Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro della solidarietà sociale, il Ministro delle comunicazioni, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, il Ministro dell'interno ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali.
(Intendimenti del Governo sulla riscossione delle sanzioni e dei risarcimenti dei danni relativi alla mancata connessione con la rete Sogei di slot machine - n. 3-01221)
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01221, concernente intendimentiPag. 39del Governo sulla riscossione delle sanzioni e dei risarcimenti dei danni relativi alla mancata connessione con la rete Sogei di slot machine (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, la mia interrogazione è motivata dall'esigenza di fare chiarezza sul gioco legale autorizzato dallo Stato a mezzo di concessioni, in particolare quello relativo alle slot machine.
Com'è noto, inchieste della Guardia di finanza e una decisione assunta dalla Corte dei conti evidenziano in maniera molto chiara come vi siano 98 miliardi di euro da riscuotere da parte dell'erario (danni e penali). Ciò è avvenuto nonostante si sia modificata la legge allo scopo di conseguire maggiori entrate per le casse dello Stato.
Al momento non si ha alcuna notizia di iniziative intraprese da questo Governo per riscuotere queste somme.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, chiedo, inoltre, di sapere come il Governo intenda regolarsi nei confronti degli esponenti della maggioranza che presentano interrogazioni a tutela dei soggetti coinvolti in queste vicende.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, è bene precisare in via preliminare che il Governo, come risulta tra l'altro in una nota del 4 settembre 2007, a poche settimane dal suo insediamento, a seguito di notizie di stampa relative ad un intervento dell'autorità giudiziaria su possibili irregolarità su procedure di rilascio di apparecchiature e congegni da divertimento ha adottato tutte le opportune e necessarie iniziative per acquisire elementi inerenti la vicenda.
A tal fine il Viceministro Visco ha istituito il 27 giugno 2006 una commissione, presieduta dal sottosegretario Grandi, che ha presentato nel marzo 2007 la relazione conclusiva. Tale commissione è stata appositamente istituita per la verifica della regolarità e della trasparenza delle procedure di rilascio delle autorizzazioni relative ad apparecchiature e congegni da divertimento e di intrattenimento, nonché per l'analisi del funzionamento dei meccanismi anche tecnologici volti a garantire la regolarità dei giochi.
Detta relazione nello stesso mese di marzo è stata trasmessa all'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ed è stata inoltre inviata alla procura regionale della Corte dei conti e alla procura della Repubblica di Roma. Alla fine del mese di maggio l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha fornito le proprie osservazioni. Le predette osservazioni sono state trasmesse sia alla procura regionale della Corte dei conti sia alla procura della Repubblica di Roma. Nel mese di luglio la relazione conclusiva della commissione è stata inviata alla Commissione parlamentare sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare.
Quanto alle penali da applicare previste nelle concessioni occorre ricordare come sulle stesse sia attualmente in corso un contenzioso tra l'amministrazione dei monopoli di Stato e le società concessionarie, come già precisato nella nota citata del 4 settembre scorso. Tra le società concessionarie ve ne sono alcune quotate in Borsa e ciò impone peraltro una particolare prudenza nella divulgazione di notizie sulla questione.
È opportuno infine ricordare che il Governo, a seguito dell'approvazione di un atto di indirizzo presso la Commissione finanze della Camera, presentata dall'onorevole Nannicini, si è impegnato ad adottare tutte le necessarie iniziative anche di carattere normativo, volte a prevedere, al fine di assicurare il perseguimento dell'interesse pubblico all'espletamento del servizioPag. 40con la conseguente salvaguardia delle entrate erariali, di procedere, d'intesa con i soggetti interessati, alla revisione delle convenzioni di concessione per l'attivazione e la gestione operativa delle reti telematiche degli apparecchi, prevedendo in particolare che l'attuale applicazione di penali sia disposta nel rispetto dei principi di ragionevolezza e proporzionalità.
In ogni caso appare opportuno evidenziare che ogni decisione che verrà assunta dall'amministrazione in ordine alle iniziative da intraprendere dovrà necessariamente tener conto delle proposte che saranno adottate dalla magistratura sia ordinaria sia contabile.
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di replicare per due minuti.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi dichiaro assolutamente insoddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo.
Sulla vicenda, lo ricordo, sono state avviate decine di inchieste: ricorrono sempre gli stessi nomi e collegamenti con società in tema di slot machine, il gioco d'azzardo, bingo e Unipol.
Abbiamo un parlamentare, Angelo Piazza, che ha presentato su questo tema decine di interrogazioni, tanto che ogni volta che qualche organo dello Stato si è mosso, ha trovato l'interrogazione del collega in questione che pone inquietanti interrogativi sui motivi per cui si perseguitano questi «poveri signori» che hanno «staccato il cavetto» che consente il collegamento telematico.
Il Governo, quando adottò quell'apposito provvedimento, sostenne che esso sarebbe servito al fine di evitare che questi soggetti non pagassero le imposte sulle giocate effettuate. Successivamente, si è scoperto che il cavetto veniva tolto e lo Stato non incassava le imposte dovute. La relazione Grandi, di cui lei, signor Ministro, ha giustamente riferito solo per una parte, è a questo riguardo inquietante. Poiché alcune di queste società sono quotate in Borsa - guarda caso - e vi possono essere persone inquisite nel Sudamerica che fanno parte di queste società, si può non pagare allo Stato (si può arrivare fino a 98 miliardi di euro); insomma si può fare tutto perché vi sono società quotate in Borsa.
Signor rappresentante del Governo, quando ho combattuto per evitare che le sale nate per il bingo diventassero sale per le slot machine, molti esponenti di sinistra hanno votato con me, e nei precedenti Governi ciò era stato impedito...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Voi, con la legge finanziaria per il 2007, avete fatto questo grande regalo a commistioni che hanno a che fare anche con la malavita organizzata (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-La Destra e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Intendimenti del Governo rispetto agli impegni assunti con il DPEF 2008/2011 in tema di pressione fiscale - n. 3-01222)
PRESIDENTE. Il deputato Garavaglia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01222, concernente intendimenti del Governo rispetto agli impegni assunti con il DPEF 2008-2011 in tema di pressione fiscale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, sappiamo tutti che attualmente la pressione fiscale apparente è al 43 per cento. Quella reale, cioè quella calcolata su chi le tasse le paga per davvero, è al 52 per cento: un'enormità. Questo disastro è la diretta conseguenza della legge finanziaria di Prodi, delle novantanove nuove tasse inserite e degli aumenti sulle tasse già esistenti.
Consapevoli di tale situazione, davvero insostenibile, ormai diversi Ministri e leader della sinistra hanno dichiarato più volte che le tasse vanno drasticamente abbassate.Pag. 41
Nel DPEF e nella risoluzione votata dalla sinistra in luglio vi sono impegni formali in tal senso. Prodi, invece, va a Porta a porta e dichiara tranquillamente che le tasse non possono essere abbassate perché mancano le risorse finanziarie.
Noi chiediamo al Governo che faccia chiarezza definitivamente sulla questione; in particolare, se gli impegni formali assunti nel DPEF e nella relativa risoluzione hanno ancora valore o sono solo carta straccia.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, mi sembra che l'interrogazione in esame contenga almeno due imprecisioni. La prima consiste nell'attribuire l'elevata pressione fiscale di quest'anno ad aumenti di imposta - novantanove nuove tasse, nuove aliquote e cose di questo tipo - mentre da tutti i dati si evince che la stragrande maggioranza delle entrate aggiuntive di quest'anno (e in parte anche del 2006) sono dovute al recupero di evasione fiscale. Per noi, calcolare come nuove imposte quelle pagate da chi prima non le pagava non è corretto.
La seconda imprecisione riguarda l'attribuzione al Presidente del Consiglio di un'affermazione del seguente tenore: non si potranno ridurre le tasse.
Il Presidente Prodi ha correttamente segnalato che al momento attuale, vale a dire in fase di predisposizione della legge finanziaria, non sembra possibile dal punto di vista della situazione di bilancio procedere ad una riduzione generalizzata di aliquote. Mentre ha confermato l'intenzione di ridurre il carico fiscale con interventi più mirati in termini di detrazioni e deduzioni.
Tali affermazioni sono coerenti con l'impegno preso dal Governo sia in sede di approvazione delle legge finanziaria - mi riferisco al comma 1 dell'articolo 1 della legge finanziaria dello scorso anno - sia più di recente in sede di approvazione del DPEF.
Confermo che allo stato attuale di costruzione della legge finanziaria e in attesa di una decisione collegiale, che spetta ovviamente all'intero Consiglio dei ministri, si sta lavorando coerentemente con tali due impostazioni.
PRESIDENTE. Il deputato Garavaglia ha facoltà di replicare.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, la risposta fornita dal rappresentante del Governo non ci soddisfa per niente. Oltretutto sapete benissimo che affermare che la gran parte delle nuove entrate siano dovute al recupero dell'evasione fiscale è una balla di dimensioni colossali, perché il grosso dell'extragettito deriva dall'aumento dei contributi, in particolare da quelli da voi previsti per i lavoratori parasubordinati, proprio gli stessi che voi a chiacchiere volete proteggere e, invece, avete tartassato inutilmente.
Ciò detto, staremo a vedere cosa accadrà con la prossima legge finanziaria. Per ora abbiamo solo affermazioni generiche ed ambigue. La situazione intanto è grave: lo sanno tutti. Le famiglie, già tartassate per l'aumento della tassazione locale, si trovano a pagare mutui assolutamente insostenibili a causa dei tassi di interesse che continuano ad aumentare. I comuni e le regioni hanno dovuto alzare le tasse a seguito del taglio dei trasferimenti di risorse operati dal Governo centrale. Un Esecutivo incapace di ridurre la spesa pubblica. Neppure l'unica proposta di riduzione della spesa pubblica fatta finora dal Governo - anch'essa assolutamente discutibile, in materia di prepensionamento degli statali che, a onor del vero, non svolgono un lavoro usurante - va bene ai sindacati. Perciò sul fronte del taglio della spesa pubblica sappiamo già che ci sarà poco da attenderci. Persino il Papa oggi ha detto che quando le tasse sono troppo alte e ingiuste il popolo si ribella e che la storia questo lo insegna.
