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Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sulla elezione contestata del deputato Lorenzo Bodega per la IV Circoscrizione Lombardia 2 (Doc. III, n. 2).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Lorenzo Bodega per la IV Circoscrizione Lombardia 2 (Doc. III, n. 2).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.
La Giunta delle elezioni propone l'annullamento per motivi di ineleggibilità dell'elezione del deputato Lorenzo Bodega e, conseguentemente, la proclamazione in suo luogo del ricorrente Nicola Molteni.
(Discussione - Doc. III, n. 2)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Oliverio.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Comitato permanente per le incompatibilità, le ineleggibilità e le decadenze ha avviato, nella riunione del 28 giugno 2006, l'esame di un reclamo e di un ricorso avverso l'eleggibilità di Lorenzo Bodega, proclamato deputato dal Presidente provvisorio della Camera nella seduta del 28 aprile 2006.
Il reclamo è stato presentato da un elettore, mentre il ricorso è stato presentato da Nicola Molteni, candidato primo dei non eletti della lista Lega Nord-Movimento per l'Autonomia, nella IV Circoscrizione Lombardia 2.
Sia il reclamo sia il ricorso fanno riferimento alla violazione dell'articolo 7, primo comma, lettera c) del testo unico n. 361 del 1957 e dell'articolo 3-bis del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22, in ragione del fatto che il deputato Bodega è risultato cessato dalla carica di sindaco di Lecco solo in data 3 marzo 2006, posteriormente, dunque, alla data del 5 febbraio 2006, entro cui egli si sarebbe dovuto dimettere per rimuovere la situazione di ineleggibilità.
Tale disposizione transitoria, con esclusivo riferimento alle elezioni politiche successive alla data di entrata in vigore della legge, ha stabilito, infatti, che, anche nel caso in cui lo scioglimento delle Camere ne avesse anticipato la scadenza per un periodo pari o inferiore a 120 giorni, le cause di ineleggibilità di cui all'articolo 7 del testo unico n. 361 del 1957 non avrebbero avuto effetto se le funzioni esercitate fossero cessate entro i sette giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge.
Nel corso dell'istruttoria in contraddittorio svolta in seno al Comitato permanente per le incompatibilità, le ineleggibilità e le decadenze, il deputato Bodega haPag. 10trasmesso le proprie controdeduzioni ed è stato ascoltato dal Comitato medesimo nella riunione del 12 ottobre 2006.
In particolare, il deputato Bodega ha controdedotto che l'articolo 7, quinto comma, del citato testo unico, nel prevedere che l'accettazione della candidatura comporta in ogni caso la decadenza dalla carica di sindaco, consentirebbe, ai fini della rimozione della causa di ineleggibilità, di considerare sufficiente la cessazione dalle funzioni di sindaco all'atto dell'accettazione della candidatura, ancorché non preceduta dalla formale presentazione delle dimissioni entro il termine previsto dalla legge.
Inoltre, il deputato Bodega ha osservato che, con l'introduzione di un sistema elettorale di tipo proporzionale a liste bloccate e senza voto di preferenza, che, come tale, non prevede un confronto diretto con gli avversari (proprio, invece, del sistema maggioritario uninominale), l'elezione dei deputati è stata affidata alle scelte insindacabili di ciascun partito, piuttosto che degli elettori, e ciò renderebbe non più razionale la previsione dell'ineleggibilità fondata sulla ratio di evitare la captatio benevolentiae degli elettori.
Il deputato Bodega, inoltre, ha evidenziato l'incongruità del fatto che l'ordinamento, a fronte della ineleggibilità dei sindaci di comuni con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, continua a sanzionare con una semplice incompatibilità la posizione dei presidenti delle regioni.
Conclusa l'istruttoria in Comitato, nella seduta della Giunta del 26 ottobre 2006, il coordinatore del Comitato per i profili attinenti alle ineleggibilità e alle decadenze ha svolto la propria relazione riferendo sugli esiti dell'istruttoria.
In particolare, il Comitato non ha ritenuto le considerazioni svolte dal deputato Bodega sufficienti per escludere un giudizio in termini di ineleggibilità, sulla base del chiaro disposto dell'articolo 3-bis del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22.
Il Comitato, infatti, ha ritenuto che l'argomento secondo cui si sarebbe dovuta produrre la decadenza dalla carica di sindaco con l'accettazione della candidatura non tiene conto della fatto che tale previsione ha natura eminentemente sanzionatoria, essendo finalizzata a rimuovere d'ufficio una situazione che, in quanto protrattasi oltre il termine di legge, era comunque già idonea a determinare l'ineleggibilità.
Secondo le conclusioni del Comitato, fatte proprie dalla Giunta, se il mutato contesto elettorale ha affievolito notevolmente il rapporto elettori-eletti, non ha tuttavia fatto venir meno il rischio di captatio benevolentiae, ma, semmai, ne ha mutato il significato, nel senso che, pur non potendo esercitare direttamente un'influenza sulle scelte degli elettori a diretto vantaggio della propria candidatura, il titolare di una carica elettiva può anche oggi continuare ad esercitare un'influenza indiretta di cui potrebbe risultare in ultima istanza beneficiaria la lista in cui intende candidarsi.
