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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le politiche per la famiglia, il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali e il Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive.
(Misure per il rafforzamento della rete degli asili nido e delle politiche di conciliazione lavoro-famiglia - n. 3-01469)
PRESIDENTE. Il deputato Di Girolamo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Burtone n. 3-01469, concernente misure per il rafforzamento della rete degli asili nido e delle politiche di conciliazione lavoro-famiglia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.
Avverto che per un mero errore tipografico nell'ordine del giorno non risultano stampate le firme dei deputati Brandolini, Franci, Intrieri e Volpini.
LEOPOLDO DI GIROLAMO. Signor Presidente, in questo Paese i tassi di occupazione femminile sono estremamente bassi; ci collochiamo, infatti, nella parte più bassa dei dati dell'OCSE e non solo si fatica a trovare un lavoro, ma anche a mantenerlo in quanto una donna ogni cinque è costretta a lasciarlo dopo una gravidanza perché non ha né la rete di sostegno familiare né i servizi che possono assicurare la cura dei suoi bambini.
Questo Governo ha già fatto moltissimo nell'anno passato con la legge finanziaria per il 2007, attraverso il Fondo per la rete degli asili nido di 100 milioni di euro e le misure per la conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro, ma crediamo sia importante proseguire su questa strada per portare anche l'Italia verso l'obiettivo previsto da Lisbona del 33 per cento per l'anno 2010.
Chiediamo, dunque, al Governo quali siano le ulteriori iniziative che intenda promuovere.
PRESIDENTE. Il Ministro per le politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.
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ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, onorevoli interroganti, è stato giustamente affermato che il nostro Paese sta sprecando una risorsa molto importante e preziosissima, qual è appunto quella delle donne, per la mancanza del lavoro e per la difficoltà di organizzare una sana conciliazione tra la vita lavorativa e quella della famiglia.
L'attuale Governo ha iniziato a impegnarsi su questo fronte già con la legge finanziaria dello scorso anno con la quale ha stanziato complessivamente 600 milioni di euro per una rete di asili nido che è già stata messa a disposizione delle regioni, con le quali stiamo concludendo singoli accordi. Anche grazie al contributo dei fondi europei, tali risorse sono state concentrate in modo particolare nelle regioni meridionali che necessitano maggiormente di interventi e che registrano, al tempo stesso, pochi asili nido e una bassissima occupazione femminile.
Nel disegno di legge finanziaria per il 2008, grazie all'intervento della giustizia italiana, saranno stanziati 70 milioni di euro provenienti dalla confisca dei beni sottratti a chi aveva cercato di frodare e ha frodato i consumatori italiani con illeciti finanziari. Crediamo che questa sia una misura particolarmente significativa alla quale andrà aggiunto, da subito, lo stanziamento di 25 milioni di euro contenuti nel decreto fiscale. Quindi, raggiungeremo complessivamente altri 100 milioni di euro, grazie anche a un'ulteriore finalizzazione del Fondo per la famiglia.
Riteniamo che ciò non riuscirà a farci raggiungere gli obiettivi di Lisbona che prevedono una copertura per trentatré bambini su cento, ma contiamo di poterlo fare nei prossimi anni perché è una scelta compiuta da questo Governo per i bambini, per le donne e per la famiglia.
Tuttavia non ci siamo limitati a questo; vorrei ricordare, infatti, che il Fondo per la famiglia ha raddoppiato il finanziamento per i progetti di conciliazione ex articolo 9 della legge n. 53 del 2000, ha accelerato le procedure per l'esame dei progetti che vengono presentati e ha allargato la platea che ne può usufruire (piccole imprese, pubbliche amministrazioni)...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. ... e, soprattutto, ha aumentato la possibilità di usufruirne per congedi parentali, non solo per i bambini ma anche per gli anziani non autosufficienti. Riteniamo che ciò possa aiutare il nostro Paese a superare un indice negativo.
PRESIDENTE. Il deputato Di Girolamo ha facoltà di replicare.
LEOPOLDO DI GIROLAMO. Signor Ministro, la sua risposta ci soddisfa pienamente. L'iniziativa politica del Governo si è concretizzata dapprima con la creazione del Ministero per le politiche per la famiglia, che ha costituito un passo importante per valorizzare questa grande risorsa del Paese. Ritengo che le misure previste nella legge finanziaria precedente e quelle, da lei ora annunciate, previste nella legge finanziaria in discussione (con un alto valore etico, per l'utilizzo di risorse provenienti da frodi fiscali per un'iniziativa di alto valore sociale) diano il senso pieno della politica di questo Governo, che tende non solo a valorizzare la famiglia come nucleo fondamentale della società, ma anche a valorizzare una risorsa umana importante - quale quella femminile - che ha tassi di istruzione più alti, che raggiunge risultati migliori in termini scolastici e che, anche per le distorsioni del mercato del lavoro e per l'insufficienza del sostegno sociale, non riesce ad esprimere il proprio talento. Tale risorsa va pienamente utilizzata: ringrazio, pertanto, il Governo per il lavoro che sta svolgendo.
(Iniziative per la ratifica della Convenzione internazionale «Protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie» - n. 3-01475)
PRESIDENTE. La deputata Frias ha facoltà di illustrare la sua interrogazionePag. 28n. 3-01475, concernente iniziative per la ratifica della Convenzione internazionale «Protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Presidente, signor Ministro, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, il 18 dicembre 1990, la Convenzione internazionale «Protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie», che tende a integrare la legislazione vigente, soprattutto dell'Organizzazione internazionale del lavoro.
Il programma di Governo dell'Unione prevede, esattamente a pagina 251, non solo la ratifica della Convenzione, ma anche la promozione della stessa di fronte agli altri partner europei. Il nostro gruppo ha presentato una risoluzione presso la III Commissione (Affari esteri), chiedendo al Governo di aderire alla suddetta Convenzione. Il Governo ha risposto vincolando tale ratifica a quella di altri Paesi europei. Chiediamo se si possa vincolare un impegno del Governo - assunto con una Convenzione di tale importanza - alla legislazione di altri Paesi.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il programma di Governo, effettivamente, prevede una maggiore inclusione sul lavoro degli immigrati nell'ambito di politiche del soggiorno e della cittadinanza, tra le quali rientra l'attuazione della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, adottata nel 1990 dalle Nazioni Unite.
Il Governo, anche a seguito della risoluzione presentata in Commissione affari esteri nel luglio 2007, ha avviato un'attività istruttoria al fine di esaminare l'impatto che avrebbe una ratifica di tale strumento. L'accettazione di nuovi impegni internazionali da parte dell'Italia in materia migratoria non può, infatti, prescindere dal quadro europeo delle politiche migratorie, a seguito del Trattato di Amsterdam e della conseguente crescita del numero di direttive europee sul tema.
Le scelte degli altri Paesi dell'Unione europea riflettono anch'esse tale realtà. Finora, stando alla rilevazione effettuata dal Ministero degli affari esteri, nessun membro dell'Unione ha ratificato la Convenzione.
Il Governo è impegnato per altre vie a dare concreta attuazione ai principi difesi dalla Convenzione nel campo dei diritti umani fondamentali, della lotta allo sfruttamento dei lavoratori migranti, riconoscendo in maniera più ampia il principio di uguaglianza di trattamento. Questo impegno si concretizza sia in misure amministrative, sia in misure legislative. Per facilitare l'ingresso legale di lavoratori extracomunitari, offrendo una concreta alternativa all'irregolarità e al lavoro sommerso, sono state aumentate le quote di ingresso nel 2006 ed è stato predisposto un nuovo decreto flussi per il 2007, che permetterà nelle prossime settimane di avviare la procedura per 170 mila ingressi legali di lavoratori extracomunitari.
Inoltre, il disegno di legge sull'immigrazione, presentato dai Ministri Amato e Ferrero, opera nella direzione indicata, semplificando la gestione degli ingressi e della presenza straniera in Italia, facilitando l'incontro tra domanda e offerta di lavoro con meccanismi di ingresso più realistici, lottando contro la precarietà e l'occupazione irregolare e assicurando una politica di inclusione caratterizzata da pieni diritti, con l'introduzione del diritto di voto alle elezioni amministrative, oltre che di un sistema di gestione dei rimpatri più articolata, in funzione delle diverse situazioni personali, e più rispettoso dei diritti della difesa.
Il disegno di legge sulla cittadinanza è destinato a facilitare l'acquisizione della cittadinanza da parte dei bambini nati inPag. 29Italia e ad accorciare il tempo di attesa per la naturalizzazione degli adulti, in base alla durata del soggiorno.
Infine, il disegno di legge contro lo sfruttamento grave delle attività lavorative e dei lavoratori irregolarmente presenti sul territorio nazionale è già stato approvato dal Senato ed è in corso di discussione alla Camera. Questo insieme di misure delinea una politica organica di inclusione e protezione dei diritti dei lavoratori migranti, conforme al programma di Governo e agli impegni comunitari dell'Italia.
PRESIDENTE. La deputata Frias ha facoltà di replicare.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Ministro, mi dichiaro parzialmente soddisfatta della sua risposta. La parte positiva riguarda il percorso avviato per riconoscere questi diritti. La ringrazio per l'illustrazione di tutti i provvedimenti su cui il Governo sta lavorando, ma rimane la questione di una Convenzione che riguarda persone e non soltanto braccia. Desidero qui ricordare che gli immigrati partecipano all'economia di questo Paese per il 6 per cento del PIL e che, secondo i dati ISTAT, l'80 per cento degli immigrati regolari pagano regolarmente le tasse.
Vi sono un contributo e un'inclusione economica degli immigrati, che non corrisponde alle risposte sociali e culturali che vengono date. I Paesi che premono per la ratifica della Convenzione sono, nella maggior parte, quelli impoveriti dall'uscita di migranti, mentre i Paesi reticenti sono quelli di arrivo. Per i primi partono persone, mentre per i secondi arrivano «braccia».
