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Si riprende la discussione (ore 10,07).
(Ripresa esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 4)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - Doc. VIII, n. 4, sezione 1).
Avverto che l'ordine del giorno Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/101 è stato ritirato dal presentatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carta. Ne ha facoltà.
GIORGIO CARTA. Signor Presidente, il mio intervento verterà sul complesso degli ordini del giorno. Ho ascoltato e ho letto la relazione dei questori sul bilancio interno, che ho trovato esaustiva sia nelle proposizioni sia nelle risoluzioni finali. Non ho apposto la mia firma, signor Presidente, su alcun ordine del giorno e intendo astenermi su tutti gli strumenti di indirizzo presentati per una motivazione politica, e non perché voglia sindacare il merito delle numerose proposte che sono state avanzate, molte delle quali condivido.
Ritengo, signor Presidente, che la dignità di questa Camera vada, per una volta, salvaguardata, e non mi sembra che le modalità con cui si tende a salvaguardarla siano le più idonee. In questo momento, in cui il Parlamento è preso «sotto schiaffo», si vuole indulgere a forme di populismo, avanzando delle proposte che credono di sanare il problema dei costi della politica.
Ritengo che il malessere che esiste nel Paese - ed è molto grande - non si combatta in questo modo. Credo, signor Presidente, che la politica abbia il dovere morale e politico di dare risposte alle esigenze della collettività...
PRESIDENTE. La prego, prosegua. Capita a tutti di parlare in queste condizioni.
GIORGIO CARTA. Lo capisco, signor Presidente, ma il brusio dà fastidio...
PRESIDENTE. La prego, prosegua il suo intervento.
GIORGIO CARTA. Non pretendo maggiore attenzione degli altri, signor Presidente, ma di essere messo in grado di parlare e di argomentare.
Come dicevo, il Paese dimostra una certa insofferenza alla politica, che viene tradotta, ultimamente, in manifestazioni che superano la normale protesta. Il Paese è stanco, perché la politica non risponde ai suoi bisogni: non risponde alle esigenze di sicurezza, di equità sociale, di riforme che riguardano il sistema istituzionale e, pertanto, si protesta. La protesta si manifesta in diverse forme. Esiste, signor Presidente, il giornalismo di inchiesta (e ben venga), esiste il giornalismo che orienta, esistono le grandi firme, ma esistono anche i «pennivendoli», che ogni giorno imbrattano i giornali con forme destruenti le istituzioni. Esistono gli intellettuali, esistono gli artisti, che recepiscono con molta sensibilità certe richieste che vengono dal Paese, ma esistono anche i guitti.
Il Parlamento, mentre deve ascoltare gli uni, non può indulgere verso gli altri, e non credo che salvi la propria dignità andando a rincorrere e assumendo atteggiamenti da «segretari dell'opinione corrente». I «segretari dell'opinione corrente» ci sono sempre stati, in tutti i tempi, ma non hanno certo dato risposte adeguate.
Il poeta Ovidio, dicendo all'amico Bullazio «Neptunum procul e terra spectare furentem», lo invitava a guardare dal di sopra, con distacco, al sicuro della terra ferma, il mare tumultuoso delle passioni umane. Questo la politica non se lo può permettere, deve dare risposte adeguate, andando alla radice del problema.
A me dispiace - e lo dico con rammarico - di aver letto, negli ordini del giorno, tante richieste demagogiche e improponibili;Pag. 3credo che, con saggezza, i questori e l'Ufficio di Presidenza abbiano fatto e facciano bene a prendere nella dovuta considerazione solo quelle proposte che, veramente, portano alla ristrutturazione della politica.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIORGIO CARTA. Concludo, signor Presidente. Non mi sento di appartenere ad una casta. Credo di aver lavorato una vita: a 32 anni avevo una laurea e tre specializzazioni che mi hanno dato l'indipendenza di giudizio, che voglio continuare a mantenere in questo Parlamento. Non mi sento una casta...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIORGIO CARTA. Concludo, signor Presidente. Al massimo, per tanti motivi, mi posso sentire casto, e non puro, ma non certo appartenente ad una casta.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per un brevissimo richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 41, in merito alle previsioni regolamentari concernenti l'ordine delle sedute garantito dal Presidente.
Ieri, mentre parlava il collega Leone, ho fatto, come è uso nell'attività parlamentare, alcuni commenti politici «fuori microfono» all'intervento del collega stesso, vicepresidente del gruppo di Forza Italia. Il collega Leone, ad un certo punto, ha affermato: «se gli tappate la bocca posso continuare a parlare». È, quindi, intervenuto il Presidente, dicendo: «per favore, scusate...», e poi Leone ha ripreso a parlare.
Non è accaduto niente di grave, niente di eccezionale, onorevole Presidente, tuttavia ritengo che quando un oratore - chiunque egli sia - pronuncia parole sconvenienti e offensive della dignità di un deputato, la Presidenza debba prestare una maggiore attenzione (non voglio dire che vi sia stata volontarietà, evidentemente nella concitazione del momento può essere sfuggito). La dignità del Parlamento, infatti, va difesa anche con un modo di parlare, in questa sede, che rispetti la dignità umana e le funzioni del parlamentare.
Potrei dire che ho difficoltà a parlare con l'onorevole Leone perché, a mio parere, chi ha votato a favore dell'indulto, specialmente se è di destra, è persona che dovrebbe recitare il mea culpa di fronte alle migliaia di delinquenti che escono dalle carceri, grazie anche a quel voto dell'onorevole Leone, di Forza Italia!
In conclusione, signor Presidente, politicamente si può dire di tutto, ma non si può offendere: chi mostra i muscoli con arroganza vuol dire che è debole, fortemente debole.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Campa n. 9/Doc. VIII, n. 4/1, Pisicchio n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 e Bianco n. 9/Doc. VIII, n. 4/3, accolti come raccomandazione dal Collegio dei questori.
