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Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 16,16).
(Truffe assicurative compiute da un'organizzazione di nomadi - n. 3-00380)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella Lucidi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Alessandri n. 3-00380, concernente truffe assicurative compiute da un'organizzazione di nomadi (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazione sezione 1).
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, l'onorevole Alessandri ha proposto un'interrogazione relativa ad una notizia, riportata da un quotidiano, circa un'organizzazione criminale composta da nomadi che provocavano incidenti stradali nelle province di Parma e Reggio Emilia allo scopo di lucrare i risarcimenti corrisposti dalle assicurazioni.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 16,18)
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Da tale fenomeno sembrerebbe essere esclusa invece la provincia di Modena.
Il procuratore della Repubblica di Reggio Emilia ha comunicato che quanto riportato nell'atto di sindacato ispettivo corrisponde ad un'ipotesi di lavoro contenuta nel procedimento iscritto al ruolo generale delle notizie di reato che ha preso avvio dalla constatazione di un'anomala frequenza di referti medici redatti da strutture pubbliche nei confronti di nomadi pregiudicati, quali vittime di tamponamenti stradali.
Analizzando il periodo gennaio 2005-maggio 2006 è risultato che sono stati feriti in tamponamenti, più volte, gli stessiPag. 4soggetti. Sulla scorta anche di una denuncia-querela presentata da un soggetto che figura come protagonista di un tamponamento, i carabinieri di Reggio Emilia hanno rilevato che nei referti medici pervenuti dal pronto soccorso dell'ospedale di quella città, dal gennaio del 2005 al maggio del 2006, ricorrevano in modo anomalo i nomi di alcuni individui appartenenti ad un gruppo di etnia nomade, i quali risultavano vittime di sinistri stradali, in particolare tamponamenti.
Nonostante gli urti fossero, a volte, di lievissima entità, le persone tamponate richiedevano sempre l'intervento delle forze di polizia, per i rilievi di competenza, e del 118 per farsi trasportare al pronto soccorso e certificare le lesioni.
Successivamente gli stessi producevano altri referti medici per prolungare la prognosi sino a novanta giorni ed oltre, chiedendo a questo punto il risarcimento all'assicurazione sia per il danno biologico asseritamente patito da tutti i soggetti a bordo del veicolo, sia per quello materiale subito dal veicolo coinvolto.
Ritenendo che tale modalità adombrasse fattispecie criminose, il 16 ottobre del 2006 i carabinieri di Montecchio Emilia, in provincia di Reggio Emilia, hanno deferito per truffa sessanta individui alla procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Emilia.
Di queste persone, trentadue sono risultate risiedere nei campi nomadi di quella città, altre in provincia, altre ancora nelle province di Parma, Mantova e Treviso.
L'indagine dei carabinieri ha consentito di accertare comunque che i risarcimenti già concessi dalle compagnie assicurative ammontano ad oltre 500 mila euro. L'accertamento dei fatti si è svolto in maniera assai laboriosa, dal momento che è stato necessario acquisire tutta la documentazione possibile in ordine agli incidenti e individuare le persone che avrebbero potuto riferire in merito (periti, medici, soggetti coinvolti nei tamponamenti).
Preciso, inoltre, che i nominativi dei sessanta nomadi citati dall'interrogante non sono iscritti nel registro delle notizie di reato, ma sono semplicemente quelli che ricorrono sovente negli incidenti stradali e che è risultato difficile trovare un collegamento tra costoro e possibili truffe in danno delle assicurazioni.
Si è proceduto, invece, ad iscrivere nel registro delle notizie di reato i nominativi delle persone querelate da una persona protagonista di un tamponamento.
Come comunicato dal Ministero della giustizia, gli atti del procedimento penale a carico di tre nomadi per il reato di cui agli articoli 640 e 642 del codice penale, in data 20 marzo 2007, sono stati trasmessi al GIP del locale tribunale con richiesta di archiviazione per infondatezza della notizia di reato.
Il procuratore della Repubblica ha inoltre riferito che il GIP, alla data del 10 agosto 2007, non si era ancora pronunciato al riguardo.
Sulla vicenda non ci sono altre informazioni da aggiungere, anche perché non sembrano essersi verificati ulteriori casi sospetti riguardanti specificamente le persone soggette ad accertamento e i loro congiunti o nomadi in genere.
Per quanto riguarda le proposte che l'onorevole Alessandri ha formulato vorrei esprimere alcune considerazioni.
Per quanto concerne l'eventualità di eliminare la figura del mediatore culturale - della quale gli enti locali si avvalgono frequentemente per avere una comunicazione più efficace nei confronti di particolari tipi di utenza - voglio ricordare che essa si è dimostrata punto di riferimento essenziale anche nei rapporti tra gli appartenenti alle comunità rom, sinti e camminanti ed il resto della popolazione, in particolar modo per quanto riguarda il rispetto della frequenza scolastica dei minori e l'accesso ai servizi sociali e sanitari.
La funzione del mediatore culturale - che svolge un ruolo chiave nel processo di integrazione dei cittadini stranieri - non può essere messa in discussione al verificarsi di episodi criminosi, perché appare evidente come la funzione della mediazione non sia rivolta specificamente alla prevenzione di illeciti penali.Pag. 5
D'altronde, anche nell'ambito del Ministero della giustizia, in particolare nei servizi minorili, l'attività di mediazione, che svolge una funzione eminentemente sociale, è andata sviluppando una indispensabile funzione di facilitazione della conoscenza e del rispetto delle singole culture, nonché di promozione della relazione, della comunicazione e della programmazione educativa attraverso il supporto offerto agli operatori nella gestione dei minorenni, sia stranieri che rom.
Ci sono stati interventi di mediazione culturale realizzati nell'ambito del PON sicurezza 2000-2006 nelle sei regioni «obiettivo 1», a supporto dei compiti svolti dagli operatori delle amministrazioni locali. È stato attivato un servizio di mediazione culturale presso gli Sportelli unici per l'immigrazione in cui maggiore è l'affluenza dell'utenza straniera.
Anche nell'ambito scolastico la figura del mediatore interculturale rom ha dimostrato di costituire una risorsa preziosa per l'integrazione dei minori e per il pieno coinvolgimento delle famiglie nei percorsi formativi. Senza mediazione, o meglio senza mediatore, senza una figura che costituisca una cerniera tra le diverse culture, tra le culture rom e la nostra, un incremento della scolarizzazione di queste popolazioni e della popolazione rom è difficilmente ipotizzabile.
Altrettante considerazioni possono essere svolte in relazione agli strumenti di mediazione culturale sperimentati nell'ambito dei servizi socio-sanitari. Non sembrerebbe, quindi, opportuno - e credo di esprimere una valutazione ampiamente condivisa nella politica come nella società - che si proceda alla sua eliminazione, come lei, onorevole Alessandri, suggerisce.
Devo osservare, inoltre, che le iniziative relative ai campi di sosta e transito per le popolazioni rom rientrano nella competenza degli enti locali, i quali provvedono altresì alle relative spese di gestione.
Infine, non si giudica opportuna l'istituzione di un fondo per il risarcimento delle vittime di truffe da parte dei nomadi, poiché esso creerebbe una indubbia e ingiustificata disparità di trattamento tra tali vittime ed i soggetti passivi dei reati comuni.
Concludo ricordando che, il più delle volte, il problema della criminalità degli stranieri, e in particolare della criminalità dei rom, non può essere disgiunto, anche se non si esaurisce in tale ambito, dal tema della loro integrazione nel tessuto socioeconomico del nostro Paese. Non si esaurisce in questo ambito, ma non possiamo neanche scinderlo nella valutazione e nell'esame, perché la prevenzione dei fenomeni di devianza si realizza anche attraverso interventi che promuovano l'inserimento sociale di queste persone e che permettano loro di riuscire a far fronte ai propri bisogni senza dover ricorrere ad attività criminose. Tra l'altro, nel caso dei rom, si tratta di soggetti che possono essere cittadini italiani, persone che possono avere difficoltà a ricostruire i documenti, e possono essere, infine, cittadini europei o immigrati; esiste, pertanto, una casistica molto ampia.
Proprio in considerazione di ciò la legge finanziaria per il 2007 ha istituito il Fondo per l'inclusione sociale degli immigranti, il cui scopo è, appunto, favorire l'inclusione sociale dei migranti e dei loro familiari anche per prevenire, di conseguenza, i comportamenti illeciti.
In tal senso, il 3 agosto 2007 il Ministero della solidarietà sociale ha emanato la direttiva concernente l'utilizzo del Fondo stesso.
Tra le priorità di intervento che riguardano la marginalità sociale, il degrado abitativo e la discriminazione, specifici interventi saranno destinati a rom, sinti e camminanti. Proprio a proposito delle problematiche connesse all'accoglienza e all'integrazione sociale delle popolazioni rom, il Governo, come è noto, ha da tempo avvertito l'esigenza di iniziative che, pur nel rispetto dell'identità culturale di tali minoranze, possano migliorarne il grado di inserimento e la qualità delle relazioni con le popolazioni residenti, in modo da tutelare efficacemente la sicurezza pubblica,Pag. 6ma anche di prevenire ogni forma di discriminazione e di intolleranza nei confronti dei nomadi in quanto tali.
Tramite le prefetture è stato avviato un monitoraggio del fenomeno del nomadismo ed è stato istituito un tavolo tecnico interministeriale per esaminare congiuntamente le problematiche ed individuare possibili soluzioni, anche di tipo normativo, che si muovano nella logica di una complementarietà di interventi e strategie. È, inoltre, intenzione dell'amministrazione dell'interno - lo ha annunciato già il Ministro Amato - promuovere per l'autunno prossimo una conferenza internazionale che, nella prospettiva dell'adozione futura di una nuova legge organica di tutela delle minoranze e di governo del fenomeno del nomadismo, consenta di valorizzare le esperienze in corso in altri Paesi europei, analizzando e comparandone le relative legislazioni e le migliori pratiche in essi realizzate.
PRESIDENTE. Il deputato Alessandri ha facoltà di replicare.
ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, ne approfitto per chiedere alla Presidenza di gestire meglio il tempo riservato allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, soprattutto quando sono urgenti. Ad esempio, negli ultimi giorni precedenti la pausa estiva, i lavori dell'Assemblea sono terminati in molte occasioni alle quattro del pomeriggio e, forse, se avessimo continuato ancora per un paio d'ore avremmo potuto esaurire lo svolgimento di alcune interpellanze e interrogazioni. Ciò avrebbe evitato di discutere alcune di esse quasi ad un anno di distanza dall'accadimento di fatti, avvenuti nell'ottobre dell'anno scorso, per i quali ricevo una risposta i primi di settembre del 2007.
La replica del sottosegretario non mi soddisfa assolutamente, perché si tratta di una risposta da libro Cuore, da affari sociali, da convegno a favore dei nomadi, ma non credo sia il tema dello strumento del sindacato ispettivo in oggetto. Nella parte finale dell'interrogazione, ho esposto alcune valutazioni, chiedendo di intraprendere alcune iniziative al riguardo e su tale aspetto lei mi ha risposto. Allargando molto il tiro, invece, non ha risposto a quei cittadini, che cercheremo di informare da oggi pomeriggio in poi, su Reggio Emilia, che sono stati truffati, che avevano bisogno, da parte vostra, di sapere se questo è uno Stato che tutela le persone civili e oneste che lavorano, che rispettano le regole, che non truffano gli altri o se, forse, abbiamo sempre in mente (in particolare il centrosinistra) di tutelare chi non rispetta le regole, chi vive ai margini, chi continua ad essere il più furbo e a fregare i cittadini onesti.