Vi è una resistenza a riconoscere la persona e i membri della sua famiglia nella loro interezza, come soggetti di diritto. Ciò suscita molte perplessità nei confronti di una coalizione di Governo di centrosinistra, che si ispira ad alcuni valori. L'Europa è un ampio spazio di concertazione di politiche. Desidero ricordare che la maggior parte delle politiche dell'Unione europea relative all'immigrazione per due terzi affrontano questioni repressive.
L'Italia, che intende essere d'avanguardia su moltissimi aspetti, in questo caso darebbe un contributo di civiltà, se facesse da apripista per il riconoscimento delle persone nella loro interezza.
In pratica, la Convenzione non parla di diritti particolari, ma semplicemente affronta questioni come la non riduzione in schiavitù, i diritti alla vita e alla libertà di espressione, che non capisco quali resistenze possano incontrare, considerato che sono volte a riconoscere un minimo di tutela ad individui, in quanto esseri umani.
(Posizione del Governo in relazione a dichiarazioni riguardanti l'azione dell'Esecutivo - n. 3-01476)
PRESIDENTE. Il deputato Evangelisti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01476, concernente la posizione del Governo in relazione a dichiarazioni riguardanti l'azione dell'Esecutivo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
Il suo microfono non funziona, ma non dipende dalla Presidenza. Non sono io che le ho tolto la parola.
FABIO EVANGELISTI. Qui a pensare male si fa peccato, però...
«Un Governo nuovo, riformatore, capace di rappresentare una drastica alternativa a Berlusconi e di stabilire un rapporto profondo con la società e con i movimenti, a partire dai grandi temi della diseguaglianza, del lavoro e dei diritti delle persone: ecco, questo progetto non si è realizzato». Non sono le parole di un leader dell'opposizione, degli amici della Lega o di Alleanza Nazionale, e neanche quelle di un esponente, pur autorevole della maggioranza, che ha deciso di far mancare il proprio sostegno al Governo.
Quello appena citato è appunto un passaggio dell'intervista rilasciata ieri a la Repubblica dal Presidente della Camera, nonché autorevolissimo esponente di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, onorevole Fausto Bertinotti.Pag. 30
Alla luce di tali affermazioni, sorge naturale chiedersi e chiedere al Ministro per l'attuazione del programma di Governo quale fosse, dal punto di vista dell'Esecutivo, la posizione espressa in questo caso non si sa bene se dal leader di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea o dalla terza carica dello Stato.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FABIO EVANGELISTI. Ci domandiamo se abbia deciso di interpretare nel palcoscenico mediatico la parte del «cattivo» o voglia soltanto pungolare l'azione del Governo.
PRESIDENTE. Mi dispiace, deve concludere.
FABIO EVANGELISTI. Ho concluso: dietro tali parole cosa si nasconde? Qualcosa di più preoccupante?
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, ritengo che lei non abbia bisogno della mia difesa, quindi nel rispondere all'onorevole Evangelisti, pur nei margini di tempo a disposizione, mi limito a ricordare tre direzioni principali su cui ha operato il Governo negli ultimi mesi.
Innanzitutto, il rilancio delle politiche di crescita: si tratta della precondizione indispensabile per il rafforzamento di redditi e salari e per interrompere la stagnazione economica e la riduzione del reddito pro capite degli italiani. L'OCSE ci ha recentemente riferito che abbiamo perso ben nove punti percentuali, rispetto alla media dei Paesi europei, negli anni 2002-2005.
Nel 2007, per il secondo anno consecutivo, il PIL reale crescerà di circa due punti percentuali. Il tasso di disoccupazione oggi è al 5,9 per cento, ben al di sotto della media dei Paesi dell'area euro.
Posso qui richiamare solo alcune delle iniziative adottate per la crescita: riduzione di cinque punti del cuneo fiscale, riforma IRES con la riduzione di cinque punti e mezzo dell'aliquota legale, abbassamento delle aliquote IRAP, rafforzamento del credito di imposta per la ricerca. Posso aggiungere la ripresa degli investimenti infrastrutturali (lasciati in tanti casi fermi dal Governo precedente, privi di copertura finanziaria) e i 118 miliardi messi a disposizione del Mezzogiorno dal nuovo quadro strategico.
Sempre in tale quadro, citerei anche i pacchetti di liberalizzazione, noti come «pacchetti Bersani», che contribuiscono fortemente a contenere i costi sostenuti dai cittadini per banche, assicurazioni, telefonia mobile, farmacie e così via.
La seconda direttiva è stata il rafforzamento delle politiche di solidarietà e coesione sociale: la lotta alla precarietà è stata condotta con misure concrete, tese a privilegiare in modo netto l'assunzione di lavoratori con contratto a tempo indeterminato, con l'estensione dell'indennità di malattia e del congedo parentale per i lavoratori parasubordinati, con la lotta al lavoro sommerso e grazie a numerose altre misure contenute nella legge di recepimento del Protocollo sul welfare (penso alla copertura dei contributi per i precari e alle facilitazioni per il riscatto delle lauree).
Un maggior sostegno alle fasce più deboli e ai redditi più bassi è stato assicurato dalla rimodulazione delle aliquote IRPEF, dall'aumento della no tax area, dai contributi agli incapienti, dall'aumento alle pensioni più basse.
Lavoratori e famiglie sono stati sostenuti in modo più robusto grazie al rafforzamento del Fondo per le politiche sociali, alla costituzione dei fondi per gli asili nido, per gli anziani non autosufficienti e per le politiche giovanili.
Dopo anni di incuria tornano a prendere vigore le politiche per la casa, con un piano straordinario di edilizia residenziale popolare, con gli interventi per la riduzione dell'ICI e con gli incentivi fiscali per chi è in affitto.Pag. 31
In conclusione, voglio solo ricordare che tutti gli interventi e le riforme realizzate nei mesi passati sono stati accompagnati dal risanamento strutturale e dalla riqualificazione delle finanze pubbliche.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Aggiungo solo che il deficit pubblico è stato ridotto dal 4,4 al 2,4 per cento.
Ci siamo presentati con un programma di legislatura e lo stiamo attuando con gradualità, seguendo però con rigore una direzione di marcia: risanamento, crescita ed equità.
PRESIDENTE. Il deputato Evangelisti ha facoltà di replicare per due minuti.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sarei tentato di dichiararmi soddisfatto per quanto ho ascoltato, che però forse non era indirizzato a me, ma appunto al Presidente della Camera.
Infatti, da un altro punto di vista mi dichiaro assolutamente insoddisfatto, perché non si è evidenziato il dato politico ed istituzionale essenziale: mi riferisco all'inopportunità dell'intervista a cui ho fatto riferimento, proprio in virtù della carica istituzionale che l'onorevole Bertinotti ricopre.
Si tratta di un'intervista ancor più inadeguata proprio alla luce dell'operato e dell'azione di Governo che lei, signor Ministro, ha voluto ricordarci. Quell'intervista, a differenza di tante altre, mi è sembrata non centrata proprio perché questo Governo ha avviato un percorso di risanamento dei conti pubblici e una rinnovata azione di solidarietà e di sviluppo del sistema Paese. Credo che dobbiamo riconoscere la necessità di un equilibrio possibile solo grazie a compromessi (certo, compromessi alti), a concessioni e a rinunce che ciascuna forza politica - nessuna esclusa - ha dovuto e deve operare per il bene collettivo. Sono concorde, quindi, con lei rispetto ai risultati raggiunti e so anche che insieme condividiamo la necessità di fare molto altro ancora.
Tuttavia, da lei come Ministro per l'attuazione del programma di Governo, da lei come rappresentante del Governo e del Presidente Prodi, ci si sarebbe aspettato - o, almeno, mi sarei aspettato -, a nome dell'Esecutivo, ben altro richiamo, anche alla luce dell'anomalia registratasi con la fantomatica proposta di riforma elettorale che, dopo esser nata nelle segrete stanze del Partito Democratico, in queste ore ha raggiunto i presidenti delle Commissioni affari costituzionali di Camera e Senato direttamente dalla mano o dalla voce del segretario del partito di riferimento, in puro stile sovietico.
PRESIDENTE. La prego, dovrebbe concludere.
FABIO EVANGELISTI. Vi è la necessità di richiamare tutti all'osservanza di un atteggiamento più corretto e attento, in termini tanto mediatici e attinenti alla comunicazione quanto politici; ciò vale sia per il segretario Veltroni sia per il Presidente Bertinotti.
(Problematiche relative all'ordinanza del sindaco di Cittadella (Padova) in materia di iscrizione all'anagrafe di cittadini stranieri - n. 3-01477)
PRESIDENTE. Il deputato Dozzo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01477, concernente problematiche relative all'ordinanza del sindaco di Cittadella (Padova) in materia di iscrizione all'anagrafe di cittadini stranieri (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4), di cui è cofirmatario.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, il 21 novembre scorso il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Padova, il dottor Pietro Calogero, ha emesso un avviso di garanzia nei confronti del sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, ipotizzando il reato di usurpazione diPag. 32funzione pubblica previsto all'articolo 347 del codice penale. Signor Presidente, tengo a sottolineare che si tratta del codice penale.
Si tratta di un'ordinanza del sindaco che prevede una serie di condizioni per l'iscrizione all'anagrafe dei cittadini comunitari. Si prevede, anzitutto, che il cittadino comunitario sia in possesso di un alloggio che abbia i requisiti minimi di abitabilità; quindi, che abbia un reddito minimo sufficiente per soddisfare il proprio sostentamento; infine, che non presenti caratteristiche di pericolosità sociale e che, comunque, sia data comunicazione di tale eventuale pericolosità sociale alla prefettura e alla questura.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANPAOLO DOZZO. Data la giustezza di questa ordinanza, vorremmo chiedere al Governo cosa intenda fare in considerazione di questa iniziativa giudiziaria assunta dalla procura di Padova che noi riteniamo destituita di ogni fondamento.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, sulla base di quanto comunicato dal Ministero della giustizia, debbo anzitutto informare che il procedimento penale a carico del sindaco di Cittadella è tuttora nella fase delle indagini preliminari e che si basa sulle ipotesi di reato previsto all'articolo 347, comma 1, del codice penale (usurpazione di funzioni pubbliche). Queste sono le circostanze di fatto contestate all'amministrazione locale: l'istituzione di una commissione interna con il compito di esaminare le singole richieste d'iscrizione anagrafica da parte di soggetti aventi diritto di soggiorno nel territorio nazionale al fine di accertare, anche per acquisizione diretta di notizie e di informazioni, un presunto status di pericolosità sociale tale da porre a rischio il mantenimento e la salvaguardia dell'ordine e della sicurezza pubblica.
