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TESTO INTEGRALE DEGLI INTERVENTI DEI DEPUTATI GAETANO FASOLINO, DOMENICO ZINZI, ALBERTO FILIPPI, ROBERTO ULIVI E DANTE D'ELPIDIO, IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI, SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 3194-A
GAETANO FASOLINO. Come è triste abitudine degli ultimi provvedimenti economici del Governo, il Mezzogiorno non solo è messo in un angolo, ma è addirittura depredato.
Non sfugge a questa logica il provvedimento in esame, che si connota per l'espressa riduzione delle risorse.
Nella clausola di copertura, infatti, parte delle stesse viene reperita mediante taglio del Fondo aree sottoutilizzate (FAS) istituito dall'articolo 61 della finanziaria per il 2003, riducendo ulteriormente il sostegno alle aree meridionali del Paese. Il taglio è di 1.100 milioni di euro per il 2007, mentre per gli anni 2008 e 2009 l'intera copertura è a carico del FAS.
All'osservazione che il FAS non riesce a spendere le ampie risorse che il Governo Berlusconi aveva a suo tempo assegnate e che, quindi, queste vengono stornate per altri scopi, si può facilmente rispondere che il tutto dipende dalla incapacità di spesa dell'attuale Governo; incapacità che va sicuramente intesa anche come mossa pre-elettorale scientemente preordinata al fine di sostenere interventi clientelari improduttivi.
Se, infatti, la Casa delle libertà era riuscita ad accrescere fortemente le spese infrastrutturali, è opportuno ricordare che la Corte dei conti nel suo rapporto sul bilancio 2006 ha riferito che con il Governo Prodi si è registrata una netta inversione di tendenza: le minori risorse per investimento previste, comunque, poi non vengono utilizzate, per essere successivamente stornate ad altri scopi, di stampo, come dicevo prima, squisitamente clientelare.
Peraltro, i pochi riferimenti al Meridione nel decreto-legge n. 159 riguardano i grandi agglomerati urbani (150 milioni per la metropolitana di Napoli), le risorse per i trasporti nell'area dello Stretto di Messina (destinate a sanare, senza riuscirci in quanto si tratta di palliativi, il diffuso malcontento per la mancata realizzazione del Ponte), pochi spiccioli e solo per il 2007 destinati ai LSU di Campania e Calabria.
Nulla sulla ricostruzione post-terremoto, per la quale, a distanza di oltre 25 anni, occorrono ancora circa 1,8 milioni di euro; nulla sulla metanizzazione del Mezzogiorno, che non viene finanziata da anni (mentre circa due milioni di cittadini meridionali ricorrono ancora alle vecchie bombole il cui costo è notoriamente superiore al gas di rete); nulla sullo sviluppo della rete infrastrutturale meridionale, nonostante ferrovie ed ANAS ricevano pingui contributi.
Viceversa si debbono registrare norme pasticciate sugli incapienti, adottate con la consueta logica di elargizione che non produce alcun effetto economico duraturo, oltre ad una aperta e ormai abituale violazione dello Statuto del contribuente, nel capitolo in cui si concede alle regioni di poter imporre tasse o aumentare le aliquote di propria competenza con effetto retroattivo.
La distanza dei cittadini meridionali dalle proprie istituzioni e dal Governo di Roma è già elevata: questo provvedimento non fa che aumentarla.
Mi si consenta una digressione finale, a ulteriore dimostrazione della continua violazione dei diritti dei cittadini meridionali da parte del Governo Prodi.
Sull'Eurostar Roma-Taranto, da qualche mese, si paga il servizio ristoro con carrelli nelle singole vetture. Fin qui pocoPag. 154male. Il contenimento della spesa è sempre augurabile. Il problema nasce dalla constatazione che il pagamento viene richiesto solo sulle tratte meridionali, mentre da Roma in su il servizio è gratuito. Naturalmente, per restare nel capitolo ferrovie, il tutto appare perfettamente in sintonia con i ritardi insostenibili, l'uso di vettori obsoleti, l'assoluta complessiva inadeguatezza del servizio trasporto passeggeri su ferro nel Mezzogiorno. Un altro sincero grazie alla sinistra che tradisce i più deboli e a Romano Prodi che dei problemi meridionali, fin dall'epoca della vicenda Cirio, se ne è sempre infischiato.
DOMENICO ZINZI. Onorevoli colleghi, ci troviamo di fronte all'ennesimo provvedimento collegato alla finanziaria in cui hanno trovato collocazione disposizioni dal contenuto fortemente eterogeneo, attraverso le quali si sono distribuite risorse per un importo complessivo di circa 8 miliardi di euro. Risorse importanti, come peraltro erano importanti i miliardi già dissipati dal Governo questa estate, con l'extragettito utilizzato dal decreto-legge n. 81 del 2007.
E tutto questo accade mentre registriamo una pressione fiscale che in Italia, come rilevato da Bankitalia supera quella media dell'area euro e si colloca in prossimità dei valori massimi storici, riducendo fortemente le potenzialità di crescita del Paese.
