenza dal beneficio del termine e si potrebbe andare ancora avanti, tanto che il tasso medio effettivo globale è molto vicino ai limiti previsti per il reato di usura.
Credo, allora, che correttamente bisognerebbe forse riformulare questo articolo aggiuntivo facendo riferimento all'Euribor; in ipotesi, si potrebbe prevedere una forchetta ampia all'interno della quale le banche potrebbero operare in regime di concorrenza. Ma continuare ad accettare che ci sia libertà assoluta di «spennare» tutti i contribuenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia) bè, questo non si può veramente accettare, per cui sosterremo questo articolo aggiuntivo, pur con la convinzione che all'interno contenga qualche errore di tipo tecnico, ma ci pare assolutamente accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, devo dire che rimango perplesso rispetto alla posizione assunta dal relatore. È infatti vero che noi dobbiamo favorire al massimo l'evoluzione dei mezzi di pagamento e anche di comunicazione - quindi, condivido gli interventi che sia il mio capogruppo sia gli altri colleghi hanno fatto in precedenza -, però dobbiamo essere consapevoli del fatto che il consumatore italiano, l'utente italiano è estremamente debole rispetto a situazioni di sostanziale monopolio che si realizzano in settori strategici della nostra economia. Quindi, quanto meno in questa fase, introdurre degli elementi di mitigazione di questo rapporto così impari tra il cosiddetto «mercato» e coloro che subiscono le decisioni altrui, è un elemento che favorisce un processo di miglioramento.
La realtà è quella che diceva il collega dell'opposizione in questo momento: i tassi di interesse che vengono applicati in determinati tipi di transazione non sono quelli che vengono normalmente comunicati ma sono due o tre volte maggiori; quindi, inserire, come farebbe la proposta del collega Crisci, un elemento di mitigazione mi pare ragionevole. In questo senso mantengo il mio sostegno ed il mio voto favorevole sull'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi rendo conto che il collega Gianfranco Conte, nel passaggio da una fase, nella scorsa legislatura, nella quale era relatore sulla riforma sul risparmio e sul sistema bancario ad oggi, quando si trova invece a sedere nei banchi dell'opposizione, riesce anche a fare qualche gioco da prestigiatore. Infatti, problemi come quelli da lui qui rappresentati non hanno mai trovato riscontro in alcuna Pag. 82delle iniziative di carattere legislativo che il collega ha sostenuto nel corso di due anni, ben due anni, di discussione della riforma del sistema bancario e del sistema del risparmio italiano. Sappiamo poi quale esito abbia avuto tale processo: oggi siamo ancora nelle condizioni di dover avviare una riforma in termini di trasparenza, in termini di difesa del consumatore, degli utenti e di modernizzazione del sistema finanziario e bancario italiano, grazie alle inadempienze di cinque anni di Governo del centrodestra.
Quindi, i paladini delle battaglie contro il sistema bancario - i quali, oggi, si ergono dai banchi dell'opposizione (e guardo di nuovo al collega Gianfranco Conte) -, anziché «aizzare» non so chi contro un sistema bancario che oggi si comporta in questo modo grazie anche alle loro inadempienze, dovrebbero proporre qualcosa di più serio che non il sostegno ad una proposta emendativa che peraltro reca una dizione che renderebbe inutile, anche di fronte alla sua approvazione, lo stesso articolo aggiuntivo. Infatti, quando si usa il termine prime rate, non si capisce di cosa si stia parlando, e oggi, invece, voi avete fatto vostro un siffatto articolo aggiuntivo!
Quindi, da questo punto di vista, bisognerebbe temperare in quest'Assemblea atteggiamenti di battaglia generica e collaborare, invece, attorno a un'iniziativa che possa comportare, come noi stiamo cercando di fare, benefici seri nei confronti dell'utenza, dei risparmiatori, dei lavoratori. Questo perché qui si fanno battaglie anche contro il fatto che si paghi non più in contanti, ma in un determinato modo, che possa essere non solo controllato, ma anche inserito in un processo di modernizzazione del sistema e di socializzazione dei mezzi di pagamento che siano all'altezza dell'Europa e dell'evoluzione del mondo finanziario e del mondo economico moderno.
