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Seguito della discussione del disegno di legge: Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, deliberato dall'Assemblea il 17 aprile 2007) (A.C. 2272-bis-A) (ore 11,27).
(Ripresa esame dell'articolo 25 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis - sezione 4).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative presentate.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita i presentatori al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dei subemendamenti Fava 0.25.300.1, Saglia 0.25.300.2, Armani 0.25.300.3, Fava 0.25.300.4, D'Agrò 0.25.300.5 e Fava 0.25.300.6.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 25.300, mentre l'emendamento Folena 25.3 sarebbe ovviamente precluso dall'eventuale approvazione dell'emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Il Governo?
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo al subemendamento Fava 0.25.300.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, per quanto mi riguarda, essendo firmatario di tutti i subemendamenti riferiti all'emendamento 25.300 della Commissione, vorrei segnalare che stiamo effettuando un intervento di carattere finanziario, ossia affermiamo che un determinato comma della legge finanziaria riguarda anche tali istituzioni culturali. È evidente che Alleanza Nazionale è d'accordo a sostenere il Museo nazionale della scienza e della tecnologia «Leonardo da Vinci» di Milano, la fondazione La Triennale di Milano, la fondazione La Quadriennale di Roma e l'Accademia dei lincei: voteremmo senz'altroPag. 20a favore dell'emendamento 25.300 della Commissione. Però, francamente, mi sembra la conferma che il provvedimento in esame non ha più né capo né coda.
Addirittura, si ipotizza un intervento legislativo per far rientrare, in una norma relativa all'ambiente, anche il finanziamento a tali importantissime istituzioni culturali. Mi consenta di domandare cosa c'entra tutto ciò con il cittadino consumatore.
Si tratta di un provvedimento che immaginate possa essere l'unico treno sul quale far transitare delle disposizioni prima della legge finanziaria, e procedete in questo senso. Per tale motivo abbiamo anche, se vogliamo, ironicamente, aggiunto altre istituzioni esistenti nel Paese; e, in alcuni casi, lo abbiamo fatto senza tanta ironia. Parlo della fondazione Arena di Verona e della fondazione di Parma che credo siano di altissimo livello.
Allora, perché alcuni enti sono finanziati ed altri no? State legiferando male, state mettendo istituzioni culturali straordinarie, associazioni che creano la cultura di questo Paese, l'una contro l'altra. Non credo sia serio.
PRESIDENTE. Quindi mantiene l'emendamento?
STEFANO SAGLIA. No, signor Presidente, lo ritiro.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Non posso darle la parola perché il subemendamento Fava 0.25.300.1 è stato appena ritirato dall'onorevole Saglia.
Passiamo al subemendamento Saglia 0.25.300.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Si, signor Presidente. Lo ritiriamo.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori del subemendamento Armani 0. 25.300.3 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Prendo, altresì, atto che i presentatori del subemendamento Fava 0.25.300.4 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo al subemendamento D'Agrò 0.25.300.5.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. No, Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, purtroppo, in questo Paese qualche volta la cultura viene «assistita», non è produttiva. C'è commercio culturale piuttosto che invenzione culturale e, per alcuni versi, il provvedimento, o meglio la disposizione in esame lo dimostra.
Mi domando perché alcuni enti vadano in qualche modo organizzati secondo forme di commercio culturale, riconoscendo loro un sostentamento finanziario, mentre lo stesso non vale per altri di pari dignità. Mi sono soffermato su una fondazione che conosco, con sede nella regione Veneto, a Venezia, che ha una storia centenaria: mi chiedo perché questa fondazione non sia sovvenzionata. Ma potrei anche far riferimento alla fondazione Cini: peraltro, conosciamo perfettamente anche la situazione finanziaria in cui versa, nonostante abbia sponsor di notevole valore sul piano finanziario.
Mi domando perché queste fondazioni siano state inserite nel provvedimento ed altre non possano essere inserite. Credo che ci sia un passaggio che vale la pena di riferire: se volevate «sistemare» alcune situazioni, credo che avreste potuto aspettare quattro o cinque mesi. Avreste avuto la legge finanziaria di fronte, e si sarebbe in qualche modo provveduto.