A fronte di tutto ciò, voi che fate? Fate un gran pasticcio sull'ICI, dove non siPag. 42capisce ancora nulla delle vostre intenzioni. La proposta che si sta formando probabilmente andrà a discriminare tra cittadini di varie regioni e tra comuni grandi e piccoli. La soluzione era molto semplice: bastava farla pagare tale e quale e prevedere poi una riduzione dall'IRPEF, ma questo voi non lo volete.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Garavaglia.
MASSIMO GARAVAGLIA. Inoltre, concludendo...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Garavaglia.
MASSIMO GARAVAGLIA. ...non fate niente per le imprese le quali, invece, in Spagna sono sottoposte ad una tassazione inferiore di cinque punti a quella italiana. La Padania ha detto basta a questo stato delle cose (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
(Accorpamento di classi presso l'istituto agrario «Fantoni» di Soliera Apuana (Massa Carrara) - n. 3-01223)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01223, concernente accorpamento di classi presso l'istituto agrario «Fantoni» di Soliera Apuana (Massa Carrara) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3) per un minuto.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, l'istituto professionale agrario di Soliera in Lunigiana, nella sua conduzione dirigenziale, può considerarsi esempio di una scuola burocratizzata, attenta all'applicazione di parametri restrittivi e portata alla pedissequa e mala interpretazione di regole e normative da lei adottate.
Naturalmente questo è il frutto di politiche che hanno avuto come priorità la riduzione della spesa, senza alcuna attenzione alla conduzione del lavoro e alla qualità dell'istruzione, nell'ottica della distruzione della scuola pubblica.
Nel caso dell'istituto agrario in questione, le seconde e le terze classi sono state accorpate nonostante la presenza di alunni con difficoltà e portatori di handicap, con programmi diversificati, e le proteste dei genitori costretti a una settimana di sciopero e al ricorso al TAR per far valere i loro diritti costituzionali per proteggere sei studenti diversamente abili...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Barani.
LUCIO BARANI. ...e nonostante le proteste del responsabile corpo docente. Signor ministro, quali provvedimenti intende prendere contro il poco diligente dirigente scolastico?
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, in merito a quanto evidenziato dall'onorevole interrogante il competente direttore scolastico regionale per la Toscana ha precisato quanto segue.
Gli alunni dell'istituto agrario «Fantoni» di Soliera iscritti alla classe seconda sono complessivamente ventitré, di cui due - e non tre, come riportato nell'interrogazione - diversamente abili ed affetti da handicap non grave. Nella classe terza, invece, gli alunni iscritti sono complessivamente ventiquattro, di cui tre diversamente abili (due dei quali presentano, anche in questo caso, handicap definito e diagnosticato lieve).
Il numero degli alunni sopra citati non avrebbe potuto consentire il mantenimento delle due classi concesse in sede di organico di diritto in presenza di trentadue e trentuno alunni, rispettivamente, nella seconda e nella terza classe. Conseguentemente, il dirigente scolastico, in seguito all'adeguamento dell'organico alla situazione di fatto, ha proceduto all'emanazionePag. 43di decreti, attenendosi alle disposizioni regolanti la materia degli organici. Si tratta, in particolare, di quelle contenute nell'articolo 2 della legge del 22 novembre 2002, n. 268, che configura l'obbligo per i dirigenti scolastici e per gli uffici - anche nella fase di adeguamento degli organici di diritto alle situazioni di fatto - di disporre accorpamenti di classi allorché il numero degli alunni accertato, successivamente alla definizione dell'organico di diritto, risulti inferiore a quello previsto e non giustifichi, pertanto, tutte le classi autorizzate.
Il dirigente scolastico ha agito, inoltre, in conformità al dettato del decreto ministeriale n. 331 del 1998, articolo 10, come modificato dal decreto ministeriale del 3 giugno 1999, n. 141 che, al comma 3, contempla la possibilità di costituire classi e sezioni di istituti di ogni ordine e grado con più di venti alunni, senza superare il limite massimo di venticinque, previa valutazione della gravità dell'handicap e delle situazioni soggettive degli alunni interessati spettante alla competente azienda sanitaria locale territorialmente interessata.
Anche la circolare ministeriale del 13 febbraio 2007, n. 19, prevede, per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla legge finanziaria per il 2007, la possibilità di non procedere a sdoppiamento di classi in presenza di un limitato numero di alunni eccedenti i parametri del precedente decreto, al fine di evitare la costituzione di classi che non diano garanzie di continuità, comportando soppressione negli anni scolastici successivi. Nel caso in specie, non vi sarebbe tale garanzia, come già verificatosi nell'adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto, che ha visto un notevole calo di alunni.
Vorrei far presente, infine, che l'articolo 2 della citata legge n. 268 del 2002 non consente sdoppiamenti o istituzioni di nuove classi dopo il 31 agosto. In ogni caso, ritengo che la nostra scuola, oltre ad essere una scuola per tutti e di tutti, debba garantire anche un'appropriatezza per la qualità a tutti e mai troppo a pochi.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare, per due minuti.
LUCIO BARANI. Signor Ministro, ovviamente sono sbigottito dalla sua risposta. All'interno di questa «selva oscura» delle sue circolari interpretative, lei ha fornito solo dei numeri. In questo modo, emerge chiaramente l'idea che la classe è spesso sbrigativamente accantonata, relegata nell'immaginario a luogo vuoto, a un gruppo vuoto, privo di autonomia, di caratteristiche e di relazioni proprie, determinato solo dalla somma astratta dei suoi componenti, che si possono accorpare o sdoppiare come oggetti su basi numeriche discutibili, che non hanno alcun fondamento pedagogico!
La classe, invece, per noi socialisti, dovrebbe essere il primo momento di «fare scuola», un vero laboratorio, un luogo di scambio, un tempo vero e pieno, non già un luogo di riempimento e di sosta. I decreti di accorpamento del dirigente scolastico dell'istituto agrario di Soliera rappresentano atti che vanno contro la ragione, contro la didattica, contro i ragazzi (soprattutto quelli più svantaggiati) e contro gli insegnanti che credono, ancora, in una funzione educativa e di istruzione della scuola, in cui lei non crede più, signor Ministro!
Il trattamento che riservate, per risparmiare, agli alunni diversamente abili è paragonabile alla loro eliminazione fisica, di spartana memoria, che avveniva nell'antica Grecia. Un istituto professionale ha, per sua natura, prerogative e peculiarità diverse rispetto ad un liceo. Gli alunni svantaggiati con programmi differenziati hanno bisogno di spazi fisici e di attenzioni psicologiche e logistiche particolari. L'accorpamento disinvolto di classi, di fatto, comporta aumento del loro disagio, aggravamento della disabilità, compromissione del loro apprendimento e, ovviamente, del loro inserimento nella società.
Signor Ministro, non la posso promuovere; la devo rimandare e la invito...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. ...a riparare al mal fatto, e lo dovrà fare subito, perché dopo l'intervento del TAR della Toscana lei sarà bocciato e non potrà più rimanere nella posizione in cui è dopo quello che ha detto.
(Normativa riguardante l'erogazione dei contributi a favore delle scuole primarie paritarie - n. 3-01224)
PRESIDENTE. La deputata Sasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01224, concernente la normativa riguardante l'erogazione dei contributi a favore delle scuole primarie paritarie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
ALBA SASSO. Signor Ministro, la legge n. 62 del 2000 sulla parità scolastica non ha introdotto nel nostro ordinamento alcun finanziamento alla scuola paritaria e, invece, ha mantenuto i contributi previgenti alle scuole elementari parificate e alle materne non statali convenzionate in cambio dei servizi ai più deboli.
La legge n. 27 del 2006 sopprimeva tali scuole, sia quelle elementari parificate, sia quelle dell'infanzia non statali convenzionate, e prevedeva che, qualora richiedessero di diventare scuole paritarie, potessero ottenere il contributo sulla base della presenza di un regolamento che ne convenzionasse i servizi.
Vorrei sapere, signor Ministro, per quali motivi...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALBA SASSO. ...il decreto ministeriale dell'8 agosto 2007 ignori tale regolamentazione.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, in primo luogo vorrei precisare all'onorevole interrogante che l'interrogazione n. 3-00797, presentata in data 11 aprile 2007, è in attesa di essere inserita nel calendario dei lavori parlamentari e, quindi, non è «in lavorazione» presso il Ministero: è soltanto questo il motivo del ritardo nella risposta.
Vorrei anche precisare che la parifica è un istituto che riguarda esclusivamente la scuola elementare non statale (ora scuola primaria) e non anche la scuola dell'infanzia non statale (già scuola materna) per la quale vigeva, prima dell'entrata in vigore della legge n. 62 del 2000, l'istituto dell'autorizzazione all'apertura.
La legge n. 27 del 2006 prevede che le convenzioni di parifica, attualmente in corso, con le scuole primarie paritarie si risolvano di diritto al termine dell'anno scolastico in corso, alla data di entrata in vigore delle norme regolamentari previste dall'articolo 345 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. Tali norme dovranno stabilire le condizioni e le modalità per la stipula delle nuove convenzioni con le scuole primarie paritarie che ne facciano richiesta e i criteri per la determinazione dell'importo del contributo. Il regolamento è attualmente in sede di esame preliminare da parte della Consiglio dei Ministri, all'ordine del giorno di venerdì prossimo.
Il decreto ministeriale 21 maggio 2007, sottoposto al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti, è stato emanato in conformità alla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), articolo 1, comma 636, che prevede che tale provvedimento abbia valenza annuale e, quindi, per l'anno scolastico 2007-2008, e ogni anno rivedibile, pertanto, anche alla luce della successiva approvazione del regolamento.
