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Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla Corte d'appello di Roma - Sezione I civile di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 197 del 2007 (ore 11,45).
PRESIDENTE. Comunico che, in data 19 giugno 2007, è stata notificata alla Camera dei deputati un'ordinanza di ammissibilità adottata dalla Corte costituzionale in relazione ad un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dall'autorità giudiziaria.
Si tratta del conflitto elevato dalla Corte d'appello di Roma - sezione I civile, relativo alla delibera di insindacabilità adottata dalla Camera dei deputati in data 26 gennaio 2005 in riferimento a fatti per i quali è in corso un procedimento a carico di Vittorio Sgarbi, deputato all'epoca dei fatti.
La Giunta per le autorizzazioni, riunitasi in data 27 giugno 2007, ha espresso un orientamento maggioritario contrario alla costituzione in riferimento al conflitto di attribuzione in oggetto.
Nella riunione del 5 luglio 2007 l'Ufficio di Presidenza ha deliberato di proporre all'Assemblea che la Camera dei deputati non si costituisca in giudizio.
Su questa proposta darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ove ne sia fatta richiesta, ad un oratore contro ed uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, le ragioni del voto contrario del gruppo Forza Italia - e, credo, anche di qualche altro gruppo del centrodestra - sono legate ad una posizione, che abbiamo sempre assunto all'interno della Giunta per le autorizzazioni ed anche in Assemblea, nel momento in cui si sono presentati problemi di analoga natura.
Non mi interessa a chi si riferisca il conflitto: potrebbe trattarsi di un deputato di qualsiasi gruppo. Dobbiamo solo sapere, prima di votare, che la Giunta per le autorizzazioni, con un voto a cavallo tra l'astensione e la contrarietà, ha portato all'attenzione dell'Assemblea un provvedimento di sindacabilità - diventato, quindi, attraverso il voto dell'Assemblea, di insindacabilità - nei confronti di un deputato. In Assemblea, essendosi votato per l'insindacabilità, si è stravolto ciò che si era votato all'interno della Giunta per le autorizzazioni.
Nel momento in cui l'Assemblea ha sancito l'insindacabilità, infatti, l'autorità giudiziaria ha sollevato il conflitto e l'Ufficio di Presidenza della Camera ha deciso di non costituirsi in giudizio. Una decisione presa dall'Assemblea, quindi, non è stata supportata dall'Ufficio di Presidenza: non ci interessa se le opinioni espresse dal deputato di cui si tratta siano o meno sindacabili, ma ci interessa che la Camera supporti la decisione presa dalla Camera stessa, incaricando della difesa, quindi, gli avvocati difensori del deputato in questione.
Non si deve ritornare in Assemblea per conoscere le ragioni della sindacabilità o dell'insindacabilità: è per questo che ho chiesto di parlare contro, esponendo le ragioni del voto contrario alla decisione dell'Ufficio di Presidenza. Non ha senso, oggi, votare a supporto di tale decisione, perché significherebbe votare contro la decisione stessa dell'Assemblea per l'insindacabilità nei confronti del deputato in questione (che non voglio neanche menzionare perché non mi interessa).
Si tratta di un fatto di coerenza: oggi la Camera deve votare per la sua costituzione in giudizio, a supporto di una decisione che la stessa Camera ha preso nei confronti di un deputato. Altro non v'è, signor Presidente. Non si può affermare che i criteri sottostanti alla decisione sulla sindacabilità o sull'insindacabilità debbano essere riproposti in Assemblea, per supportare una decisione ai fini della mancata costituzione in giudizio.Pag. 24
Lo dico anche perché all'interno dell'Ufficio di Presidenza i rappresentanti del mio gruppo hanno votato contro la costituzione in giudizio della Camera innanzi alla Corte costituzionale. Il gruppo di Forza Italia non è d'accordo - anche contrariamente a quanto avvenuto in sede di Ufficio di Presidenza da parte di membri del mio stesso gruppo - perché siamo un gruppo coerente, che ha sempre votato e continuerà a votare in questo modo.
