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Si riprende la discussione.
(Esame degli articoli - A.C. 3178-A)
PRESIDENTE. Essendo stata testè respinta la questione pregiudiziale di costituzionalità La Russa ed altri n. 1, passiamo dunque all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che le Commissioni (Esame degli articoli - A.C. 3178-A) I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (quest'ultimo con condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione) (Vedi l'allegato A - A.C. 3178 sezioni 3 e 4).
Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili in Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea (e - ove ripresentati - non sono pubblicati).
Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione, ma in quella sede ritirati; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa.
Avverto che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla Commissione bilancio nella riunione di oggi, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, non ritiene ammissibili, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: Rocchi 1.8, Barani 1.9, Compagnon 1.23, Di Salvo 1.25, Compagnon 7.2, Di Salvo 9.21, Porcu 10.2, Turco 13.02, Rocchi 30.2 e 30.3 e Lo Presti 35.3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3178 - sezione 2).
Avverto che è stato presentato da parte del relatore di minoranza, deputato Barani, un testo alternativo, stampato in apposito fascicolo unitamente alla relazione.
Come è stato chiarito dalla Presidenza già nelle precedenti legislature (si vedano, in particolare, le sedute del 10 e del 16 novembre 1998, nonché del 7 maggio 2002), con riferimento ai provvedimenti collegati la presentazione dei testi alternativi da parte dei relatori di minoranza è da considerare facoltativa, in ragione della specialità della disciplina del procedimento di esame dei suddetti provvedimenti.
Qualora il testo alternativo sia presentato e venga richiesta la votazione degli articoli da esso recati come emendamenti interamente sostitutivi, ai sensi dell'articolo 87, comma 1-bis del Regolamento, questi ultimi soggiacciono naturalmente alle regole ordinarie in materia di ammissibilità degli emendamenti, nonché al regime speciale vigente per gli emendamenti relativi ai collegati, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 3-bis del Regolamento.
A tal riguardo rilevo che il testo alternativo presentato dal deputato Barani non corrisponde ad emendamenti previamente presentati in Commissione e, pertanto, i suoi articoli - alla luce delle sopra richiamate disposizioni regolamentari - non potranno essere posti in votazione.
Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti). Deputati, vi prego. Aspettiamo che abbiate finito, così il Ministro potrà prendere la parola...
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, consegno alla Presidenza, per l'esame di ammissibilità, l'emendamento del Governo interamente sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo degli articoli da 2 a 37 e delle allegate tabelle del disegno di legge n. 3178-A, concernente le norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007, su cui il Pag. 33Governo ha intenzione di porre la questione di fiducia (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti).
PRESIDENTE. Prendo atto della presentazione, da parte del Governo, dell'emendamento 1.100, sostitutivo dell'articolo 1 del testo e soppressivo dei restanti articoli, da 2 a 37, e delle allegate tabelle, nonché del preannunzio, da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento, dell'intenzione del Governo di porre la questione di fiducia sull'approvazione di tale emendamento.
All'esito di tale vaglio, ove l'emendamento risulti ammissibile, sarà cura della Presidenza trasmettere il testo alla Commissione competente, nonché alla Commissione bilancio, per l'espressione del parere.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio di questa sua ultima comunicazione, che accoglie una richiesta che le avevamo preannunciato, considerata la particolarità della situazione, affinché sia concesso un congruo termine alla Commissione di merito per esaminare il nuovo testo, prima che il Governo ponga la questione di fiducia e, naturalmente, dopo che la Presidenza ne abbia valutata l'ammissibilità; inoltre, considerata anche la particolare situazione delle numerose condizioni poste dalla Commissione bilancio, ci pare corretto che anch'essa possa valutare se nel nuovo testo tali condizioni sono state accolte.
Però, signor Presidente, a parte tali questioni politico-regolamentari, restano intatte le questioni interamente politiche che vogliamo sollevare: la prima riguarda propriamente il rapporto fra Governo e maggioranza e la seconda riguarda, un po' più in generale, il ruolo di questo ramo del Parlamento.