Ma operazioni di questo genere, con l'inserimento di altre strutture culturali, a mo' di «commercio», lasciando perdere quelle che, provocatoriamente, abbiamo inserito nelle nostre proposte emendative, effettivamente dimostrano che, probabilmente,Pag. 21c'è una scala di valori, riferita ad alcune associazioni culturali, diversa rispetto a quella che noi interpretiamo.
Difficile dire che avete ragione voi e torto noi: probabilmente, abbiamo torto entrambi. Sarebbe necessario che in questo campo ci fosse, effettivamente, una politica estremamente seria, che qui non vedo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, non vorrei che tale questione venga trattata nella disattenzione dei parlamentari. Questa è una cosa vergognosa! Chiamiamola con nome e cognome! È vergognoso che una disposizione del genere venga inserita in un testo che parla di tutt'altro, perché vengono erogati fondi senza un regolamento e senza un bando.
Potevo capire se si fosse stabilito che c'era bisogno di un bando per dare sovvenzioni pubbliche a queste istituzioni culturali. Ma non comprendo che i beneficiari delle sovvenzioni vengano inseriti con nome e cognome da parte di una Commissione che non ha alcuna competenza! Non è la Commissione cultura, non è la Commissione preposta a seguire queste attività culturali!
Né comprendo che non faccia scandalo, signori della sinistra, il fatto che una Commissione inserisca una serie di finanziamenti, evidentemente sulla base di sollecitazioni, perché altrimenti non sarebbe mai potuto venire in mente al presidente di questa Commissione! Non voglio entrare nel merito sui beneficiari: se non fosse il signor A, ma il signor B, farei e faremmo lo stesso discorso.
Anche il ritiro delle proposte emendative, presentate, evidentemente, per sottoporre il problema all'attenzione dell'Assemblea, personalmente (parlo a titolo personale in questo caso), non mi trova concorde. Questo articolo dovrebbe essere stralciato in base al buonsenso e alla correttezza parlamentare.
Signor presidente della Commissione, lei ha fatto un buon lavoro, anche in un clima di contrasto. Non permetta che la sua immagine e la sua dignità umana, personale e politica vengano sporcate, facendo questo «biscotto» al servizio di qualche lobby e di qualche potente!
PRESIDENTE. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo alla Commissione di ripensare, di accantonare, di vedere se non possa essere operato uno stralcio. La Camera non ha il compito di dare soldi a chicchessia: è un evento straordinario! Quando ciò avviene, ci vuole un regolamento o un bando pubblico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Folena. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA. Signor Presidente, ho chiesto di parlare perché - chiederei un attimo di attenzione anche al collega Buontempo - si sta ingenerando un equivoco sulla natura di quello che stiamo per votare. La proposta della Commissione riprende una proposta parlamentare - non del Governo - e riprende, in modo particolare, un parere adottato unanimemente dalla Commissione cultura e trasmesso alla X Commissione.
Se fosse vera la tesi sostenuta in questi interventi, i colleghi avrebbero assolutamente ragione: ci troveremmo di fronte ad uno spettacolo indecoroso, cioè al conferimento di fondi ad istituzioni specifiche. Non è questo, però, quel che si sta facendo, collega Buontempo.
