Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,02).
(Problematiche conseguenti al ritrovamento di rifiuti tossici in Campania - n. 2-00727)
PRESIDENTE. L'onorevole Iacomino ha facoltà di illustrare l'interpellanza MigliorePag. 76n. 2-00727, concernente le problematiche conseguenti al ritrovamento di rifiuti tossici in Campania (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 11), di cui è cofirmatario.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, con questa interpellanza urgente intendiamo richiamare l'attenzione dei Ministeri interessati sul ciclo dei rifiuti tossici illegali e sulle implicazioni sulla salute dei cittadini dei rapporti esistenti tra appalti, criminalità organizzata e settori dello Stato. Ogni grande opera pubblica può essere stata - e potenzialmente può essere - oggetto di pratiche illegali, come il luogo di smaltimento dei rifiuti tossici. Se ci troviamo di fronte a un'operazione di smaltimento di rifiuti tossici illegale, interna alla stessa regione, non è da escludere - come in diversi casi si è verificato per altri siti di stoccaggio - che in quelle aree si smaltiscano rifiuti tossici provenienti da altre regioni, con l'intermediazione di poteri criminali, che a costi nettamente inferiori hanno determinato un mercato di rifiuti illegali molto più remunerativo. Nella fattispecie, la Campania può essere definita il terminale dello sversamento di rifiuti illegali.
Lo stesso rapporto del Procuratore nazionale antimafia, dottor Grasso, che denuncia la mancata tracciabilità di circa 18 milioni di tonnellate di rifiuti tossici, fornisce il quadro di una condizione di disastro ambientale e d'impatto sulla salute dei cittadini, dimostrato da studi scientifici effettuati in diversi comuni della provincia di Napoli e di Caserta da parte dall'Organizzazione mondiale della sanità, che dimostrano come in tali aree si muore per patologie neoplastiche e malformative in forte aumento. Una rilevazione effettuata dal dipartimento della protezione civile nel 2005 - cui è stato commissionato un apposito studio statistico - ha preso in esame venti cause di morte tra cui la mortalità per tutte le cause, quella per cause tumorali e quella per un insieme di cause tumorali specifiche, spesso associate dalla letteratura scientifica alla presenza di discariche di rifiuti, tossici e non, nonché di inceneritori sul territorio circostante. Tali analisi hanno consentito l'identificazione di un'area, nella quale la mortalità generale e i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono molto elevate, al punto tale da non poter essere più considerate casuali. La parte sud della provincia di Caserta ed alcuni comuni della parte nord della provincia di Napoli si caratterizzano per un elevato livello di mortalità per tumore maligno dello stomaco, del rene, del fegato, della trachea, dei bronchi e dei polmoni. Le conclusioni dello studio sottolineano che dove c'è una significativa presenza di discariche di rifiuti, per lo più illegali, si sono verificati significativi incrementi della mortalità per tumori.
Nell'aprile 2006, la seconda fase dello studio pilota è stato condotto su otto comuni della Campania (tra i quali anche Caivano, il comune oggetto dell'interpellanza urgente in discussione) in rapporto ad altri comuni divisi in cinque classi. Tale studio giunge ad una conclusione molto allarmante: per entrambi i sessi, al crescere dell'indicatore ambientale, si registra un trend crescente e statisticamente significativo del rischio di mortalità, pari al 4 per cento negli uomini e al 7 per cento nelle donne. In alcuni gruppi di comuni, in particolare per quanto riguarda i suddetti otto, in relazione all'indice di patologie tumorali si registra un aumento del rischio del 19 per cento negli uomini e del 29 per cento nelle donne. Invece, per quanto riguarda le malformazioni congenite, sono stati studiati due apparati del nostro corpo: il sistema nervoso, dove il rischio cresce mediamente dell'8 per cento - nella classe più alta, quella del ricordato gruppo di otto comuni, è pari all'84 per cento delle malattie congenite del sistema nervoso - e l'apparato urogenitale, ove si arriva fino all'83 per cento.
Si tratta di alcuni dati all'esame della letteratura scientifica, che ancora oggi fanno molto clamore. Inoltre, se a ciò si aggiunge ciò che riteniamo essere il mancato monitoraggio da parte degli organi preposti, in particolare quelli sanitari, la situazione ci induce ad avere forti preoccupazioniPag. 77circa le prospettive di vita delle popolazioni suddette. Non vorremmo assistere in futuro persino a deportazioni dalle aree ricordate di intere popolazioni, per incompatibilità di vita. Nel corso dell'audizione svoltasi nella Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse - si tratta di un atto pubblico ufficiale della stessa Commissione - i vertici amministrativi e sanitari della ASL Napoli 4, in un modo che ritengo scandaloso, hanno persino dichiarato - è agli atti - che per quanto riguarda i loro uffici non risulta in costruzione un termovalorizzatore sul territorio di Acerra e non esisterebbero condizioni tali da suscitare allarme. Se si considera che proprio questa stessa ASL è stata commissariata per infiltrazioni camorristiche (in Italia è la prima ad essere commissariata per tale motivo); che i vertici, sia sanitario sia amministrativo, durante tale commissariamento sono rimasti al loro posto e che ancora oggi si sta procedendo allo smantellamento e alla chiusura di servizi nonché di reparti di ospedali, si comprende la nostra perplessità e preoccupazione su coloro ai quali sono affidati la prevenzione e il monitoraggio sui processi legati all'inquinamento ambientale delle aree menzionate.