Sulla questione che riguarda il Governo e la maggioranza, signor Presidente, vi è poco da dire: per la prima volta, credo, dall'inizio della legislatura e forse anche da diverse legislature, il Governo, nel preannunciare la questione di fiducia, non ha avuto neanche la necessità di dover utilizzare la classica «foglia di fico» dietro la quale nascondersi, cioè quella di un presunto ostruzionismo delle opposizioni, che rende necessario il ricorso al voto di fiducia.
In questo caso, la «foglia di fico» non avrebbe retto, per varie ragioni, e comunque il buon Ministro Chiti ha avuto il pudore di non ricorrere ad essa.
È evidente, quindi, che il ricorso al voto di fiducia è interamente dovuto alla discrepanza, al contrasto e alla contrapposizione che vi è stata e vi è fra l'intenzione del Governo e le intenzioni e i voti della sua maggioranza parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), il che costituisce un fatto politico del tutto nuovo, che legittima certo il voto di fiducia e la richiesta di fiducia del Governo; ma è chiaramente una richiesta di fiducia che il Governo formula contro la sua stessa maggioranza parlamentare, contro il lavoro che ha svolto la XI Commissione e contro le votazioni e le decisioni che la Commissione lavoro ha assunto. Credo, quindi, che, da questo punto di vista, debba assumere un rilievo particolare, per le valutazioni che richiederà il prosieguo dell'esame del provvedimento sottoposto alla nostra attenzione e, più in generale, per il rapporto che la maggioranza parlamentare vuole mantenere con il proprio Governo.
Infatti, signor Presidente, un fatto del genere non può essere privo di conseguenze politiche.
Certo, si può sostenere che prevale la questione fiduciaria sul merito e, forse, è anche corretto sostenerlo; ma quando un Governo è costretto, dinanzi alla propria maggioranza parlamentare, così ampia qui alla Camera, a far valere la questione...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Vito. Per favore, deputati. Per favore, vorrei che Pag. 34non ci si fermasse nei corridoi: almeno si potrebbe apprezzare l'importanza degli argomenti che vengono trattati!
ELIO VITO. Grazie, signor Presidente.
Quando un Governo è costretto a porre la questione di fiducia contro la sua maggioranza, ad utilizzare in qualche modo contro di essa la minaccia della caduta del Governo e delle elezioni anticipate, mi pare che ciò, da una parte, costituisca una prova di clamorosa debolezza dell'Esecutivo e, dall'altra parte, costringa la maggioranza parlamentare e i gruppi di maggioranza ad una riflessione: essi possono certamente far prevalere il giudizio di fiducia al Governo sul merito del provvedimento in esame e del testo sul quale viene posta la questione di fiducia, ma devono procedere anche ad una riflessione sull'attualità stessa di quel Governo.
Se un Governo ricorre ad una misura così estrema contro la propria maggioranza è evidentemente un Governo che ha perso nella sostanza il rapporto con la propria maggioranza parlamentare. Si tratta di un Governo che potrà eventualmente sostenere di godere del consenso delle parti sociali, del consenso astratto della concertazione e persino del sostegno dei lavoratori che hanno partecipato alla consultazione sull'accordo, ma esso dovrà chiaramente rivedere il suo rapporto con la maggioranza parlamentare. Come potranno la Commissione, la maggioranza parlamentare e i gruppi di maggioranza, che hanno espresso quelle indicazioni, quelle delibere e quei voti da noi non condivisi nel merito, non far assumere una conseguenza politica a questo atto del Governo?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ELIO VITO. Come potranno da domani la Commissione lavoro e i gruppi di maggioranza continuare a svolgere le proprie funzioni senza assumere delle determinazioni rispetto ad uno «schiaffo» così forte inflitto dal Governo.
PRESIDENTE. La prego deve concludere.