Con la passata legge finanziaria sono stati posti vincoli di spesa agli enti pubblici e alle istituzioni pubbliche che ricevono fondi stabiliti regolarmente dal Ministero dei beni culturali. Questo è il quadro preesistente: vi è un lungo elenco di enti. Tale norma di contenimento ha, però, colpito anche enti - collega Buontempo - che invece si finanziano prevalentemente nel settore privato, grazie al fatto che vi è stata una serie di disposizioni che li ha stimolati a ricercare fondi non pubblici.Pag. 22
Il più importante fra tali enti è quella straordinaria istituzione che ci viene invidiata in tutta Europa che è il Museo nazionale della scienza e della tecnica di Milano. Tutti conoscono la quantità di scolaresche che lo visitano ogni anno e l'importanza e il valore di questa istituzione: ebbene, l'85 per cento del bilancio della Fondazione del Museo nazionale della scienza e della tecnica di Milano è costituito da fondi che non provengono dallo Stato. Ciononostante, tale museo, pur raccogliendo questi fondi, non li può spendere a causa della misura di contenimento! Quindi, collega Buontempo, stiamo facendo il contrario di quel che lei dice; stiamo introducendo una norma virtuosa: le fondazioni che non traggono i loro fondi dallo Stato li debbono poter spendere. Altrimenti, finiamo per favorire coloro che non si impegnano per reperire risorse non pubbliche.
Questo è il caso in particolare, oltre che del Museo nazionale della scienza e della tecnica, anche de La Triennale di Milano, de La Quadriennale di Roma e dell'Accademia dei Lincei. A mio parere, questo è anche il caso dell'ETI (Ente teatrale italiano): è vero, infatti, che l'ETI trae oggi la maggior parte dei propri fondi, quasi la totalità, dallo Stato, ma esso ha subito un intervento legislativo che ne ha mutato la ragione, e il suo nuovo gruppo dirigente sta lavorando per uscire da questa condizione di crisi. Tuttavia, accogliendo la sollecitazione del Governo e della Commissione, ho presentato un ordine del giorno specificamente sull'ETI poiché capisco che si tratta di una questione a parte.
Vorrei, però, che i colleghi non equivocassero sul punto sul quale dobbiamo votare: dobbiamo votare sulla possibilità che si liberino risorse private che talune istituzioni raccolgono sul mercato allo scopo di funzionare meglio, risorse che altrimenti esse non potrebbero utilizzare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, comprendo l'intervento accorato del collega Folena, ma vi sono talune precisazioni che occorre svolgere in relazione all'emendamento della Commissione. In primo luogo, comunque, vorrei dire che condivido pienamente quanto ha detto il collega Buontempo: non è questo il luogo né il momento per intervenire su tale materia.
Vede, collega Folena, vi è un documento all'esame della Commissione bilancio in cui si mette mano ad aggiustamenti relativi al comma 507 della legge finanziaria per l'anno 2007, cioè ai tagli che erano stati operati in maniera indiscriminata sul fantomatico articolo 53 (tagli che ci avevano spinto ad una lunga querelle durante l'esame della legge finanziaria). In quella sede, lei e il Ministro per i beni culturali avreste potuto intervenire per destinare le somme che sono state disaccantonate allo scopo di finanziare questa operazione. D'altra parte, lei stesso sta dicendo che queste sono fondazioni che acquisiscono le proprie risorse nel settore privato.
Lei sa bene che, nella scorsa legislatura, avevamo avviato l'operazione del 5 per mille, che è stata peraltro replicata nell'ultima finanziaria, anche se in maniera del tutto diversa da quella che avevamo originariamente prevista.
È stata data facoltà sostanziale al Governo di decidere a quali fondazioni debbano andare dette risorse, ma - ed è questo l'aspetto veramente ridicolo della vicenda - ancora non è stato definito l'elenco delle fondazioni alle quali i cittadini possono destinare le somme che ritengano di utilizzare ai fini del 5 per mille.
Sulla base di tali presupposti, signor Presidente, considerato che l'elenco si è molto allungato, vorrei chiedere al relatore ed al Governo se non si possa aggiungere anche il «festival della zampogna» in modo da completare meglio l'emendamento 25.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
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MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non entrerò nel merito delle questioni che il collega Folena ha sollevato, perché se discutessi del merito potrei, forse, anche essere d'accordo in relazione all'aspetto tecnico della questione paventata. Però, signor Presidente, mi rivolgo direttamente a lei, poiché ho l'impressione che l'emendamento 25.300 della Commissione sia sostanzialmente inammissibile configurando, quindi, una questione non di merito ma procedurale.