Il provvedimento, a giudizio anche delle maggiori istituzioni finanziarie internazionali, della stessa Commissione europea e delle agenzie di rating internazionali, penalizza fortemente le opportunità di riduzione del deficit di bilancio pubblico e del debito pubblico.
Ci saremmo aspettati che il Governo si impegnasse, proprio per i continui appelli delle istituzioni finanziarie italiane ed internazionali, a ridurre la spesa primaria - corrente per raggiungere il pareggio di bilancio, ma, al contrario, è passato il messaggio di accontentare il maggior numero di parlamentari e gruppi politici nel più classico degli assalti alla diligenza, con la differenza che in questo caso l'assalto è stato concepito con l'avallo di Padoa Schioppa.
Abbiamo già espresso il nostro punto di vista nel corso della discussione delle pregiudiziali e in quella occasione abbiamo stigmatizzato la poca serietà di un decreto legge che non era neanche in grado di giustificare i caratteri di straordinarietà, necessità ed urgenza richiesti ai sensi dell'articolo 77 della Costituzione, oltre a paventare una violazione dell'articolo 81 della Costituzione a causa di arzigogolate manovre del Senato, che hanno introdotto nuovi oneri per il bilancio dello Stato che lasciano giustificati dubbi di adeguata copertura.
Quello che è paradossale è che proprio da quelli che nella scorsa legislatura si facevano scudo dei moniti provenienti da Bruxelles e da altri sedi prestigiose per attaccare il Governo, oggi se ne infischiano e tirano diritto, anzi meglio, tirano a campare seminando prebende e mance per motivi di tenuta di coalizione.
Da giugno ad oggi si sono dissolti oltre 30 mila miliardi delle vecchie lire, senza che i cittadini abbiamo avuto un beneficio tangibile, anzi la situazione delle famiglie italiane è peggiorata anche per effetto di elementi contingenti che hanno determinato un aggravio di oneri.
Da persone che hanno ricoperto incarichi prestigiosi in Europa ci saremmo aspettati un atteggiamento di maggiore responsabilità e un comportamento che non può essere giustificato dalle difficoltà di mantenere unita una coalizione sgangherata. In nome della continuità della legislatura si è sacrificata una occasione di crescita, si è vanificata una opportunità di sviluppo per il Paese e si è data l'immagine di un Paese che non può rispettare gli impegni assunti in sede europea a causa della sua intrinseca fragilità.
E questo nonostante, ripeto, l'evidente difficoltà delle famiglie e delle imprese a far quadrare i conti.
E a proposito di conti da far quadrare, tra i vari commenti al provvedimento che sono stati pubblicati in questi giorni, illuminante è quello dell'economista Boeri che scrive: «Il complesso della manovra diPag. 155bilancio per il 2007 e 2008 peggiorerà i conti pubblici, rispetto a quanto avverrebbe in sua assenza. Si tratta di mezzo punto di Pil di deficit in più. Dal punto di vista dell'equilibrio di bilancio e degli impegni europei sarebbe meglio fare a meno di decreto fiscale e legge finanziaria. Una fetta consistente del peggioramento dei saldi è dovuta a maggiori spese e non a riduzioni di tasse. Quindi non si può neanche sostenere che si tratta della restituzione agli italiani dell'extragettito. È invece una rinuncia a investire nel futuro».
Aggiungerei che si è trattato del classico gigante dai piedi di argilla, un provvedimento tanto enfatizzato, (ricordo le «cento buone notizie» reclamizzate da Letta, Rutelli e compagni) quanto inutile appunto.
Direi che il parlare sempre di tesori e tesoretti vari ha fatto perdere di vista il fatto che quei soldi altro non erano che i soldi tolti dalle tasche degli italiani, che si ritrovano a subire un manovra pesante a cui non corrispondono benefici tangibili, se si esclude l'una tantum a favore degli incapienti, nei confronti dei quali si opera un trasferimento pari a 300 euro netti che, nell'intenzione del Governo, dovrebbe dare sostegno a quei soggetti che sono sempre stati esclusi, per definizione, da ogni tipo di agevolazione.
Infine, e concludo, dobbiamo purtroppo constatare che anche questa volta vi è stata una grave alterazione del bicameralismo, con la Camera che si limita a ratificare quello che ha deciso il Senato, eventualmente correggendo problemi di copertura finanziaria e non altro, mentre già si profila l'ombra della fiducia sul provvedimento.
ALBERTO FILIPPI. Innanzitutto, nonostante il risultato in Commissione, vorrei ringraziare gli uffici, il presidente Duilio, il relatore Di Gioia, i colleghi di maggioranza e di opposizione.
