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Seguito della discussione del disegno di legge: Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese (A.C. 2161-A); e delle abbinate proposte di legge Pedica ed altri; Nicola Rossi ed altri; La Loggia e Ferrigno (A.C. 1505-1588-1688) (ore 15,25).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2161-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2161 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ORIANO GIOVANELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 4.100 e 4.101.
Il parere è contrario sugli emendamenti Giudice 4.71 e Boscetto 4.1.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Cota 4.70.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI NICOLAIS, Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 37
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 302
Astenuti 167
Maggioranza 152
Hanno votato sì 296
Hanno votato no 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 282
Astenuti 189
Maggioranza 142
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 2).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Giudice 4.71.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, si tratta di una puntualizzazione sulla gratuità delle mansioni del commissario ad acta. Peraltro, tale gratuità era già prevista nella relazione illustrativa, per cui non si capisce il parere contrario testé reso, che contraddice la vostra stessa relazione illustrativa.
Nel momento in cui si sente spesso, dai banchi della sinistra, parlare di risparmi e di costi della politica, non si capisce davvero perché non vogliate puntualizzare la gratuità di un ruolo che, obiettivamente, è stato decisamente usato ed abusato dai vostri enti locali, dai vostri comuni, dalle vostre province e dallo Stato con esiti, peraltro, molto spesso discutibili, talvolta assolutamente nulli. Quindi, tale puntualizzazione mira proprio ad indicare che un ruolo importante, come quello del commissario ad acta, deve essere svolto senza alcun costo aggiuntivo. Ripeto che non si riesce assolutamente a comprendere il parere negativo, in quanto tale gratuità era prevista nella vostra relazione illustrativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, anche nella mia forma stentorea cercherò di farmi comprendere dai colleghi. Voteremo a favore dell'emendamento proposto dal collega Giudice perché introduce una regola generale che dovrebbe funzionare e che vorremmo venisse stabilizzata anche con la legge finanziaria. Infatti, si tratta di compiti e funzioni relativi all'attività ordinaria dell'amministrazione; l'attuazione del protocollo informatico non è un'attività extra ordinem ma è quanto già si sarebbe dovuto fare e non si è realizzato. Questo è il motivo per cui si utilizzano professionalità interne all'amministrazione per realizzare ciò che in alcune articolazioni dell'amministrazione non è stato compiuto, sicché non si può pensare ad una remunerazione ulteriore del funzionario o del dirigente che assolve la funzione di commissario ad acta. Questa precisazione, dunque, consente di prevenire un andazzo che, purtroppo, in alcune amministrazioni si è verificato.
Quindi, non vedo la ragione per la quale non dovremmo approvare l'emendamento del collega Giudice e mi scuso ancora per la forma stentorea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Incostante. Ne ha facoltà.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, capisco la necessità di salvaguardare una serie di aspetti che sono molto a cuore ai cittadini e a noi in ordine all'efficienza della pubblica amministrazione; tuttavia, sottolineo che i commissariPag. 38ad acta (strumento utilizzato da moltissimi anni nella pubblica amministrazione) in genere servono - e normalmente così avviene - per sostituire l'ente inadempiente. Non bisogna confondere tale figura con quella dei commissari straordinari che, a quanto mi risulta, credo che mai siano stati pagati, in quanto già funzionari di altre amministrazioni che, eventualmente, commissariano ed intervengono nel procedimento.
Quindi, credo che tale emendamento sia un fuor d'opera, in quanto dobbiamo varare una legge che abbia senso, anche evitando di inserire aspetti un po' ultronei rispetto alla legislazione già esistente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, non vi è, in realtà, da parte nostra alcun dissenso nel merito dell'emendamento in esame. Tuttavia, credo che la collega che mi ha preceduto abbia fatto bene ad usare l'aggettivo, che usano spesso i giuristi, «ultroneo» rispetto alla norma.
Vorrei richiamare l'attenzione del collega Giudice e dell'Assemblea sulla norma finale del disegno di legge in esame, perché altrimenti, a cascata, dovremmo introdurre emendamenti di tal genere più o meno in tutto il provvedimento. L'articolo 19, l'ultimo e breve articolo del disegno di legge, recita: «Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, e all'attuazione della medesima si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».