Stiamo parlando, in particolare di 60 persone individuate che sono ricorse a tali truffe, spesso con l'ausilio di due autovetture, stracolme anche di bambini, provocando il tamponamento: il povero cittadino o la povera ragazza ignari colpivano la macchina che frenava davanti a loro e, in alcuni casi, hanno subito anche la detrazione di punti della patente e multe. Ciò veniva compiuto per chiedere il risarcimento dei danni biologici dei sette, otto - perché spesso si trattava di furgoncini - ragazzini, gli stessi rom che sono mandati in giro a chiedere l'elemosina: in alcuni casi siamo arrivati a 25 mila euro di risarcimento. Si tratta di una truffa enorme, in spregio a tutte le regole: pertanto, se volete essere un Governo un po' serio (addirittura il Ministro Amato svolge proclami a favore della sicurezza), più che parlare a favore dei migranti (nei convegni in autunno o nelle grandi conferenze), dovreste compiere l'unica cosa che chiedono i cittadini. Forse, vi siete dimenticati i cittadini e cosa vivono giornalmente. Dovreste uscire di più dal Palazzo e recarvi nei mercati, nei posti di lavoro o nei bar per parlare con la gente di ciò che subiscono. Si chiedono cose molto semplici: i sinti, i rom, i migranti sono in generale di tre tipologie; in molti casi, come a Reggio Emilia, i sinti dal 1400 sono residenti nel nostro Paese e spesso sono cittadini italiani. Ebbene, se sono tali, devono rispettare le stesse regole che gli altri cittadini osservano, altrimenti unoPag. 7Stato serio, un comune serio - mi riferisco anche agli enti locali - dovrebbe improvvisamente chiudere i «rubinetti», smettendo di elargire i contributi, perché essi ne fanno spregio, continuando ad usare i soldi che voi gentilmente date loro e a condurre la loro vita.
I bambini non vanno a scuola. A tale riguardo, provate ad indagare veramente sulla scolarizzazione: spesso tali bambini giungono a scuola la mattina, ma dopo un'ora sono già fuori. L'altro giorno mi trovavo ad una conferenza stampa per poi recarmi in televisione. Ho incontrato un parroco, che lavora con queste persone ai margini, il quale mi raccontava che la maggior parte di loro pongono domande del tipo: «Perché devo andare a scuola? Mi alzo alle 10 e vado a rubare con mio padre. Perché devo cercare di integrarmi?».
Questa gente ha la cittadinanza e ottiene dei finanziamenti; vi sono, inoltre, operatori culturali che - come dice lei - non si propongono l'obiettivo di cercare di insegnare loro che non si delinque, ma di far ottenere loro servizi sociali e sanitari. Credo che qualcosa non funzioni, perché i cittadini normali non usufruiscono di operatori sociali che li aiutano ad ottenere ciò che non riescono ad ottenere. Il comune si dimentica di loro. I nostri anziani spesso sono in difficoltà e nessuno li aiuta, mentre continuiamo a spendere milioni di euro per aiutare gente che non rispetta le regole.
Uno Stato serio deve porre queste condizioni: se volete rimanere a casa nostra, dovete rispettare le regole. Se volete continuare a fare la vostra vita al di fuori delle regole, ve ne andate da casa nostra. Andatevene dove volete, ma fuori di qua! Credo che, improvvisamente, queste persone comincerebbero a fare come tutti: cercarsi un lavoro, smettere di vivere in quelle situazioni di degrado (anche dentro le roulotte), di porre in essere delle truffe, di mandare in giro i bambini, senza portarli a scuola. Comincerebbero magari a pagare un mutuo per comprarsi la casa.
PRESIDENTE. Deputato Alessandri, la prego di concludere.
ANGELO ALESSANDRI. Credo che il segnale offerto dal Ministero sia molto negativo. Credo, inoltre, che sia importante che, da oggi pomeriggio, la gente sappia che questo è un Governo che tutela l'illegalità e non la legalità.