Negli ultimi tempi il Governo e la propria maggioranza, quella stessa che dovrebbe sostenerlo, quella stessa maggioranza che già al momento dello spoglio elettorale di poco più di un anno fa usciva non certamente come maggioranza ma dubbiosamente tale, quella stessa maggioranza che in queste ore al Senato immobilizza l'attenzione di tutto il Paese che ormai scommette sul quando cascherà il Governo, quella stessa maggioranza che a questa Camera ha impedito di legiferare costringendo a suon di «fiducie» a ratificare quanto prodotto dai colleghi senatori, ebbene, negli ultimi tempi tale Governo e la propria maggioranza hanno prodotto decreti sulla base delle emozioni: la chiamano «biopolitica» la politica delle emozioni, la politica della paura, che produce misure spot di grande visibilità mediatica ma di modesta efficacia; i provvedimenti nascono quali risposte a quanto si scrive nei principali giornali nazionali o a quanto opinionisti od opinion leader ci dicono nei vari talk show.
E allora, se si evidenzia la necessità e l'urgenza di abbassare i costi alla politica, pronti e via, e, preso atto che il famoso libro La casta inizia parlando di comunità montane, fioccano le proposte per cancellarle, salvo poi riprenderle sopra i 1000 metri, e poi sopra i 600, e poi sopra i 500, e alla fine non cambierà nulla. Se si evidenzia la necessità e l'urgenza di maggior sicurezza ecco pronti, a suon di trombe o di tromboni (meglio), arriva il de-cretino che dovrebbe ridare ai nostri concittadini sicurezza, mettendo una pezza ai troppi provvedimenti scandalosi, pericolosi e sbagliati (indulto, asilo politico), provvedimenti che tra l'altro andavano in direzione opposta rispetto a quelli del Governo precedente (legittima difesa, Bossi-Fini). Peccato che la pezza sia risultata peggiore del buco e immediatamente sia svanita ogni buona intenzione. Fate il decreto per le espulsioni e dopo tre settimane avete espulso appena una dozzina di delinquenti.
Anche oggi ci ritroviamo di fronte ad un decreto con una spesa, una spesa di 7,5 miliardi circa, quindi un altro tesoretto quanto a dimensione, che prenderà il volo.
Purtroppo anche in questa occasione, anche in questo provvedimento avete fallito. E avete fallito doppiamente, nella sostanza e nella forma.Pag. 156
Va premesso che non sono stati rispettati i requisiti di necessità ed urgenza previsti per un provvedimento come il decreto-legge; un esempio tra tutti ce lo dà l'articolo 36, «programma di interventi connessi alle celebrazioni per il 150o anniversario dell'Unità nazionale»: 140 milioni di spesa per il 2007 per preparare festeggiamenti che inizieranno nel 2011! Ma nemmeno i brasiliani per il loro carnevale sono tanto previdenti e goliardici! Mi volete spiegare dov'è l'urgenza, oltre che la necessità, senza entrare nel merito, e dov'è l'opportunità di gettare in festini i soldi di uno Stato straindebitato (primo in Europa e terzo nel mondo per entità di debito pubblico)?
In Commissione bilancio si è toccato il fondo: nonostante l'ottimo lavoro degli uffici e la disponibilità dell'opposizione tutta a collaborare a migliorare un testo a detta di tutti doverosamente migliorabile, si è annientato ogni lavoro. La Commissione bilancio nella sostanza ha preso atto che né l'opposizione né la minoranza hanno potuto migliorare il testo del decreto e hanno dovuto silenziosamente dare un parere tecnico positivo per correggere quattro errori di copertura. Centinaia di emendamenti di buon senso, che nulla sarebbero costati alle casse dello Stato, sono stati ghigliottinati da una maggioranza che nemmeno in questa Camera, avendo i numeri, riesce ad essere tale.
Il provvedimento nel testo arrivato al Senato presentava alcune perplessità, ma una volta uscito dal Senato non vi erano più perplessità, ma solo una certezza, quella che alla Camera è arrivato un provvedimento disastroso che imponeva miglioramenti emendativi e che in Commissione nulla si è potuto emendare.
Altra doverosa premessa arriva da una dichiarazione riportata in data odierna da la Repubblica, nella quale il relatore, onorevole Di Gioia, afferma che «se in aula saranno presentati 700 emendamenti, con i tempi che ci sono, mi pare ovvio che potrebbe accadere che si metta la fiducia». Sia chiaro: noi della Lega Nord ci siamo autolimitati e ne presenteremo circa una cinquantina e per quanto ne so, simile atteggiamento sarà tenuto da tutta l'opposizione per arrivare ad un totale di circa 200 emendamenti. È evidente che, se così fosse, prendiamo per buono quanto affermato dal relatore e, conoscendolo quale persona coerente e di parola, siamo certi che a queste condizioni non sarà messa la fiducia.
Ora vorrei soffermarmi su alcuni articoli del provvedimento analizzandoli velocemente per poi riprendere ogni concetto in sede di discussione dei doverosi emendamenti.
Articolo 3 - TFR: ora ve lo spendete ma (ve lo ricorda in ogni occasione il Governatore della Banca d'Italia Draghi, a me lo insegnava vent'anni fa il professor Olivotto durante l'ora di ragioneria), il TFR è un debito che se è usato per ripianare altri debiti si tramuta in un furto. Noi lo ribadiamo; che resti almeno agli atti e che ognuno si assuma la propria responsabilità.