In tal modo, secondo l'autorità giudiziaria, verrebbe introdotto di fatto un subprocedimento caratterizzato dall'esercizio di funzioni spettanti esclusivamente agli organi dello Stato. In secondo luogo, l'accertamento della commissione è preventivo rispetto all'iscrizione anagrafica oggetto di un preciso diritto soggettivo così come è preventiva l'informazione che la stessa commissione deve fornire al prefetto e al questore.
Ciò premesso sul piano giudiziario, è difficile ignorare tuttavia che il sindaco di Cittadella ha affrontato un problema molto sentito, tanto è vero che anche altri amministratori locali del nord hanno adottato o stanno per adottare provvedimenti ispirati a finalità analoghe, ancorché strutturati diversamente dal punto di vista giuridico.
Su un piano più generale devo anche ricordare che il Ministero dell'interno ha opportunamente chiarito come la questione possa essere efficacemente e correttamente affrontata solo con la modifica della normativa europea. È indubbio infatti che la direttiva n. 38 del 2004 non consente di subordinare l'iscrizione ai registri anagrafici a condizioni diverse da quella relativa all'accertamento della disponibilità dei mezzi di sussistenza, richiesta al fine di non gravare sul sistema di assistenza dello Stato ospitante. Di conseguenza, non è possibile adottare ulteriori specifiche misure amministrative a livello locale.
Proprio per questi motivi il Presidente del consiglio insieme al Premier rumeno ha chiesto al Presidente della Commissione europea l'adeguamento della normativa comunitaria alle attuali diverse esigenze, e anche il Governo francese ha recentemente condiviso l'opportunità di iniziative congiunte in questo senso.
Tutto ciò premesso, il Governo non intende sottrarsi alle richieste di chiarimenti e di confronto formulate da più parti in questi ultimi giorni. Mi riferisco in particolare alla proposta, avanzata dal presidente dell'ANCI, di promuovere su questi temi un confronto in sede di Conferenza unificata, indubbiamente la sedePag. 33più opportuna per discutere dei poteri del sindaco quale ufficiale del Governo. Alla luce delle indicazioni che emergeranno in quel confronto potremo valutare eventuali iniziative da assumere.
PRESIDENTE. Il deputato Dozzo ha facoltà di replicare.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, senza nulla togliere al Ministro Santagata, vorrei farle notare che il Ministro dell'interno Amato non si è mai presentato in Aula per rispondere alle nostre interrogazioni. Naturalmente il «dottor Sottile» è impegnato in tutt'altre vicende.
Vorrei anche far notare che le istituzioni chiedono sempre e comunque ai sindaci una collaborazione, ma appena un sindaco offre la propria viene indagato. Per quanto riguarda la risposta fornita dal Governo, che ritengo formale, in essa non emerge un dato certo. Mi riferisco al fatto che comunque assistiamo ad un'invasione di cittadini, anche comunitari, al fatto che questi ultimi richiedono la residenza e l'iscrizione all'anagrafe dei comuni, e che la maggior parte di queste persone finisce per delinquere. Se un sindaco - che ritengo abbia emanato una giustissima ordinanza - poi per tale gesto viene indagato, di fronte a tutto ciò ho la netta sensazione che lo Stato venga a mancare.
Inoltre abbiamo la netta sensazione, purtroppo suffragata da dati reali, che comunque anche il decreto-legge che avete varato in materia di sicurezza si rivelerà una bolla di sapone, come abbiamo già visto altre volte (peraltro, in questi momenti stiamo assistendo ad una débâcle del Governo al Senato); comunque, l'incidenza che potrà avere questo decreto-legge sulla criminalità, come è noto, è nulla.
Inoltre, vorrei ricordare a chi ci ascolta che voi avete votato assieme ad altri partiti a favore dell'approvazione del provvedimento sull'indulto, misura che ha provocato la scarcerazione di migliaia di delinquenti che, guarda caso, sono tornati a delinquere sulle strade; in certi casi, purtroppo, si sono verificati fatti veramente eclatanti e molto gravi.
Signor Presidente, noi non usiamo il question time per attaccare la figura del Presidente della Camera, bensì per attaccare il Governo, considerate anche le regole di questa istituzione. Ci auguriamo pertanto che questo Governo cada al più presto perché non ne possiamo più. In particolar modo sono i nostri sindaci del nord, che hanno firmato simili ordinanze, a non poterne più di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Iniziative per l'annullamento governativo straordinario della delibera del comune di Venaria (Torino) con cui è stata conferita la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini - n. 3-01479)
PRESIDENTE. Il deputato Menia ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01479, concernente iniziative per l'annullamento governativo straordinario della delibera del comune di Venaria (Torino) con cui è stata conferita la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
ROBERTO MENIA. Signor Ministro, oggi ci occupiamo di un altro, ennesimo, caso di ordinaria follia istituzionale in Italia. Il 1o dicembre scorso il comune di Venaria, in provincia di Torino, ha ritenuto di conferire la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini.
Chi è Silvia Baraldini? È una ex terrorista, arrestata negli Stati Uniti, condannata a 43 anni di carcere per cospirazione e attività criminose, militanza in gruppi estremisti, banda armata, partecipazione a una rapina a mano armata ad un furgone portavalori che causò la morte di due poliziotti e una guardia privata.
Essendo una militante comunista molto simpatica a quella lobby che in Italia «comanda a bacchetta» e ci spiega perché ci dobbiamo commuovere, nel 1999 fu estradata, fu ricevuta come un'eroinaPag. 34dall'allora Ministro della giustizia Diliberto, quello che si vantava di aver tirato fuori dai polverosi depositi del Ministero la scrivania di Togliatti. Agli Stati Uniti si garantì che avrebbe scontato in Italia la pena e, invece, oggi godendo dell'indulto, è uscita ed è libera a tutti gli effetti.
PRESIDENTE. La prego di concludere, deputato Menia.
ROBERTO MENIA. Il comune di Venaria le concede ora la cittadinanza onoraria. Chiediamo al Governo quali provvedimenti intenda porre in essere per attivare la procedura di annullamento governativo straordinario, previsto dal Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, perché vi sono evidenti vizi di legittimità oltre che di opportunità.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, come è già stato ricordato dall'onorevole interrogante, voglio anch'io ricordare che Silvia Baraldini è stata detenuta in un istituto penitenziario italiano dal 1999 al 2001, data in cui il tribunale di sorveglianza di Roma le ha concesso il beneficio della detenzione domiciliare in seguito più volte prorogato.
Successivamente, con ordinanza del 21 settembre 2006, la Corte d'appello di Roma le ha condonato tre anni di reclusione, mettendola in libertà il 26 settembre 2006.
Venendo ora a quanto riferito dall'onorevole interrogante, il comune di Venaria Reale in provincia di Torino, con delibera consiliare del 7 maggio 2007, concedeva la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini.
In merito alla misura richiesta dall'onorevole interrogante non appare concretamente esperibile l'annullamento straordinario di cui all'articolo 138 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
La norma in questione trova fondamento in una grave violazione di legge da parte dell'ente locale, tale da incidere sull'intero assetto costituzionale. Infatti, l'annullamento governativo straordinario costituisce istituto di natura eccezionale che trae origine dall'obbligo gravante sul Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione, di assicurare il mantenimento dell'indirizzo politico nel quadro di unità e indivisibilità della Repubblica di cui all'articolo 5 della Carta.
In questo senso è orientata la prassi costante del Ministero dell'interno nel proporre l'annullamento ex articolo 138 del Testo unico, limitatamente a fattispecie di particolare gravità relative ad atti che introducono un vulnus nell'ordinamento perché contrari a norme e principi fondamentali. Ciò in quanto tale potere di annullamento costituisce non già una forma di controllo sugli atti di ultima istanza, bensì un atto di alta amministrazione attraverso il quale garantire la coerenza e l'unitarietà dell'ordinamento repubblicano nel rispetto dei principi costituzionali di autonomia e decentramento.
In ogni caso l'utilizzo dell'istituto in esame va opportunamente ponderato anche alla luce della riforma del Titolo V della Costituzione che, ispirandosi al principio di equiordinazione tra Stato e le altre dimensioni rappresentative della Repubblica, porterebbe conseguentemente ad escludere ogni intervento autoritativo dell'amministrazione statale sugli enti locali se non in presenza di gravi, persistenti e reiterate violazioni di legge.
Inoltre, il provvedimento di conferimento della cittadinanza onoraria afferisce più a profili di opportunità che a quelli di legittimità, non coinvolgendo alcuna questione legata all'unità nazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Menia ha facoltà di replicare.
ROBERTO MENIA. Signor Ministro, non sono ovviamente soddisfatto della risposta che ella ha inteso darmi, perché, citando Manzoni, lei mi ha ricordato molto l'avvocato «Azzeccagarbugli».Pag. 35
Il problema è che, sempre restando sulle memorie manzoniane, forse più che «Azzeccagarbugli» voi sembrate dei «Don Abbondio», coloro che hanno paura di dire come stanno i fatti e di agire di conseguenza. Ma non so quanto sia «donabbondismo» e quanto, invece, complicità ideale con ciò che ha fatto il comune di Venaria Reale; certo è vero, purtroppo, che, questo Governo e questa maggioranza, legata anche con i numeri, sono costretti non solo a strizzare l'occhio ma, talvolta, a fare anche di più. Anzi, hanno portato proprio in questo Parlamento ex terroristi o teppisti che dell'essere disobbedienti alla legge hanno fatto il loro principale motivo di orgoglio.
