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Sull'ordine dei lavori.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, vorrei comunicare, sentito anche il Governo, che vi sono ancora alcune questioni da approfondire; pertanto, sinceramente non mi sento di chiedere un'ulteriore procrastinazione degli odierni lavori dell'Assemblea,Pag. 67ma le chiedo di valutare l'opportunità di aggiornare i lavori della Assemblea stessa a domani mattina.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non voglio sollevare polemiche, ma le chiedo di prendere in considerazione il fatto di conferire più tempo sia al Governo sia alla Commissione. Invece di aggiornare i lavori a domani mattina alle 9, potremmo tranquillamente rinviare l'esame del provvedimento a lunedì.
Saremmo comunque nei tempi perché, considerato che il calendario dei lavori prevede la conclusione dell'esame del disegno di legge finanziaria per il 18 dicembre prossimo, la proposta che ho appena illustrato comunque rispetterebbe i tempi. Poiché invece mi è giunta voce di un'accelerazione che il Governo vorrebbe imprimere - è esattamente il contrario di quello che sta accadendo - per consentire l'esame del decreto sicurezza in maniera più ampia per un dibattito più approfondito, non riesco più a capire come possiamo andare avanti. Non sono soltanto io a non capire, e faccio appello a lei Presidente, perché i colleghi sono «sbandati». Sono stati convocati questa mattina alle 11. Oggi, nel giro di mezz'ora, abbiamo dato luogo a tutte le votazioni previste per la legge di bilancio. Non riusciamo ad andare avanti, e se volete chiediamo lo svolgimento di qualche altra decina di informative, così impegniamo il tempo per evitare di tenere aperta l'Aula senza lavorare.
Signor Presidente, le chiedo di intervenire in maniera piuttosto massiccia e di considerare la possibilità di prendere tutto il tempo che si vuole. Nulla quaestio su una decisione simile, ma occorre evitare di tenere i colleghi inchiodati qui, in transatlantico, a perdere tempo, in attesa che il Governo sottoponga alla sua attenzione, se ho ben capito, i maxiemendamenti, prima di porre la questione di fiducia.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, che questo sia un Parlamento composto da deputati nominati, e non eletti, lo dimostra oggi il comportamento dei parlamentari. Un Parlamento che fosse stato eletto, e non nominato, non avrebbe consentito questa umiliazione della Camera dei deputati.
Ancora domani mattina, dopo la pazienza da tutti espressa nel corso di questa giornata, dovremo tornare in questa sede per vedere cosa accadrà. Esprimo solidarietà al presidente della V Commissione, che, con il passare delle ore, si rimpicciolisce sempre di più, perché ogni uomo ha una dignità e lui è una persona per bene, e credo che senta sulla sua pelle la vergogna di quello che anche lui sta facendo. Infatti, anche un presidente di Commissione può dire: «Ora basta! Vi è la dignità di uomo e di parlamentare; ho rispetto delle istituzioni, e non potete utilizzarmi in questa maniera indecente».
È chiaro che il Presidente della Camera a tali questioni risponda, affermando che l'andamento dei lavori attiene alle decisioni dei partiti, ma non sono d'accordo, Presidente, perché vi è un limite oltre il quale i partiti non possono utilizzare la Camera dei deputati come un self service per chi dispone della maggioranza, altrimenti non si eleggerebbe il Parlamento e verrebbe eletto l'Esecutivo con poteri di governo e poteri legislativi. Considerato che i nostri costituenti hanno voluto questa forte separazione dei poteri, ritengo che il Governo debba tutelare se stesso, mantenere compatta la maggioranza; quindi, in sostanza deve governare, ma lo deve fare nel rispetto delle regole.
Signor Presidente, se tutto continuerà così, credo che questa Assemblea si trasformerà. Il nostro stile, l'educazione, il rispetto che si deve all'istituzione che rappresentiamo, il rispetto dei luoghi devono essere tutti presenti. Ma deve essere garantita anche la tutela della funzione delPag. 68parlamentare. Nel momento in cui si continuasse su questa strada, credo che le regole si romperebbero per tutti. Anche l'autorevolezza e il nostro rispetto nei confronti della Presidenza, la quale anch'essa vive un momento di difficoltà, non può essere inferiore al rispetto che dobbiamo alla nostra funzione, riconosciuta e regolamentata dalla Costituzione. Abbiamo assistito ad una pagina indecorosa e vergognosa: questo Governo presenterà tre questioni di fiducia, non una. Perché tre? Perché su ognuna delle parti del disegno di legge finanziaria vi è una parte della maggioranza che non è d'accordo. Se si votasse con un solo voto di fiducia, le parti della maggioranza in dissenso si potrebbero unire in un voto diverso o essere assenti al momento della votazione. Quindi, si ricorre ad un escamotage - non ne ricordo un altro da quando sono in questa Camera - delle tre fiducie, perché su ognuna di quelle tre questioni di fiducia vi è un pezzetto della maggioranza che non voterà.