ELIO VITO. L'ultima considerazione che vorrei svolgere riguarda il ruolo di questo ramo del Parlamento. La settimana scorsa il Governo ha posto la questione di fiducia sul decreto fiscale contrariamente a quanto avvenuto al Senato, e sappiamo anche che oggi la questione di fiducia non verrà posta al Senato. Il Governo oggi preannunzia la posizione della questione di fiducia sul welfare e non sappiamo cosa farà al Senato. La settimana prossima, quando riprenderemo i lavori parlamentari, con molta probabilità la questione fiducia sarà posta anche sul disegno di legge finanziaria, dopo che non è stata posta al Senato. Dovremmo, inoltre, anche esaminare il provvedimento sulla sicurezza senza magari poter apportare modifiche, stante la ristrettezza dei tempi.
Signor Presidente, tutto ciò pone una questione sulla quale ci battiamo dall'inizio della legislatura: non è possibile che l'indeterminatezza dei rapporti di maggioranza al Senato comporti l'eliminazione di questo ramo del Parlamento. Su un tale aspetto chiediamo anche a lei una riflessione più generale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Vito, non l'ho interrotta per ragioni che mi sembrano del tutto evidenti. Gli interventi successivi dovranno essere comunque sull'ordine del lavori. Inviterei, pertanto, i presidenti di gruppo cui concederò la parola ad attenersi a questa indicazione, considerato che successivamente il Governo si esprimerà sulla questione di fiducia e che vi saranno i relativi interventi su quell'atto politico. Quindi, in questa fase, rivolgo un invito a limitare gli interventi alla questione dell'ordine dei lavori.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori ma anche per una questione regolamentare in Pag. 35relazione all'articolo 40 del nostro Regolamento. Nel merito posso rifarmi interamente gli argomenti usati dal collega Elio Vito con il quale concordo parola per parola; ormai, anche questa è una notizia.
Dal punto di vista regolamentare, signor Presidente, sono a conoscenza che l'articolo 40 del Regolamento, esaminato in maniera semplice, preclude la richiesta che le sto per porgere, ma se lei avrà la cortesia di ascoltarmi, così come anche alcuni dei colleghi presenti in Aula, vedrà che la questione che le sto per illustrare non è del tutto peregrina. Abbiamo avanzato, come Alleanza Nazionale, una questione di legittimità costituzionale sulla quale si è soffermata a lungo l'Assemblea. Vi è stata una discussione di un'ora, avvenuta dopo l'illustrazione del collega Nino Lo Presti appartenenti al gruppo di Alleanza Nazionale, nella quale si sono svolti gli interventi di tutti gli altri gruppi. La questione pregiudiziale è stata posta in votazione ed è stata respinta da quella stessa maggioranza che non è in grado di esprimere una maggioranza e che ha bisogno di un voto di fiducia per manifestarsi. La mia è una valutazione politica; e, comunque, la questione pregiudiziale è stata respinta.
Il Governo si accinge ora a modificare integralmente il testo. Signor Presidente, a tale proposito, le chiedo come possa fare il gruppo di Alleanza Nazionale a riproporre sul nuovo testo la questione di incostituzionalità. Ai sensi del Regolamento sappiamo che ciò non è possibile, essendo scaduto il termine per proporre la questione pregiudiziale di costituzionalità, ma d'altra parte dobbiamo considerare anche l'atteggiamento del Governo che preclude all'Aula la possibilità di valutare pregiudizialmente la costituzionalità del provvedimento in esame.
Credo, signor Presidente, che lei debba affrontare immediatamente tale questione, riunire la Giunta per il Regolamento e verificare quali siano i modi concreti affinché non venga sottratto all'Assemblea, alla minoranza e al gruppo Alleanza Nazionale, che formalmente glielo chiede, il diritto a che il Parlamento esprima un voto sulla legittimità costituzionale in via pregiudiziale del provvedimento che il Governo intende sottoporci.
Altrimenti, si verificherebbe un vulnus, apparentemente «salvato» in termini di Regolamento, ma che - dovrà darmi atto di ciò, signor Presidente - nella sostanza esiste, è forte e diventa inaccettabile nel momento in cui la questione di fiducia non viene posta al termine di un lungo dibattito, non viene posta come stato di necessità, ma viene posta - posso sospettarlo - per sottrarre al Parlamento il giudizio di costituzionalità sul provvedimento in esame.
