Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Sull'ordine dei lavori (ore 16,35).
GIACOMO MANCINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIACOMO MANCINI. Signor Presidente, le ho già scritto per denunciare quanto sia opprimente la solitudine istituzionale e politica di chi tenta di dare il suo contributo per affermare i principi di legalità in Calabria. Le chiedo, signor Presidente, un supplemento di attenzione per consentirmi di informare lei e i colleghi della campagna di odio di cui, insieme al mio partito, continuo ad essere vittima.
L'ultimo e becero episodio si è verificato sabato scorso a Cosenza nel corso di una manifestazione pubblica. Ho già provveduto a citare in tribunale coloro che hanno infangato la gloriosa storia del Partito socialista, che hanno oltraggiato i nostri tanti elettori, e che hanno calunniato i nostri dirigenti. Alcuni di questi galantuomini, che instillano deliberatamente odio e veleni contro i socialisti, sono sotto processo per fatti gravi e gravissimi commessi ai danni delle istituzioni che loro stessi rappresentano. Sono colpevole agli occhi di costoro di condurre una battaglia politica e parlamentare contro l'illegalità e l'immoralità diffusa in Calabria e di essermi schierato contro il comitato di affari trasversale tra i partiti che ha depredato le ingenti risorse pubbliche e che ha stretto una devastante alleanza con la ndrangheta.
Ho già subito, come lei sa signor Presidente, intimidazioni e minacce. Sono stato anche avvicinato da un direttore di un quotidiano della mia regione, che mi ha detto di parlare a nome di un uomo di Governo che, a detta di quello che mi auguro sia un millantatore, mi avrebbe fatto pagare caro le mie battaglie contro il malaffare e la mala politica. Questo contesto mi allarma. Mi preoccupa la ferocia della criminalità organizzata, che prospera nel sistema illegale contro il quale mi sono schierato, ma temo anche alcuni settori dello Stato contigui con questo sistema.
Un anno fa un dirigente della Digos, il dottore Alfredo Cantafora, ancora oggi in servizio a Cosenza, interferì indebitamente sul sereno svolgimento delle elezioni comunali, supportando con la sua condotta la campagna di odio contro il mio partito.
Mi rammarico e insieme mi raggela che l'onorevole Marco Minniti, Viceministro dell'interno, non abbia ancora preso le distanze dal clima infame che i dirigenti del suo partito quotidianamente alimentano. Ho rinunciato alla vigilanza dinamica che il prefetto e il questore di Cosenza mi avevano assegnato. Continuo a non chiedere nulla per tutelare la sicurezza della mia persona e della mia famiglia. Chiedo, signor Presidente, solo di poter continuare a lottare contro il crimine e la collusione istituzionale che lo alimenta di cui è ostaggio la mia terra.
Se cadrò vittima della violenza delle cosche, o delle macchinazioni di settori dello Stato ad esse contigui, voglio che si sappia, signor Presidente, che considero responsabili morali delle conseguenze negative che dovessero riguardare la mia persona, o la mia famiglia o i dirigenti del mio partito, chi, ad iniziare dai signori Adamo, Bruno, Perugini, Ambrogio, Guccione e Covelli, quotidianamente innesca questo clima infame contro chi si impegna per far prevalere la legge dello Stato in Calabria. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. La ringrazio. Naturalmente, come lei intende bene, non sono in grado né di intervenire, né di valutare le osservazioni politiche che lei ha svolto su esponenti di altri partiti e di Governo che attengono unicamente alla sua responsabilità.
Come lei sa, ho letto con attenzione la lettera che lei ha voluto inviarmi e proprio per l'ordine dei problemi che in essa sono sollevati, l'ho inviata immediatamente al Ministro dell'interno, richiedendo un supplemento di informazioni sui fatti che lei indica e anche rassicurazioni che riguardano la sua possibilità di svolgere attività politiche, senza rischi per la sua incolumità personale e psicologica.
Saluto a nome di tutta l'Assemblea gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico grafico pubblicitario di Salerno e dell'Istituto Federico Enriques di Castelfiorentino (Firenze), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune e che ringrazio per la loro presenza (Applausi).
