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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2600.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2600)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Constato l'assenza dell'onorevole Mancini, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Germontani. Ne ha facoltà.
MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, credo che il provvedimento in esame richieda una dichiarazione di voto proprio per il dibattito che si è svolto, per il rispetto nei confronti di tutti coloro che vi hanno lavorato, per la Commissione e il Governo (che, comunque, ci è venuto incontro, anche se noi non siamo assolutamente d'accordo sul fatto che i nostri emendamenti non siano stati accolti per evitare che il disegno di legge tornasse all'esame del Senato).
Il nostro è un sistema che prevede il voto delle due Camere; abbiamo già detto in sede di discussione sulle linee generali, e l'ho ripetuto nella discussione sul complesso degli emendamenti, che avremmo gradito che, proprio per l'importanza di questo provvedimento, i nostri emendamenti - i cui contenuti sono poi stati trasfusi in appositi ordini del giorno accolti dal Governo - avessero emendato il testo e fossero ritenuti degni di una rilettura da parte del Senato.
Perché il provvedimento, oggi, delega il Governo ad adottare, entro il 30 settembre, decreti legislativi per il recepimento di direttive importanti, che riguardano adempimenti altrettanto importanti, sia per la tutela e la sicurezza degli operatori nel campo dell'autotrasporto connesso alla delicata problematica della sicurezza stradale, sia in ordine alla problematica del sangue. Su ciò ci siamo intrattenuti poco perché è evidente che tutti noi ci siamo soffermati sull'attuazione delle direttive Mifid e OPA. Abbiamo sottolineato l'importanza della direttiva Mifid, in quanto, tra tutti gli adempimenti previsti dal piano di azione adottato dalla Commissione europea, tale direttiva definisce probabilmente il passo più importante e decisivo. Le imprese di investimento godranno, infatti, di un passaporto unico e gli investitori beneficeranno del medesimo livello di protezione in qualsiasi sistema europeo di intermediazione mobiliare. La direttiva Mifid sostituirà una precedente direttiva, ormai obsoleta, ed è importante soprattutto perché contiene principi di carattere generale (la precedente direttiva conteneva principi di carattere generale che lasciavanoPag. 83troppi margini di discrezionalità ai singoli Stati membri). La scelta effettuata con la direttiva Mifid è stata quella di passare da un'armonizzazione minima ad un'armonizzazione forte, con una disciplina più dettagliata e prescrittiva, al fine di creare un contesto di maggiore omogeneità normativa e favorire la concorrenza e l'innovazione sui mercati.
Proprio perché abbiamo voluto, e vogliamo, sottolineare l'importanza della direttiva Mifid, riteniamo che occorra domandarsi sia perché si è giunti con così grave ritardo all'attuazione delle direttive - e di questa direttiva in particolare - sia perché il Parlamento è costretto , soprattutto per tale direttiva, ad una nuova proroga di termini. Anche i colleghi della Commissione che rappresentano i partiti di maggioranza, hanno sottolineato l'importanza della direttiva. L'articolo 10, comma 2, della legge n. 13 del 2007 (legge comunitaria 2006), aveva già prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'esercizio della delega recante l'attuazione della direttiva 2004/39/CE sui mercati degli strumenti finanziari. Nonostante ciò, anche il termine del 31 gennaio 2007 è scaduto. La legge, infatti, è stata pubblicata il 17 febbraio 2007, ovvero oltre un mese dopo l'approvazione parlamentare.
Allora, è lecito, da parte nostra, chiedere chiarezza ed essere critici, e soprattutto chiedere una chiarificazione rispetto a responsabilità che appartengono, anzitutto, al Governo, in quanto il Parlamento ha svolto per intero il suo lavoro.
