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Sull'ordine dei lavori (ore 13,30).
GIAMPAOLO FOGLIARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor presidente, nel dibattito odierno relativo al ritiro del decreto-legge sulla sicurezza (Commenti)...
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi che intendono uscire dall'Aula di farlo senza disturbare l'oratore. Prego, onorevole Fogliardi.
GIAMPAOLO FOGLIARDI. Stavo dicendo che nel corso del dibattito odierno in merito al ritiro del decreto-legge sulla sicurezza, l'onorevole Cota ha ripetutamente, con la foga che lo contraddistingue, apostrofato il Governo e la maggioranza con l'esclamazione: Vergogna! Vorrei, in questa sede, ribadire con forza che non ho nulla, al pari dei miei colleghi, di cui vergognarmi. Se di un errore tecnico si è trattato, ci dobbiamo scusare.
La vergogna riguarda eventualmente qualche autorevole rappresentante della Lega Nord. Mi riferisco, in particolare, al sindaco di Verona, Flavio Tosi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) Potete anche gridare! Stavo dicendo che mi riferisco al sindaco di Verona, Flavio Tosi in merito ai fatti e al clima che in questi ultimi tempi si stanno diffondendo nella città scaligera. Molto brevemente: proprio in questi giorni, alla vigilia di Natale, sono apparse nella predetta città panchine «anti-senzatetto», brevettate perché sia impossibile sdraiarvisi. Pensate ai cervelli che hanno progettato tali panchine!Pag. 38 Pensate a chi si è fatto fotografare per apparire sui giornali locali e dimostrare che si trattava realmente di panchine scomode!
ELISABETTA GARDINI. Le volete sulle panchine, voi, le persone?
GIAMPAOLO FOGLIARDI. Inoltre, nel bilancio comunale non sono stati trovati 5 mila euro per un premio alla memoria di Enzo Melegari. Enzo Melegari è stato uno dei primi cattolici obiettori di coscienza veronesi: per questo, ha fatto tre anni di carcere. Anche per la sua morte prematura, a Verona si è istituito il premio «Verona municipio dei popoli». Ebbene, l'amministrazione ha voluto sopprimere anche tale forma di ricordo. Si trattava, fra l'altro, di una persona molto impegnata nei movimenti laici dell'America latina. Dulcis in fundo, proprio di questi giorni, signor Presidente, è la partecipazione del sindaco Tosi e di taluni esponenti della giunta ad una manifestazione neofascista nel centro della città. È questa la risposta ad un clima già teso, è questo il senso delle istituzioni che viene sfoggiato: non ci si deve meravigliare, poi, se accadono i fatti che accadono! Il sindaco ha vietato la possibilità di mangiare panini per le strade di Verona; però, causa la sua partecipazione, la sera stessa, alcuni neofascisti che avevano partecipato al corteo si sono resi rei di picchiare tre militari meridionali nella centralissima via Mazzini. In tale centralissima via ora non cadono più le briciole, ma sgorga il sangue (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). L'auspicio è, dunque, che sia a Verona sia nelle altre città, le molte realtà laiche e cattoliche vogliano lavorare per una costruzione di città più sicure, ma allo stesso tempo solidali, che sappiano affrontare i problemi e non usarli solo come pretesti per fare propaganda politica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani).
MARIO PEPE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, intervengo per richiamare l'attenzione su un problema di sanità pubblica. I casi di meningite verificatisi a Treviso sono infatti solo la punta dell'iceberg di un fenomeno assai grave che sta interessando il nostro Paese. Mi riferisco non soltanto ai casi di tubercolosi - malattia che sta presentando un volto nuovo, poiché appare resistente ai farmaci - particolarmente diffusi nelle nostre carceri (dove viene portata dagli immigrati che provengono da zone in cui tale malattia è endemica): mi riferisco ai tanti casi di malattie infettive che nascono proprio dalla miseria, dal degrado e dalla sporcizia.
Quando il sindaco Veltroni una mattina di novembre si è svegliato, ha scoperto che lungo le rive del Tevere era nata una nuova Roma fatta di baracche e di degrado. Ma quella baraccopoli non era solo il posto dove la malavita trovava i suoi uomini ed i suoi nascondigli, ma anche il luogo nel quale molte malattie infettive sono diventate endemiche. Osservando la gente che ritroviamo nei bar, nelle metropolitane o lungo le strade, o i mendicanti che stazionano nel centro di Roma (e sembra quasi di stare per le strade di Calcutta), vorrei invitare il Governo a non pensare solo alla sicurezza delle persone e dei loro beni nel prossimo «decreto sicurezza», ma anche alla tutela del bene più grande, la salute (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Mario Pepe, lei sa che può ricorrere, in ordine a tali materie, a tutti gli strumenti di sindacato e di iniziativa parlamentare.
