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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Attività di monitoraggio sul ricorso da parte degli enti locali agli strumenti finanziari derivati - n. 3-01365)
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01365, concernente attività di monitoraggio sul ricorso da parte degli enti locali agli strumenti finanziari derivati (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, come è noto la stampa - specializzata e non - ed i canali televisivi hanno dato ampio risalto ad una vicenda rilevantissima, quella dei cosiddetti prodotti finanziari strutturati.
Si tratta dei cosiddetti derivati, ossia contratti attraverso i quali gli enti locali e le imprese si coprono da certi rischi quali quello dell'oscillazione dei cambi o quello della variazione dei tassi. La questione è di estrema rilevanza per quanto attiene agli enti locali. Di recente, anche la procura di Milano sembra abbia avviato indagini su ipotesi di truffa che scaturiscono da tali operazioni. Sappiamo che il legislatore si è occupato della vicenda sia nella legge finanziaria per il 2002, sia, da ultimo, con la legge finanziaria per il 2007, nella quale sono state previste regole più stringenti per quanto attiene agli obblighi di comunicazione.
PRESIDENTE. Deputato Leo, la invito a concludere.
MAURIZIO LEO. Con la presente interrogazione chiediamo al Ministero dell'economia e delle finanze di rendere noto il monitoraggio svolto su questa vicenda, ed eventualmente quali siano l'alea e i rischi derivanti dall'utilizzo di tali prodotti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Tommaso Padoa Schioppa, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, le disposizioni emanate per disciplinare il ricorso al debito e la relativa gestione da parte degli enti territoriali si inseriscono nel dettato costituzionale di autonomia e responsabilità garantite agli enti territoriali innanzitutto dall'articolo 5, nonché dagli articoli 114, 117 terzo comma e 119 secondo comma, della Costituzione.
L'utilizzo di strumenti derivati da parte di enti territoriali è stato introdotto con l'articolo 41 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (quindi, dal precedente Governo), e disciplinato ulteriormente dal successivo decreto interministeriale del 1o dicembre 2003, n. 389. Con la legge finanziaria per il 2007, questo Governo ha innovato e migliorato tale normativa, introducendo all'articolo 1, comma 736, il principio che le operazioni di gestione del debito tramite utilizzo di strumenti derivati devono essere improntate alla riduzione del costo finale del debito e alla riduzione dell'esposizione ai rischi di mercato.
Sempre dall'attuale Governo è stato ribadito, inoltre, che gli enti possono concludere tali operazioni solo in corrispondenza di passività effettivamente dovute, avendo riguardo al contenimento dei rischi di credito assunti.
Sempre dal Governo in carica è stata introdotta la comunicazione obbligatoria al Ministero dell'economia e delle finanze ai fini della validità dell'operazione, che ha rafforzato il monitoraggio delle operazioni stesse. In base ai dati comunicati dagli enti, dal 2002 al 30 giugno 2007, risultano pervenuti quasi novecento contratti: nel solo primo semestre 2007 sono 151 i contratti definitivi pervenuti. Va precisato che tali valori non riguardano solo lePag. 12nuove posizioni, ma anche la rinegoziazione di contratti esistenti.
Le norme definiscono, quindi, con chiarezza i criteri di prudenza a cui gli amministratori devono ispirarsi nella gestione del debito e dettagliano adeguatamente i limiti di utilizzo degli strumenti derivati.
Occorre chiarire che i derivati sono strumenti di gestione del debito. Per tale motivo la normativa chiede la piena corrispondenza tra passività effettivamente dovute e le operazioni effettuate tramite strumenti derivati. È opportuno aggiungere che il Governo in carica ha dato nuovo impulso ad alcune iniziative, tra cui quella in corso con l'Associazione bancaria italiana, per la definizione di un documento che illustri le linee guida per una gestione consapevole e cauta dei derivati, sia da parte degli istituti bancari, sia da parte degli enti locali.
Si stanno inoltre valutando ulteriori iniziative normative considerando i potenziali effetti dell'autonomia gestionale dell'ente, i costi di implementazione delle soluzioni e tenendo conto del contesto di generale evoluzione dell'autonomia delle responsabilità assegnate agli enti territoriali.
Si ritiene opportuno evidenziare, infine, che non risulta dagli atti in possesso che l'utilizzo di strumenti derivati abbia comportato direttamente il dissesto finanziario e il susseguente fallimento degli enti che li hanno utilizzati.
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, la risposta del Ministro non è assolutamente soddisfacente, perché non fornisce delle chiare posizioni per il futuro, né tantomeno per il passato.
L'intervento ottimale sarebbe quello di vietare l'utilizzo degli strumenti derivati speculativi - non parliamo quindi di quelli di copertura - laddove questi presentino ampi margini di rischio. Sarebbe opportuno, pertanto, consentire l'utilizzo di talune tipologie di taluni derivati, ad esempio, i plain vacilla; tuttavia, sappiamo che molti istituti di credito utilizzano altri strumenti quali i collar, altamente speculativi.
Di fronte al dissesto finanziario verificatosi al comune di Taranto, dovuto anche al ricorso a tali prodotti derivati - mi meraviglia che il Ministro non conosca quanto lì sia accaduto -, non si interviene, ad esempio, con un commissariamento oppure con l'adozione di misure serie di ristrutturazione del debito.
Signor Ministro, è inammissibile che non si intervenga con un'azione di moral suasion operata nei confronti del sistema bancario: se non vado errato, il Ministro dell'economia e delle finanze è presidente del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio e, come tale, potrebbe convocare una seduta straordinaria di tale organo per valutare ciò che è accaduto a seguito dell'utilizzo di tali strumenti derivati. Le banche devono capire che è importante tenere alla propria clientela almeno quanto tengono ai profitti.
Signor Ministro, lei avrebbe avuto l'occasione di verificare, se si fosse letto i bilanci delle aziende di credito, che queste stavano deragliando perché grossa parte dei profitti scaturiva dai diritti di commissione e dai prodotti derivati.
La situazione è talmente grave per cui gli enti locali stanno compiendo dei veri e propri atti di irresponsabilità politica e amministrativa. Rinviare al domani la soluzione di tali problematiche è, a mio avviso, assolutamente dissennato. Queste problematiche come si risolveranno? Si risolveranno inasprendo la pressione fiscale. I cittadini, quindi, dovranno pagare più tasse per un debito che si è accumulato a seguito della scelta irresponsabile fatta dagli amministratori locali di utilizzare prodotti derivati speculativi.
Sappiamo bene, signor Ministro, che lei ritiene che le tasse siano «bellissime» però, al tempo stesso, non saranno troppo contenti i cittadini che le dovranno pagare a causa di amministratori locali dissennati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).