In ordine alla direttiva di cui più si è dibattuto negli interventi di questi giorni, ossia la 2004/25/CE, concernente le offerte pubbliche di acquisto (l'OPA), l'incertezza - mi spiace doverlo sottolineare ancora, sottosegretario Tononi, dopo le molte discussioni in Commissione - è ancora totale. Lei ce ne ha dato atto, ha riconosciuto tale incertezza e ha affermato che non era possibile fornire, oggi, l'orientamento del Governo. Lei ne ha assunto - e lo ringraziamo per questo - la responsabilità, anche ufficialmente, impegnandosi a tornare in Commissione, evidentemente con una procedura informale (nonostante la sua assicurazione). Lei, comunque, si è impegnato a venire in Commissione prima della stesura dei decreti definitivi e prima della presentazione al Consiglio dei ministri. Di ciò, ripeto, gliene diamo atto.
È chiaro, però, che al momento vi è ancora una grande incertezza. La questione principale - è stato detto - riguarda la cosiddetta passivity rule, contenuta nell'articolo 9 della ricordata direttiva europea, ovvero la disciplina relativa agli strumenti di difesa che le società bersaglio di un'offerta d'acquisto possono porre in essere. L'altro punto è la previsione della clausola di reciprocità, in base alla quale, nel caso in cui l'acquisizione del controllo di una società sia promossa da una società estera, alcune norme della disciplina possono essere applicate solo se esse si applicano anche per la società estera che promuove l'offerta di acquisto.
Altro punto nodale - che comunque è previsto nell'ordine del giorno che è stato approvato - riguarda la regola della neutralizzazione, la breakthrough rule, che legittima la neutralizzazione delle previsioni contenute negli statuti o nei patti parasociali delle società bersaglio che, imponendo limiti alla circolazione delle azioni e al diritto di voto multiplo, potrebbero rendere più difficoltoso, se non vanificare del tutto, il successo dell'offerta. Altri Paesi europei si sono già dati una regolamentazione al proposito, con una normativa nazionale: lo hanno fatto, in vario modo, la Francia, la Germania, la Spagna, ed altri. La Francia, ad esempio, consente l'emissione di speciali warrant che diluiscono il capitale e rendono più costose le scalate. La citata direttiva europea, con il suo carico di possibili deroghe, sembra fatta apposta, però, per spingere i Paesi verso una deriva protezionista. Tenuto conto del grande numero di accordi parasociali presenti in Piazza Affari, il rischio è di ridurre la contendibilità delle aziende anche all'interno dei confini domestici. Se la società bersaglio, infatti, è governata da un patto di sindacato, si deve sapere che, una volta lanciata l'offerta, decade il vincolo di adesione all'accordo che vincola i pattisti.Pag. 84
Abbiamo più volte chiesto, durante la discussione in Commissione, che il Governo esprimesse chiaramente il proprio orientamento. Per la prima volta nella storia, l'economia del mercato ha assunto dimensioni mondiali, spinta dalla rivoluzione delle tecniche di produzione, di comunicazione e di informazione. La forte integrazione del commercio mondiale rende più incisiva la dipendenza dei Paesi gli uni dagli altri e rende le singole scelte nazionali e locali importanti e decisive anche a livello mondiale. Le nostre decisioni, quindi, non dovranno più tener conto esclusivamente delle problematiche interne ai confini, ma dovranno anticipare gli scenari che si potrebbero creare a livello globale. Il provvedimento in esame potrebbe avere forti ripercussioni nel futuro: per questo motivo, nonostante la costrizione del dibattito parlamentare, ci vogliamo soffermare nella fase di dichiarazione di voto. Il tema va affrontato con la giusta calma ed attenzione: perciò non riesco a comprendere la fretta con la quale ci è stato chiesto di affrontarlo, costringendo il dibattito parlamentare. Avevamo chiesto, con un apposito emendamento, che si prorogasse il termine del 30 settembre al 31 dicembre: ci sembrava un emendamento di estremo buon senso, così come quello sulla clausola di reciprocità. Ci chiediamo, pertanto, se l'urgenza di votare così celermente i provvedimenti sia dettata dal fatto che l'Esecutivo Prodi, nel suo primo anno di Governo, ha approvato circa la metà delle leggi approvate, nello stesso periodo, dal Governo Berlusconi. Questa può essere una risposta?