Quindi, la logica dell'emendamento del collega Giudice è già contenuta - per questo ho precisato che non vi è un'ostilità nel merito, ma un'inopportunità di inserire puntualmente norme di tal genere - nell'articolo 19, articolo conclusivo in materia di oneri finanziari del disegno di legge in esame.
Quindi, personalmente mi permetterei di suggerire al collega Giudice di ritirare il suo emendamento e se non lo ritirasse voteremo contro l'approvazione solo perché ciò che chiede è già compreso nell'articolo finale del disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, l'onorevole Boato deve avere avuto un lapsus, quando ha affermato che l'emendamento è un po' ultroneo: o è ultroneo o non lo è.
MARCO BOATO. Volevo essere delicato!
ROBERTO COTA. A mio avviso non è ultroneo. Posto che lo spirito della norma è quello secondo il quale il commissario ad acta dovrebbe essere una figura che si muove all'interno - e non all'esterno - della pubblica amministrazione, mi sembra opportuna la previsione contenuta nell'emendamento, perché essa chiarisce, anzitutto che il commissario ad acta deve essere un soggetto reperito all'interno della pubblica amministrazione e, in secondo luogo, che, per tale motivo, il commissario stesso non deve ricevere alcun compenso aggiuntivo: il procedimento, pertanto, non deve comportare alcun costo.
Considerato che abbiamo già assistito molte volte ad interpretazioni delle leggi in senso talmente estensivo da stravolgerne lo spirito originario - posto che si attribuisca la buona fede alla stesura della norma -, specifichiamo tale previsione, in modo che non vi siano errori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi sembrava che l'emendamento del collega Giudice ponesse una questione di chiarezza relativamente ai commissari ad actaPag. 39e al controllo del protocollo informatico, qualora i responsabili dei diversi ministeri fossero inadempienti.
Evidentemente, su tale aspetto non vi è la stessa sensibilità: considerato che non si tratta di una questione di merito - come ha già spiegato il portavoce del relatore, il collega Boato -, credo che si possa riuscire a svolgere una valutazione più serena dell'emendamento in esame, accantonandolo e cercando di capire se effettivamente si tratti di un pleonasma - in tale ipotesi, evidentemente, non ve ne sarebbe bisogno - oppure se, effettivamente, prevedere che i commissari ad acta non debbano avere compensi aggiuntivi abbia una sua fondatezza. A tale proposito, ritengo che anche il Governo e il relatore possano riflettere sull'eventualità di esprimere un voto favorevole sulla proposta emendativa in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, onorevole colleghi, forse è necessario fare un po' di chiarezza. L'emendamento in esame, nella sua formulazione, è ultroneo perché - come dice il collega Boato - c'è la norma di chiusura contenuta nell'articolo 19, che lo rende superfluo, oppure perché esso non è opportuno e, sul piano economico-finanziario, non sappiamo quali conseguenze comporti?
Cari colleghi, bisogna essere chiari. Intanto, si tratta di un soggetto interno all'amministrazione: se questo bastasse a risolvere le questioni, non saremmo nel mondo dei giuristi italiani! Non sono mancate situazioni - che invece sono frequentissime - in cui funzionari della pubblica amministrazione, allorché siano caricati di un compito straordinario, invochino un preciso diritto, eretto addirittura a interesse legittimo o a diritto rinforzato, da far valere in termini retributivi (ossia come retribuzione parametrata allo specifico compito esulante dal proprio ordinario mansionario). Se così fosse, daremmo la stura a un contenzioso di alto livello, irritante per il cittadino e paradossale per la pubblica amministrazione, in cui i funzionari - anche di alto livello - intenderebbero esorbitare dalle proprie competenze ordinarie, proprio perché si vedono attribuire un compito di carattere straordinario. Apriremmo un fronte estremamente delicato.
È necessario, pertanto, intendersi: giacché il collega Boato ci ha già ricordato che in numerosi passaggi del provvedimento in esame - che dobbiamo ancora analizzare - si potrebbe porre il problema del richiamo alla norma finanziaria di cui all'articolo 19, mi permetto di dire che su tale articolo converseremo a lungo, perché si tratta di una di quelle norme destinate a saltare e a rimbalzare da tutte le parti. Cari colleghi, quando si adotta un provvedimento di riforma o di razionalizzazione delle procedure, dei soggetti e dei meccanismi amministrativi, anche una logica aziendale di buona organizzazione ci induce ad affermare che si può risparmiare in un settore e investire in un altro, che in un settore potrebbero essere necessari costi per aggiungere personale laddove esso manchi, che in un altro settore si debbano prosciugare energie umane e dotazioni strumentali ed economiche o, addirittura, che si debba eliminare un intero settore per irrobustirne un altro.
Non possiamo invocare l'articolo 19 come una camiciola buona per tutti i corpi o per tutti gli organi del corpo, dicendo che esso prevede che in ogni settore non si debba comunque esorbitare dalle spese e occorra avvalersi delle risorse umane e strumentali disponibili. Non è così! È una norma velleitaria, astratta, fondata sul nulla, irrealistica, destinata a fallire e che, comunque, non soccorre alle esigenze che il collega Giudice ci segnala con il suo emendamento.
Permettetemi di dire che anche se qualcuno di voi riterrà questo emendamento non strettamente necessario, personalmente lo ritengo comunque utile ed opportuno, perché si tratta di un incarico molto mirato, specifico, settoriale e circostanziato. Se si stabilisce che tale incaricoPag. 40compete a un soggetto interno alla pubblica amministrazione, che in ciò adempie a un proprio dovere, che rientra nel suo mansionario, nelle sue attitudini e nelle sue vocazioni, e che questo non comporta una retribuzione aggiuntiva, credo che si tratti di una norma più opportuna che ultronea.
Pertanto, esprimeremo voto favorevole sull'emendamento 4.71.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, devo un chiarimento all'onorevole Boato. Ho letto con grande attenzione l'articolo 19, che si compone di due periodi. Condivido il primo periodo, il quale prevede che dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, ma il secondo periodo apre alla possibilità che i commissari possano essere pagati, nel momento in cui stabilisce che all'attuazione della legge si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Quindi, non vedo una motivazione contraria a questo emendamento nel fatto che l'articolo 19 già prevede che il compito di commissario ad acta si debba svolgere a titolo gratuito. Dunque, non vedo perché il Governo debba continuare ad esprimere parere contrario su questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 4.71, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 240).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 244).
Passiamo all'emendamento Cota 4.70.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ROBERTO COTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, non accediamo all'invito al ritiro perché siamo convinti che l'emendamento debba essere votato. Il disegno di legge in discussione contiene alcuni buoni principi, anche se non realizza una riforma vera e propria della pubblica amministrazione. Si tratta di principi che però restano tali.
Al comma 3 dell'articolo 4, per esempio, si prevede che il Governo deve promuovere intese e accordi con le regioni e con le autonomie locali per favorire la generale adozione, da parte di queste, dei sistemi di protocollo informatico e di gestione elettronica dei documenti.
Questa è una buona cosa: certamente l'informatizzazione della pubblica amministrazione dovrebbe portare a uno snellimento delle procedure e a un miglioramento dell'efficienza dei servizi resi ai cittadini. Peccato, però, che senza stanziamentiPag. 41a favore degli enti locali si può fare ben poco. Pertanto, i principi resteranno lettera morta.
Per dare sostanza a quanto previsto dal comma 3, con il nostro emendamento prevediamo uno stanziamento di 35 milioni di euro in favore degli enti locali e individuiamo anche il capitolo da cui poter prelevare i fondi corrispondenti. Pensiamo che si tratti di una proposta assolutamente logica.
Esistono stanziamenti che il Governo ha deciso per questa fantomatica integrazione degli immigrati, nel senso che sono fondi erogati in un modo che può essere definito assistenziale, secondo il principio per cui gli immigrati devono godere di ogni forma di sussidio e di prebenda, senza avere, per contro, i corrispondenti doveri. Riteniamo che si possano tranquillamente distrarre 35 milioni di euro da tali fondi e destinarli invece a favore degli enti locali, per poter offrire più efficienza ai servizi resi a tutti i cittadini.
Auspico che l'emendamento in esame venga sostenuto dai colleghi, da quelli della Casa delle libertà e anche, mi auguro, da quelli della sinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare che voteremo a favore dell'emendamento in esame, in primo luogo perché l'attuazione di protocolli informatici fra enti diversi è il presupposto affinché si registrino consistenti economie nell'attività delle pubbliche amministrazioni. In altre parole, la circostanza che i comuni non dialoghino con le province o con l'amministrazione statale per via informatica è obiettivamente uno dei maggiori problemi che abbiamo, oltre al fatto che non si dialoga informaticamente già all'interno delle singole strutture di ciascuna amministrazione. Quindi, il senso dell'emendamento presentato dai colleghi della Lega Nord è quello di incentivare tale dialogo, anche perché ciò è il presupposto per la compartecipazione ai fondi comunitari in questa materia. Credo che si tratti di un emendamento corretto, anche perché incide su un fondo che non ha nulla a che fare con l'inclusione degli immigrati, in quanto si tratta di uno strumento che è stato appostato su un Ministero diverso da quello dell'interno, competente per le politiche di immigrazione e di integrazione. Pertanto, credo che non si determini alcun vulnus e alcun danno. Per queste ragioni, voteremo a favore.
Sottolineo, infine, che impropriamente si è parlato di commissario ad acta, e dunque la precisazione del collega Giudice è opportuna: infatti, il commissario ad acta esercita un potere sostitutivo rispetto ad un soggetto terzo inadempiente. In questo caso, poiché ci muoviamo nell'ambito delle stesse amministrazioni, che non adottano i protocolli informatici, parlare di commissario ad acta significa poter legittimare il titolo per un compenso aggiuntivo, che invece non è dovuto. Per tale ragione avremmo dovuto approvare, tra l'altro, l'emendamento Giudice 4.71.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acerbo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, avrei votato a favore dell'emendamento in esame, perché mi sembra giusto che gli enti locali siano posti nelle condizioni di rispondere agli impegni che il Parlamento gli affida, ma ho trovato francamente stucchevole - anche se non mi stupisco - il fatto che, come al solito, anche su questo tema si cerchi di ricorrere alla consueta demagogia, con cui la Lega Nord e - spiace dirlo - anche altre formazioni di centrodestra danno sempre spettacolo.
Infatti, secondo voi, per trovare la copertura ad un contributo a favore degli enti locali, ovviamente bisogna colpire l'integrazione degli immigrati. Ciò accade perché la vostra demagogia vi impedisce di andare a cercare coperture colpendo qualsiasi potere forte di questo Paese, mentre è molto facile gridare, cavalcare l'antipoliticaPag. 42e, come al solito, colpire chi non ha voce e forza per poter difendere i propri diritti e, soprattutto, colpire il buonsenso e la civiltà che hanno sempre caratterizzato il nostro Paese.
Dispiace, perché la Lega Nord ha perso un'ottima occasione per ottenere un sostegno sull'emendamento in esame. Infatti, lo ripeto, è sacrosanto fornire un supporto agli enti locali, ma nel momento in cui si cerca una copertura finanziaria di questo tipo, è evidente l'intento semplicemente provocatorio dell'emendamento stesso.
Pertanto, come gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, riteniamo che esso non possa che essere respinto, senza alcun patema d'animo. Rimane il tema, che il Governo non si può non porre, di politiche che consentano agli enti locali - al Nord, al Centro e al Sud del Paese - di rispondere ai bisogni e alle esigenze della cittadinanza.
Se numerosi sindaci, anche di centrosinistra, inseguono il partito del collega Cota sulle campagne sulla sicurezza, è perché è più facile fare gli sceriffi che far quadrare il bilancio e garantire i servizi ai cittadini. Se vi fosse in questo Paese il coraggio di svolgere una battaglia seria, questi sindaci dovrebbero avere il coraggio di mettere in discussione scelte di politica economica che in questi anni hanno penalizzato gli enti locali, ma ciò significherebbe toccare troppi poteri, soprattutto quelli che dalle colonne dei quotidiani economici risultano interessati alla privatizzazione di qualsiasi cosa sia o sia stata pubblica. Come al solito, è molto più facile prendersela con l'immigrazione. Caro Cota, su un emendamento del genere non avrai il nostro voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Caro collega, sono pienamente d'accordo con te... non scappare, stai pure qua un attimo! Hai appena finito di dire, veramente in modo stucchevole e demagogico, alcune cose, hai appena finito di dire che è giusta l'intuizione del collega Cota, il cui emendamento sottoscrivo: dunque, perché tu che sei nella maggioranza non fai tuo l'emendamento e trovi un'altra copertura (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)? Sei in maggioranza, il Governo è il tuo, hai appena finito di dire che è una cosa giusta, che gli enti locali hanno bisogno di fondi: trovate voi un altro mezzo per reperire questi soldi, potete deciderlo, voi siete determinanti all'interno della vostra maggioranza...
PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, si rivolga alla Presidenza.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, si è appena parlato di stucchevole demagogia, e ne abbiamo ascoltato un altro esempio.
Rimaniamo ai termini della questione, collega Acerbo: visto che l'emendamento è giusto e che è stato da lei appena affermato che deve essere approvato, perché non lo approva e trova un'altra soluzione di copertura? Una parte del tesoretto, ad esempio: il tesoretto disponibile è così ampio che potrebbe fornire agli enti locali un fondo necessario per poter funzionare. Si parla tanto di delegare compiti agli enti locali e poi non si forniscono agli enti stessi i mezzi per poterli svolgere. A me non tocca la demagogia della Lega, ma in questo caso mi sembra che qualcun altro abbia fatto demagogia. Auspico dunque l'approvazione dell'emendamento Cota 4.70, eventualmente trovando un'altra forma di copertura finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, facendo l'amministratore locale ritengo di dovervi dire che queste maggiori spese per gli enti locali esistono veramente. Sono d'accordo con chi afferma che bisogna cercare di favorire gli enti locali con ulteriori stanziamenti, e sono altresì d'accordo con quei colleghi che affermano chePag. 43bisogna andare a cercare il giusto capitolo di bilancio dove reperire le risorse economiche. Viene dunque spontaneo proporre di rinviare l'emendamento in Commissione per poter presentare una nuova proposta. Non possiamo continuare a prendercela con gli enti locali, a discapito o a favore di questo o di quell'altro: gli enti locali sono le nostre amministrazioni, la cellula vitale del tessuto democratico del nostro Paese, e quindi vanno rispettati. La Commissione e il Governo non possono dare un generico parere sull'emendamento in esame, che è di buonsenso ed è condivisibile. Alla luce di ciò vi invito a riconsiderarlo, e a cercare di predisporre soluzioni per i nostri enti locali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, mi rivolgo al collega di Rifondazione Comunista: mi sembra che lui faccia parte ed appoggi un Governo che ha tagliato nell'ultima legge finanziaria ben 2 miliardi di trasferimenti agli enti locali (eppure lui l'ha votata); fa parte ed appoggia un Governo che ha tagliato ben 5 miliardi e 900 milioni di avanzi di amministrazione, ovvero di risparmi che i comuni e le province hanno realizzato (e lui ha votato a favore di questo taglio). Mi auguro che non faccia altrettanto sull'ICI: al riguardo ancora non sappiamo come verrà compensato il minor trasferimento agli enti locali.
Fa parte di un Governo, e certamente il suo partito, che in questo momento sta provvedendo a bloccare la riforma dei servizi pubblici locali: complimenti, collega di Rifondazione Comunista! Continui ad appoggiare il mancato trasferimento agli enti locali, come ha fatto fino adesso! Predica bene, ma razzola male.
Per quanto riguarda gli immigrati, si rivolga sempre al suo Governo! Quando decidete di modificare la quota d'ingresso dell'immigrazione - siamo d'accordo sull'immigrazione legale, certamente non su quella illegale - mi chiedo cosa intendete fare, nel momento in cui modificate i parametri e poi delegate agli enti locali l'assunzione dei necessari provvedimenti. Considerato che rispetto ai 500 mila che dovevano entrare ne entrano due milioni, rivolgo al collega e alla Presidenza una domanda: chi paga i buoni mensa, chi paga i buoni scuola, chi paga i buoni trasporti, chi paga i buoni aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Chi paga il minimo vitale, quando entra una persona sola, successivamente chiede il ricongiungimento, e per far questo si rivolge ai servizi sociali che sono obbligati a darle il minimo vitale? Chi paga tutti questi soldi, se non gli enti locali, a cui il vostro Governo non ha trasferito nemmeno una lira?
Ebbene, collega di Rifondazione Comunista, signor Presidente, è ora che questo Governo vada a casa, perché tratta gli enti locali soltanto come un potere che applica le tasse, e siamo stufi di applicarle (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, giacché sull'emendamento in esame il relatore non ha dato un parere contrario, ma ha formulato un invito al ritiro, e poiché riteniamo che da più parti vi è stata la convergenza almeno sul merito dell'emendamento stesso, vale a dire sull'esigenza di conferire agli enti locali gli strumenti per l'attuazione del protocollo informatico, propongo al relatore di accantonarne l'esame e di valutare la possibilità di esprimere un parere favorevole, considerato che si tratta di enti locali, e che non si tratta di una questione di schieramenti ma di un tema abbastanza condiviso da entrambi gli schieramenti, su cui vi è stata una convergenza nel merito. Al riguardo, ascolterei anche il parere del Governo.
Pag. 44PRESIDENTE. Chiedo al relatore quale sia il suo parere sulla proposta di accantonamento formulata dall'onorevole Baldelli.
ORIANO GIOVANELLI, Relatore. Signor Presidente, considerato che l'iter del disegno di legge non sarà completato quando avremo discusso il disegno di legge finanziaria (perché nel frattempo avrà luogo la seconda lettura da parte del Senato), ho formulato l'invito al ritiro dell'emendamento in esame, in quanto ritengo che si tratti di materia da approfondire più congruamente durante l'esame del disegno di legge finanziaria. Pertanto, confermo l'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore è contrario alla proposta di accantonamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo rapidamente per sottolineare che l'emendamento in esame dal punto di vista dell'entrata è necessario, perché i comuni non hanno le risorse per attuare il protocollo informatico, che costa circa 50 mila euro a comune. Dal punto di vista della copertura, quella da noi individuata è perfettamente coerente, perché si tratta di una partita di giro. Gli enti locali, in seguito alla politica dell'immigrazione realizzata da questo Governo, hanno costi aggiuntivi, e quindi intendiamo risarcirli almeno parzialmente di tali costi aggiuntivi.
Non capiamo dunque il motivo del contendere. Peraltro il collega Acerbo sa benissimo che nella legge finanziaria è previsto un incremento di questo fondo per l'inclusione di altri 50 milioni di euro, per cui ce n'è d'avanzo per una politica che serve poco al Paese, mentre il Paese ha bisogno di soldi per i comuni, che non ce la fanno più ad andare avanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Incostante. Ne ha facoltà.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, desidero sottolineare che sono già stati effettuati alcuni investimenti per l'informatizzazione degli enti locali. I colleghi che hanno presentato l'emendamento in esame pongono un problema giusto, e mi riservo di formulare una proposta in merito.
Ricordo comunque che nel bando del gennaio 2006 sono stati impegnati 60 milioni di euro, nel bando per l'innovazione per gli enti locali, sempre del gennaio 2006, sono stati impegnati 15 milioni di euro, e nella legge finanziaria 2007 sono stati impegnati 15 milioni di euro per tre anni.
Sappiamo tutti - come hanno anche ricordato i colleghi - che queste risorse non bastano mai, e, proprio perché credo che non vi sia in questa sede chi lavori contro e chi lavori a favore degli enti locali, ritengo che vi sia da parte di tutti sensibilità al tema, tanto più da parte del Governo, pur nelle ristrettezze date e nelle difficoltà di bilancio che si è trovato ad affrontare.
