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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Compatibilità ambientale del progetto di ampliamento di una cava presso il Monte San Lorenzo nel Friuli-Venezia Giulia - n. 3-00944)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00944 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione verte sul Monte San Lorenzo in Friuli-Venezia Giulia, nei comuni di Maniago e Frisanco. Per ampliare la cava preesistente è stata autorizzata la sostanziale decapitazione del Monte San Lorenzo: è un piccolo monte, che non ha la grandiosità fisica delle pareti dolomitiche, ma è il simbolo di Maniago, da sempre al centro di leggende, di racconti e della storia delle sue genti. Dalle falde del monte, inoltre, nasce la roggia che portò, nel 1400, alla nascita delle coltellerie della storia artigianale di Maniago.Pag. 55
Recentemente l'impresa Cementizillo Spa ha ottenuto dal comune il permesso di ampliare notevolmente la cava, passando da 20 a 35 ettari di area cava. Tutto ciò determinerà un gravissimo danno paesaggistico e ambientale ed una perdita del patrimonio naturale e storico delle comunità locali. Soprattutto, il monte passerà da 650 a 590 metri di altezza.
Le chiediamo, signor Ministro, se sia a conoscenza di tale scempio ambientale e se, soprattutto, l'intervento risulti in regola. In caso di risposta affermativa, le chiediamo se non ritenga comunque urgente e indispensabile impegnarsi per scongiurare una deturpazione ambientale, che sconvolgerebbe una pregiata area del Friuli-Venezia Giulia.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, risulta che il sito oggetto dell'ampliamento della cava, situato nel Monte San Lorenzo, è localizzato a una distanza di circa 1.500 metri dal sito di importanza comunitaria incluso nell'elenco della rete europea Natura 2000 Val Colvera di Jof.
È pertanto necessario valutare se le attività che si intendono condurre in tale area possano ingenerare interferenze, anche indirette, nei confronti di tale sito. In tal caso, giova ricordare che le autorità locali competenti hanno la responsabilità di adottare le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state individuate. In ordine ai piani e ai progetti da realizzare in dette aree, ove si riscontrassero le ipotesi sopra formulate, deve essere prevista l'applicazione della procedura di valutazione di incidenza, in osservanza della direttiva europea.
Da quanto riferito dalla regione Friuli-Venezia Giulia, nei comuni di Maniago e Frisanco sono attive due cave di calcare autorizzate e si apprende che presso l'amministrazione non è pervenuta a tutt'oggi alcuna richiesta di autorizzazione all'ampliamento delle attività estrattive.
Non è stata altresì avviata alcuna procedura di VIA, né la regione è in possesso dei dati relativi alle superfici e ai volumi previsti dal nuovo progetto di ampliamento della cava, né tanto meno ha conoscenza delle previsioni progettuali relative al nuovo progetto. La regione metterà in atto tutte le azioni previste dalla normativa vigente in materia di tutela ambientale.
Le competenze del Ministero dell'ambiente in materia di attività estrattive non sono previste nella fase autorizzativa che, sia per la parte paesaggistica, sia estrattiva, ricadono in ambito regionale. In tal caso la regione, dopo aver rilasciato le autorizzazioni, le trasmette al Ministero dell'ambiente, ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004.
Il Ministero, solo per la parte paesaggistica, ove esista un vincolo, deve intervenire al fine del controllo di legittimità e ha sessanta giorni di tempo per effettuare ed esercitare tale controllo. Nel merito il Ministero, qualora giunga l'autorizzazione della regione, procederà al controllo di legittimità suddetto, tenendo conto delle criticità rilevate dall'interrogazione.
Da ultimo, il comune di Magnago ha fatto presente che, prima che il progetto di scavo sia approvato dalla commissione regionale, intende avviare urgentemente un processo di modifica del piano regolatore.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa ha facoltà di replicare.
MANUELA DI CENTA. Ministro Santagata, la ringrazio per la risposta che ha letto, ma mi permetta di dire che ho visto una palla che si è «rimpallata» dalla regione al Ministero e che dal Ministero alla regione Dio solo sa se è andata in goal da qualche parte.
Non parliamo di cose che non si sa dove siano: parliamo della cima di una montagna, di un fattore ambientale che più chiaro e nitido di così non può essere. Pag. 56Mi dica una cosa sola: se il Ministro dell'ambiente - che, tra l'altro, non so come mai oggi non sia qui: mi dispiace moltissimo, ma è lei, Ministro Santagata, a rispondere - tutela qualcosa, oltre al mare e all'ambiente, chissà, forse può tutelare anche una cima di montagna? Se non tuteliamo una cima di montagna, cosa dobbiamo tutelare nella nostra natura? Me lo dica e me lo faccia capire, perché c'è qualcosa che mi sfugge veramente!
Si tratta di una questione non soltanto tecnica. Io esigo un impegno per la nostra natura, che è la nostra storia - la storia della gente che va al mattino nella chiesa del San Lorenzo a pregare, che ha i suoi folletti e le sue storie - affinché la gente da Magnago possa sempre vedere la cima della sua montagna. Lo esigo non solo a nome di tutta la gente di Magnago, ma anche a nome di tutti noi che abbiamo a cuore il territorio, la montagna e non solo. In questo caso si tratta di una montagna di 650 metri di altezza: non è l'Everest, non è l'Himalaya, ma è una parte di noi stessi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).