In conclusione, oggi viene chiesta, in realtà, una delega in bianco al Governo, che non è mai stato in difficoltà come in questo periodo, anche alla luce dei recenti avvenimenti che hanno coinvolto il Viceministro Visco, il Ministro e il Ministero dell'economia e delle finanze, che oggi lei rappresenta, anche per altri fatti che quotidianamente lo coinvolgono. E allora, con grande senso di responsabilità, dichiaro che il gruppo di Alleanza Nazionale si asterrà dal voto, perché abbiamo trovato in lei la volontà di venirci incontro.
PRESIDENTE. Onorevole Germontani, concluda.
MARIA IDA GERMONTANI. Ben consapevole delle difficoltà in cui ci poneva, lei ha accolto gli ordini del giorno da noi presentati. Preannunzio, quindi, che il nostro voto sul provvedimento sarà di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mungo. Ne ha facoltà.
DONATELLA MUNGO. Signor Presidente intervengo per dichiarare, a nome del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, il voto favorevole sul provvedimento in esame. Mi riservo di presentare una dichiarazione più lunga per iscritto e nel frattempo osservo semplicemente che l'ordine del giorno, che anch'io ho sottoscritto e che è stato accettato dal Governo, recepire la nostra posizione. Mi limiterò, quindi, a ripetere quella posizione.
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Mungo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Intervengo solo per dichiarare il voto di astensione del gruppo dell'UDC in conformità con quanto abbiamo già avuto modo di esprimere nel corso della discussione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo Forza Italia per confermare il nostro voto di astensione su un provvedimento che - non lo abbiamo mai detto, ma bisognaPag. 85dirlo - è giunto all'esame della Camera blindato. Solo per questo motivo, ringrazio il sottosegretario Tononi ed il Presidente per aver predisposto l'ordine del giorno approvato da ultimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leddi Maiola. Ne ha facoltà.
MARIA LEDDI MAIOLA. Signor Presidente, esprimo il voto favorevole a nome del gruppo L'Ulivo su questo provvedimento. Colgo l'occasione per ringraziare senz'altro il relatore, che, anche quale presidente della Commissione, ha seguito con molta attenzione e competenza i lavori sia in Commissione sia in Assemblea. Ringrazio, inoltre, i colleghi della Commissione che hanno contribuito in modo fattivo al dibattito. Il mio auspicio è che gli ordini del giorno, in particolare quello che è stato approvato in Commissione, con la presenza di tutti i componenti, possa essere adeguatamente e tempestivamente eseguito dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Il gruppo Lega Nord voterà contro il provvedimento in esame, perché crediamo che sia poco comprensibile che il Governo si presenti in Assemblea senza avere una posizione chiara su un tema così importante, sotto l'aspetto strategico, per la nostra economia e le nostre imprese.
Abbiamo ben visto che sono stati accettati dal Governo alcuni ordini del giorno che, come il nostro, specificano chiaramente la questione della reciprocità, ma sappiamo che un ordine del giorno e la posizione del Governo sono cose diverse.
Quindi, abbiamo riflettuto se astenerci o votare contro il provvedimento in esame. Crediamo che il fatto che il Governo si presenti in Assemblea affermando di non avere una posizione sulle tematiche in discussione sia incomprensibile. Il gruppo Lega Nord voterà, quindi, contro questo provvedimento.
Abbiamo visto, poi, che è stato approvato un ordine del giorno in Commissione, rispetto al quale apprezziamo il modo in cui il presidente e gli altri membri della Commissione si sono adoperati per cercare di trovare la condivisione più ampia possibile.
Noi vorremmo, però, che rimanesse agli atti che l'ordine del giorno fa sì riferimento alla questione della reciprocità, alla regola della passività e della neutralizzazione, di cui agli articoli 9, 11 e 12 della direttiva, ma che nello stesso tempo esso prevede un aspetto che rimanda all'articolo 104 della cosiddetta legge Draghi.