Quindi, suggerirei, colleghi, di dare a tutti l'occasione di trasfondere il contenuto dell'emendamento Cota 4.70 in un ordine del giorno, che potrebbe trovare il consenso unanime di tutto il Parlamento e dare la possibilità a noi, come Parlamento, e al Governo una spinta in più, affinché nella legge finanziaria possiamo lavorare tutti nella direzione richiamata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Perché a titolo personale, signor Presidente?
PRESIDENTE. Perché ha già parlato l'onorevole Zacchera per il gruppo di Alleanza Nazionale.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. È giusto, signor Presidente, perché ha già parlato l'onorevole Zacchera.Pag. 45
Mi adeguo a quanto detto dal collega Zacchera, aggiungendo che il richiamo alla norma generale di chiusura prevista nell'articolo 19 del testo in esame non funziona e ne abbiamo un esempio concreto. Non dotare gli enti locali degli strumenti necessari ad adempiere alle predette rapide e pronte funzioni equivale a stabilire che il treno rapido debba andare da Roma ad Ancona in 30 minuti, senza mettere in condizione le strutture di raggiungere tale ambizioso obiettivo: avremmo scritto l'ennesima grida manzoniana. Il collega Acerbo sostiene che l'emendamento Cota 4.70, è stucchevole: sarà stucchevole perché l'ha firmato anche Stucchi! Al di là del gioco di parole, tutti hanno riconosciuto che tale emendamento è fondato. Poiché non è nostro compito trovare la copertura opportuna e necessaria, non possiamo che essere d'accordo con il merito del suddetto emendamento. L'esigenza finanziaria cui esso risponde è molto avvertita dagli enti locali e dagli utenti e, dunque, preannunzio il nostro voto favorevole sullo stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirino Pomicino. Ne ha facoltà.
PAOLO CIRINO POMICINO. Signor Presidente, parlerò soltanto per un minuto. Chiedo al relatore e al presidente della Commissione bilancio - non so se quest'ultimo è presente in aula - che secondo la norma di copertura finanziaria prevista nell'articolo 19 del provvedimento in esame, dall'attuazione del provvedimento stesso non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Questo è un auspicio.
La Commissione bilancio deve chiarire se dalle norme di questo provvedimento derivano o no maggiori oneri. Tornando all'emendamento Cota 4.70, mi sembra che anche il relatore e la Commissione abbiano, di fatto, accettato la previsione di maggiori oneri a carico dei comuni. Da questo punto di vista, vorrei pregare la Presidenza, in quanto tale, di sollecitare la Commissione bilancio a verificare se le attuali norme inserite nel provvedimento al nostro esame comportino o no nuovi oneri. Inoltre se riguardo al protocollo informatico, come la stessa Commissione ha affermato, sono previsti oneri, ma manca la copertura, chiedo che si rinvii all'esame della Commissione bilancio l'intero provvedimento per avere una quantificazione dei maggiori oneri, se effettivamente previsti. Altrimenti, si deve affermare che non ci sono nuovi oneri, ma non si può esprimere l'auspicio che non devono esser previsti nuovi oneri per la finanza pubblica.
Pertanto le chiedo formalmente, signor Presidente, di sollecitare un esame da parte della Commissione bilancio su questo aspetto per capire se, in realtà, nel caso del protocollo informatico vi siano oneri di cui manca la copertura finanziaria o se, tali oneri non siano previsti. Se non vi è la definizione della Commissione bilancio su tale aspetto discutiamo sul nulla, sia se interveniamo a sostegno all'emendamento, sia se neghiamo la giustezza dell'emendamento medesimo. Da ciò deriva la richiesta formale di rinviare tutto all'esame della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Onorevole Cirino Pomicino, le faccio presente che la Commissione bilancio ha espresso il parere sull'emendamento Cota 4.70 e, quindi, ha assolto il suo compito nel momento stesso in cui esprimeva il parere di competenza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 4.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 239).
Prendo atto che la deputata Mura avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 276
Astenuti 192
Maggioranza 139
Hanno votato sì 271
Hanno votato no 5).