Il decreto emanato, per quanto riguarda le scuole primarie convenzionate, non fa altro che riproporre il finanziamento delle convenzioni in atto che, come già detto, saranno risolte di diritto solo al termine dell'anno scolastico in cui entrerà in vigore il citato regolamento che disciplinerà, ex novo, l'intera materia.Pag. 45
Per quanto riguarda le scuole dell'infanzia, la medesima legge n. 27 del 2006 mantiene l'articolo 339 del testo unico, ma precisa che le disposizioni del medesimo si applicano, da ora in avanti, nei confronti della scuola dell'infanzia paritaria (articolo 1-bis, comma 6, quarto periodo). Anche in questo caso, pertanto, il decreto ministeriale del 21 maggio 2007, applicando il comma 636 della legge finanziaria 2007, che prevede, appunto, l'annuale definizione di criteri e parametri per l'assegnazione di contributi alle scuole paritarie da assegnare in via prioritaria a quelle che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro, di fatto, determina il superamento della norma citata.
PRESIDENTE. La deputata Sasso ha facoltà di replicare.
ALBA SASSO. Ministro Fioroni, credo che i commi 635 e 636 dell'articolo 1 della legge finanziaria cui lei faceva riferimento si limitino a ripristinare i 100 milioni del taglio degli oltre 150 milioni che il Ministro Tremonti aveva apportato ai capitoli riguardanti i contributi alla scuola non statale.
Tuttavia, ritengo - e per tale motivo la sua risposta non mi soddisfa - che il suo decreto modifichi l'asse su cui si regge l'impostazione di costituzionalità della legge n. 62 del 2000, per la quale non si prevedono finanziamenti per il funzionamento delle scuole private, paritarie o meno, ma solo contributi regolati da convenzioni che stabiliscono i requisiti giuridici delle scuole convenzionate e la qualità delle prestazioni fornite all'utenza.
Ho visto una bozza del decreto che è in discussione presso il Consiglio dei ministri. Mi sembra che esso ignori che, per le scuole dell'infanzia, le condizioni stabilite per l'erogazione dei contributi (gratuità dell'iscrizione e della mensa per gli alunni in disagiate condizioni economiche) sono determinate dall'articolo 339 del testo unico. Per le scuole primarie paritarie, si prescinde dal regolamento previsto all'articolo 1-bis.
Soprattutto, mi pare che il regolamento all'esame del Consiglio dei ministri, che spero venga in parte modificato, determini i requisiti per la convenzione, ma, se non c'è quest'ultima, vengono meno i contributi previsti dall'articolo 4. Vengono meno i contributi, ma restano confermati quelli previsti dall'articolo 5 del suo decreto.
Credo che su tutta questa partita della parità innanzitutto, come era stato previsto, andrebbe rivista la legge n. 62 del 2000. Però, signor Ministro, le faccio presente che ritengo questa scelta, anche simbolicamente, sbagliata, perché nel frattempo continuano i tagli alla scuola statale e persino la riduzione degli insegnanti di sostegno. La scuola su questo aspetto le sta chiedendo delle risposte.
(Iniziative per estendere ai cittadini italiani residenti all'estero le recenti innovazioni introdotte nel sistema scolastico italiano - n. 3-01225)
PRESIDENTE. Il deputato Razzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01225, concernente iniziative per estendere ai cittadini italiani residenti all'estero le recenti innovazioni introdotte nel sistema scolastico italiano (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), per un minuto.
ANTONIO RAZZI. Signor Ministro, premetto che sono state introdotte importanti innovazioni nel sistema scolastico italiano concernenti l'obbligo scolastico, la riforma degli esami di Stato ed importanti disposizioni sui programmi didattici. Ciò consente una formazione della personalità dei nostri giovani fondata su regole e su valori sani e duraturi. Al contempo, garantisce quella presenza dello Stato nell'armonizzare i percorsi educativi, così come contemplato dal dettato costituzionale. Si richiede se dette innovazioni siano estensibili al sistema scolastico italiano all'estero.
Crediamo sia indispensabile che anche all'estero i benefici di queste innovazioni siano visibili e praticati. È indispensabile che anche i nostri modelli educativi italiani all'estero siano uniformati a quelli inPag. 46Italia, al fine di favorire la continuità dei sistemi per quei connazionali che maturino l'intenzione di rientrare in Italia.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, come evidenziato dall'onorevole interrogante, nel nostro sistema scolastico sono già stati attivati processi per realizzare una scuola di qualità in grado di offrire agli studenti percorsi formativi elevati: per una prevenzione e un recupero della dispersione scolastica e per un maggiore impegno ad educare, la legge finanziaria per il 2007 ha previsto l'innalzamento dell'obbligo di istruzione a sedici anni; per rinforzare i percorsi di istruzione superiore e valorizzare i titoli di studio rilasciati al termine degli stessi, con la legge n. 1 dell'11 gennaio 2007 è stata varata la riforma degli esami di Stato; per il conseguimento delle finalità formative e degli obiettivi di apprendimento che si intendono raggiungere, sono già state diramate alle scuole le nuove indicazioni per i curricula delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, che consentirà alle scuole medesime di sperimentarli, al Ministero di raccoglierne i suggerimenti fino al 2009, quando le stesse entreranno a regime, accompagnate da apposito riferimento.
Con riguardo alle esigenze evidenziate dall'onorevole interrogante di estendere dette innovazioni anche al sistema scolastico all'estero, vorrei ricordare che l'azione dello Stato nei riguardi delle scuole italiane all'estero è esercitata dal Ministero degli affari esteri, secondo le disposizioni contenute nella parte V del Testo unico che regola le norme fondamentali in materia di istruzione, approvato con decreto legislativo n. 297 del 1994.
Sia per quanto riguarda l'ordinamento delle scuole italiane all'estero, sia per quanto riguarda i programmi e gli esami, le norme richiamate prevedono che con appositi provvedimenti del Ministero degli affari esteri, da adottare di concerto con il Ministero della pubblica istruzione, le scuole in parola sono conformate agli ordinamenti, programmi ed esami delle corrispondenti scuole del territorio nazionale, salvo varianti rese necessarie da particolari esigenze locali.
Il Ministro degli affari esteri ha assicurato la medesima attenzione alle riforme che si stanno attuando nel sistema educativo italiano e l'impegno per la loro applicazione alle scuole italiane all'estero, studiando gli opportuni adattamenti nel caso in cui siano resi necessari dalle varietà dei contesti locali, come previsto dalla normativa su indicata e con le procedure ivi previste. L'onorevole interrogante ha sollevato un problema di particolare interesse ed è proprio questo il motivo per cui, come Ministero della pubblica istruzione, abbiamo avviato, con il Ministero degli affari esteri, una rivisitazione dei procedimenti di attuazione delle nostre riforme per la scuola degli italiani all'estero, proprio per far giocare al Ministero della pubblica istruzione, che ne è titolare, un ruolo incisivo, al pari di quello del Ministero degli affari esteri, che comunque ne mantiene la titolarità.
PRESIDENTE. Il deputato Razzi ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro. Mi ritengo in parte soddisfatto della sua risposta. C'è la necessità di procedere ad un coordinamento interministeriale su questa materia e la mia proposta di legge di riforma della legge n. 153 del 1971 va in questa direzione.
Ritengo sia indispensabile ancorare gli interventi educativi ad alcuni valori forti e credo che le sue innovazioni rispondano a questa esigenza. L'insegnamento è fortemente garanzia di una robusta formazione della personalità.
Abbiamo assistito nel recente passato ad una certa «aziendalizzazione» della scuola e ciò ha creato molta dispersione e, spesso, mancanza di certezze. L'educazionePag. 47scolastica non può amministrarsi a forza di slogan: bisogna garantire alle famiglie percorsi educativi certi e rigorosi. Molte volte dietro ad una presunta modernizzazione si nasconde il vuoto del marketing. I nostri figli hanno bisogno invece di certezze, di più valori, più basi solide, qui in Italia ed anche all'estero.
L'innalzamento dell'obbligo scolastico rappresenta, inoltre, una solida presenza dello Stato che accompagna la crescita e la formazione dei giovani che troppo spesso si abbandonano nel virtuale. La scuola deve essere quella realtà concreta che ha l'odore della propria casa, non un luogo estraneo e senza regole. Per questo motivo, credo che anche il sistema scolastico all'estero debba adeguarsi all'innovazione che ella ha proposto, perché la scuola, anche la scuola degli italiani all'estero, sia la casa degli italiani sempre e ovunque.
La ringrazio, signor Ministro, anche a nome degli italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Misure per assicurare l'attuazione sull'intero territorio nazionale dei recenti provvedimenti in ambito scolastico assunti dal Governo - n. 3-01226)
PRESIDENTE. La deputata Froner ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01226, concernente misure per assicurare l'attuazione sull'intero territorio nazionale dei recenti provvedimenti in ambito scolastico assunti dal Governo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), per un minuto.
LAURA FRONER. Signor Presidente, signor Ministro, la questione che intendiamo sottoporre si riferisce in particolare al fenomeno della dispersione scolastica.
In Italia più del 20 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni esce dal sistema di istruzione senza qualifica né diploma ed è in possesso della sola licenza media. Questo dato è nettamente superiore alla media europea e ci vede ancora molto lontani dall'obiettivo del 10 per cento fissato a Lisbona da raggiungere entro il 2010.
Sappiamo che gli anni più a rischio sono il primo e il secondo della scuola superiore, con punte del 30 per cento di bocciati nelle prime classi degli istituti professionali. Dallo scorso anno abbiamo registrato un notevole impegno per far recuperare credibilità al sistema scolastico italiano, anche attraverso importanti interventi normativi, come l'aver elevato l'obbligo di istruzione a 16 anni e il nuovo profilo educativo che individua le competenze di base per i giovani in uscita dalla scuola dell'obbligo.
Al Ministro chiediamo quali misure intenda adottare per assicurare l'attuazione su tutto il territorio nazionale dei provvedimenti previsti, in particolare nelle aree...
PRESIDENTE. Deve concludere.
