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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 12,15).
(Iniziative in materia di assegnazione di quote latte ai produttori italiani - n. 2-00869)
PRESIDENTE. L'onorevole Marcazzan ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00869, concernente iniziative in materia di assegnazione di quote latte ai produttori italiani (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
PIETRO MARCAZZAN. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, credo di interpretare i sentimenti di tutti quando dico che la nostra agricoltura vive una fase di profondo disagio (è dinanzi agli occhi di tutti, purtroppo). Tale disagio dipende, probabilmente, anche dalla distanza e dalla poca volontà politica che si è voluta riservare a questo settore, così importante.
Tuttavia, nutro ancora la certezza che si possa - anzi, si debba - restituire alla nostra agricoltura il ruolo principe che le spetta e sono anche convinto che in futuro riusciremo veramente ad intraprendere questo cammino. Pertanto, non entreròPag. 4nei dettagli dell'interpellanza, perché sicuramente il rappresentante del Governo ha già avuto modo di leggerli precedentemente. Tuttavia, vorrei sottolineare che probabilmente siamo nelle condizioni, oggi, di porre fine ad almeno uno dei gravosissimi problemi che attanagliano il mondo agricolo: le quote latte. Ciò grazie alla decisione della Commissione europea, che ha deciso di innalzare del 2 per cento i quantitativi globali di ogni Paese membro. Mi domando, quindi, se non sia opportuno agire con tempestività per trovare una soluzione ottimale al purtroppo irrisolto problema delle quote latte, che ha suscitato tante e tante carenze nella nostra agricoltura e che ha procurato tante difficoltà ai nostri agricoltori, e, così operando, cominciare, quantomeno, a restituire alla nostra agricoltura un ruolo di vitale importanza, non solo per il nostro Paese, ma per l'Europa e per il mondo intero.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Guido Tampieri, ha facoltà di rispondere.
GUIDO TAMPIERI, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, grazie al cielo il disagio dell'agricoltura cui ha fatto riferimento l'onorevole Marcazzan è in fase di attenuazione. Da conoscitore attento del settore, quale egli è, saprà che siamo di fronte ad una lievitazione dei prezzi dei beni agricoli, che può essere variamente interpretata, nel rapporto tra la dimensione dell'agricoltura, e quindi del riconoscimento e della remunerazione del lavoro svolto dagli agricoltori, e la fase terminale del costo per gli italiani e per le famiglie.
Ciò non toglie che siamo in una fase di nuova tensione tra domanda e offerta, che deriva da fattori di pressione internazionale con un carattere e un'accelerazione decisamente inusitati e che ci fanno ragionevolmente presumere che i margini operativi per le imprese agricole possano strutturalmente trovare un beneficio nella nuova condizione che stiamo attraversando.
Per quanto riguarda invece il problema specifico che è stato sollevato in questa interpellanza, relativamente allo stato di disagio di una serie operatori, in primis di coloro cui ad un certo tempo venne tagliata una parte della quota B, ai medesimi originariamente attribuita, devo riconoscere che la ricostruzione degli eventi rappresentata nell'interpellanza stessa è assolutamente giusta, come mi pare corretta l'interpretazione del disagio che viene manifestato. Oggi anche in questo campo stiamo entrando in una fase diversa, determinata, come ho testé affermato, dal nuovo rapporto tra domanda e offerta. Assistiamo ad un'entrata in campo di Paesi importanti, di grande consistenza demografica. Assistiamo peraltro anche ad un mutamento significativo nel mix dei fattori di produzione di tali Paesi, e quindi anche nel settore del latte siamo di fronte ad una domanda esplosa nei confronti della dimensione dell'offerta; un'offerta che in Europa, come l'onorevole Marcazzan sa, era stata contenuta attraverso il sistema delle quote latte dal 1985. Si tratta di un sistema che aveva trovato precaria, problematica e talora incongrua applicazione nel nostro Paese, e che ha determinato una situazione di disagio tra tanti operatori.
Di fronte alla nuova situazione che si sta prospettando, appropriatamente e opportunamente l'Unione europea ha deciso di riconsiderare il problema. Essa, come la Commissaria Fischer Boel ci ha illustrato nella recente iniziativa di Brescia, comporta, allo stato delle cose, una piena liberalizzazione del settore dal 2015. Quindi, ogni imprenditore potrà liberamente determinarsi in rapporto alla domanda di mercato, e vi sarà una fase di avvicinamento, se così si può definirla, a quella condizione di liberalizzazione che prevede progressivi incrementi di quote e pertanto un processo che gradualmente vada nella nuova dimensione competitiva. Come esattamente è stato riportato nell'atto di sindacato ispettivo al nostro esame, si pensa di dar vita, a partire dalla prossima campagna lattiero-casearia, ad un innalzamento lineare del 2 per centoPag. 5dei quantitativi globali per ogni Paese membro. Devo dire che insiste tuttora sul tavolo dell'Unione europea una richiesta del nostro Paese intesa a non avere un incremento lineare, poiché siamo di fronte ad una condizione nella quale altri Paesi, come ad esempio la Danimarca, producono il 240 per cento del loro fabbisogno interno, e altri Paesi come l'Italia, grazie all'esito negoziale non felice di vent'anni fa, sono invece compressi in una dimensione produttiva che si aggira attorno al 60 per cento del proprio fabbisogno interno; quindi un incremento lineare non avrebbe un grande significato, anche perché la tensione alla produzione nel nostro sistema ci induce quasi sistematicamente a superare i limiti che ci sono stati assegnati, mentre vi sono altri Paesi che non raggiungono nemmeno la quota che è stata ad essi attribuita.
In ogni caso, pur persistendo la ricordata situazione, i rapporti di forza attualmente presenti all'interno dell'Unione europea lasciano presumere che il predetto 2 per cento sia l'innalzamento su cui si troverà una convergenza da parte di tutti gli Stati membri. Quindi, è appropriato il richiamo che ci viene rivolto, ad avere grande attenzione per tale situazione. Vorrei far presente che, ai sensi della legge n. 119 del 2003, il Governo dovrà codeterminare le proprie decisioni in materia, nel senso che la decisione passerà attraverso una disamina della Conferenza Stato-regioni, e dovrà esserci un'attribuzione alle singole regioni proporzionata alla dimensione produttiva che già vige all'interno dei territori.
Vi è già una scaletta di priorità, la prima fra le quali coincide esattamente con l'ipotesi sottoposta all'attenzione del Governo dall'onorevole Marcazzan, ossia privilegiare il recupero di coloro che, in precedenza, si sono visti ridurre la quota B. Vi sono poi altri criteri, come l'attribuzione delle quote ai giovani, ed altro. Dunque, dal punto di vista dell'orientamento generale manifestato, non posso che riprodurre il senso delle iniziative che il Ministro ha messo in campo, che presentano un orientamento marcatamente riferito alla quota B: una determinazione di carattere conclusivo, però, potrà essere desunta solo dal rapporto che instaureremo con le regioni, così come è previsto per legge, e dunque dalle determinazioni ultime della Conferenza Stato-regioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Marcazzan ha facoltà di replicare.
PIETRO MARCAZZAN. Signor Presidente, sono soddisfatto e ringrazio il sottosegretario per la chiarezza con la quale ha voluto rispondere a questa interpellanza urgente: confido naturalmente che continui con incondizionati interesse, entusiasmo e passione a trovare risposte opportune ai problemi che abbiamo evidenziato.