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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1609)
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Montani 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi l'emendamento in esame affronta il problema alla radice poiché il disegno di legge del Governo tendeva a prorogare di diciotto mesi l'attuazione della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, sull'istituzione degli ordini delle professioni sanitarie infermieristiche ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.
Tale proroga di diciotto mesi era stata motivata, nella relazione di accompagnamento del Governo, con l'affermazione che, dovendosi procedere ad una generale riforma degli ordini professionali, in tale contesto si sarebbe dovuta inserire anche l'istituzione di ordini professionali per le categorie in esame.
Tutto ciò, invece, non è avvenuto; non sono stati modificati gli altri ordini professionali e quindi, essendo cadute le motivazioni, non vi è ragione di prorogare ulteriormente, come dicevamo in Commissione, anche perché il termine di diciotto mesi è già scaduto o meglio dovrebbe scadere il 4 settembre 2007, tra due mesi e tre settimane: considerato che il provvedimento deve ancora essere trasmesso al Senato, il tempo rimasto non sarebbe sufficiente. Pertanto il Governo dovrebbe procedere all'attuazione della delega perché in ogni caso l'ulteriore proroga di sei mesi chiesta dal relatore non risolverebbe il problema. Infatti, trascorso anche tale lasso di tempo, la ventilata, l'annunciata riforma di tutti gli ordini professionali sicuramente non verrà realizzata.
La richiesta di una proroga di sei mesi è puramente formale, il relatore si preoccupa della forma poiché il provvedimento deve essere approvato anche dal Senato. Penso che il provvedimento potrebbe essere respinto già dalla Camera, senza essere trasmesso al Senato. Bisognerebbe piuttosto chiedere al Governo se abbia realmente l'intenzione di istituire questi ordini professionali. Non vedo perché si dovrebbe creare una discriminazione, applicando due pesi e due misure rispetto a professioni diverse che già hanno gli ordini. Anche le categorie professionali in discussione hanno diritto ad avere gli ordini anche in virtù del provvedimento che la Camera, così come il Senato, hanno approvato nella scorsa legislatura all'unanimità.
Non è quindi un provvedimento del Governo Berlusconi, come qualcuno ha detto, anche se durante l'iter di approvazione del provvedimento è stato presentato un disegno di legge del Governo; piuttosto, questa disciplina deriva da una proposta di legge di iniziativa parlamentare approvata da tutto il Parlamento.Pag. 4
Ricordo che sono stato relatore su questo provvedimento alla Camera e in quell'occasione l'approvazione è stata unanime; pertanto le motivazioni sono alquanto pretestuose e non vedo perché bisogna ancora continuare a girare attorno all'argomento, come un cane che si morde la coda.
Non vedo perché dobbiamo continuare a insistere dato che sicuramente tra sei, sette mesi, così come chiesto il relatore, ci troveremo di nuovo di fronte alla richiesta di un'ulteriore proroga da parte del Governo in quanto non si saranno verificate le condizioni dallo stesso richieste, ossia la riforma di tutti gli ordini professionali.
In ogni caso, anche se gli ordini professionali venissero modificati, quelli oggetto del provvedimento in esame subiranno la stessa sorte degli altri. Non vedo, quindi, perché si dovrebbero discriminare tali ultime categorie professionali che hanno gli stessi diritti, anche perché esiste una legge che lo impone. Il Governo andrebbe quindi contro l'attuazione di una legge già esistente, voglio stigmatizzare tale atteggiamento del Governo che dovrebbe vergognarsi ad insistere dopo che i termini sono abbondantemente scaduti.
Pertanto, voteremo a favore dell'emendamento Montani 1.2 soppressivo dell'articolo 1 del provvedimento in esame. Con la soppressione di tale articolo, infatti, la legge decade e avremo messo una pietra tombale su tale argomento imbarazzante per il Governo e anche imbarazzante e discriminatorio per tali categorie professionali di cui, lo ricordo, fanno parte 500 mila persone che operano per la salute dei cittadini e hanno tutto il diritto di essere trattati come gli altri operatori professionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baiamonte. Ne ha facoltà.
GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, intervengo in merito ad un provvedimento che ha dello straordinario, e dico subito perché. Questo Governo, nella legislatura durata dal 1996 al 2001, si è premurato di istituire le lauree brevi per poter creare tutta una serie di professioni sanitarie non mediche - a mio avviso, giustamente - per poter differenziare queste varie categorie che assumono una certa importanza nel Servizio sanitario nazionale.
Chi vi parla, avendo vissuto qualche decennio - forse anche di più - nel mondo sanitario, ricorda che una volta c'era l'infermiere generico, poi dall'infermiere generico si è arrivati, giustamente, a istituire i diplomi infermieristici; grazie ad essi, i giovani, dopo la terza media, facevano cinque anni di liceo - così possiamo definire tali istituti - al cui esito conseguivano i titolo di infermieri professionali.
Oggi, con le lauree brevi, questa categoria comincia ad assumere una dignità propria, perché ci sono infermieri che si occupano delle corsie, altri che stanno in sala operatoria, altri che si occupano di endoscopia, di cardiologia. Si tratta di un corso di laurea, sia pur breve, che comincia ad assumere un peso notevole.
Il numero è veramente serio nel nostro Paese: si tratta - per quanto riguarda queste varie categorie di cui stiamo parlando, cioè le professioni sanitarie non mediche - di circa 332 mila persone, che hanno un'influenza e un'importanza notevole al fine di portare avanti il Servizio sanitario nazionale. Signori miei, dovremmo occuparci degli infermieri soltanto per aumentare la possibilità di assunzione. Nel nostro Paese mancano circa 40 mila infermieri e gli ospedali sono arrivati al punto che non possono dare le ferie ad alcune categorie e ad alcune specialità di cui parlavo proprio perché non hanno il ricambio ovvero la possibilità di sostituirli.
Signori, di tali figure, che raggiungono questi numeri, dobbiamo occuparci sempre di più per razionalizzare la loro attività; dobbiamo organizzarla meglio, istituendo al più presto, per tali professioni, gli ordini professionali - per ora esistono soltanto i collegi - per poter controllare, non in senso negativo, la loro attività, al fine di garantire al cittadino del personale qualificato, iscritto all'albo. Ma si trattaPag. 5nel contempo di garantire la loro attività, che può diventare pericolosa. Oggi come oggi, dopo che, grazie a certi sistemi che avete istituito - dico «avete», perché il mondo sanitario è stato assolutamente contrario -, avete consentito la rottura del rapporto che c'era tra il personale medico e sanitario ed il cittadino paziente, sicché, con una certa facilità, si va incontro a denunce e insulti a ripetizione. Assistiamo allo spettacolo di gente che arriva nei pronti soccorsi e rompe tutto, addirittura aggredisce gli infermieri.
Di recente, nella mia città, c'è stato un episodio clamoroso: un infermiere è stato preso a botte da un cittadino, solo perché si ritardava la sua cura. Signori, accelerare la formazione degli ordini professionali è fondamentale! Io ho un sospetto. Mi auguro che sia un sospetto.
Questo Governo parla di liberalizzazioni. Lo abbiamo constatato ieri in Commissione: addirittura si vuole liberalizzare la possibilità di avere la responsabilità di certificare l'idoneità alla guida. Ma queste sono cose serie, non vogliamo «inquadrare» le persone; voi invece cercate di inquadrarle e metterle inquadrate e coperte, come vivessimo ancora negli anni Trenta.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIACOMO BAIAMONTE. Voglio dire: cerchiamo, invece di rinviare il provvedimento relativo all'istituzione degli albi, di accelerarne l'iter. Ecco perché voteremo a favore di questo emendamento, presentato dal collega Montani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ulivi. Ne ha facoltà.