Tutto questo, in realtà, rappresenta la sovversione perenne di tutto ciò che l'ordinamento, invece, ci dovrebbe insegnare. Ritengo che il Governo della Repubblica abbia il diritto ed il dovere di far sì che quei principi generali che ci insegnano a distinguere il bene dal male, che ci dicono cosa è giusto e cosa è sbagliato, che ci dicono che la legge si rispetta, che la cittadinanza onoraria si conferisce agli eroi e non ai terroristi, vengano rispettati. In questa Italia, che voi ci consegnate, dei cattivi maestri e dei cattivi esempi, invece, diventano eroi i terroristi. È inutile, poi, che ci si pianga addosso se un rumeno che uccide quattro persone diventa testimonial per una marca di jeans, quando il Governo stesso dà, in tutta evidenza, lo stesso esempio. In questa Italia, i terroristi vengono premiati. Come afferma il presidente dell'Associazione nazionale vittime del terrorismo: «Non ci possiamo sottrarre a questo ennesimo gesto deprecabile...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO MENIA. ...oltre al Parlamento che al suo interno vede ex terroristi, anche le istituzioni locali continuano a riabilitare chi, in passato, ha percorso idee costate sangue e morte (...)». Il Governo non ha il coraggio di dire - come dovrebbe - che chi ha insanguinato le strade del nostro Paese o di altri Paesi non solo non è degno della cittadinanza onoraria, ma dovrebbe fino in fondo scontare le sue pene (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
(Iniziative per dotare di una sede appropriata il commissariato di pubblica sicurezza di Castelvetrano (Trapani) - n. 3-01478)
PRESIDENTE. Il deputato Fundarò ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01478, concernente iniziative per dotare di una sede appropriata il commissariato di pubblica sicurezza di Castelvetrano (Trapani) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
MASSIMO SAVERIO ENNIO FUNDARÒ. Signor Presidente, signor Ministro, con questa interrogazione a risposta immediata ho voluto segnalare la vicenda che riguarda lo sfratto relativo alla sede del commissariato di polizia della città di Castelvetrano, in provincia di Trapani.
Tale vicenda presenta aspetti paradossali: Castelvetrano, che dovrebbe essere una delle città più controllate d'Italia, in quanto feudo del boss Matteo Messina Denaro considerato ai vertici di Cosa nostra, rischia di rimanere temporaneamente senza un presidio di polizia. Lunedì scorso, infatti, il tribunale di Palermo ha convalidato lo sfratto del commissariato, disponendo il rilascio dei locali al 30 giugno 2008.
Intendo sapere quali iniziative il suo Ministero intenda intraprendere per scongiurare tale esito, che rischierebbe di dare un segnale contraddittorio rispetto all'impegno del Governo nella lotta contro il fenomeno mafioso.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il commissariato di pubblica sicurezza di Castelvetrano è ubicatoPag. 36in uno stabile di proprietà privata, il cui contratto di locazione è scaduto in data 29 settembre 2002. A seguito di vari rinnovi, l'importo di locazione era stato fissato, da ultimo, in 38.500 euro. Il 9 marzo 2001, la proprietà ha formulato disdetta della locazione manifestando, comunque, la disponibilità al rinnovo del contratto, sulla base di un canone annuo rideterminato in regime di libero mercato. Le complesse trattative avviate a tal fine dalla prefettura di Trapani avevano portato, in sede di conciliazione amministrativa, ad ipotizzare il rinnovo della locazione in 65 mila euro. Tuttavia, la competente Agenzia del territorio, con parere del 26 luglio 2006, ha ritenuto congruo per l'immobile il pagamento di 35.200 euro annui per indennità extracontrattuale e di 46.300 euro annui a titolo di canone di locazione, una volta che fossero stati ultimati, da parte della proprietà, tutti i lavori manutentivi di cui l'immobile necessita.
Rifiutando tale determinazione, il proprietario, con atto del 24 ottobre scorso, ha quindi intimato lo sfratto per finita locazione, citando l'amministrazione anche per il risarcimento degli asseriti danni connessi all'occupazione sine titulo dell'edificio. Si precisa che nel periodo di occupazione successivo alla scadenza del contratto, l'amministrazione ha corrisposto alla proprietà apposita anticipazione delle indennità di occupazione dovute, calcolate sulla base dei pareri espressi dalla competente Agenzia del territorio.
La prefettura di Trapani ha riferito che da notizie assunte presso l'Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo risulta effettivamente che, come evidenziato dall'interrogante, lo sfratto nei giorni scorsi è stato convalidato dal giudice competente, con l'indicazione del 30 giugno 2008 quale termine per il rilascio dell'immobile.
Non appena si riceverà copia del verbale di convalida giudiziaria dello sfratto, peraltro recentissimo, l'amministrazione potrà valutare le eventuali ulteriori iniziative, compreso, qualora possibile, un ulteriore tentativo di accordo transattivo con la proprietà dell'attuale sede del commissariato di pubblica sicurezza. Nel frattempo, sono state intensificate le ricerche sul territorio di Castelvetrano per eventuali possibili sistemazioni, avviando anche specifici contatti con l'amministrazione comunale per l'individuazione di idonee soluzioni alternative.
Per quanto riguarda la realizzazione su un terreno confiscato alla criminalità organizzata di un immobile da destinare a nuova e definitiva sede del commissariato di pubblica sicurezza di Castelvetrano, si precisa che essa è oggetto di progettazione e finanziamento da parte del Ministero delle infrastrutture per un importo complessivo di 3 milioni di euro sul capitolo 7341 dello stesso dicastero. Acquisita la disponibilità dell'area in contrada Giallonghi, tale somma sarà erogata entro il 2008, una volta completata la costruzione ed eseguito il collaudo del fabbricato.
PRESIDENTE. Il deputato Fundarò ha facoltà di replicare.
MASSIMO SAVERIO ENNIO FUNDARÒ. Signor Presidente, prendo atto con soddisfazione che da parte del Ministero dell'interno vi è l'impegno di dare una risposta seria e adeguata alla vicenda. La popolazione della Sicilia e l'intera opinione pubblica nazionale non comprenderebbero né disinteresse, né ritardi.
Conosciamo bene lo stato di disagio delle forze di polizia, soprattutto al sud, per la scarsità e l'inadeguatezza delle risorse destinate allo svolgimento delle funzioni. Tuttavia, proprio mediante il pacchetto sicurezza e anche adesso mediante la legge finanziaria, la maggioranza ha predisposto un aumento di tali risorse. Pertanto, riteniamo che vi saranno risposte adeguate in tal senso.
Mi permetto di osservare che proprio in questo momento, in cui sono stati effettuati numerosi arresti di pericolosi latitanti, sarebbe un grave errore fornire un segnale contraddittorio nella lotta al fenomeno mafioso, anche in presenza di un altro evento rivoluzionario, cioè quello di Confindustria Sicilia che ha predisposto l'espulsione dei propri associati che paghino il pizzo.Pag. 37
Ritengo che solo recidendo i legami perversi tra la mafia, il sistema politico-finanziario e la politica ci si possa avviare verso una fondata prospettiva di vittoria contro il fenomeno mafioso. Pertanto, pensiamo che il Governo debba continuare con serietà in questa lotta in tutte le proprie articolazioni (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Iniziative in favore delle emittenti locali, con particolare riferimento alla situazione della Sardegna, in relazione al recente bando di gara sull'assegnazione delle frequenze per l'esercizio dell'attività televisiva - n. 3-01480)
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01480, concernente iniziative in favore delle emittenti locali, con particolare riferimento alla situazione della Sardegna, in relazione al recente bando di gara sull'assegnazione delle frequenze per l'esercizio dell'attività televisiva (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, signor Ministro, il bando di gara per l'assegnazione di 108 impianti di frequenze radiotelevisive consiste in una procedura a dir poco anomala. Infatti, le emittenti locali private vengono escluse non solo dall'assegnazione gratuita, ma anche dalla semplice possibilità di partecipare alla gara pubblica poiché le nuove frequenze vengono assegnate, di fatto, per lo più al gruppo Telecom Italia e al gruppo Espresso per completare le loro emittenti.
In particolare, per quanto riguarda la Sardegna è un fatto clamoroso che vengano completamente escluse le sedici frequenze che spetterebbero a quelle emittenti che hanno garantito per tanti anni il pluralismo e il diritto all'informazione e che vengono drasticamente messe fuori gara.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO SATTA. È evidente che così facendo si pone in essere un grave atto di ingiustizia. Pertanto, signor Ministro, vorrei sapere quali seri provvedimenti verranno presi per garantire un clima di giustizia.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il bando di assegnazione delle frequenze televisive libere, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 134 del 2007, è stato adottato in esecuzione della sentenza del TAR del Lazio del novembre 2006 che, accogliendo un ricorso delle emittente televisiva in ambito nazionale Rete A, ha richiesto al Ministero delle comunicazioni di mettere a disposizione, attraverso procedure competitive pubbliche, eventuali frequenze disponibili, in modo da garantire il raggiungimento del minimo di copertura territoriale previsto dalla normativa (80 per cento del territorio) a tutte le emittenti televisive nazionali, allo scopo di mettere in condizione di operare una pluralità di soggetti tendenzialmente equivalenti dal punto di vista tecnico ed economico.
Poiché nel settore televisivo le emittenti locali non sono equivalenti alle emittenti nazionali, né dal punto di vista tecnico né economico, il mercato può ritenersi integrato se viene consentito ai concorrenti o equivalenti deboli, nella fattispecie le emittenti nazionali, di avere le medesime condizioni dei concorrenti più forti, aventi copertura territoriale e frequenza.