Altrimenti, ciò significherebbe che la questione di fiducia è stata posta per motivi che dovrebbero comportare, non il voto di fiducia, bensì le dimissioni dell'attuale Governo. Tertium non datur: o la fiducia è posta per evitare tale giudizio di legittimità costituzionale oppure perché il Governo non ha più una maggioranza e, allora, farebbe bene ad andare a casa.
In conclusione, sottopongo al Presidente della Camera la richiesta sopra illustrata, e mi aspetto una risposta non solo formale ma anche sostanziale affinché non sia precluso al Parlamento e al gruppo Alleanza Nazionale questo diritto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Deputato La Russa, ho ascoltato, con l'attenzione che meritava, la sua argomentazione. Vorrei ricordarle, sebbene non ve ne sia bisogno, che non è proprio possibile effettuare questa distinzione, anche dal punto di vista concettuale, tra l'ordinamento, la forma e la sostanza medesima. Lei sa e mi insegna che su questa strada si possono battere vie pericolose, dunque la forma va assolutamente salvaguardata perché si tratta di un elemento di garanzia per tutti.
Del resto lei è stato così corretto da riconoscere che, dal punto di vista letterale, l'interpretazione fornita dalla Presidenza risulta assolutamente incontestabile. L'articolo 40 del Regolamento, che lei ha citato, dice espressamente che la questione pregiudiziale, in questo caso di costituzionalità, Pag. 36è quella secondo cui - in tal modo rispondo anche al deputato La Malfa - un dato argomento non debba discutersi, e perciò è in discussione la pregiudiziale che investe l'intero procedimento proposto; essa non riguarda gli articoli né gli emendamenti, e ricordo che, nella stessa definizione, il maxiemendamento è un emendamento.
Tuttavia, come le ho detto, siccome non sono alieno da considerare la sostanza, pur non essendo possibile agire in opposizione alla forma, penso che la Giunta per il Regolamento debba essere investita in futuro di questa condizione, in modo che, se oggi Regolamento e prassi non consentono che decidere come abbiamo deciso, per il futuro si possa considerare il problema che lei ha posto.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne fa facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, il testo prodotto dal lavoro della XI Commissione deve rappresentare il Parlamento. Non credo che il Governo possa calpestare in questo modo quanto è stato definito da una Commissione parlamentare. Nel momento in cui un testo che giunge in Assemblea annulla quello originariamente presentato dal Governo e quello prodotto dalla Commissione, ritengo che l'onorevole La Russa abbia ragione - lo dico a nome dei deputati de La Destra - quando afferma che deve essere restituita al Parlamento la possibilità di ripresentare una questione pregiudiziale di costituzionalità.
Quanto stiamo affermando, onorevoli colleghi, attiene ad una vita parlamentare normale e ordinaria, ma quando vi è la volontà politica, per consentire al Governo di resistere qualche settimana in più, di delegittimare il Parlamento, credo che ai deputati dell'opposizione si presenti un momento difficile, nel quale devono decidere se continuare a fare le comparse o, invece, richiamare l'opinione pubblica a quanto sta avvenendo in questo ramo del Parlamento. Perché rimanere in Aula nel momento in cui tutto il lavoro dei deputati viene calpestato?
Quando si parla dell'impegno svolto dalla Commissione, si parla dell'esame degli emendamenti, di lavoro, di presenza, di ore e ore che non possono essere cancellate. Perché partecipare ai riti del voto di fiducia, onorevoli colleghi dell'opposizione? Se la votino da soli la questione di fiducia!
Usciamo dall'Aula, perché gli Italiani vedano come questi signori stanno calpestando le regole della democrazia. Perché, in conclusione, l'opposizione non valuta l'ipotesi di lasciare in Aula i soli deputati della maggioranza? Quanto sta avvenendo è vergognoso e indecoroso! Dunque, o vi è un'intesa sotterranea tra la maggioranza e l'opposizione per celebrare tali riti o, altrimenti, l'opposizione deve rompere questo stato di cose.