ROBERTO ULIVI. Intervengo solo perché questo è un provvedimento che interessa oltre 500 mila cittadini, e, secondo quanto riportato dagli uffici, riguarda 348 mila unità delle professioni infermieristiche ed ostetriche, 82.200 delle riabilitative, 61 mila di quelle tecnico-sanitarie e 38 mila di altre professioni.
Questi cittadini aspettano dal febbraio 2006 l'istituzione dei loro ordini. Più volte è stato affrontato questo problema, e tutte le volte è stato rimandato, senza nemmeno calendarizzarne il relativo provvedimento per l'esame in Assemblea. Perché? Perché si dice che bisogna aspettare i provvedimenti sulla riorganizzazione degli ordini sanitari, degli ordini in generale. Mi domando: nel momento in cui dovremo intervenire con la nuova normativa sugli ordini dovremo farlo anche per quelli già costituiti; cosa ci impedisce di intervenire anche sugli ordini professionali che dovremmo oggi istituire? Il Governo e il Parlamento ci devono dire se è intenzione di questo Governo realizzare quanto era stato approvato all'unanimità nel corso della precedente legislatura, nell'ambito di un disegno di legge presentato dal Governo, oppure se si vuole ancora continuare a prendere in giro i suddetti cittadini. Ecco il motivo per il quale noi, o almeno io, voterò a favore dell'emendamento in esame, proprio perché il Governo presenti immediatamente quanto previsto dalla legge delega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, non avevo personalmente depositato alcun emendamento volto a far sì che venga data attuazione alla legge delega entro sei, otto o dodici mesi, perché ritenevo, come tutta Alleanza Nazionale, indecente, vergognoso e inaccettabile che un provvedimento che doveva essere emanato entro sei mesi dall'approvazione della legge, avvenuta in Parlamento dopo tre anni di lavoro parlamentare, sia ancora lettera morta. Lo dico soprattutto ai colleghi al primo mandato parlamentare, che non hanno vissuto questa esperienza nella precedente legislatura: è bene che lo sappiate e lo ricordiate - consultate pure gli atti dei lavori parlamentari - che fu un momento alto e nobile del Parlamento quando approvammo tale legge, che venne proposta da alcuni parlamentari di sinistra...
Pag. 6PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. ...venne proposta e approvata in Consiglio dei ministri dal Governo Berlusconi, venne approvata al Senato con voto unanime in Commissione sanità (all'epoca, ero sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca con delega alle professioni, e ho seguito tutto l'iter della legge), fu approvata dal Senato nel 2005...
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. ...giunse all'esame di questo ramo del Parlamento e venne successivamente approvata, dirò in seguito con quanti voti a favore. Fu un momento alto e nobile, lo ripeto, di un voto bipartisan...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. ...forse l'unico della scorsa legislatura. Oggi, con l'emendamento in esame, il provvedimento viene «affossato». Il resto lo spiegherò successivamente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
Onorevoli colleghi, vi prego di segnalare per tempo la volontà di intervenire. Prego, onorevole Allasia, può intervenire.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, avevo segnalato di voler intervenire prima ancora che terminasse l'intervento della collega Siliquini.
L'esigenza di differire il termine per l'esercizio della delega è stata giustificata con l'opportunità di inserire il riordino delle professioni sanitarie nel più ampio provvedimento di riforma degli ordini professionali: tale scelta solleva numerose perplessità, sia sotto il profilo tecnico sia dal punto di vista più prettamente politico. Sotto il profilo tecnico, riteniamo che le professioni sanitarie, per la complessità della materia e per il radicamento delle organizzazioni sanitarie, debbano essere trattate con un provvedimento ad hoc. Si osserva infatti che l'obiettivo della legge n. 43 del 2006 era non solo quello di provvedere all'istituzione di appositi ordini professionali per le professioni sanitarie, ma anche quello di prevedere un percorso di carriera per tali figure all'interno delle aziende sanitarie ed ospedaliere: tale disciplina, evidentemente, fuoriesce dalla materia propria di un provvedimento generale di riordino delle professioni.