Prendo altresì atto che il deputato Borghesi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7
(Nuova formulazione), accolto come raccomandazione in un'ulteriore riformulazione, che accetta.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Mi scusi, signor Presidente, ma l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 (Nuova formulazione) è stato accettato, se ulteriormente riformulato, non accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. È così, la ringrazio, è stato accettato, se riformulato.Pag. 4
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Franco Russo n. 9/Doc. VIII, n. 4/8, accolto come raccomandazione nei termini indicati dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Franco Russo n. 9/Doc. VIII, n. 4/11, accettato nei termini indicati dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Franco Russo n. 9/Doc. VIII, n. 4/12 e Franco Russo n. 9/Doc. VIII, n. 4/13, accolti come raccomandazione nei termini indicati dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Franco Russo n. 9/Doc. VIII, n. 4/14, accettato, se riformulato, accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Franco Russo n. 9/Doc. VIII, n. 4/15, Franco Russo n. 9/Doc. VIII, n. 4/16, Garavaglia n. 9/Doc. VIII, n. 4/17
(Nuova formulazione) e Garavaglia n. 9/Doc. VIII, n. 4/18, accettati nei termini indicati dal Collegio dei questori.
Prendo atto che il deputato Iannuzzi accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/19, formulato dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Oliva n. 9/Doc. VIII, n. 4/20, accettato dal Collegio dei questori, e D'Elia n. 9/Doc. VIII, n. 4/21, accettato nei termini indicati dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Crosetto n. 9/Doc. VIII, n. 4/23, accettato se riformulato, accettano la riformulazione proposta dal Collegio dei questori e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Crosetto n. 9/Doc. VIII, n. 4/26 (Nuova formulazione), formulato dal Collegio dei questori in quanto già attuato per le parti di competenza.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Crosetto n. 9/Doc. VIII, n. 4/28, accolto come raccomandazione nei termini indicati dal Collegio dei questori, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Crosetto n. 9/Doc. VIII, n. 4/29, accettato se riformulato, accettano la riformulazione proposta dal Collegio dei questori e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Crosetto n. 9/Doc. VIII, n. 4/31, accettato nei termini indicati dal Collegio dei questori, non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Poretti n. 9/Doc. VIII, n. 4/32, se accettano la riformulazione proposta.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, chiedo di parlare brevemente, anche perché i tempi sono contingentati. Mi auguro una particolare attenzione non soltanto da parte delle parlamentari donne ma anche da parte degli uomini. Questo è l'anno delle pari opportunità, e ciò significa fornire l'opportunità anche alle donne che lavorano di poter avere dei figli.
La Camera dei deputati è l'unica istituzione in Europa che non prevede alcun luogo per i bambini, né un asilo nido né altro. L'ordine del giorno in esame - che trae spunto da un appello consegnato al Presidente della Camera e firmato da oltre 130 parlamentari - impegna l'Ufficio di Presidenza a reperire i locali adeguati per far partire il progetto di asilo nido. Ribadisco che in questo momento di antipolitica e di critica ai privilegi si tratterebbe di un progetto senza oneri per la Camera dei deputati, in quanto il servizio sarebbe a pagamento. Cito l'esempio di palazzo Medici Riccardi, sede della provincia di Firenze, museo e sede della prefettura, che è molto più piccolo di questo palazzo (fra l'altro, la Camera dei deputati ha palazzi disseminati in tutta Roma). Ebbene, palazzo Medici Riccardi riesce a far partire il progetto dell'asilo nido senza oneri per la provincia, completamente finanziato dalle rette degli utenti del servizio; si èPag. 5riusciti a trovare lo spazio in un unico palazzo.
È ridicolo trovarci qui a dibattere - dopo anni e anni in cui, in teoria, sono stati tutti d'accordo sul fatto che la Camera debba dotarsi dell'asilo nido - e discutere della riformulazione dell'ordine del giorno in discussione, con il quale si chiede di cogliere l'anno delle pari opportunità e di far partire il progetto. La riformulazione proposta dai questori è relativa, invece, a uno studio di fattibilità, per far sapere, alla fine di novembre, se il progetto è o meno realizzabile: tutto è possibile, se si vuole farlo.
Il Presidente della Camera, Bertinotti, e la Vicepresidente Meloni avevano affermato di voler far partire tale progetto: la risposta c'è già, ora bisogna semplicemente indicare quali debbano essere i locali.
Non accetto pertanto la riformulazione proposta dai Questori; al massimo, se dite che non vi sono i tempi tecnici per avviare il progetto alla fine del 2007, si potrebbe eliminare tale scadenza e sostituirla con l'inciso: «nel tempo più breve possibile». Vorrei, però, che un atto della Camera precisasse che vi è una volontà ed una decisione politica in tal senso, impegnando in tal modo l'istituzione Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Se ho capito bene, la proposta della deputata Poretti è quella di sostituire alla data indicata nella prima formulazione dell'ordine del giorno la formula: «nel tempo più breve possibile». I questori hanno qualcosa da aggiungere in proposito? Prego, questore Galante.
SEVERINO GALANTE, Questore. Signor Presidente, siamo d'accordo. Come l'onorevole Poretti sa, l'obiezione non è al progetto, ma ad una scadenza tassativa fissata per la fine di novembre. È evidente che per quella data nessuna soluzione può essere effettivamente adottata. Pertanto, se la riformulazione è nel senso testé illustrato (potrebbe anche essere: «entro tempi ragionevoli») non vi è alcuna opposizione ad accettare l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Deputata Poretti, accetta la riformulazione così proposta?
DONATELLA PORETTI. Sì signor Presidente, accetto la riformulazione.
TITTI DE SIMONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente con l'ordine del giorno Poretti n. 9/ Doc. VIII, n. 4/32 è stato affrontato un tema anche all'attenzione del Comitato pari opportunità della Camera, e non solo da questa legislatura, per dovere di cronaca; anche nella precedente è stato avviato infatti uno studio, un percorso in ordine a tale problematica. All'interno della Camera, fra le dipendenti, le lavoratrici, sono stati svolti veri e propri sondaggi ed inchieste per valutare l'importanza e il gradimento di tale progetto. Vi è un percorso lungo - vorrei ricordarlo all'onorevole Poretti - che sta andando avanti e che è all'attenzione anche dell'attuale Comitato pari opportunità, volto a creare, all'interno della Camera - vorrei specificarlo - un servizio rivolto innanzitutto alle dipendenti della Camera e, quindi, non solo ed esclusivamente alle parlamentari. Tale studio - ripeto - è all'attenzione del Comitato pari opportunità e dei questori. Ritengo necessario dare impulso allo sviluppo di questo progetto e so che vi sono (ne abbiamo già parlato anche con l'onorevole Poretti) difficoltà semplicemente di carattere logistico nella determinazione dello spazio, del luogo in cui realizzarlo, anche a fronte delle norme di sicurezza che penso sia necessario rispettare nell'interesse di tutti. C'è un'indagine in corso per determinare lo spazio migliore dove collocare eventualmente una struttura di questo tipo nelle forme che poi valuteremo. Penso che, dal momento che lo studio si sta facendo, porre una scadenza rigida possa mettere chiaramente in difficoltà i questori e chi nell'amministrazione sta lavorando in questi termini.
Penso che l'indicazione che i questori hanno dato tenga conto dell'importanzaPag. 6del progetto che vogliamo portare avanti e, poiché sappiamo che vi sono delle difficoltà, vorrei approfittare dell'occasione per fare un invito ai questori. È stato affermato in aula che è allo studio la possibilità di acquisire un immobile di proprietà del demanio dove trasferire alcuni uffici della Camera. Vorrei anche che si tenesse conto della possibilità di studiare una collocazione della struttura nido all'interno di questo immobile del demanio oggetto di acquisizione da parte della Camera dei deputati.
Penso che nel prosieguo del lavoro, tra Ufficio di Presidenza, Comitato pari opportunità e parlamentari che vorranno contribuire, nelle prossime settimane potremo focalizzare la nostra attenzione anche su tale possibilità.
ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, prendo la parola per sottoscrivere l'ordine del giorno in esame, ma anche per svolgere alcune considerazioni, rivolgendomi alle colleghe.
Capisco i tempi della politica; capisco purtroppo i tempi burocratici, ma stiamo parlando di fatto di un asilo nido aziendale, nei confronti del quale esiste una legge nazionale (esiste anche in questa regione una legge regionale). Abbiamo notizia di asili nido aziendali realizzati in vari Ministeri: non ravviso questa grande difficoltà nel realizzare uno o più asili nido - mi permetto di suggerirlo - per le tanti dipendenti della Camera dei Deputati; infatti, non parliamo di asili nido - lo voglio chiarire - per le deputate: sicuramente il discorso vale per motivi di età molto più per le dipendenti. Allora mi permetto di chiedere il sostegno di tutta la Camera sull'ordine del giorno in esame, stabilendo che, entro il 2008, tali strutture verranno realizzate; non parliamo del più breve tempo possibile, che in politichese significa: «non so quando avverrà»: chiedo una data certa, e credo che la data del 2008 - parliamo di un anno - possa essere prevista nell'ordine del giorno, dimostrando con ciò l'intenzione concreta di avviare e realizzare questo tipo di strutture. Parlare, infatti, di pari opportunità per le donne che lavorano e poi perdersi nei meandri della burocrazia per trovare una struttura idonea ad accogliere il primo asilo nido della Camera dei Deputati mi sembra veramente risibile! Tutto quello che si vuole si può realizzare in tempi certi; chiedo, quindi, alle colleghe di eliminare l'espressione: «entro il 2007», sostituendola con una dicitura che preveda, se siamo d'accordo, l'avvio delle procedure per la realizzazione entro il 2008. Se non siamo capaci nemmeno di stabilire questo tempo certo per la realizzazione di tale struttura, che non mi sembra sicuramente impossibile, allora credo che continueremo a fare solo chiacchiere sulle pari opportunità.
SANDRA CIOFFI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, credo che proprio in questo momento di grande incertezza sull'immagine della politica il Parlamento debba dare un segnale forte, ponendo attenzione ad un problema così rilevante come quello degli asili nido. Le procedure lunghe non devono costituire un problema da tenere in considerazione, proprio perché dobbiamo dare il senso che questo Parlamento è attento ad un problema che non è solo delle deputate, ma di tutto il personale della Camera. Sappiamo - mi ha preceduto l'onorevole Formisano - che in tutte le aziende ed in tutte le istituzioni si sta affrontando il problema dell'inserimento di asili nido. Quindi, come affermato anche dall'onorevole Poretti, tenuto conto che è l'anno delle pari opportunità, chiedo che sia posta una vera e forte attenzione in tal senso, che ci si incontri su questo tema per evitare le lungaggini delle procedure burocratiche. Bisogna dare finalmente il senso che questo Parlamento è attento a un problema rilevante, che veramente nonPag. 7aiuta le donne, e non solo le donne, a conciliare i tempi della vita con i tempi di lavoro. Chiedo quindi anch'io che venga al più presto realizzato - non chiacchiere, ma realtà e concretezza - l'asilo nido alla Camera dei Deputati.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, prendo la parola affinché non siano solo le donne a parlare su questo argomento ma anche colleghi deputati.