Articolo 4 - Sanità: persa un'altra occasione per far pagare, per far riconoscere la responsabilità a chi porta il sistema sanitario allo sfascio, al fallimento, peggio alla bancarotta fraudolenta, considerato che in qualche caso si sono manomessi pure i numeri contabili, come detto da KPMG, società advisor per la regione Lazio. Bene, questi amministratori incapaci oggettivamente, sarebbero dovuti essere sanzionati veramente e dichiarati interdetti politicamente. Tanti emendamenti prevedono tali correzioni ma nulla di fatto.
Articolo 7 - Metrò: stanziati 800 miliardi, dei quali solo 150 arrivano al nord. E allora proprio un amministratore del nord, anche se di sinistra, Sergio Chiamparino, vi accusa: «Non hanno mantenuto le promesse». Roma 500, Napoli 150. Venezia, Torino, Bologna e Firenze nulla. Allora, cose affermate con tanta chiarezza e spudoratezza non possono che avere come invito per il Governo quello di usare il famoso «nodo nel fazzoletto» per le marchette promesse ai propri sindaci!
Articolo 8 - marchette al sud: solo l'anno scorso 1,5 miliardi per infrastrutture di ogni tipo, specialmente viabilitàPag. 157secondaria tra Messina e Reggio Calabria; bene, quest'anno 101 milioni e la cosa preoccupante è che parte importante di questi servono a ripianare spese già effettuate, o (gravissimo) quelli ancora da spendere prevedono di derogare alle regole degli appalti pubblici e viene consentita la trattativa in sostanza privata (trattativa negoziata). Altri 7 milioni sono per opere dovute alla Salerno-Reggio Calabria, milioni per rimediare poco più di 11,5 chilometri, milioni che faranno aumentare i 163 euro pro capite, neonati inclusi, spesi per questa opera che sta costando quanto le famose e sterminate autostrade americane a cinque corsie; peccato che questa opera sarà ancora per metà percorso una autostrada anni settanta a due corsie.
Articolo 20 - 5 per mille: perché non essere riusciti a consentire ai contribuenti di destinarlo ai propri comuni per finalità sociali? A parole, nei salotti fuori dalla Commissione, relatore e presidente erano d'accordo e disponibili a condividere le osservazioni della Lega Nord, vedremo in aula se accoglieranno i nostri emendamenti in tal senso o se non potranno farlo perché metteranno la fiducia, una vergognosa fiducia, se sarà proposta.
Articolo 24 - comuni in dissesto: ancora soldi agli incapaci, ancora una volta si tappano i buchi senza prevedere sanzioni serie per chi i buchi li ha creati. Anzi, a livello locale, questi politici rischiano addirittura di trovare apprezzamenti perché alla fine hanno portato sul territorio nuovi trasferimenti statali alla faccia del principio di meritocrazia (150 milioni) e di buona amministrazione.
Articolo 27: stabilizzazione assunzioni di LSU e lavori pubblica utilità in Calabria e Campania.
A questo articolo si collega il successivo articolo 43, che prevede assunzioni in deroga per le «attività socialmente unici» (ASL), assunzioni che potranno essere effettuate anche in soprannumero! Ma siete dei fenomeni! E intanto, andando a ragionare così, avallate i numeri sui dipendenti regionali che al nord danno una proporzione tra assunti ed abitanti in età lavorativa pari a 0,93, al centro pari a 1,32 e al sud pari a 2,25. Per ogni assunto in Lombardia ne troviamo quattro in Calabria.
Articolo 27-bis: assunzioni facili senza concorsi nei parchi della Maiella, del Gran Sasso, nei monti della Laga, stabilizzando altri forestali come se fossero già pochi! Ne abbiamo più del Canada, per una estensione forestale che arrossisce di fronte a quella canadese, e che a causa degli incendi ogni anno si riduce; avremmo potuto invece comperare qualche canadair in più, considerato che questa estate uno si è schiantato al suolo; e invece no, altri forestali e il prossimo anno altri incendi!
Quanto a questi ultimi tre articoli, non si può non notare che il vostro intento è assumere e stabilizzare; ma allora, se c'è disoccupazione, perché continuare a dire che abbiamo bisogno del lavoro degli extracomunitari?
Invece di inventare occupazione, perché non dare lavoro vero agli italiani, invece di aprire la porta a chi arriva illegalmente nel nostro paese, per poi affermare che c'è pure bisogno di loro? Mi sembra che la vostra contraddizione sia troppo esplicita.
Infine l'editoria: basta soldi ai giornali farsa. Oggi con un paio di firmette di due parlamentari ci si fa un giornaletto appartenente a movimenti politici. Noi volevamo una volta per tutte definire che ad avere diritto ai contributi fossero i giornali, uno ed uno solo per ogni gruppo rappresentato in entrambe le Camere del Parlamento. Comunicazione vera, quindi, e non giornaletti farsa.