LAURA FRONER. ...in cui risulta più accentuato il fenomeno della dispersione scolastica.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, credo che lo sforzo che il Governo ha intrapreso in questo anno ci consente di avviare il nuovo anno scolastico in un clima di tranquillità e di certezza maggiore di quello dello scorso anno. Le indicazioni per il curriculum del primo ciclo offrono alla scuola italiana un ritorno al futuro per i nostri ragazzi: operano una distinzione tra ciò che deve essere aggiuntivo e, qualche volta, anche superfluo, senza togliere nulla all'importanza che rivestono Internet, l'informatica e l'inglese per i nostri ragazzi, ma ponendo al centro l'importanza delle competenze di base dell'italiano, della matematica, della storia e della geografia, che solo se sono conosciute possono consentire al ragazzo di sviluppare ulteriori conoscenze e integrazioni.
C'è lo sforzo di mantenere una maggiore capacità di rapporto tra scuola ePag. 48famiglia, non per perseguire le 13 o 14 educazioni che erano previste, ma forse quell'unica educazione di cui i nostri figli hanno bisogno, in collaborazione tra ciò che può fare la scuola e ciò che può fare la famiglia.
Vi è poi un invito alle nostre scuole affinché si torni a incentivare il lavoro di tutti quei docenti che, all'interno delle classi, miglioreranno la didattica e la ricerca sperimentale sui contenuti di fondo e di base, indispensabili per i ragazzi del primo ciclo, riducendo l'enorme mole di progetti - un'attività di «progettificio» permanente - che rischia talora di togliere al fondamento per dare all'aggiuntivo o superfluo.
In questo lavoro, la scuola dell'infanzia e quella primaria rivestono un ruolo fondamentale, anche al fine di garantire il diritto all'istruzione sancito dalla Costituzione: non dimentichiamo mai che le scuole materne paritarie e quelle primarie convenzionate danno risposta al 48 per cento dei nostri bambini: certo non sono i 100 milioni di euro di contributi erogati a queste scuole che possono sostituire l'impegno complessivo nel dare risposta al diritto dei nostri ragazzi.
Per quanto riguarda l'obbligo di istruzione, non si tratta di una libertà in meno, ma di una opportunità in più, cioè di consentire ai nostri ragazzi di poter proseguire gli studi fino a 18 anni, raggiungendo un diploma o una qualifica professionale e ampliando le offerte formative, senza piegare i loro stili cognitivi, ma incrociandoli con proposte che li possano ricondurre a dati più significativamente vicini agli obiettivi di Lisbona e della Comunità europea.
Per questo motivo, diciamo «no» a un maggior numero di indirizzi nelle scuole medie superiori (ne abbiamo più di 700: vanno ridotti) e alla politica delle 40 ore settimanali, che sono troppe e frammentano troppo i nostri ragazzi. Dobbiamo, invece, saper dare ad essi - come prevede l'obbligo di istruzione - una visione interdisciplinare, che, più che ad una testa piena di nozioni, miri ad una bella testa e alla capacità di saper vivere. Credo che questo sia lo sforzo con il quale accompagneremo le nostre scuole in questi due anni di sperimentazione, per poterlo correggere, integrare e migliorare e rifletterci dentro.
PRESIDENTE. Il deputato Rusconi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto per la risposta del Ministro, poiché i provvedimenti che sono stati annunciati si collocano in coerenza rispetto al tentativo - mi sembra ben attuato - di riportare serietà ed autorevolezza nella scuola italiana, dopo che per anni era stata inutilmente predicata la severità e l'autorità.
Come insegnante, valuto con favore la riscoperta delle abilità di base, che permettono ad ogni cittadino di essere autonomo e protagonista nella società e che invece, soprattutto nella scuola dell'obbligo, sono state trascurate.
Quanto all'obbligo di istruzione innalzato a 16 anni, innanzitutto rivendico e sono d'accordo con il ruolo fondamentale di una formazione professionale seria e con l'obiettivo di una terminalità almeno triennale per ogni studente. In proposito, penso anche a quel che dobbiamo dare a tanti ragazzi e giovani extracomunitari che arrivano nel nostro Paese a 13 o 14 anni. Occorre uscire dall'ambiguità del diritto-dovere della riforma Moratti, che manteneva l'entrata del mondo del lavoro a 15 anni e che il Governo ha opportunamente portato a 16.
Rimangono aperti, signor Ministro, il tema della formazione professionale nel Sud, estremamente importante, e quello dell'attuazione del diritto di istruzione per le regioni. Penso all'interrogazione che ho presentato riguardo all'attuazione dell'obbligo di istruzione nei corsi di formazione professionale nella regione Puglia.
Infine, vi è da ripensare il diritto-dovere all'istruzione nella scuola secondaria superiore: esso fu infatti approvato con la prima bozza della riforma Moratti, che non ha nulla a che vedere con la riformaPag. 49Moratti delle superiori dell'ottobre 2005, peraltro - per fortuna della scuola italiana - mai applicata.
(Intendimenti del Governo in relazione al dibattito parlamentare concernente la revisione della normativa in materia di tossicodipendenza - n. 3-01227)
PRESIDENTE. La deputata Poretti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01227, concernente intendimenti del Governo in relazione al dibattito parlamentare concernente la revisione della normativa in materia di tossicodipendenza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), per un minuto.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, fin dal suo insediamento il Ministro ha dichiarato di voler intervenire sulla questione delle tossicodipendenze con una riforma dell'attuale legge, la cosiddetta Fini-Giovanardi.
Nel testo dell'interrogazione che ho presentato, signor Ministro, ho compilato una breve cronologia delle sue dichiarazioni, effettuate sia a mezzo stampa, sia in sede istituzionale: in esse fin dallo scorso anno lei parlava di tempi brevi - poche settimane - per la presentazione di un disegno di legge del Governo.
Lo scorso giugno, addirittura, in occasione della Giornata mondiale contro la droga, ella ha annunciato di avere un testo pronto per il preconsiglio dei Ministri. Di fatto tali annunci, signor Ministro, hanno bloccato l'iniziativa parlamentare: in attesa di un testo del Governo, le Commissioni non avevano fino ad oggi calendarizzato la riforma della legge Fini-Giovanardi. Oggi, alla vigilia del dibattito nelle Commissioni competenti, le chiedo se e come intenda intervenire il Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, correttamente l'interrogazione sottolinea come più volte io abbia annunciato la predisposizione di un disegno di legge da parte del Governo in materia di tossicodipendenza e di droghe in generale. Per ragioni di discussioni interne al Governo - a volte più semplici, a volte meno - i tempi si sono molto dilatati. Posso segnalare che ieri è stata raggiunta un'intesa con il Ministro della salute su un testo che il mio Ministero ha chiesto alla Presidenza del Consiglio di diramare, in modo che venga sottoposto formalmente all'esame del Consiglio dei Ministri. I Ministri interessati più direttamente - non sono solo io a presentare e proporre - sono quindi addivenuti ad un testo: questa è la situazione. Non posso che auspicare che esso venga il più rapidamente possibile discusso e varato dal Consiglio dei Ministri, in modo che il Governo abbia una posizione chiara.
Detto ciò, colgo l'occasione per segnalare che il lavoro finalizzato alla predisposizione di un testo che superasse la legge Fini-Giovanardi è stato seguito da una serie di attività di tipo più propriamente - così potremmo dire - amministrativo, ai fini della costruzione della conferenza sulla questione delle droghe da tenersi nella prossima primavera. Le elenco brevemente ciò che è stato realizzato, per darle il senso del lavoro svolto.
Il 14 settembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la graduatoria per quanto riguarda il bando relativo ai progetti a favore del reinserimento sociale delle persone tossicodipendenti e alcooldipendenti uscite dal carcere in seguito all'indulto; vi è stato l'accordo di programma con le regioni per dare il via, sui vari territori, ai progetti sull'immigrazione, sull'uso di sostanze psicoattive, illegali e legali, sui giovani e sui consumi nel mondo della notte, nel campo della prevenzione e riduzione del danno; con un accordo con il Ministero della pubblica istruzione stanno per avviarsi i progetti di prevenzione e supporto tra pari da parte di quaranta consulte giovanili; abbiamo infine pressoché terminato l'elaborazionePag. 50del Piano d'azione italiano per il 2008, che deve essere approvato entro l'anno dalla Conferenza Stato-regioni.
Queste sono le principali attività di tipo amministrativo che abbiamo svolto e spero che presto terminerà il processo di costruzione del disegno di legge condiviso e non solo di mia iniziativa.
PRESIDENTE. La deputata Donatella Poretti ha facoltà di replicare.
DONATELLA PORETTI. Signor Ministro, la ringrazio; sono lieta della risposta e mi dichiaro quindi soddisfatta, ma mi dichiarerò ancora più soddisfatta quando vedrò il testo uscire davvero dal Consiglio dei Ministri, perché purtroppo tanti testi sono circolati, anche informalmente, tra gli esperti del settore.
Vorrei ricordare a lei - come a tutti i componenti della maggioranza, ma anche a quelli dell'opposizione, che sulla materia hanno un approccio più pragmatico e non ideologico - soltanto che la legge Fini-Giovanardi presenta una peculiarità: è stata approvata dal precedente Parlamento, quindi dalla passata maggioranza e dal precedente Governo, ma di fatto è stata applicata da questa maggioranza e dal suo Governo, quello che io sostengo.
Credo davvero che la legge de qua risponda in pieno ad una serie di principi che nei fatti hanno dimostrato di essere fallimentari nei risultati. I numeri che continuiamo a leggere nei rapporti e nelle relazioni danno ragione a chi sostiene che la politica proibizionista, punizionista e criminalizzatrice ha fallito: i consumatori e la merce a disposizione raddoppiano, calano i prezzi ed aumentano anche i sequestri.
Qualcosa non funziona, non ha funzionato e credo che lei abbia a cuore tale questione. Come radicale, come esponente della Rosa nel Pugno e della maggioranza chiedo che davvero dalle parole si passi ai fatti, perché si avverte la necessità di un'inversione di tendenza. Occorre, pertanto, intervenire su una materia, che sta davvero a cuore a molti italiani, che siano o meno consumatori di sostanze stupefacenti, e che ci coinvolge e ci vede coinvolti come società più in generale.