Tuttavia, in sede di stesura del bando, dopo aver considerato quanto sopra affermato dal TAR, cioè l'impossibilità, da parte delle emittenti locali, di partecipare alla procedura competitiva di assegnazione delle frequenze libere, è stato deciso di inserire, nello stesso bando, l'articolo 19. Con tale articolo viene precisato che le frequenze non assegnate e aggiudicate ed eventuali ulteriori risorse che dovessero rendersi disponibili saranno oggetto di successive procedure competitive aperte a tutti i soggetti legittimamente operanti nel settore televisivo.Pag. 38
In proposito, nel sottolineare che è la prima volta che in Italia vengono adottate procedure competitive pubbliche trasparenti e non discriminatorie per l'assegnazione di frequenze televisive, si fa presente che le assegnazioni conseguenti al bando non precostituiscono un diritto per il futuro in quanto tutte le frequenze attualmente detenute dagli operatori (anche quelle acquisite con la procedura di gara in questione) saranno oggetto del processo di razionalizzazione che porterà all'adozione del nuovo piano digitale da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
In merito al problema relativo allo switch-off della Sardegna, che investirà anche le emittenti televisive locali della regione, si evidenzia che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al momento dell'adozione del bando (novembre 2007), non aveva ancora emanato la delibera di revisione del piano di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale.
PRESIDENTE. Signor Ministro, deve concludere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Una volta emanato tale piano di assegnazione da parte dell'Autorità si procederà alla riassegnazione delle risorse di piano riservando, a norma di legge, un terzo di tali risorse all'emittenza locale.
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di replicare.
ANTONIO SATTA. Signor Ministro, lei praticamente ha recitato sommessamente, con un tono pacato, il de profundis per queste emittenti private. Viene fuori - francamente con molta chiarezza - che ormai si devono arrangiare, che hanno fatto il loro tempo; adesso va lasciato spazio a coloro i quali sono già grandi, facciamoli diventare più grandi e, quindi, completiamo l'opera volta a far sì che l'80 per cento della copertura venga assicurata.
È strano, però, che proprio in Sardegna, signor Ministro, lo switch-off del 28 marzo si sta realizzando grazie all'impegno delle emittenti private, che adesso bloccano tutto. Pertanto questo appuntamento non andrà in porto e mi auguro soltanto che il tavolo con le emittenti private che l'Autorità ha proposto al Ministero possa dare i frutti sperati, nel senso che non possiamo, in un Paese libero e democratico, chiudere le porte a coloro i quali hanno garantito per anni un'informazione ed un pluralismo di informazione con grande sacrificio e grandi costi.
È assurdo che queste frequenze, che hanno sempre dato la possibilità a queste emittenti di diffondere i loro messaggi, le cronache e le informazioni in tutta l'isola, debbano scomparire. È davvero un fatto che non è possibile accettare e mi auguro che questo bando venga bloccato e che l'Autorità dia ancora maggiore forza alle richieste che hanno avanzato le emittenti private.
(Iniziative per un progetto organico di misure a favore delle giovani generazioni - n. 3-01481)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01481, concernente iniziative per un progetto organico di misure a favore delle giovani generazioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, parlo a nome del Nuovo PSI, quel partito che non è con l'Unione, è all'opposizione ed ha come segretario Stefano Caldoro: parlo a nome di quei socialisti riformisti, quindi, cui interessano le politiche giovanili, che in Italia faticano a svilupparsi.
Non ci sono leggi nazionali in materia, non c'è un disegno organico che preveda azioni dello Stato nei confronti delle nuove generazioni; c'è una sorta di assistenzialismo, piuttosto che una proposta politica sulla ricerca e sulla promozione dei valoriPag. 39forti e un'attenzione a facilitare l'accesso dei giovani alla casa, al credito, all'informazione, al lavoro e all'impresa.
Vorrei pertanto sapere, signor Ministro, quali iniziative intenda intraprendere, in che modo intenda intervenire per evitare i danni che le giovani generazioni subiranno per la mancanza di una politica organica sulle questioni giovanili...
PRESIDENTE. Deputato Barani, concluda.
LUCIO BARANI. ...e sulle conseguenze che avrà, per i giovani, il Protocollo sul welfare e per evitare l'accusa di «olocausto economico-generazionale» che sarà formulata al suo Ministero per le politiche giovanili a partire dai prossimi decenni.
PRESIDENTE. Il Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive, Giovanna Melandri, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNA MELANDRI, Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. Signor Presidente, l'istituzione di un Ministero per le politiche giovanili e l'assunzione per la prima volta nel nostro Paese, con il DPEF del 2006, di un piano nazionale giovani rappresentano una prima risposta all'esigenza di agevolare l'accesso delle giovani generazioni alla casa, al lavoro, all'impresa, al credito e alla cultura.
L'impegno di questo Ministero è rivolto alla qualificazione generazionale dell'intera azione del Governo ed è finalizzato al rafforzamento dell'autonomia e della responsabilità delle giovani generazioni, in un'ottica che considera le politiche giovanili non già come politiche assistenziali, ma piuttosto destinate a tagliare trasversalmente tutte le politiche nazionali.
Nella scorsa legge finanziaria vi sono interventi per sostenere la formazione, la ricerca, la creatività dei giovani e soprattutto l'aumento dell'occupazione a tempo indeterminato. Grazie allo stanziamento di 130 milioni di euro annui per il Fondo per le politiche giovanili sono stati programmati interventi sul territorio che, in ragione dell'effetto moltiplicatore derivante dal cofinanziamento con le regioni, produrranno investimenti per complessivi 360 milioni di euro nel triennio 2007-2009.
Inoltre, voglio ricordare la prima edizione del concorso «Giovani idee cambiano l'Italia» volto a finanziare idee progettuali presentate da gruppi di giovani, la creazione di un fondo di garanzia per il credito agevolato ai giovani per l'attività di formazione universitaria e post-universitaria, l'acquisto di personal computer e di servizi di connettività veloci, cui sta per seguire, nei prossimi giorni, la sottoscrizione di un apposito protocollo con l'ABI.
Interventi importanti sono stati avviati anche sul fronte dell'accesso alla casa. Rammento la previsione contenuta nella legge finanziaria 2007 in ordine all'agevolazione fiscale per gli studenti universitari fuorisede e le importanti agevolazioni fiscali, fino ad un massimo di 900 euro annui per tre anni, previsti in questa finanziaria e rivolti alla generazione «mille euro» che tra i 20 e i 30 anni decidono di rendersi autonomi da un punto di vista abitativo. Ma molto potrà essere realizzato ancora, su questo delicato tema, attraverso la redazione del piano nazionale per la casa, cui il Governo sta lavorando e che dovrà dare assoluta priorità a iniziative concrete per assicurare un'offerta di case low cost destinate in locazione ai giovani.
Ritengo sia doveroso, infine, un riferimento ai contenuti del Protocollo sul welfare in favore dei giovani. Penso innanzitutto alla previsione dei tre fondi di garanzia destinati alla agevolazione del credito ai giovani lavoratori autonomi, all'incentivazione della capacità innovativa dei giovani e, infine, al sostegno delle attività intermittenti dei lavoratori parasubordinati, che potranno accedere ad un credito fino 600 euro mensili per compensare le cadute di reddito collegate alle attività intermittenti.
Penso, inoltre, alle agevolazioni introdotte per il riscatto della laurea, all'ampliamento della durata dell'indennità ordinaria di disoccupazione e del relativo importo (i nuovi ammortizzatori sociali) ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
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GIOVANNA MELANDRI, Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. ... alle forti limitazioni introdotte alla possibilità di stipulare contratti a termine.
Personalmente, in conclusione, ritengo che da tali risultati concreti potranno essere pensate e realizzate molte altre iniziative. Credo, personalmente, che sia giunto il momento di sottoporre al Parlamento e alle parti sociali una riflessione più attenta e concreta su possibili interventi di sostegno, anche economico, ai giovani precari o in cerca di occupazione e comunque senza redditi sufficienti a garantire loro un regime di vita libero e dignitoso, nel pieno rispetto dell'articolo 36 della Costituzione.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. La ringrazio, signor Ministro, per il tentativo di giustificare il suo Ministero. In realtà, non ci è riuscita. Non è rimandata a settembre, ma è bocciata.
Lei ha dimostrato, leggendo quanto ha enunciato, che il Ministero che presiede non serve. È sufficiente l'Agenzia nazionale giovani (cui tra l'altro avete attribuito 56 milioni di euro per assumere una ventina di precari e che è guidata da una persona di 46 anni) per portare avanti le politiche giovanili. Lei rappresenta il ventiduesimo Ministero e in questa occasione ci ha raccontato quali compiti svolgono gli altri Ministeri. Ma, sicuramente il pubblico impiego non può essere utilizzato come ammortizzatore sociale per e nell'interesse dei giovani.
Inoltre, il previsto riscatto della laurea serve solo a finanziare i trattamenti di quiescenza di coloro che andranno in pensione precocemente.
Quindi si tolgono ai giovani anche quei pochi soldi che hanno per il riscatto della laurea, che non serviranno per la loro pensione, ma per quella degli altri.
Signor Ministro, ritengo che l'Europa abbia ragione quando dice chiaramente che l'Italia è agli ultimi posti per il numero di giovani tagliati fuori sia dal mercato del lavoro, sia dai processi di formazione e per la differenza esistente tra uomini e donne in termini di occupazione.
Sono questi alcuni degli elementi che si evincono dal rapporto «Occupazione in Europa», pubblicato dalla Commissione europea. Basti pensare a come il sacrificio contributivo previsto dal Protocollo sul welfare inciderà in modo negativo sui redditi senza corrispondere alcuna garanzia in termini previdenziali per i giovani.
PRESIDENTE. Deputato Barani, concluda.
LUCIO BARANI. Quindi, signor Ministro, è necessario voltare pagina sulla politica giovanile e finirla con l'assistenzialismo. I giovani hanno bisogno di un futuro certo, sicuro e migliore, non quello che gli sta dando questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e Forza Italia).
(Orientamenti del Governo in merito all'eventuale proroga della gestione commissariale dell'emergenza rifiuti in Campania - n. 3-01470)
PRESIDENTE. Il deputato Aurisicchio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto n. 3-01470, concernente orientamenti del Governo in merito all'eventuale proroga della gestione commissariale dell'emergenza rifiuti in Campania (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, in Campania si riacutizza l'emergenza rifiuti. Gli impianti CDR continuano a produrre ecoballe che non possono essere bruciate, non possono essere smaltite, ma devono essere stoccate. La situazione è destinata ad aggravarsi, perché sta per chiudere il sito di Giugliano in Campania e non sono stati approntati nuovi siti.