ANNA MARIA CARDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA MARIA CARDANO. Signor Presidente, le parlamentari di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea vogliono mantenere alta l'attenzione sulla violenza Pag. 39contro le donne, perché sia riconosciuta come tale, non strumentalizzata per altri fini ed affrontata costantemente.
Perciò, intendo riferire alcuni recenti episodi sui quali chiederei l'attenzione dell'Assemblea. Il 12 novembre, un mese fa, Enrina, ventinove anni, madre di due figli, immigrata dall'Albania e residente a Novara da anni (città nella quale lavora e vive), fugge a San Pietro Mosezzo dalla madre dopo una lite col marito, che però la raggiunge e l'accoltella riducendola in fin di vita. Il 26 novembre una giovane donna russa ha lasciato Novara per sfuggire alle violente attenzioni dell'ex convivente italiano e si è rifugiata a Forlì a casa di conoscenti. L'uomo la fa sequestrare da altri tre uomini e la riporta nel novarese, liberandola infine a Romagnano Sesia. Il 29 novembre una ragazza di Borgomanero, in provincia di Novara, viene ferita ma riesce a divincolarsi da un'aggressione compiuta da un giovane borgomanerese che voleva strapparle i vestiti, un vicino di casa irritato perché lei aveva rifiutato il suo corteggiamento. L'11 dicembre M. V., ragazza di Verbania, sta viaggiando sull'Intercity 646 «Mameli» partito da Milano e diretto a Savona; sul treno viene aggredita da un uomo di Savona che tenta di violentarla, ma lei riesce a dare l'allarme e a salvarsi.
Il 13 dicembre al tribunale di Novara per un errore tecnico - non si trova il fascicolo - salta al 1o ottobre del prossimo anno, 2008, un delicato processo per maltrattamenti in famiglia, senza che nessuno possa essere ascoltato.
Il 14 dicembre a Novara una donna di ventinove anni, madre di tre figli immigrata dal Marocco, viene presa a forbiciate dal marito e solo l'intervento dei vicini di casa la salva. Lunedì 17 dicembre, a Biella, Simona, operaia tessile di quarantuno anni, viene sequestrata dall'ex compagno italiano che la minaccia con un coltello all'interno del lanificio dove lavora (sarà poi liberata in Liguria).
Si tratta di sette storie ordinarie di donne che vivono in un angolo di Piemonte, accadute in quest'ultimo mese ma che presto saranno dimenticate. È bene insistere sulla provenienza delle persone coinvolte, per dimostrare l'insensatezza dei tentativi di «etnicizzare» la violenza sessista da parte di chi finge che essa non riguardi uomini nati, cresciuti ed educati secondo i cosiddetti valori occidentali.
Di queste sette storie solo in un caso la violenza è commessa da uno sconosciuto, mentre negli altri casi si tratta di mariti, ex conviventi e vicini di casa, come del resto confermano anche tutte le statistiche dell'ISTAT sul tema.
Vi è bisogno di un maggiore impegno dell'Assemblea, perché ciò che stiamo raccontando è un problema di civiltà e non un'emergenza passeggera, e richiede un grande sforzo di prevenzione e di educazione ed un diverso patto tra donne e uomini, un cambio di mentalità e di cultura diffusa, affinché misoginia e violenza di genere non vengano più considerate - come accade ancora adesso - fatti di ordinaria amministrazione. Perciò, chiediamo l'impegno dell'Assemblea anche nei prossimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
FEDERICO BRICOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, intervengo per rispondere all'onorevole Fogliardi che ha svolto un attacco all'amministrazione comunale di Verona e al sindaco Tosi. Poteva risparmiarsi un intervento ridicolo, ed era meglio fosse stato zitto. Egli è intervenuto (ma adesso è anche uscito dall'Aula e dunque probabilmente non era molto interessato all'argomento), se non per farsi scrivere due righe o un articoletto sul giornale locale e per far vedere che in Parlamento fa qualcosa, considerato che in Parlamento non lo abbiamo mai sentito in due anni ed è la prima volta che interviene (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Per quanto riguarda le panchine, l'onorevole Fogliardi dovrebbe informarsi meglio, perché nelle più belle città d'Europa Pag. 40si usa questo tipo di panchine che non servono per impedire alla gente di sedersi, ma per evitare che soprattutto gli extracomunitari le usino come bivacchi.