Quindi, a questo punto, formulo al relatore una richiesta nel senso di accantonare l'articolo aggiuntivo in esame, per verificare se sussistano le condizioni per una collaborazione da parte dell'opposizione al fine di trovare una soluzione per cui l'intero Parlamento, anziché fare battaglie generiche contro il sistema bancario, adotti modalità serie per superare condizioni ancora negative, che riguardano l'utenza italiana in questo ambito (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo per un minuto. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, come è noto, questa stagione è ricca di polline che provoca delle alterazioni psicofisiche. Ho ascoltato l'onorevole Quartiani. Intanto, vorrei ricordare che l'articolo aggiuntivo in esame è stato presentato da un esponente del centrosinistra. L'onorevole Conte è una persona perbene, molto seria e ha svolto molto bene il suo lavoro, così come l'ha fatto il centrodestra. Ammettiamo che il centrodestra avesse fatto poco per accorciare «le mani lunghe» delle banche sulle tasche dei cittadini. Lei sarebbe contento e soddisferebbe le esigenze dei suoi elettori facendo peggio, se noi avessimo fatto male?
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, concluda.
TEODORO BUONTEMPO. Concludo, Presidente.
Questa è una logica che va condannata e credo che, prima di tutto, la condanna sia dei vostri elettori, perché quell'articolo aggiuntivo almeno stabilisce un tetto, anche se - secondo me - basterebbe attenersi al prime rate senza aggiungere il 3 per cento, perché il tasso di interesse salirebbe - e non sarebbe poco - intorno al 6 per cento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, è da questa mattina che ascolto interventi di lezione di diritto bancario e di tutela nei confronti degli utenti del Pag. 83sistema creditizio. Vorrei ricordare che imputare al centrodestra di aver fatto poco in questo settore è davvero incredibile; ma sentire da parte del centrosinistra lezioni di questo tipo è addirittura tragico!
Per il momento, quello che si è visto in questo anno di Governo da parte del centrosinistra è il ricorrere ad una serie di aggregazioni del sistema bancario forzate, forzose e spesso non in linea con le esigenze del mercato, che non hanno portato nessun vantaggio agli utenti del sistema bancario.
Vi ricordo la recente relazione del governatore Draghi, che ha richiamato proprio voi a trovare soluzioni che non siano solo di convenienza politica o per trovare nomine o poltrone nuove, come avete fatto in tutti questi mesi, cercando aggregazioni solo per attribuire incarichi a persone molto vicine al Presidente del Consiglio. Il governatore Draghi vi ha proprio richiamato a trovare sistemi aggregativi e soluzioni tecniche che possano apportare vantaggi agli utenti; cosa che, secondo il governatore Draghi, non secondo noi, sino ad oggi non è avvenuta.
PRESIDENTE. Onorevole Jannone, concluda.
GIORGIO JANNONE. Concludo, Presidente. Quindi, signor Presidente - le chiedo solo un secondo per finire - lezioni di questo tipo da parte vostra, che avete usato il sistema creditizio solo per attribuire poltrone e per avere vantaggi di carattere economico per voi - spero non per i partiti (questo lo valuterà la magistratura con i recenti casi da Unipol in poi) ma, comunque sia, per i vostri amici -, lezioni da chi non ha portato nessun vantaggio per gli utenti, non possono essere accettate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, questa mattina un po' sotto silenzio, e, comunque, senza grande risalto, l'Assemblea ha approvato due significativi articoli aggiuntivi che tutelano il cittadino consumatore, e, soprattutto, il cittadino che presta fideiussioni bancarie.
L'ha fatto con il parere favorevole del Governo e del relatore, e sono contento che tutta l'Assemblea abbia assunto tale decisione. Tuttavia, i problemi trattati questa mattina - come quello di cui stiamo discutendo - sono stati posti, da me e da qualche altro collega, da tempo, per richiamare l'attenzione rispetto alla necessità di garantire il contraente più debole nel rapporto con il sistema bancario...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
NICOLA CRISCI. Mi consenta un minuto in più, Presidente.
PRESIDENTE. Un minuto è troppo, perché sarebbe il doppio del tempo a sua disposizione.
NICOLA CRISCI. Ho capito; però, in qualche misura, questa discussione...
PRESIDENTE. Purtroppo, devo applicare il Regolamento, onorevole Crisci.
NICOLA CRISCI. Però mi deve consentire di finire un ragionamento, molto brevemente!
Dicevo soltanto che questo tema è stato posto nella passata legislatura con esiti che - devo dire - non sono stati fruttuosi, collega Conte, non è forse vero? Tali problemi sono stati sottoposti da me, negli stessi termini! Adesso due su tre, sono stati risolti. Mi sembra che il problema in questione, invece, possa essere impostato - così com'è stato fatto dal relatore - con un invito al Governo a tener conto della peculiarità del rapporto in discussione e con interventi di persuasione morale, rispetto alle priorità...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
Pag. 84NICOLA CRISCI. Per fare in modo che non appaia un intervento dirigistico della libera determinazione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole, deve concludere.
NICOLA CRISCI. Ma un intervento capace di tenere conto della condizione di debolezza...
PRESIDENTE. Onorevole Crisci, deve concludere, non posso farla continuare ancora.
NICOLA CRISCI. Sono convinto che il Governo accoglierà lo spirito di tale articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è abbastanza strano! In un Paese normale non ci sarebbe bisogno di una tale proposta emendativa perché il mercato, automaticamente, sistemerebbe la faccenda! Purtroppo, in Italia, non abbiamo un sistema bancario concorrenziale per cui, di fatto, con due soli grandi gruppi bancari che «la fanno da padrone», il «cartello» impedisce al mercato di regolare e offrire tassi equi.
Oltretutto, nel sistema delle carte revolving, si vanno ad «affidare» persone che non sono più affidabili. Tali carte rappresentano l'estrema ratio con cui si indebitano le famiglie più in difficoltà, in quanto non riescono più ad avere credito da nessuna parte. In tal senso, l'unica soluzione può consistere nel mettere un tetto a quella che diventa, di fatto, un'usura. Non possiamo fare altro che approvare un articolo aggiuntivo che appare dirigistico: all'interno di un provvedimento che parla di liberalizzazione, ciò è alquanto paradossale, però diventa, di fatto, una via obbligata.
Per quanto attiene, invece, alla questione del termine prime rate - mi rivolgo al relatore - penso che sia possibile una correzione in sede di coordinamento formale del testo perché, di fatto, mi sembra evidente che, se il termine non è più in uso, è corretto fare riferimento a quello attualmente in uso: non penso sia un problema e chiedo al relatore conferma di questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intervengo anch'io in sessanta secondi. Eravamo un po' dubbiosi, dal punto di vista tecnico, sulla natura di tale articolo aggiuntivo, presentato da un esponente dei Democratici di sinistra, l'onorevole Crisci, il quale lo ha ritirato. È stato, quindi, fatto proprio dall'onorevole Baldelli, insieme agli onorevoli Teodoro Buontempo e Castellani. Rimanevamo, quindi, favorevoli dal punto di vista concettuale, ma dubbiosi sotto il profilo tecnico e di costituzionalità.
Tuttavia, se l'elemento decisivo diventa un elemento politico (abbiamo sentito gli argomenti della sinistra che, addirittura, contestano al centrodestra di «avere fatto» e di «non avere fatto»), la conseguenza è una sola: Alleanza Nazionale, o meglio, il presidente del gruppo di Alleanza Nazionale, chiede che il proprio nome venga aggiunto ai firmatari di tale articolo aggiuntivo.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, nel corso della mattinata abbiamo discusso a lungo su tale tema e l'onorevole Crisci, presentatore dell'articolo Pag. 85aggiuntivo in questione, ha compreso le ragioni che sono emerse nel corso del dibattito.
Ha compreso che quell'articolo aggiuntivo era sostenuto da una particolare generosità, che si esponeva anche al rischio della demagogia e per tale motivo ha ritenuto opportuno ritirarlo: nel nostro Paese l'ordinamento garantisce già i cittadini rispetto al rischio di tassi usurari e non c'è norma che possa intervenire per regolare relazioni ed equilibri, che appartengono esattamente alle dinamiche di mercato.
Il costo del denaro non si sottrae a quelle logiche. Le politiche pubbliche e le autorità di regolazione devono intervenire a tutela dei cittadini, affinché i costi che il mercato presenta non risultino mai viziati da una rendita di posizione o da fattori che attengono a posizioni dominanti. Questi ultimi non ripagano il costo del servizio erogato, ma percepiscono o intercettano una situazione, che risulta non giustificata dalle dinamiche dei costi e dalla comparazione che si realizza in condizioni di mercato.
Poiché siamo tutti convinti di ciò, credo che non c'è chi possa sostenere il contrario; ove mai questo principio fosse applicabile, mi chiederei perché lo stesso non venga applicato sul conto corrente, sui prestiti degli artigiani, delle famiglie e dei cittadini italiani, ma soltanto ai possessori di carta revolving. Credo che la risposta a tale interrogativo serva a dare conto di quanto si voglia strumentalizzare, se mi è consentito, una questione che, essendo stata proposta con una spinta piuttosto generosa, è stata poi ricondotta, attraverso il ritiro dell'articolo aggiuntivo, nel quadro di un ragionamento che si fonda sulle norme a tutela dei cittadini esistenti nel nostro Paese.
Per tale motivo il Governo si dichiara contrario all'articolo aggiuntivo in esame.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente vorrei dire che l'onorevole Quartiani, nel suo intervento, ha motivato una richiesta di accantonamento.
Credo che lei abbia fatto bene a consentire lo svolgimento di un dibattito a prescindere da tale richiesta, perché l'argomento è rilevante e, peraltro, mi pare si stia sviluppando in modo serio ancorché, ovviamente, con posizioni diverse all'interno dell'Assemblea.
Mi domando, anche alla luce delle considerazioni del Governo, se obiettivamente non sia opportuno l'accantonamento di tale proposta emendativa, atteso che un dibattito è già stato svolto e che, probabilmente, se mai riusciremo a trovare una soluzione sulla quale ci si trovi d'accordo, l'accantonamento dovrebbe tendenzialmente aiutarci in tal senso. Se così non sarà, ci ritroveremo di nuovo di fronte tale articolo aggiuntivo e sullo stesso dovremo comunque affrontare un nuovo dibattito.
Mi rimetto ovviamente alla sua decisione e a quella dei colleghi, ma visto anche il clima positivo nel quale stiamo lavorando, mi domando se non sia utile approfittare di tale richiesta di accantonamento proprio per vedere se si trovi una soluzione. In caso contrario, dovremo comunque riaffrontare il dibattito nel momento in cui ci ritroveremo a discutere tale proposta emendativa.
Quindi, la mia domanda è se effettivamente, anche alla luce di una sorta di chiusura del dibattito da parte del Governo, non convenga accantonare l'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Onorevole Provera, so che lei ha chiesto di parlare, ma sulla base del richiamo al Regolamento che ha la precedenza, devo prima dirimere la questione procedurale, dando la parola al relatore per conoscere la sua opinione sulla proposta di accantonamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, facciamo un altro atto di buona volontà: accantoniamo l'articolo aggiuntivo in esame. Non è di facile soluzione, però ci proveremo.
Pag. 86GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A quale titolo? A questo punto, devo decidere sulla proposta di accantonamento e non vorrei che si aprisse un dibattito su tale proposta.
GIANFRANCO CONTE. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, poiché la discussione che è stata svolta riguardava la possibilità di modificare la proposta emendativi in esame, è chiaro che noi siamo d'accordo sull'accantonamento, nella misura in cui la si corregga, per renderla in qualche modo utile, anche alla luce di tale dibattito.
PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia, è pertanto accantonato.
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.02.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, annuncio il ritiro del mio articolo aggiuntivo 41.02.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Pignataro 41.05. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, però vorremmo sottolineare l'importanza di questo articolo aggiuntivo, che riguarda i contributi consortili. Volevamo sollevare un problema serio, che è quello che ai contributi da parte dei comuni e dei cittadini corrispondesse la bonifica del territorio, quindi dei servizi nei confronti dei cittadini, cosa che oggi non avviene e che determina un'imposizione impropria. Questo è il problema che abbiamo voluto sottolineare!
Ritiriamo l'articolo aggiuntivo, pensando, però, che si trattava di una disposizione a difesa dei cittadini e dei consumatori, che avrebbe potuto migliorare il provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il mio articolo aggiuntivo 41.03 tende a delle semplificazioni in materia di imposta di bollo. Capisco che ci possano essere dei problemi legati alla copertura finanziaria e quant'altro. Si tratta tuttavia di un tema delicato e, per quanto riguarda la copertura finanziaria, il contributo dovuto al servizio sanitario nazionale potrebbe in qualche modo aggiungere copertura a quanto previsto nella prima parte del mio articolo aggiuntivo, che prevede che l'imposta di bollo in misura fissa è elevata da euro 1,81 a euro 2,50 e l'importo per cui l'imposta non è dovuta è elevato da euro 77,47 ad euro 500,00. Il cittadino avrebbe sostanzialmente un vantaggio enorme per quanto riguarda la possibilità di semplificazione in materia di imposta di bollo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 400
Astenuti 51
Maggioranza 201
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 277).Pag. 87
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201, per la cui votazione i presentatori insistono.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, capisco che la Commissione Bilancio abbia espresso parere contrario su questi articoli aggiuntivi, che però presentano una propria ragionevolezza. Chiedo anche a tutti i colleghi: perché si dovrebbe pagare la tassa di concessione per l'espatrio per recarsi in Svizzera, in Norvegia o in Croazia, dove è ammesso andare con la carta di identità?
L'articolo aggiuntivo prevede esattamente questo: quando si va in Paesi per i quali è ammessa la carta d'identità, si può non pagare il bollo sul passaporto. Mi sembra una proposta assolutamente ragionevole, che merita un voto favorevole.
Non stiamo parlando - sebbene avessimo presentato nella scorsa legislatura una proposta in tal senso - dell'eliminazione tout court della tassa sul passaporto; in questo caso, stiamo ragionando solo dell'imposta da pagare quando si utilizzi il passaporto per andare in Paesi dove è previsto il solo uso della carta di identità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201, non accettati dalla Commissione, né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 250).
Prendo atto che l'onorevole Leddi Maiola non è riuscita a esprimere il proprio voto.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, non so se riuscirò a far capire all'Assemblea, al di là degli schieramenti, l'utilità dell'articolo aggiuntivo in esame.
Di fatto in Italia siamo in questa situazione: molti piccoli appezzamenti di suolo agrario non vengono venduti, non entrano nel mercato, perché i costi di trasferimento fiscali e notarili lo scoraggiano. Stiamo parlando di terreni agricoli aventi valore catastale inferiore a 5 mila euro. Per tali trasferimenti abbiamo ipotizzato che ci sia un abbattimento complessivo, tanto da farli costare cento euro onnicompensivi.
Mi rendo conto che anche in questo caso c'è un problema per la Commissione bilancio. A parte il fatto che in grande maggioranza tali situazioni non vanno sul mercato, quindi non producono un gettito, mi rivolgo al Governo, al relatore e ai componenti della maggioranza, sperando di fare emergere il problema. Abbiamo già tentato, in altre circostanze, di farlo diventare un tema meritorio di attenzione da parte del legislatore. Fino a questo momento non ci siamo riusciti, per cui di fatto in Italia vi è una situazione di immobilismo nel trasferimento delle piccole proprietà agricole. Una norma che faciliti il passaggio di tali piccole proprietà sarebbe auspicabile, perché aiuterebbe la ricomposizione fondiaria e soprattutto porrebbe termine allo stato di abbandono in cui si trovano una serie di apprezzamenti di suolo agrario, che si espongono anche al problema della manutenzione, quindi della salvaguardia ambientale. Mi Pag. 88rivolgo a molti altri colleghi sensibili a questi temi: senza un incentivo dal punto di vista della facilitazione, perché il trasferimento di tali proprietà avvenga con semplicità, tutto rimarrà fermo, così com'è oggi.
La domanda è: c'è qualcuno che sposa questa causa, che la ritiene meritoria? È possibile affrontarla in questa o in altra sede? È possibile superare una forma di insensibilità, che spesso registriamo su questo tema, al di là delle posizioni di schieramento? Tutto ciò andrebbe a favore di una proposta di assoluto buonsenso, che risolverebbe tanti problemi, semplicemente se ci fosse un concorso di volontà teso a raggiungere l'obiettivo di venire incontro al mondo agricolo, soprattutto alle aree più abbandonate, che rischiano di rimanere marginali, creando problemi non soltanto di natura ambientale, ma anche economica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevoli colleghi, la proposta contenuta nell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 è giustissima. Non solo si andrebbe incontro ad innumerevoli fattispecie nelle quali le spese di trasferimento dei menzionati microappezzamenti di terreno agricolo sono superiori al valore stesso del bene compravenduto - il che già è assurdo e frena le operazioni - ma si favorirebbe, accettando l'articolo aggiuntivo in esame, la ricomposizione fondiaria, che è un obiettivo importantissimo per la nostra agricoltura, i cui appezzamenti sono sottodimensionati. Gli esperti di settore sanno che, scoraggiati dall'eccessiva incidenza delle spese, molti proprietari di microappezzamenti non fanno l'atto notarile di trasferimento, quindi se lo passano, come si suol dire in agricoltura, «in parola», o stilano un «pezzetto di carta» che però non viene registrato. Si tramandano dunque, di generazione in generazione, situazioni non sistemate dal punto di vista ipotecario e catastale, creando un marasma non indifferente. L'articolo aggiuntivo in questione va dunque nella direzione dell'efficace risoluzione di problemi assolutamente oggettivi.
Voterò pertanto senz'altro a favore dell'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, vorrei ribadire alcuni concetti espressi da chi mi ha preceduto. Credo che la valenza dell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 sia tale, per cui valga la pena sottoscriverlo anche da parte mia, ma soprattutto sarebbe importante capire se il relatore intenda manifestare la volontà, in questa sede, di accantonare anche l'esame di questo articolo aggiuntivo, in attesa che si possa trovare idonea copertura, come si è fatto per altre proposte emendative.
Ritengo, infatti, che alla fine si ricorre sempre alla «foglia di fico» per la quale, quando manca la copertura, anche le proposte di buonsenso non possono essere approvate. Dobbiamo recarci in Commissione bilancio per chiedere diversi pareri e credo che uno in più o in meno non rappresentanti una grande differenza. Mi auguro che il relatore voglia, con un gesto di buonsenso, accantonare l'esame dell'articolo aggiuntivo 41.0202 avente quale prima firmataria l'onorevole Milanato.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore, prima di proseguire con gli altri interventi, se sia disponibile ad accogliere la proposta di accantonamento dal collega Fava formalizzata. Chiedo al relatore anche semplicemente un «sì» o un «no» per decidere se proseguire o no la discussione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, dichiaro la mia disponibilità in merito, fermo restando che c'è un parere contrario della Commissione bilancio e che la questione è stata in qualche modo già affrontata in altra sede legislativa.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 89FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non abbiamo, al riguardo, difficoltà.
PRESIDENTE. Dispongo pertanto l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. L'articolo aggiuntivo Giudice 41.0203, reca un contenuto simile all'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 e pertanto, se il relatore non avesse obiezioni, ne disporrei ugualmente l'accantonamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Non vi sono problemi in merito, signor Presidente.
PRESIDENTE. Avviso quindi che anche l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 41.0203 è accantonato.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo aggiuntivo Saglia 41.052. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, sta accadendo una cosa grave e segnaleremo sicuramente il problema anche nei prossimi giorni presentando apposite interrogazioni in merito. Il 1o luglio di quest'anno si apre il mercato elettrico: una rivoluzione che avrebbe dovuto essere copernicana, una liberalizzazione vera. Non esistono però le regole, il Governo non le ha adottate e non c'è una legge che disciplini il mercato dell'energia elettrica. Cosa succederà? Nessuno cambierà il fornitore e tutti continueranno ad acquistare l'energia elettrica dal medesimo fornitore. Allora, dite pure che la liberalizzazione nel settore energetico non fa parte del programma di Governo! Questo mio articolo aggiuntivo non si limita ad affrontare una questione presente in un altro disegno di legge; mancano ormai venti giorni e non vi sono ancora le regole, né è stato predisposto un provvedimento in merito. Anzi, è in elaborazione, presso il Ministero dello sviluppo economico, un provvedimento che prevede il rinvio senza data della liberalizzazione dell'energia elettrica. Finitela di prenderci in giro! Avete avuto la possibilità di stabilire le regole del mercato da un anno a questa parte: non lo avete fatto ed è evidente che difendete i monopoli. Questo articolo aggiuntivo servirebbe, almeno, ad affrontare la questione delle fasce sociali disagiate. Evidentemente il Governo di sinistra è totalmente disinteressato dal fatto che le bollette elettriche vengono pagate in maniera eccessiva anche dalle fasce sociali disagiate. Non vi siete preoccupati neppure di questo aspetto! Cosa fanno il Ministro degli affari sociali ed il Ministro per le politiche per la famiglia sulle tariffe che i cittadini e le famiglie devono pagare per l'energia elettrica? Assolutamente nulla!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Saglia 41.052.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Intervengo semplicemente per ricordare che giace al Senato, dal mese (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...
STEFANO SAGLIA. Giace da due anni!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore! Può proseguire, sottosegretario Bubbico.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Basta controllare i resoconti delle attività della X Commissione al Senato per rendersi conto dei tempi necessari all'esame di un disegno di legge che il Governo ha presentato molti mesi fa. Tuttavia, il Governo ha già annunciato, in tale sede, che ove mai il provvedimento, che è calendarizzato per la Pag. 90discussione in aula, non dovesse arrivare in porto, verranno adottate tutte le misure necessarie a garantire le utenze che non trarrebbero vantaggio dalla liberalizzazione che dal 1o luglio diventerà operativa nel nostro Paese.
Desidero quindi tranquillizzare l'onorevole Saglia sul fatto che il problema è all'attenzione del Governo e che esso non è risolvibile con l'articolo aggiuntivo proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il provvedimento in esame ormai viene gestito dalla Commissione bilancio e - per alcuni aspetti - da provvedimenti in itinere. Di fatto, in qualche modo, esso è stato completamente svuotato. Ha ragione il collega Saglia quando afferma che su questo tema, ossia la liberalizzazione delle utenze domestiche a partire dal 1o luglio 2007, il Governo è inadempiente.
Ho ascoltato in sede di Comitato dei nove - ma anche in Commissione - il sottosegretario Bubbico affermare che se per caso non si arrivasse all'approvazione del provvedimento in tempo utile, il Governo potrebbe quando e come vuole, stabilire il rispetto di quella data. Siamo già, ormai, a metà giugno ed effettivamente la necessità di trovare una soluzione, attraverso un decreto, dovrebbe emergere in queste ore e non si dovrebbe aspettare che il provvedimento, che giace al Senato, sia approvato in tale sede per poi essere trasmesso alla Camera.
Quindi, l'onorevole Saglia ha ragione quando sostiene che per alcune parti - si veda la materia dell'acqua - è stato possibile, in questo disegno di legge, riportare nel suo alveo provvedimenti che sono in itinere e che, per il momento, giacciono al Senato; per questo aspetto, invece, frutto di un emendamento proposto dall'opposizione, non è possibile usare lo stesso metro.
Pertanto, voteremo a favore di questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, aggiungo la mia firma all'articolo aggiuntivo del collega Saglia e sottolineo, perché forse sono passati inosservati ai più, il tono e l'espressione usata dal sottosegretario Bubbico per ricordare il provvedimento che si trova all'esame del Senato. Egli lo ha paragonato, non dico a cosa, per decenza e perché siamo in un'aula parlamentare, ma adoperando le stesse parole del sottosegretario, si può dire che il provvedimento «giace» al Senato. Il che significa che quando questa opposizione ha sottolineato che il nostro bicameralismo si è trasformato, per colpa dell'attuale maggioranza, in un bicameralismo imperfetto, in una situazione per cui il Senato non può legiferare, ebbene, in questo caso l'espressione «giace» risulterebbe propria!
Signor Presidente, prima di concludere il mio intervento vorrei porre un'ultima domanda: ma il Governo sarà ancora in carica il 1o luglio di quest'anno?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 41.052, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 251).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Gianfranco Conte 41.0206.Pag. 91
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, naturalmente non mi aspetto che sia approvato questo mio articolo aggiuntivo, analogo a quello dell'onorevole Saglia, ma intervengo soltanto per ricordare che vi era un impegno preciso da parte del Governo a procedere al passaggio alle tariffe elettriche con una liberalizzazione e, quindi, con l'utilizzo, dopo molti studi, della condizione tariffaria D1. rispetto alle D2 e D3.
Non ci pare che vi sia alcun passo in avanti. A noi sembra che si voglia «ingessare» un mercato per consentire ai player, che sono attualmente sul mercato stesso, di continuare ad utilizzare tariffe a loro convenienti, senza tener conto delle effettive necessità ed urgenze, soprattutto rispetto alle famiglie numerose, che vedrebbero in un passaggio di tariffa, così com'era stato anche ipotizzato dai vari esperti del settore, un vantaggio indubbio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianfranco Conte 41.0206, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 430
Astenuti 22
Maggioranza 216
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 252).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205.
Prendo atto che i presentatori di tali articoli aggiuntivi non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, abbiamo appena abbandonato - mi rivolgo al relatore ed al Governo - il tema delle banche. Vi siete tanto eccitati all'idea di aver realizzato una riforma relativa alla commissione del massimo scoperto e, poi, abbiamo constatato che l'emendamento presentato dalla Commissione, in realtà, interviene ben poco in materia e permangono, in ogni caso, gli oneri a carico dei cittadini clienti.
Ci troviamo ora in una situazione veramente paradossale. Quando, sulla stampa internazionale si fa riferimento alle tariffe applicate nel nostro Paese per l'energia elettrica, evidentemente si avverte che si viene incontro, in qualche modo, alle richieste delle imprese, le quali pagano, sempre nel nostro Paese, una sorta di «commissione di massimo scoperto» per l'utilizzo dell'energia. Nel Paese «normale» succede che se durante l'arco dell'anno un'impresa, per necessità correlate ad un picco di lavoro, consuma una quantità di energia molto più alta rispetto a quanto consuma nei periodi normali dell'anno, la stessa impresa pagherà, per tutto l'anno, l'impegno massimo di potenza, che verrà «spalmato» in maniera uniforme su tutti i mesi ed i giorni dell'anno.
Credo che ciò sia un illegittimo arricchimento perché, sostanzialmente, per un picco, che può essere anche di pochi minuti si rischia molto. A tale proposito, faccio un esempio che potrebbe essere utile per inquadrare i termini della questione. Nel nostro Paese il settore alberghiero, soprattutto nelle località balneari, ha una concentrazione di attività nel periodo dell'alta stagione, Tuttavia, se qualcuno durante l'anno, per esempio a Capodanno, decidesse di ospitare, all'interno della propria struttura, un gruppo di turisti e di fare un veglione, in tale occasione utilizzerebbe il massimo dell'energia disponibile, Pag. 92sia per l'ospitalità sia per il veglione. Ebbene, in tal caso, per tutto l'anno e per tutto il periodo invernale, in cui normalmente tutti gli esercizi rimangono chiusi, pagherebbe la «commissione di massimo scoperto» per l'energia.
Questo è, in parole povere, il contenuto della proposta emendativa che sottoponiamo alla vostra attenzione, perché chiediamo che venga applicato alle imprese un costo considerato sulla media dei consumi che si fanno durante tutto l'anno e non sui picchi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 444
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 243).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo ho tentato di porre all'attenzione del Governo una problematica estremamente complessa. Mi rendo assolutamente conto della difficoltà, anche da parte della Commissione bilancio, di valutare con precisione le ricadute finanziarie. Tuttavia, desidererei che il Governo, quanto meno, prendesse atto che la problematica, così come evidenziata nell'articolo aggiuntivo, è importante. Vorrei sapere, inoltre, se il Governo è disponibile ad accogliere un ordine del giorno che lo impegni ad affrontare questa problematica, magari in altra sede, perché ritengo che essa vada assolutamente risolta, in quanto spesso gli oneri del recupero superano addirittura la somma del debito per cui si tenta il recupero stesso.
La problematica esiste e non ritengo che questa sia la soluzione migliore ma, in ogni caso, vorrei chiedere al Governo se è disponibile ad affrontare il problema accogliendo un ordine del giorno. In tal caso, ritirerei certamente l'emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non abbiamo nessuna difficoltà ad accogliere un ordine del giorno che riepiloghi tali aspetti e che, sulla base di un percorso scandito, ci consenta di affrontare le questioni qui rappresentate.
PRESIDENTE. Dunque, l'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204 si intende ritirato, sulla base dell'impegno assunto dal Governo. Pertanto, onorevole Bosi, non le posso dare la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Luciano Rossi 41.055 e D'Agrò 41.0100, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 257).Pag. 93
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Testa 41.0200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato sì 443
Hanno votato no 8).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lazzari 41.06.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, ritiro il mio articolo aggiuntivo perché è già assorbito dall'articolo 15.
PRESIDENTE. Sono accantonati i successivi subemendamenti riferiti all'articolo aggiuntivo 41.0300 della Commissione, esso stesso accantonato. È accantonato anche l'articolo aggiuntivo Turco 41.0252.
Chiedo al relatore di darci indicazioni sul prosieguo dell'esame.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, potremmo passare all'esame dell'articolo 42.
PRESIDENTE. Sta bene.