Il commissariato finora ha agito con grande approssimazione. Sono stati individuati siti, come quello di Preturo ePag. 41Chianche, in provincia di Avellino, che insistono in area franosa, in adiacenza al fiume Sabato e nel mezzo di vigneti specializzati dove si produce uno dei più noti vini del mondo, il Greco di Tufo, o come quello di Morcone, a ridosso della diga di Campolattaro, o siti chiaramente impraticabili, come quello di Poggioreale.
PRESIDENTE. Deputato Aurisicchio, concluda.
RAFFAELE AURISICCHIO. Le proteste sono state forti in tutta la Campania. Ad esse il commissario ha risposto ipotizzando addirittura l'uso della forza per imporre le decisioni. Così l'emergenza si perpetua...
PRESIDENTE. Deve concludere.
RAFFAELE AURISICCHIO. ... mentre si profila l'ennesima proroga dei poteri commissariali. Ci pare necessario acquisire su tutto questo la posizione del Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, l'8 novembre scorso ad Avellino si è svolta una riunione presso la prefettura nel corso della quale è stata esaminata la problematica relativa allo stoccaggio di ecoballe di Petruro Irpino.
Il presidente della provincia, nel rivendicare la competenza nell'individuazione dei siti da adibire a discarica, ha comunicato il risultato di uno studio geologico dal quale si rileva che tutto il territorio del comune non è idoneo. L'ipotesi di utilizzare il sito di Lioni, ritenuto adatto per questa esigenza, è stata poi abbandonata alla luce del sequestro della zona da parte dell'autorità giudiziaria.
Al momento è in corso un'attività di monitoraggio del territorio volta alla ricerca di ulteriori siti alternativi a quello di Petruro Irpino. Il commissario delegato per l'emergenza rifiuti lo scorso 23 novembre ha disposto di avviare, d'intesa con la provincia, un'ulteriore ricerca di un'area utile a questa esigenza e si è in attesa dei necessari approfondimenti del caso.
Per quanto riguarda il sito di Morcone, a causa della sua insufficienza e delle problematiche di sicurezza per i lavoratori, si sta valutando di stoccare le ecoballe in Casalduni, dove è presente una fungaia dismessa in corso di requisizione da parte del commissario straordinario. Questa ipotesi avrebbe il vantaggio di diretto trasferimento delle ecoballe nel sito adiacente all'impianto ex CDR (combustibile derivato dai rifiuti). Il commissario delegato, d'intesa con i Ministeri competenti, ha anche avviato alcune iniziative per ridurre progressivamente la produzione di ecoballe e per avviare il processo del loro trattamento, così da renderle utilizzabili alla ricomposizione morfologica delle cave.
Preciso che la particolare esposizione della regione Campania ai fenomeni di criminalità ambientale ha condotto le forze di polizia ad intensificare l'impegno sul versante delle indagini giudiziarie e su quello delle investigazioni preventive, sia con riguardo all'aggiudicazione degli appalti dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, sia a quello di espletamento di tali servizi.
Voglio sottolineare che il Commissario delegato sta garantendo dall'inizio del suo mandato il funzionamento del sistema del ciclo dei rifiuti nella regione Campania (che ha raggiunto uno stato di emergenza conosciuto a tutto il Paese e al Parlamento) grazie ad una costante e non facile attività di mediazione con tutti i soggetti coinvolti.
Sotto il profilo strettamente finanziario, il pagamento delle attività di smaltimento ricade da agosto completamente sul Commissario di Governo e sui fondi stanziati dal Governo, in presenza di una morosità dei comuni della regione, oltrePag. 42che del sequestro dei conti disposto dall'autorità giudiziaria nei confronti delle ex affidatarie Fibe e Fibe Campania.
Nel condividere, a nome del Governo, l'auspicio degli interroganti di un rapido ritorno alla gestione normale ed ordinaria, non si può tuttavia allo stato escludere l'esigenza di un rinnovo di una proroga al Commissario, limitato al tempo strettamente necessario per ritornare a tale normalità di gestione, che tutti auspichiamo.
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare, per due minuti.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, per quanto riguarda la prima parte dell'esposizione del Ministro Chiti ci riteniamo soddisfatti, perché è nell'intenzione del Commissariato e del Governo assicurare alle popolazioni di Petruro Irpino e di Morcone la possibilità di evitare una situazione che avrebbe prodotto danni enormi, anche all'economia di quei territori.
Sul secondo aspetto che era al centro della domanda che abbiamo posto non possiamo ritenerci soddisfatti. Infatti, la proroga del Commissariato era un'eventualità che non immaginavamo così concreta. Individuiamo dentro la conferma stessa di tale impostazione una delle maggiori cause della crisi dei rifiuti, che si è acuita in modo così clamoroso nel corso degli ultimi mesi in questa regione.
D'altra parte, se fossero vere le informazioni che oggi apprendiamo dalla stampa, il Commissariato finirebbe per sdoppiarsi, con una separazione tra la gestione dell'emergenza, in capo al Commissario, e la realizzazione di una struttura delegata alla liquidazione definitiva di tutte le pendenze del passato, chiudendo i conti con Fibe. Insomma, auspicavamo che il 2008 fosse l'anno del ritorno alla gestione ordinaria, invece anziché lasciare ci troviamo a raddoppiare.
Allo stesso tempo, ci preoccupano alcune affermazioni del Commissario Pansa, cui ribadiamo la nostra stima, che denotano l'intenzione di militarizzare le aree destinate ai siti di stoccaggio delle ecoballe. Non crediamo sia una scelta saggia, perché si inserisce in una logica già esplorata nel corso degli ultimi anni, che ha contribuito ulteriormente a scavare un fossato tra istituzioni e cittadini. Anche la crisi dei rifiuti si inserisce dentro un più generale arretramento del ruolo e delle funzioni dei poteri democratici.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
ARTURO SCOTTO. L'illusione che le gestioni straordinarie garantiscano efficienza, razionalità e legalità si è purtroppo dileguata.
(Iniziative in relazione al progetto di realizzazione della tramvia metropolitana di Firenze, al fine della tutela del patrimonio artistico-culturale del centro storico - n. 3-01471)
PRESIDENTE. Il deputato Spini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01471, concernente iniziative in relazione al progetto di realizzazione della tramvia metropolitana di Firenze, al fine della tutela del patrimonio artistico-culturale del centro storico (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
VALDO SPINI. Signor Presidente, due convogli di cinque carrozze, lunghi 32 metri, alte 3 metri e 30 centimetri, con un ingombro a terra di circa 8 metri su un percorso protetto, passeranno - secondo quanto annunciato - nella città di Firenze di fronte al Duomo, di fronte a palazzo Medici Riccardi, di fronte a piazza San Marco. Poiché la competenza della tutela dei beni culturali è del Governo centrale, che tanto orgogliosamente la rivendica, credo sia giusto chiedere al Governo (ma soprattutto al Ministero dei beni culturali, che non vedo rappresentato) di tranquillizzare l'opinione pubblica circa la fruibilità e la protezione di tali beni culturali unici al mondo.
Pag. 43PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Ministro Rutelli non può essere qui perché si trova in missione all'estero. In ogni caso, in riferimento ai quesiti posti dall'onorevole Spini si può precisare quanto segue. Il comune di Firenze ha avviato la realizzazione di tre linee tranviarie per collegare il centro storico con i viali di circonvallazione e comuni limitrofi. La relativa previsione progettuale è stata inserita nel piano di gestione del centro di Firenze, elaborato ai sensi della normativa riguardante i siti UNESCO ed approvato dalla giunta comunale.
L'area oggetto dell'intervento che ha determinato la presente interrogazione riguarda il tratto della linea numero 2 che collega l'aeroporto di Peretola a Piazza della libertà, passando dalla stazione di Santa Maria Novella, da piazza San Giovanni e via Cavour. Ai fini della valutazione del progetto, il comune ha indetto un'apposita conferenza dei servizi in data 26 luglio 2000. In quella sede la competente sovrintendenza ha espresso parere favorevole, dettando una serie di condizioni concernenti, in particolare, le pavimentazioni da adottarsi nell'area interessata dalla tramvia, l'assenza di alimentazione aerea nel medesimo tratto e l'esclusione di pensiline o pannelli pubblicitari nelle fermate del centro storico.
A seguito dell'elaborazione del progetto definitivo della linea 2 è stata indetta una seconda conferenza dei servizi nel corso della quale la competente sovrintendenza ha posto ulteriori condizioni con riguardo alla collocazione delle palificate, in considerazione della presenza del Battistero e delle complessive caratteristiche storico-architettoniche, auspicando, qualora la tecnologia lo consentisse, soluzioni alternative alla palificata. La direzione regionale della Toscana ha trasmesso il progetto all'amministrazione centrale perché sul medesimo venisse acquisito anche il parere del comitato tecnico-scientifico. Il comitato ha esaminato la questione nella seduta del 12 febbraio scorso ed ha espresso parere favorevole con le seguenti prescrizioni: che il tracciato della tramvia non sia evidenziato con specifici separatori di sede; che non si realizzi una fermata presso il Battistero; che la tramvia abbia una velocità molto ridotta nell'attraversamento del centro storico della città; che si applichino tutte le provvidenze necessarie a contenere le vibrazioni; che i lavori alterino il meno possibile i marciapiedi esistenti senza ridurli; che non ci sia alimentazione aerea con i relativi pali, cavi elettrici eccetera, in prossimità del Duomo e del Battistero. È stato richiesto, infine, sia di valutare la possibilità di introdurre batterie elettriche nelle vetture motrici, in modo da evitare del tutto l'alimentazione aerea, sia di valutare la possibilità di utilizzare convogli meno lunghi e pesanti. Questa indicazione è stata recepita in pieno dall'amministrazione comunale di Firenze, in accordo con i fornitori dei vettori.