Il Governo si assicura comunque l'approvazione. Signor Presidente, chiedo a lei e chiedo agli uffici quali precedenti vi sono e quali sono le motivazioni per giustificare tre questioni di fiducia su un unico provvedimento quale il disegno di legge finanziaria. Quest'ultimo è un corpo unico, signor Presidente. Non è un insieme di leggi, una separata dall'altra, che si sommano insieme. La legge finanziaria è il documento unico che il Governo presenta per la governabilità del Paese, per le spese che intende affrontare, per i servizi che servono ai cittadini. Per quale motivo, signor Presidente, accetta che domani si ponga la fiducia per tre volte, quando avranno terminato tutti i possibili aggiustamenti, che si venga in Assemblea a chiedere a noi parlamentari che si voti separatamente la legge finanziaria? Ritengo che i maxiemendamenti non sono accettabili nel numero di tre. Vi è un disegno di legge finanziaria e se il Governo intende modificarlo bisogna tener conto del fatto che è stato presentato dal Governo, non dall'opposizione, né dai deputati della maggioranza. Nel momento in cui il Governo ritiene di emendare il suo provvedimento lo deve fare con un unico emendamento, sul quale può porre la questione di fiducia, come indicano i precedenti di diversi Governi. In questo caso, signor Presidente, vi è l'aggravante che neanche si dà inizio al dibattito sugli articoli del disegno di legge finanziaria. La questione di fiducia deve essere posta, al limite, quando è in atto l'ostruzionismo o vi è una battaglia con la quale si vuole impedire al Governo di approvare il provvedimento essenziale per la vita del Paese. In questo caso rischiamo di procedere al voto sulla questione di fiducia prima ancora che il Parlamento si sia potuto esprimere e si sia verificata la disponibilità dei presentatori degli emendamenti a ritirarli. Mi dica lei...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Capisco che il tempo a mia disposizione è esaurito, ma qui si sta...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo lei sta parlando da due minuti oltre il tempo a sua disposizione.
TEODORO BUONTEMPO. Sì, è vero, capisco bene l'esigenza di rispettare il tempo e concludo. Signor Presidente, non si arrabbi...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, non mi arrabbio, le sto soltanto dando un'informazione. Come vede, non sono per nulla...
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, anche noi siamo abbastanza arrabbiati per come si svolgono i fatti. Sto concludendo, solo altri dieci secondi. Le chiedo, signor Presidente, se è possibile, e in quale momento, che i parlamentari possano ritirare i loro emendamenti, nel caso ritengano di doverlo fare perché sono troppi. Questo momento deve essere assicurato all'Assemblea. Signor Presidente, la ringrazio e le dico sinceramente che nonPag. 69mi aspettavo che lei supinamente subisse questa arroganza del Governo e della maggioranza.
PRESIDENTE. Vorrei semplicemente dire che, al contrario di ciò che ha testé sostenuto il deputato Buontempo - naturalmente non ho la possibilità di intervenire su una cosa che non esiste - posso comunicare che, preventivamente a ogni possibile atto del Governo, ho rappresentato al medesimo che non avrei considerato ammissibile la presentazione di un unico maxiemendamento, che accorpasse l'intero testo, visto che il provvedimento è costituito da diverse parti normative e da tabelle.
NICOLA BONO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, non posso non esprimere il mio sconcerto e quello del gruppo cui ho l'onore di appartenere per questo modo di procedere dei nostri lavori. Dopo gli interventi degli onorevoli Giorgetti e La Russa, pensavamo di aver dato un'ampia dimostrazione dell'opinione di Alleanza Nazionale circa le modalità con cui si dovesse procedere. Non comprendiamo, signor Presidente, né riteniamo che la sua reazione sia rispettosa del ruolo delle istituzioni. Non comprendiamo perché la Camera debba essere mortificata nel suo ruolo istituzionale, rispetto al dovere di entrare nel merito di un provvedimento già pronto. Non comprendiamo perché il presidente della Commissione, per due volte di seguito, oggi si sia assunto la responsabilità di chiedere il rinvio, senza che il Governo dichiarasse ufficialmente e pubblicamente in Aula il suo intendimento. Cos'è questa forma di sostituzione da parte della presidenza della Commissione bilancio rispetto alla responsabilità politica che ha il Governo, che deve venire a riferire cosa vuole fare? Nel momento in cui non riesce a concretizzare il suo intendimento, deve spiegarci qual è il problema, perché davanti ad una spiegazione possiamo anche capire, comprendere ed evitare anche questo dibattito che rischia di diventare ozioso.
Signor Presidente cosa sta accadendo? Sta accadendo che viene mortificata la Camera, perché la Commissione bilancio ha esaurito l'esame della legge finanziaria. Noi abbiamo già votato il bilancio dello Stato, dovevamo entrare nel merito degli emendamenti e siamo pronti a farlo! Che il Governo decida di mettere la fiducia senza averlo ufficializzato, senza averlo detto, solo perché si tratta di voci di corridoio o perché i lanci delle agenzie di stampa lo dicono, non è rispettoso del ruolo e delle funzioni del Parlamento! Che il Governo, che è un organo costituzionale, non venga a chiedere il rinvio, sulla base di dati concreti e che si avvalga della disponibilità - a mio avviso gratuita - del presidente della Commissione bilancio, lo reputo un fatto grave ed offensivo, che lede la nostra funzione e la nostra dignità!