Sotto il profilo politico, poi, riteniamo che il differimento del termine della delega previsto dal disegno di legge al nostro esame non solo sia troppo lungo in termini di tempo, ma nasconda anche un intento meramente dilatorio, volto, di fatto, a prorogare, per venire incontro agli interessi di alcune categorie professionali, l'entrata in vigore di una riforma che è richiesta dalla maggior parte degli operatori del settore.
A queste considerazioni si aggiunge una semplice notazione di carattere formale sull'inappropriatezza, sotto il profilo giuridico e procedurale, di una legge finalizzata a differire il termine di una delega già scaduta: tecnicamente, infatti, si dovrebbe procedere con l'approvazione di una nuova legge delega. Di conseguenza, la Lega Nord Padania mantiene l'emendamento interamente soppressivo dell'articolo 1 e domanda all'intera Assemblea di esprimersi su di esso favorevolmente, in modo tale che il Governo ne prenda atto e che venga presentato un disegno di legge appropriato per il riordino della materia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 235).
Prendo atto che i deputati Minardo e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ho accennato poco fa, il relatore si preoccupa di salvaguardare la forma, ma non pensa alla sostanza. Nella sostanza, infatti, ci chiediamo se il Governo voglia davvero attuare la delega concessagli. Noi crediamo di no: ulteriori otto mesi e mezzo - sembrerebbe quasi il titolo del film Otto e 1/2 - non cambieranno le cose. I termini sono infatti in realtà quasi scaduti, poiché i diciotto mesi che il Governo aveva richiesto scadono il 4 settembre 2007 e, considerato che il provvedimento deve ancora essere esaminato dal Senato, anche ammesso che quest'ultimo lo approvi, si arriverebbe a ridosso di tale data.
Questa ulteriore proroga è dunque una mistificazione ed è un modo scorretto ed incongruo di affrontare il problema. Siamo perciò contrari alla concessione di questa proroga di diciotto mesi, poiché si tratta di una mistificazione, di una bugia, di un'ipocrisia nei confronti delle categorie professionali interessate, che meritano invece tutto il nostro rispetto. Un rispetto che deve peraltro tenersi anche nei confronti di una legge che è stata approvata dal Parlamento, e dunque nei confronti del Parlamento stesso che, nella scorsa legislatura, aveva approvato questo provvedimento all'unanimità sia alla Camera sia al Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, colleghi, con questo emendamento siamo davvero arrivati alla farsa. State, in un certo senso, imitando la favola delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Questo, certo, non vi giova ed anzi vi fa perdere anche quella poca credibilità che ancora conservate dopo appena un anno di governo. State infatti illudendo i 530 mila professionisti interessati dal provvedimento al nostro esame.
I colleghi che hanno parlato prima di me hanno già ricordato i fatti: la legge n. 43 fu approvata nel febbraio 2006 e con essa fu concessa al Governo una delega della durata di sei mesi; siete dunque arrivati in Consiglio dei Ministri con la delega pronta, ma non la avete esercitata ed avete così chiesto una proroga. Desidero ricordare, in proposito, quel che dichiarò in Commissione affari sociali il qui presente sottosegretario Serafino Zucchelli, che è persona preparata, proveniente dal mondo sanitario, e che conosce la problematica: egli si oppose ad un mio emendamento contro questa proroga, affermando che il Ministero della giustizia stava studiando un provvedimento per il riordino complessivo degli ordini professionali. In seguito, avete richiesto una proroga di diciotto mesi.
Abbiamo esaminato il provvedimento nel febbraio scorso, ma poi ne è stata sospesa la discussione. Voi presentate ora la proposta di un'altra proroga di ventiquattro mesi: dite chiaramente, allora, che non volete istituire gli ordini professionali, perché volete liberalizzare tutto. Ieri abbiamo approvato il provvedimento sulle liberalizzazioni ed ora volete probabilmente eliminare anche gli ordini esistenti, che già da molti decenni hanno dato prova di grande responsabilità (Applausi della deputata Siliquini).