(Iniziative normative per assicurare la libertà di espressione del pensiero attraverso strumenti telematici nel rispetto dei diritti dei terzi - n. 3-01228)
PRESIDENTE. Il deputato Crapolicchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01228, concernente iniziative normative per assicurare la libertà di espressione del pensiero attraverso strumenti telematici nel rispetto dei diritti dei terzi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
SILVIO CRAPOLICCHIO. Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli deputati, l'interrogazione in esame ha per oggetto la responsabilità imputata ad un blogger nella cosiddetta diffamazione on line. In ordine a tale tematica, il tribunale di Aosta ha condannato un blogger per omesso controllo, alla stessa stregua di un direttore responsabile di una testata giornalistica.
È noto al sottoscritto interrogante il commento del signor Ministro Gentiloni alla sentenza in questione, che ritengo utile in questa sede richiamare: «Capisco l'allarme sociale creato dalla presenza nella rete di contenuti violenti, illegali, pericolosi per i minori, ma non capisco come questo possa tradursi nella tentazione di controllare o filtrare la rete. Non è possibile imporre blocchi o filtri centralizzati - sarebbe politicamente sbagliato, oltre ad essere tecnicamente assai poco praticabile - né equiparare i gestori dei blog ai responsabili delle testate giornalistiche».
Ciò premesso, chiedo al Governo se intenda adottare iniziative di carattere legislativo che colmino il vuoto normativo, trovando il giusto punto di incontro per regolamentare i nuovi mezzi di comunicazione derivanti da Internet, ivi comprese le relative responsabilità.
PRESIDENTE. Il Ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.
Pag. 51
PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni. Signor Presidente, confermo le valutazioni che l'onorevole interrogante richiamava circa la sentenza del tribunale di Aosta; le suddette valutazioni esprimono alcune riserve, perché non vi è dubbio che estendere ai siti Internet o ai blog le regole che prevedono una responsabilità per omesso controllo per i direttori dei giornali, quindi le regole della legge sulla stampa, rappresenta un'estensione, che si rivela piuttosto complicata ad attuarsi. Il Governo, pertanto, nella sua azione non si ispirerà ad una simile impostazione, convinto che le caratteristiche stesse della comunicazione telematica su Internet, la contemporaneità, la velocità, il numero dei commenti che vengono ospitati consentono molto difficilmente quel controllo, che è tipico della carta stampata.
Vi sono alcuni aspetti che le iniziative di legge del Governo affronteranno; mi riferisco, in particolare, alla legge sull'editoria, che il Consiglio dei Ministri ha varato in prima lettura e che si accinge ad approvare sotto forma di disegno di legge dopo il passaggio alla Conferenza Stato-Regioni. Tale testo prevede di estendere la responsabilità per i reati di diffamazione anche ai titolari di testate a livello elettronico, ma soltanto quando si tratti di quotidiani o di periodici on line, quindi non già di un sito o di un blog genericamente inteso, ma un giornale, che viene pubblicato, piuttosto che con la carta stampata, on line e che giustamente può comportare per il direttore e per chi dirige la stessa responsabilità per l'omesso controllo di una normale testata su carta stampata.
La linea del Governo si ispira naturalmente a contemperare due diverse esigenze: da una parte mantenere il grado di libertà di uno strumento come la rete, dall'altro evitare che tale libertà colpisca diritti di altri. In questo senso vorrei precisare che va considerata comunque sanzionabile la condotta di autori diretti di scritti che provochino diffamazioni, non dei responsabili dei siti.
Va precisato che i responsabili dei siti devono comunque collaborare con le autorità di polizia e con gli inquirenti per colpire i reati più gravi (penso, ad esempio, ai reati di pedofilia), come previsto dal decreto approvato dal Governo all'inizio di gennaio. Tuttavia, la possibilità di assoggettarli alle stesse regole tipiche della legge sulla stampa, per omesso controllo, non ci sembra appropriata.
PRESIDENTE. Il deputato Crapolicchio ha facoltà di replicare.
SILVIO CRAPOLICCHIO. Ringrazio il signor Ministro; prendo atto della sua positiva risposta e la recepisco come un auspicio. Credo sia prioritario intervenire a livello normativo sul concetto di blog e sulle relative responsabilità del blogger.
Tuttavia, credo non sia opportuno equiparare la figura del blogger a quella di un direttore responsabile di una testata giornalistica, quindi estendere al blogger le responsabilità e le sanzioni della legge sulla stampa del 1948. Va da sé che all'epoca il legislatore non poteva prevedere la comunicazione telematica. Credo che sia fondamentale, dal punto di vista giuridico, evidenziare le differenze tra una testata giornalistica ed un blog, tra un blogger ed un direttore responsabile.
Nel contempo ritengo che prevedere una responsabilità oggettiva di un blogger non sia pertinente, stante la natura e le modalità con cui vengono posti in essere questi nuovi mezzi di comunicazione derivanti da Internet.
Contestualmente, ritengo doveroso intervenire per evitare la presenza nella rete di contenuti violenti, illegali e pericolosi, anche e soprattutto per i minori, che possono agevolmente accedere alla rete telematica.
Del resto, la rilevanza dello strumento del blog è dimostrata anche recentemente in ordine ai sottesi positivi fenomeni sociali. Pertanto, spero che quanto prima sia posto in essere un giusto punto di incontro, direi un giusto punto di equilibrio, fra il diritto di ciascuno ad esprimere il proprio pensiero e la necessità di sanzionarePag. 52chi utilizza quella libertà per offendere gli altri, evitando di stabilire una presunta responsabilità oggettiva per l'attività di un blogger, relativamente ad un omesso controllo (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
(Rivendicazioni dei lavoratori del trasporto pubblico di Milano e provincia - n. 3-01229)
PRESIDENTE. Il deputato Camillo Piazza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01229, concernente rivendicazioni dei lavoratori del trasporto pubblico di Milano e provincia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
CAMILLO PIAZZA. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione presentata vuol porre l'attenzione su un problema che, soprattutto nelle aree metropolitane del nord, rappresenta un aspetto di grande rilevanza pubblica: mi riferisco al problema della mobilità urbana e alla gestione del trasporto pubblico locale.
In questi mesi a Milano si è parlato molto e discusso sull'inquinamento atmosferico. Il sindaco ha persino proposto il ticket ed altre misure. Quello che invece sta accadendo è che aumenta il costo del biglietto extraurbano, mentre si stanno privatizzando tutte le società che gestivano il trasporto pubblico, soprattutto fuori dalla città di Milano, con il rischio di peggiorare il servizio e di creare un esubero di personale.
Per questi motivi il 13 settembre si è svolto uno sciopero generale di ventiquattr'ore di tutti i dipendenti della ATM. Chiedo, pertanto, al Governo cosa intenda fare per rispondere alle rivendicazioni dei lavoratori, in particolare di coloro i quali lavorano nella nuova provincia di Monza.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Presidente, onorevole Piazza, la ringrazio e rispondo volentieri alla questione da lei sollecitata, relativa ai lavoratori del settore del trasporto pubblico di Milano. Vorrei illustrarle le notizie che ho acquisito presso gli uffici competenti della regione Lombardia, del comune e della provincia di Milano.
Al riguardo ricordo che, oltre alle residuali competenze del Ministero dei trasporti e posto il carattere locale dei trasporti in questione, la materia è rimessa alle regioni. Ricade nella competenza concorrente dello Stato e delle regioni unicamente la problematica di carattere generale. Ne consegue che interventi strutturali del settore vanno concordati tra dette parti.
A tale proposito, vorrei evidenziare che da alcuni mesi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è al lavoro un tavolo interistituzionale, che sta portando all'individuazione di un pacchetto di norme di riforma del settore, unitamente a risorse destinate ad affrontare l'emergenza ormai consolidata da oltre dieci anni.
Pervenendo alla questione oggetto dell'interrogazione a risposta immediata, sulla base delle notizie fornite dagli uffici territoriali sopra richiamati, l'Azienda trasporti milanesi Spa dal gennaio 2007 è strutturata in un gruppo formato da una holding - ATM Spa - e da otto società. Tra esse la più grande è ATM Servizi Spa cui è demandata la gestione dei servizi di trasporto locale, con un numero di dipendenti pari a circa 8.760 unità al 31 dicembre 2006.
Dalle informazioni in mio possesso, all'inizio del 2007, la provincia di Milano ha avviato l'assegnazione dei lotti di linee relative alla procedura di evidenza pubblica concernente il servizio pubblico locale ed i servizi accessori nella provincia di Milano, in attuazione della normativa europea, nazionale e regionale di cosiddetta liberalizzazione del settore (legge della regione Lombardia n. 22 del 1998, recante la riforma del trasporto pubblico locale in Lombardia).
Il capitolo di gara, in conformità alla normativa vigente, ha previsto al riguardoPag. 53l'obbligo per l'impresa affidataria di acquisizione del personale dipendente non dirigente del gestore uscente. In ogni caso, posso aggiungere che il contratto nazionale di lavoro del trasporto pubblico prevede una clausola di salvaguardia per i lavoratori, ai quali, in caso di subentro di altre aziende, vengono garantiti tutti i diritti acquisiti. Attualmente risultano in corso trattative tra ATM e organizzazioni sindacali di categoria in merito all'eventuale assorbimento all'interno dell'azienda del predetto personale.
Posso sicuramente garantire l'attenzione del Ministero che rappresento rispetto alla situazione prospettata e la disponibilità ad intervenire qualora ciò fosse richiesto dalle parti.
PRESIDENTE. Il deputato Camillo Piazza ha facoltà di replicare.
CAMILLO PIAZZA. Signor Presidente, credo che, considerate le competenze attribuite al Governo, possa dichiararmi soddisfatto della risposta del Ministro. Ritengo, però, che uno dei pochi modi per combattere l'inquinamento atmosferico sia quello di avere dei trasporti pubblici efficienti, efficaci e a basso costo. A volte, privatizzare tale servizio significa assecondare le ragioni del privato e del profitto, a discapito della sacrosanta esigenza delle persone, soprattutto giovani e anziani, di usufruire di una mobilità decente.