Non possiamo smentire una decisione adottata dalla Camera. Per questo motivo, il gruppo di Forza Italia voterà contro la decisione dell'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il caso di conflitto di attribuzione riguarda la campagna condotta dal collega deputato Sgarbi, come conduttore televisivo, nei confronti del magistrato Boccassini della procura di Milano, alla quale sono stati attribuiti fatti specifici: dall'attività giudiziaria del magistrato Boccassini sarebbe derivata la morte di un importante magistrato, Michele Coiro.
Queste affermazioni specifiche, dettagliate e ripetute attraverso i media erano parte di una campagna di attacco alla magistratura, che è stata svolta sul piano politico, ma che, tuttavia, Sgarbi svolgeva sotto contratto, come conduttore televisivo. Questi sono i fatti.
Vengo ora alle obiezioni sollevate dal collega Leone, che presentano un loro fondamento.
Per molto tempo vi è stata una prassi, secondo la quale la Camera era prevalentemente orientata a difendere dinanzi alla Corte costituzionale le decisioni assunte in materia di sindacabilità o insindacabilità in relazione a un conflitto di attribuzione sollevato dalla magistratura.
Non si è trattato di una prassi consolidata e univoca, ma di una prassi largamente prevalente. A questa prassi si richiama il collega Leone per affermare un principio che, però, non è presente nel nostro ordinamento costituzionale e giuridico, né nella prassi politica assolutamente consolidata.
PRESIDENTE. Mi fanno presente che vi è un brusio che non consente di ascoltare gli interventi.
PIERLUIGI MANTINI. Si tratterebbe cioè, detto in termini classici, del principio dello stare decisis, in base al quale ogni corpo si deve conformare alla decisione già presa precedentemente.
In altri termini, la Camera, nel valutare se costituirsi o meno dinanzi alla Corte costituzionale nel conflitto di attribuzione, dovrebbe necessariamente difendere il voto già espresso in precedenza, peraltro in un'altra composizione del corpo politico.
Un principio di questo tipo, secondo il quale ci si deve attenere al rispetto delle decisioni già adottate, non esiste neanche nel nostro ordinamento giudiziario. Esiste, per esempio, nell'ordinamento anglosassone, ma non esiste nell'ordinamento italiano.
Non è vero, per esempio, che un magistrato debba attenersi alle decisioni prevalentemente assunte dai giudici che lo hanno preceduto. Meno che meno questo può avvenire in un corpo politico che è per definizione libero di esprimere valutazioni.
Su un caso di questo tipo, a me sembra che l'Ufficio di Presidenza abbia fatto bene ad esprimere un parere negativo nei confronti della costituzione in giudizio, perché essa porterebbe...
ITALO BOCCHINO. Tempo!
PIERLUIGI MANTINI. Ho terminato.
PRESIDENTE. Ha ancora un minuto di tempo.
PIERLUIGI MANTINI. ...la Camera ad essere condannata, esattamente come è giàPag. 25avvenuto in moltissimi casi, non rendendo in alcun modo un buon servizio al prestigio della Camera stessa.
Ciò è già avvenuto, perché vi è una copiosa giurisprudenza che condanna la Camera dei deputati in questi casi.
Dunque mi pare che vi siano tutte le ragioni per sostenere la decisione già assunta dall'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Poiché è stata avanzata richiesta di procedere alla votazione, passiamo ai voti.
Prego i colleghi di prestare attenzione, affinché non vi siano equivoci.
Ricordo che la proposta dell'Ufficio di Presidenza è nel senso della non costituzione in giudizio della Camera dei deputati.
Chi è favorevole a tale proposta e vuole che la Camera non si costituisca nel predetto giudizio deve votare «sì», mentre chi è contrario a tale proposta e vuole che la Camera si costituisca in giudizio deve votare «no».
Pongo dunque in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta formulata dall' Ufficio di Presidenza nel senso che la Camera dei deputati non si costituisca in giudizio nel conflitto di attribuzione in oggetto.
(È approvata).
La Camera approva per 12 voti di differenza.
A seguito dell'approvazione della proposta formulata dall'Ufficio di Presidenza, la Camera non si costituirà in giudizio nel conflitto di attribuzione in oggetto.