Ciò per impedire che gli extracomunitari di fatto portino degrado, come spesso avviene, nei nostri parchi dove invece dovrebbe andare la gente, con i figli, con i bambini, a sfruttare quel poco di verde che ormai è rimasto nelle nostre città.
L'unica finalità delle panchine è questa e tale finalità è presente in tantissime città e in quelle più belle d'Europa, per riuscire a dare delle regole a chi non vuole rispettarle a casa nostra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intervengo per precisare che l'ordine del giorno di cui sono firmatario n. 9/3256/321 per un mero errore materiale e di scrittura interpreta il mio pensiero esattamente in senso opposto. Intendevo solo svolgere tale precisazione.
IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, poiché non so se domani sarà disponibile del tempo, voglio ricordare a lei e all'Assemblea l'importante traguardo e al contempo l'avvenimento che si svolgerà nelle zone che una volta rappresentavano il confine rispetto alla «cortina di ferro», nella mia regione, poiché il 21 e il 22 dicembre avverrà l'abbattimento delle barriere che per tanti anni hanno segnato non solo una divisione simbolica ma anche un modello sociale e politico tra due diverse aree dell'Europa.
Ad oltre sessant'anni dalla conferenza di Yalta e a diciotto anni dall'abbattimento del muro di Berlino, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, con importanti e significative cerimonie che si svolgeranno a Gorizia, Trieste e anche nelle Valli del Natisone, al confine nord-orientale del nostro Paese, vi sarà la vera apertura per la prospettiva della nuova Europa dei popoli e delle autonomie locali.
Fino a pochissimi anni fa nessuno avrebbe realisticamente immaginato questi grandissimi passi in avanti in direzione della collaborazione tra popoli di lingue, storie, culture e tradizioni diverse che oggi, accomunati nel grande spirito dell'Unione europea, possono guardare al futuro in un clima di pace, serenità e collaborazione. Sottolineo tale aspetto soprattutto in qualità di parlamentare che proviene da una regione che per tanti anni ha sofferto di questa condizione storico-politica. Voglio evidenziare tale aspetto che giudico importante per l'avvenire della nostra Europa in un clima di libertà, pace e sicurezza.
GIORGIO JANNONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, intervengo solo per svolgere un sollecito a diverse risposte a strumenti di sindacato ispettivo. Credo ormai di aver presentato almeno cento di tali strumenti, ma le risposte sono state veramente poche. Lei sorride e constata che si tratta di tanti atti. Effettivamente sono molti, ma le risposte date al sottoscritto e anche agli altri colleghi sono state poche.
Gli atti di sindacato ispettivo sono tanti perché la maggioranza è riuscita a compiere uno svilimento del ruolo del Parlamento. Abbiamo assistito ultimamente all'esame del disegno di legge finanziaria ridotto all'approvazione di tre questioni di fiducia consecutive, addirittura errate nel conteggio dei saldi, completamente stravolto con i lavori in corso, votato di notte e con una procedura che ha sconvolto la prassi, la tradizione e il ruolo del Parlamento, sia alla Camera, sia al Senato. A causa delle numerose questioni di fiducia poste dal Governo vengono approvati solo gli ordini del giorno che vengono poi disattesi, nei fatti, dal comportamento non Pag. 41conseguente del Governo. Pertanto, siamo ridotti a svolgere il nostro ruolo solo con gli atti di sindacato ispettivo, ma a questi non si fornisce risposta.
Signor Presidente, richiamo la sua attenzione e quella dell'ufficio di Presidenza perché in questo modo non si può andare avanti. Credo che le Camere non possano essere svilite nel loro ruolo fino a questo punto. Il Governo continua a porre questioni di fiducia, non tanto per limitare il ruolo dell'opposizione, quanto per evitare contraddizioni interne alla maggioranza. Non si affrontano gli argomenti. Si presentano decreti-legge - come è avvenuto ieri - in ordine a temi importanti come la sicurezza per poi farli decadere.
Signor Presidente, credo veramente che sia necessaria una seria riflessione in ordine al ruolo di Camera e Senato e che nemmeno il Presidente della Repubblica possa rimanere inerte dinanzi ad una situazione non più tollerabile, del tutto irrispettosa non solo del nostro ruolo, del Parlamento nel suo insieme, ma soprattutto del popolo sovrano.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI