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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative ispettive con riguardo ai procedimenti giudiziari relativi alla contaminazione da amianto nel territorio di Monfalcone (Gorizia) - n. 2-00820)
PRESIDENTE. L'onorevole Pottino ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00820, concernente iniziative ispettive con riguardo ai procedimenti giudiziari relativi alla contaminazione da amianto nel territorio di Monfalcone (Gorizia) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 8).
MARCO POTTINO. Signor Presidente, rinuncio ad illustrare la mia interpellanza n. 2-00820.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Pottino.
Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Li Gotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, i dati statistici indicati nell'interpellanza segnalano, obiettivamente, una situazione che desta e deve destare ogni possibile attenzione. Mi riferisco all'elevatissimo numero di tumori polmonari riscontrati in occasione di autopsie e alla circostanza che la grande maggioranza dei casi si riferisce a lavoratori in contatto con l'amianto presso i cantieri navali di Monfalcone e in vari casi addirittura a loro familiari, verosimilmente impegnati nel lavaggio e nella manipolazione delle tute o degli oggetti di lavoro. Mi riferisco, inoltre, alla concentrazione abnorme, ben al di là dei parametri di Helsinki, di corpi di asbesto, riscontrata sui soggetti affetti dalla patologia in esame.
Pertanto, è consequenziale che a tale situazione sia corrisposta una notevole quantità di iniziative giudiziarie volte ad accertare le eventuali responsabilità penali dei soggetti cui era attribuito dalla legge il compito di salvaguardare la incolumità dei lavoratori. A tali iniziative giudiziarie si è trovata a dover far fronte la procura della Repubblica di Gorizia. Il predetto ufficio giudiziario ha fornito sul punto i seguenti dati, concernenti vicende ricollegabili alla questione dell'amianto: a metà settembre 2007 erano pendenti, in fase di indagini preliminari, 211 procedimenti relativi a ipotesi di omicidio colposo e 530 relativi a ipotesi di lesioni colpose, dei quali complessivamente 689 a carico di ignoti e 52 a carico di noti; nello stesso momento era stata emessa richiesta di rinvio a giudizio per ulteriori 13 procedimenti, 4 dei quali definiti con sentenza di non luogo a procedere e 9 invece transitati nella fase dibattimentale, dove allo stato pendono; sempre a metà settembre 2007 erano state presentate dal pubblico ministero 365 richieste di archiviazione. Si tratta, come è evidente, di un carico oneroso per la specifica materia e di procedimenti di difficile trattazione, essendo necessari accertamenti tecnici, sia medico-legali, sia di igiene del lavoro ed essendo altresì necessaria un'attività di indagine che ricostruisca, come la giurisprudenza richiede, il concreto e preciso assetto organizzativo (anche al di là di formali mansionari) allo scopo di definire singole responsabilità. Tale assetto, nel caso di specie, come rilevano gli stessi interroganti, risale a decenni addietro con le ulteriori complicazioni investigative che ne derivano. La procura di Gorizia, che ha in organico cinque sostituti procuratori, ha visto assente per maternità per un tempo non irrisorio uno degli stessi che, tuttavia, è di recente rientrato in servizio. Tale circostanza ha consentito quella che sembra un'importante decisione organizzativa da parte del capo dell'ufficio, ossia la concentrazione su un unico magistrato di tutti procedimenti relativi all'amianto. Ciò comporterà uniformazione e razionalizzazione delle procedure oltre che specializzazione e, dunque, speditezza.
Il procuratore della Repubblica ha inoltre formalmente manifestato il fermo impegno alla definizione delle pendenze nel termine dei prossimi sei mesi. Si auspica, dunque, che le favorevoli circostanze da ultimo insorte consentano realmente, e senza indugi, un deciso intervento Pag. 62sui casi in esame, ovviamente nella piena autonomia di giudizio quanto alle singole procedure.
Si assicura che non si mancherà, da parte del Ministero, di seguire attentamente l'evolversi della situazione. Allo stato non sembrano invece potersi ravvisare singole responsabilità in termini di inerzia o negligenza. Risulta peraltro appena conclusa, nello scorso mese di ottobre, una ispezione ordinaria presso la procura di Gorizia e, come di prassi, i risultati della stessa saranno vagliati dalle competenti articolazioni ministeriali e quindi dallo stesso Ministro. Il che, come è ben comprensibile, rende attualmente non utili le ulteriori iniziative istruttorie da parte del Ministero sollecitate dagli onorevoli interpellanti, cui verosimilmente poteva non essere nota tale ultima informazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Pottino ha facoltà di replicare.