Credo che sia maturo il tempo di abbandonare l'aula e di lasciare soli i deputati della maggioranza per procedere con questi riti che sono realmente indecenti.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, le volevo rivolgere una domanda in ragione della questione di fiducia che è stata preannunciata. Se ricordo bene, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, il Governo aveva chiesto che sul provvedimento al nostro esame si applicassero le disposizioni dell'articolo 123-bis del Regolamento della Camera, vale a dire le disposizioni che assegnano a un disegno di legge collegato un certo tempo di discussione.
Oggi ci troviamo di fronte ad una condizione che supera una deliberazione precedente voluta dal Governo. Mi riferisco alla definizione, stabilita con una procedura ad hoc che il nostro Regolamento consente per l'esame dei disegni di legge collegati alla legge finanziaria, di un certo Pag. 37periodo di tempo per deliberare sul provvedimento, tempo che il Regolamento prevede sia almeno di tre giorni.
Avevamo discusso se fissare, per la chiusura dell'esame, il giorno 28, il 29 o il 30 e si era deciso per il 29. Inoltre, le ricordo che il mio gruppo aveva chiesto che della questione fosse investita l'Assemblea attraverso l'espressione del voto e non la Conferenza dei presidenti di gruppo con una deliberazione all'unanimità: la Lega Nord Padania, infatti, sarebbe stata assolutamente contraria.
Dunque, la domanda che le sottopongo è come interpreta le disposizioni previste dall'articolo 123-bis che, in questi casi, prevedono un vaglio di ammissibilità in V Commissione per deliberare eventuali stralci delle disposizioni non compatibili con la manovra finanziaria dato che, nel contempo, si versa in una situazione in cui opera la valutazione ordinaria di ammissibilità dell'emendamento sul quale è posta la questione di fiducia.
Quindi, si convoca anche la V Commissione per l'esame di competenza o stabiliamo che prevalga la procedura sull'esame di ammissibilità dell'emendamento sul quale è posta la questione di fiducia? Questa è una deliberazione che riguarda il «contenitore» che ci siamo dati al comma 1 dell'articolo 123-bis, a cui si aggiunge il comma 2 per quanto riguarda le procedure.
Faccio riferimento all'ultimo comma dell'articolo ponendo una questione che si interfaccia con le condizioni di natura politica e pregiudiziale che, comunque, hanno già esposto i colleghi La Russa e Vito; le chiedo, quindi, se attraverso questa combinazione di disposizioni, vi sarà tra qualche ora la valutazione delle ammissibilità anche in ragione dei pronunciamenti che sui disegni di legge collegati alla legge finanziaria deve fare la Commissione bilancio. Ebbene, la sospensione delle attività delle Commissioni in ragione dell'annunciata questione di fiducia, ammetterebbe la convocazione della V Commissione, in ragione di questa disposizione regolamentare che è richiamata all'articolo 123-bis.
Si tratta, a mio avviso, di una forzatura di carattere regolamentare - mi auguro che nelle prassi parlamentari vi sia un dispositivo che offra una risposta - ma denuncia un fatto politico, signor Presidente, perché la responsabilità di questa situazione è nelle sue mani.
