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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,07).
(Interventi presso le autorità albanesi per il riconoscimento di quanto stabilito in sede giudiziale a favore delle società Icma Srl e Agri.Ben. Sas - n. 2-00658)
PRESIDENTE. L'onorevole Marcazzan ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00658, concernente interventi presso le autorità albanesi per il riconoscimento di quanto stabilito in sede giudiziale a favore delle società Icma Srl e Agri.Ben. Sas (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 8).
PIETRO MARCAZZAN. Signor Presidente, come si evince dalle premesse in fatto contenute nell'interpellanza in oggetto il Ministero dell'agricoltura e dell'alimentazione dello Stato albanese è debitore nei confronti della società italiana Icma Srl di oltre due milioni di dollari in virtù di un lodo esecutivo reso in sede arbitrale internazionale, oramai divenuto inoppugnabile per intervenuta decorrenza dei termini all'uopo previsti dalle norme vigenti in materia.
In buona sostanza i torti subiti dall'impresa italiana sono stati acclarati da un organo giudicante internazionale - la Corte internazionale di arbitrato - all'esito di un procedimento al quale lo Stato albanese ha preso parte accettandone formalmente ogni eventuale conseguenza.
Ciò nonostante, ad oggi, trascorso oltre un anno e mezzo dalla pronuncia del lodo e pur essendo lo stesso immediatamente esecutivo, lo Stato albanese non ha ancora ottemperato al dovuto pagamento in favore dell'impresa italiana. In tal modo lo Stato albanese rifiuta l'esecuzione spontanea della pronuncia.Pag. 50
Siffatto comportamento, dati anche i rapporti intercorrenti tra il nostro Paese e l'Albania e gli aiuti che da sempre abbiamo fornito all'esito della democratizzazione di questo popolo a noi vicino, appare del tutto ingiustificato ed inaccettabile.
Stante tale biasimevole presa di posizione dell'Esecutivo albanese l'impresa italiana ha attivato, dinnanzi alla corte di appello di Tirana, la procedura di asseverazione del lodo onde poterlo poi eseguire coattivamente in Albania. Ma qui sta un altro riprovevole aspetto della vicenda: a quanto pare detto organo giudiziario albanese non ha alcuna intenzione di concludere la pur semplicissima procedura di asseverazione ivi pendente dall'inizio del 2006, frapponendo alla sua pronta definizione una serie di inutili rinvii, l'ultimo dei quali addirittura fondato su un'affermazione dell'Avvocatura dello Stato albanese in base alla quale si nega persino l'inoppugnabilità del lodo.
Di fronte a questa pervicace negazione dell'ormai conclamato diritto dell'impresa italiana appare evidente che l'Albania non ha alcuna intenzione di rispettare né le regole del diritto internazionale, né gli impegni di reciproca collaborazione assunti con l'Italia.
È improcrastinabile pertanto un intervento politico concreto e deciso del Governo italiano al fine di sbloccare la situazione e dare un senso alla credibilità e all'autorevolezza delle nostre istituzioni - che comunque sono proprie di qualunque Stato di diritto - e soprattutto dare delle risposte ai nostri cittadini i quali molto spesso invece si trovano dinanzi a situazioni imprevedibili senza apparentemente una via d'uscita.
Nel concludere, esprimo un biasimo per la mancanza di sensibilità istituzionale che mi è stata riservata. Avendo mandato una nota al Ministro il 17 febbraio del corrente anno, ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta, malgrado alcune sollecitazioni presso il Gabinetto dello stesso.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Donato Di Santo, ha facoltà di rispondere.
DONATO DI SANTO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, le relazioni commerciali bilaterali con l'Albania sono da sempre caratterizzate da un rilievo notevole. Esse hanno tuttavia presentato momenti di difficoltà per le crisi verificatesi nel Paese a partire dagli anni Novanta, che hanno prodotto situazioni pregiudizievoli per gli imprenditori stranieri operanti in loco.