Ringrazio la collega Poretti, sottoscrivo anche io l'ordine del giorno in esame, ma dissento dalla collega Formisano che, di fronte alla proposta dei questori di inserire la data 30 novembre del 2007, propone invece la data: «entro il 2008». Ciò mi pare che sia un arretramento rispetto a quanto i questori hanno detto; suggerisco quindi alla collega Poretti di mantenere la data molto ravvicinata fissata dai questori. Voteremo a favore dell'ordine del giorno, se verrà posto in votazione, e comunque lo sottoscrivo (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei solo un chiarimento, perché alla luce dell'intervento del collega Boato confesso che ho le idee confuse. Avevo capito che la collega Poretti avesse indicato una data. La riformulazione che era stata in qualche modo proposta e accettata non stabiliva una data, ma indicava nel «tempo più breve possibile». Pertanto, si tratterebbe di un arretramento rispetto alla proposta della collega Poretti, ma spetta a lei valutare. Tuttavia, vorrei sapere cosa porremo in votazione.
PRESIDENTE. Naturalmente, ne avrà contezza. La deputata Poretti aveva avanzato la proposta di sostituire la formulazione: «entro il 2007» con l'espressione: «nel tempo più breve possibile». Avevo chiesto ai questori se tale formulazione poteva essere accolta e così mi era sembrato, ma chiedo conferma al deputato questore Galante se in tal modo vada intesa.
SEVERINO GALANTE, Questore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo nuovamente, dopo questo breve dibattito, alla deputata Peretti se ritiene di insistere.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, mi sembra che dopo il dibattito che si è sviluppato forse potremmo anche porre in votazione l'ordine del giorno...
PRESIDENTE. Lei ha avanzato una proposta di riformulazione. Poniamo in votazione la proposta che lei ha avanzato?
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, preferisco che sia posta in votazione la prima formulazione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Lei ha avanzato una proposta ed il questore le ha risposto.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, nel frattempo si è svolto un dibattito parlamentare che ha sollecitato alcune modifiche.
PRESIDENTE. Pertanto, lei ritira la sua proposta?
DONATELLA PORETTI. Sì, signor Presidente, chiedo di votare l'ordine del giorno nella sua prima formulazione.
SEVERINO GALANTE, Questore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEVERINO GALANTE, Questore. Signor Presidente, intervengo per effettuare un richiamo alla serietà. Piacerebbe anchePag. 8a me vivere in un mondo in cui vale il verso dantesco: «vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Ma non è così. Realisticamente possiamo fissare una data, ad esempio tra un mese, ma non sarà possibile materialmente realizzare tale risultato. Invito, da questo punto di vista, ad accogliere la formulazione proposta, che rappresenta un impegno del Collegio dei questori, e credo dell'intero Ufficio di Presidenza, ad agire per realizzarlo in tempi ragionevoli, cioè che siano praticamente percorribili. Poi, si può votare qualsiasi altra cosa.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che di fronte a chi ci ascolta e al Paese sia bene che vi sia chiarezza. Innanzitutto, stiamo discutendo di una questione che si pone all'interno delle norme generali che vigono nella Repubblica e quindi discutere di un asilo nido, per quanto riguarda le dipendenti e le parlamentari e i dipendenti e i parlamentari, per entrambi, significa dare un servizio che è dovuto per legge.
In secondo luogo, per dovere nei confronti del Paese, occorre comunicare chiaramente il fatto che non stiamo costruendo un servizio ad uso e consumo dei parlamentari da aggiungere ad altri servizi che invece dobbiamo abolire, in termini di costi della politica. Stiamo discutendo di un progetto da realizzare, che necessita di tempi per la progettazione e di compatibilità in termini delle spese richieste e anche di verifica dei costi che deve sopportare sia la struttura, sia la dotazione e anche chi può usufruire del servizio e stabilire l'entità delle spese che dovranno gravare su chi utilizza il servizio. Poiché tutto ciò non si fa in un giorno, penso che si possa trovare un'intesa; credo che anche i questori possano farlo, senza procedere al voto e dividerci su una questione su cui tutta l'Assemblea è d'accordo, in modo tale che sia chiaro che stiamo progettando non in tempi brevi o ragionevoli, ma nei tempi necessari perché vi sia un progetto realizzabile ed economicamente sopportabile.
PRESIDENTE. Tutti abbiamo chiaro di cosa stiamo discutendo. La proposta originaria dell'ordine del giorno Poretti n. 9/Doc. VIII, n. 4/32 risultava del seguente tenore: «impegna l'Ufficio di Presidenza a dare seguito alla proposta dei parlamentari, in particolare al fine di reperire i locali adeguati per far partire il progetto di realizzazione dell'asilo nido entro la fine del 2007».
La riformulazione del dispositivo, che ne condizionava l'accettazione, dell'ordine del giorno Poretti n. 9/Doc. VIII, n. 4/32 proposta dal Collegio dei questori era nei termini seguenti: «rassegnare, entro il 30 novembre 2007, le proprie valutazioni sulla complessiva fattibilità del progetto». La deputata Donatella Poretti, come avete sentito, aveva avanzato la richiesta, al contrario, di sostituire la scadenza «2007» con l'espressione: «nei tempi più brevi possibili». In questo senso i questori avevano accolto la riformulazione. Prima di dare la parola ad altre deputate e deputati che lo hanno chiesto, la deputata Poretti ha chiesto di parlare e vorrei sapere la sua opinione su questo punto.
Ha facoltà di parlare, deputata Poretti.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, credo che possiamo trovare un accordo in questi termini. Propongo di riformulare il dispositivo del suddetto ordine del giorno, introducendo la previsione: «entro i più brevi termini possibili e comunque entro il 2008», che è tutto il margine possibile di azione. Fissiamo un limite, una scadenza che, però, sia fattibile per operare.
PRESIDENTE. I questori?
SEVERINO GALANTE, Questore. Signor Presidente, sarebbe preferibile se la formulazione riprendesse ciò che aveva chiesto la collega e cioè: «avviare le procedure entro il 2008», perché non siamoPag. 9sicuri di riuscire a farcela e non perché manchi la volontà. Torno ad insistere su questo punto.
PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Poretti accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32.
Prendo atto che l'onorevole Mazzocchi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/36, accolto come raccomandazione nei termini indicati dal Questore.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Quartiani n. 9/Doc. VIII, n. 4/37, accolto come raccomandazione nei termini indicati dal Questore.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Volontè n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 accettato, limitatamente al primo capoverso, nei termini indicati dal questore (il secondo capoverso non è stato accettato).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Barbieri n. 9/Doc. VIII, n. 4/39, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/Doc. VIII, n. 4/41 accettato dal Collegio dei questori.
Prendo atto che l'onorevole Caparini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/42, accolto, se riformulato, come raccomandazione, e non insiste per la votazione.
Prendo atto che gli ordini del giorno Pettinari n. 9/Doc. VIII, n. 4/43 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 sono stati ritirati dai presentatori.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Nucara n. 9/Doc. VIII, n. 4/45.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, poiché non si tratta di una misura che comporta spese, ma di un disegno che, se e quando avverrà, farà risparmiare addirittura qualcosa al bilancio della Camera dei deputati, vorrei chiedere ai deputati questori di modificare il parere precedentemente espresso ed accogliere il mio ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/45 come raccomandazione.
Chiedo pertanto cortesemente ai deputati questori di rivedere il parere, se possibile.
GABRIELE ALBONETTI, Questore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE ALBONETTI, Questore. Signor Presidente, abbiamo formulato l'invito al ritiro dell'ordine del giorno Nucara n. 9/Doc. VIII, n. 4/45, come su altri che affrontano lo stesso argomento, perché riteniamo opportuno affrontare la tematica del personale nei termini in cui ha riferito in sede di replica il collega Colucci.
Per farlo, data la delicatezza delle questioni, abbiamo bisogno di porre fine ad una storia che viene da lontano, di graduatorie che sono in piedi da molti anni, di chiudere quelle vicende ed aprire una nuova riflessione sulla riorganizzazione della «macchina Camera», sia in termini di outsourcing, sia in termini di implementazione, laddove c'è bisogno, di nuove figure professionali.
Pertanto, comprendiamo il senso dell'ordine del giorno, ma riteniamo che accoglierlo sarebbe in contraddizione con quanto dichiarato dal collega Colucci nella seduta di ieri in sede di replica.
PRESIDENTE. Deputato Nucara, accede all'invito al ritiro?
FRANCESCO NUCARA. Sentite le dichiarazioni del questore, considerato che il problema sarà affrontato in un quadro più generale, accedo all'invito al ritiro e non insisto per la votazione del mio ordine del giorno n.9/Doc. VIII n. 4/45.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Buemi accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/46.Pag. 10
Deputato Buemi, accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/47?
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, tale ordine del giorno tendeva a porre una questione che ho annunciato anche nel mio intervento in fase di discussione generale. La questione è inerente ad una non razionale utilizzazione delle risorse e degli spazi che abbiamo a disposizione. Accedo dunque all'invito al ritiro, ma la questione della razionalizzazione degli spazi è seria, perché altrimenti spendiamo una mole ingente di risorse, senza ottenere gli obiettivi di efficienza e di produttività: intervenire è necessario anche per poter svolgere il nostro lavoro.
PRESIDENTE. Deputato Buemi, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/48 proposta dal Collegio dei questori?
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, accetto la riformulazione, con una precisazione. I servizi alle persone che non sono direttamente pertinenti all'attività legislativa debbono essere messi a disposizione dei deputati, dei funzionari e dei dipendenti a costo zero per la Camera. Infatti, francamente, se la Camera contribuisce alla barbieria o alla ristorazione o ad altri servizi a domanda facoltativa, contraddice la linea di intervento che stiamo portando avanti nelle istituzioni e nel Paese, cercando di eliminare quelle sacche di privilegio sussistenti qui come altrove. Quindi, la messa a disposizione di servizi a prezzo di mercato, ma con l'integrazione della Camera, mantiene una contraddizione. Si mettono a disposizione i servizi a domanda a prezzo di mercato, senza partecipazione della risorsa pubblica: altrimenti, non capisco quale sia l'intervento di razionalizzazione operato.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Buemi n. 9/Doc. VIII, n. 4/49 è stato accettato dal Collegio dei questori.
Prendo atto, altresì, che l'onorevole Buemi accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/50.
Deputato Buemi, accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 formulato dal Collegio dei questori?
ENRICO BUEMI. Anche in questo caso non si tratta di fare le barricate, ma ci dobbiamo intendere. Il trattamento che deve essere riservato ai deputati - se non vogliamo mantenere privilegi, né introdurre discriminazioni - deve fare riferimento all'applicazione comune nel nostro Paese del trattamento per i manager, i direttori, eccetera. Tutto ciò affinché si capisca che, anche da questo punto di vista, il trattamento economico dei deputati non è certamente al vertice dei trattamenti. Ciò deve essere chiaro.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Buemi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/52, accolto come raccomandazione; prendo altresì atto che il deputato Buemi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 4/53, accolto come raccomandazione nei termini indicati dal questore.
Prendo atto che il deputato D'Elia non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/54, accolto come raccomandazione.
