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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Misure per contrastare il potere economico della criminalità organizzata di stampo mafioso - n. 3-01371)
PRESIDENTE. La deputata Samperi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maran n. 3-01371, concernente misure per contrastare il potere economico della criminalità organizzata di stampo mafioso (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmataria.
MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, il decimo rapporto di Sos impresa della Confesercenti indica la mafia come la prima «azienda» italiana, con un utile annuo che si aggira intorno ai 90 miliardi di euro (con 1.300 reati al giorno subiti da commercianti e da esercenti), 30 miliardi appannaggio dell'usura e 10 miliardi del racket.
È un cancro capillarmente diffuso, che spesso registra forme di sostanziale rassegnazione delle imprese. Tutto ciò è aggravato da una scarsa trasparenza del sistema finanziario e creditizio.Pag. 21
Questa è soltanto l'anticamera di un fenomeno ancora più preoccupante: quello della mafia che si trasforma in attività di impresa, esercitata con metodi e sistemi tali da stravolgere il corretto funzionamento del mercato.
In questo difficile contesto, sempre più frequentemente, imprenditori, piccoli esercenti e giornalisti denunciano coraggiosamente intimidazioni e storie di criminalità organizzata, da Saviano a Vecchio.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MARILENA SAMPERI. Chiediamo al Governo quali iniziative intenda assumere per contrastare il potere economico in capo alla criminalità organizzata...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARILENA SAMPERI. ...e per tutelare e proteggere gli atti di reazione provenienti da imprenditori, associazioni ed esponenti delle istituzioni locali.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, concordo pienamente con le considerazioni contenute nell'interrogazione sull'esigenza di contrastare in modo sempre più efficace il potere economico delle organizzazioni criminali e di assicurare sempre la presenza dello Stato a sostegno di chi con coraggio denuncia le minacce che riceve.
Di questo aspetto, come sapete, si occupa, per rafforzare la presenza dello Stato, anche uno dei provvedimenti sulla sicurezza di cui il Consiglio dei ministri ha già completato la discussione ieri sera e che riguarda il contrasto della grande criminalità e della criminalità mafiosa.
Da parte delle forze di polizia è in atto uno sforzo sistematico di aggressione dei patrimoni dei sodalizi criminali, con il «tracciamento» delle condotte di arricchimento illegale e di reimpiego di capitali in attività imprenditoriali anche apparentemente lecite.
Proprio l'aggressione degli affari economici e dei patrimoni mafiosi è l'obiettivo fondamentale del Ministero dell'interno. La DIA, in particolare, ha proposto, nei primi otto mesi di quest'anno, sessantuno misure di prevenzione personali e patrimoniali e adottato misure coercitive sui beni appartenenti alla criminalità organizzata, per un totale di oltre 128 milioni di euro di confische e oltre 250 milioni di euro di sequestri.
Rammento anche la positiva sperimentazione, in Calabria, di un'innovativa metodologia operativa, promossa sempre dalla DIA, che sta per essere estesa anche alla Campania: essa consente di raccordare i contributi informativi e le specifiche professionalità delle forze di polizia verso l'obiettivo comune del depauperamento delle cosche.
Tra le iniziative, voglio ancora segnalare la recente intesa (del 12 settembre scorso) tra Ministero dell'interno, Confindustria, Commissario straordinario per le iniziative antiracket e antiusura e Federazione antiracket italiana, che apre la strada a una nuova stagione di collaborazione, finalizzata a innalzare i livelli di sicurezza e di tutela delle imprese nel Mezzogiorno.
Il 7 giugno sono stati anche istituiti appositi mini pool antiracket e antiusura, per eliminare le criticità relative all'iter istruttorio delle istanze presentate dalle vittime e per accelerare l'erogazione dei benefici.
Il 31 luglio scorso inoltre è stato siglato un accordo-quadro tra il Ministero dell'interno, il Governatore della Banca d'Italia, il vicepresidente dell'ABI e tutti i soggetti istituzionali e sociali interessati alla prevenzione del fenomeno dell'usura e al sostegno delle vittime di racket, estorsione e usura.
Per ciò che concerne i dati complessivi in materia di contrasto alle attività illecite di tipo mafioso, comunico che nel primo semestre dell'anno in corso sono state denunciate o arrestate 10.677 persone.Pag. 22
Infine, con riferimento alle minacce subite dalle personalità indicate dagli interroganti, desidero precisare che sono state disposte adeguate misure di protezione, estese, in un caso, anche ai familiari.
PRESIDENTE. Il deputato Bordo, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.
MICHELE BORDO. Signor Presidente, esprimo soddisfazione per la risposta data alla nostra interrogazione dal Ministro Chiti.
È evidente che le organizzazioni criminali fondano il proprio potere sulla forza economica di cui dispongono: come è stato detto nell'interrogazione, producono 90 miliardi di euro di utili (il 7 per cento del prodotto interno lordo) e sono la prima azienda d'Italia.
Sarà possibile ridimensionare e vincere la sfida lanciata dalle organizzazioni criminali se lo Stato interverrà principalmente per colpire i patrimoni frutto delle attività illecite.
È necessario lavorare in tre direzioni, come tra l'altro il Governo sta già facendo. In primo luogo, occorre aggiornare la normativa sulla confisca e l'assegnazione dei beni sottratti alle organizzazioni mafiose: la procedura vigente è piuttosto lenta, poiché passano molti anni prima che un bene confiscato possa essere utilizzato.
Con la nuova normativa, oggetto di discussione in questi giorni in Commissione antimafia, dobbiamo accorciare i tempi per l'assegnazione del bene confiscato. Quando un bene confiscato alla mafia è utilizzato, per esempio, per fini sociali o trasferito alle forze di polizia, lo Stato dimostra di essere più forte dei poteri criminali.
In secondo luogo, dobbiamo varare in fretta - ciò avverrà nei prossimi giorni, in sede di Consiglio dei ministri - il cosiddetto «pacchetto sicurezza», che prevede l'inasprimento delle pene per alcuni reati che destano grave allarme sociale e attribuisce nuovi poteri a sindaci e prefetti.
Inoltre, credo sia necessario prevedere una corsia preferenziale in Parlamento per i disegni di legge che costituiscono l'articolazione normativa del «pacchetto sicurezza».
In terzo luogo, occorre favorire lo snellimento delle procedure che prevedono il risarcimento per le vittime del racket e dell'usura.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
MICHELE BORDO. Dunque, credo che, se riuscissimo a realizzare tutto ciò in poco tempo, daremmo una risposta molto chiara contro le organizzazioni criminali: dobbiamo farlo, perché ce lo chiedono i cittadini del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).