Nella sola provincia di Milano, su quattro milioni di abitanti, i costi del trasporto privato per accedere ogni giorno alla città di Milano ammontano a circa 10 miliardi di euro all'anno. È un costo che paga la collettività e che sicuramente va ridotto. Uno dei modi per realizzare tale obiettivo è quello di intervenire per finanziare e agevolare il trasporto pubblico. Inoltre, mantenere il trasporto pubblico significa anche garantire il servizio alle persone che abitano fuori dalla città, in paesi piccoli e sperduti.
Riguardo a tale argomento, credo che, se si privatizza senza avere un indirizzo coerente rispetto ai finanziamenti certi per il trasporto e, soprattutto, in considerazione del fatto che il privato persegue uno scopo di lucro, si rischia veramente d'incentivare il trasporto privato, aumentando la cifra, alla quale prima accennavo, di 40 miliardi all'anno che si spende nella sola provincia di Milano.
Spero - e concludo - che il Governo intervenga realmente su tale questione, affinché sul tema del trasporto pubblico, sul quale si gioca veramente la partita complessiva dell'inquinamento atmosferico, vi sia un ragionamento forte per incentivarlo e mantenerlo pubblico, perché il pubblico, come nel caso delle Ferrovie dello Stato, può anche coprire dei servizi che, per ovvie ragioni, non rispondono all'interesse del privato (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Carenze di organico nell'ambito del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e iniziative a favore dei vigili del fuoco precari - n. 3-01230)
PRESIDENTE. Il deputato Morrone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01230, concernente carenze di organico nell'ambito del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e iniziative a favore dei vigili del fuoco precari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
GIUSEPPE MORRONE. Signor Presidente, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco soffre da anni di gravi carenze nell'organico, stimate ad oggi dallo stesso Ministro dell'interno in alcune migliaia di unità. Come è noto, tali carenze rischiano di compromettere l'efficienza del servizio, minando le esigenze di tutela dell'incolumità pubblica, della sicurezza e della difesa del patrimonio boschivo.
Le deficienze di organico sono state sopperite negli ultimi anni facendo ricorso, sempre più di frequente, ai vigili del fuoco «discontinui», che hanno ormai acquisito una preparazione sempre più specifica e professionale.
Il Ministero dell'interno ha bandito una procedura selettiva per la copertura diPag. 54posti nei vigili del fuoco, stabilendo, però, come requisito per la partecipazione l'età non superiore ai 37 anni, impedendo, di fatto, a queste migliaia di «discontinui», che prestano da tempo servizio nei vigili come precari, di consolidare la propria posizione lavorativa.
Si chiede di sapere quali iniziative il Ministro interrogato voglia intraprendere affinché sia elevato il limite di età per la partecipazione alla procedura indetta dal Ministero dell'interno...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE MORRONE. ...al fine - concludo Presidente - di consentire anche a migliaia di lavoratori che hanno superato tale soglia di età di partecipare alla procedura suddetta.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, il collega interrogante giustamente segnala carenze di uomini nel Corpo dei vigili del fuoco, ed ha presente la legislazione che abbiamo cominciato ad attuare e che proprio a partire dalla legge finanziaria per il 2007 cerca di sopperire, almeno in parte, a tali carenze. Abbiamo, da una parte, l'assunzione immediata di 600 vigili del fuoco a decorrere dal 1o luglio 2007, assunzione che è già avvenuta (gli interessati stanno frequentando i corsi), e, dall'altra, il percorso di stabilizzazione dei precari, disegnato in via generale dalla legge finanziaria per il 2007, all'interno del quale, con decreto da me firmato in data 30 luglio, si è ritagliato lo spazio per la stabilizzazione anche dei vigili del fuoco.
La legge 10 agosto 2000, n. 246, prevede che, ai fini dell'ingresso nel Corpo dei vigili del fuoco, operi il limite di 37 anni. Dobbiamo considerare che è in crescita l'età del personale pubblico, da tempo ristretto entro i limiti del blocco del turn over; inoltre, rispettare le leggi esistenti, che prevedono limiti di età almeno a 37 anni, permette, quando assumiamo, di ringiovanire soprattutto corpi come questi che, non diversamente dai corpi di polizia, necessitano di personale più giovane.
L'interrogante sa, indiscutibilmente, che la norma cui si riferisce riguarda l'ingresso negli elenchi dei volontari dei vigili del fuoco, e per entrare in tali elenchi si prevede che l'età possa essere fino a 45 anni. Tuttavia, chiunque accede all'elenco avendo superato i 37 anni sa perfettamente che lo fa per svolgere un'attività di volontariato - e tanti meritoriamente la svolgono - e non per essere assunto. Francamente, se posso esprimere un'opinione, trasformare tutto il volontariato di cui, fortunatamente, ci vogliamo e ci possiamo avvalere in Italia in un qualcosa di propedeutico all'assunzione credo che sia profondamente sbagliato.
PRESIDENTE. Il deputato Morrone ha facoltà di replicare per due minuti.
GIUSEPPE MORRONE. Signor Ministro, non sono molto soddisfatto della sua risposta. Lei ha illustrato perfettamente la legge, che conosciamo; tuttavia, il problema è che utilizziamo da moltissimi anni i vigili discontinui. Non si risolve il precariato con l'entrata di queste persone: esse magari restano per 10, 15, 20 anni nelle squadre discontinue lavorando due, tre, a volte anche quattro mesi all'anno, quando allo Stato occorre la loro opera. Utilizzarli come discontinui, far sì che si superino i 37 anni e, successivamente, non permettere che possano partecipare ai concorsi, a mio avviso, è eccessivo.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Ma sono volontari, non precari!
GIUSEPPE MORRONE. Quindi, è chiaro che è necessario modificare la legge (ecco perché mi riferivo ad iniziative al riguardo) Non possiamo consentire che sia tolto anche ai precari il sogno di poter continuare a lavorare e di stabilizzarsi. Poiché alla base del nostro programma di Governo, signor Ministro, vi era l'eliminazione del precariato - nei limiti del possibile,Pag. 55ovviamente - le chiedo formalmente di porre rimedio al problema, modificando con un'apposita iniziativa legislativa l'attuale disciplina, per consentire a coloro che già sono discontinui nella pubblica amministrazione - in questo caso nei vigili del fuoco - di accedere a questo concorso.
Non mi ritengo, quindi, soddisfatto, e spero che lei faccia il possibile per porre rimedio a questo stato di cose.
(Presenza di minori non accompagnati presso i centri di permanenza temporanea - n. 3-01231)
PRESIDENTE. La deputata Duranti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01231, concernente la presenza di minori non accompagnati presso i centri di permanenza temporanea (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, nel pomeriggio del 30 luglio 2007, dopo aver appreso dagli organi di stampa che, nella serata di domenica 29 luglio 2007, un gruppo di cittadini stranieri, trattenuti all'interno del centro di permanenza temporanea di Bari San Paolo, aveva tentato la fuga, mi sono recata presso questo centro per verificare le condizioni dei cittadini stranieri trattenuti e quelle generali all'interno del centro stesso. Per la verità, sarei voluta entrare - ne ho fatto esplicita richiesta al prefetto di Bari - accompagnata da una troupe televisiva. In quell'occasione, però, l'autorizzazione mi è stata negata, nonostante sia previsto l'ingresso della stampa all'interno dei CPT. Sono venuta a conoscenza, inoltre, che una parte di quei cittadini stranieri si era fatta ricoverare presso il centro di Bari Palese, che doveva essere chiuso.
PRESIDENTE. Deputata Duranti, deve concludere, per cortesia.
DONATELLA DURANTI. In ogni caso, la mia interrogazione riguarda la presenza di un minore non accompagnato all'interno di quel centro. Chiedo al Ministro, quindi, poiché la legge non lo prevede, se sia a conoscenza del fatto che vi sono minorenni non accompagnati...
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, mi sono informato sulla questione, ma i miei dati sono diversi. Parto dalla stessa premessa dell'interrogante. Aggiungo che, come ho riferito all'onorevole De Zulueta nello scorso luglio, ho impartito ai prefetti ed ai questori una direttiva precisa (che in questo caso è stata rispettata) secondo la quale, in caso di dubbio sull'età di qualcuno che accampa di essere un minore, bisogna comportarsi come se lo fosse (in dubio pro minore, in qualche modo). Sappiamo che i modi per l'accertamento dell'età di queste persone lasciano spesso dubbi: con riferimento alla famosa questione della circonferenza del polso, infatti, a volte vi sono maggiorenni con polso piccolo, altre volte minorenni con polso largo.
Questo ragazzo ha dichiarato di essere nato in Iraq il 20 luglio 1992 e, dopo aver sentito i mediatori culturali ed esaminato gli specifici esami radiografici, il centro di Lampedusa ha attestato che si tratta di un cittadino egiziano, di età ossea corrispondente ad un'età anagrafica superiore ai 18 anni. Il 26 giugno c'è stata la convalida del decreto di trattenimento presso il CPT e, in udienza, il ragazzo non ha fatto alcun riferimento alla propria minore età. Dopo gli incidenti da lei citati, è stato ricoverato in ospedale e sottoposto ad ulteriori accertamenti presso l'istituto di medicina legale di Bari, che ne ha confermato la maggiore età. Da ultimo, il ragazzo ha presentato domanda di asilo politico: se non sbaglio, proprio domani ci sarà l'audizione da parte della competente commissione territoriale per i rifugiati. La storia del giovane è questa.
Ribadisco - credo che non possa essere revocato in dubbio - quanto l'amministrazione dell'interno sia impegnata per evitare trattamenti dei migranti minorenniPag. 56contrari alle leggi vigenti e alle loro esigenze. Soltanto quando un minore irregolare arriva insieme alla sua famiglia, inizialmente viene trattenuto nello stesso luogo in cui è trattenuta la famiglia; probabilmente, sarebbe peggio separarli.