Chiudo, ricollegandomi all'introduzione di questo mio intervento, nel quale sottolineavo come Governo e maggioranza agiscono secondo i criteri della biopolitica: considerato che il Paese in continuazione vi chiede di andarvene a casa, fate questo passo di grande responsabilità, cercate di agire, questa volta sì correttamente, sulla base delle emozioni di intere Nazioni, specialmente quelle venete, lombarde e piemontesi, e consentiteci di tornare a votare prima di distruggere irrimediabilmente ciò che è rimasto di questo Paese.
ROBERTO ULIVI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, intervengo in questa discussione per esprimere alcune considerazioni su un tema che mi ha particolarmente interessato nel corso dell'esame di questo provvedimento di conversione del decreto legge collegato alla Finanziaria e precisamente la problematica riguardante le farmacie.
Molte critiche mi vengono alla mente. Osservo che in pratica si scarica sulle farmacie una parte esagerata del tentativo di ripiano dello sforamento del tetto di spesa; va invece detto che le farmacie, in forza della legge n. 662 del 1996, contribuiscono a contenere la spesa farmaceutica riconoscendo al Servizio sanitario nazionale sconti sui farmaci e anche incentivando l'acquisto di farmaci equivalenti e sottoscrivendo accordi regionali per la distribuzione a costi irrisori di farmaci acquistati dalla parte pubblica.
Poi le farmacie appaiono penalizzate per una serie di norme non molto coerenti. Ad esempio, il tetto di spesa fissato al 14 per cento sembra fondarsi su una certa difficoltà o inattendibilità dei necessari flussi informativi, non avendo dati certi sui farmaci distribuiti in maniera diretta dalle ASL ed il relativo prezzo.
Ancora, la problematica del pay-back che sembra scaricare sulle farmacie l'onere di ripiano di uno sforamento dovuto ad altre cause (promozione di farmaci da parte delle industrie o mancati controlli da parte delle regioni).
Altre critiche mi sovvengono e mi limito a citarle più in dettaglio.
Primo, le farmacie sono chiamate a pagare una quota dello sforamento che non corrisponde al loro margine effettivo sul prezzo del farmaco.
Le farmacie sono chiamate a ripianare lo sfondamento del tetto di spesa farmaceutica sulla base di quote di spettanza meramente teoriche, a differenza delle altre categorie coinvolte, che non hanno alcun riferimento nella realtà.
Le farmacie, infatti, in forza della legge n. 662 del 1996, contribuiscono da anni a contenere la spesa farmaceutica riconoscendo al SSN sconti progressivi sulle fasce di prezzo dei farmaci erogati, che concorrono ad erodere pesantemente il margine di legge riconosciuto a tale categoria. Tali sconti ridisegnano il margine lordo della farmacia.
Il mix prescrittivi ha comportato che nel 2006 il margine reale lordo della farmacia sia stato mediamente al 20,84 nel caso di una farmacia urbana ed al 25,20 per cento nel caso di una farmacia rurale sussidiata.
Secondo, le farmacie rischiano di pagare anche per lo sforamento determinato dalla distribuzione diretta, cioè da farmaci che sono erogati dalle strutture pubbliche e non passano per la farmacia.
Terzo, si deresponsabilizzano le regioni nei confronti del contenimento della spesa: sono chiamate a pagare anche le farmacie delle regioni che non sforano.
Dovrebbero invece essere chiamati a corrispondere quota parte del superamento del tetto solo le farmacie ed i grossisti che operano in quelle regioni nelle quali tale eventualità si sia effettivamente verificata. Appare ingiusto che anche le farmacie ed i distributori intermedi operanti in regioni che abbiano rispettato il tetto siano chiamati a ripianare quota parte dello sforamento.
Quarto, gli operatori della filiera rischiano di pagare il pay-back anche sull'IVA, che è una partita di giro per lo Stato.
Quinto, le regioni vengono di fatto deresponsabilizzate dal rispetto del tetto di spesa farmaceutica territoriale, non essendo né coinvolte nel pay-back (come avveniva in precedenza con la quota del 40 per cento a loro carico) né autorizzate a intervenire con misure che nei primi mesi del 2007 avevano mostrato una certa efficacia ai fini del contenimento della spesa.
Lo sforamento verrà, infatti, pagato totalmente dalla filiera del farmaco e in particolare dalle farmacie che non hanno alcuna responsabilità al riguardo e anzi, al contrario, contribuiscono al contenimento della spesa, con gli sconti al SSN, la diffusione degli equivalenti, la fornitura dei dati delle ricette e con altre forme di collaborazione attivate a livello regionale.Pag. 159Senza dimenticare i ritardi nei pagamenti che, in alcune regioni del centro-sud, costituiscono una forma impropria e illegittima di finanziamento delle ASL.
Insomma mi sembra che si dia alle farmacie un carico sproporzionato e immeritato.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, sottosegretario Lettieri, onorevoli colleghi, discutiamo del decreto-legge di accompagnamento alla legge finanziaria le cui norme sono già in vigore dal 3 ottobre. Il testo, infatti, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 229 del 2 ottobre.