MARCO POTTINO. Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta che il signor sottosegretario ha oggi reso all'Assemblea. Intendo motivare questa mia affermazione. Al di là delle specifiche questioni che sono state affrontate nell'interpellanza - che non intendo ribadire in questa sede - e della risposta che lei mi ha dato, signor sottosegretario, esiste un dato di fatto incontrovertibile della provincia di Gorizia. In tale provincia, a causa dell'esposizione all'amianto, sono decedute oltre millecinquecento persone. Ciò è un dato di fatto che viene riportato dall'associazione «Esposti amianto» della città di Monfalcone, dalle numerose autopsie che sono state eseguite sulle vittime da parte dello stesso ospedale di Monfalcone e dagli studi che sono stati effettuati in tale zona. Vede, signor sottosegretario, per una regione come la mia, il Friuli-Venezia Giulia, che conta poco più di un milione di abitanti, che corrispondono sostanzialmente ad un quartiere di una grande metropoli come potrebbe essere Milano o Roma, la morte di millecinquecento persone significa far sparire interamente un centro abitato. È un dato impressionante e che riporta ad un'altra tragedia che la mia regione ha toccato con mano, quella del Vajont, dove per ragioni diverse, ma sempre per noncuranza e imperizia dell'uomo, e forse perché in molti casi il profitto non ha regole e non guarda in faccia nessuno, morirono oltre duemila persone. Con l'aggravante che in questo caso stiamo parlando di lavoro, stiamo parlando di lavoratori che si recavano ogni mattina nei cantieri navali, parliamo pertanto di morti sul luogo di lavoro.
A distanza di moltissimi anni - voglio ricordare che anche lei, signor sottosegretario ha citato, nella sua risposta, i fascicoli tuttora pendenti - l'associazione «Esposti amianto» della città di Monfalcone ha presentato già nel lontano 1999 oltre cinquanta esposti-denuncia alla procura di Gorizia, quindi si risale a parecchi anni fa. Credo che in un Paese come il nostro, che tutti definiamo civile, sia necessario sensibilizzare le procure, nella fattispecie quella di Gorizia, perché avvii i processi di cui si è detto, perché essi sono necessari al fine di identificare le responsabilità. Le famiglie di cui si è parlato non chiedono vendetta, ma giustizia. È necessario identificare i colpevoli perché devono pagare, perché le famiglie devono ottenere giustizia, un congruo risarcimento, e la certezza che la pena venga scontata fino in fondo.
Come ho affermato all'inizio del mio intervento, mi ritengo parzialmente soddisfatto e faccio appello alla sensibilità che in parte ho riscontrato nella risposta da lei fornita, signor sottosegretario, affinché il Ministero si faccia parte attiva per far sì che tale problema venga risolto nei modi più consoni e nei tempi più celeri. Sottolineo che non stiamo trattando di una questione politica, né di destra né di sinistra, bensì di una questione che riguarda tante famiglie, tanti lavoratori, uomini e donne che hanno perso la loro vita nell'ambiente di lavoro.
Concludendo il mio intervento, signor sottosegretario, voglio ricordare che resta ancora aperto il fronte relativo alla sicurezza Pag. 63sul lavoro, affinché vicende analoghe a quelle verificatesi nella mia regione, il Friuli-Venezia Giulia, e nella città di Monfalcone, non si ripetano in altre zone d'Italia, come del resto ha auspicato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Inoltre, nonostante l'entrata in vigore della legge che proibisce l'uso dell'amianto negli ambienti di lavoro, dobbiamo ricordare anche quei lavoratori che ancora oggi non sono contaminati, ma sono esposti al rischio di venire a contatto con l'amianto. Quando riscontrerò nei fatti le sue promesse e le affermazioni contenute nella risposta che lei, signor sottosegretario, mi ha fornito oggi in Aula, potrò dire di ritenermi completamente soddisfatto.