Noi non possiamo, per la seconda volta consecutiva, affrontare l'esame in Commissione su un testo che, in maniera assolutamente arbitraria, o non viene discusso o non viene emendato o viene affrontato attraverso la posizione della questione di fiducia che esautora in maniera completa l'Assemblea del Parlamento. Questo è un argomento antico, ma vorrei lasciare agli atti del Parlamento la considerazione per la quale anche le condizioni politiche cui ha fatto riferimento il collega Vito sono comunque soggette alle regole che lei, in ogni caso, deve far rispettare. Inoltre, non può trascurare le dichiarazioni che, ad esempio, oggi pronuncia il segretario dei socialisti Enrico Boselli, ossia che, in ragione di un mancato accordo, da oggi una componente di questa maggioranza si ritiene libera da qualunque mandato politico. Questa, infatti, è una «fiducia» di carattere politico che, ancora una volta, non consente di affrontare nel merito una misura che, dopo avere ricevuto - ed è peraltro discutibile - una legittimazione sul piano popolare e mediatico, viene oggi sconfessata dalla stessa maggioranza in un'Aula parlamentare in quanto detta maggioranza non affronta la materia. La responsabilità politica di queste forzature è sua, Presidente Bertinotti: io pretendo il rispetto delle disposizioni regolamentari senza questa «sommatoria di sottrazioni» ad una procedura parlamentare che, comunque, deve avere il suo corso e la sua praticabilità in concreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Deputato Gibelli, lei ha ragione di pretendere l'applicazione del Regolamento e ciò, infatti, è quanto la Presidenza compie. Inviterei, pur rispettando interamente le considerazioni che vengono svolte, a tenere separati, agli effetti stessi dell'andamento del nostro lavoro e della legittimità delle decisioni che Pag. 38vengono prese, come ho già risposto al presidente La Russa, gli argomenti riguardanti valutazioni politiche e comportamentali da quelli regolamentari. L'articolo 123-bis, da questo punto di vista, è inequivoco e, infatti, la prassi è senza eccezioni.
È la Presidenza che esprime il vaglio di ammissibilità e che stabilisce se siano state introdotte parti estranee rispetto a quelle suscettibili di essere ammesse. Allo stesso modo, è prerogativa del Governo ricorrere alla fiducia che, una volta esercitata, supera le procedure ordinarie, dando luogo ad una specifica forma di procedura prevista per la fiducia medesima. Dunque, siamo nel pieno rispetto dell'applicazione del Regolamento.
Naturalmente vale anche per lei quanto ho già affermato in precedenza: stanno emergendo problemi complessi, che ritengo meritino una riflessione da parte della Presidenza e della Giunta per il Regolamento.
Prima di sospendere la seduta, vorrei salutare gli allievi e gli insegnanti della scuola media Tito Minniti di Napoli, che saluto a nome dell'Assemblea e della Presidenza e che ringrazio per essere presenti nelle tribune (Applausi).
Al fine di procedere al vaglio di ammissibilità del testo, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,30.
La seduta, sospesa alle 15,40 è ripresa alle 16,55.
PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha depositato l'emendamento 1.100 (vedi l'Allegato A - A.C. 3178
sezione 5), sostitutivo dell'articolo 1 del disegno di legge, n. 3178-A, e soppressivo dei restanti articoli (da 2 a 37) e delle allegate tabelle, preannunziando l'intenzione del Governo di porre la fiducia sulla sua approvazione.
La Presidenza ha svolto il vaglio di ammissibilità su tale proposta emendativa, verificando che essa riproduce in larga parte il testo elaborato dalla Commissione recependo le condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, poste dalla Commissione bilancio nel parere reso in data odierna e di cui si è già dato conto.
L'emendamento, pertanto, deve ritenersi ammissibile.
Come preannunciato il testo sarà trasmesso alla Commissione competente, nonché alla Commissione bilancio.
Per consentire un adeguato esame del testo, sospendo la seduta fino alle ore 18,45.
La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 18,55.
PRESIDENTE. Ricordo che il Governo ha presentato l'emendamento 1.100, sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo dei restanti articoli del testo e delle allegate tabelle, preannunziando la volontà di porre la questione di fiducia sull'approvazione di tale emendamento.
Ricordo inoltre che la Presidenza ha ritenuto ammissibile tale testo, che è stato trasmesso alla Commissione lavoro e alla Commissione bilancio, che ha espresso il prescritto parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 3178 sezione 4).
Avverto che a pagina 4 del testo medesimo, al comma 9, quinta riga, in fine, deve leggersi: «al comma 7» in luogo di «al comma 1 dell'articolo 28 della legge 28 dicembre 2001, n. 448».