Prima di entrare nel vivo del mio intervento vorrei illustrare le principali misure del decreto fiscale.
Le misure previste dal decreto-legge coinvolgono soprattutto i redditi bassi e trovano copertura con l'emersione di un nuovo extragettito, originato dal contrasto all'evasione fiscale e dal connesso recupero di base imponibile. Gran parte di queste importanti somme sono state destinate ad interventi infrastrutturali.
Gli interventi di carattere sociale investono vari settori: dall'edilizia residenziale pubblica al sostegno agli incapienti, dai servizi socio-educativi per la prima infanzia alla ripresa del finanziamento alla cooperazione allo sviluppo ed alla mobilitazione di risorse a favore della mobilità sostenibile e per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.
Una parte rilevante delle risorse individuate nel decreto-legge è destinata al trasporto metropolitano nelle grandi città ed ai trasporti pubblici in Sicilia e Calabria; ulteriori finanziamenti sono previsti per investimenti e interventi di manutenzione delle Ferrovie dello Stato.
Sono previste misure anche nel settore ambientale, in particolare la certificazione in base ai parametri di Kyoto richiesta per i nuovi interventi pubblici e la riassegnazione delle risorse derivanti dal risarcimento di danni ambientali causati da alcune aziende.
In particolare il provvedimento (consistente in 7,5 miliardi di euro destinati al 2007 ed 800 milioni di euro per la riduzione del disavanzo) introduce rilevanti novità in materia di riduzioni fiscali ed investimenti, tra cui aiuti alla cooperazione allo sviluppo (910 milioni di euro) e l'anticipo del contratto del pubblico impiego (500 milioni di euro). Al Senato è stato stanziato un ulteriore miliardo per gli aumenti contrattuali del biennio 2006-2007 nella pubblica amministrazione.
Al Senato è stato poi abolito il prelievo automatico dello 0,15 per cento e dello 0,35 per cento per dipendenti e pensionati Inpdap per l'adesione alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e sono previsti 550 milioni di euro per un programma volto a favorire il passaggio da una casa all'altra per le categorie deboli, a recuperare alloggi ex IACP o dei comuni non assegnati, alla costruzione di alloggi. Le case che si renderanno disponibili dovranno essere assegnate prioritariamente alle famiglie sfrattate e alle giovani coppie a basso reddito.
Bonus incapienti: bonus a favore dei contribuenti a basso reddito. Ai contribuenti la cui imposta netta dovuta per l'anno 2006 risulti pari a zero è attribuita, per l'anno 2007, un bonus per sé e per i familiari a carico quale rimborso forfetario grazie all'utilizzo di parte delle maggiori entrate tributarie affluite all'erario.
Commissariamento delle regioni inadempienti: in arrivo i commissari ad acta per Lazio, Campania, Molise e Sicilia qualora queste regioni non rispettino il piano di rientro per il deficit sanitario concordato con lo Stato.
Spesa farmaceutica: varia il tetto della spesa farmaceutica a carico del Servizio sanitario nazionale. Per i prezzi dei medicinali è stabilito un budget annuale per ogni azienda farmaceutica, con un nuovo metodo di rimborsabilità. L'eventuale sforamento sarà pagato da industrie farmaceutiche, grossisti e farmacisti in misura proporzionale alle relative quote di spettanza sui prezzi.
Metropolitane nelle grandi città: 500 milioni di euro per la metropolitana «C» di Roma, 150 milioni di euro per quella di Napoli e 150 per quella di Milano.Pag. 160
Miglioramento del trasporto in Calabria e nello Stretto di Messina: in coincidenza con la partenza dei lavori all'autostrada A3 nel tratto di Gioia Tauro - Reggio-Calabria, previsto un piano alternativo di mobilità con lo sviluppo delle autostrade del mare e del trasporto aereo e ferroviario di merci.
Fondi per il Mose a Venezia.
Alta velocità: allargato ai progetti Ten e alle tre tratte finora rimaste escluse, cioè Milano-Genova, Milano-Verona e Verona-Padova, il piano di finanziamento dell'Alta velocità.
Treni per i pendolari: nuovi fondi per i treni dei pendolari attraverso il ripiano dei debiti dello Stato con Trenitalia.
Si è previsto l'aumento dei fondi a disposizione per i progetti 2007 compresi nel piano di investimenti programmati del Ministero delle infrastrutture e dell'ANAS.
Editoria: ridotte le agevolazioni sulle tariffe postali per l'editoria. Aumenta dal 7 per cento al 12 per cento il taglio alle tariffe postali agevolate per gli editori che percepiscono agevolazioni superiori a un milione di euro. Ridotti del 7 per cento anche i contributi diretti.
Televisori digitali: nuovi obblighi per i rivenditori di apparecchi digitali con il passaggio al digitale prorogato al 2012.
Comune di Taranto: 150 milioni per la ripresa economica del Comune di Taranto.
