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DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO SALVATORE BUGLIO SULLA PROPOSTA DI LEGGE N. 1538-A
SALVATORE BUGLIO. Signor Presidente, colleghi, quante volte abbiamo ascoltato impotenti e increduli lavoratrici che ci confidavano la loro voglia di maternità e l'impossibilità di realizzare quel sogno; quante volte abbiamo ascoltato lavoratori che non potevano manifestare le loro idee pena il licenziamento.
Con questa proposta di legge noi togliamo uno strumento ricattatorio dalle mani di alcuni imprenditori e ridiamo libertà e dignità a molti lavoratori. È una proposta di legge seria e non punitiva, essa cancella una pratica diffusa e devastante per un paese normale, civile, quella di chiedere alle lavoratrici e ai lavoratori come condizione per l'assunzione una lettera di dimissioni firmata e senza data.Pag. 90Questa sarà usata come arma di ricatto indebolendo i diritti e la possibilità di usufruirne.
Se è vero che un quarto delle dimissioni sono estorte e riguardano soprattutto lavoratrici in maternità questo in buona sostanza vuol dire che vi sono migliaia di persone che vivono la loro attività lavorativa in una sorta di moderno caporalato. Questa pratica procura un danno per le imprese rispettose delle leggi e una ferita grave della dignità delle persone.
Noi con questa legge evitiamo abusi per qualunque ragione e qualunque sia il rapporto di lavoro. Si tratta di un passo avanti nella giungla del mercato del lavoro; un approccio culturale che segna una forte discontinuità con un filone di pensiero che sostiene che regole e diritti sono lacci e lacciuoli che ingessano il mercato del lavoro e rendono meno competitive le nostre imprese.
Questa logica sbagliata ha indebolito il nostro sistema paese. Infatti molte aziende invece di investire per innovare i propri prodotti hanno seguito la strada più comoda e alla lunga perdente: meno diritti e meno salari. Penso che le imprese italiane abbiano molto da recriminare verso lo Stato che ha prodotto un sistema paese che li danneggia (penso al fisco e alle infrastrutture).
Penso che il Governo debba sostenere maggiormente le nostre imprese: con più coraggio e meno approccio classista. Detto questo, i nostri imprenditori piccoli e grandi devono riconoscere dignità sociale ai lavoratori. In buona sostanza lavorare per un patto tra produttori non corporativo e che guardi agli interessi generali. Questa proposta di legge può essere l'inizio per debellare un male che sembrava invincibile: la precarietà; per avviare una nuova cultura politica che sia capace di scegliere la dignità del lavoro come motore per un nuovo sviluppo.
Per concludere, voglio ringraziare l'onorevole Nicchi e l'onorevole Titti Di Salvo per il loro impegno. Due donne e non è un caso. Grazie.