Posso assicurare che la direttiva mia e del Ministero coincide con le giuste aspettative dell'intero...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Nel caso di specie, si trattava, a quanto ho appreso, di un maggiorenne.
PRESIDENTE. La deputata Duranti ha facoltà di replicare, per due minuti.
DONATELLA DURANTI. Ringrazio il Ministro dell'interno, anche per aver ricordato la circolare che prevede garanzie a tutela dei minori. In ogni caso, desidero sottolineare che nel referto medico-legale del 3 agosto 2007 che riguarda questo ragazzo, Talal Hussein, che continua a dichiararsi minorenne e che risulta minorenne anche negli atti dell'ospedale in cui è stato ricoverato, si fa presente che, per una più accurata definizione dell'età scheletrica e dentaria, potrà effettuarsi esame OPT, quando le condizioni cliniche del paziente lo consentiranno. Nonostante questo esame non sia stato effettuato, è rimasto fino ad oggi all'interno del CPT, senza che nessuno ne accertasse in maniera definitiva l'età. In ogni caso, desidero ricordare che istituti di pediatria europei considerano questo tipo di accertamenti non scientificamente validi e la circolare prevede - il Ministro lo ha ricordato - che, quando vi è un dubbio, bisogna presumere la minore età.
I manuali cui fanno riferimento questi accertamenti clinici adottano un atlante che risale agli anni Trenta, che riguarda la popolazione degli Stati Uniti d'America e che prevede un margine di errore di due anni. Pertanto, ritengo che la circolare vada rispettata, che occorra presumere la minore età, quando non ci sono certezze, e che i dubbi lasciati da questo tipo di accertamenti purtroppo sono notevoli. Non si può definire esattamente l'età della persona, perché il margine di errore è di due anni.
PRESIDENTE. Deve concludere, per cortesia.
DONATELLA DURANTI. Quindi, credo che questo ragazzo sia stato trattenuto illegittimamente fino adesso all'interno del CPT, e chiedo al Governo e al Ministro dell'interno di fare in modo che questa circolare sia maggiormente rispettata e che si presuma la minore età, perché gli accertamenti non sono efficaci (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
(Linee guida del Governo in materia di sicurezza - n. 3-01232)
PRESIDENTE. Il deputato Bosi ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Volontè n. 3-01232, concernente linee guida del Governo in materia di sicurezza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), di cui è cofirmatario.
FRANCESCO BOSI. Signor Ministro Amato, ella ha reso una pubblica dichiarazione, che sembrava il preannuncio di dimissioni, relativa all'assoluta carenza di mezzi e di risorse, a cominciare dai Vigili del fuoco, dalla Polizia e dai Carabinieri, che infatti versano in situazioni drammatiche. È evidente che gli operatori della sicurezza, che noi consideriamo un bene primario, non possono garantirla. La percezione di insicurezza dei cittadini, infatti, è giunta ai massimi livelli storici. Occorre che gli operatori addetti vengano sufficientemente supportati. Nell'affermare la volontà del gruppo dell'UDC di considerare primario e, quindi, priorità assoluta il bene sicurezza...
PRESIDENTE. Deve concludere.
Pag. 57FRANCESCO BOSI. ...domando se il Governo ha valutato in termini di costi quanto l'assenza di sicurezza...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Rispondo a lei, onorevole Bosi, ma non so se poi replicherà sulla base di un'interrogazione che era in parte diversa e nella quale - mi sia consentita una breve osservazione - come se fossi io personalmente le forze dell'ordine, si dava quasi l'impressione che le forze dell'ordine siano state oziando negli scorsi mesi, e magari filosofeggiando in qualche palazzo, mentre ciò non è vero, per opera loro e non certo mia. A volte dobbiamo essere attenti, quando critichiamo qualcuno, perché finiamo, non volendo, per criticare qualcun altro e per alienarcelo.
Non vorrei che l'onorevole Volontè si alienasse le forze di polizia, lo dico amichevolmente.
LUCA VOLONTÈ. Ma lei risponda, signor Ministro.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Le scoperte delle cellule fondamentaliste di Perugia, la scoperta di brigatisti - che non era mai avvenuta, in Italia, prima che commettessero l'attentato: li abbiamo sempre catturati dopo, questa volta invece prima -, l'operazione «Gotha», che ci permise di smantellare una buona parte dei vertici di Cosa nostra, i 32 fermati della 'ndrangheta di San Luca, l'operazione «Itaro», che solo negli ultimi due mesi ha portato all'arresto di oltre 250 rumeni, il raddoppio dei controlli, rispetto al livello che avevamo trovato, per le stragi del sabato sera sono solo alcuni dei fatti accaduti, e altri ne potrei citare, se avessi più tempo.
Sono orgoglioso del lavoro che hanno svolto le forze dell'ordine in questi mesi per contrastare il crimine, che certo continua ad esistere e a rappresentare un serio problema, ma le forze dell'ordine lo hanno fronteggiato in un modo e con un'efficacia di cui dovremmo essere tutti soddisfatti. Si può fare di più, con più mezzi, e si può fare di più - permettetemi di insistere su questo punto - con una maggiore sintonia tra il lavoro di indagine e di primo fermo o arresto e le norme che riguardano l'esecuzione della pena, che troppo spesso rendono tale pena non certa come dovrebbe essere.
Citavo la questione di San Luca: colui che oggi è perseguito in tutta Europa come il possibile autore della strage di Duisburg, dopo un conflitto a fuoco con la polizia il 26 dicembre dello scorso anno venne processato, patteggiò la pena di un anno e sei mesi, scontò tre mesi...
PRESIDENTE. Signor Ministro, deve concludere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. ...uscì dalla galera e iniziò a preparare la vendetta che gli era stata impedita.
Occupiamoci anche di questi problemi e affidiamoci con fiducia alle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di replicare per due minuti.
LUCA VOLONTÈ. Signor Ministro, il fatto che lei non abbia potuto concludere dimostra che quando noi, dal mese di maggio - è qui presente il Presidente della Camera - abbiamo chiesto che lei venisse a renderci un'informativa completa, non lo abbiamo fatto, come lei probabilmente ha temuto, per sollevare qualche polemica, ma per approfondire con lei il tema che ha trattato (che non investe tutta l'interrogazione: investe una parte dell'interrogazione, significativa, forse, ma non tutta).
Infatti, l'interrogazione cita alcune sue dichiarazioni - talune delle quali abbiamo condiviso, altre meno: potremmo riportare le date precise delle dichiarazioni stesse, come di quelle di molti suoi colleghi - chiedendo se esse siano confermate dagli altri Ministri. In particolare, mi riferiscoPag. 58alle sue preoccupazioni sulla «tolleranza zero» e sulle risorse a favore delle forze di polizia (che non abbiamo mai criticato, e non ci siamo neanche permessi, come ha fatto lei, di minacciare qualcuno dicendo di fare attenzione a criticare taluno o talaltro perché altrimenti ci si alienano le simpatie: le forze di polizia hanno svolto il loro dovere nel nostro Paese, e per fortuna, come lei sa; l'ho detto più di una volta).
Il problema non è questo, ma è di capire se, sull'immigrazione, ciò che lei ha affermato è in contrasto o meno con quanto ha affermato il Ministro Ferrero; se è vero o meno che la legge Bossi-Fini ha fatto crescere l'illegalità oppure è vero il contrario, come ha affermato il Ministro Mastella il 1o agosto; se è vero o meno, come dice il Ministro Bindi, commentando le sue dichiarazioni sulla «tolleranza zero», che lei stesso è in contrasto con la linea politica del Governo: questo si chiedono gli italiani!
Come lei sa meglio di me, dal mese di marzo di quest'anno al primo posto dei temi di incertezza del Paese vi è la sicurezza, e ciò non per colpa dell'opposizione. Forse lei dirà che non è colpa sua, e certamente non è colpa delle forze di polizia, ma ci sono sempre meno soldi, e la legge finanziaria non l'ha votata l'opposizione; ci chiediamo se le sue buone intenzioni - alle quali credo, in buona fede, anche se sono forse meno abituato a considerare tutte le sue dichiarazioni in buona fede, me lo consenta - siano confermate dai fatti, o se i suoi colleghi Ministri sostengano esattamente il contrario.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
LUCA VOLONTÈ. La riprova è la manifestazione del Ministro Ferrero, che incita gli extracomunitari clandestini a venire in piazza a protestare contro il Governo.
PRESIDENTE. Mi dovete scusare ma i tempi sono implacabili e non dipendono dalla mia volontà soggettiva.
(Orientamenti del Governo sulla abolizione della tassa di concessione governativa sui contratti di abbonamento di telefonia mobile - n. 3-01233)
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Leone n. 3-01233, concernente orientamenti del Governo sulla abolizione della tassa di concessione governativa sui contratti di abbonamento di telefonia mobile (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, signor Ministro, nel decreto Bersani sulle cosiddette liberalizzazioni è stato abolito d'imperio il costo di ricarica sui telefonini. Una misura tanto popolare quanto discutibile, tant'è che gli effetti sono consistiti in un aumento delle tariffe. L'autorità antitrust e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avevano dichiarato che prima di intervenire sui costi di ricarica sarebbe stato necessario abolire la tassa di concessione governativa sugli abbonamenti così rendendo uniforme la normativa sull'uso dei telefonini con quella prevalente nel resto d'Europa. Noi abbiamo presentato alla Camera in sede di votazione del decreto Bersani un ordine del giorno (un altro è stato presentato dal collega Lulli) approvato a grandissima maggioranza dall'Assemblea in cui impegnavamo il Governo ad intervenire, come è necessario, su una tassa del tutto ingiustificata e pericolosa quale è quella di concessione governativa sull'uso dei telefonini.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Concludo, signor Presidente.