Interventi nel distretto della sedia: 65 milioni di euro per il collegamento veloce tra l'autostrada A4 e la zona produttiva della sedia nel comune di Manzano.
Contributi straordinari: per il 2007, concessi all'Istituto Gaslini di Genova 40 milioni di euro, all'Unione Italiana Ciechi un milione di euro, all'European Brain Research Institute 3 milioni di euro.
Vittime del dovere: per le vittime del dovere e della criminalità organizzata e per i loro familiari superstiti, riconosciute alla data di entrata in vigore del decreto, previsti 170 milioni di euro.
5 per mille: incrementata di 150 milioni di euro la spesa per il 5 per mille.
Ma questo decreto-legge con i provvedimenti che ho illustrato, insieme alla finanziaria che è in corso di approvazione al Senato, mette insieme una molteplicità di azioni capaci di determinare l'accelerazione dei processi di ripresa del nostro Paese.
Per quanto riguarda la manovra finanziaria per il 2008 sono previste le seguenti novità.
Alta velocità: allargamento del piano di finanziamento per l'alta velocità ai progetti Ten e a tre nuove tratte: Milano-Genova, Milano-Verona, Verona-Padova (articolo 6 del decreto fiscale n. 159 del 2007).
Cinema: agevolazioni fiscali (credito d'imposta) ad imprese di produzione e di distribuzione cinematografica (articolo 7 finanziaria 2008).
Cinque per mille: destinazione di investimenti aggiuntivi per 150 milioni di euro (articolo 84 finanziaria 2008 e articolo 20 decreto fiscale n. 159 del 2007).
Comunità montane: passa a 500 metri (600 per i comuni alpini) il limite minimo di altezza rispetto al livello del mare per le comunità montane, con una notevole riduzione delle stesse. Il risparmio stimato è di circa 67 milioni di euro (articolo 13 finanziaria 2008).
Consigli circoscrizionali: eliminati quelli dei comuni con meno di 250 mila abitanti (articolo 14 finanziaria 2008).
Consiglieri comunali e provinciali: riduzione del numero in proporzione agli abitanti (articolo 14 finanziaria 2008).
Editoria: riduzione del 7 per cento dei contributi erogati a ciascun editore con validità dal 2007 compreso (articolo 10 decreto fiscale n. 159 del 2007).
ICI: riduzione della base imponibile dell'1,33 per cento (articolo 2, comma 1, finanziaria 2008).
Indennità parlamentari: fissato un tetto massimo per l'incremento dell'indennità retributiva spettante ai membri del Parlamento italiano (articolo 8 finanziaria 2008).
Irap: riduzione dell'aliquota ordinaria dal 4,25 per cento al 3,9 per cento (articolo 3, comma 12, finanziaria 2008).
Ires: riduzione dell'aliquota al 27,5 per cento (articolo 3, comma 1, finanziaria 2008).Pag. 161
Irpef: aliquota del 20 per cento come unica tassa per gli autonomi con reddito fino a 30.000 euro, con esenzione da IVA ed Irap ed esonero dagli studi di settore (articolo 4 finanziaria 2008).
Locazioni: sconti fiscali per chi ha un reddito non superiore a 15.493,71 euro (300 euro di sconto l'anno) o superiore a 15.493,71 ma non superiore a 30.987,41 euro (150 euro di sconto) (articolo 2, comma 3, finanziaria 2008).
Mobilità urbana: investimenti per 800 milioni di euro (linea C metropolitana Roma, metro di Milano, metro di Napoli) (articolo 7 decreto fiscale n. 159 del 2007).
Regioni: commissariamento del Lazio, della Campania, del Molise e della Sicilia in caso di loro inadempienza riguarda al piano stabilito con lo Stato per il rientro del deficit sanitario (articolo 4 decreto fiscale n. 159 del 2007).
Ristrutturazioni edilizie: proroga di altri 3 anni per la detrazione Irpef del 36 per cento, (articolo 2, comma 11, finanziaria 2008).
Spesa farmaceutica: aumentato dal 13 al 14,4 per cento il tetto di spesa farmaceutica a carico del Servizio sanitario nazionale (articolo 5 decreto fiscale n. 159 del 2007).
Sportass: la Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi viene soppressa e la sua gestione è trasferita all'INPS (articolo 28 decreto fiscale n. 159 del 2007).
Tv digitale: prorogato al 2012 il passaggio al digitale. Il fondo specifico previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 è incrementato di 20 milioni di euro per l'anno 2008 (articolo 39 finanziaria 2008 e articolo 16 decreto fiscale n. 159 del 2007).
Signor Presidente, noi Popolari-Udeur valutiamo positivamente questo decreto e lo voteremo con convinzione anche se è vero che alla Camera non siamo riusciti ad apportare alcune proposte modificative e migliorative, ma il nostro senso di responsabilità è ancor più forte in momenti come questi in cui deve prevalere il bene comune e l'interesse generale rispetto alle posizioni, pur corrette, che ognuno di noi assume personalmente e come gruppo politico nell'interesse dei cittadini.