Ricordo che gli ordini del giorno D'Elia nn. 9/Doc. VIII, n. 4/55, 9/Doc. VIII, n. 4/56 e 9/Doc. VIII, n. 4/57 sono stati accettati nei termini indicati dal Collegio dei questori.
Prendo atto che il deputato D'Elia accetta le rispettive riformulazioni proposte e non insiste per la votazione dei suoi ordini del giorno nn. 9/Doc. VIII, n. 4/58, accolto, e 9/Doc. VIII, n. 4/59, accolto come raccomandazione dal Collegio dei questori.
Ricordo che l'ordine del giorno D'Elia n. 9/Doc. VIII, n. 4/60 è stato accettato nei termini indicati dal questore.
Prendo atto che il deputato D'Elia non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/61, accoltoPag. 11come raccomandazione nei termini indicati dal questore.
Prendo atto che il deputato D'Elia accede all'invito al ritiro dei suoi ordini del giorno nn. 9/Doc. VIII, n. 4/62 e 9/Doc. VIII, n. 4/63, formulato dal Collegio dei questori. Prendo atto che il deputato D'Elia accetta la riformulazione proposta dal Collegio dei questori del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/64 e non insiste per la votazione dei suoi ordini del giorno nn. 9/Doc. VIII, n. 4/64 e 9/Doc. VIII, n. 4/65, accolto nei termini indicati con riferimento all'ordine del giorno D'Elia n. 9/Doc. VIII, n. 4/64; prendo altresì atto che il deputato D'Elia accetta la riformulazione proposta dal Collegio dei questori e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/66, accolto come raccomandazione.
Deputato D'Elia, accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/69?
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, invito i colleghi questori a prestare attenzione soprattutto alla proposta che farò di riformulazione per evitare un voto su questo ordine del giorno che tratta della nota materia delle missioni autorizzate dal Presidente della Camera.
Si tratta di affermare lo spirito, ma anche la lettera del Regolamento contro abusi conclamati e anche reiterati riguardo a questo istituto. L'articolo 46, comma 2, del Regolamento dispone chiaramente che possono essere considerati in missione «i deputati che sono impegnati per incarico avuto dalla Camera, fuori della sua sede». Vorrei che i colleghi questori e i colleghi parlamentari prestassero attenzione anche al passo molto chiaro della circolare del 21 febbraio 1996 del Presidente della Camera laddove dispone che «le richieste di missione devono essere determinate nella loro durata e adeguatamente motivate».
Ebbene, noi sappiamo che le missioni ora sono spesso autorizzate sulla base di una semplice dichiarazione, insindacabile, che il deputato che chiede di essere collocato in missione invia al Presidente, nella quale scrive di essere autorizzato per impegni istituzionali. Vale a dire, dicendo semplicemente «impegni istituzionali» si richiama soltanto l'articolo del Regolamento, ma non si applica quanto la circolare del 1996 ha stabilito: le missioni devono essere determinate nel tempo, ripeto, e adeguatamente motivate.
Giungo alle conclusioni: colleghi questori, proporrei, per non arrivare a un voto, una riformulazione in base al quale si impegna l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori, per le rispettive competenze, a prendere le opportune iniziative affinché sia data applicazione rigorosa alla circolare del Presidente della Camera del 21 febbraio 1996 che dispone che «le richieste di missione devono essere determinate nella loro durata ed adeguatamente motivate». Aggiungerei che si preveda che le richieste di autorizzazione contengano almeno l'indicazione specifica, l'oggetto insomma, dell'impegno istituzionale per il quale si chiede di essere collocati in missione.
Propongo, colleghi questori, questa riformulazione che non fa altro che richiamare una circolare del Presidente della Camera che prescrive che le missioni debbano essere motivate, mentre nei fatti ciò non avviene. Pertanto, non è necessario rimandare la questione alla Giunta per il Regolamento; si tratta di dare applicazione al Regolamento secondo quanto già disposto nella circolare del Presidente della Camera.
PRESIDENTE. L'opinione dei questori?
GABRIELE ALBONETTI. Questore. L'ordine del giorno in esame è stato oggetto di discussione per il parere in Ufficio di Presidenza, come l'onorevole D'Elia sa perché ne fa parte. Pertanto, un mutamento del parere avrebbe bisogno di un'apposita discussione.
Potrei interloquire con l'onorevole D'Elia chiarendo che, naturalmente, noi ci impegniamo affinché il problema venga riaffrontato in Ufficio di Presidenza, per quanto riguarda l'applicazione di quella norma e le eventuali inadempienze rispettoPag. 12a quella applicazione e, se necessario, considerando anche un'eventuale revisione della stessa per essere più pregnanti.
Chiederei, però, in cambio all'onorevole D'Elia di consentirci di varcare questo Rubicone delineato dall'ordine del giorno in esame senza metterlo ai voti, perché l'impegno sussiste, a meno che il presentatore non accetti una riformulazione che vada nella direzione da me testé illustrata, nel senso di impegnare l'Ufficio di Presidenza a riesaminare le norme e le questioni connesse.
PRESIDENTE. Deputato D'Elia, accetta la riformulazione proposta dal Collegio dei questori del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/69?
SERGIO D'ELIA. Si, signor Presidente. Se ho capito bene, il collega Albonetti propone di impegnare l'Ufficio di Presidenza a riesaminare la questione nei termini della circolare del Presidente della Camera affinché essa sia rigorosamente applicata; dunque, accetto la riformulazione proposta in questi termini e non insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/69.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/72, accolto come raccomandazione nei termini indicati dal questore.
Prendo atto che i presentatori ritirano l'ordine del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/73.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/74, accolto nei termini indicati dal questore.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro degli ordini del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/75 e Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/76.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/77, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro degli ordini del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/78 e Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/79.
