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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2900.
PRESIDENTE. Passa alle dichiarazioni di voto finale.
SEBASTIANO NERI (Misto-MpA). Nel dichiarare il voto contrario della sua componente politica sul disegno di legge in esame, oggetto, a suo giudizio, di indebiti condizionamenti esterni, sottolinea la necessità e l'urgenza di riformare l'ordinamento giudiziario affinché la giustizia sia amministrata da una magistratura realmente terza ed indipendente, in armonia con i sistemi vigenti nei principali Paesi europei.
MASSIMO NARDI (DCA-NPSI). Nel ritenere che l'eccessiva contrazione dei tempi del dibattito parlamentare sia dovuta a divergenze interne al Governo ed all'intendimento di evitare lo sciopero dei magistrati e l'efficacia della cosiddetta riforma Castelli, invita l'Assemblea, a nome del suo gruppo, a respingere il disegno di legge in esame, recante disposizioni di cui sottolinea l'incongruità.
GINO CAPOTOSTI (Pop-Udeur). Rilevato che sul disegno di legge in esame si è svolto un lungo ed approfondito dibattito ed un corretto confronto tra maggioranza ed opposizione, sottolinea la necessità di una riforma attesa da anni, che risponde alle legittime aspettative dei cittadini. Nel ringraziare, quindi, il Governo e la Commissione per il proficuo lavoro svolto, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.
PAOLA BALDUCCI (Verdi). Osserva che la riforma dell'ordinamento giudiziario in esame consente la realizzazione di un sistema moderno, efficiente e compiutamente garantista, nonché rispondente alle reali esigenze dei cittadini. Nell'auspicare che si riesca a porre fine quanto prima al clima di ostilità nel settore della giustizia, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in esame.
SILVIO CRAPOLICCHIO (Com.It). Osservato preliminarmente che impedire l'efficacia della cosiddetta riforma Castelli, caratterizzata da una sostanziale dissonanza con la Carta costituzionale e da un intento punitivo nei confronti della magistratura, costituisce un'ineludibile priorità per il Governo, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame, che peraltro giudica perfettibile.
ENRICO BUEMI (RosanelPugno). Nel confermare pieno sostegno al Governo, lamenta tuttavia la blindatura del disegno di legge in esame, sul quale dichiara l'astensione del suo gruppo; nel ritenere infatti che su riforme significative come quelle in discussione si dovrebbe ricercare un'ampia convergenza parlamentare, stigmatizza il mancato accoglimento delle proposte emendative presentate dalla sua parte politica, segnatamente con riferimento a quelle concernenti la separazione delle carriere, l'introduzione di verifiche psico-attitudinali e l'inclusione di rappresentanti dell'avvocatura nei consigli giudiziari.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in esame, sottolinea la necessità di una riforma dell'ordinamento giudiziario volta a garantire maggiore funzionalità all'intero settore ed a tutelare l'indipendenza della magistratura, evidenziando l'inadeguatezza della cosiddetta riforma Castelli. Ritiene altresì infondate le considerazioni critiche svolte dall'opposizione circa le presunte interferenze esterne che avrebbero condizionato la stesura di un provvedimento che, sebbene perfettibile, reca disposizioni complessivamente condivisibili, segnatamente per quanto concerne i rigorosi meccanismi di valutazione della professionalità dei magistrati.
Pag. XXIXCARLO LEONI (SDpSE). Osserva che con il provvedimento in esame il centrosinistra onora l'impegno assunto con gli elettori di modificare la cosiddetta riforma Castelli, che si pone in contrasto con il principio costituzionale dell'autonomia della magistratura ed appare animata da una volontà punitiva nei confronti dei magistrati; sottolinea quindi l'efficacia delle disposizioni recate dal disegno di legge in esame, il cui testo è stato ulteriormente migliorato nel corso dell'iter al Senato; ne auspica pertanto l'approvazione.
GIANLUCA PINI (LNP). Dichiara il convinto voto contrario del suo gruppo su un provvedimento assolutamente inaccettabile, in quanto volto unicamente a realizzare una controriforma che scardina gli aspetti più innovativi della cosiddetta riforma Castelli. Nel lamentare altresì il mancato rispetto, da parte della maggioranza, di un reale confronto con l'opposizione, ritiene che il disegno di legge in esame non recepisca le legittime aspettative dei cittadini e persegua l'obiettivo di tutelare i privilegi della magistratura.
ERMINIA MAZZONI (UDC). Nel dichiarare il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame, che non tiene conto della necessità di garantire un corretto bilanciamento tra i poteri dello Stato e rappresenta un pericoloso arretramento rispetto alla positiva riforma varata dal precedente Governo, giudica non condivisibili, in particolare, i criteri previsti per la progressione di carriera dei magistrati.
LUIGI COGODI (RC-SE). Ritiene sostanzialmente condivisibile il disegno di legge in esame, volto al superamento della cosiddetta riforma Castelli, fortemente lesiva dei valori costituzionali di autonomia ed indipendenza della magistratura. Sottolineata altresì la necessità di avviare a soluzione i problemi della giustizia, segnatamente per quanto riguarda la certezza della durata dei processi, fortemente differenziata nelle diverse aree del Paese, dichiara il voto favorevole del suo gruppo.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Dichiara che i deputati del suo gruppo non prenderanno parte alla votazione finale sul disegno di legge in esame, in segno di protesta, per la prevista esclusione degli avvocati dai Consigli giudiziari; giudica quindi negativamente un provvedimento che rappresenta una vera e propria controriforma, che lede il principio della certezza del diritto e si pone in contrasto con l'articolo 111 della Costituzione.
GAETANO PECORELLA (FI). Rilevato che la volontà della maggioranza di blindare il testo del provvedimento ha mortificato il ruolo della Camera dei deputati, esprime un giudizio fortemente critico sulle disposizioni recate da un disegno di legge scritto sotto la dettatura dell'Associazione nazionale magistrati, come evidenziato dall'eliminazione di ogni criterio meritocratico nella valutazione della professionalità, che espone la progressione in carriera al condizionamento delle correnti della magistratura associata, e dal mantenimento dell'unità, intesa come corpo politico, della stessa magistratura, ottenuto attraverso una blanda separazione delle funzioni, che non garantisce la terzietà del giudice. Dichiara, pertanto, che il suo gruppo non parteciperà alla votazione finale.
ALESSANDRO MARAN (Ulivo). Dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in esame, che ritiene onori la volontà degli elettori rappresentando l'attuazione di uno dei punti fondamentali del programma dell'Unione. Sottolinea la necessità di conseguire l'efficienza del sistema giudiziario attraverso riforme, il più possibile condivise, che ne affrontino i problemi strutturali in termini di modernizzazione e di maggiore produttività, per garantire l'attuazione del principio della ragionevole durata dei processi. Ritiene invece sbagliato alimentare conflitti e lacerazioni tra potere politico e potere giudiziario ergendo steccatiPag. XXX ideologici sul tema della separazione delle carriere.
MARIO PEPE (FI). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede il controllo delle tessere di votazione.
PRESIDENTE. Dà disposizioni in tal senso (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge n. 2900.