Questo carattere, per certi versi accidentato, è riconducibile alla transizione del Paese da una condizione di notevole arretratezza verso un quadro nuovo di istituzioni democratiche e di libero mercato. Le opportunità per l'investitore non sono mancate e gli operatori economici nazionali si sono dimostrati attivi nel coglierle: l'Italia è il primo partner commerciale dell'Albania, con una quota superiore al 40 per cento dell'interscambio complessivo, il primo investitore (con quasi la metà di tutti gli investimenti stranieri nel Paese e oltre 500 aziende miste) e il terzo donatore bilaterale dopo Stati Uniti e Grecia.
Tra i più recenti sviluppi positivi registrati in tale ambito, anche in relazione al superamento di annosi contenziosi commerciali, vanno segnalati: l'ingresso nel mercato albanese del gruppo San Paolo IMI, attraverso la rilevazione dei pacchetti azionari della Banca Italo-Albanese (BIA) e della American Bank of Albania nella prospettiva di dar vita alla Italian-American Bank of Albania, nonché l'inaugurazione della prima banca a capitale interamente italiano, la BIS (Banca Italiana di Sviluppo); il riconoscimento da parte del Governo albanese, intervenuto lo scorso 7 novembre 2006, della quasi totalità dei crediti commerciali, circa 3,5 milioni di dollari, maturati da ditte italiane nei confronti di ditte statali albanesi negli anni 1990-1992; alcuni recenti successi di nostre aziende in rilevanti gare e nella penetrazione commerciale nei settori energetico e del turismo, che rafforzano ulteriormente il trend favorevole. In particolare, il consorzio Maire Engineering e Ansaldo Energia si è recentemente aggiudicato i lavori di costruzione della centralePag. 51termoelettrica di Valona (si tratta del più significativo investimento italiano realizzato finora in Albania, per un valore pari a 90 milioni di euro); il progetto della società Petrolifera italo rumena per la costruzione di un terminal petrolifero nella zona di Valona, per un valore di circa 30 milioni di euro, che sarà inaugurato nel prossimo mese di settembre; l'assegnazione di una concessione per la costruzione di una centrale idroelettrica a Kalivac alla società italiana Albanian Beg dell'imprenditore Becchetti.
Per quanto concerne il contenzioso relativo alle società italiane Icma Srl e Agri.Ben. Sas, la nostra ambasciata a Tirana è intervenuta a varie riprese - da ultimo lo scorso 11 luglio - a sostegno delle richieste delle due aziende, sollecitando direttamente il Presidente del Consiglio albanese Sali Berisha ad adempiere a quanto stabilito dalla Corte internazionale di arbitrato di Ginevra. Quest'ultima, con sentenza del 22 dicembre 2005, ha condannato il Ministero dell'agricoltura albanese al pagamento di 1,6 milioni di dollari, con un tasso di interesse del 4,61 per cento a decorrere dal 1o gennaio 2005.
La nostra ambasciata continuerà ad esercitare pressioni sul Governo albanese al massimo livello al fine di ottenere soddisfazione per le nostre aziende, cui è stato riconosciuto il diritto ad un indennizzo nei termini sopra menzionati. Di analogo tenore sono gli interventi esercitati direttamente dal Ministero degli affari esteri sull'ambasciata di Albania a Roma.
PRESIDENTE. L'onorevole Marcazzan ha facoltà di replicare.
PIETRO MARCAZZAN. Signor sottosegretario, la ringrazio e mi ritengo soddisfatto, anche se potrò dire di esserlo del tutto quando finalmente vedremo sanare questa situazione, che si protrae ormai dal 1993. Pertanto, mi auguro davvero che lei si faccia carico, presso la nostra ambasciata, perché tutti i canali siano attivati per dare una celere, celerissima risposta a tale situazione che costituisce una vera e propria prevaricazione che non possiamo ulteriormente accettare.