L'intreccio tra appalti, poteri illegali e parti dello Stato è la rappresentazione della degenerazione politico-sociale, che porta all'annientamento della salute dell'uomo. In Italia ogni anno si producono circa 108 milioni di tonnellate di rifiuti tossici, di cui 57 milioni non sono pericolosi, 5,3 milioni sono pericolosi ed oltre 46 milioni di tonnellate provengono da costruzioni e demolizioni. I rifiuti speciali, a fronte dei 108 milioni summenzionati, ammontano a circa 95 milioni di tonnellate, di cui il 93 per cento è costituito da rifiuti non pericolosi ed il restante 7 per cento da rifiuti pericolosi. Non si sa che fine fanno i restanti 13 milioni di tonnellate, non ne abbiamo la tracciabilità ! Di molti di tali rifiuti si perdono le tracce, sono trasferiti in altre regioni, anche all'estero! La legge ambientale, infatti, non ne vieta lo smaltimento al di fuori dei confini regionali - come invece accade per i rifiuti urbani - e ciò aumenta ulteriormente il rischio che se ne perda il controllo durante il trasporto, oppure gli scarti passino attraverso laboratori chimici che ne diminuiscano la pericolosità e trasformino i rifiuti industriali in urbani, che possono essere smaltiti in discariche. Il meccanismo illegale avviene nella fase di trasporto e stoccaggio: il produttore affida i suoi rifiuti ad un trasportatore che, attraverso un formulario, lo identifica e ne attesta il livello di pericolosità. Tali rifiuti non possono essere trasportati subito nel sito di smaltimento perché dovrebbero essere trattati e resi innocui in impianti intermedi di stoccaggio, il che costerebbe migliaia di euro in più, somma che pochi imprenditori sono disposti a pagare.
Quindi alcuni non fanno altro che declassificare il rifiuto attraverso la miscelazione con altri materiali senza alcun trattamento chimico: il produttore paga meno e chi smaltisce si aggiudica quantità di rifiuti sempre maggiori. Quando va bene, il rifiuto speciale diventa urbano e finisce in discarica senza che nessuno si accorga del rischio ambientale e sanitario, nei casi peggiori - come i fanghi conciari - i rifiuti speciali divengono fertilizzanti ed il materiale idrocarburo finisce nei sottofondi stradali. Un ruolo importante nel traffico illecito di rifiuti speciali è esercitato dalle bonifiche, aree in cui vi sono impianti che hanno lasciato materiali inquinanti e che devono essere ripuliti dall'enorme quantità di rifiuti tossici. Se, però, l'azienda non li lavora chimicamente risparmia e fa risparmiare al committente il costo dell'operazione o, nel caso di lavori pubblici, il committente non risparmia nemmeno ed i guadagni illeciti sono più che quadruplicati. Tali materiali tossici vengono interrati in opere pubbliche e in costruzioni e così la bonifica dei territori diventa inquinamento generalizzato e occasione di business illecito. Basta aggiudicarsi l'appalto di un sito da bonificare e allo stesso tempo la gara di un'opera pubblica per nascondere quintali o tonnellatePag. 78di materiali tossici. Così scompaiono rifiuti speciali e tossici da un luogo da ripulire e finiscono sotterrati per sempre, senza alcun trattamento, come il caso di rifiuti tossici provenienti dai cantieri per l'ampliamento dell'aeroporto di Capodichino, oggetto dell'interpellanza. Tali rifiuti sono finiti sotto i binari della linea ferroviaria veloce dei cantieri di Caivano ed Afragola, caso non unico se si ricorda la vicenda del traffico illecito dei rifiuti avvenuto tra il 2003 e il 2005 tra Veneto, Lombardia ed Emilia e scoperto circa un anno fa, in cui un mare di rifiuti tossici industriali sono finiti in sottofondi stradali e manufatti in cemento anche dell'alta velocità ferroviaria.
Occorre quindi una grande attenzione sul movimento di materiali inquinanti delle bonifiche e sulla capacità per alcune imprese, legate alla criminalità organizzata, di giocare al ribasso aggiudicandosi l'appalto per la bonifica. Si tratta di imprese legali: uomini d'affari, funzionari pubblici, operatori del settore rifiuti, mediatori, faccendieri, tecnici di laboratorio e imprenditori del trasporto. Tali soggetti sono inseriti nei gangli essenziali del mercato legale, ma iniziano a fare dell'illegalità, della simulazione, dell'evasione sistematica di qualsiasi regola e della corruzione, le regole ispiratrici della propria condotta. L'impressione generale suggerisce che l'affare rifiuti sia legato ad un preciso orientamento di alcuni settori del mondo produttivo, sia locale sia nazionale, desiderosi (come può essere per un'impresa) di ridurre i costi aumentando i profitti e disponibili a fare ciò anche attraverso una costante violazione delle regole del gioco.
È necessario, dunque, uno stretto monitoraggio dell'area e delle strutture pubbliche adibite ai controlli. Lo Stato deve monitorare le strutture pubbliche adibite ai controlli e le valutazioni sui rischi sanitari, che i rifiuti tossici provocano, obbligano a tenere alta l'attenzione del Parlamento e dei Ministeri competenti.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti, ha facoltà di rispondere.
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in riferimento all'interpellanza n. 2-00727, presentata dall'onorevole Migliore ed altri ed illustrata dall'onorevole Iacomino con grande passione poc'anzi, con la quale si chiede, a seguito del rinvenimento di rifiuti tossici provenienti dai cantieri per l'ampliamento dell'aeroporto di Capodichino, occultati sotto i binari della TAV nei comuni di Caivano e Afragola, rientranti nel sito da bonificare di interesse nazionale denominato «Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano», nonché in alcune discariche abusive alle porte della città di Napoli, se non si ritenga opportuno attivare un permanente monitoraggio per verificare l'esistenza di depositi incontrollati di rifiuti all'interno dei cantieri della TAV o di altri cantieri delle grandi opere pubbliche, si rappresenta, innanzitutto, che sono state svolte da parte della Guardia di finanza, in collaborazione con la locale polizia provinciale, indagini delegate di polizia giudiziaria nell'ambito del procedimento penale n. 13868/D6, instaurato presso il tribunale di Napoli.
Tenuto conto dei delicati aspetti che riguardano la suddetta vicenda, sia sotto il profilo igienico-sanitario che sotto l'aspetto dell'ordine pubblico, la direzione per la qualità della vita del Ministero che rappresento ha coinvolto tutti gli enti e gli organi tecnici competenti, cioè il commissario di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque della regione Campania, l'APAT e l'ARPA Campania.
Inoltre, si è provveduto ad attivare il comando carabinieri per la tutela dell'ambiente al fine di effettuare un sopralluogo nelle aree dei comuni in questione, nonché a promuovere specifiche attività di verifica sull'intero territorio nazionale per fronteggiare eventuali ed analoghe situazioni di inquinamento.
Infine il Ministero dell'ambiente, in quanto persona offesa dal reato che dovesse configurarsi, intende agire in giudizioPag. 79per ottenere il ristoro dei danni cagionati. Ha richiesto anche alla procura della Repubblica di Napoli la trasmissione degli atti accessibili e delle consulenze tecniche, che potrebbero essere disposte in relazione all'eventuale instaurando procedimento penale. È nostra intenzione, inoltre, segnalare tale questione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, poiché si tratta, come ricordava il presentatore, di traffici illeciti che possono richiedere un'indagine approfondita, così come sollecitato anche dall'interpellanza, mentre abbiamo segnalato alle autorità di controllo (NAS e polizie provinciali, la cui responsabilità, ricordiamolo, è pertinente per i controlli) tali situazioni per un controllo e monitoraggio permanente anche su altri cantieri, al fine di evitare simili episodi e fare in modo che non possano ripetersi.
In merito alle altre questioni che l'interpellante richiamava con forza, voglio ricordare che hanno attinenza al danno ambientale e che proprio qui alla Camera è aperto in Commissione giustizia il procedimento legislativo per rafforzare le norme che disciplinano i reati ambientali. La fase emendativa è aperta e quindi il Governo parteciperà volentieri ai lavori, anche tenendo conto delle sollecitazioni espresse dall'interpellante.
In Commissione ambiente, in questi giorni, inizia l'iter degli atti Camera recanti modifiche al decreto legislativo n. 152, il cosiddetto decreto dei rifiuti, che disciplina il codice ambientale, e sarà anch'esso uno strumento per affrontare i temi richiamati nell'interpellanza.
PRESIDENTE. L'onorevole Iacomino, ha facoltà di replicare.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatto della risposta del sottosegretario: devo dire che, per quanto riguarda gli interventi promossi da parte di questo Ministero, essi sono effettivamente giornalieri, anche nelle aree di cui si discute. L'unico rammarico è che la nostra interpellanza coinvolgeva anche la competenza del Ministero della salute, per quanto riguarda il servizio sanitario nazionale e i settori operativi di prevenzione epidemiologica: non abbiamo ricevuto su tali aspetti una risposta puntuale alla nostra interpellanza. Sollecitiamo quindi non solo un intervento di tipo preventivo ma anche un intervento del servizio sanitario nazionale, attraverso le sue strutture periferiche, le ASL, che in questo caso si sono invece dimostrate assenti, negligenti. Su questo versante, lo ripeto, la risposta non è soddisfacente.