I professionisti dell'area infermieristica sono 332 mila - come ha ricordato il collega Baiamonte - e in Italia mancano oltre 40 mila infermieri. Quale segnalePag. 8positivo diamo, allora, ai giovani affinché vengano a frequentare le scuole infermieristiche ed a colmare questo grave gap, mentre noi andiamo a reclutare infermieri professionali, come sapete, nell'Est europeo e in Sudamerica - e non ho nulla contro questi Paesi - pur avendo giovani che potrebbero benissimo esercitare tale professione? I professionisti sono 15 mila nell'area ostetrica, 82 mila in quella riabilitativa, 66 mila per l'area tecnico-sanitaria e 38 mila per quella della prevenzione. È veramente strana la motivazione addotta dal Governo a sostegno di questo ampio differimento dei termini, che non si giustifica assolutamente e che evidenzia una contraddizione in termini tra la volontà di liberalizzare gli ordini - più volte espressa dall'Esecutivo, come ho detto in precedenza - e la scelta di istituire nuovi ordini per le professioni sanitarie.
È altresì vero che la proposta del Governo è demagogica: è innegabile, infatti, la fondamentale funzione assolta dagli ordini professionali, ma è anche vero che la completa liberalizzazione di determinate professioni è contraria alla dignità di quanti le esercitano ed agli interessi dei cittadini. Sarebbe forse meglio disciplinare la funzione degli ordini, i quali troppo spesso assolvono compiti - ad esempio, di carattere formativo - che, a mio avviso, non dovrebbero rientrare nelle loro competenze. La riforma è senz'altro necessaria, ma dovrebbe servire a conferire maggiore rigore e serietà al funzionamento degli ordini professionali. Spero nell'intervento del sottosegretario Zucchelli, che - lo ripeto - è persona molto pratica della materia e capace di portare il contributo di una grande esperienza nel campo.
Deve essere, inoltre, ricordata la specificità delle professioni sanitarie, come riconosciuto nella scorsa legislatura anche da voi, allora all'opposizione, e come è stato rammentato dall'onorevole Siliquini. Avete votato con noi una legge che va incontro alla modernizzazione ed alle attese non soltanto corporativiste, ed è proprio per la specificità della materia che non si ritiene corretto, da parte dell'attuale Governo, attendere che siano delineate le linee fondamentali del riordino, come è stato accennato dal Ministero della giustizia. A che punto è, quanto tempo vuole il Ministero della giustizia per operare il completo riordino degli ordini professionali?
La realtà, evidentemente, è diversa: voi non volete assolutamente istituire gli ordini! Ditelo chiaramente! Ma i professionisti in parola lo hanno compreso benissimo e puniranno la vostra contrarietà demagogica agli ordini, e per tali ragioni, esprimeremo un voto contrario sull'emendamento 1.100 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzaracchio. Ne ha facoltà.
SALVATORE MAZZARACCHIO. Signor Presidente, premesso che i termini della proroga sono già scaduti nel mese di settembre del 2006, il sottosegretario di Stato Patta, il 7 novembre 2006, in Commissione affari sociali dichiarò che il Consiglio dei Ministri aveva dato mandato al Ministero della giustizia di istruire un riordino complessivo degli ordini professionali.
Oggi viene presentata una nuova proroga. Ma il Governo può dirci, per cortesia, a che punto sono i lavori del Ministero della giustizia?
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole.
SALVATORE MAZZARACCHIO. Diversamente, in base a quale criterio oggi si può stabilire un nuovo termine? Il Governo ci chiede un atto di fede: la fede può soddisfare qualche coscienza, ma certamente non è sufficiente a soddisfare quelle di coloro che attendono, ormai da qualche anno, il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baiamonte. Ne ha facoltà.