Ricordo che l'ordine del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/80 è stato accettato.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/81, accolto nei termini indicati dal questore.
Ricordo che gli ordini del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/82, n. 9/Doc. VIII, n. 4/83, n. 9/Doc. VIII, n. 4/85 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/86 sono stati accettati dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro degli ordini del giorno Capotosti n. 9/Doc. VIII, n. 4/87.
Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/91.
Ricordo che l'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/92 è stato accettato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/93, accolto come raccomandazione.
Ricordo che vi è un invito al ritiro dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/94.
Ricordo, altresì che gli ordini del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/95 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/96 sono inammissibili.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/97.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/98
(Nuova formulazione), accolto nei termini indicati dal questore.
Ricordo che l'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/Doc. VIII, n. 4/99 è stato dichiarato inammissibile; ricordo altresì che l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/100 è stato accettato dalPag. 13Collegio dei questori e che, inoltre, l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/101 è stato ritirato.
Prendo atto che il deputato Gregorio Fontana accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/102.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, con riferimento a un precedente ordine del giorno a prima firma del collega Gianfranco Conte, lei ha ricordato che vi era un invito al ritiro, ma io, avevo chiesto che venisse posto in votazione. Forse, non mi ha sentito...
PRESIDENTE. Non l'ho sentita, mi scusi. Mi può dire il numero dell'ordine del giorno, per cortesia?
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non lo ricordo.
PRESIDENTE. Gli uffici mi rappresentano che l'atto in questione dovrebbe essere l'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/94, relativo all'eliminazione del ristorante per i deputati e alla previsione di buoni pasto sostitutivi. È quello?
ANTONIO LEONE. Il Collegio dei questori ha formulato un invito al ritiro?
PRESIDENTE. Sì.
ANTONIO LEONE. L'invito al ritiro non è accolto; insisto dunque per la votazione dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/94.
PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/94, attinente all'eliminazione del ristorante per i deputati e alla previsione di buoni pasto sostitutivi, non è accettato dal Collegio dei questori. La materia era parzialmente contenuta nell'ordine del giorno Volontè n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 e da ciò è conseguito l'invito al ritiro che, non essendo stato accettato, ha dato ora luogo al parere contrario del Collegio dei questori.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/94, non accettato...
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, deputato Salerno, ha facoltà di parlare.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, intervengo solo per una considerazione molto breve e semplice: cerchiamo di essere più seri, e mi rivolgo anche ai colleghi!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/Doc. VIII, n. 4/94, non accettato dal Collegio dei questori.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 411
Astenuti 33
Maggioranza 206
Hanno votato sì 88
Hanno votato no 323).
Prendo atto che il deputato Gregorio Fontana accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/103,Pag. 14mentre ricordo che l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/104 è stato accettato dal Collegio.
Prendo atto che il deputato Gregorio Fontana accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/105, accolto nei termini indicati dal Collegio dei questori, mentre ricordo che l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/106
(Nuova formulazione) è stato accettato dal Collegio.
Prendo atto che il deputato Gregorio Fontana non insiste per la votazione del suo l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/107, accolto come raccomandazione nei termini indicati dal Collegio dei questori.
Con riferimento all'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/108 chiedo al deputato questore Galante di voler dare conto all'Assemblea del parere dell'Ufficio di Presidenza sull'ordine del giorno, nel testo riformulato dal presentatore nella seduta di ieri, che recita: «a ridurre nella massima misura compatibile con il rispetto dei parametri fissati dall'articolo 15, comma 3, del Regolamento, i contributi e la dotazione destinati ai gruppi di minore consistenza numerica, rimanendo inteso che i conseguenti risparmi verranno restituiti al Ministero dell'economia e delle finanze».
SEVERINO GALANTE, Questore. Signor Presidente, secondo il mandato conferito dall'Ufficio di Presidenza nella serata di ieri comunico che il parere sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/108 nella nuova formulazione è il seguente: invito al ritiro; altrimenti, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sta bene.
Deputato Gregorio Fontana, accede all'invito al ritiro?
GREGORIO FONTANA. Non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione. La disponibilità che abbiamo avuto ieri, anche da parte sua, alla riformulazione mi pare che sia servita a poco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ieri, intervenendo sull'ordine del giorno in esame e non essendo stata ritenuta ammissibile la formulazione originaria, avevo inteso che questa riformulazione intendesse annullare e azzerare il patto scellerato - scellerato dal mio punto di vista, perché faceva lievitare i costi della Camera ad inizio di legislatura - con il quale, a fronte delle deroghe per la costituzione di gruppi con un numero di deputati inferiore a venti, in realtà, i partiti con più di venti deputati hanno acquisito somme ulteriori e aggiuntive come ha documentato e dichiarato ieri l'onorevole Stucchi. Quindi, presa visione della riformulazione, così come era ritenuta ammissibile, che prevede semplicemente un ordine del giorno (Commenti del deputato Crema)...
PRESIDENTE. Per favore, sia davvero consentito di svolgere l'intervento e di ascoltare. Ricordo che siamo in una fase ormai conclusiva.
ANTONIO BORGHESI. Si tratta di un ordine del giorno, dicevo, che prevede una riformulazione che, in realtà, colpirebbe solo i gruppi con meno di venti deputati. Quindi, ritengo di dover modificare - personalmente, ma penso che anche il gruppo che rappresento sia dello stesso avviso - la mia indicazione di voto di ieri, per cui esprimerò un voto, ma penso che lo esprimeremo tutti, contrario su tale ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, con la stessa coerenza con la quale votai contro l'aumento del numero dei gruppi perché violava - non si tratta di una deroga - il nostro Regolamento,Pag. 15esprimerò un voto contrario sull'ordine del giorno in esame, in quanto non ha alcun appiglio regolamentare.