Purtroppo i tempi sono quelli che sono e non ci possiamo permettere di rallentare il formidabile sforzo che stiamo mettendo in campo per cercare di tenere fede ai nostri programmi per garantire crescita e maggiore equità.
Non dimentichiamo che nell'agenda dei nostri lavori stiamo affrontando in contemporanea riforme costituzionali, decreto fiscale, finanziaria e welfare che, scusate se è poco, al momento costituiscono tanta carne al fuoco, un fuoco tenuto vivo e scoppiettante dalla nostra azione incisiva e determinata che nulla ha a che vedere con il tanto fumo della passata legislatura.
Ho sentito dire da alcuni colleghi dell'opposizione che il nostro ruolo all'interno della Commissione Bilancio e in aula viene mortificato dal fatto di non aver potuto porre in discussione gli emendamenti che avevamo presentato. Mi stavo quasi preoccupando per le gravi conseguenze psicologiche che tale circostanza poteva determinare in me, ma poi mi sono tranquillizzato ripensando alle tante volte che nella passata legislatura importanti provvedimenti, come la finanziaria, sono stati approvati facendo ricorso al voto di fiducia che di fatto impediva di discutere ed approvare gli emendamenti proposti sia dalla maggioranza che dall'opposizione. E vedere quei colleghi di allora sopravvissuti a tali frustrazioni mi fa sentire meglio.
Si doveva usare il tesoretto e il tesoretto-bis per abbattere il debito. Continuo a ripetere che stare all'opposizione è un formidabile corso di formazione che insegna cose che mai si erano capite e messe in pratica nella precedente legislatura, nella quale il deficit c'era sempre mentre i tesoretti non si vedevano e non si è riusciti ad abbattere il debito. Oggi questi alunni indisciplinati e spendaccioni vogliono trasformarsi in professori ed insegnare a noi cosa è meglio fare. Grazie, non ne sentiamo il bisogno perché intendiamo esercitare il nostro ruolo di governo e guida del paese fino a quando le nostre responsabilità ce lo impongono.Pag. 162
Qualcuno ha detto che i nostri provvedimenti sono una mancia a favore degli italiani che stanno male e che così non staranno meglio. Mi sembra un gran passo in avanti riconoscere finalmente che ci sono dei cittadini che stanno male perché in passato l'Italia (o «Berlusconopoli») sembrava o la si voleva a tutti i costi definire, come un'isola felice dove tutti avevano tutto ciò che desideravano. Non era così e non è ancora oggi così, ed è per questo che i nostri interventi sono più che mai utili e necessari per dare un segnale, una speranza, una chiara indicazione che la volontà del Governo è quella di aiutare per primi, pur nelle ristrettezze delle disponibilità finanziarie che possono essere utilizzate, coloro che hanno maggiore bisogno.
Ed ancora: se non riducete il debito in Europa vi richiameranno al rispetto di regole e comportamenti più austeri. Giusta considerazione, ma per noi si tratta di un ravvedimento tardivo perché, se questa preoccupazione per le raccomandazioni europee l'avessimo avuta durante la passata legislatura, non saremmo incappati in diversi provvedimenti di infrazione che hanno costituito una eredità pesante alla quale questo Governo ha dovuto far fronte, e ne cito una per tutte, relativa alla detrazione IVA sulle autovetture, della quale ci siamo dovuti far carico.
Tutto questo per dire che siamo partiti da una situazione iniziale fortemente penalizzante ed è appunto per questo che i risultati che abbiamo ottenuto, pur in presenza delle difficoltà numeriche che al Senato non vogliamo nascondere, rendono ancor più apprezzabile la nostra azione.
Sarà utile ricordare che questa è una situazione alla quale siamo stati costretti da parte di chi, sapendo di perdere, ha avvelenato i pozzi e oggi non vuole bere con noi l'amaro calice di una convivenza che deve essere operativa perché non prevalgano interessi di parte e contingenti ma una strategia di lungo respiro capace di non farci perdere il treno dello sviluppo rispetto alle altre nazioni europee.
Vogliamo continuare a pensare al bene del Paese, che cerchiamo di fare ogni giorno per confermare la fiducia guadagnata con il mandato affidatoci dai cittadini, e non ci interessano le convenienze personali e le ambizioni di chi pensa solo di dover tornare, a tutti i costi e con ogni mezzo, alla guida di un Paese che ha già dimostrato di non essere capace di governare e che sarebbe ancor più difficile governare, specialmente in queste condizioni, e mentre per questo Governo il giudizio dovrà essere ancora espresso, e noi vogliamo aspettare affinché tale giudizio possa essere espresso alla fine della legislatura, per quello precedente la condanna alla sconfitta è stata già decretata e non può e non deve essere ribaltata nemmeno a pagamento.
Per tutte queste considerazioni, Presidente, nel ringraziare il presidente Duilio, il relatore Di Gioia e i colleghi della Commissione, confermo il voto favorevole del gruppo dei Popolari-Udeur.