Pag. 9GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, ho già precedentemente esposto, sull'argomento, la mia opinione. Proprio su tale materia l'onorevole di Virgilio ha già precisato ciò che sarà il nostro atteggiamento. Voteremo contro questo emendamento, perché concettualmente siamo contrari al principio di rinviare l'istituzione degli ordini professionali per le menzionate categorie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei intervenire leggendo due comunicati, perché è necessario che si comprenda la realtà.
Una legge, come ho già detto, approvata con voto bipartisan dopo tre anni di lavori parlamentari, approda in Consiglio dei ministri - nel vostro Consiglio dei ministri - ad agosto del 2006. Nel mese di maggio, il Ministro Turco, che contesto per non avere dato esecuzione a questa delega, emetteva un comunicato stampa in cui affermava che avvertiva l'obbligo di istituire immediatamente gli ordini professionali in questione. A tal proposito, vi è una notizia dell'agenzia giornalistica ANSA delle ore 16,24 del 27 maggio 2006 che testualmente afferma: «È mio preciso dovere, applicherò sicuramente la legge. Il mio compito è quello di rendere operativa la delega. Il ministro della salute Livia Turco assicura la volontà di dare applicazione alla legge n. 43 del 2006».
Questa è un'ennesima presa in giro dei 550 mila professionisti coinvolti, perché ciò è stato sostenuto nel mese di maggio 2006; invece, in occasione di una riunione del Consiglio dei ministri del successivo mese di agosto un'altra notizia dell'agenzia ANSA delle ore 15,51 del 31 agosto 2006, afferma: «Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro Turco, un disegno di legge per il differimento di dodici mesi del termine per l'esercizio della delega».
Questa mattina viene detto che la maggioranza, contro il voto dell'opposizione in sede di Comitato dei nove - lo sappiano i quasi 600 mila professionisti coinvolti - ha chiesto l'approvazione di un rinvio della delega di ventiquattro mesi. Allora, si decidano questa maggioranza e questo Governo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Deve dare una immediata esecuzione o deve rinviare sine die? Dite la verità! Tutti devono saperlo. Non stupitevi se tutti dicono che siete «scollegati» dal mondo reale. Quest'ultimo è costituito da 600 mila professionisti che lavorano e dai cittadini italiani che hanno bisogno delle funzioni sanitarie. Voi siete coloro che non capiscono questa realtà e perciò non stupitevi se siete ridotti a numeri da servizio telefonico. Siete «scollegati», non mantenete le promesse, siete incoerenti, contraddittori, state affossando le professioni sanitarie, i cui operatori oggi possiedono la laurea triennale, quella quinquennale, il dottorato di ricerca. Sono professionisti di serie A. Voglio sapere quanti di voi hanno la laurea quinquennale per capire questi argomenti! Andrò a vedere quanti di voi la possiedono!
E allora, non avete assolutamente capito che la liberalizzazione del mercato è un'altra faccenda: si tratta dell'energia, delle municipalizzate, dove si trovano i vostri «amici». Non stiamo discutendo di una liberalizzazione del mercato, ma di un tema che richiede la necessaria tutela della salute dei cittadini attraverso prestazioni professionali che devono essere riservate e controllate. La ricordata legge non prevedeva solo gli ordini, ma anche la dirigenza; disciplinava inoltre tutte le funzioni dei professionisti e dava ai cittadini italiani la certezza di non essere assistiti da cialtroni, da abusivi. Si trattava di una legge contro l'abusivismo di cui, purtroppo, l'Italia è piena.
Voi, rinviando sine die, state affossando tale legge e ve ne assumete tutte le responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di centro))!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 10
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 434
Astenuti 3
Maggioranza 218
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 183).
Prendo atto che i deputati Balducci e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
I successivi identici emendamenti Lucchese 1.1 (Nuova formulazione), Montani 1.3 (Nuova formulazione) e Di Virgilio 1.4 (Nuova formulazione) sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento testé votato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato sì 248
Hanno votato no 189).
Prendo atto che i deputati Balducci e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.