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, la prego di concludere: il tempo a sua disposizione è esaurito.
TEODORO BUONTEMPO. La ringrazio, Presidente, per avermi avvertito. Annuncio, pertanto, il mio voto contrario, anche perché il testo riformulato contiene una soluzione più grave rispetto a quella originaria. Non si possono punire i gruppi con un minor numero di deputati, senza stabilire alcun parametro!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, il testo dell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/108, così come riformulato, introduce due criteri assolutamente inconciliabili con il Regolamento della Camera. Il primo è quello dei gruppi definiti «di minore consistenza»: non si capisce quali siano e quale sia il confine tra i gruppi di minore e quelli di maggiore consistenza. Il secondo concetto è talmente vago che non può essere afferrato, perché si parla di contributi e di dotazioni da mettere in rapporto con la consistenza dei gruppi, ma non si sa di quali contributi e di quali dotazioni si parli.
Per questo motivo, ritengo che l'Assemblea debba votare contro l'ordine del giorno in discussione, come, certamente, faremo noi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, a me risulta che non vi sia nessuna riformulazione: non essendo stato accolto l'invito al ritiro formulato dall'Ufficio di Presidenza, si vota il testo originario dell'ordine del giorno dell'onorevole Gregorio Fontana, come riportato nel fascicolo, naturalmente modificato.
PRESIDENTE. Deputato Stucchi, il testo originario è stato dichiarato inammissibile. La riformulazione ha passato il vaglio di ammissibilità e, pertanto, si vota su quest'ultima.
GREGORIO FONTANA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GREGORIO FONTANA. Signor Presidente, prendo atto del parere contrario dell'Ufficio di Presidenza: credo che le quattro ore trascorse ieri a discutere sull'ordine del giorno a mia prima firma siano servite poco a convincere chi, probabilmente, sentendosi oggetto di questi tagli, è stato portato a difendersi, a mio parere in maniera sbagliata, in quella sede (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, esprimendosi sull'ordine del giorno in esame, che cerca di rimediare agli effetti economici della decisione che il 18 maggio 2006 - lo ricordo a tutti - è stata presa con un voto senza precedenti dall'Ufficio di Presidenza della Camera, che aveva autorizzato la costituzione, in deroga a quanto previsto dal Regolamento, di cinque gruppi parlamentari, poi diventati sei. Tutto il centrodestra, allora, si è opposto con tutti i mezzi a questa decisione e a questa forzatura, sia nell'Ufficio di Presidenza, sia in sede politica.
Considerato che parliamo di bilancio, però, chiariamo quali sono gli effetti pratici di quella decisione. Nel capitolo 135, sui «Contributi ai gruppi parlamentari», è prevista una spesa di più di 4 milioni di euro per tutta la legislatura, con tanto di aggravi relativi al contributo unico per i gruppi parlamentari, al contributo per il personale di segreteria e a quello per il personale dipendente, senza contare che, per tutti i nuovi gruppi presenti in ParlamentoPag. 16sono necessari ben sei segretari di Presidenza, ai quali spettano indennità di ufficio, spese di rappresentanza e personale di segreteria: si tratta di risorse per quasi 8 milioni di euro in tutta la legislatura.
Se dovessimo calcolare anche i costi relativi ai locali, alle attrezzature e per l'autoparco derivanti dalla costituzione di questi nuovi gruppi, arriveremmo a stimare un maggior onere per l'amministrazione di più di 15 milioni di euro per l'intera legislatura.
Questi sì, ritengo siano costi ingiustificati della politica! Ecco perché, quando si parla di questo argomento, a volte si generalizza troppo: si parla forse anche troppo dell'aereo di Mastella utilizzato per andare a vedere il Gran Premio di Monza, ma non si parla abbastanza delle decisioni politiche che determinano i nuovi costi e i nuovi sprechi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), quali la proliferazione dei Ministri, dei sottosegretari e, come in questo caso, dei gruppi parlamentari: tutte scelte di diretta responsabilità di questa maggioranza.
Comunque, in questa sede, visto che la decisione era già stata presa l'anno scorso, non abbiamo mai messo in discussione la possibilità per i gruppi costituiti in deroga di essere opportunamente rappresentati in questo Parlamento, bensì abbiamo chiesto che le spese derivanti dalla loro costituzione in gruppo parlamentare, ai sensi della deroga approvata dall'Ufficio di Presidenza, fossero ridotte e che avessero un impatto minore sul bilancio della Camera e, quindi, sulle tasche dei cittadini.
Evidentemente, qualcuno ha una visione un po' strana della democrazia parlamentare e della rappresentanza se pensa che il fatto di non avere qualche segretaria in più o l'auto blu possa minare la rappresentanza dei gruppi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
È giusto, quindi, che ognuno, come dicevo prima, si prenda le proprie responsabilità. Per queste ragioni, insieme ai colleghi dell'opposizione abbiamo presentato e sosteniamo questo ordine del giorno. Da giorni, signor Presidente, assistiamo a numerosissime dichiarazioni dei leader del centrosinistra, dall'onorevole Fassino all'onorevole Di Pietro, e anche ad apprezzabili sue dichiarazioni, signor Presidente, che promettono rigore per quanto riguarda l'argomento dei costi della politica. Questo ordine del giorno costituisce l'occasione per passare dalle parole ai fatti. Votando quest'ordine del giorno, riusciremmo ad evitare ai contribuenti un aggravio di più di 15 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 4/108
(Nuova formulazione), non accettato dal Collegio dei questori.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia - Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 455
Astenuti 11
Maggioranza 228
Hanno votato si 202
Hanno votato no 253).
Prendo atto che la deputata Santelli ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Ronchi ha segnalato che non è riuscito a votare.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.