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
ROBERTO SALERNO. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, abbiamo appena ascoltato le dichiarazioni del collega Mancini. Il mio - se mi permette, signor Presidente - non è solo un personale intervento di solidarietà che rivolgo anche a nome della mia componente politica, La Destra, al collega Mancini, ma è anche una sorta di richiesta non solo di attenzione, signor Presidente.
Le parole pronunciate dal collega Mancini...
PRESIDENTE. La prego, deputato Salerno. Lo dico a lei ma anche a chi interverrà successivamente: non siamo in condizione di aprire un dibattito. Sull'ordine dei lavori la Presidenza ha già risposto al deputato Mancini.
ROBERTO SALERNO. Non è un dibattito, Presidente.
PRESIDENTE. Dunque, la prego di limitarsi all'ordine dei lavori.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, lei ha detto che potrebbe essere oggetto di un atto parlamentare...
PRESIDENTE. Ho detto anche di essere solennemente intervenuto presso il Ministro dell'interno.
ROBERTO SALERNO. Lei mi vieta di intervenire su questo aspetto per richiamare l'attenzione su ciò che ha detto, sulla gravità di ciò che ha detto?
PRESIDENTE. Mi scusi, sto parlando. Le chiedo di poter parlare. Posso darle la parola sull'ordine dei lavori, non su altri argomenti.
Ha facoltà di parlare sull'ordine dei lavori.
ROBERTO SALERNO. Vorrei richiamare la sua attenzione su comunicazioni di estrema gravità che oggi, 10 ottobre, vengono effettuate davanti a lei e ai colleghi, durante una seduta pubblica della Camera dei deputati, che è uno dei due rami del Parlamento. La gravità di ciò che ho sentito impone a lei, signor Presidente, non soltanto di informare gli organi competenti - credo il Ministro - ma di assumere un'iniziativa forte.
Infatti, ciò che ha detto il collega Mancini è di una gravità senza precedenti: ha annunciato un potenziale attentato nei suoi confronti da parte della criminalità organizzata.
PRESIDENTE. Scusi, ho sentito, onorevole Salerno.
ROBERTO SALERNO. Credo di doverle rassegnare questo tipo di preoccupazione. Pag. 55Esprimo nei confronti dell'onorevole Mancini la mia solidarietà. Sarò a disposizione anche per qualche manifestazione piena.
La invito, signor Presidente, ad assumere le determinazioni che in questo momento...
PRESIDENTE. Come lei sa, viviamo in uno Stato di diritto ed ogni organo costituzionale ha i suoi compiti. La denuncia fatta è assai rilevante e, perciò, viene consegnata agli organi istituzionali interessati, al Governo e, in particolare, al Ministro dell'interno e, per ciò che riguarda la denuncia, alla magistratura.
MAURO DEL BUE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Intervengo molto pacatamente, signor Presidente. Lei conosce la stima che ho per lei e per il ruolo che sta svolgendo. Lei, signor Presidente, mi ha anticipato con quest'ultima osservazione. Le vorrei far presente che l'onorevole Giacomo Mancini appartiene ad una famiglia socialista calabrese che lei certamente ha avuto modo di conoscere ed apprezzare, non è certamente un millantatore. Quindi, le sue denunce vanno prese per quelle che sono: di una gravità assoluta. Pertanto, la sensibilizzazione del Ministro dell'interno mi pare assolutamente doverosa. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. La ringrazio anche per la correttezza di questa osservazione.
Poiché sta a cuore a tutti noi l'incolumità e la possibilità di un deputato della Repubblica italiana di svolgere la sua attività e, tuttavia, contemporaneamente, la necessità che le valutazioni politiche, che anche in questa sede sono state espresse, vengano valutate nelle sedi politiche opportune, la Presidenza della Camera, di fronte alla lettera inviatagli, ha immediatamente sollecitato l'intervento e l'attenzione del Ministro dell'interno, affinché sia garantita la piena agibilità politica di un deputato della Repubblica. Aggiungo, anch'io come lei, che il cognome che porta tale deputato è meritevole di questa attenzione, se così si può dire. Certamente, come ogni altro deputato, ma con un segno di rispetto.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17.
La seduta, sospesa alle 16,45, è ripresa alle 17,15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI