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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,05).
(Stato di attuazione degli accordi di programma quadro della regione Puglia - n. 2-00613)
PRESIDENTE. Il deputato Fitto ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00613 concernente lo stato di attuazione degli accordi di programma quadro della regione Puglia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, l'interpellanza ha l'obiettivo di chiarire una situazione che rischia di essere fortemente negativa per la nostra regione, ma, al tempo stesso, auspica anche che si possano individuare delle formule per recuperare una situazione di affanno, che comporterebbe una decurtazione di 57 milioni di euro per la nostra regione, così come viene illustrato all'interno dell'interpellanza, già avvenuta in sede di deliberazione CIPE.
L'obiettivo dell'interpellanza è di comprendere alcune questioni che sono il frutto di scelte di carattere generale e anche, secondo il nostro punto di vista, di inadempienze di carattere locale visto che è venuta meno una richiesta specifica, che avrebbe potuto essere sviluppata e portata avanti nei confronti del Governo, per poter chiedere una proroga di tre mesi che potesse realmente recuperare, almeno in parte, tali risorse.
In questo senso è opportuno ricordare che l'interpellanza muove dalla delibera CIPE n. 179 del 22 dicembre 2006 che, correttamente, vede il Governo revocare delle somme che sono così suddivise: una parte, relativa ad impegni giuridicamente rilevanti e certi che non sono stati portati avanti, seppur vincolanti, ed un'altra relativa ad altri impegni che non hanno ancora maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti alle date indicate (preventivamente, peraltro) e che, quindi, obbligavano le regioni a potere e dovere indirizzare l'utilizzo delle risorse nei tempi previsti e con le modalità indicate.
Il punto di domanda è volto, innanzitutto, a comprendere quali siano le risorse decurtate. Come è noto, nel passato, tali risorse - che sono assegnate in forma aggiuntiva a quelle comunitarie per le aree sottoutilizzate - avevano l'obiettivo di integrare quelle disponibili di competenza regionale e di competenza comunitaria, costituendo un quadro complessivo di interventi che si sviluppava all'interno dei cosiddetti accordi di programma quadro, che prevedevano la scelta autonoma delle regioni nella individuazione del tema e, quindi, della tipologia degli interventi.
Il problema oggi è che non solo vi è un dato, che oggettivamente costituisce una forte preoccupazione, perché, a fronte di un importo complessivo assegnato di circa 393 milioni di euro, l'importo decurtato sarebbe di 57 milioni di euro, ma anche che tali risorse potrebbero essere decurtate - come si chiede di capire anche nell'interpellanza - dai singoli accordi di programma quadro. Pertanto, in teoria, ci potrebbero essere, sul territorio, degli interventi ampiamente pubblicizzati e comunicati (quindi teoricamente finanziati), che potrebbero rischiare di trovarsi definanziati alla luce del provvedimento sopra ricordato, che sarà spalmato sulle singole delibere CIPE, che puntualmente vengono citate nella interpellanza. Potremmo trovarci di fronte, quindi, ad interventi che ufficialmente sono regolarmente finanziati, ma che sostanzialmente non lo sono.
Tutto ciò si inserisce in una serie di inadempienze, così come dicevo all'inizio, che dimostrano disattenzione - se vogliamo utilizzare un termine poco polemico, Pag. 20ma io oserei anche parlare di sciatteria - dal punto di vista della richiesta diretta e dell'attenzione sull'utilizzo delle risorse, perché le scadenze, che sono puntualmente indicate, erano state portate a conoscenza per tempo e imponevano l'obbligo di lavorare e di fornire delle risposte.
La formula dell'utilizzo di tali risorse è quella delle risorse comunitarie (in parte), nel senso di fissare una scadenza certa per affrontare l'annosa questione (che non ha un colore politico e su ciò il Viceministro penso possa convenire) dei tempi non certi nell'assegnare quantità di risorse enormi alle regioni del Sud, che talvolta non vengono utilizzate per una serie di problematiche di carattere amministrativo e burocratico, oppure, appunto, per disattenzione specifica.
L'obiettivo, quindi, è di comprendere innanzitutto se tali risorse possano essere recuperate. Voglio specificare, nel concludere l'illustrazione dell'interpellanza, che la presente iniziativa non ha solamente l'obiettivo di evidenziare criticamente le inadempienze, ma anche e soprattutto di immaginare un percorso che possa individuare una forma per recuperare tali risorse. Avendo individuato una formula già utilizzata rispetto ad altri impegni precedentemente indicati, quale una proroga di tre mesi per cercare di recuperare la situazione, oggi ci poniamo questo problema.
Evidentemente, non ci sfugge che poiché il CIPE ha deliberato in forma ufficiale la revoca e la decurtazione di tali risorse ciò comporta una maggiore difficoltà in tale direzione. Tuttavia, proprio perché cogliamo l'impatto negativo, evidente e chiaro, che emerge da questa situazione, siamo convinti della necessità di individuare una formula, se possibile, per recuperare quelle risorse. Comunque, qualora ciò non fosse possibile, chiederei di individuare e cercare di comprendere quali interventi, puntualmente finanziati precedentemente, a questo punto si troverebbero senza canale di finanziamento.
Mi auguro che il Governo possa coprire tale inadempienza cercando di individuare una soluzione che possa comunque salvaguardare questa importante mole di risorse, che costituisce nell'ambito delle regioni del sud la cifra più grande e più importante. Altre regioni, infatti, hanno avuto anche delle minime decurtazioni, ma lontanissime dall'importo complessivo che in proporzione viene decurtato alla regione Puglia.
PRESIDENTE. Il Viceministro dello sviluppo economico, Sergio Antonio D'Antoni, ha facoltà di rispondere.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, l'illustrazione dell'onorevole Fitto corrisponde alla situazione descritta, nel senso che è frutto di un'impostazione comunitaria, recepita in Italia dalla legge n. 448 del 2001. Il CIPE adottò una delibera nel 2002 con un meccanismo premiale e sanzionatorio rispetto ai comportamenti che le amministrazioni tenevano sulle somme loro assegnate. Tale meccanismo - che per ragioni di tempo non illustro e, del resto, l'interpellante lo conosce perfettamente - è il risultato di un'impostazione che ha anche un riscontro in ambito comunitario e che abbiamo recepito.
Nel determinarsi di tale impostazione sanzionatoria e premiale, la regione Puglia ha subito una decurtazione del proprio stanziamento, a causa di una inadempienza nel rispetto delle date assegnate che ha portato ad una diminuzione dello stanziamento iniziale.
Nella risposta che è stata preparata è disponibile il dettaglio di ogni singola voce e di ogni singolo capitolo sui quali si è operata tale decurtazione. Infatti, a seconda del tipo di scadenza, era prevista una decurtazione del 30 per cento o, se non era stato assunto alcun impegno giuridicamente vincolante, la decurtazione totale.
In tal senso, nella risposta sarà contenuta anche l'illustrazione puntuale dei singoli provvedimenti e delle ragioni per cui in alcuni casi si tratta del 30 per cento ed in altri del 100 per cento. Mi risparmierà l'interpellante, come penso anche il Pag. 21Presidente, di specificare punto per punto le ragioni che credo appesantirebbero ulteriormente il mio intervento. Tuttavia, se l'interpellate vorrà, avrà la possibilità di verificarlo.
Invece, la forte questione politica che l'interpellante pone e su cui credo sia necessario soffermarsi è se, sulla base di tali stanziamenti e del fatto che ci sono opere avviate, la decurtazione avvenuta interrompa le opere ovvero se sia possibile recuperare tali somme. Questo mi sembra l'elemento politico più importante.
Il CIPE doveva provvedere, per applicare la delibera, al meccanismo sanzionatorio, perché, se non avesse provveduto, sarebbe stato inutile prevedere tale meccanismo. Infatti, se si stabilisce un criterio premiale e sanzionatorio, quando avviene un vulnus è necessario sanzionarlo, altrimenti è come non prevederlo. Pur avendo cercato di prorogare in alcuni casi i termini di tre mesi, abbiamo prorogato di un anno non tanto i termini, quanto la competenza finanziaria, per determinare una maggiore possibilità di recupero del ritardo.
Pertanto il CIPE e il Governo hanno deciso questa decurtazione, però ritengo di poter prendere l'impegno che non ci saranno impatti negativi sul completamento delle opere, nel senso che non si tratta di un cambiamento di percorso, ma di un'azione preordinata di applicazione graduale del principio, perché gli interventi finanziati con la delibera CIPE saranno portati a termine in quanto le decurtazioni saranno effettuate e compensate sui futuri riparti.
Ritengo politicamente di poter impegnare, con la mia persona, il Governo in questa direzione, pur nel rispetto di un criterio e di un'impostazione che è stata seguita sia dal precedente Governo, sia dal nostro, su questo sistema sanzionatorio e premiale a seconda dei comportamenti delle amministrazioni.
PRESIDENTE. Il deputato Fitto ha facoltà di replicare.
RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, in teoria potrei anche ritenermi soddisfatto della risposta del Viceministro perché, se non ci fosse una preoccupazione grave e accertata con la sua ricostruzione (sono d'accordo nel non citare gli aspetti tecnici e specifici riportati nella risposta), oggi prendiamo atto che la regione Puglia perde 57 milioni di euro che vengono decurtati per l'incapacità di quella amministrazione di utilizzarli.
Questo è il dato che emerge e quindi, dal punto di vista della semplice contrapposizione politica, potrei ritenermi soddisfatto. Così come sono soddisfatto del fatto che il Viceministro puntualmente ha ricostruito un percorso e addirittura ha assunto un impegno che va ben oltre, sul quale insieme vigileremo ed eventualmente e che in occasione della imminente legge finanziaria potremo valutare e cercare di capire come mettere a frutto.
Rimane, però, un dato di fatto oggettivo del quale, purtroppo, non posso che prendere atto e per il quale non ho da fare alcun appunto al Governo, evidentemente. Oggi prendiamo atto definitivamente che questa incapacità di rispettare i tempi indicati, peraltro a partire dal 2002 e puntualmente confermati nelle delibere successive, vede una regione del Mezzogiorno d'Italia perdere queste risorse, anche là dove dovesse esserci una risposta positiva nel futuro e quindi anche qualora la buona volontà del Viceministro dovesse concretizzarsi in ulteriori finanziamenti che manterrebbero i programmi indicati all'interno degli accordi di programma quadro. In ogni caso, quindi, oggi prendiamo atto di una situazione per la quale c'è una regione che, a fronte di 393 milioni di euro assegnati, ne perde 57 milioni per incapacità amministrativa.
Questa, purtroppo, è la situazione che ritengo sia necessariamente e doverosamente da portare a conoscenza dell'opinione pubblica e di quel sistema produttivo che, magari, si interroga spesso su come poter risolvere i problemi di aree che vivono in una condizione di difficoltà, quali sono quelle del Mezzogiorno, e poi, come se ci si trovasse in una situazione di risorse aggiuntive con la possibilità di poterle addirittura non utilizzare, si mette Pag. 22in atto un meccanismo di incapacità che conduce alla perdita di un importo notevolissimo, perché parliamo di 57 milioni di euro. È una contraddizione clamorosa, che purtroppo dobbiamo registrare in questa occasione.
Ringrazio comunque il Governo per i contenuti e la modalità della risposta e per gli impegni futuri che mi auguro insieme, con una posizione costruttiva, si possano mantenere.