Signor Presidente, siamo forse commissariati dal Governo? Perché se così è, le chiedo di verificare l'opportunità di toglierci questo commissariamento, perché non possiamo essere succubi e proni alle esigenze di un'entità che non ha neanche la capacità di scrivere tre emendamenti che dovrebbero ricalcare quanto già fatto in Commissione bilancio! Che i colleghi lo sappiano: la Commissione bilancio non solo ha esaurito il suo lavoro, ha fatto anche di più. In due riunioni, che si sono tenute oggi, il Comitato dei nove ha definito anche aspetti di dettaglio dell'eventuale manovra finanziaria. Che neanche davanti a questi fatti il Governo sia ancora pronto - dopo ore e ore - è scandaloso! Abbiamo utilizzato le informative urgenti per fare i «tappabuchi» all'incapacità del Governo di venire in quest'Aula. Signor Presidente, la invito ad organizzare la disponibilità di uno spettacolo di intrattenimento per la Camera, perché in futuro, mancando le informative, almeno potremo fare un balletto o uno spettacolo di cabaret e intrattenere i deputati. Non è possibile che si possa procedere in questo modo!Pag. 70Concludo esprimendo un giudizio assolutamente di condanna rispetto a questo modo di procedere.
Le chiedo, signor Presidente, di difendere le prerogative della Camera e di salvaguardare il diritto che ha, questo organismo, di entrare nel merito dei provvedimenti. Avremmo dovuto già affrontare l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso riferite. Quando il Governo avesse ritenuto di essere pronto con la sua proposta, avrebbe potuto venire in aula a presentare i tre maxiemendamenti. Dove mai si è visto un Parlamento bloccato, per un'intera giornata, sul nulla, in attesa di un evento che viene solo ventilato e di cui si fa carico il presidente della Commissione bilancio il quale, in tutta questa vicenda, non ha alcun motivo di assumersi la responsabilità di chiedere il rinvio! Per questo motivo le chiedo, signor Presidente, uno scatto di orgoglio e una difesa oggettiva e soggettiva di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PAOLO CIRINO POMICINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO CIRINO POMICINO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Devo dire che la caratteristica di queste settimane - come ella sa e come, peraltro, ho avuto modo diretto di rappresentare anche al Presidente del Consiglio dei ministri - è stata l'assenza totale del Governo, almeno come presenza dei Ministri. Non un solo Ministro, neanche per un minuto, è stato presente durante i lavori della Commissione.
Tuttavia, detto ciò (che appartiene alla polemica che svolgeremo nell'ambito delle successive dichiarazioni) il dato vero - e anche in questo caso mi dispiace essere in disaccordo con il presidente della Commissione bilancio - è che io non chiedo al Presidente né scatti di orgoglio né altro, pur sapendo che ne è abbondantemente dotato, bensì chiedo al Governo, per cortesia, di informarci sul momento in cui ritiene di poter iniziare i lavori dell'Assemblea.
Certamente l'Assemblea non può non prendere atto dell'esigenza che il Governo ci rappresenta, purché parli, perché ci troviamo nell'ambito di una situazione «virtuale», nella quale parliamo tra di noi, ma il Governo non è presente.
Pertanto, cortesemente vorrei soltanto chiedere al Governo e a chi lo rappresenta di farci sapere quando ritenga di poter iniziare i lavori dell'Assemblea. Successivamente, in quel momento, ci dirà se ritiene di iniziare la discussione articolo per articolo o se invece - come ha detto l'onorevole Buontempo - ritiene di presentare due, tre o quattro maxiemendamenti e porre la questione di fiducia.
Questa è la regolarità dei lavori dell'Assemblea! Ora vorrei pregare - in questo senso sperando e affidandomi anche alle mie preghiere - che il Governo riacquisti l'uso della parola e ci dica, esattamente, cosa vuole fare.
PRESIDENTE. Grazie. Ho ascoltato con attenzione i loro interventi - cui aggiungo anche il suo - riguardanti questioni assai delicate e veramente impegnative relative alle prerogative dell'Assemblea.
Penso che quanto da lei ora affermato, deputato Cirino Pomicino, sia da tenere molto in considerazione ed è per questo che, accogliendo la richiesta del presidente della Commissione bilancio, deputato Duilio, che ha fatto presente l'impossibilità di poter riprendere immediatamente i lavori, ed accogliendo anche il suo implicito suggerimento per un elemento di saggezza volto a non trascinare ancora per qualche ora questa attesa, propongo di aggiungere la seduta a domani mattina alle ore 9,30, confidando che, a quell'ora, il Governo e la Commissione saranno in grado di consentire all'Assemblea di procedere all'esame del provvedimento e che, in ogni caso, il Governo potrà essere presente per dar conto delle sue intenzioni.