In precedenza, nell'ambito degli interventi sul complesso degli emendamenti, anche parlamentari del centrosinistra - mi riferisco all'onorevole Turci - hanno fatto presente che la legge Draghi è da superare sotto certi aspetti. L'articolo 104, infatti, che qui viene inserito nell'ordine del giorno approvato dalla Commissione, stabilisce che per poter attuare i cosiddetti strumenti di difesa occorre convocare l'assemblea e che vi siano tanti soci che rappresentino almeno il trenta per cento del capitale.
Questo è un aspetto (rimandare all'articolo 104 della cosiddetta legge Draghi) che non condividiamo totalmente, pur apprezzando lo sforzo che è stato compiuto dalla Commissione e dai membri della stessa in tal senso.
Abbiamo già specificato le motivazioni per cui il gruppo Lega Nord voterà contro il provvedimento in esame. Non capiamo perché in Francia vi sia una ben chiara possibilità di difendersi da parte delle società, applicando la direttiva: infatti essa concede tale possibilità ai Paesi membri. Non si contravviene alla direttiva se si prevede, nella legge delega, il principio della reciprocità: così avviene in Germania, così avviene in Spagna - con diversi aspetti, lo riconosciamo - però i principi della direttiva vengono rispettati nei ricordati Paesi.Pag. 86
Registriamo che, appena si profila una possibilità per un'impresa italiana di andare in Francia ad acquisire un'impresa francese, subito i francesi si difendono, mentre il nostro Paese ormai ha già venduto tutto ciò che vi era da vendere, ha già fatto acquisire tutto ciò che vi era da acquisire e i nostri «gioielli» sono sempre meno. Il fatto che all'interno del provvedimento in esame non vi sia la possibilità di attuare strumenti di difesa a favore di questi «gioielli» è un aspetto che non comprendiamo.
Conseguentemente, il gruppo Lega Nord voterà contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo de La Rosa nel Pugno e mi riservo eventualmente di assegnare il testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, dichiaro il voto di astensione del nostro gruppo, sinteticamente motivato con il fatto che abbiamo capito - ma non condividiamo - le ragioni che hanno portato il Governo a velocizzare l'iter di approvazione del provvedimento in esame, così come abbiamo capito - e non condividiamo - questa «blindatura».
Riteniamo che l'eccessiva debolezza dell'Esecutivo in carica possa essere deleteria per le nostre imprese e per le nostre società economiche, in termini di competitività, nel contesto dei rapporti con l'Unione europea. In effetti, la mancanza di salvaguardia e di reciprocità pongono le stesse in grande sofferenza.
Invitiamo il sottosegretario e il Governo a vigilare, affinché questa nostra sensazione - che poi è più di una sensazione - non si dimostri economicamente una «frana» per la nostra economia.
Pertanto, lo ripeto: annunciamo il nostro voto di astensione. (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Popolari-Udeur.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, in dissenso dal gruppo di Alleanza Nazionale, voterò contro il provvedimento in esame, in primo luogo per la «blindatura» di cui è stato fatto oggetto in questa fase parlamentare, in secondo luogo perché - nonostante sia stato accolto favorevolmente un ordine del giorno proposto dalla Lega Nord, in cui si ricorda il problema della necessità della reciprocità, delle difese di fronte ad aggressioni ostili nei confronti delle nostre società quotate - è presente un richiamo alla cosiddetta legge Draghi.
Tale legge - che tutti ricordiamo essere stata preparata in un famoso meeting sul transatlantico Britannia, in preparazione delle sciagurate (così come sono state realizzate, considerato che non hanno risolto il problema del debito pubblico italiano) privatizzazioni - non avrebbe dovuto proprio essere presa come riferimento, nel contesto di un ordine del giorno che dovrebbe, invece, predisporre difese a favore delle nostre imprese.
Per queste ragioni ripeto che, in dissenso dal mio gruppo, voterò contro il provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
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