È il caso infine di evidenziare come allo stato attuale - come l'onorevole Spini sa bene - il patrimonio culturale del centro storico interessato dal passaggio della linea 2 subisca una continua aggressione di agenti atmosferici e di vibrazioni causate dal continuo e intenso traffico di veicoli pubblici e autorizzati (si registrano quasi duemila passaggi di autobus al giorno), che non si verificherà più al momento della realizzazione della tramvia, grazie alla completa pedonalizzazione dell'area interessata.
PRESIDENTE. Il deputato Spini ha facoltà di replicare.
VALDO SPINI. Signor Ministro, ho sentito in lei gli accenti di una perfetta e completa buona fede, ma lei capisce con quale passione tratto questo tema. Noi abbiamo ottenuto, per esempio, che nel cortile monumentale di Palazzo Medici Riccardi fossero tolte le autovetture della prefettura, che lì stazionavano, e che il cortile fosse restituito al pubblico. QualePag. 44possibilità ci sarà di fruire di quel cortile quando avremo davanti due binari e otto metri di passaggio non valicabile? Quale possibilità la prefettura avrà di effettuare i movimenti dei propri automezzi?
Per parte nostra, certamente accettiamo la sfida della pedonalizzazione, ma non comprendiamo perché questo quadrato di così grande importanza per la storia dell'umanità non possa essere esso stesso pedonalizzato, trovando un modo per favorire il trasporto pubblico che non investa i monumenti di maggiore importanza e di maggiore fruizione a Firenze.
Poiché lo stesso Ministero dei beni culturali ha sentito il bisogno di circondare il progetto con una serie di prescrizioni e di indicazioni - alcune delle quali si sa che potranno essere realizzate, mentre di altre, onestamente, la capacità di realizzazione ancora non è conosciuta - mi si lasci auspicare un momento di riflessione, per capire se veramente è possibile realizzare tutti questi accorgimenti tecnici che possano diminuire l'impatto e se, comunque, è veramente proprio necessario a tutti i costi che una linea passi da questo cuore della città di Firenze che, come è noto, l'UNESCO ha definito sito di interesse dell'umanità (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti per la Costituente, La Rosa nel Pugno e di deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Misure per il completamento del restauro del sito archeologico dell'area cosiddetta «Franzin» nel comune di Zuglio (Udine) - n. 3-01472)
PRESIDENTE. La deputata Di Cento ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-01472, concernente misure per il completamento del restauro del sito archeologico dell'area cosiddetta «Franzin» nel comune di Zuglio (Udine) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmataria.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, la ringrazio. Ho preso la parola forse due volte in quest'Aula, e lei per due volte mi ha chiamato Di Cento: io sono Di Centa...!
Il sito «Franzin» è un sito archeologico che si trova in Friuli-Venezia Giulia, nelle montagne della Carnia, nel comune di Zuglio. Nel 2001 la soprintendenza regionale è intervenuta con uno scavo di pronto intervento nell'area, mettendo in luce i livelli e le strutture più recenti della stratigrafia rapportabile alla tardo-antichità, ed aggiungendo così elementi nuovi e di grande rilievo alla storia dell'abitato romano di Iulium Carnicum (l'attuale Zuglio), antica città romana sorta nel 50 avanti Cristo. I resti recentemente scoperti necessitano di restauro e soprattutto di una copertura dalle intemperie (acqua, neve e freddo: si tratta di una zona di montagna). Senza una copertura verrebbe infatti disperso il grandissimo patrimonio storico ed archeologico del sito, che è patrimonio delle genti della Carnia, di tutto il nostro Paese e dell'umanità. Chiedo pertanto al Ministro se non ritenga di intervenire urgentemente, nelle sedi di sua competenza, assegnando i finanziamenti necessari per tali opere, al fine di completare il restauro e la copertura per la conservazione del sito «Franzin».
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, molti dei punti toccati dall'onorevole Di Centa corrispondono alle valutazioni del Governo e del Ministero. Nel 2001, la soprintendenza del Friuli-Venezia Giulia è intervenuta con uno scavo di pronto intervento nel comune di Zuglio, in un'area centrale dell'abitato romano di Iulium Carnicum (la più settentrionale città romana d'Italia), a seguito del ritrovamento di una stratigrafia archeologica significativa in un'area che era soggetta ad edificazione. Sull'area è stato pertanto apposto il vincolo, negandone la prevista edificazione, data la notevole conservazionePag. 45di strutture murarie e pavimentarie, poste ad una profondità modesta, di notevole interesse per la conoscenza dell'organizzazione urbana di Iulium Carnicum e della tecnica edilizia nell'area montana della Venezia. Dato il danno considerevole al proprietario privato è stata avviata la procedura di esproprio, che è ora in via di chiusura. In particolare, è stata corrisposta al proprietario l'indennità e si è in attesa della firma del verbale di presa di possesso.
Nel 2005, al fine di avviare la valorizzazione della zona, sono stati attuati - nell'ambito di un accordo di programma fra comune e soprintendenza - taluni interventi finalizzati alla salvaguardia e alla valorizzazione dell'area, utilizzando un finanziamento del Ministero per i beni e le attività culturali poi trasferito al comune. Nel corso del 2007, con i fondi stanziati dal Ministero e quelli ottenuti dal comune, sono proseguiti i lavori di scavo e di delimitazione dell'edificio (che è risultato più esteso del terreno espropriato) e si è avviata la progettazione della copertura, che - come l'interrogante osservava - risulta necessaria per la salvaguardia dei resti rinvenuti, considerata l'inclemenza del clima montano.
Nel quadro degli interventi da realizzare nell'area, si è ritenuto di dare la precedenza alla prosecuzione dei lavori per rendere museo l'area demaniale del foro di Iulium Carnicum, in quanto tali lavori sono indispensabili per proteggere e restaurare i reperti, per sistemare la viabilità pedonale (al momento interrotta) e per creare nell'area un percorso di visita adeguato alle normative di sicurezza. In sede di valutazione delle proposte di programma pervenute, sarà valutata anche la possibilità di impiegare una parte delle risorse per intervenire nell'area «Franzin»: ciò in considerazione del fatto che nelle immediate vicinanze dell'area vi sono realtà edificate, la cui espansione potrebbe essere dannosa per la conservazione dei reperti.
PRESIDENTE. La deputata Di Centa ha facoltà di replicare.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro Chiti, anche se devo dire che mi sarebbe piaciuto sentire la risposta direttamente dal Ministro per i beni e le attività culturali con delega al turismo, onorevole Rutelli, perché parliamo di grandi pezzi di storia, che sono perciò pezzi di noi stessi. Si tratta, infatti, di aree e di memorie risalenti a 50 anni prima di Cristo e, come ho già detto, credo che non siano solo patrimonio delle genti della Carnia, ma dell'umanità.
Ci troviamo nella città di Roma, e quindi sappiamo tutti che cosa vuol dire godere delle bellezze dei monumenti che vi si trovano. Credo che il ritrovamento di un sito archeologico in un piccolissimo paese di 600 anime come Zuglio, in montagna, non solo sotto il profilo storico-culturale, ma anche sotto quello turistico possa rappresentare un modo vero di dare vita alla montagna e spazio alla gente, per far sì che anche la cultura di un'Italia che si apre all'Europa e di un mondo che vuole vivere in pace in un'Europa sempre più aperta cerchi di copiare quanto hanno fatto i romani attraverso questa via augusta che dal mare passava a Zuglio e arrivava al confine, a Monte Croce Carnico, per poi andare verso le terre straniere, l'Austria e l'Ungheria.
Zuglio (Iulium Carnicum) è nato per questo, per presiedere a quella via di comunicazione così importante, ed è stato voluto addirittura da Giulio Cesare, perciò ha una rilevanza notevole. Credo dunque che non solo la gente del luogo, ma tutti noi e l'umanità intera desideri poter godere di questa nostra bellissima storia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Pubblicazione di un documento ministeriale relativo ai programmi didattici della scuola dell'obbligo commissionata ad una casa editrice privata - n. 3-01473)
PRESIDENTE. La deputata Dato ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01473, concernentePag. 46pubblicazione di un documento ministeriale relativo ai programmi didattici della scuola dell'obbligo commissionata ad una casa editrice privata (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
CINZIA DATO. Signor Presidente, il 4 settembre il Ministro Fioroni in una conferenza stampa ha presentato un libercolo con le indicazioni per il curricolo (i programmi didattici per la sperimentazione alla scuola dell'obbligo) che aveva fatto stampare nel mese di agosto dalla Tecnodid editrice di Napoli, in 600 mila copie, per una distribuzione gratuita.
Questo volumetto è incompleto, perché non contiene né la direttiva né il decreto ministeriale, quindi, in sostanza, non contiene le indicazioni che servono agli insegnanti. È la prima volta che il Ministero della pubblica istruzione non solo si serve di un privato e non del Poligrafico dello Stato, ma anche di un editore specializzato in legislazione scolastica...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CINZIA DATO. ... il cui libretto, pur se incompleto, appare ancora sul sito del Ministero, il che appare pubblicizzare più che servire ad un'informazione, che nel libretto non è completa.
PRESIDENTE. Deputata Dato, per favore, deve concludere.
CINZIA DATO. Concludo, signor Presidente. Volevo chiedere in base a quale gara di appalto sia stata effettuata la scelta della casa editrice, quali siano state le condizioni alla base del contratto (impaginazione, stampa, distribuzione e quant'altro), quanto sia costata l'operazione e, se vi è stata una condizione di urgenza, in cosa sia consistita e come sia giustificabile.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, devo preliminarmente precisare che il dipartimento dell'amministrazione generale del personale e dei servizi del tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze già con una lettera del 29 novembre 2005 aveva rappresentato al Ministero della pubblica istruzione di non poter più autorizzare la stampa di pubblicazioni e bollettini ufficiali presso l'istituto Poligrafico e Zecca dello Stato a causa della ristrettezza dei fondi disponibili. Lo stesso dipartimento del Ministero dell'economia e delle finanze il 26 luglio 2006, con la circolare n. 55609 avente per oggetto la produzione e distribuzione di stampati e pubblicazioni, ha fatto presente a tutte le amministrazioni dello Stato di non poter garantire la fornitura dei materiali stessi.
