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Si riprende la discussione del Doc. III, n. 1.
(Dichiarazioni di voto - Doc. III, n. 1)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Come già preannunciato, la Presidenza, sulla base dei criteri costantemente seguiti, autorizza la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della dichiarazione di voto della deputata Perugia, che ne ha fatto richiesta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, non senza imbarazzo prendo la parola brevissimamente, non per riprendere il merito della questione, che si presta ad una analisi che, peraltro già approfondita, potrebbe esserlo ulteriormente.
Prendo la parola per il rispetto assoluto e incondizionato che ho sempre avuto dell'Assemblea parlamentare, perché sono stato e resto convinto che il Parlamento, in un sistema democratico, sia non solo la casa dei diritti ma anche la fortezza entro la quale i diritti devono essere custoditi e difesi.
Le questioni sono state esposte nelle relazioni e i colleghi che avessero voluto approfondire avrebbero potuto farlo.
Sottolineo soltanto una singolare congiuntura che mi ha riguardato e che sottopongo all'attenzione dei colleghi, in un momento per me delicato, ma ben poca cosa è il singolo deputato di fronte all'istituzione e credo che sia il principio generale che se ne astrae a dover essere soppesato.
Accedendo alla tesi oggetto della proposta della Giunta delle elezioni, vi sarebbe stato un unico cittadino italiano chePag. 7in un periodo, ancorché breve, di dieci o quindici giorni, avrebbe visto sospesi i suoi diritti politici senza che ciò fosse avvenuto nelle forme e nei modi previsti dalla legge. In forza di una sentenza sbagliata - come in un caso analogo ha sancito la Corte di cassazione - ero stato rimosso dalla carica di sindaco che intendevo mantenere, e, reso libero cittadino in seguito all'esecuzione della sentenza di un tribunale della Repubblica, mi si contesta oggi il diritto di poter partecipare alle elezioni e, quindi, di sedere nei banchi del Parlamento.
Se questa sarà la decisione dell'Assemblea ne prenderò atto, ma tutte le volte che un diritto fondamentale costituzionalmente garantito, costringe a un'articolata, e a volte spericolata, interpretazione della norma per ricondurre la fattispecie concreta al precetto generale, in tutti questi casi noi corriamo il rischio di compromettere i diritti fondamentali, perché il principio che la Giunta e lo stesso Parlamento nella passata legislatura - ricordo, ad esempio, la vicenda dell'onorevole Rutelli - hanno adottato è quello, unanimemente riconosciuto, in base al quale tali diritti possono essere limitati per espressa disposizione di legge. Tutte le volte che la fattispecie non rientra nella espressa disposizione di legge si deve escludere l'interpretazione analogica o estensiva. La proposta della Giunta finirebbe per privarmi, ancorché per un periodo breve (tra il 24 febbraio e il 5 marzo 2006), dei miei diritti politici. Se ciò sia ammissibile, ognuno lo dica nell'intimo della sua coscienza; se, viceversa, l'affermazione dei diritti fondamentali ha costituito la costante scelta degli organi parlamentari nel passato, credo che la risposta non possa che essere: no, non è possibile comprimere i diritti fondamentali interpretando elasticamente la legge.
Volevo soltanto svolgere tali considerazioni confidando nel fatto che le Assemblee parlamentari, in materia di tutela dei diritti, non hanno mai fatto questione di schieramento, ma hanno guardato allo status, alla Costituzione e all'integrità dei diritti che, ove venissero messi in discussione, comprometterebbero la logica stessa della democrazia (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, mi permetto di chiedere un attimo di attenzione. Stiamo per accingerci a due votazioni molto delicate e molto importanti; intervengo sulla prima votazione ed eviterò di intervenire anche sulla seconda.
Sono passati dieci mesi dalla proclamazione del collega Neri e ne sono passati tredici dalla proclamazione del collega Bodega; comunque sia, l'atto di cui stiamo discutendo giunge tardivamente e male, perché dopo tanti mesi di presenza parlamentare diventa anche difficile far valere la durezza della legge nei confronti di un collega.
Per quanto mi riguarda la legge è chiara; ho letto gli atti e ho ascoltato le relazioni: io voterò a favore sia di questa sia della successiva richiesta della Giunta delle elezioni e invito sinceramente i colleghi a leggere la legge e a votare con coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, anch'io, come il collega Mellano, parlerò ora di questo caso ed eviterò di intervenire su quello successivo.
Ritengo si tratti di un tipico caso nel quale si esalta il ruolo del Parlamento ma anche quello del singolo deputato, che deve valutare in coscienza non solo quanto nella legge è scritto. Su questo il collega Mellano ha perfettamente ragione: se noi dovessimo stare al testo della legge, non vi sarebbe discussione. Detto questo, noi abbiamo istituito una Giunta delle elezioni che ha e svolge un proprio ruolo.
Ritengo che la Giunta sia stata istituita non perché sia meramente «ragioniere della legge» ma per entrare nel merito dei casi specifici a lei sottoposti.Pag. 8
Ne abbiamo discusso tra noi e il collega Mellano ha manifestato il suo orientamento di voto, assolutamente legittimo. Personalmente, però, non lo condivido nella sua integralità - non voglio dire «nel suo integralismo» - e così anche altri colleghi della Rosa nel Pugno.
Valuteremo, come è giusto che ogni deputato faccia, anche il caso specifico e, in relazione a ciò, ritengo che il caso del collega Bodega sia molto diverso da quello del collega Neri.
Quindi noi - io, il collega Turco, il collega Beltrandi e la collega Poretti - voteremo in modo differenziato rispetto alle due proposte della Giunta: votando a favore sulla proposta della Giunta per quanto riguarda il caso ora in esame e, invece, votando contro la proposta della Giunta sul caso successivo (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cassola. Ne ha facoltà.
ARNOLD CASSOLA. Signor Presidente, penso che, come ha detto il collega D'Elia, la legge sia chiara e, se ci atteniamo ad essa, non si può decidere altrimenti.
Penso, però, che sia necessario entrare nel merito di ogni caso. Quindi tutti, in coscienza, devono giudicare su quanto fa ognuno di noi sia in quest'aula sia fuori.
Ciò, inoltre, rappresenta uno spunto di riflessione sulle incongruenze che esistono tra le varie leggi: nel caso di sindaci di comuni sopra i 15 mila abitanti è necessario, ai fini dell'elezione, dimettersi sei mesi prima, mentre in tanti altri casi si può avere il cumulo delle cariche senza alcun problema.
In ordine a tali casi è necessario riflettere per il futuro in modo da varare una legge che preveda, ma ad elezione avvenuta, la non cumulabilità delle cariche.
Non possiamo tornare alla situazione vergognosa che si registrava nel Parlamento europeo per cui avevamo vari leader di partito che erano deputati europei, ma che non si presentavano mai al Parlamento europeo ponendo l'Italia nella condizione di essere l'ultima nella lista delle presenze a causa del cumulo delle cariche. Poi, per deputati non famosi, che non sono grandi leader, invece la legge prevede ciò.
Personalmente mi rimetto alla mia coscienza, giudicherò su entrambi i casi, voterò in modo differenziato su entrambi e non sempre conformemente all'orientamento della Giunta.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 11,05.
La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11,05.