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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,06).
(Dati relativi alla recidiva da parte dei beneficiari dell'indulto ed alla concessione ai detenuti di misure alternative e benefici penitenziari - n. 3-01346)
PRESIDENTE. Il deputato D'Elia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01346, concernente dati relativi alla recidiva da parte dei beneficiari dell'indulto ed alla concessione ai detenuti di misure alternative e benefici penitenziari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, signor Ministro come lei sa da mesi è in corso una colossale, straordinaria e senza precedenti campagna cosiddetta sulla sicurezza e certezza della pena e l'emergenza criminale nel nostro Paese. Si tratta di una campagna giornalistica, politica, allarmistica e demagogica, volta a cancellare quanto acquisito dal nostro Paese in termini di civiltà giuridica e soprattutto di diritti delle persone detenute.
In pratica, questa la consideri un'interrogazione di servizio pubblico. Lei ha l'occasione di rendere, oltre che al Parlamento, all'opinione pubblica i dati sullaPag. 16realtà. Ci informi sui dati relativi alla recidiva per chi ha beneficiato dell'indulto o delle misure alternative o altri benefici penitenziari, soprattutto di quelli della legge Gozzini, visto che questa campagna, che ha echi anche in questo Parlamento, mira alla sua revisione o, addirittura, alla sua soppressione.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Onorevole D'Elia, fare chiarezza su tutto quello che è artatamente distorto è un privilegio che spetta a pochi. La ringrazio per l'occasione che mi dà e intendo esercitare questa facoltà, perché ritengo quasi doveroso per un Ministro della giustizia recidere queste connessioni, a mio parere ingiustificate, che ultimamente hanno abbinato anche la legge Gozzini all'indulto e alla recidiva.
La legge che ha riformato l'ordinamento penitenziario, che tutti conosciamo come legge Gozzini, è stata introdotta con il chiaro fine di umanizzare le pene nei confronti dei condannati con una pena non superiore ai tre anni.
Si tratta di una finalità perseguita anche dalla Costituzione all'articolo 27, per cui non credo si possa discutere della sua attualità o della sua efficacia senza che tutte le forze politiche abbiano avuto la possibilità di esprimersi nel comune interesse e della tutela dei cittadini.
Per quanto mi riguarda, non credo che la sola repressione possa garantire la sicurezza, ma ciò non significa che non si possa aprire un dibattito (infatti, si è aperto) o che non voglia farmene promotore.
Quanto all'indulto e alla recidiva, vorrei porre l'accento sull'arbitraria e ossessiva correlazione, che anche lei ha ricordato, che ultimamente viene fatta, in maniera mediatica e in maniera non giusta, tra i due istituti.
Anche in questo caso si è cercato di legare cose, fatti o persone a fenomeni ed eventi e anche in questo caso il risultato è stato quello di determinare l'assimilazione tra i concetti, indipendentemente dalla veridicità o meno del collegamento. Voglio ricordare a tutti, peraltro, che l'indulto fu votato e sostenuto a larghissima maggioranza in questa sede e fuori (molti lo hanno dimenticato, io certamente no).
Quanto ai dati, quei pochi disponibili di cui posso renderla partecipe in questa circostanza, per la complessità dei rilievi che il Dipartimento dell'amministrazione giudiziaria ha potuto raccogliere, risulta che dei circa 26 mila soggetti beneficiari dell'indulto soltanto circa 6 mila sono rientrati in carcere in un arco di tempo di un anno e tre mesi.
La recidiva, che si assestava al 48 per cento prima dell'indulto, ossia - lo spiego per i telespettatori e le telespettatrici - coloro che, dopo aver compiuto un reato, ne commettevano un altro raggiungevano la percentuale del 48 per cento, mentre un anno dopo la presenza dei recidivi in carcere è pari al 42 per cento.
Quindi, l'effetto dell'indulto da questo punto di vista è stato positivo, perlomeno nella misura del decremento del 6 per cento; tali dati includono anche i detenuti usciti dal carcere a seguito dell'indulto e in quel momento arrestati.
Non è stato possibile - mi dispiace - acquisire i dati relativi alla recidiva e alle revoche delle misure dei benefici per commissione di nuovi reati, né ovviamente è stato possibile compararli con quelli di altri Paesi europei.
Su questi punti mi riservo di riferire in prosieguo a rilevazione ultimata.
PRESIDENTE. Il deputato D'Elia ha facoltà di replicare.
SERGIO D'ELIA. Signor Ministro, la ringrazio per le informazioni non complete - lo ha ammesso lei - che ha fornito sulla mia interrogazione. Qualche dato glielo fornirò io, forse le potrà essere utile.
Da quello che lei ci dice e dai dati in nostro possesso, la legge Gozzini si è dimostrata uno strumento straordinario di lotta alla recidiva e, quindi, di tutela della sicurezza sociale. Concedendo a un detenuto di uscire un mese prima, due mesi prima, un anno primaPag. 17dal carcere, perché ha pene lunghissime, o in semilibertà o in lavoro esterno, abbiamo recuperato alla società una persona che non ha più commesso delitti.
L'obiettivo, quindi, della legge di far uscire dal carcere una persona diversa da quella che era quando è entrata, non più o, quanto meno, meno pericolosa di quanto lo fosse prima che entrasse in carcere, mi pare un obiettivo raggiunto.
Le fornisco un dato: nel 2006 vi sono state 42.290 misure alternative o benefici e solo 66 revoche per commissione di nuovi reati durante i benefici. Parliamo dello 0,16 per cento!
Per quanto riguarda il 2007, il dato è ancora più clamoroso, giacché siamo sotto gli effetti dell'indulto: a fronte di 7.304 benefici concessi si sono avute solo dieci revoche verso detenuti che hanno commesso reati, quindi lo 0,14 per cento. Se ascoltiamo le televisioni, le trasmissioni di approfondimento o leggiamo i giornali, sembra che in Italia non si faccia altro che ammazzare il vicino di casa, stuprare la fidanzata, massacrare la moglie o i bambini. Il pericolo non è nella legge Gozzini, ma nell'informazione che si sta dando.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
SERGIO D'ELIA. Ed è un pericolo per la nostra società, per il nostro diritto, per la nostra civiltà.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
SERGIO D'ELIA. Ho concluso, signor Presidente. Si incute paura per chiedere uno Stato più autoritario, uno Stato illiberale, uno Stato fascista.