Lei potrebbe anche motivare la sua risposta con riferimento all'articolo 25 che conteneva aspetti relativi alla cultura, ma credo che simile risposta sarebbe estremamente debole, dal momento che la suddetta disposizione non si riferisce a questioni attinenti alla cultura, ma a questioni - come recita lo stesso emendamento 25.300 della Commissione - riferibili ai tagli effettuati nella gestione finanziaria degli enti in parola dalla legge finanziaria per il 2007.
Quindi, la materia non è quella relativa alla cultura ed agli enti culturali, ma quella - completamente diversa - che attiene a questioni di bilancio e di finanza pubblica.
Mi rimetto a lei, signor Presidente, né farò polemiche se la sua valutazione sarà diversa, però, pur rendendomi conto che c'è stato in sede di Commissione - com'era giusto che fosse - un allargamento delle maglie per consentire una discussione su un provvedimento così importante, non credo che tale episodio possa costituire un precedente, perché a mio giudizio - ed è il motivo del mio intervento - sono state violate le disposizioni relative all'ammissibilità dell'emendamento 25.300 della Commissione, che non è stato presentato pacificamente in Commissione, ma è intervenuto in Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, non vi è dubbio che, con le modifiche intervenute, siamo in presenza - come si dice dalle mie parti - di contributi a pioggia per accontentare associazioni o chi per esse, le quali rappresentano anch'esse un costo della politica. Quale esempio può dare, allora, un Governo che si pone come moralizzatore del costo della politica, quando solo ieri sera al Senato ha concesso, attraverso il ministro Padoa Schioppa, sgravi fiscali alla provincia autonoma di Bolzano attraverso sconti sulla benzina ed agevolazioni alla piccola e media impresa nella zona del Sud Tirolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)? E ciò solo per ottenere il voto dei senatori altoatesini! Un Governo simile non ha alcuna autorità morale, prima ancora che politica, per chiedere tagli di spesa a province e comuni a cui sono stati bloccati sei miliardi di euro di avanzi di amministrazione.
Questo è un ulteriore costo della politica che il Governo paga ai partiti minori della propria maggioranza dopo aver portato a centotré il numero dei sottosegretari ed aumentato da nove a quindici quello dei gruppi, con un ulteriore aumento del costo della politica.
Signor Presidente, e concludo, per molto meno taluni parlamentari sono andati sotto inchiesta per voto di scambio. Ma questo, colleghi parlamentari, non lo è, forse (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione l'intervento del presidente Folena, che condivido assolutamente in merito al fatto che non avrebbe senso bloccare gli istituti culturali che si approvvigionano di risorse da parte dei privati, tanto che l'emendamento Folena 25.3, accantonato ieri, non prevedeva una copertura.
Vorrei capire dal Governo come mai l'emendamento 25.300 della Commissione, preveda una copertura di 972 mila euro, a decorrere dall'anno 2007, smentendo cosìPag. 24il fatto che la questione è relativa al finanziamento da parte dei privati. Se è vero ciò che afferma l'onorevole Folena, l'emendamento non necessita di copertura finanziaria e, pertanto, vorrei un chiarimento da parte del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tessitore. Ne ha facoltà.
FULVIO TESSITORE. Signor Presidente, vorrei attenermi strettamente al tema di cui si discute, anche perché, dopo le votazioni che hanno preceduto la presente discussione, provo una certa difficoltà a parlare dei costi della politica, convinto che essi siano anche costi morali.
Sul punto specifico, richiamando l'intervento dell'onorevole Folena, vorrei ricordare che, in sede di approvazione della legge finanziaria per il 2007, fu presentato un ordine del giorno relativo alla problematica in questione, che fu accolto dal Governo.
La proposta emendativa in esame non fa altro che dare attuazione a quell'impegno che il Governo assunse in sede di legge finanziaria. Non si tratta di un problema di distribuzione di risorse, né aggiuntive, né di altra natura, ma di formulazione dei bilanci.
PRESIDENTE. All'onorevole Contento, che ha posto un problema di ammissibilità dell'emendamento 25.300 della Commissione, vorrei dire che la stessa aveva già esaminato questa materia, affrontando in particolare l'emendamento Folena 25.3, ritenendola del tutto ammissibile nell'esame del provvedimento all'ordine del giorno. La Presidenza né ha così preso atto, come è solita fare in questi casi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Agrò 0.25.300.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 368
Astenuti 65
Maggioranza 185
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 250).
Prendo atto che la deputata Velo non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo al subemendamento Fava 0.25.300.6.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIOVANNI FAVA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, preannunzio l'orientamento del mio gruppo anche sulla successiva proposta emendativa. Abbiamo valutato positivamente il tentativo di porre rimedio ad una situazione difficile perché gli appelli, ad esempio, della fondazione Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano sono arrivati a noi, come credo anche a molti parlamentari lombardi presenti oggi in aula.
In qualche modo bisognava porre rimedio al problema. Avremmo preferito, come è stato ricordato anche da chi mi ha preceduto, una metodologia diversa e che una simile norma fosse introdotta attraverso uno strumento legislativo diverso.
Condividiamo, tuttavia, la necessità di utilizzare il provvedimento in esame (che oramai è diventato una specie di autobus sul quale far salire chiunque per risolvere alcuni problemi irrisolti del Paese); anche se sappiamo che ciò non avverrà, ci accontentiamo del fatto che ciò possa avvenire in parte. Pertanto, insisto per la votazione del mio subemendamento 0.25.300.6 e preannunzio, a nome delPag. 25gruppo della Lega Nord Padania, che voteremo a favore del successivo emendamento 25.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ritengo che il presidente della Commissione o il relatore debbano spiegare all'Assemblea di cosa tratti il subemendamento in esame. Al momento, infatti, credo che non sia chiaro a nessuno. Né l'onorevole Folena, né i nostri precedenti interventi (che erano orientati ad altri obiettivi) l'hanno chiarito.
Nel successivo emendamento della Commissione 25.300, si prevede un impegno di spesa per un onere pari a 972 mila euro annui. Sta sfuggendo all'attenzione dell'Assemblea che, in realtà, con questa norma si stabilisce una deroga prevista dalla legge finanziaria per il 2007 come tetto di spesa non superiore al 3 per cento per tutti gli enti pubblici.
Pertanto, con questo emendamento la Camera stabilisce che questi enti possano derogare, non rispettando quel tetto di sforamento del bilancio. In primo luogo, si tratta, quindi, di un privilegio. Infatti, se nella legge finanziaria per il 2007 è stato stabilito che, per tutti coloro che hanno impegni di spesa pubblica, non è possibile sforare il 3 per cento, con l'approvazione di questo emendamento si crea un privilegio per gli enti individuati. Tale privilegio non è in linea con alcuna dichiarazione del Governo in termini di contenimento di spesa. Quindi, segnalo che questo è ciò che noi stiamo votando.
Inoltre, mi chiedevo sulla base di quale criterio siano stati individuati tali enti e non altri. Infatti, quando si creano dei benefici, bisogna garantire a tutti la pari opportunità. Tutti gli enti meritevoli, in possesso di certe condizioni, avrebbero potuto presentare domanda e darsi da fare. In questo modo, si cancellano le pari opportunità. Quindi, è una grande ingiustizia nei confronti degli altri enti ed è immorale perché...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Buontempo.
TEODORO BUONTEMPO. ...si fanno delle scelte, senza criteri a monte.
Inoltre, è una follia, perché nei prossimi mesi avremo altre richieste di deroghe al contenimento di spesa e vedremo come il Parlamento si comporterà. Quindi, dichiaro il mio voto a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fava 0.25.300.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 370
Astenuti 75
Maggioranza 186
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 249).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 446
Astenuti 5
Maggioranza 224
Hanno votato sì 439
Hanno votato no 7).
È così assorbito l'emendamento Folena 25.3.Pag. 26
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 293
Astenuti 160
Maggioranza 147
Hanno votato sì 285
Hanno votato no 8).