Sulla base dei predetti motivi, il Comitato ha proposto, quindi, di accertare la ineleggibilità del deputato Lorenzo Bodega e di deliberarne, pertanto, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, del regolamento della Giunta, la contestazione della elezione.
Nella seduta del 31 gennaio 2007, la Giunta, infine, ha approvato le proposte del Comitato di accertamento dell'ineleggibilità del deputato Lorenzo Bodega e di conseguente contestazione della sua elezione, comunicando alle parti la fissazione dell'udienza pubblica che - inizialmente prevista per il 6 marzo 2007 e poi rinviata - ha avuto luogo il 4 maggio 2007.
Nello svolgimento della stessa, dopo la relazione introduttiva svolta dal relatore, sono intervenuti il ricorrente Molteni, che ha richiamato le argomentazioni già illustrate nel ricorso da lui presentato, e il deputato Bodega, il quale ha escluso di aver esercitato significative forme di influenza sugli elettori, avendo egli ricoperto la carica di sindaco per un numero di anni tale da garantirgli ampia visibilità presso i cittadini ben prima del periodo nel quale avrebbe dovuto astenersi dalle funzioni e rassegnare le dimissioni.Pag. 11
La Giunta si è, quindi, riunita in camera di consiglio, ai sensi dell'articolo 13, comma 7, del proprio regolamento, alla presenza dei deputati per tutta la durata dell'udienza pubblica, al termine della quale ha adottato il seguente dispositivo: «La Giunta delle elezioni, in udienza pubblica, udita l'esposizione del relatore e gli interventi delle parti, riunitasi in camera di consiglio; visti gli articoli 7, primo comma, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, recante il testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, e l'articolo 3-bis del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22; accoglie il ricorso presentato dal candidato Nicola Molteni e, respinto ogni contrario avviso in procedendo e nel merito, delibera di proporre all'Assemblea l'annullamento per motivi di ineleggibilità dell'elezione per la IV Circoscrizione Lombardia 2 del deputato Lorenzo Bodega e la proclamazione in suo luogo del candidato Nicola Molteni, della lista Lega Nord-MPA».
La Giunta delle elezioni con la presente relazione propone, quindi, l'accoglimento della parte propositiva del dispositivo adottato nella seduta pubblica del 4 maggio 2007.
Al deputato Lorenzo Bodega riconosciamo - e per questa testimonianza lo ringrazio - l'eleganza del suo stile e l'esemplare comportamento con il quale ha difeso, nella Giunta delle elezioni, la sua posizione (Applausi).
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
(Dichiarazioni di voto - Doc. III, n. 2)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, contrariamente a quanto ho affermato prima, cioè che sarei intervenuto una sola volta, considerato l'esito, veramente incredibile, della precedente votazione - che vedeva anche un mio apprezzamento di diversità di situazioni fra il collega Neri e il collega Bodega - devo dire, perché resti agli atti della Camera, che in questi giorni si discute molto di privilegi dei parlamentari: questo è un vero privilegio! Noi possiamo decidere se applicare la legge elettorale nei confronti di un nostro collega!
Io non me la sento: voto a favore dell'interpretazione e dell'applicazione della legge, come ci chiede la Giunta delle elezioni, e ripeto l'invito, a partire dai colleghi radicali del gruppo della Rosa nel Pugno, ad applicare correttamente la legge fino in fondo.
La legge è legge, dura, magari ingiusta, magari da cambiare, ma è legge.
Il collega Bodega doveva dimettersi trenta giorni prima di quando lo ha fatto: non lo ha fatto e mi dispiace. C'è un signor Molteni - che non conosco - che ha un diritto soggettivo ad entrare in quest'aula. Votate pure come volete; io so come voterò.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, chiedo scusa, avrei dovuto intervenire nel caso precedente, perché mi rendo conto che diventa molto delicato per il Parlamento esprimere due valutazioni diverse su casi che hanno caratteristiche simili. Ma non posso esimermi dal parlarne data l'importanza del caso. Questo fatto non cambia naturalmente il mio atteggiamento e non cambierà - immagino - l'atteggiamento di altri colleghi.
Sono totalmente d'accordo con quanto è stato detto ora dal collega che mi ha preceduto: con questo voto ci assumiamo una gravissima responsabilità. È inutile che nascondiamo il fatto che vi è oggi un attacco, in larga misura ingiustificato, al Parlamento, con una serie di motivazioni che tutti conosciamo. Ma in questo momentoPag. 12e con questo voto il Parlamento dimostra di non essere in grado di esercitare una sua prerogativa fondamentale. Lascio naturalmente da parte le valutazioni personali e i rapporti che si possono stabilire tra i parlamentari in quest'aula durante il periodo inevitabilmente lungo dell'istruttoria. Tale periodo prolungato nasce dal rispetto di alcune garanzie. Abbiamo atteso per dare delle garanzie, per realizzare il contraddittorio su questa materia. Nel momento però in cui - dopo aver atteso, aver concesso garanzie e aver ascoltato la relazione della Giunta delle elezioni - votiamo contro chiare prescrizioni di legge tutelando obiettivamente la corporazione, la «casta» del Parlamento, rendiamo legittime tutte le critiche che arrivano dall'esterno.
Lo dico con grande franchezza: presenterò al più presto una proposta di legge che sottragga al Parlamento, dopo questa esperienza, il giudizio sui titoli di eleggibilità (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
Credo che, a questo punto, dobbiamo consegnare - non ero convinto in astratto di tale tesi, ma ritengo sia oggi una conseguenza necessaria di questo voto - ad un organo terzo, alla magistratura o alla Corte costituzionale il giudizio su questa materia (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Capisco le vostre reazioni, ma credo che questo voto certifichi che il Parlamento non è in grado di esercitare un controllo su se stesso.
Pertanto, questo è il motivo per il quale ribadisco il mio voto. Spero che il voto sia uguale a quello precedente, perché non sarebbe giustificato trattare in un modo diverso un caso rispetto all'altro: però la questione di principio è e resta di grandissima rilevanza.
Vi assicuro che sono dispiaciuto per i colleghi che si sono allontanati di soppiatto per non partecipare alla votazione (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carta. Ne ha facoltà.
GIORGIO CARTA. Signor Presidente, voterò contro la deliberazione della Giunta delle elezioni per diversi motivi. Un motivo discende dal fatto che il Parlamento è sotto tiro e la classe politica non è in grado di rialzare la testa e rintuzzare i tanti attacchi veramente infamanti (Applausi).
Conosco la materia, essendo stato assessore e consigliere regionale e avendo dovuto dimettermi il 1o gennaio del 1992 - quando sono diventato deputato - perché la legge lo richiedeva o perlomeno alcune interpretazioni della legge sembravano affermare la necessità delle dimissioni. Non era vero, perché in altri casi ciò non avvenne, tanto che la Corte costituzionale ha stabilito che quella non era l'interpretazione corretta.
In secondo luogo, trovo molto più ingiusto, caro collega Zaccaria, che ci si possa sedere in questo Parlamento solo perché si è diventati sindaci successivamente all'elezione a deputato, restando sindaci e deputati (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania), mentre si viene dichiarati decaduti solo perché si applica questa norma, che c'è, esiste ed è una norma ingiusta.
Vorrei fare un'altra considerazione. Proprio perché sono stato amministratore comunale e regionale - sono stato undici anni assessore di una regione a statuto speciale - so che, se avevo influenza sull'elettorato, essa non sarebbe venuta meno i sei mesi precedenti le elezioni politiche, ma sarebbe rimasta; infatti, tale influenza è rimasta perché ho ottenuto 14 mila preferenze quando ancora si scriveva il nome sulla scheda elettorale.
Allora, voterò contro la proposta della Giunta, perché il Parlamento deve legiferare e deve normare l'incompatibilità assoluta tra le cariche, ma non l'ineleggibilità, che limita i diritti delle persone. Per tali motivi voterò contro (Applausi di deputatiPag. 13dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, invito il collega, che ho proprio davanti a me, ad attivarsi con un'iniziativa per cambiare la legge. Questo è il tema: siamo dei legislatori, non siamo degli «interpreti a caso».
È ingiusto che un sindaco si sia dimesso perché ha interpretato la legge - e nella sua città ci sia il commissario per lo svolgimento delle elezioni - mentre un altro non lo ha fatto. Non dobbiamo rappresentare una casta; siamo una casta che non capisce niente!
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Osvaldo Napoli, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi ha rinunziato.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazione - Doc. III, n. 2)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di annullare l'elezione per motivi di ineleggibilità, con conseguente decadenza dal mandato parlamentare, del deputato Lorenzo Bodega.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi - Deputati si recano al banco del deputato Bodega per congratularsi) (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 369
Astenuti 42
Maggioranza 185
Hanno votato sì 108
Hanno votato no 261).
Prendo atto che i deputati Tocci e Amici avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Avverto che la convalida dell'elezione per la IV Circoscrizione Lombardia 2 del deputato Lorenzo Bodega, secondo quanto precisato dal relatore della Giunta delle elezioni nella relazione orale svolta questa mattina, resta comunque subordinata all'esito della verifica dei risultati elettorali su base nazionale da parte della Giunta delle elezioni. Tale verifica costituisce oggetto dell'istruttoria attualmente in corso da parte del Comitato di verifica nazionale, istituito dalla Giunta con la delibera adottata nella seduta del 14 dicembre 2006. La possibilità di convalidare tutte le proclamazioni (ad eccezione del deputato eletto nella XXVII Circoscrizione Valle d'Aosta, costituita in un unico collegio uninominale, la cui elezione è stata convalidata dall'Assemblea nella seduta del 28 novembre 2006) dipende, infatti, dalla previa verifica dei calcoli e delle assegnazioni effettuate a livello nazionale, da cui, con il nuovo sistema elettorale, consegue il riparto dei seggi alle liste in ogni circoscrizione.