La nostra richiesta consiste nel sapere dal Governo come intenda dare seguito all'impegno posto con l'ordine del giorno approvato dalla Camera.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali,Pag. 59Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, è vero che il Governo, nel corso dell'esame, cui lei faceva riferimento, presso la Camera dei deputati per la conversione in legge del decreto-legge n. 7 del 2007, si è impegnato ad adottare iniziative normative per l'eliminazione della tassa di concessione governativa che grava su contratti di abbonamento di telefonia mobile; è vero che lo scopo è realizzare un maggior grado di concorrenza tentando di bilanciare il peso delle utenze con abbonamento rispetto a quelle che si avvalgono della SIM card, ma naturalmente questo obiettivo sarà più facilmente raggiungibile se anche le tariffe praticate dai gestori della telefonia mobile saranno più favorevoli: altrimenti, l'utente - specialmente i giovani, le famiglie o i piccoli utenti - continueranno a preferire la ricarica in relazione alle proprie possibilità, escludendo in ogni caso l'ipotesi dell'abbonamento.
Rispetto, invece, agli effetti prodotti dall'abolizione del contributo di ricarica su cui lei interveniva, faccio presente che i dati ufficiali dell'Istat indicano una riduzione dei prezzi della telefonia mobile nell'ordine del 14 per cento. Il consumatore obiettivamente ora ha offerte più convenienti nel momento della scelta tariffaria e in ogni caso l'amministrazione competente ha provveduto a trasmettere tempestivamente nell'ambito della sua attività di monitoraggio alla Autorità per le garanzie nelle comunicazioni le segnalazioni che sono pervenute dai consumatori relativamente alle modifiche unilaterali di piani tariffari o di singole voci di costo da parte di alcuni operatori.
Il Governo in ogni caso conferma la valutazione e gli impegni assunti con riferimento alla soppressione della tassa di concessione governativa. Per quanto riguarda l'attuazione di tale impegno già con la legge finanziaria per il 2008, gli interroganti sanno che essa è in corso di definizione e che dovranno essere valutate le implicazioni finanziarie dell'auspicata abolizione e gli effetti in termini economici e di politica industriale. Quindi il Governo conferma l'impegno, ma allo stato io non sono in grado di dire se ciò avverrà già con la prossima legge finanziaria o con un altro intervento in quanto dovrà essere presa, al riguardo, una decisione collegiale.
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di replicare.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, sono insoddisfatto della risposta del Ministro Chiti malgrado ci abbia spiegato che la nostra proposta è ragionevole ed è la misura che occorre in questo settore.
Le tariffe, signor Ministro, sono aumentate, come testimoniano tutte le offerte degli operatori; bisogna, inoltre, tenere presente un'aggravante: tale misura ha colpito le società più piccole, quelle che cercano di fare concorrenza ai due grandi operatori che detengono l'80 per cento del mercato, quindi è una misura che ha avuto effetti contro la concorrenza.
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni hanno spiegato che è a causa della tassa di concessione governativa che le persone scelgono la ricarica e quindi si sottopongono ai costi o alle maggiori tariffe.
La tassa di concessione governativa è un balzello antistorico, introdotto quando qualcuno pensava che la telefonia mobile (il cellulare) fosse un bene di lusso.
Sono insoddisfatto soprattutto - signor Ministro - perché lei afferma che abbiamo ragione, che la tassa va cancellata, ma, come sempre per quanto riguarda le vostre liberalizzazione, voi fate interventi d'imperio di stampo chaveziano sulle imprese, ma vi fermate sulla porta di casa.
Se vogliamo favorire i consumatori facciamo noi, come Stato, il primo passo, quindi aboliamo la tassa di concessione, che non ha alcuna giustificazione.
Facciamolo subito! Facciamolo nella prossima legge finanziaria!
Concludo il mio intervento con una digressione: così come per i mutui - oggiPag. 60vi è il problema del caro-mutui - siete intervenuti d'imperio sui contratti di mutuo e non avete ridotto, come chiedevamo, le tasse che gravano sulle persone che chiedono un mutuo per pagare la prima casa.
Quindi l'invito e l'insoddisfazione nasce dal fatto che, in questa sede ed ora, si può decidere e il Governo può decidere nella prossima legge finanziaria, di abolire questa tassa...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ... le risorse ci sono - concludo signor Presidente - e sarebbe un modo molto utile e intelligente, a favore di tutti gli italiani, di usare i famosi «tesoretti» (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
(Orientamenti del Governo in materia di riforma della dirigenza statale - n. 3-01234)
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01234, concernente orientamenti del Governo in materia di riforma della dirigenza statale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14), di cui è cofirmatario.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, la stampa nei giorni scorsi ha pubblicato la notizia che è in animo del Governo predisporre un disegno di legge delega per il riordino del sistema dei dirigenti dello Stato, sia di prima sia di seconda fascia.
In particolare con questo disegno di legge delega si vuole modificare il decreto legislativo n. 165 del 2001, che riguarda, nello specifico, il trattamento giuridico ed economico dei dirigenti dello Stato. Alleanza Nazionale da sempre è attenta ai problemi della dirigenza statale e in una serie di interventi, sia di ordine normativo sia attraverso il sindacato ispettivo, ha posto l'attenzione su particolari questioni. Mi riferisco al problema della ripubblicizzazione del rapporto dei dirigenti dello Stato e all'esperimento di procedure concorsuali per...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO LEO. ...quindi la richiesta che il gruppo di Alleanza Nazionale le rivolge è di far conoscere lo stato dell'arte, in particolare per quanto riguarda la soppressione dell'articolo 19, comma 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, direi anzitutto agli onorevoli interroganti che con molte delle considerazioni e delle valutazioni espresse nell'atto di sindacato ispettivo il Governo si trova in sintonia.
L'aspetto, invece, su cui vi è una minore convinzione riguarda il ridimensionamento del ruolo della contrattazione collettiva - la questione che lei poneva da ultimo - che deve essere, a nostro giudizio, approfondito perché la cosiddetta ripubblicizzazione della dirigenza suscita perplessità sotto il profilo della distinzione tra politica e amministrazione, anche per il raggiungimento di una maggiore efficienza nell'azione amministrativa.
Quanto agli altri punti invece - li citerò brevemente - abbiamo intenzione di valorizzare l'attività del personale interno alle pubbliche amministrazioni, come è stabilito nei protocolli d'intesa siglati con le organizzazioni sindacali.
È vero che è necessaria la riforma del decreto legislativo n. 165 del 2001, sia per risolvere i notevoli problemi di ordine interpretativo sorti in fase di attuazione, sia per adeguare la disciplina ai principi posti da recenti decisioni della Corte costituzionale.
Tra i criteri che vogliamo seguire per la riforma vi è l'obiettivo di ridurre le ipotesi di affidamento di funzioni dirigenziali aPag. 61soggetti non appartenenti a ruoli delle amministrazioni interessate, riconducendo la previsione normativa al suo scopo originario, quello di circoscrivere questa possibilità ai soli casi in cui essa si renda necessaria per l'acquisizione di specifiche competenze professionali, che non sia possibile reperire nell'ambito della dirigenza di ruolo.
Vogliamo che le conferme e le revoche negli incarichi siano fondate esclusivamente sulle attitudini e sulle competenze professionali dei dirigenti e siano collegate agli esiti delle valutazioni annuali, escludendo in ogni caso forme di rimozione automatiche e prive di motivazione, in primo luogo per i dirigenti preposti ad attività di amministrazione e di gestione.
Vogliamo introdurre elementi di unitarietà con riferimento alla formazione e all'organizzazione della dirigenza, alla crescita professionale e alle modalità di reclutamento, agevolando la mobilità dei dirigenti tra diverse amministrazioni. Intendiamo perfezionare la distinzione tra responsabilità di indirizzo politico-amministrativo e responsabilità di direzione delle amministrazioni pubbliche, garantendo ai dirigenti un'autonomia operativa reale rispetto al potere politico, in particolare eliminando residui strumenti di intervento degli organi di Governo su gli atti di competenza dei dirigenti. Potrei continuare, ma il tempo non lo permette.
In conclusione dall'analisi di questi principi, che ho ripercorso sommariamente e ai quali il Governo intende ispirarsi per riformare la normativa sul pubblico impiego, risulta con evidenza come gli stessi siano in buona parte affini a quelli evidenziati dagli interroganti.
Per tali motivi, analogamente a quanto affermato nell'interrogazione, anche il Governo ritiene che sia non solo giusto - al riguardo, non vi è dubbio alcuno - ma anche possibile procedere alla riforma con un consenso cercato sia nella maggioranza sia nell'opposizione.
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di replicare per due minuti.
MAURIZIO LEO. Ringrazio il Ministro Chiti e prendo atto di questo ravvedimento operoso del Governo rispetto alla riforma Bassanini, che ha portato tanti guasti nel sistema della dirigenza statale.
Mi compiaccio del fatto che si proceda in una certa misura verso una valorizzazione del ruolo del dirigente dello Stato, in particolare di quanti già operino all'interno delle pubbliche amministrazioni. Forse sarebbe stato possibile intervenire in tal senso già da tempo, perché ci sono professionalità e competenze nell'ambito della pubblica amministrazione che devono essere valorizzate. Invito il Ministro Chiti a soffermarsi anche su un altro tema, che a mio modo di vedere è importante: le consulenze esterne. Spesso si fa ricorso a consulenti esterni quando personale delle amministrazioni potrebbe svolgere ruoli e compiti con molta competenza e capacità.
Un ultimo tema, cui si è già fatto cenno, è il seguente. Raccomandiamo la soppressione dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, la norma che prevede la possibilità del reclutamento esterno. Il Ministro Chiti ha confermato la sussistenza di personale, che può adeguatamente svolgere il ruolo di dirigente di prima e di seconda fascia. Avvaliamoci di tali dipendenti dell'amministrazione.
Per quanto riguarda la disponibilità di Alleanza Nazionale a intavolare un serio e proficuo dibattito bipartisan per risolvere i problemi, dichiaro la piena disponibilità da parte del nostro partito (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,45 con l'esame degli ordini del giorno riferiti al progetto di bilancio interno.
Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,35 è ripresa alle 17.
Pag. 62