Ciò premesso, poiché è tuttora operativo il blocco della produzione e della distribuzione di stampati e pubblicazioni, il Ministero della pubblica istruzione ha avuto l'esigenza di stampare e diffondere in maniera autonoma le «Indicazioni per il curriculo» prima dell'inizio delle lezioni dell'anno scolastico 2007-2008 per tutti i docenti e i dirigenti scolastici della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria.
Com'è noto, le indicazioni in questione sono state elaborate da una commissione ministeriale di esperti in materia educativa, i cui lavori sono terminati soltanto alla fine di luglio. Si è reso necessario e urgente, pertanto, procedere all'indizione di una gara a procedura negoziata, ai sensi del vigente regolamento del 5 febbraio 2002 sulle spese in economia del Ministero della pubblica istruzione. Sono state invitate a partecipare cinque aziende del settore: edizioni Franco Angeli di Milano, Tecnodid Srl di Napoli, Giunti Editori di Firenze, Armando Armando editore Srl di Roma, Società tipografica romana Srl di Roma. In data 26 luglio 2007, l'apposita commissione ministeriale ha stimato l'offerta più conveniente, assegnando la fornitura alla ditta Tecnodid editrice di Napoli per un importo complessivo di 133.640 euro (IVA inclusa), comprendentePag. 47lo studio della grafica, l'impaginato, la stampa e la distribuzione. Tale azienda, nel corso del mese di agosto, ha stampato le seicentomila copie richieste, provvedendo così alla successiva consegna delle pubblicazioni alle scuole interessate, in tempo utile per l'inizio delle lezioni in tutto il territorio nazionale.
PRESIDENTE. La deputata Dato ha facoltà di replicare per due minuti.
CINZIA DATO. Signor Presidente, signor Ministro, innanzitutto non si capisce l'urgenza per una sperimentazione che, di fatto, non è ancora partita: non si comprende l'urgenza di stampare un libretto che non contiene le indicazioni ed i programmi didattici che bisognava diffondere. In secondo luogo, non si capisce perché tutto ciò sia stato effettuato in grande rapidità e in gran segreto (molti dei più importanti protagonisti di questo mercato, infatti, non hanno ancora capito né hanno mai avuto notizia della gara d'appalto) e perché il materiale fosse segretato e non disponibile e fosse stato reso disponibile soltanto per questa casa editrice (non si capisce perché una casa editrice e non un semplice stampatore).
Signor Ministro, vuole dividere la cifra da lei citata - esattamente 133.640 euro (che peraltro è anche la soglia oltre la quale si sarebbero dovute rispettare ben altre norme) - per seicentomila copie? Mi vuol far credere che i libretti siano costati ventidue centesimi, comprendenti progetto grafico, stampa, carta ecologica, distribuzione e tutto il resto? O vi sono altrettante fatture per progettista grafico, fornitore di carta, stampatore e altri? Ventidue centesimi a volume, signor Ministro, è una cifra materialmente impensabile ed impossibile! Si tratta di un avvenimento mai verificatosi nel nostro Paese, almeno per quanto concerne il Ministero della pubblica istruzione! Sul sito del Ministero vi è ancora il libretto...
PRESIDENTE. Deputata Dato, la prego di concludere.
CINZIA DATO. ... peraltro inutile, in quanto incompleto e non contenente i programmi, di questa casa editrice, che in buona sostanza il Ministero sta pubblicizzando...
PRESIDENTE. Deputata Dato, deve concludere.
CINZIA DATO. ...quando invece potrebbe inserirvi il decreto, i contenuti programmatici e la relativa Gazzetta Ufficiale (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Misto-Socialisti per la Costituente e di deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Iniziative per una riforma organica dell'istituto del giudice di pace - n. 3-01474)
PRESIDENTE. La deputata Mazzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01474, concernente iniziative per una riforma organica dell'istituto del giudice di pace (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, la crisi della giustizia, purtroppo, avanza inesorabilmente: nell'ambito di questo settore così devastato le piccole aree di positività non vengono valorizzate, né tantomeno tutelate. Mi riferisco all'opera prestata dai giudici di pace. Sono da poco trascorsi dodici anni dall'avvio dell'attività del giudice di pace, durante i quali i giudici di pace hanno portato a definizione oltre dodici milioni di procedimenti. Solo l'8 per cento delle sentenze emanate è oggetto di impugnazione.
In questi anni si è gradualmente ridotto il limite di età per l'assunzione dell'incarico di giudice di pace (nato come giudice della terza età) e ne sono stati elevati i requisiti di professionalità: il giudice di pace ha ampliato notevolmente le competenze in materia civile ed è entrato nel settore penale.
A tutta questa evoluzione non ha corrisposto negli anni un dovuto adeguamentoPag. 48funzionale, organizzativo e retributivo di questa figura. I giudici di pace rimangono precari...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ERMINIA MAZZONI. ...senza coperture previdenziali né trattamenti pensionistici. Sono lavoratori di serie B, pur assolvendo ad una funzione essenziale, perché operano in un settore fondamentale per il nostro Paese.
Vorrei sapere cosa il Governo intenda fare al di là degli annunci.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, l'onorevole interrogante ha ricordato il contributo fornito dagli uffici dei giudici di pace alla domanda di giustizia, sia civile sia penale, e, al tempo stesso, ha correttamente evidenziato la situazione di progressiva sofferenza che sta caratterizzando anche questa parte della giurisdizione.
Il Governo, nella consapevolezza che tale situazione sia dovuta sia alla inadeguatezza delle norme procedurali sia alla carenza di organici nella magistratura ordinaria, ritiene che la risposta al debito di giustizia non possa che essere globale, cercando di ottimizzare tutte le risorse disponibili. A questo fine, ci siamo già fatti promotori di diversi interventi normativi. Mi riferisco al disegno di legge in materia di accelerazione del processo penale e a quello per l'accelerazione del processo civile.
È inoltre prevista per domani la presentazione, nella riunione preparatoria del Consiglio dei ministri, di un disegno di legge per la riforma organica della magistratura onoraria che contiene anche specifiche norme per l'accelerazione del contenzioso civile e penale pendente.
Il progetto di riforma, che - lo voglio sottolineare per correttezza al Parlamento - deve essere ancora sottoposto al vaglio definitivo del prossimo Consiglio dei ministri, nelle proposte del Ministero della giustizia si muove lungo le seguenti direttrici: in primo luogo, la modifica strutturale dello status dei magistrati onorari, mirando da una parte ad evitare la dispersione delle conoscenze acquisite e, dall'altra, ad accentuare la professionalità, mediante un aggiornamento permanente, unito ad un più rigoroso sistema di valutazione dell'attività svolta; in secondo luogo, si prevede la trasformazione dell'ufficio del giudice di pace in circondariale, al fine di consentire che il medesimo giudice onorario svolga la sua attività presso più sezioni, anche distaccate, dell'ufficio circondariale. Il terzo elemento di novità è la disciplina della durata: si prevedono quattro anni rinnovabili per altri quattro, previa valutazione del CSM. Ne risulterebbe un progetto di valorizzazione e stabilizzazione dello status di questi magistrati. Si evidenzia che all'ampliamento delle funzioni dei magistrati onorari corrisponderà, come è ovvio, una disciplina più puntuale della deontologia professionale, delle valutazioni di professionalità e dello stesso trattamento economico. In tal modo, si intende operare una razionalizzazione degli uffici giudiziari di primo grado, avendo cura di utilizzare e valorizzare tutte le risorse disponibili in un sistema unico coordinato.
Il Governo, come dicevo, è consapevole che il problema dell'arretrato, che assilla da sempre la giustizia italiana, non è stato ancora risolto, ma ha avviato un significativo numero di cambiamenti e, con il concorso del Parlamento, è convinto che tali cambiamenti potranno assicurare la necessaria modernizzazione della giustizia italiana.
PRESIDENTE. La deputata Mazzoni ha facoltà di replicare.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, ministro Chiti, la ringrazio. Chiaramente l'assenza del ministro Mastella ha comportato che lei leggesse in quest'aula ciò che le è stato riferito dagli uffici.Pag. 49
Il Ministro Mastella sa bene che, soprattutto in queste ultime settimane, vi è stata una accelerazione non tanto dei processi, ma dei dialoghi e degli incontri con la categoria per risolvere i problemi seri che essa ha posto. Vi è, infatti, una fortunata coincidenza: tutti i rappresentanti della categoria dei giudici di pace sono qui fuori a manifestare contro gli annunci del Governo che lei ha dovuto ripetere in questa sede, perché - come ho già affermato prima - ci consegna una missiva, un documento da parte del Governo.
Vi era qualcosa di più nella mia interrogazione e nelle richieste che la categoria sta formulando da più tempo al Governo. Nelle ipotesi di disegno di legge che lei ha enunciato, vi è uno stravolgimento del sistema con principi assolutamente incomprensibili.
Domani il Consiglio dei Ministri dovrebbe pronunciarsi su un disegno di legge del quale ancora non si conosce nulla, salvo che sopprimerà la categoria dei magistrati di pace per ricomprenderli nella generica categoria dei magistrati onorari, schiacciandoli all'interno degli uffici dei tribunali, quindi sopprimendo eventualmente tutte le sedi (sono 849) distribuite sul territorio, e negando anche con tale operazione, ancora una volta, quel principio - sacro per la buona giustizia - della vicinanza della risposta di giustizia erogata al cittadino (avevamo cercato di realizzarlo attraverso l'individuazione del cosiddetto «giudice di prossimità», istituto che viene anch'esso soppresso).
Non si garantisce assolutamente la tutela dovuta a ciascun lavoratore, anche se l'attuale Governo afferma di battersi per le tutele minime dei lavoratori, ma non si parla di previdenza, non si parla di pensioni, non si parla di contributi: rimarranno lavoratori di serie B. Il loro prezioso contributo fornito in questi anni verrà cestinato e la nostra giustizia continuerà a declinare.
Credo che sia una risposta assolutamente insoddisfacente.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 17.
La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 17,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI